Ambiente: la CIna diventa green

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La Cina diventa green Arrivano auto e quartieri ecosostenibili La Cina diventa green. Contro inquinamento e smog, nel 2011 il gigante dell’Asia ha cominciato a investire nell’ecosostenibilità: una via per dire addio ai cieli grigi affidandosi agli scooter e alle bici elettriche. Si parla di 149 miliardi di euro investiti in opere di mitigazione ambientale, prevenzione e costruzioni ecologiche. Una scelta confermata anche nell’ultimo piano quinquennale, in base al quale diverse aziende come la Haider hanno programmato i propri investimenti. I primi segni tangibili vengono dalla riqualificazione urbana e dai milioni di alberi piantati a Pechino, fino ad oggi una delle dieci città più inquinate del mondo. Si punta su campagne di informazione ambientale, piste ciclabili, un ciclo dell’immondizia efficiente e un impatto minore del traffico. Tutto senza rinunciare ad alcune delle particolarità del tessuto sociale cinese, che integra sempre più spesso tratti occidentali e orientali. Sta nascendo infatti una nuova generazione dinamica e flessibile, consapevole dei propri mezzi e incline al cambiamento. Il paradosso è che mentre la classe media cinese si affida alle griffe italiane, gli occidentali affollano i negozi che vendono merci “taroccate”: i Silk Market. I segni del cambiamento si notano anche nelle università e nei progetti creativi della facoltà di Architettura della Tsinghua. Rong Rao, direttrice dell’Eco Planning & Green Building Research Center, ha terminato un nuovo piano architettonico per la città di Tianjin, con un quartiere che può ospitare 350 mila abitanti senza alcun impatto ambientale. Con il recupero di cave, cantieri e fabbriche in disuso, la nuova via verde imboccata dalla Cina mette ora un freno al vecchio e inquinante ciclo di industrializzazione pesante.

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La Cina diventa green Arrivano auto e quartieri ecosostenibili La Cina diventa green. Contro inquinamento e smog, nel 2011 il gigante dell’Asia ha cominciato a investire nell’ecosostenibilità: una via per dire addio ai cieli grigi affidandosi agli scooter e alle bici elettriche. Si parla di 149 miliardi di euro investiti in opere di mitigazione ambientale, prevenzione e costruzioni ecologiche. Una scelta confermata anche nell’ultimo piano quinquennale, in base al quale diverse aziende come la Haider hanno programmato i propri investimenti. I primi segni tangibili vengono dalla riqualificazione urbana e dai milioni di alberi piantati a Pechino, fino ad oggi una delle dieci città più inquinate del mondo. Si punta su campagne di informazione ambientale, piste ciclabili, un ciclo dell’immondizia efficiente e un impatto minore del traffico. Tutto senza rinunciare ad alcune delle particolarità del tessuto sociale cinese, che integra sempre più spesso tratti occidentali e orientali. Sta nascendo infatti una nuova generazione dinamica e flessibile, consapevole dei propri mezzi e incline al cambiamento. Il paradosso è che mentre la classe media cinese si affida alle griffe italiane, gli occidentali affollano i negozi che vendono merci “taroccate”: i Silk Market. I segni del cambiamento si notano anche nelle università e nei progetti creativi della facoltà di Architettura della Tsinghua. Rong Rao, direttrice dell’Eco Planning & Green Building Research Center, ha terminato un nuovo piano architettonico per la città di Tianjin, con un quartiere che può ospitare 350 mila abitanti senza alcun impatto ambientale. Con il recupero di cave, cantieri e fabbriche in disuso, la nuova via verde imboccata dalla Cina mette ora un freno al vecchio e inquinante ciclo di industrializzazione pesante.