Anno 1, Numero 10 La Fabbrica dei Diritti - Cgil Taranto · ed il sentimento di ripulsa delle...

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La Cgil verso il con- gresso. Su questo ed altro (le elezioni alle porte, sos sicurezza in Ilva, l’unità sindacale) sono calibrate le dichiarazioni di Gianni Forte, segretario generale del sindacato. Quello della Cgil sarà un congresso celebrato, di fatto, in campagna eletto- rale. Potrà creare qualche ostacolo imprevisto? «Direi di no. Certo il nostro sarà un congresso che si svolgerà in pieno clima elettorale e questo può rappresentare piuttosto un vantaggio. Più che altro un’occasione per impegna- re gli oltre 5 milioni e mezzo di iscritti (48mila a Taranto) a rivendicare che i programmi elettorali non prescindano da un’idea compiuta di sviluppo in- centrata sulla valorizzazio- ne del lavoro e su un vali- do sistema di protezione sociale». La Cgil si è opposta spesso e con vigore ad un gran numero di provvedi- menti del governo Berlu- sconi. Spesso siete stati accusati di fare politica. «Accusa infondata e frutto solo di pregiudizi. E poi se difendere i lavorato- ri e chiedere un nuovo mo- dello di sviluppo vuol dire fare politica... Veda, quella che si sta chiudendo è una legislatura nel corso della quale la Cgil è stata impe- gnata, a volte anche da so- la, a fronteggiare un’idea sbagliata di politica econo- mica e sociale del governo Berlusconi che si è rivelata negativa per il Paese ridot- to allo sfascio». Cosa chiede la Cgil ai candidati per le politiche 2006 nei sette collegi uni- nominali ionici? «Milioni di persone che chiedono un cambio di rot- ta non possono essere delu- se. Ciò vale anche per Ta- ranto, dove i candidati che si confronteranno per la rappresentanza del territo- rio dovrebbero impegnarsi solennemente per far recu- perare al territorio le atten- zioni e la considerazione che merita visto che è deci- sivo nell’ambito delle stra- tegie economiche e militari del Paese. L’esperienza degli ultimi cinque anni si può considerare fortemente negativa, anzi deleteria, con parlamentari ripiegati sul proprio particulare ed incapaci di rappresentare gli interessi del terrritorio». Critiche generiche. Qualche esempio, prego. «Due esempi per tutti: la vicenda Arsenale che grida ancora vendetta e quella relativa alla disponi- bilità dei 156 milioni di euro per il porto, bloccati dal governo nazionale e sui cui non è stata sprecata una sola parola per far in modo che opere essenziali per lo sviluppo della portualità pos- sano essere realizzate». Segretario, tornando al con- gresso... «Sarà il congresso del cen- tenario della Cgil. Una ricorrenza importante per la più antica organizzazio- ne del Paese. Tenderemo l’arco all’indietro per proiet- tarci verso un futuro in cui ci sarà sempre più bisogno di sindacato per far in modo che i più deboli non siano lasciati soli in una società che tende a mercificare anche le persone. A Taranto terremo una se- rie di iniziative che si incroce- ranno con l’attività congres- suale. Faremo in modo di non disperdere il filo conduttore che lega la rievocazione stori- ca all’attualità, dando un con- tributo per la ricerca di quelle idee di rilancio economico ed occupazionale del territorio su cui il sindacato tarantino e la Cgil può vantare una lunga e consolidata tradizione. A maggio prossimo, in oc- casione della settimana del centenario che terremo a Ta- ranto, presenteremo una pub- blicazione che ripercorre i passaggi cruciali della storia del movimento a Taranto oltre agli elaborati di un concorso che, alla riapertura, lanceremo La Fabbrica dei Diritti il giornale della CGIL di Taranto CGIL TARANTO Anno 1, Numero 10 12 settembre 2005 Non abbandoniamo i lavora- tori/intervista a Gianni Forte 1-4 Un attacco alle famiglie Vertenza Tecnosistemi 2 3 Leggere &Ascoltare 3 Politica & Dintorni 4 Politica & Dintorni Le imprese ancora in affanno 5 Un caso di licenziamento del 1966. 6 La Storia 8 Sommario: Intervista/ FORTE: Il sindacato non faccia com- petizioni interne “Non abbandoniamo i lavoratori!” Verso il Congresso nelle scuole con il quale vogliamo indurre le nuove generazioni a riflettere sul valore del lavoro come pro- motore di progresso civile e democratico. È un’iniziativa che stia- mo preparando con grande meticolisità perché la rite- niamo un’operazione non solo culturale ma anche di valorizzazione dell’etica del lavoro. Il tutto in una società che guarda alle persone non più come produttori ma come consumatori che quando si impoveriscono non servono più. Diventano una zavorra di cui è meglio disfarsi». Attenzione ai giovani, dunque. In Ilva ormai la stragran- de maggioranza della forza lavoro è costituita da under 30 ma spesso questi giovani operai si trovano spiazzati da un sindaco diviso. Cosa servirebbe? Segue a pagina 4 Manifestazione a Taranto—1 maggio 1949—De Falco

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Page 1: Anno 1, Numero 10 La Fabbrica dei Diritti - Cgil Taranto · ed il sentimento di ripulsa delle popolazioni locali. Sarà necessaria una lunga e difficile battaglia, che vale la pena

La Cgil verso il con-gresso. Su questo ed altro (le elezioni alle porte, sos sicurezza in Ilva, l’unità sindacale) sono calibrate le dichiarazioni di Gianni Forte, segretario generale del sindacato. Quello della Cgil sarà un congresso celebrato, di fatto, in campagna eletto-rale. Potrà creare qualche ostacolo imprevisto? «Direi di no. Certo il nostro sarà un congresso che si svolgerà in pieno clima elettorale e questo può rappresentare piuttosto un vantaggio. Più che altro un’occasione per impegna-re gli oltre 5 milioni e mezzo di iscritti (48mila a Taranto) a rivendicare che i programmi elettorali non prescindano da un’idea compiuta di sviluppo in-centrata sulla valorizzazio-ne del lavoro e su un vali-do sistema di protezione sociale». La Cgil si è opposta spesso e con vigore ad un gran numero di provvedi-menti del governo Berlu-sconi. Spesso siete stati accusati di fare politica. «Accusa infondata e frutto solo di pregiudizi. E poi se difendere i lavorato-ri e chiedere un nuovo mo-dello di sviluppo vuol dire fare politica... Veda, quella che si sta chiudendo è una legislatura nel corso della quale la Cgil è stata impe-gnata, a volte anche da so-la, a fronteggiare un’idea sbagliata di politica econo-mica e sociale del governo

Berlusconi che si è rivelata negativa per il Paese ridot-to allo sfascio». Cosa chiede la Cgil ai candidati per le politiche 2006 nei sette collegi uni-nominali ionici? «Milioni di persone che chiedono un cambio di rot-ta non possono essere delu-se. Ciò vale anche per Ta-ranto, dove i candidati che si confronteranno per la rappresentanza del territo-rio dovrebbero impegnarsi solennemente per far recu-perare al territorio le atten-zioni e la considerazione che merita visto che è deci-sivo nell’ambito delle stra-tegie economiche e militari del Paese. L’esperienza degli ultimi cinque anni si può considerare fortemente negativa, anzi deleteria, con parlamentari ripiegati sul proprio particulare ed incapaci di rappresentare gli interessi del terrritorio». Critiche generiche. Qualche esempio, prego. «Due esempi per tutti: la vicenda Arsenale che grida ancora vendetta e quella relativa alla disponi-bilità dei 156 milioni di euro per il porto, bloccati

dal governo nazionale e sui cui non è stata sprecata una sola parola per far in modo che opere essenziali per lo sviluppo della portualità pos-sano essere realizzate». Segretario, tornando al con-gresso... «Sarà il congresso del cen-tenario della Cgil. Una ricorrenza importante per la più antica organizzazio-ne del Paese. Tenderemo l’arco all’indietro per proiet-tarci verso un futuro in cui ci sarà sempre più bisogno di sindacato per far in modo che i più deboli non siano lasciati soli in una società che tende a mercificare anche le persone. A Taranto terremo una se-rie di iniziative che si incroce-ranno con l’attività congres-suale. Faremo in modo di non disperdere il filo conduttore che lega la rievocazione stori-ca all’attualità, dando un con-tributo per la ricerca di quelle idee di rilancio economico ed occupazionale del territorio su cui il sindacato tarantino e la Cgil può vantare una lunga e consolidata tradizione. A maggio prossimo, in oc-casione della settimana del centenario che terremo a Ta-ranto, presenteremo una pub-blicazione che ripercorre i passaggi cruciali della storia del movimento a Taranto oltre agli elaborati di un concorso che, alla riapertura, lanceremo

La Fabbrica dei Diritti il giornale della CGIL di Taranto

CGIL TARANTO Anno 1, Numero 10

12 settembre 2005

Non abbandoniamo i lavora-tori/intervista a Gianni Forte

1-4

Un attacco alle famiglie Vertenza Tecnosistemi

2 3

Leggere &Ascoltare 3

Politica & Dintorni 4

Politica & Dintorni Le imprese ancora in affanno

5

Un caso di licenziamento del 1966.

6

La Storia 8

Sommario:

Intervista/ FORTE: Il sindacato non faccia com-petizioni interne

“Non abbandoniamo i lavoratori!” Verso il Congresso

nelle scuole con il quale vogliamo indurre le nuove generazioni a riflettere sul valore del lavoro come pro-motore di progresso civile e democratico. È un’iniziativa che stia-mo preparando con grande meticolisità perché la rite-niamo un’operazione non solo culturale ma anche di valorizzazione dell’etica del lavoro. Il tutto in una società che guarda alle persone non più come produttori ma come consumatori che quando si impoveriscono non servono più. Diventano una zavorra di cui è meglio disfarsi». Attenzione ai giovani, dunque. In Ilva ormai la stragran-de maggioranza della forza lavoro è costituita da under 30 ma spesso questi giovani operai si trovano spiazzati da un sindaco diviso. Cosa servirebbe?

Segue a pagina 4

Manifestazione a Taranto—1 maggio 1949—De Falco

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Pagina 2 La Fabbrica dei Diritti il giornale della CGIL di Taranto

Il 25 luglio scorso, ci siamo lasciati con una riflessione sulla sicurezza sul lavoro. <Diritto al lavoro, alla sicurezza e allo sciopero>, era il titolo con il quale la redazione de “La Fabbrica dei Diritti” esprimeva piena solidarietà ai lavoratori e alle RSU licenziate dal padrone Riva. Riprendendo i titoli dei giornali degli anni settanta, avevamo voluto evidenziare, come nonostante fosse-ro passati trent’anni, la sicurezza, i diritti e la dignità dei lavoratori, nello stabilimento siderurgico più grande d’Europa, rappresentavano e rappresentano la frontiera della libertà e della vita. I quotidiani di allora, riportavano sempre una frase “omicidi bianchi”, che di colpo è ritornata venerdì 9 settembre sulla prima pagina di tarantosera, e che ha scosso tutti noi, riportandoci alla triste realtà: un’altra giovane vita persa, 28 incidenti mortali nello stabilimento ILVA di Taranto, dal 1993 ad oggi e 4mila infortuni nel solo 2004. I metalmeccanici prontamente hanno dichiarato lo sciopero per l’intera giornata e bloccato il ponte gire-vole paralizzando la città, poi hanno incontrato i Presidenti di Regione e Provincia. La CGIL di Taranto, per voce del Segretario Generale Giovanni FORTE afferma: “Altiforni bloccati ed impianti fermi. E’ il risultato della grande partecipazione allo sciopero di oggi all’ILVA, proclamato in seguito all’ennesimo infortunio mortale. Cresce a dismisura l’insofferenza dei lavoratori nei confronti delle precarie condizioni di sicurezza da addebitare a responsabilità dirette dell’azienda. Quella fabbrica è diventata una roulette russa all’interno della quale ai lavoratori non rima-ne altro che sperare che non arrivi il proprio turno. La scelta di mostrare i denti al lavoratori con la re-pressione ed i licenziamenti intimidatori non paga. Devono essere ristabilite condizioni di agibilità, fa-cendo in modo che i 7.500 giovani sotto i trent’anni che vi lavorano diventino protagonisti del proprio futuro in una fabbrica che devono sentire come il luogo in cui realizzarsi e non dove sacrificare la pro-pria vita. La solidarietà dei presidenti della Regione Puglia e della Provincia espressa con la partecipa-zione diretta alla manifestazione di oggi, rappresenta un punto di svolta nel sistema di relazioni fra a-zienda e territorio. A fianco dei lavoratori c’è il sostegno delle istituzioni, pronte a raccogliere il disagio ed il sentimento di ripulsa delle popolazioni locali. Sarà necessaria una lunga e difficile battaglia, che vale la pena combattere con grande determinazione”.

Perde la vita un giovane lavoratore di 25 anni Morti bianche.

A Taranto, un capitolo mai chiuso. I metalmeccanici scioperano per 24 ore

Un momento del blocco sul ponte girevole di venerdì 9 settembre

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Le segreterie congiunte della CGIL, confederale, di categoria ed aziendale, denunciano e stig-matizzano il modo superficiale, irresponsabile, unilaterale e ille-g i t t i m o c o n c u i l’Amministrazione comunale di Taranto ha proceduto, attraver-so un atto deliberativo di Giun-ta, all’aumento delle rette di fre-quenza degli asili nido, raddop-piandole rispetto alle cifre pre-viste dal bando per le iscrizioni, pubblicato nel mese di maggio us. Tale atto deliberativo datato antecedente all’incontro della fine di luglio tra le OO.SS. e il direttore generale dell’Ente che a proposito del Piano di detta-g l i o d e g l i o b i e t t i v i dell’Amministrazione per la ra-zionalizzazione della spesa, a-veva assicurato una azione di consolidamento e sviluppo del sistema scolastico formativo, è emblematico del valore e della considerazione che l’attuale amministrazione comunale at-tribuisce alle relazioni sindaca-li…una farsa! La decisione assunta dalla Giunta, che le scriventi già ri-gettano per le questioni su e-sposte, è lesiva del diritto all’educazione dei bambini, in quanto non agevola ne incentiva le famiglie alla fruibilità di que-sto importante servizio pubblico e rappresenta a nostro avviso la chiara volontà dell’Ente Comu-ne di affossare questi delicatis-simi servizi per l’infanzia scelti dalle famiglie e per i quali, l’amministrazione avrebbe do-vuto da tempo, come sollecitato

dalla Cgil, perse-guire azioni per renderli efficienti e di qualità, a fronte degli alti costi sopportati dalle famiglie. Da tempo, all’inadeguatezza strutturale di tali sevizi, ai ritardi e assenza di riferi-mento di materia-le didattico e non solo, fanno fronte operatori e utenti. A nostro avviso gli obiettivi di efficienza ed efficacia degli asili nido e complessivamente dell’offerta formativa 0-6 anni sono possibili oltre che, doverosi da parte dell’amministrazione comunale: valorizzando le pro-fessionalità presenti e alla luce dei finanziamenti nazionali e re-gionali già nuovi asili nido e al potenziamento degli attuali. Siamo altresì convinti che le ri-sposte ai bisogni dei genitori, all’affermazione del diritto all’educazione e alla socialità dei bambini e delle bambine e quindi all’esigenza di qualità di questi servizi, possano essere trovate se a tali servizi viene riconosciuta cittadinanza nel sistema locale integrato dei servizi: nel Piano di Zona. Le segreterie si chiedono poi, quale sia il senso dell’adesione da parte dell’amministrazione c o m u n a l e d i T a r a n t o all’iniziativa lanciata dall’ANCI su scala nazionale: IL SETTEM-BRE PEDAGOGICO, che ha l’alta finalità di sensibilizzare la città sul valore e l’importanza dei

servizi educativi gestiti dall’Ente Locale, lo stesso ente che per Taranto e le sue fami-glie sta compiendo tali scelte scellerate per l’infanzia. La CGIL di Taranto a tutela dei diritti dei bambini e delle bambine all’istruzione e delle famiglie a poter scegliere in li-bertà per la fruizione di servizi p u b b l i c i , c h i e d e c h e l’amministrazione comunale annulli l’atto deliberativo in questione e convochi immedia-tamente un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali. La CGIL è impegnata a pro-muovere incontri con gli opera-tori e gli utenti al fine di fron-teggiare e contrastare tali scelte inaccettabili.

Intervento di Battista, Principale e Negro Un attacco alle famiglie di Taranto

Sbagliata la politica per l’infanzia, del Comune di Taranto

CARA CGIL TI SCRIVO [email protected]

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La Fabbrica dei Diritti il giornale della CGIL di Taranto

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Nei giorni scorsi le segreterie provinciali di fim fiom e uilm di Taranto, hanno chiesto un incon-tro urgente al Presidente della Regione Puglia, on. Nichi Ven-dola e all’assessore Marco Bar-bieri, per discutere della vertenza del Gruppo TECNOSISTEMI, azienda di Telecomunicazione che nel 2000 venne privatizzata da Telecom ed attualmente è in Amministrazione Straordinaria (ex legge Prodi 270/99. In Puglia i lavoratori interessati sono 140 (su un totale di 1.500 a livello nazionale), quasi tutti in cassa integrazione da 2 anni, do-po la dichiarazione dello stato di insolvenza del Tribunale di Mila-no del 30 settembre 2003. Negli accordi sottoscritti presso la Presidenza del Consiglio il 31 marzo ed il 21 aprile del 2004 con le organizzazioni sindacali nazionali ed il coordinamento a-ziendale, il Governo, rappresenta-to dal sottosegretario on.Calducci e dal responsabile della task-force on. Borghini, ha assunto impegni precisi per una soluzione occupazionale per tutti i lavorato-ri del Gruppo attraverso provve-dimenti significativi: cristallizza-zione dei requisiti di accesso al pensionamento anticipato, che interessa circa 540 unità; cessio-

Jovanotti BuonSangue

Vasco Rossi Le mie canzoni

Biagio Antonacci Condividendo

Giorgia MTV

Nicolas Sparks Il posto che cercavo

Cristina Comenicini La bestia nel cuore

Federico Moccia Tre metri sopra il cielo

ne a SIRTI SpA degli assets azien-dali con l’impegno di quest’ultima a rioccupare 600 lavoratori (attualmente sono stati assunti solo 230 unità), anche con l’ausilio di commesse pubbliche; ricerca di opportunità di occupazione fuori dal settore TLC con l’utilizzo di Italia Lavoro, con processi di for-mazione da concordare con la Re-gione. Il Governo ha dato attuazione solo al progetto PARI del Ministero del Lavoro, mentre è inadempiente sugli altri punti, che fim fiom e uilm ritengono prioritari per salva-re l’occupazione e le professionali-tà. In questa ottica, gli investimenti pubblici previsti nella nostra regio-ne, possono rappresentare una vera opportunità di rioccupazione, basti pensare al progetto TETRA- siste-ma integrato di telecomunicazione cellulare di tutte le forze di polizia, alla banda larga TLC progetto di Sviluppo Italia e Infratel, e ai nuo-vi contratti di programma presenti nella misura 4.18 del POR 2000-/2006. Per queste ragioni il sindacato dei lavoratori metalmeccanici ha chia-mato direttamente in causa la Re-gione Puglia per verificare con il Presidente le possibili soluzioni.

LE VOSTRE TESI DI LAUREA Sul territorio di Taranto nei nostri Archivi—www.cgiltaranto.it

Diamo valore ai TALENTI, i nostri giovani per Taranto.

Cara CGIL ti scrivo [email protected]

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Leggere & Ascoltare

CD e LIBRI primi in classifica

La Fabbrica dei Diritti il giornale della CGIL di Taranto

Vertenza TECNOSISTEMI Fim Fiom e Uilm di Taranto

chiedono l’intervento della Regione Puglia Il futuro occupazionale nei progetti di Sviluppo Italia e negli inve-

stimenti pubblici

Lavoratori della Tecnosistemi durante un sit-in.

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«Insisto il nostro sarà un congresso che guarda ai gio-vani in una realtà come Ta-ranto che associa, in manie-ra stridente, uno dei più alti tassi di disoccupazione gio-vanile alla più grande aggre-gazione di forza lavoro gio-vane del Paese, in una fab-brica come l’Ilva in cui con-tinuano a registrarsi gravi disagi. Non è facile rico-struire il sindacato in una realtà che ha avuto quel tipo di ricambio generazio-nale così traumatico. C’è bisogno del-lo sforzo di tutti. Del sindacato a livel-lo unitario, che deve abbandonare la competizione interna per assumere un’idea rivendicativa largamente con-divisa, che renda i lavoratori protago-nisti del loro futuro in una fabbrica che devono abituarsi a sentire come il luogo della loro emancipazione e non come la realtà da ripudiare e da cui

poter scappare. Ma anche dell’opinione pubblica che non può, da un lato, denunciare (specialmente in occasione di gravi in-cidenti sempre più insop-portabilmente ripetitivi) la debolezza del sindaca-to in fabbrica e, dall’altro, mostrare fasti-dio se un sindacato agi-sce da solo pur di difen-

dere i lavoratori. Quando i lavoratori scioperano, non lo fanno certamente con piacere. Perdono del salario e per chi guadagna anche meno di mille eu-ro al mese, non è facile di questi tempi rinunciare ad un solo euro. A volte, sono costretti dal muro che l’azienda frappone sulla strada del dialogo. Ra-dicalizzare lo scontro non serve». Quali sono le sue speranze per la so-spensione di quei nove lavoratori dell’Acciaieria, tra cui alcuni delegati

Fiom? «Ci aspettiamo che la direzione dell’Ilva proceda al ritiro del licenzia-mento dei nove lavoratori, fra i quali due delegati. Il gruppo Riva, infatti, non può pensare di agire ricorrendo alle rappresaglie intimidatorie. Deve, invece, prendere atto che in quella fabbrica più che incontri sterili e co-mitati inconcludenti, serve ricostruire la fitta rete di pratiche operative, attra-verso un forte coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori e dello stesso management aziendale che, evi-dentemente, deve essere messo in con-dizioni di dialogare alla ricerca del consenso, invece, che di confliggere in maniera accanita con le maestranze». Chiede un’inversione di tendenza piuttosto netta? «Sì, ma mi creda un cambio di rotta serve anche a difendere la fabbrica da chi continua a pensare che Taranto potrebbe fare a meno della siderurgia»

del centrodestra e come mai alle ultime comunali il candidato sin-daco della Cdl si sia imposto al primo turno. Deve chiederselo e cercare di darsi, nel più breve tem-po possibile, delle risposte. Per questo, il centrosinistra deve individuare dei candidati che sap-piano intercettare i bisogni delle fasce più deboli e svantaggiate di questa società attirate dalle illuso-rie sirene berlusconiane e cogliere le ansie di rinnovamento presenti. Per questo, servono candidati ben radicati sul territorio, popolari che abbiano un feeling coi giovani, che ascoltino gli anziani e che non e-scludano dalla loro agenda politica il mondo del piccolo commercio, delle partite Iva, per anni lasciato all’attenzione delle destre. I futuri candidati a Montecitorio e Palazzo Madama devono sapere anche dare agli elettori ionici quella giusta do-se di entusiasmo indispensabile in una campagna elettorale. Ed anco-

E’ già tempo di totocandidature. E’ già tempo di corsa ai sette collegi uninominali per le elezioni politi-che. Voci, indiscrezioni sono desti-nate in parte a rimanere tali sepolte da quelle che con l’approssimarsi della scadenza per il rinnovo del Parlamento diventeranno notizie. Questa valanga di nomi, più o me-no possibili, non ci interessa. La <Fabbrica dei diritti>, infatti, non si appassiona ai contenitori ma ai contenuti, vuol cogliere in questa confusione un progetto valoriale e non delle ipocrite dichiarazioni d’intenti magari enunciate in poli-tichese. Detto questo, forse, l’Unione ancor prima di individuare i suoi sette candidati nei collegi di Camera e Senato deve fermarsi un attimo e provare a leggere la società ionica. Deve chiedersi, infatti, come mai la provincia di Taranto (alle ultime regionali) abbia dato la maggioran-za dei voti al candidato presidente

ra, se è vero come è vero che gli under 30 sono una risorsa per il Mezzogiorno e per Taranto in par-ticolare, i futuri candidati alle poli-tiche del centrosinistra devono dire apertamente che le recenti leggi che hanno incrementato la flessibi-lità nel mercato del lavoro (Legge Biagi) hanno reso più difficile ed instabile qualsiasi prospettiva e progetto per il futuro. Chi può con-trarre un mutuo avendo in tasca un contratto a progetto della durata di sei o di nove mesi? Tutto questo ed altro, molto altro, ancora va det-to senza esitazioni di sorta. Ancor prima, però, lo ripetiamo bisognerà parlare, incontrare quella piccola e media borghesia che si è fatta av-volgere nella morsa citiana prima, berlusconiana e dibelliana poi. Un lavoro complesso che comunque non si può più rinviare. Obiettivo: evitare che Taranto sia in contro-tendenza con il possibile quadro nazionale. Del resto, questo lavoro di full immersion nel tessuto urba-no dell’area ionica deve essere la base da cui partire per le comunali (nella prossima primavera si voterà in 13 comuni).

P o l i t i c a & d i n t o r n i Politiche 2006, cosa serve per vincere nei collegi di Camera e Senato.

Intervista a Giovanni Forte Segretario Generale CGIL Taranto Segue dalla prima pagina

Gianni FORTE

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Sviluppo delle imprese, si continua ad arrancare. A fine luglio, la Camera di Commercio ha diffuso i dati relativi al secondo tri-mestre di quest'anno. E-merge che il saldo è sì posi-tivo, ma inferiore a quello registrato lo scorso anno per lo stesso periodo. Ve-diamo i dati: quest'anno, il saldo è stato pari a 372 im-prese, frutto di 889 iscrizio-ni e 517 cessazioni. L'anno scorso invece ci fu un saldo di 444 imprese con 894 i-scrizioni e 450 cessazioni. Negativo, dunque, il raf-fronto tra le iscrizioni 2005 e quelle 2004, ma anche le cessazioni, avverte la Ca-mera di Commercio, risul-tano in aumento: +15 per cento rispetto al secondo trimestre del 2004. Come incremento di imprese atti-ve, col suo 1,3 per cento il trimestre 2005 preso in esa-me si è rivelato migliore ri-spetto a quello 2004 (+0,3 per cento) e 2003 (+1,1 per cento). Questo dato tuttavia è attenuato dal fatto che, eccetto il 2003, il saldo del secondo trimestre 2005, è il peggiore dal 1998 ad oggi. Si è infatti passati da 1.614 iscrizioni e 539 cessazioni del secondo trimestre 1998, con un saldo di 1.075 im-

prese, all'attuale. Ma mi-gliori perfomance c'erano state, oltre che nel 2004, an-che nel 2002, con un saldo di 542 imprese, e nel 2001, con 399 imprese. Scenden-do nel dettaglio, continuano a calare le imprese indivi-duali, sono ora il 71,7 per cento di tutte le imprese contro il 73,6 del 2003, mentre salgono le società di capitali, le quali passano dal 12,9 per cento del 2003 al 14,2 del 2005. Tuttavia, pur perdendo peso sul tota-le imprese, proprio le realtà individuali sono quelle che hanno i saldi migliori tra iscrizioni e cessazioni: ben 160 contro le 102 società di persone e le 95 società di capitali. Nei settori, le costruzioni vanno bene (28 imprese in più nel trimestre) e così an-che il commercio (+9) e l'a-gricoltura (+93). Vanno in-vece male le attività mani-fatturiere: -6. Commenta Emanuele Papalia, presi-dente della Camera di Commercio: «Il sistema imprenditoriale della pro-vincia ha raggiunto livelli di staticità. La programma-zione a questo punto diven-ta fondamentale ma biso-gna superare polemiche e divisioni interne».

Con il Comitato Diretti-vo del 13 settembre, anche a Taranto si avvia la fase del XV Congresso della CGIL. Seguiranno le assemblee di base e i congressi provin-ciali di categoria. Il Congresso della CGIL di Taranto si celebrerà a Gennaio 2006. Le prossime settimane saranno segnate da una se-rie di iniziative che chiame-remo “Verso il Centena-rio” . Con l’inizio delle scuole, partirà il Bando di Con-corso a premi per i ragazzi delle scuole elementari, me-die e superiori; una inizia-tiva sulla salute sui luoghi di lavoro ed una che avvia i f e s t e g g i a m e n t i d e i cent’anni, “Lavoro e pro-gresso civile”. Tutti appuntamenti im-portanti, propedeutici sia per la fase congressuale che per gli eventi celebrativi dei nostri 100 anni. Buon lavoro a tutti i compagni!

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Economia/ Nel secondo trimestre 2005, attese deluse.

Sviluppo, le imprese ancora in affanno.

di Fabio Venere

La Fabbrica dei Diritti il giornale della CGIL di Taranto

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“100 anni di lotte. La CGIL jonica per lo sviluppo, i diritti e il lavoro”: questa la traccia di un lavoro ambizioso ed affascinante che la CdLT di Tarantola messo in cantiere per il Centenario della CGIL. A n c h e l a F I S A C Provinciale è stata invitata a fornire il proprio contributo alla scrittura della storia del movimento sindacale del nostro territorio, nel tentativo di recuperare la memoria collettiva della categoria e di delinearne le vicende più significative degli ultimi 60 anni. L’invito della CdLT è stato subito raccolto con molto entusiasmo ma anche con alcune perplessità, derivanti soprattutto dal poco tempo disponibile e dalle difficoltà che sapevamo di affrontare nella ricerca dei documenti della nostra storia. Gli archivi FISAC non sono particolarmente ricchi di materiale (specie se riferiti agli anni precedenti gli anni ’80) ed i ban car i non h anno sicuramente la storia degli uomini e delle donne che hanno svolto la loro militanza CGIL tra i braccianti o i metalmeccanici. Da fine luglio ad oggi, comunque, la Segreteria si è cimentata in un lavoro di ricerca (anche nella Emeroteca comunale) che ha avuto

l’indubbio merito di riannodare i fili della memoria non solo attraverso la consultazione di documenti ma anche attraverso il contatto umano con vecchi compagni e compagne dell’organizzazione; è stato anche grazie al loro aiuto diretto (sebbene lontani fisicamente da Taranto, siamo riusciti a riannodare contatti insperati) che siamo stati in grado di tracciare un quadro d’insieme della nostra storia sul territorio, facendo luce a n c h e s u v i c e n d e emblematiche della condizione delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende di credito: colletti bianchi sì, ma con una storia abbastanza travagliata e, per quanto non nota, meritevole dell’attenzione di un lavoro di recupero come quello del Centenario.

In questa nota ci piace solo evidenziare l’entusiasmo dei vecchi militanti e del vecchio quadro dirigente mostrato verso il progetto che ci ha visto impegnati e, tra tutte, la vicenda di un licenziamento di una nostra dirigente (Marina Cinieri, oggi funzionaria presso il Comune di Genova) avvenuto nel 1966 nella vecchia Banca Popolare di Taranto rea di essere stata autrice della nascita della Commissione Interna. E’ nostra intenzione promuovere un’iniziativa, nell’ambito del percorso congressuale, che presenti il nostro lavoro, che speriamo possa trovare la giusta collocazione nel progetto della CdLT che lo ha di fatto stimolato.

Mario Gentile

Verso il centenario della CGIL a Taranto

Il caso Cinieri. Licenziamento di una dirigente sindacale Un caso del 1966 presentatoci dal Segretario Generale della FISAC, Mario Gentile

Pagina 7 La Fabbrica dei Diritti il giornale della CGIL di Taranto

Dall’archivio storico della FISAC di Taranto, assemblea anni ‘60.

Page 8: Anno 1, Numero 10 La Fabbrica dei Diritti - Cgil Taranto · ed il sentimento di ripulsa delle popolazioni locali. Sarà necessaria una lunga e difficile battaglia, che vale la pena

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CGIL TARANTO

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Dal carcere... alla passerella. Ricominciare dalla passerella. Detenute del carcere stiliste di moda sotto le stelle di Campomarino. Ha avuto il suo coronamen-to positivo il 17 agosto scorso, con una sfilata di abiti sportivi ed eleganti, oltre che di costumi da spiaggia, il corso di studi cominciato il 17 gennaio nella casa cir-condariale di Taranto. In via Speziale, 19 detenute tra i 30 ed i 35 anni (metà delle quali extracomunitarie) hanno studiato per conseguire il diploma da stilista di moda e realizzato trenta abiti che mercoledì sera sono stati indossati in tre tranche sulla passerella del portic-ciolo di Campomarino. Un'iniziativa, denominata «Fuori moda», seconda in Italia soltanto a Roma, resa possibile dalla Provin-cia di Taranto, grazie alla consigliera per le Pari op-portunità, Perla Suma, all'accademia della moda, di cui è responsabile Maria Antonietta Calò, e alla Casa circondariale di Taranto. La serata è stata presentata dalla stilista Patrizia Ventura e dalla giornalista Rosal-ba De Giorgi. «L'obiettivo finale di questa manifesta-zione - ha precisato Perla Suma durante la sfilata - è quello di riuscire a creare un vero e proprio laborato-rio, così da permettere non soltanto il reinserimento in società delle giovani ospiti del carcere, ma anche u-n'occupazione una volta scontata la pena. E' questo infatti un percorso in grado di creare loro un contatto esterno con la realtà diverso dalla famiglia

e dai figli, che le faccia sentire utili». Tra il pubblico, oltre al sottosegretario alla Giustizia, Luigi Vitali, ai responsabili del carcere di Taranto, e a diversi magi-strati, anche una delle 19 protagoniste di «Fuori mo-da», che hanno disegnato i modelli, e realizzato i capi con le stoffe messe a loro disposizione. Vivaci e assor-titi i colori di tutte e tre le collezioni. Quasi a voler lanciare un messaggio di positiva vitalità. Dal verde al rosso, dal giallo all'arancio; a tinta unita e a fiori, ma anche nella fantasia militare. Persino una gonna di je-ans. Tutti capi per l'estate, anche quelli eleganti, soprat-tutto in bianco e in nero, e l'abito da sposa con un cor-petto di pizzo. La pena ed il recupero compiono così la loro effettiva missione grazie al primo corso di forma-zione con due diverse funzioni: pratico-applicativa e propedeutica-lavorativa. «L'idea di questa sfilata è partita dalle stesse detenute - ha evidenziato Perla Su-ma - al culmine di 6 lunghi e faticosi mesi di studio intenso, ma anche di piacare». «Fuori moda» è stata patrocinata dalla Provincia di Taranto, dal Comune di Mareggio e dalla Camera di Commercio ionica. Du-rante la sfilata di moda, anche l'esibizione del piccolo coro, «La banda di bambù», coordinato dal maestro Salvatore Moscogiuri. Tre i brani suonati, il più carat-teristico dei quali: «Il vino del mio vicino», un richia-mo alle nostre origini.

Il sindacato dalla parte dei Lavoratori precari e atipici

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