Analisi della gestione aziendale - sercontel.it · Argomento Slide Aspetti generali 3 Check up...
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Indice
Argomento Slide
Aspetti generali 3
Check up della liquidità 30
Analisi flussi e del fabbisogno di cassa 41
Budget 65
Indici di bilancio 87
Il valore dell’azienda 122
Valutazione patrimoniale 124
Valutazione economica 135
Aspetti generali
Le operazioni di gestione vengono analizzate sotto diversi ASPETTI, fra i quali spiccano:
• Aspetto tecnico: riferito alle caratteristiche
fisiche, quantitative e qualitativa non monetarie dei processi aziendali
• Aspetto economico: evidenzia i componenti di reddito che scaturiscono dall’esecuzioni delle operazioni del punto precedente
• Aspetto finanziario-monetario: legato alle partite finanziarie (liquide o meno liquide) che vengono in qualche modo attivate dai movimenti economici (e non solo economici)
3
Aspetti generali
Altra classificazione delle operazioni aziendali:
1. Gestione interna: le operazioni di natura tecnica ed economica relative allo svolgimento dei processi, come, ad esempio, i costi di produzione
2. Gestione esterna: quelle che instaurano legami con terzi soggetti (o terze economie), rappresentabili con gli «scambi con l’esterno»
– queste sono legate ad un «valore» in quanto
• rappresentano lo scambio di beni o servizi,
• contro il pagamento di somme in denaro (contropartita monetaria) 4valori monetari
Aspetti generali
I valori monetari, quindi, per la loro attitudine a misurare e valorizzare sia gli aspetti economici che quelli finanziari, diventano un parametro per quantificare:
– la dimensione dell’iniziativa imprenditoriale: • grandezza del fatturato,
• ammontare degli stipendi,
• entità dell’indebitamento
– i risultati dell’iniziativa imprenditoriale, quali: • reddito,
• redditività,
• flussi di cassa,
• indicatori di performance5Le operazioni
Aspetti generali
1. Ogni operazione compiuta, quindi, implica:– un consumo di ricchezza, cioè un costo
– un incremento di ricchezza, cioè un ricavo
Tali operazioni vengono misurate con una unità di misura che convenzionalmente è identificata
– nella moneta di conto.
1. Ogni operazione di gestione genera:a) dapprima una movimentazione finanziaria (credito
– debito);
b) successivamente un flusso monetario (incasso –pagamento)
Ecco la centralità della «DINAMICA MONETARIA» nel contesto della gestione
dell’impresa 6
Aspetti generali
• Fondamentale il ciclo del capitale, rappresentativo dell’essenza della conduzione dell’impresa, così sintetizzabile in una impresa di produzione:1. Capitale monetario (mezzi apportati dall’imprenditore o
dai soci)
2. Acquisti di beni/servizi: generano il «capitale tecnico» (cioè i fattori produttivi acquisiti investendo il capitale monetario)
3. Ciclo produttivo: genera il «capitale commerciale», cioè i beni/servizi destinati alla vendita e frutto della combinazione dei processi produttivi
4. Realizzo: torna a crearsi il «capitale monetario», dato dai mezzi monetari ottenuti dalla vendita dei beni o servizi sul mercato (crediti)
5. «Nuovo capitale monetario»: l’incasso dalla vendita dei beni e servizi, in aggiunta all’eventuale «apporto dei soci» rimasto disponibile, genera la nuova disponibilità utile per continuare il ciclo produttivo 7
Aspetti generali
• Una accorta e ordinata gestione della
liquidità rappresenta un complemento
indispensabile per il successo di una
iniziativa imprenditoriale, ma è anche
necessaria:
– una valida «business idea»: disegno
economicamente valido e possibilmente
«originale»
– una strategia attuativa: un insieme coordinato di
decisioni
– una disponibilità di risorse: «capitale iniziale»8
Aspetti generali
Schema delle minacce all’equilibrio monetario
Aumento costo
delle risorse
Allungamento
ciclo di cassa
Gestione
denaro non
attenta
Difficile
accesso al
credito
Rallentamento
ritmi produttivi
Ritardi negli
incassi
Diminuzione
dilazioni sui
debiti
EQUILIBRIO-SQUILIBRIO MONETARIO
9
Aspetti generali
Schema del peggioramento della dinamica
monetaria
Sfiducia delle
banche
Aggravio dei
problemi
Sfiducia degli
altri interlocutori
Problemi di
liquidità
10
Aspetti generali
La dinamica monetaria è influenzata dai seguenti 3 elementi:
• Aspetto tecnico: esso studia lo svolgimento delle operazioni e dei processi nella loro materialità e nelle loro implicazioni quantitative non monetarie:
a) Processo di approvvigionamento dei fattori produttivi, che dovrà considerare • le quantità da acquistare, considerando:
– le esigenze dei reparti produttivi;
– la capacità dei magazzini;
• la qualità dei beni acquistati da cui dipenderà:
– la lunghezza di tempi di lavorazione;
– la quantità degli scarti.
Segue 11
Aspetti generaliLa dinamica monetaria è influenzata dai seguenti 3 elementi:
• Aspetto tecnico: segue
b) Processi produttivi in senso stretto (organizzazione della produzione);
• verifica dei tempi necessari ad ottenere il prodotto finito;
• analisi delle scorte necessarie ad affrontare la richiesta
Si devono valutare:
• la sistemazione fisica delle strutture (impianti, macchinari, attrezzature)
• la capacità produttiva delle immobilizzazioni in modo che:
1. siano giustamente dimensionate (per evitare inutilizzi)
2. abbiano ottimali tempi di produzione
3. la tecnologia impiegata sia ottimale 12Segue
Aspetti generali
La dinamica monetaria è influenzata dai seguenti 3 elementi:
• Aspetto tecnico: segue
c) Processo di gestione del personale:
• modalità di distribuzione dei compiti nell’azienda;
• tipo di attività svolta che richiede un’analisi della:
– quantità e qualità del personale;
• sistemi operativi attuati per rendere i processi
maggiormente efficienti;
• stile di direzione del personale adottato
13Segue
Aspetti generali
La dinamica monetaria è influenzata dai seguenti 3 elementi:
• Aspetto tecnico: segue
d) Processo di commercializzazione
dei beni e servizi realizzati, che terrà
conto dei tempi di commercializzazione
dei prodotti:–stoccaggio
–consegna ai punti vendita
–strategie di marketing
–cessione al cliente finale14Segue
Aspetti generali
La dinamica monetaria è influenzata dai seguenti 3 elementi:
• Aspetto tecnico:
e) Processo di finanziamento dell’impresa:
rileverà il fabbisogno finanziario e la sua
composizione:
• tipo di finanziamento: a breve, medio o lungo
periodo;
• forme tecniche di provvista ed il loro costo:
aperture di c/c, anticipo fatture, finanziamenti,
mutui;
• soggetti finanziatori: soci, banche, leasing;
• qualità del rapporto fra l’Azienda e la Banca15
Aspetti generali
La dinamica monetaria è influenzata dai seguenti 3 elementi:
• aspetto economico: esso analizza:– i costi connessi alla provvista ed all’impiego dei fattori
produttivi;
– i ricavi legati alla cessione del prodotto o dei servizi
– i risultati che scaturiscono dal confronto fra i costi ed i ricavi
• questa analizza la capacità di creare nuova ricchezza– operazioni economicamente positive
» forniscono nuove risorse con la loro monetizzazione
– operazioni economicamente negative
» consumano le risorse disponibili
Con l’aspetto economico si passa dalla semplice «materialità» delle operazioni ad una loro espressione in termini di valore:
• si confrontano i sacrifici economici con i benefici economici per giungere al risultato:– l’utile di esercizio
– la perdita di esercizio16
Aspetti generali
La dinamica monetaria è influenzata dai seguenti 3 elementi:
– aspetto finanziario-monetario: ha il ruolo di
misurare e quantificare la moneta di conto
• l’aspetto economico analizza la «causa» degli scambi;
• l’aspetto finanziario analizza la «forma» con la quale
gli scambi di perfezionano:
– in contanti, con effetti, con dilazione semplice
• nell’aspetto finanziario si osservano:
– i movimenti di moneta (contante o bancaria)
– i movimenti di mezzi sostitutivi della moneta (crediti e debiti)
Quindi:
– Aspetto finanziario: riguarda i crediti e i debiti
– Aspetto monetario: riguarda i movimenti di moneta (o liquidità)
Segue 17
Aspetti generali
La dinamica monetaria è influenzata dai seguenti 3 elementi:
–aspetto finanziario-monetario: segue
• In sintesi:
–Aspetto finanziario: strumentale a
quantificare quello economico
–Aspetto monetario: segue quello finanziario
e coglie il momento in cui
»i valori finanziari si trasformano in
moneta, mediante il realizzo dei crediti
»e quello dell’estinzione, mediante il
pagamento dei debiti
18
Aspetti generali
Sintesi dei cicli della gestione– Ciclo economico o ciclo tecnico: va
dall’acquisto dei fattori produttivi, fino alla vendita dei prodotti;
– Ciclo produttivo: riguarda la trasformazione dei fattori produttivi acquistati
– Ciclo finanziario: gestisce i crediti ed i debiti
– Ciclo monetario: trasforma in moneta il ciclo finanziario
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Aspetti generali
Sfasamento temporale fra dinamica economica e monetaria
Dall’esame delle dinamiche economiche e monetarie emerge una circostanza di fondamentale importanza per l’analisi dei movimenti:
– il loro differente manifestarsi nel tempo:• le dinamiche economiche si manifestano prima
delle dinamiche monetarie. Nell’ordine:
1. Acquisto dei fattori produttivi
2. Nascita dei debiti
3. Vendita dei prodotti
4. Nascita dei crediti
5. Riscossione dei crediti e pagamento dei debiti 20
Aspetti generali
Sfasamento temporale fra dinamica economica e monetaria
• Tempo di dilazione: incide sulle dinamica monetaria al punto che:
– sulle somme da riscuotere o da pagare si calcola solitamente un interesse
– il quale, però, non entrando formalmente nello scambio,
• rimane nascosto e perciò viene definito «implicito»:– compenso che spetterebbe al fornitore o al cliente per la
rinuncia temporanea alla disponibilità monetaria
» ciò giustifica l’esistenza di un onere finanziario
• anche se è qualificabile come costo commerciale:
• sconto con pagamento per contanti
21
Aspetti generali
Sfasamento temporale fra dinamica
economica e monetaria
Il ciclo operativo aziendale evidenza una serie di
operazioni:
– dall’approvvigionamento al mantenimento delle
scorte
– dalla produzione allo stoccaggio dei prodotti
realizzati
– Dal marketing alla distribuzione dei prodotti
Queste sono tutte operazioni che generano costi
– Solo con la vendita si otterranno i ricavi godendo
così dei frutti dell’iniziativa imprenditoriale.22
Aspetti generali
Sfasamento temporale fra dinamica economica e monetariaI 2 modi per rappresentare il fabbisogno finanziario:
Uscite per
costi
Entrate per
ricavi
Impiego nella
gestione
Cessione
dei prodotti
Investimenti Realizzi
1°: FABBISOGNO FINANZIARIO DINAMICO
2°: FABBISOGNO FINANZIARIO STATICO
RISORSE
MONETARIE
23
Aspetti generali
DURATA DEL CICLO MONETARIO
Il fabbisogno finanziario è l’effetto
principale dello sfasamento temporale
fra i costi ed i ricavi
– la durata dell’assenza di entrate (o dello
sfasamento) determina la «potenza
finanziaria» dell’impresa:
• cioè la capacità di sopportare per un certo
tempo la carenza di liquidità,
– sopperendo ad essa con risorse o strumenti di
vario genere24
Aspetti generali
DURATA DEL CICLO MONETARIO
• La durata della carenza è determinata con unalgoritmo denominato «ciclo di cassa» (o ciclo
monetario), dato
– dato dal tempo minimo che intercorre tra il primopagamento e il primo incasso. Esso è dato dallasomma:
• Del tempo di giacenza media delle scorte
• Della durata media della produzione
• Dalla giacenza media dei prodotti finiti in attesa di vendita
• Dal tempo medio di incasso dei crediti
Ciclo di
cassa=
GM
scorte+
T
produzione+
GM
prodotti finiti+
GM
crediti-
GM
debiti
Dove GM sta per giacenza media 25
Aspetti generali
DURATA DEL CICLO MONETARIO
• Esempio di calcolo:– Un’impresa acquista scorte ed inizia ad inserirle nel
processo produttivo dopo 10 gg (GM scorte = 10)
– Impiega 15 gg. per realizzare il prodotto (GM produzione = 15)
– I prodotti vengono immagazzinati e vengono venduti dopo 20 gg (GM prodotti = 20)
– I crediti sono incassati entro 60 gg (GM crediti = 60)
– I debiti vengono pagati a 45 gg (GM debiti = 45)
Il ciclo di cassa sarà pari a 60 GG, dato da:
(10 + 15 + 20 + 60 – 45)
Cioè: dalla prima uscita di cassa passano 60 gg perl’incasso• L’azienda anticipa i costi per circa 2 mesi prima di
incassare26
Aspetti generali
DURATA DEL CICLO MONETARIO
La durata del ciclo di cassa non sortisce gli
stessi risultati su tutte le aziende. Infatti:
– Aziende manifatturiere: avranno un ciclo di
cassa completo (formula slide precedente)
– Aziende commerciali: sono prive della fase della
produzione, quindi il ciclo di cassa è più breve
– Aziende di servizi: avranno un ciclo di cassa
breve in quanto prive di immagazzinamento dei
prodotti
27
Aspetti generali
DURATA DEL CICLO MONETARIO
Calcolo delle giacenze medie di crediti e debiti:
– Crediti:
365 / (fatturato del periodo / crediti del periodo)
– Debiti:
365 / (acquisti del periodo / debiti del periodo)
NB: se una parte degli incassi o dei pagamenti avviene in contanti, i risultati saranno alterati.
– l’alterazione dipenderà dalla quantità più o meno rilevante rispetto al totale degli acquisti/vendite
Segue28
Aspetti generali
DURATA DEL CICLO MONETARIO
Con riferimento ai costi, vi è discussione su quali vanno considerati.
• Infatti l’azienda ha costi con tempi di pagamento diversi e con entità differenti rispetto all’ammontare complessivo dei costi. Infatti potremo avere:– costi per materie prime
– costi per personale dipendente
– costi di affitti
– costi per serviziIn questo caso sarebbe utile il calcolo con la media ponderata
GM = 365 /acquisti materie___
Deb. v/ forn. di materie+
Salari______
Debiti per salari+
Affitti___
Deb. x affitti
29
Check-up della liquidità
Il check-up della liquidità si sviluppa attraverso delle fasi:
1. Inquadramento della situazione: acquisizione delle informazioni generali:
– Dimensione aziendale:• fatturato
• costi
– Altri dati specifici:• andamenti dei c/c bancari
• analisi del conto cassa
– Dati di natura istituzionale:• forma giuridica
• settore di appartenenza (produzione, commercio o servizi)
• tipologia di clientela (imprese, consumatori finali, imprese/enti pubblici)
31Segue check-up
Check-up della liquidità
Fasi del check-up:
2. Creazione aree di analisi: valutare se può essere utile dividere le analisi. Ad esempio:
– suddivisione dei flussi di entrata e flussi di uscita
– suddivisione per aree della gestione secondo il rendiconto finanziario
3. Rilevazione dei dati: attraverso raccolta documentale ed interviste aziendali
4. Individuazione delle criticità: stabilite le criticità, vanno ordinate per importanza in modo da porre in essere gli interventi
32Segue check-up
Check-up della liquidità
Fasi del check-up:
5. Formazione del giudizio di sintesi:
dopo l’analisi si cerca di individuare le
patologie in atto e le cause che le
hanno scatenate
6. Proposizione degli interventi
33
Check-up della liquidità
Suddivisione in aree del check-up della liquidità
Area di intervento Punteggio
Gestione dei ricavi delle vendite
Gestione dei costi della struttura
Gestione dei costi dei processi
Gestione dei crediti v/ la clientela
Gestione dei debiti v/ fornitori
Gestione del servizio di tesoreria
Programmazione dei flussi di cassa futuri
Gestione dei debiti v/ le banche
Gestione degli investimenti in immobilizzazioni
Gestione del capitale proprio34
Check-up della liquidità
Check-up dell’area «costi di struttura»Area costi di struttura Giudizio Punteggio
Quanto incidono le uscite per costi di struttura sul totale
delle uscite?
Quale parte della struttura genera più uscite delle altre?
Qual è la suddivisione dei costi di struttura fra beni e
servizi?
Quanti anni dura mediamente un ciclo degli
investimenti?
Quali sono i tempi medi di dilazione per tipo di risorsa
strutturale?
È possibile pensare di esternalizzare parte dei costi di
struttura?
Viene svolta un’attività di previsione delle uscite per
costi di struttura?
Viene in qualche modo misurata l’efficienza delle
risorse strutturali?35
Check-up della liquidità
Check-up dell’area «debiti v/ fornitori»Area debiti v/ fornitori Giudizio Punteggio
Qual è il tempo medio di dilazione dei debiti v/ fornitori?
Che differenza c’è tra il tempo medio di scadenza dei
debiti e crediti?
Quanta parte dei debiti v/ fornitori ha una scadenza
molto breve?
Qual è mediamente la forza contrattuale esercitabile dai
fornitori?
I fornitori sono disponibili ad allungare le dilazioni se
glielo si chiedesse?
Esiste uno scadenzario dei debiti v/ fornitori?
Il pagamento dei debiti avviene con regolarità?
Ci sono stati o ci sono problemi derivanti dai ritardi nei
pagamenti?
Sono mai state subite azioni di recupero crediti? 36
Check-up della liquiditàCheck-up dell’area «programmazione dei flussi di cassa futuri»
Area programmazione dei flussi di cassa futuri Giudizio Punteggio
Viene effettuato qualche tipo di controllo andamentale sulla
liquidità?
Qual è la cadenza dei controlli sull’andamento della
liquidità?
Esiste un archivio con gli andamenti passati della liquidità?
Viene effettuata una programmazione dei flussi monetari?
Qual è l’orizzonte temporale di osservazione dei valori
previsti?
Quali sono le maggiori difficoltà nel prevedere i flussi
prospettici?
Vengono posti degli obiettivi di performance nelle
previsioni?
Le previsioni vengono utilizzate per predisporre delle
contromisure?
L’attività di programmazione è affidata ad un responsabile? 37
Check-up della liquidità
Check-up dell’area «gestione dei debiti v/ banche»
Area gestione debiti v/ banche Giudizio Punteggio
Viene tenuto un archivio dei movimenti dei conti correnti?
Esiste un’attività di controllo del livello di indebitamento
finanziario?
La durata dei debiti finanziari è collegata a quella degli
investimenti?
Quanto incidono le rate dei prestiti sul livello delle uscite totali?
Vengono comparate le condizioni praticate da diversi istituti?
Quando si chiede un prestito è chiaro il motivo per cui lo si fa?
Sono note le linee guida che determinano la condotta delle
banche?
I documenti forniti dalle banche sono chiari e tenuti in modo
ordinato?
Vengono definiti i costi dei finanziamenti rispetto ai benefici
sperati?38
Check-up della liquidità
• Nella colonna «giudizi» vanno indicate
le risposte date dai singoli dipendenti
alle varie domande.
– In particolare sarà utile:
• prevedere risposta secca (si o no)
• permettere di scegliere fra più opzioni a
risposta singola o risposta multipla
• lasciare eventualmente spazio all’intervistato
nella risposta;
– ma in tal caso è più difficilmente comparabile e
valutabile 39
Check-up della liquidità
Calcolo dei flussi di cassa attraverso la contabilità
1^ settimana 2^ settimana 3^ settimana 4^ settimana
cassa
s.do iniziale 169 13.223 20.722 62.488
entrate 76.675 182.797 156.818 172.557
uscite - 63.621 - 175.298 - 115.052 - 211.080
flusso netto 13.054 7.499 41.766 - 38.523
saldo finale 13.223 20.722 62.488 23.965
banche
s.do iniziale 282.810 263.842 192.829 244.777
entrate 19.244 172.807 131.302 225.619
uscite - 38.212 - 243.820 - 79.354 - 429.366
flusso netto - 18.968 - 71.013 51.948 - 203.747
saldo finale 263.842 192.829 244.777 41.030
totale
s.do iniziale 282.979 277.065 213.551 307.265
entrate 95.919 355.604 288.120 398.176
uscite - 101.833 - 419.118 - 194.406 - 640.446
flusso netto - 5.914 - 63.514 93.714 - 242.270
saldo finale 277.065 213.551 307.265 64.995 40
Analisi flussi di cassa
I flussi di cassa attraverso il prospetto FONTI-IMPIEGHI
• Col rendiconto finanziario si esaminano i flussi di cassa nella loro globalità, evidenziando
– quale sia stato il volume totale di liquidità circolato nell’azienda nell’anno
• senza analizzare la distribuzione nell’arco dell’anno
• Il rendiconto evidenzia la liquidità sotto 2 aspetti contrapposti:
– l’origine
– la destinazione42
Analisi flussi di cassa
La «vasca della liquidità»
Uscite gestione
corrente
Entrate gestione
corrente
Diminuzioni di
capitaleAumenti di capitale
Investimenti
Disinvestimenti
Incasso
prestiti
Rimborso
prestiti
VASCA
DELLA
LIQUIDITA’
43
Analisi flussi di cassa
Per aumentare la capacità informativa è opportuno suddividere la gestione monetaria in aree
– Ciascuna delle quali avrà entrate e uscite monetarie (fonti e impieghi del denaro)
PROSPETTO DELLE FONTI E DEGLI IMPIEGHI
Gestione
operativaUscite per costi operativi
Entrate da ricavi operativi e
contributi in c/ esercizio
Gestione degli
investimenti
Investimenti in
immobilizzazioni (anche in
economia)
Dismissioni di
immobilizzazioni (+ contributi)
Gestione dei
finanziamenti
Rimborsi di finanziamenti
(capitale + interessi)
Accensione dei finanziamenti
(al netto di spese)
Gestione del
capitale netto
Rimborsi di capitale sociale e
pagamento di dividendi
Immissione di capitale sociale
e versamenti in c/ capitale
Gestione
accessoria
Acquisti di capitali accessori e
uscite per il mantenimento
Cessioni di capitali accessori
e entrate da sfruttamento
TOTALE IMPIEGHI TOTALI FONTI 44
Le gestioni
Analisi flussi di cassa
• LE GESTIONI:– Gestione operativa: comprende i flussi di cassa che
scaturiscono dalle operazioni caratteristiche oltre ai contributi in c/ esercizio
– Gestione degli investimenti: comprende le uscite per acquisto di immobilizzazioni e le entrate derivanti dalle vendite di immobilizzazioni
– Gestione dei finanziamenti: comprende le entrate da accensione di finanziamenti e le uscite per le rate rimborsate, comprensive degli interessi
– Gestione del capitale netto: comprende gli aumenti di capitale (compresi i versamenti in c/to capitale), i rimborsi (riduzioni) di capitale ed il pagamento dei dividendi ai soci
– Gestione accessoria: comprende entrate ed uscite connesse all’acquisizione o cessione di capitali accessori:
• titoli, immobili non strategici, altri beni dotati di un proprio mercato
L’analisi delle gestioni permette di fare una correlazione temporale fra investimenti e finanziamenti• Non analizza il rapporto tra i singoli investimenti e
finanziamenti, ma tra classi di investimenti e finanziamenti 45
L’interpretazione
dei risultati
Analisi flussi di cassa
Considerazioni sui rapporti numerici che potrebbero intercorrere fra le varie classi di fonti e impieghi:
• Gestione operativa: il risultato netto dovrebbe collocarsi tra le fonti
– diversamente significherebbe che la gestione corrente non genera liquidità ma la assorbe, venendo meno il suo scopo principale
• Gestione degli investimenti: tra le fonti nondovrebbero apparire importi elevati,
– sia perché questo sarebbe un segnale di una politica di riduzione delle immobilizzazioni
– sia perché la vendita di cespiti per fare cassa non è un evento normale, ma denota una potenziale decrescita 46
Interpretazione dei
risultati
Analisi flussi di cassa
Considerazioni:
• Gestione dei finanziamenti: nondovrebbe presentare importi analoghi nelle fonti e negli impieghi, bensì una netta preponderanza degli impieghi (rimborsi)
– altrimenti significa che l’impresa contrae finanziamenti per rimborsarne altri
• Semmai gli importi presenti nelle fonti dovrebbero assomigliare a quelli presenti tra gli impieghi nella gestione degli investimenti
47
Interpretazione dei
risultati
Analisi flussi di cassa
Considerazioni:
• Gestione del capitale: dovrebbe presentare importi unicamente negli impieghi, consistenti nel pagamento di dividendi ai soci
– L’eventuale riduzione di capitale sociale potrebbe significare una scarsa attitudine del management a proporre investimenti
– La presenza di importi nelle fonti, potrebbe • essere giustificata dalla richiesta del management
di ulteriori risorse per una strategia di aumento dimensionale
• essere pericolosa se tali apporti servono per la copertura di perdite o per pagare fornitori
48
Analisi flussi di cassa
Considerazioni:
• Gestione accessoria: dovrebbe essere marginale e contenere importi di scarso rilievorispetto al complesso dei flussi aziendali. Diversamente potrebbe significare:
– che l’azienda ha capitali che non sa o non riesce ad utilizzare nell’attività operativa
– che l’azienda ha bisogno dei flussi monetari provenienti da investimenti accessori
• Il che potrebbe far riflettere sull’opportunità di mantenere in piedi un’attività tipica che non riesce a rendere quanto potrebbe al punto da essere sostenuta da proventi non caratteristici
– Cambio di attività?????49
Analisi flussi di cassa
• Il cash-flow risente, come visto, dell’incidenza: – dei costi,
– dei ricavi,
– dei debiti e dei crediti.
• Per quantificare il cash-flow complessivo aziendale si procederà con la seguente formula:Cash-flow = ricavi – costi – (differenza fra crediti finali e crediti iniziali) + (differenza fra debiti finali e debiti iniziali)
Esempio numerico: ricavi 15.000; costi 12.000; crediti a inizio anno 1.000; crediti a fine anno 1.200; debiti a inizio anno 900; debiti a fine anno 800
Cash-flow: 15.000 – 12.000 – (1.200 – 1000) + (800 – 900) = 3.000 – 200 – 100 = 2.700
50
Fabbisogno finanziario
• Il fabbisogno finanziario nasce dal fatto che l’impresa – debba finanziare la realizzazione del prodotto che
vuole vendere
– e che solo al momento della cessione si iniziano i primi incassi.
• Per capire il fabbisogno aziendale è necessario valutare:– L’altezza, cioè la quantità di moneta di conto
utilizzata dall’azienda.• essa risente delle dimensioni dell’azienda stessa
– La durata del fabbisogno: corrisponde al tempo che intercorre fra
• l’acquisto dei primi fattori produttivi
• e l’incasso dei corrispettivi
51
Fabbisogno finanziario
Il fabbisogno (continua)
• La composizione: si è soliti dividerlo i 3 tipologie:
– Parte costante: data • dagli investimenti duraturi nel tempo (es. immobilizzazioni),
• ma anche dal livello minimo di scorte
– Parte variabile: è dato dagli investimenti a breve ciclo di realizzo, che scaturiscono dai cicli operativi (chiamato anche capitale circolante lordo)
– Parte fluttuante: dato da insorgenza di entrate e uscite legate a variazioni occasionali di acquisti o vendite
• L’efficacia: ossia la capacità di perseguire gli obiettivi fissati; incide in genere sui ricavi:
– è la capacità di velocizzare il ciclo delle vendite52
Fabbisogno finanziario
Scheda di sintesi delle variabili che
influiscono sul fabbisogno finanziario
LE VARIABILI INFLUENTI SUL FABBISOGNO
Caratteristiche strutturali
Dimensione del volume d’affari
Prospettive future
Tempi di esecuzione dei processi
Efficacia ed efficienza
Tipo di attività esercitata
Tipologia di produzione svolta53
Capitale circolante netto
CCN
• Alcune definizioni: da un punto di vista
economico
– Capitale circolante (detto anche attivo circolante o attivo
corrente): è dato dall’insieme dei fattori produttivi a
fecondità semplice che partendo dagli acquisti passa
alla trasformazione per poi giungere alla vendita:
• Rimanenze
• Crediti v/ clienti
• Risorse monetarie (cassa – banca)
– Capitale fisso (detto anche capitale immobilizzato): è dato
dall’insieme delle risorse patrimoniali che sono
durevolmente legate all’azienda
• Sono i fattori produttivi a fecondità ripetuta54
Capitale circolante netto
CCN
• Alcune definizioni: visto da un criterio finanziario:
– Capitale circolante (detto anche attivo circolante o attivo
corrente): è quello che si monetizza entro 1 anno
– Capitale fisso (detto anche capitale immobilizzato): è quello che si monetizza oltre l’anno
NB: nella classificazione, però, potremo avere «beni» che tradizionalmente appartengono ad una delle due categorie, ma che per scelta o per obbligo ricadono nell’altra:
• Esempio: i crediti appartengono al circolante, ma se «incagliati» vanno a far parte del fisso
55
Capitale circolante netto
CCN
Dal capitale circolante lordo al capitale circolante netto
• L’acquisto di materie prime ha, come riflesso patrimoniale, dei debiti v/ fornitori– nel bilancio noi esponiamo nell’attivo le rimanenze e nel
passivo i fornitori.
• Se contrapponiamo le poste attive alla poste passive, otteniamo il CCN (capitale circolante netto)
Capitale circolante lordo (A) Passività (P)
Rimanenze Debiti a breve termine
Crediti a breve termine
Denaro contante – banca c/c
CAPITALE CIRCOLANTE NETTO = A - P 56
Capitale circolante netto
CCN
Analisi del capitale circolante netto
La dimensione del capitale circolante netto,
segnala l’evoluzione della gestione:
– In espansione al suo crescere
• c’è un aumento della ricchezza prodotta
– è la corretta situazione aziendale
– Statica se rimane immutato
• è una attività di mera conservazione del capitale
– Regressione al suo diminuire
• ridimensionamento dei progetti e delle attese
dell’imprenditore
57
Capitale circolante netto
CCN
Analisi del capitale circolante netto
Variazioni del CCN
– Importante è verificare il rapporto tra • le 3 variabili: rimanenze, crediti e debiti
• la liquidità (cassa, banche)
Infatti l’aumento delle 3 variabili del CCN può ridurre la liquidità
aziendale
1° caso:
Rimanenze 50.000 Fornitori 80.000
Clienti 10.000
Cassa/banca 30.000
Capitale circolate netto 10.000
2° caso
Rimanenze 50.000 Fornitori 80.000
Clienti 30.000
Cassa/banca 10.000
Capitale circolate netto 10.000
A parità di
capitale
circolante
netto, c’è una
diminuzione di
liquidità a
fronte di un
aumento di
crediti 58
Capitale circolante netto
CCN
Analisi del capitale circolante netto
L’influenza del «fisco» sulla liquidità
• Nell’opera di sincronizzazione dei tempi di
incasso dei crediti e di pagamento dei
debiti non bisogna dimenticare che fra i
debiti compare anche l’IVA
– il ritardo nella riscossione dei crediti
– non fa spostare il momento in cui sorge
l’obbligo di pagare l’IVA
59
Riserva di liquidità
• La riserva di liquidità è data
– dall’ammontare di denaro liquido che
l’azienda dovrebbe avere a disposizione
oppure
– da quei «beni» (crediti, magazzino, ecc.)
che si possono rendere rapidamente
disponibili
necessaria per fronteggiare
• le uscite monetarie in generale
• le uscite aventi carattere di urgenza60
Riserva di liquidità
La riserva di liquidità va quantificata tenendoconto:
– dei fattori esterni all’azienda ed imprevedibili• contrazione dei ricavi causata dalla congiuntura
economica e dall’andamento del settore di appartenenza
• aumento improvviso di costi
• insolvenza dei clienti
– dei fattori interni all’azienda• la tempistica delle fasi produttive (più tempo per
produrre i beni)
– dei debiti sorti a vario titolo (es. accertamentofiscale)
– della grandezza dell’autofinanziamento
– dalle dimensioni dell’azienda
– dal riscontro, a consuntivo, di valori diversirispetto a quelli programmati
61
Riserva di liquidità
La mancata o insufficiente riserva di liquidità
richiederà:
– una corsa alla ricerca di liquidità, attingibile da:
• autofinanziamento, se i soci ne hanno disponibilità
• accesso al credito che:
– potrà essere agevole
– potrà non essere agevole
– potrà essere concesso, ma a tassi maggiori
» influenzando così il risultato economico
Da qui la necessità per l’impresa di avere
un’adeguata riserva di liquidità:
– proporzionata alla sua realtà aziendale
– calcolata sulle possibili aree di default 62
2016 Gennaio Febbraio Marzo
CASH FLOW INIZIALE 0 0
ENTRATE DA RICAVI di esercizio - - -
Cessioni - - -
Prestazioni - - -
Altro - - -
USCITE PER COSTI di esercizio 0 0 0
Acquisti - - -
Salari/contributi - - -
Affitti/leasing - - -
Telefono - - -
Energia elettrica - - -
Pulizie - - -
Assicurazioni - - -
Varie - - -
CASH FLOW CORRENTE 0 0 0
63
Gennaio Febbraio Marzo
INVESTIMENTI DI CAPITALE
Immateriali - - -
Pubblicità - - -
Hardware e Software - - -
Impianti e Attrezzature - - -
Terreni e Fabbricati - - -
Arredamento - - -
Partecipazioni - - -
CASH FLOW OPERATIVO 0 0 0
Imposte - - -
Dividendi - - -
Rimborsi di finanziamenti - - -
Erogazione nuovi finanziamenti - - -
Oneri finanziari - - -
Proventi finanziari - - -
Apporti soci - - -
CASH FLOW FINANZIARIO 0 0 0
CASH FLOW TOTALE 0 0 0 64
IL BUDGET
• A livello aziendale, tale documento assume la forma di "bilancio preventivo" che comprende le seguenti parti:– BUDGET ECONOMICO;
– BUDGET PATRIMONIALE;
– BUDGET FINANZIARIO.
• Questi 3 prospetti previsionali sono inoltre accompagnati da altra documentazione che illustra – gli obiettivi e i piani d’azione
– e fornisce indicazioni sulla valutazione del budget stesso.
• Il budget prende in considerazione l'azienda nella sua globalità ma viene articolato, nel corso della sua formulazione, in budget di settore – commerciale,
– di produzione,
– di struttura,
– ecc..66
La «nota
integrativa»
del budget
IL BUDGET
VANTAGGI DEL BUDGET
• I principali vantaggi che possono essere associati alla corretta elaborazione di un budget d’azienda sono i seguenti:
– contribuisce a concentrare l'attenzione verso obiettivi specifici e ad unificare il comportamento aziendale;
– introduce l'abitudine alla riflessione sui fatti importanti per l'azienda e a guardare verso il futuro;
– favorisce la comunicazione;
– arricchisce, come del resto tutto il sistema di controllo, la conoscenza dell'azienda da parte della direzione.
67
IL BUDGET
LIMITI DEL BUDGET
• I principali limiti del budget possono essere
invece riassunti nei seguenti punti:
– è basato su stime e quindi presenta dei margini
di rischio conseguenti a valutazioni soggettive;
– necessita di tempi e risorse;
– non funziona da solo, ma necessita di tutta una
serie di “condizioni a contorno”;
– può portare, se ne viene travisato lo spirito e
viene male utilizzato, ad un’eccessiva
burocratizzazione.68
IL BUDGET
LE FASI DI FORMAZIONE DEL BUDGET
• È possibile individuare almeno 3 grandi blocchi
di fasi che vanno sempre effettuati in
sequenza:
– FASI PRELIMINARI di elaborazione degli obiettivi
e delle linee guida di budget;
– FASI CENTRALI relative alla predisposizione dei
budget di settore ed all'effettuazione delle verifiche
di congruenza tra i diversi budget;
– FASI CONCLUSIVE di consolidamento dei budget
di settore nel budget d'azienda e di valutazione ed
approvazione del budget. 69Analisi fasi
IL BUDGET
FASI PRELIMINARI
• Il punto di partenza logico dei processi di formazione
del budget aziendale è la chiara definizione degli
obiettivi generali che si vogliono raggiungere per il
prossimo esercizio.
• Tali obiettivi possono essere di varia natura, ma è
bene che possano essere sintetizzati in termini
– economico
– finanziario
• Inoltre è necessario fare attenzione nel definire
obiettivi tra loro coerenti.70
IL BUDGET
FASI PRELIMINARI
• E' possibile sintetizzare il processo di definizione degli obiettivi generali e delle linee guida del budget nei seguenti passi:
– analisi dello scenario in cui opera/opererà l'azienda;
– analisi dei punti di forza e di debolezza;
– identificazione delle variabili chiave da tenere sotto controllo;
– fissazione degli obiettivi, linee guida e regole di comportamento dell'azienda:
• l'incremento del XX % della redditività delle vendite;
• l'aumento di € …. del fatturato;
• l'aumento del XX % della quota di mercato;
• la riduzione del XX % dei costi di produzione;
• la riduzione di XX punti percentuali del peso del costo del lavoro sui costi totali. 71
IL BUDGET
FASI CENTRALI
Predisposizione del budget commerciale
• Il budget commerciale rappresenta di norma il 1° budget di
settore che viene predisposto e – deve comunque essere redatto prima del budget della
produzione
– in quanto ne rappresenta il principale presupposto.
• Infatti il fine che si pone il budget commerciale è quello di
definire i seguenti punti:– budget delle vendite, volto alla programmazione delle quantità
di ogni prodotto che si ritiene sarà commercializzato;
– budget dei ricavi, il quale monetizza il budget delle vendite;
– budget dei costi commerciali, che realizza la quantificazione
di tutti i costi di natura commerciale necessari per la vendita
dei prodotti budgettati.• pubblicità, trasporto, agenzia e mediazione, finanziari, ecc.
72
IL BUDGET
FASI CENTRALI
Predisposizione del budget della produzione e del magazzino
• Il budget della produzione deve essere sempre redatto dopo il budget commerciale:– sulla base della programmazione commerciale si deve
provvedere a quella industriale di produzione. • bisogna cioè stabilire i quantitativi dei singoli prodotti che devono
essere realizzati per ogni trimestre (o mese, o settimana, ecc) al fine di soddisfare la richiesta programmata.
– Ma se ci fosse maggiore richiesta dei beni prodotti rispetto al programmato?
• Ecco la necessità di realizzare un magazzino, cioè una giacenza che possa far fronte ad un eventuale surplus di domanda.
• In sintesi il budget di produzione e del magazzino è: – lo studio delle quantità da produrre correlata alla loro
commercializzazione. 73
IL BUDGET
FASI CENTRALI
Raccordo budget commerciale/budget della produzione
• Si tratta di una fase di verifica che è stata esplicitata per la particolare importanza che assume.
• Il raccordo tra queste 2 tipologie di budget – può dare luogo a rielaborazioni
– sia del budget commerciale che del budget della produzione.
• Ciò si rende necessario nel momento in cui, – vista la reazione del mercato ai prodotti aziendali
– la domanda possa essere superiore o inferiore alle quantità budgettate.
74
IL BUDGET
FASI CENTRALI
Predisposizione del budget degli investimenti
• La predisposizione del budget degli investimenti può
anche essere parallela alla predisposizione del
budget commerciale e della produzione, se negli
obiettivi generali sono state già date delle indicazione
in merito. – tale budget può essere rivisto alla luce delle decisioni
prese in sede di redazione di tutti gli altri budget di
settore, che possono dare luogo a necessità di attivazione
di investimenti specifici
• Con questo tipo di budget l’impresa – confronta la struttura
– con le finalità che si è prefissata nei budget
commerciale e di produzione. 75Cosa serve
IL BUDGET
FASI CENTRALI
Predisposizione del budget degli
investimenti
• Nel budget degli investimenti individua i
“beni” necessari alla produzione:
– acquisto di macchinari e impianti;
– acquisto di macchine per l’ufficio;
– apertura di unità locali o filiali;
– progetti di ricerca;
– progetti di formazione del personale;
– acquisto di software. 76
IL BUDGET
FASI CENTRALI
Predisposizione del budget dei costi di struttura
• La predisposizione di questa tipologia di budget può iniziare contemporaneamente alla stesura degli altri budget di settore.
• Il budget dei costi di struttura riguarda le seguenti funzioni principali dell'azienda:– la direzione generale (consulenze amministrative,
commerciali, di formazione, ecc.);
– la gestione del personale;
– la spese generali (telefoniche, affitto, riscaldamento, ecc);
– ammortamenti dei beni strumentali (mobili e macchine d’ufficio, ecc.).
77
IL BUDGET
FASI CENTRALI
Predisposizione del budget della gestione straordinaria
• Il budget della gestione straordinaria riguarda tutti quei
fenomeni che si prevede avranno manifestazione nel
Conto Economico di esercizio ma che non attengono
all'attività tipica dell'azienda.
• In altri termini, si potrebbe parlare di budget della gestione
extra-caratteristica. Si tratta di un budget molto
eterogeneo, che accoglie previsioni di costi/ricavi relativi, ad
esempio, a:– plusvalenze o minusvalenze derivanti dalla vendita di cespiti
aziendali (ammortizzati in tutto o in parte);
– sopravvenienze o insussistenze;
– perdite di prodotto derivanti da qualsiasi causa;
– contributi straordinari ed agevolazioni.
78
IL BUDGET
FASI FINALI
• Con questa fase si realizza – l’assemblamento dei singoli budget
– realizzando il conto economico aziendale presunto.
• Si capisce a questo punto che le fasi finora esposte – non sono fini a sé stesse,
– ma rientrano nel progetto di azienda che l’imprenditore ha
cercato di realizzare
– fornendo al management i fini da raggiungere e
chiedendo allo stesso di studiare le formule ed i mezzi
necessari per il loro conseguimento.
• Si arriva quindi ad avere programmato ogni fase
aziendale con il preciso scopo di giungere alla
redditività aziendale passando per le singole fasi di
studio e di progettazione. 79
IL BUDGET
FASI FINALI
I passaggi finali di definizione del budget aziendale.
1. Predisposizione del conto economico di budget La prima stesura del conto economico di budget (fine al livello dei margine operativo) viene fatta successivamente al consolidamento dei singoli budget di settore.
Questa prima formulazione può evidenziare delle incongruenze a livello di budget di settore che vanno rivisti di conseguenza, tornando di conseguenza alle fasi di predisposizione dei singoli budget.
2. Predisposizione del budget finanziario e calcolo degli oneri/proventi finanziari.La prima stesura del budget finanziario ha come input il conto economico di budget.
In questa fase vengono anche calcolati gli oneri/proventi finanziari che servono a completare il conto economico di budget. 80
IL BUDGET
FASI FINALI• Segue
3. Completamento del conto economico di budget fino all'utile nettoIl conto economico di budget viene completato con l'inserimento del saldo degli oneri/proventi finanziari. • Procedendo anche al calcolo delle imposte di esercizio previste si
arriva alla formulazione finale del conto economico di budget comprensivo della determinazione dell'utile netto.
4. Aggiustamenti del budget finanziario successivi al calcolo dell'utile nettoLa determinazione delle imposte e dell'utile netto finale previsti consente di completare il budget finanziario.
5. Predisposizione delle stato patrimoniale di budgetLo stato patrimoniale di budget viene redatto sulla base delle informazioni contenute nel conto economico di budget e del budget finanziario. Deve quindi essere predisposto successivamente a tali budget.
81
IL BUDGET
FASI FINALI• Segue
6. Predisposizione del rapporto conclusivo di budgetIl rapporto conclusivo di budget raccoglie tutte le informazioni utili alla successiva valutazione del budget complessivo di azienda. Esso comprende sicuramente i 3 prospetti aziendali di sintesi
– conto economico di budget,
– budget finanziario
– stato patrimoniale di budget,
ma può anche contenere indicazioni provenienti dal budget di settore (eventualmente rielaborate) se sono significative per la valutazione finale.
7. Valutazione del budget complessivo di aziendaQualora la valutazione finale non dia esito positivo vengono predisposti gli opportuni aggiustamenti ripercorrendo alcune della fasi precedenti.
8. Approvazione del budgetL'approvazione conclude il ciclo di formulazione del budget.
82
IL BUDGET Conto economico a valore aggiunto
83
Voci Importo %
A) VALORE DELLA PRODUZIONE 1.300 100,0
Acquisti netti 90 6,9
Variazione rimanenze materie prime (10) (0,8)
Lavorazioni esterne 30 2,3
Costi per servizi interni 120 9,2
Costi diversi 10 0,8
B) COSTI ESTERNI OPERATIVI 240 18,5
C) VALORE AGGIUNTO 1.060 81,5
Costo del personale 580 44,6
D) MARGINE OPERATIVO LORDO 480 36,9
Ammortamenti 60 4,6
Altri accantonamenti 0 0,0
E) RISULTATO OPERATIVO 420 32,3
Oneri finanziari 40 3,1
Proventi finanziari 0 0,0
F) RISULTATO GESTIONE ORDINARIA 380 29,2
Contributi e proventi extra gestione 70 5,4
Oneri extra gestione 40 3,1
G) RISULTATO ANTE IMPOSTE 410 31,5
Imposte 190 14,6
H) UTILE / PERDITA D’ESERCIZIO 220 16,9
IL BUDGET Stato patrimoniale di budget
84
STATO PATRIMONIALE DI BUDGET Importo %
ATTIVO
Cassa e banche 50 4,9
Crediti commerciali 270 26,5
Altri crediti a breve 80 7,8
A) ATT. LIQUIDE A BREVE SCADENZA 400 39,2
Materie prime e sussidiarie 10 1,0
Prodotti in lavorazione 120 11,8
Prodotti finiti – merci 10 1,0
B) MAGAZZINO 140 13,7
C) ATTIVITA’ CORRENTI (A + B) 540 52,9
Terreni e fabbricati 20 2,0
Impianti, macchine e mobili 300 29,4
Costi capitalizzati da ammortizzare 20 2,0
Immobilizzazioni finanziarie 35 3,4
Crediti diversi 105 10,3
D) ATTIVITA’ IMMOBILIZZATE NETTE 480 47,1
E) CAPITALE INVESTITO (C + D) 1.020 100,0
IL BUDGET Stato patrimoniale di budget
85
PASSIVO Importo %
Debiti vs. enti (Stato, ist. prev., ecc.) 115 11,3
Debiti commerciali 180 17,6
Debiti vs. istituti finanziari 160 15,7
Debiti diversi 80 7,8
F) PASSIVITA’ CORRENTI 535 52,5
Mutui ipotecari 50 4,9
Altri debiti a medio termine 150 14,7
F.do trattamento fine rapporto 40 3,9
Finanziamento soci 10 1,0
G) PASSIVITA’ CONSOLIDATE 250 24,5
H) TOTALE PASSIVITA’ (F + G) 785 77,0
Capitale sociale 30 2,9
Fondi di riserva 70 6,9
Utili / perdite esercizio precedente 0 0,0
I) CAPITALE NETTO 235 23,0
L) TOTALE PASSIVITA’ + CAPITALE NETTO (I + H) 1.020 100,0
IL BUDGET Prospetto fonti ed impieghi
86
PROSPETTO DELLE FONTI E DEGLI IMPIEGHI (piano finanziario) Importo Saldi
A) Disponibilità monetarie (indebitamento) di inizio periodo 150 150
Risultato di esercizio 600
Ammortamenti 1.000
(Plus.) minusvalenze da realizzo di immobilizzazioni 10
(Rivalutazioni) svalutazioni di immobilizzazioni 5
Variazione del capitale circolante netto 450
Variazione netta del fondo trattamento di fine rapporto 600
B) Flusso monetario da attività di esercizio 2.655
Investimenti in immobilizzazioni:
- Immateriali (540)
- Materiali (2.000)
- Finanziarie 90
- Prezzo di real. o valore di rimb. di imm.
C) Flusso monetario da investimento in immobilizzazioni (2.450)
Aumento capitale sociale 0
Utilizzo capitale proprio (50)
D) Flusso monetario da attività di finanziamento (50)
E) Distribuzioni utili (100) (100)
F) Flusso monetario del periodo (B + C + D + E) 65 65
G) Disponibilità monetarie (indebitamento) di fine periodo (A + F) 215 215
ANALISI DEL BILANCIO
• Il bilancio è un prospetto contabile che rappresenta sinteticamente
– la situazione patrimoniale dell'azienda alla fine di un esercizio
– e l'andamento economico dell'azienda durante lo stesso esercizio.
• In esso vengono sintetizzate informazioni in ordine ad aspetti fondamentali della gestione quali:
– l'incremento o il decremento subito dalle consistenze patrimoniali
– il risultato economico della gestione88
ANALISI DEL BILANCIO
• In corrispondenza a questi 2 aspetti fondamentali
il bilancio consta di 2 prospetti fondamentali:
– Lo Stato Patrimoniale descrive le attività, le
passività e il capitale netto alla data di
chiusura dell'esercizio. • è un inventario delle attività e delle passività dell'azienda in
un preciso istante, riporta il valore che in un dato giorno
hanno i terreni, i fabbricati, le attrezzature, gli automezzi, le
scorte di materie prime, le scorte, i crediti v/clienti, ...
– Il Conto Economico descrive i costi sostenuti
e i ricavi conseguiti imputabili all'esercizio,
mettendo in evidenza il risultato economico.
89
ANALISI DEL BILANCIO
LO STATO PATRIMONIALE
• Lo Stato Patrimoniale è diviso in 2 parti– Le voci elencate nelle passività rappresentano le
fonti di finanziamento dell'azienda, cioè le fonti da cui l'azienda ha attinto risorse per procurarsi i capitali necessari a finanziare gli investimenti figurati nelle attività.
• Le fonti di finanziamento sono: – il capitale proprio,
– i debiti distinti in a breve e a medio/lungo
– e l'utile di esercizio.
– I componenti patrimoniali attivi sono invece le forme in cui sono stati investiti i capitali dell'azienda. Possono essere suddivisi in:
• capitale circolante, anche detto attivo circolante
• capitale fisso
• perdita di esercizio 90
ANALISI DEL BILANCIO
IL CONTO ECONOMICO
Il Conto Economico, in base all'articolo 2424 C.C., è redatto secondo il
modello scalare, ed evidenzia:– A) VALORE DELLA PRODUZIONE: (ottenuta dalla somma algebrica tra
ricavi di vendita, variazioni delle rimanenze di prodotti finiti, materie prime, ...)
– B) COSTI DELLA PRODUZIONE (relativi alle materie prime, sussidiarie, di
consumo, ...., per servizi, per il personale, gli ammortamenti e svalutazioni,
variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, ... accantonamenti ed
oneri diversi di gestione)
– C) PROVENTI ED ONERI FINANZIARI ( da crediti, titoli, interessi, ...)
– D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA' FINANZIARE (derivanti da
rivalutazioni e svalutazioni di partecipazioni, titoli, immobilizzazioni
finanziarie)
– E) PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI (derivanti da sopravvenienze,
plusvalenze, minusvalenze)
– RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE [dato da:(A - B) + (+/- C +/- D +/- E)]
– IMPOSTE SUL REDDITO (risentendo delle rettifiche in applicazione delle
norme tributarie)
– UTILE (PERDITA) Di ESERCIZIO91
ANALISI DEL BILANCIO
LA RICLASSIFICAZIONE
• Il bilancio così come sta' si presta ad una prima analisi che può essere svolta utilizzando parte degli indici che seguono ma,
– per poter effettuare un'analisi più approfondita,
– è necessario operare la cosiddetta riclassificazione del CE e dello SP.
• La riclassificazione consiste
– nel raggruppare le voci del bilancio in classi omogenee
– per poter verificare • l'impatto di una determinata classe di valori
• sul totale della gestione. 92
ANALISI DEL BILANCIO
Immobilizzazioni Capitale Netto
Scorte Debiti a m/l termine
Attivo circolante Debiti a breve termine
STATO PATROMINIALE
93
ANALISI DEL BILANCIO CONTO ECONOMICORicavi di vendita (netti da resi, abbuoni)
(Rimanenze iniziali)
Costo del venduto(Acquisti)
Rimanenze finali
(Spese commerciali)
Costi di produzione(Spese di vendita)
(Spese di produzione)
(Spese amministrative)
VALORE AGGIUNTO
Salari e stipendi
Costo del lavoroAcconto TFR
Contributi vari
MARGINE OPERATIVO LORDO
Acconto fondi ammortamento
MARGINE OPERATIVO NETTO
Proventi finanziaririsultato gestione finanziaria
(Oneri finanziari)
RISULTATO CARATTERISTICO
Proventi (Oneri) straordinaririsultato della gestione straordinaria
Sopravvenienze attive (passive)
RISULTATO DI ESERCIZIO ante imposte
(Imposte di esercizio)
RISULTATO DI ESERCIZIO94
ANALISI DEL BILANCIO
ANALISI PER INDICI
• Passo successivo alla riclassificazione del bilancio è l'analisi per indici. – Questa fornisce una valutazione statica della gestione,
evidenziano la situazione al 31/12 dell'andamento passato, non per questo però non sono meritevoli di attenzione.
• Infatti, gli indici forniscono notizie in termini di confronto tra:– valori determinati in esercizi precedenti e valori
dell'esercizio concluso, per esprimere poi un giudizio sul loro andamento temporale;
– valori conseguiti nell'esercizio e valori standard fissati all'interno dell'azienda come obiettivi da raggiungere;
– quozienti calcolati in base ai bilanci dell'impresa considerata, quozienti relativi ad altre aziende simili o quozienti standard calcolati per il settore in cui l'impresa opera.
95
ANALISI DEL BILANCIO
ANALISI PER INDICI
• Attraverso gli indici è possibile
effettuare analisi particolareggiate
di diversi aspetti della gestione ad
esempio:
1. la solidità,
2. la liquidità
3. la redditività.
96
ANALISI DEL BILANCIO
La composizione delle voci
I componenti patrimoniali attivi sono le forme in cui sono stati investiti i capitali dell'azienda, suddivisi in:
• capitale circolante: vanno inserite tutte quelle voci che si riferiscono ad investimenti la cui utilità si esaurisce nell'arco di un esercizio:– le disponibilità liquide fornite dalle somme in cassa, dal c/c attivo, dai
titoli con scadenza entro l'esercizio,
– i crediti v/clienti, verso lo Stato o altri istituti sotto forma di erario
– e le rimanenze
• capitale fisso: raggruppa tutti quegli investimenti che daranno utilità per più esercizi:– immobilizzazioni materiali (attrezzature, impianti, automezzi, ...),
– Immobilizzazioni immateriali (brevetti, diritti di concessione, avviam. ...)
– eventuali crediti a lunga scadenza (oltre l'esercizio).
• perdita di esercizio: va inserita tra le attività perché è una forma anomala di investimento. – Nel caso di un'azienda che operi in perdita, infatti, essa ricorre alle
varie fonti di finanziamento non solo per finanziare gli investimenti in terreni, fabbricati, giacenze, ... ma anche per coprire la perdita.
97
La solidità
ANALISI DEL BILANCIO
Lo stato patrimoniale
98
ATTIVITA' PASSIVITA'
Capitale circolante Debiti a breve termine
• cassa, banca c/c • fondo per imposte d'esercizio
• titoli a breve scadenza • debiti v/fornitori
• Rimanenze • …
• crediti
Capitale fisso Debiti a m/l termine
• immobilizzazioni materiali • fondo TFR
• immobilizzazioni immateriali • mutui / finanziamento
• fondi ammortamenti
• fondo imposte
• …
CAPITALE PROPRIO
• capitale sociale
• accantonamenti e riserve
Perdita di esercizio • Utile di esercizio
La solidità
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA SOLIDITA' DELL'AZIENDA
• L'obiettivo di questi indici consiste
– nel valutare la solidità dell'impresa nel suo
insieme.
• L'indagine viene eseguita sullo Stato
Patrimoniale e procede mediante l'analisi dei
contenuti delle seguenti sottofamiglie di indici:
a) indicatori dell'assetto patrimoniale
b) indicatori dell'assetto finanziario
99
La solidità
ANALISI DEL BILANCIO
INDICATORI DELL'ASSETTO PATRIMONIALE
1. Indici di importanza dei componenti patrimoniali attivi
– Indicano come sono stati utilizzati i capitali disponibili fra le
varie possibili forme di investimento.
– Il valore assunto dall'indice esprime quale percentuale dei
totali investimenti fatti si riferisce al relativo componente.
Essi sono:
indice di importanza delle
immobilizzazioni
permanenti
immobilizzazioni permanenti
Totale attività
indice di importanza delle
immobilizzazioni
temporanee
Immobilizzazioni temporanee
Totale attività
100
La solidità
ANALISI DEL BILANCIO
INDICATORI DELL'ASSETTO PATRIMONIALE
2) Indici di importanza dei componenti patrimoniali passivi
– Indicano a quali fonti di finanziamento ha attinto l'azienda
per finanziare i suoi investimenti.
– Il valore assunto dall'indice esprime quale percentuale dei totali
capitali disponibili proviene da ciascuna possibile fonte di
finanziamento.
Essi sono:
indice di importanza del
capitale proprio
Capitale proprio
totale passività
indice di importanza dei debiti
a lungo e medio termine
Debiti a m/l termine
Totale passività
indice di importanza dei debiti
a breve termine
Debiti a breve termine
Totale passività101
La solidità
ANALISI DEL BILANCIO
INDICATORI DELL'ASSETTO PATRIMONIALE
2) Indici di importanza dei componenti patrimoniali passivi
indice della struttura patrimonialeCapitale proprio
Capitali fissi
Lettura dell’indice:
= 1: in equilibrio
> 1: ottimale: il capitale proprio è in grado di coprire anche parte delle
attività correnti garantendo all'azienda la possibilità di ricorrere al
capitale di terzi solo per la parte di investimenti
<1: è forse la più frequente anche se meno felice, il capitale di terzi
viene in genere impiegato per la copertura di investimenti fissi e
capitali circolante.
• Da auspicare è che gli investimenti a m/l termine siano finanziati
con debiti a m/l termine per evitare problemi di copertura102
La solidità
ANALISI DEL BILANCIO
INDICATORI DELL'ASSETTO PATRIMONIALE
3) indice della struttura permanente
indice di copertura permanenteCapitale permanente
Capitali fissi
«Capitale permanente» = capitali propri + passività consolidate
(queste ultime sono formate dalla somma dei fondi spese future
e dei debiti a m/l termine)
Risultati:
= 1: l'impresa risulta in equilibrio anche se è sottocapitalizzata.
> 1: la solidità dipende dal livello delle passività consolidate.
< 1: la solidità dell'impresa non solo e precaria ma appare
addirittura compromessa. 103
La solidità
ANALISI DEL BILANCIO
INDICATORI DELL'ASSETTO PATRIMONIALE
4) Indice di garanzia dei debiti a m/l termine
indice di garanzia dei debiti a
m/l termine
Capitale fisso
Debiti a m/l termine
Esprime il rischio di rimborso dei debiti a m/l termine. Il
limite massimo oltre il quale viene a mancare la garanzia sulla
copertura dei debiti a m/l termine è 1, il che accade quando i
capitali fissi sono integralmente finanziati dai debiti a m/l
termine
= 1: in equilibrio
> 1: situazione di squilibrio
< 1: situazione di avanzo di liquidità104
La solidità
ANALISI DEL BILANCIO
INDICATORI DELL'ASSETTO PATRIMONIALE
• 5) altri indici
Indice di indebitamento a
medio-lungo termine
Debiti a m/l termine
Totale passività
Indice di indebitamento a
breve termine
Debiti a breve termine
Totale passività
Indice di indebitamento
totale
Debiti a m/l termine + debiti a breve
Totale passività
105
La solidità
ANALISI DEL BILANCIO
• Indicatori dell'assetto finanziario
Indice di indebitamentoCapitale investito
Capitale proprio
Indice di indebitamento complessivoCapitale di terzi
Capitale proprio
Indice dell'indipendenza finanziariaCapitale proprio
Capitale investito
Il «capitale investito» è dato da (capitale fisso + circolante netto).
I primi 2 rapporti di indebitamento esprimono le leve finanziarie.• se pari a 1 significa che l'azienda non ha fatto ricorso a capitale di terzi (non ha
debiti);
• se fra 1 e 2 significa che il capitale proprio è maggiore del capitale di terzi;
• se superiori a 2 significa che il capitale di terzi è maggiore del capitale proprio.
Il 3° introduce le seguenti considerazioni:• quanto più elevato è l'indice tanto più l'impresa gode di una propria
autonomia finanziaria;
• il valore minimo non dovrebbe scendere sotto a 1/3 del capitale investito.106
La liquidità
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA LIQUIDITA’
• Gli obiettivi di questi indici è di mettere a
fuoco la liquidità dell'impresa e quindi la
solvibilità.
• Per questa famiglia l'indagine viene eseguita
nello Stato Patrimoniale e nel Conto
Economico e procede mediante l'analisi dei
contenuti delle seguenti sottofamiglie:
1. indice di solvibilità a breve termine
2. indice di solvibilità immediata
3. indice di durata107
La liquidità
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA LIQUIDITA’
1. L'indice di solvibilità a breve termineFormula Sviluppo della formula
capitale circolante
debiti a breve termine
immobilizzazioni temporanee + realizzabile + disponibile
(magazzino) (crediti) (cassa/banca)
debiti a breve termine
E' simile a quello sulla solvibilità immediata con l’aggiunta delle rimanenze finali.
E' bene che quest’indice assuma un valore superiore >1.
• In tal caso il valore degli investimenti che si riconvertiranno in denaro liquido
entro breve termine è sufficiente a far fronte ai debiti che verranno a scadere
entro breve termine.
In realtà è opportuno che il valore assunto dall'indice sia abbastanza superiore
all'unità. Infatti al numeratore di tale indice potrebbero essere incluse:
• rimanenze scarsamente utilizzabili in quanto superati e poco richiesti da
mercato;
• rimanenze che non diverranno liquidi mai in quanto costituiscono delle vere e
proprie immobilizzazioni permanenti;
• crediti inesigibili o di difficile realizzo.108
La liquidità
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA LIQUIDITA’
2. L'indice di solvibilità immediata
Indice di solvibilità
immediata
(realizzabile + disponibile)
debiti a breve termine
Quest’indice esprime la capacità dell'azienda di
far fronte ai debiti che scadranno a breve
termine con la liquidità che verrà a crearsi
rapidamente • allo scadere dei crediti concessi ai clienti
• e con la liquidità già disponibile in cassa o presso
banche 109
La liquidità
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA LIQUIDITA’
3. Indicatori di durata– L'obiettivo è di valutare il tempo che impiegano i cicli
monetari, produttivi, per rinnovarsi.
tasso di durata del ciclo
monetario
capitale circolantex 360
ricavi
tasso di durata del
magazzino
Rimanenze finalix 360
Costo del venduto
tasso di durata media del
pagamento da parte dei clienti
Totale crediti v/ clienti
Vendite medie mensili
tasso di durata media del
pagamento ai fornitori
totale debiti v/fornitori
consumo medio mensile di materie prime110
La liquidità
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA REDDITIVITA’• Lo studio dell’economicità della gestione costituisce
l'asse portante, e per certi versi l'aspetto più qualificante, di tutto il sistema delle analisi di bilancio.
• Gli obiettivi di tale studio sono molteplici, tuttavia, si possono ricondurre ai seguenti:– fornire agli organi decisionali gli strumenti e le modalità per
misurare la redditività della gestione operativa ed extraoperativa mediante un opportuno sistema di indicatori;
– stimolare la riflessione dei medesimi organi sul comportamento di tutte le variabili in gioco ognuna delle quali, con forme, criteri e tempi propri, interagisce con tutte le altre determinando, a seconda delle scelte operative, risultati diversi nel sistema degli indici;
– indicano l'attitudine dell'impresa a raggiungere e mantenere l'equilibrio economico tra ricavi e costi.
111
La redditività
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
• La redditività viene analizzata seguendo un ordine preciso che corrisponde a:– studio dell’economicità della gestione;
– studio dell’economicità della gestione corrente;
– studio dei punto di pareggio (break even analysis).
• Indici di redditività:
indice di redditività rispetto ai
ricavi
Utile
ricavi
indice di redditività rispetto al
capitale proprio (ROE)
Utile
Capitale proprio
indice di redditività rispetto ai
totali capitali impiegati (ROI)
Utile
Totale passività112
La redditività
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
IL ROE• L'indicatore che da solo sintetizza il rendimento
dell'impresa nel suo complesso viene indicato con il simbolo ROE, acronimo di Return On Equity.
• Può essere calcolato prima o dopo le imposte.
• La dottrina non suggerisce un livello massimo al quale la redditività dei capitale proprio debba avvicinarsi, – ne indica invece il valore minimo
– che coincide con la remunerazione che si può ottenere da un migliore investimento alternativo in assenza di rischio:
• è il caso dei rendimento di BOT, CCT, ...
113
ROE =Reddito netto
X 100Capitale proprio
La redditività
ANALISI DEL BILANCIOL'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
Il ROE
• Un'elevata redditività – comporta una crescita della solvibilità dell'azienda
• Mentre scarsi risultati economici – possono essere compensati da una capacità di ricorrere al
credito• per gli investimenti di gestione
• e per le scadenze delle obbligazioni assunte.
• Nel lungo periodo, però, – non è ammissibile una permanenza dell'azienda senza
risultati economici in grado di fronteggiare le scadenze
– dato che la capacità di credito non è infinita.
Tuttavia tale indice:– non consente di individuare le cause che hanno determinato
il risultato economico
– né tantomeno le scelte di gestione che potrebbero causarne un miglioramento. 114
La redditività
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
Il ROE
• A formare il risultato aziendale concorrono più fattori,
– pertanto è significativo scomporre il ROE in più componenti onde valutare quale sviluppi futuri abbia l'azienda.
Risultato
globale
aziendale
ROE
=RN
=RO
XCi
XRN
PN Ci PN RO
Gestione
tipica
Gestione
finanziaria
Gestione
straordinaria
DOVE:• RN = reddito netto (risultato di esercizio)
• PN = patrimonio netto
• RO = reddito operativo (risultato operativo)
• C i = capitale investito 115
Segue analisi
La redditività
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
• La Gestione tipica
La redditività operativa (RO) esprime il risultato
della gestione tipica nei confronti dei capitale
investito (C i).
116
RO
Ci
La redditività
ANALISI DEL BILANCIOL'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
• La gestione finanziaria
Esprime il grado di indebitamento e misura quanto deve essere
remunerato il capitale di rischio e quanto il capitale di terzi,
notoriamente oneroso.
– Questo indice è il medesimo già considerato nell'analisi dell'assetto finanziario.
– Le caratteristiche di quest’indice è di esprimere contemporaneamente 2
concetti:
• sotto l'aspetto finanziario, esso indica l'assetto della struttura finanziaria,
• sotto l'aspetto economico, esprime il contributo che la struttura finanziaria
fornisce alla redditività del capitale proprio.
Quindi, quanto più elevato è tale rapporto tanto maggiore diventa il
tasso di redditività del capitale proprio (ROE) e viceversa.
Il rapporto di indebitamento agisce come un vero e proprio
moltiplicatore:
• esso è conosciuto anche con il termine di Leva Finanziaria i cui effetti si
esplicano in entrambi le direzioni, ovvero in senso positivo e negativo, a
seconda che il risultato netto rettificato sia un utile o una perdita. 117
Ci
PN
La redditività
NB:
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
• La gestione straordinaria
Il risultato di esercizio può essere analizzato al lordo o al netto delle imposte ottenendo due indici.
Quest’indice può assumere valori:= 1: la somma algebrica degli oneri e proventi di natura
finanziaria, patrimoniale straordinaria e fiscale si compensano tra loro per cui il tasso di incidenza della gestione extracaratteristica è nullo (RN = RO)
> 1: i proventi sono superiori rispetto ai corrispondenti oneri comprese le imposte, ha quindi un effetto moltiplicativo (RN > RO) (es. presenza di imposte anticipate superiori ai restanti oneri)
< 1: più frequente, gli oneri siano superiori ai proventi originando quindi un effetto riduttivo (RN < RO)
118
RN
RO
La redditività
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
IL ROI
• La redditività del solo capitale proprio non è sufficiente per inquadrare dei tutto il problema, è indispensabile analizzare
– la capacità di produrre reddito della gestione caratteristica
– intesa come attività tipica dell'azienda.
• In altri termini, la situazione economica,
– per essere soddisfacente,
– deve fare affidamento,
– nel breve quanto nel lungo periodo,
– sulle condizioni della redditività operativa,
– intesa proprio come capacità di reddito della gestione caratteristica.
119
La redditività
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
Il ROI
• Il ROI, acronimo di Return On Investimentrappresenta quindi il rendimento del business, e la redditività è quindi
1. svincolata dalla struttura finanziaria
2. e neutrale rispetto ad operazioni di natura eccezionale o straordinaria
ROI =
reddito operativo (MOL)
X 100capitale investito(capitale fisso + circolante)
120
La redditività
ANALISI DEL BILANCIO
L'ANALISI DELLA REDDITIVITA’
• Scomposizione
Redditività del
capitale investito
ROI
=RO
=RO
XV
Ci V Ci
Reddittività vendite
ROS (return on sales)
Rotazione
capitale investito
Il primo componente è di tipo strutturale, mentre il secondo (che è un flusso) misura
l'efficacia nella gestione dei capitale.
• In altre parole è possibile, ad esempio, che il primo indice segnali una buona
redditività del prodotto perché si ha un buon margine.
Mentre una bassa velocità di rotazione del 2° indice starebbe a significare che le attività
impiegate per realizzare quel volume di fatturato sono sproporzionate al risultato
raggiunto.
Questo per significare che non basta confrontare la relazione costi/ricavi, ma
occorre anche tenere conto dei fattori impiegati per realizzare il volume d’affari.
• E' dal combinato esame dei due indici, infatti, che si giudica la validità dell'impresa nel
condurre la gestione economica caratteristica che, in sostanza, in presenza di
prodotti con margine, genera autofinanziamento ogni volta che, completato il ciclo
produttivo e venduti i prodotti, crea tanti più utili quanto più veloce è detta rotazione.121
La redditività
Il valore dell’azienda
Una riflessione
Qual è il metodo più valido per la quantificazione del valore dell’azienda?
• Patrimoniale: caratteristiche:– considera solo/principalmente elementi storici
– valido per aziende di produzione, che possiedono un patrimonio
– poco utile per le aziende di servizi, salvo alcuni casi
• Reddituale: utilizza sia i risultati di esercizi passati che budget economici
• Finanziario: analizza la capacità dell’azienda di generare flussi finanziari futuri. È costruito sull’attualizzazione dei flussi attesi e si attua considerando i flussi di tutta la vita aziendale futura
123
Il valore dell’azienda
• La situazione patrimoniale è rappresentata nel
bilancio (annuale o infra-annuale) da valori storici
– pertanto non rispecchia correttamente il valore
del capitale.
• È, quindi, necessario «adattare» questo
strumento di analisi attraverso
– una rielaborazione ad hoc dei dati in esso
contenuti
– identificando gli elementi (beni) relativi al «core
business» (cioè all’attività caratteristica)
• la valutazione di tali beni sarà fatta con criteri di
«realizzo» o di «liquidazione» 124
Metodo patrimoniale
Il valore dell’azienda
• 1° passaggio: si procederà con la determinazione
del Capitale Netto Contabile (CNC), formato da:
– Capitale sociale, iscritto e versato;
– Poste integrative del capitale sociale
• Versamenti soci
• Prestiti obbligazionari
– Riserve di utili (legali, statutarie, straordinarie);
riserve di rivalutazione; riserve di capitale;
– Risultato economico dell’esercizio, al netto di
• Imposte, accantonamenti a riserve e dividendi distribuiti
– Perdite di esercizi precedenti riportate,
• che andranno sottratte alle voci sopra descritte.
125
Metodo patrimoniale
Il valore dell’azienda
• 2° passaggio: gli altri componenti dell’attivo e del passivo dovranno essere analizzati e valutati, secondo uno dei seguenti metodi:
– Criterio del presunto valore di realizzo, adatto • per i beni destinati allo scambio (merci)
• e per i valori derivanti da beni che sono già stati scambiati (crediti – debiti)
– Criterio del valore di sostituzione o di riacquisto
• per i beni a realizzo indiretto (beni strumentali)
– Criterio del presunto valore di estinzione (pagamento)
• Valido per gli elementi del passivo
126
Metodo patrimoniale
Il valore dell’azienda
• Immobilizzazioni materiali (macchinari,
terreni, fabbricati, impianti, attrezzature, ecc.),
il valore potrà essere tratto da:
– listini dell’usato
– transazioni similari
– perizie di esperti
• I criteri utilizzabili saranno:
– valore di mercato
– costo di sostituzione
– costo di ricostruzione
127
Metodo patrimoniale
Il valore dell’azienda
• Esempio di valutazione di immobile
128
Metodo patrimoniale
Voci Valori Calcoli
Costo storico 450.000
Fondo ammortamento 150.000
Valore contabile 300.000 450.000 – 150.000
Canone anno 14.000
Tasso di attualizzazione 4%
Valore corrente 350.000 14.000 / 0,04
Rettifica attiva 50.000 350.000 – 300.000
Il valore dell’azienda
• Esempio di valutazione di altri beni strumentali
129
Metodo patrimoniale
Voci Valori Calcoli
Costo storico 100.000
Fondo ammortamento 40.000
Valore contabile 60.000 100.000 – 40.000
Costo di sostituzione a nuovo 120.000
Coefficiente di deperimento 40% 40.000 / 100.000
Costo di sostituzione 72.000 120.000 x (1-40%)
Rettifica attiva 12.000 72.000 - 60.000
Il valore dell’azienda
• Esempio di valutazione di bene in leasing operativo
130
Metodo patrimoniale
Voci Valori Calcoli
Canone da contratto 5.000
Canone di mercato 5.500
Mesi 36
Tasso mensile 0,5%
Valore del contratto 164.355 Valore attuale di una rendita di
5.000 al tasso dello 0,5% per
36 mesi
Valore di mercato 188.791 Valore attuale di una rendita di
5.500 al tasso dello 0,5% per
36 mesi
Rettifica attiva 16.436 188.791 – 164.355
• Esempio di valutazione di bene in leasing finanziario
131
Voci Valori Calcoli
Canone da contratto 10.000
Prezzo di riscatto 25.000
Durata del contratto 48
Tasso di attualizzazione 0,5%
Maxi-canone iniziale 20.000
Valore canoni 430.022 Maxicanone + val. attuale di una rendita di 10.000 al tasso del 0,5% per 48 mesi
Valore del prezzo di riscatto 19.677 Valore attuale del riscatto di 25.000 al tasso del 6,17% dopo 4 anni
Valore originario del contratto 449.699 430.000 + 19.677
Vita economica 8 anni
Quota ammortamento 56.212 449.699 / 8
Periodo trascorso 36
Val. contabile netto al 3° anno 281.062 449.699 – (56.212 * 3)
Integrazione attivo 281.062 Senza considerare maxicanone
Valore corrente al 3° anno 300.000
Rettifica attivo 18.938 300.000 – 281.062
Il valore dell’azienda
• Esempio di valutazione del magazzino
132
Metodo patrimoniale
Voci Criterio principaleCriterio
alternativo
Materie prime Costo di sostituzione FIFO
Prodotti in
corso e
semilavorati
Valore netto di mercato (al
netto delle spese di vendita
e dei costi di ultimazione)
Costo di
produzione
Prodotti finitiValore di mercato (al netto
delle spese di vendita)
Costo di
produzione
Merci Prezzo correnteCosto di
sostituzione
Commesse
pluriennali
% del prezzo convenuto in
base ai costi sostenuti
Costo di
produzione
Il valore dell’azienda
• Rettifica dei crediti commerciali
133
Metodo patrimoniale
Voci Valori Calcoli
Valore contabile dei crediti netti 3.200.000
% di insolvenza applicata in bilancio 0,5%
Valore contabile dei crediti lordi 3.216.080 3.200.000 / 0,995 (cioè: 1-0,5%)
Fatturato a dilazione nell’esercizio x 10.000.000
Perdita su crediti es. x-1 95.000
Perdita su crediti es. x-2 75.000
Perdita su crediti es. x-3 72.000
Fatturato a dilazione es. x-1 9.000.000
Fatturato a dilazione es. x-2 8.200.000
Fatturato a dilazione es. x-3 7.500.000
Tasso presunto d’insolvenza 0,99% [(95000/9000000)*3+(75000/8200000
)*2+(72000/7500000)*1]/(3+2+1)
Valore corrente dei crediti 3.184.155 3.216.080 * (1-0,99%)
Rettifica passiva - 15.845 3.184.155 – 3.200.000
Il valore dell’azienda
Riepilogo delle rettifiche da operare
134
Metodo patrimoniale
Immobilizzazioni
materiali
Valore di mercato o in alternativa costo di
riproduzione o di sostituzione
Beni in leasing
• Operativo: attualizzazione del differenziale tra il
canone contrattuale e il valore di mercato fino alla
scadenza
• Finanziario: valore attuale del debito residuo più
l’eventuale riscatto al netto dell’obsolescenza
Partecipazioni Valore d’uso
Scorte Valore corrente o FIFO
Crediti commerciali Valore di presumibile realizzo
Crediti e debiti
finanziari
Rettifica in base allo spread di interesse tra tasso
effettivo e di mercato
Titoli
• Se quotati: media degli ultimi mesi;
• Se non quotati: valore nominale adeguato allo
spread di interesse tra tasso effettivo e di mercato
Il valore dell’azienda
• Secondo il metodo reddituale il valore
dell’azienda consiste
– nella somma dei flussi futuri di reddito,
– attualizzati ad un tasso che sia
espressivo del costo-opportunità dei mezzi
propri.
• In sostanza l’azienda crea ed ha valore
solo se e nella misura in cui
– è in grado di produrre risultati economici
positivi per il futuro135
Metodo reddituale
Il valore dell’azienda
• Per utilizzare il metodo reddituale è necessario svolgere 3 passaggi:
1. identificare l’orizzonte temporale di analisi• quanti esercizi si prendono in considerazione
– Rendita perpetua
– Rendita limitata
2. Normalizzazione: determinare il «reddito normale», mediante • l’eliminazione dal reddito delle componenti
straordinarie
3. Integrare il reddito con quelle componenti economiche che, pur non essendo oggetto di rilevazione, incidono sulla capacità reddituale dell’azienda
136
Metodo reddituale
Il valore dell’azienda
1 - Orizzonte temporale
L’Organismo Italiano di Valutazione (OIV) ha redatto
i Principi Italiani di Valutazione (PIV) ed afferma che
– l’azienda è un istituto atto a perdurare, pertanto
• l’adozione di un arco temporale indeterminato sembra la
soluzione più corretta. In questo caso, il valutatore utilizzerà
la formula della
– Rendita perpetua
– in taluni casi, però, il riferimento temporale è
circoscritto nel tempo
• si pensi alle concessioni (cave, miniere, pozzi petroliferi,
ecc.). In tal caso la valutazione viene svolta con la
– Rendita limitata
137
Metodo reddituale
Il valore dell’azienda
2 - Processo di normalizzazione
Consiste in un insieme di operazioni volte a correggere le singole voci di ricavo e di costo, ed in particolare:
1. Rettifica e/o eliminazione di ricavi e costi parzialmente o completamente estranei alla gestione; esempio:
• partecipazioni azionarie non più strategiche
• possesso di immobili non utilizzati nella produzione
2. Aggiunta di ricavi e costi non espressi; esempio:• eliminazione del compenso agli amministratori nelle società
a ristretta base
• integrazioni dei compensi degli amministratori soci che prestano una maggiore quantità di lavoro nell’azienda e che sono sotto-remunerati 138
Metodo reddituale
Segue
Il valore dell’azienda
2 - Processo di normalizzazione• Segue le rettifiche:
3. Correzione di valori determinati in base alle politiche di bilancio o di convenzioni contabili, non coerenti con la finalità della valutazione
– Le rimanenze di beni: vanno quantificate a valore di mercato e non con i criteri LIFO, FIFO, media ponderata
– I lavori in corso su ordinazione: vanno valutati secondo il metodo della percentuale di completamento o del SAL, ma non con il metodo della commessa completata
– Leasing finanziario: va considerato un finanziamento quindi a bilancio vanno imputati: l’ammortamento ed gli interessi (metodo finanziario)
139
Metodo reddituale
Segue
Il valore dell’azienda
Processo di normalizzazione• Segue le rettifiche:
3. Correzione di valori (segue)– Ammortamenti: vanno calcolati:
• Senza tener conto delle regole fiscali;
• Considerando il bene al valore attuale di mercato e non al costo storico di acquisto
– Proventi e oneri straordinari: non appartengo alla gestione caratteristica
• le plusvalenze da cessioni di immobilizzazioni
• perdite a seguito di danneggiamento e distruzione di beni (incendio, alluvione, terremoto, ecc.)
– Rideterminazione delle imposte: • una volta definito il nuovo conto economico con le
rettifiche anzidette,
• si dovranno ricalcolare le imposte dirette (IRES, IRPEF, IRAP) 140
Metodo reddituale
Il valore dell’azienda
Processo di integrazione
• Consiste nell’integrare il reddito dell’esercizio con quelle componenti economiche che, pur non essendo oggetto di rilevazioni, incidono sulla capacità reddituale dell’azienda. Formula matematica:
REI = E + BI + PL
Dove:
• REI = risultato economico integrato
– E = reddito normalizzato
– BI = variazione del valore degli intangibili
– PL = variazione del valore delle plusvalenze e minusvalenze latenti 141
Metodo reddituale
Il valore dell’azienda
Processo di integrazione
• reddito normalizzato: è quello che ha risentito delle operazioni di normalizzazione esposte nelle slide precedenti
• variazione del valore degli intangibili: consiste nel quantificare gli effetti del marketing o della ricerca la cui capacità di produrre reddito è indiscutibile
• variazione del valore delle plusvalenze e minusvalenze latenti: è data dal fatto che alcuni beni sono iscritti nello stato patrimoniale al costo storico. Questi beni, però:
– possono avere un maggior o minor valore di mercato e possono generare, se venduti, delle plusvalenze o delle minusvalenze.
142
Metodo reddituale
Il valore dell’azienda
Stima dei flussi di reddito
• È la valutazione dei risultati futuri
dell’azienda che è ricavabile da un
budget previsionale futuro
(triennale o quadriennale)
143
Metodo reddituale
144
2013 2014 2015
1) ricavi da vendite e prestazioni 1.200.000 1.350.000 1.400.000
2) variazioni delle rimanenze 80.000 41.000 40.100
5) altri ricavi e proventi 2.000 2.000 10.000
Totale valore produzione 1.282.000 1.393.000 1.450.100
6) materie prime, sussidierie, .. 550.000 560.000 500.000
7) per servizi 28.500 7.000 7.500
8) godimento beni di terzi 40.000 40.000 40.000
9) personale 300.500 331.000 331.700
10) ammortamenti 60.000 60.000 64.000
11) variaz. Rim. Materie prime 29.500 28.000 30.000
12)accantonam. Rischi 10.700 12.000 14.500
13) altri accantonamenti 4.000 3.700 3.000
14) oneri diversi di gestione 2.000 2.300 3.000
Totale costi produzione 1.025.200 1.044.000 993.700
Differ. Valore e costi produz. 256.800 349.000 456.400
16) altri proventi finanziari 500 500 500
17) interessi e oneri finanziari 25.000 30.000 33.000
Totale proventi e oneri finanz. - 24.500 - 29.500 - 32.500
20) Proventi straordinari 900 4.500 4.000
21) Oneri 2.000 3.500 3.000
Risultato ante imposte 231.200 320.500 424.900
22) imposte dell'esercizio 65.000 90.000 120.000
23) Utile/perdita dell'esercizio 166.200 230.500 304.900
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CONTO PREVISIONALE
Conti economici previsionali 2016 2017 2018
ricavi da vendite e prestazioni 1.200.000 1.350.000 1.450.000
variaiz, rimanenze pcl, semil., .. 25.500 25.500 25.500
valore della produzione 1.225.500 1.375.500 1.475.500
materie prime, sussidierie, .. 550.000 600.000 650.000
per servizi 8.000 9.000 11.000
variaz. Rim. Materie prime 6.500 8.500 7.000
consumi fattori produttivi 564.500 617.500 668.000
costo del personale 300.500 300.500 300.500
margine operativo lordo 360.500 457.500 507.000
ammortamenti 133.500 126.000 121.000
margine operativo netto 227.000 331.500 386.000
proventi accessori 2.000 2.000 2.000
reddito operativo globale 229.000 333.500 388.000
oneri finanziari 50.000 45.000 41.500
reddito ante imposte 179.000 288.500 346.500
imposte dell'esercizio 52.000 85.000 100.000
reddito netto 127.000 203.500 246.500
Esemplificazione: le operazioni di rettifica:• Variazione delle rimanenze: incremento per
rettifiche di valore di 15.000 per il 2013;9.000 per il 2014 e 8.000 per il 2015
• Leasing finanziario: si tolgono i canoni e si implementano gli ammortamenti di 20.000
• Proventi finanziari: si riferiscono a interessi attivi su titoli (valore nominale dei titoli 10.000; interessi annui: 500)
• Altri oneri e proventi: – canone di locazione di box auto 2.000 (provento
non caratteristico da stornare
– Plusvalenza 8.000 su cessione di macchinario sostituito (viene spalmata su 5 anni di vita utile del nuovo bene acquistato)
146
Esemplificazione: le operazioni di rettifica:• Ammortamenti:
– immobilizzazioni immateriali: costi ricerca e sviluppo di 10.000 vengono spalmate in 5 anni
– Immob. materiali gestione caratteristica: rideterminazione delle quote in base alla vita utile
– Immob. materiali gestione non caratteristica: box auto affittato (vedi sopra): il perito lo valuta 50.000; storna la quota di ammortamento di 5.000 l’anno e somma il valore del box (ma finisce nei beni accessori)
• Perdite su crediti vengono valutate in 7.000 per il 2013, a 4.000 per il 2014 e 4.500 per il 2015
• Rimanenze di materie prime: riadeguamento con aumento di 2.000 per il 2013, 2.500 per il 2014 e 2.400 per il 2015
• Proventi finanziari: trattandosi di titoli di gestione accessoria vengono stornati i relativi proventi
• Oneri straordinari: si stornano completamente 147
148
CONTI ECONOMICI NORMALIZZATI
2013 2014 2015 2016 2017 2018
ricavi vendite e prestaz. 1.201.600 1.351.600 1.401.600 1.200.000 1.350.00 1.450.000
Var. rim. pcl, semil., .. 95.000 50.000 48.100 25.500 25.500 25.500
valore della produzione 1.296.600 1.401.600 1.449.700 1.225.500 1.375.500 1.475.500
Mat. prime, sussid., .. 550.000 560.000 500.000 550.000 600.000 650.000
per servizi 30.500 9.300 10.500 8.000 9.000 11.000
variaz. Rim. Mat. prime 31.500 30.500 32.400 6.500 8.500 7.000
consumi fat. Produttivi 612.000 599.800 542.900 564.500 617.500 668.000
costo del personale 300.500 331.000 331.700 300.500 300.500 300.500
margine operativo lordo 384.100 470.800 575.100 360.500 457.500 507.000
ammortamenti 121.700 119.700 125.500 133.500 126.000 121.000
margine operativo netto 262.400 351.100 449.600 227.000 331.500 386.000
proventi accessori
reddito operat. Globale 262.400 351.100 449.600 227.000 331.500 386.000
oneri finanziari 25.000 30.000 33.000 50.000 45.000 41.500
reddito ante imposte 237.400 321.100 416.600 177.000 286.500 344.500
imposte dell'esercizio 102.233 134.799 170.379 80.962 121.556 142.993
reddito netto 135.167 186.301 246.221 96.038 164.944 201.507
Il valore dell’azienda
Determinazione del valore dell’azienda sinteticamente
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Metodo reddituale
Reddito netto medio normalizzato 171.696
Tasso di rendimento puro + Premio per rischio =Tasso di
attualizzazione
3,0% 3,5% 6,5%
W =r
+Valore corrente beni
accessori= Valore azienda
i
W =171.696
+ 60.000 = 2.701.4776,5%
I 60.000 sono dati da:Valore del box 50.000 – 5.000 (quota di ammortamento) + 3.000
(interessi su titoli 500 * 6 anni presi a valutazione) + 12.000 (canoni
di locazione del box 2.000 * 6 anni presi a valutazione)