Ambiente e salute - Arpa Sicilia · da cui si evince che in Italia ancora un ... Regione e agli...

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Annuario 2015 Ambiente e salute Autori: Anna Abita, Salvatore Caldara, Roberta Calzolari, Achille Cernigliaro 1 , Paolo Ciranni 1 , Gabriella Dardanoni 1 , Rosario Di Stefano 2 , Roberto Grimaldi, Giuseppe Madonia, Antonello Marras 1 , Maria Rita Pinizzotto, Salvatore Scondotto 1 , Ignazio Tozzo 1 1 Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, Assessorato Sanità, Regione Sicilia , 2 ASP Catania

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Annuario 2015

Ambiente e salute

Autori:

Anna Abita, Salvatore Caldara, Roberta Calzolari, Achille Cernigliaro 1, Paolo Ciranni 1, Gabriella Dardanoni 1, Rosario Di Stefano2, Roberto Grimaldi, Giuseppe Madonia, Antonello Marras1, Maria Rita Pinizzotto, Salvatore Scondotto1, Ignazio Tozzo1 1Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, Assessorato Sanità, Regione Sicilia , 2ASP Catania

L’ambiente ha un ruolo cruciale per il benessere fisico, mentale e sociale delle persone. E’ ormai accertata l’esistenza di una stretta relazione tra la salute dell’uomo e la qualità dell’ambiente naturale e appare chiaro che un ambiente più salubre e meno inquinato consente di ridurre i fattori di rischio per la salute dei cittadini. Il 7° Programma generale di azione dell’Unione Europea in materia ambientale, approvato a novembre 2013 e valido fino al 2020, prevede, tra i suoi obbiettivi prioritari, quello di proteggere i propri cittadini da pressioni legate all’ambiente, la loro salute ed il loro benessere da minacce provenienti dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua, da livelli eccessivi di rumore e di sostanze chimiche tossiche. Molti paesi hanno iniziato a sviluppare politiche che prevedono la collaborazione tra i settori ambientale e sanitario, quale strategia per proteggere la salute umana dal rischio di un ambiente contaminato. L’inquinamento atmosferico è un importante determinante della salute sia nei paesi sviluppati che in via di sviluppo; l’esposizione avviene sia per via diretta (per es. inalatoria) sia indirettamente, attraverso l’esposizione ad inquinanti trasportati per via aerea e depositati su piante o sul terreno ed accumulati nella catena alimentare. Esistono tuttavia importanti differenze geografiche relativamente all'esposizione all'inquinamento atmosferico: infatti le popolazioni di Africa, Asia e Medio Oriente respirano livelli molto più elevati di inquinanti rispetto a chi vive altre parti il mondo. In diverse aree, i livelli di inquinamento atmosferico sono notevolmente superiori a quelli considerati sicuri nelle “Air quality guidelines” dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che raccomanda standard molto più severi di quelli recepiti in molte nazioni. L’ultimo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “Ambient air pollution: a global assessment of exposure and burden of disease” (http://who.int/phe/publications/air-pollution-global-assessment/en/) prende in considerazione, tra gli altri, gli indicatori 11.6.2 e 3.9.1, che sono tra quelli selezionati per la valutazione dello sviluppo sostenibile (SDGs): SDG Indicatore 11.6.2: media annuale dei livelli di particolato fine (PM2.5) in città per

popolazione popolazione-ponderata; SDG Indicatore 3.9.1: Tasso di mortalità attribuibile all'inquinamento atmosferico indoor e

outdoor. Tale rapporto riporta i dati aggiornati sulla mortalità e morbilità attribuibili all'inquinamento aria ambiente; include, inoltre, informazioni sulle fonti dei dati a disposizione dell'OMS, sulla metodologia utilizzata per la stima dell'esposizione umana all'inquinamento atmosferico e il relativo onere di malattia, così come le stime effettive dell'esposizione al PM2,5 e il relativo onere nazionale di malattia attribuibile all'esposizione a lungo termine all'inquinamento dell'aria ambiente aggiornato al 2012. I dati di mortalità riportati riflettono la riduzione delle aspettative di vita determinata da morte prematura come risultato dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, mentre quelli di morbilità è correlata all’evento di malattia e agli anni vissuti con una malattia o disabilità, che variano da effetti minori, come tosse a condizioni croniche che possono richiedere l’ospedalizzazione. Come già evidenziato in altri studi epidemiologici, il suddetto report conferma che le conseguenze per la salute, per le quali vi sono evidenze epidemiologiche di associazione con esposizione ad inquinanti atmosferici (outodoor), comprendono insufficienza respiratoria acuta, broncopneumopatia cronica ostruttiva, ictus, malattie cardiache, ischemia e cancro ai polmoni.

Dal momento che la proporzione della popolazione affetta da impatti sulla salute meno severi è maggiore rispetto a quella affetta da patologie più gravi (cioè quelle che portano a mortalità prematura), anche gli effetti meno severi sulla salute umana devono essere tenuti in conto adeguatamente in quanto possono avere comunque grandi implicazioni di salute pubblica.

Nel 2015 i 194 membri dell’OMS, per cercare di risolvere la problematica legata agli effetti avversi sulla salute determinati dall’inquinamento atmosferico, hanno adottato una risoluzione dell’assemblea mondiale della sanità e, nell’anno successivo, tracciata una road-map per rilanciare una risposta globale contro gli effetti avversi dell’inquinamento atmosferico sulla salute (http://apps.who.int/gb/ebwha/pdf_files/WHA68/A68_ACONF2Rev1-en.pdf). Tra i principali elementi della road map ci sono il monitoraggio ed il reporting della qualità dell’aria e sistemi avanzati di monitoraggio e reporting del trend di salute associato all’inquinamento atmosferico. Anche l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (Air quality in Europe-2016 report http://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2016) stima gli effetti sulla salute, derivanti dall’esposizione a diversi inquinanti atmosferici, attraverso degli indicatori quali: -anni di vita persi (YLL, definiti come anni di vita potenzialmente persi dovuti a morte prematura) e -morti premature (premature deaths), da cui si evince che in Italia ancora un considerevole carico di malattia è attribuibile agli inquinanti atmosferici, costituiti principalmente dal PM 2.5, dall’ozono e dall’NO2.

Politiche efficaci per il miglioramento della qualità dell’aria richiedono azioni e cooperazione a livello locale, nazionale e globale che devono intersecare diversi settori economici; soluzioni olistiche devono coinvolgere lo sviluppo tecnologico, i cambiamenti strutturali, comprendenti anche l’ottimizzazione di infrastrutture e la pianificazione urbana e anche cambiamenti comportamentali.

Tutto ciò è necessario per raggiungere la protezione del capitale naturale e supportare la prosperità economica, ed il benessere umano, che fanno parte della visione europea 2050 di vivere bene entro i limiti del pianeta.

In analogia con l’Annuario dei dati ambientali di ISPRA, da quest’anno abbiamo inserito in questa sezione dell’Annuario anche l’esposizione della popolazione al PM2.5.

L’attività di collaborazione, da tempo avviata tra Arpa Sicilia e il Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico della Regione Sicilia (DASOE), con la macroarea Ambiente e Salute, inserita all’interno del Piano Regionale della Prevenzione (PRP 2014-2018), prevede l’intensificazione dei rapporti fra gli Enti deputati alla salvaguardia ambientale e alla salute pubblica. Tale attività quest’anno ha visto, tra l’altro, il rinnovo del protocollo d’intesa tra i due Enti e, nel presente annuario la redazione di un box dal titolo “Il nuovo Piano Straordinario di Interventi Sanitari nel Sito di Interesse nazionale per le Bonifiche di Biancavilla” diretto ad evidenziale l’impatto di patologie tumorali, in particolare tumore maligno della pleura, osservato nella popolazione residente nel comune di Biancavilla. Tale approfondimento è preceduto da un box sull’attività svolta dal laboratorio amianto presso la Struttura Territoriale di Catania di Arpa Sicilia.

BBBOOOXXX IL MONITORAGGIO AMBIENTALE NEL SIN DI BIANCAVILLA

Redatto da M.R.Pinizzotto, R.Grimaldi – ARPA Sicilia, Struttura Territoriale di Catania

COMPETENZE DI ARPA SICILIA La necessità di implementare un laboratorio completo per le analisi dei materiali contenenti amianto presso la Struttura Territoriale di Catania di Arpa Sicilia si è imposta, oltre che per assolvere ai compiti ai quali l’Agenzia è istituzionalmente preposta, a seguito dell’istituzione, con il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) n.468/2001, del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di "Biancavilla" in provincia di Catania, a seguito di studi che hanno dimostrato la presenza di un minerale, successivamente denominato fluoro-edenite, avente caratteristiche chimico – tossicologiche riconducibili all’asbesto.

Fascio di fibre di fluoro-edenite in particolato atmosferico proveniente da Biancavilla Già il Decreto 01 giugno 2005 dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente della Regione Sicilia, relativo all’approvazione del “Regolamento di organizzazione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente” individua i compiti istituzionali di ARPA Sicilia riguardanti la tematica amianto (Allegato E, art. 35) e sintetizza la ripartizione delle competenze tra ARPA Sicilia e Aziende UU.SS.LL. (oggi ASP) della Regione Sicilia, in un’ottica di collaborazione ed integrazione di attività di valenza sanitaria ed ambientale, ai fini della fattiva gestione delle criticità legate alla presenza dell’amianto in Sicilia. Secondo tale atto normativo ARPA “… omissis … assicura supporto tecnico scientifico alla Regione e agli Enti Territoriali per le attività di bonifica dei siti contaminati da amianto e per il contenimento della diffusione di fibre di amianto derivanti dalle attività di manutenzione dei materiali in matrice cementizia e friabili contenenti amianto”; alle ASP e precisamente al Dipartimento di Prevenzione ed al Laboratorio di Sanità Pubblica spettano, rispettivamente, i pareri di medicina del lavoro e le attività di cui al Decreto del Presidente della Regione Siciliana 27 dicembre 1995. Tale decreto, che ha disposto l’approvazione della Deliberazione n. 555 del 22 dicembre 1995 della Giunta Regionale relativa a: “Legge 27 marzo 1992 n. 257: Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto” individua, tra l’altro, le competenze istituzionali delle Aziende Unità Sanitarie Locali in merito alla materia di cui trattasi, prevedendo perfino le dotazioni strumentali necessarie per lo svolgimento delle attività di controllo ad esse ascritte. Più recentemente la Legge Regionale 29 aprile 2014, n. 10 recante “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”, nel confermare l’assetto normativo e l’individuazione delle competenze fissati dalla normativa nazionale e regionale precedente, ha assegnato ulteriori competenze ad ARPA Sicilia, in particolare per quanto attiene al censimento dei

materiali contenenti amianto; infatti la stessa prevede, all’art. 5, comma 3, che “tutti i soggetti pubblici e privati proprietari di siti, edifici, impianti, mezzi di trasporto, manufatti e materiali con presenza di amianto sono obbligati, entro 120 giorni dalla data di pubblicazione della legge suddetta, a darne comunicazione all’A.R.P.A. territorialmente competente, indicando tutti i dati relativi alla presenza di amianto.” Ai sensi del comma 4 del medesimo art. 5 “sono altresì obbligati alla comunicazione di cui al comma 3, entro gli stessi termini, tutti i soggetti imprenditoriali che secondo la normativa vigente svolgono attività di bonifica e smaltimento dell’amianto.” A tal fine, nell’ambito di un progetto finalizzato alla realizzazione della mappatura dei materiali contenenti amianto presenti nel territorio della regione Sicilia, sono state predisposte apposite “Schede di autonotifica”, da compilare ed inviare alle competenti Strutture Territoriali dell’ARPA Sicilia, scaricabili dal pdf sito istituzionale dell’Agenzia. Le Strutture Territoriali provvedono alla raccolta delle schede di autonotifica pervenute , alla registrazione su apposito database dei dati nelle stesse contenuti i quali vengono trasmessi semestralmente all’Ufficio Amianto appositamente istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Sicilia. ATTIVITA’ DEL LABORATORIO AMIANTO DI ARPA SICILIA Nel 2009, mediante con fondi del POR 2000 - 2006 è stato acquisito un primo lotto di apparecchiature conformi alle indicazioni contenute nella norma tecnica di settore il (D.M. 06 settembre 1994), tra le quali un microscopio elettronico a scansione (SEM) con microsonda EDS (SEM Zeiss SMT tipo EVO 10 MA con sistema di microanalisi a dispersione di energia (EDS) OXFORD “INCA Energy 250 Drycool”), necessarie per la soluzione analitica delle problematiche connesse alla presenza di amianto nell’ambiente. Grazie a tale dotazione strumentale la Struttura Territoriale di Catania di ARPA Sicilia ha potuto dare l’avvio ad un monitoraggio ambientale all’interno del SIN di Biancavilla che ha comportato, in un arco di tempo compreso fra luglio 2009 e luglio 2016, il prelievo e l’analisi di 800 campioni di particolato atmosferico per la ricerca ed il conteggio di fibre aerodisperse di fluoro-edenite. I dati e le valutazioni scaturenti dalle analisi sono stati oggetto di puntuale trasmissione al MATTM, in adempimento dei compiti istituzionali di ARPA Sicilia ed a tutti gli enti istituzionalmente interessati alla problematica in questione quali ISS, INAIL, Comune di Biancavilla ed i competenti uffici di Igiene Pubblica dell’ASP. Su 31 degli 800 campioni è stato registrato il superamento del valore indicato dalle Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la qualità dell’aria in Europa (WHO 2000) in ambiente urbano, pari ad 1 fibra/litro, che di fatto comporta un incremento di rischio cancerogeno compreso fra 1 e 100 casi/1.000.000 di esposti, relativamente ad una esposizione continuativa per l’intera vita della popolazione generale. In merito ai superamenti sopra citati appare interessante formulare alcune valutazioni in relazione ai periodi temporali nell’arco dei quali gli stessi sono stati registrati, ponendoli in rapporto, in particolare, alle attività delle varie opere di bonifica poste in essere all’interno del SIN di Biancavilla. Nel periodo 2009-2012, la Struttura Territoriale di Catania ha condotto il monitoraggio ambientale eseguendo le analisi ante operam, in corso d’opera e post operam durante le attività di bonifica condotte su varie strutture (muri di cinta della villa comunale e del cimitero, strutture murarie di edifici pubblici, etc) i cui intonaci erano stati realizzati con granulati contenenti fluoro-edenite, oltre a tutte le attività realizzate presso l’area di cava di Monte Calvario (dalla quale sono stati estratti per decenni materiali lapidei contenenti fluoro-edenite, utilizzati in edilizia), con particolare riferimento alla rimozione di cumuli di materiale lapideo frantumato ed alla ricopertura con Spritz Beton del costone roccioso del lato ovest di monte Calvario ed alla ricopertura/asfaltatura delle numerose aree pubbliche e strade sterrate presenti all’interno del SIN. Nel 2013, pur in assenza di opere eseguite all’interno del SIN, sono stati comunque prelevati numerosi campioni di aria per la ricerca di fibre aerodisperse, ai fini della prosecuzione del monitoraggio della qualità dell’aria di Biancavilla.

In totale, dall’inizio delle attività di prelievo nel 2009, fino alla conclusione del 2013, sono stati prelevati 462 campioni di particolato atmosferico: su 26 di essi è stato registrato il superamento del sopracitato valore di riferimento WHO per le fibre di amianto aerodisperse. Tali superamenti, ai fini di una prima valutazione, sono stati suddivisi in due distinte famiglie di dati tra loro omogenee riguardo alle perimetrazioni indicate nella figura appresso riportata.

Area di cava di Monte Calvario, Biancavilla

In una prima famiglia sono stati raggruppati e valutati 174 dati, relativi a prelievi eseguiti in punti interni all’area di cava (perimetro rosso, “area di cava propriamente detta”), o posti a distanza massima di cento metri dal perimetro di essa (perimetro verde, “area di cava allargata”) ove, comunque, si trovano anche diverse case di civile abitazione ed un complesso alberghiero. In questa prima famiglia di dati, nel citato arco temporale, sono stati riscontrati complessivamente 17 superamenti del valore di riferimento di fibre aerodisperse, con una percentuale pari al 10%; tuttavia, estrapolando i dati relativi ai superamenti registrati nel corso del 2012 (5/113 campioni) e del 2013 (0/105 campioni), è possibile prendere atto di come la sopra citata percentuale di superamenti si sia ridotta al 4.4% nel 2012 per poi azzerarsi nel 2013. Una seconda famiglia di dati, in numero di 288, raccoglie i prelievi eseguiti in larga prevalenza su tutta la rimanente area urbana ed in alcuni casi fuori dall’abitato ed anche all’esterno dell’area del SIN. I superamenti riscontrati all’interno dell’area urbana sono stati 9, pari a circa il 3% se rapportati all’intero periodo di misura sopra considerato; occorre però rilevare che nessun superamento del valore di riferimento è stato riscontrato nel periodo 2012 - 2013. Si precisa che tutti i superamenti riscontrati nell’area di cava allargata sono riconducibili o a prelievi eseguiti in aree sterrate, dalle quali possono facilmente originarsi polveri aerodisperse, o a prelievi che sono stati eseguiti durante la realizzazione di opere di MISE e quindi ad esse imputabili. Altra considerazione interessante sembra essere quella deducibile dai risultati di 36 campionamenti eseguiti negli ultimi mesi del 2012 all’interno dell’area di cava propriamente detta che evidenziano un solo superamento, riscontrato in un campione prelevato in prossimità di una formazione rocciosa isolata, a pareti verticali, costituita anche da materiale di scarsa coerenza e non interessata dalle operazioni di ricopertura con Spritz Beton.

Per quanto attiene ai superamenti riscontrati in area urbana occorre precisare che essi sono riconducibili a prelievi eseguiti presso siti ove erano presenti aree o strade a fondo naturale (tali strade risultano oggi asfaltate in esecuzione di progetti predisposti dal Comune di Biancavilla ed approvati anche dal MATTM), o presso i quali si trovavano depositati materiali di risulta polverulenti derivanti da precedenti opere di urbanizzazione. Il mancato riscontro di superamenti nell’area urbana dal 2012 al 2013 farebbe ragionevolmente ritenere che la riduzione dei superamenti, già riscontrata nel periodo antecedente al 2012, sia da imputare all’efficacia delle opere di MISE/bonifica eseguite nel contempo presso il sito. Nel corso del 2014 la Struttura Territoriale di Catania ha proseguito le attività di monitoraggio ambientale del SIN di Biancavilla, con il prelievo di ulteriori 185 campioni; in tale anno il superamento del valore di riferimento è stato osservato in 6 campioni, con una percentuale di superamenti pari al 3,2%. Ad eccezione di due superamenti registrati nel corso delle operazioni di scavo eseguite per la rimozione dei serbatoi di un Punto Vendita carburanti, gli altri 4 superamenti si sono registrati in zona urbana, non distante dall’area di cava e da alcuni affioramenti di rocce vulcaniche privi di terreno di copertura e di vegetazione, presso le quali non si ha evidenza dello svolgimento di particolari attività che abbiano comportato l’esecuzione di scavi, movimenti terra etc. E’ pertanto verosimile ritenere che in aree quali quelle descritte, specie in condizioni di ventilazione e bassa umidità (effettivamente riscontrate durante alcuni dei prelievi di cui trattasi), possano originarsi rilasci di fibre anche in assenza di attività antropiche; di tale evidenza sarà necessario tener conto nello stabilire le priorità di intervento previste nei progetti di bonifica che il Comune di Biancavilla ha attualmente in corso. Nell’arco temporale gennaio 2015 - luglio 2016, a fronte di un numero di campioni prelevati pari a 162, è stato registrato un solo superamento, precisamente in un campione prelevato in area urbana, ove erano in corso operazioni di scavo stradale relative ai lavori del “Progetto esecutivo di miglioramento della fruizione del centro urbano mediante la sistemazione di via Etnea – via Mongibello – via Don Bosco e via Brescia”. I dati sopraesposti mostrano nel complesso un andamento di significativa riduzione delle concentrazioni di fibre aerodisperse, con alcuni superamenti in concomitanza con specifici interventi (attività di scavo), o in determinate condizioni meteorologiche. La riduzione nel tempo delle fibre è stata altresì riportata in recenti studi dell’Istituto Superiore di Sanità e chiaramente sintetizzata nella figura di seguito riportata:

Distribuzione delle concentrazioni di fibre di fluoro-edenite rilevate durante le indagini 2000, 2004-2005 e nei controlli ARPA CT dal 2009 al 2013. B.M.Bruni1, M.E.Soggiu, G.Marsili1, A. Brancato, M.Inglessis, L.Palumbo, A. Piccardi, E.Beccaloni, F. Falleni, S. Mazziotti Tagliani and A.Pacella, Ann Ist Super Sanità 2014, Vol. 50, No. 2 , 119-26

La riduzione nel tempo della concentrazione di fibre di fluoro-edenite aerodisperse è, di fatto, il risultato di tutte le attività poste in essere a Biancavilla da quando, nel 2001 l’intero agglomerato urbano è stato riconosciuto “Sito di Interesse Nazionale” da bonificare. Da quel momento, attraverso un approccio interdisciplinare basato sul contributo di ricercatori e specialisti di diversi settori e di un costante confronto con le istituzioni e le comunità, sono state formulate una serie di raccomandazioni e contemporaneamente sono iniziate procedure di messa in sicurezza e bonifica di aree contaminate dalle fibre; dette attività hanno consentito, nel loro insieme, il raggiungimento di una situazione di controllo dell’area e quindi della concentrazione di fibre aerodisperse. La cava di Monte Calvario, ormai inattiva dal 1998, è stata chiusa ed il progetto di bonifica e/o messa in sicurezza permanente dell’area di cava, iniziato ma non ancora concluso, prevede la ricopertura dell’intera area di cava e la successiva riconversione in parco pubblico. Il progetto definitivo relativo agli interventi prima descritti è stato approvato dal MATTM con decreto della Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque prot. n.110/STA del 31/03/2016.

Ad ogni modo, i superamenti registrati nell’ultimo biennio, seppur contenuti numericamente, dimostrano quanto sia di estrema importanza esercitare un controllo particolarmente attento ed efficiente su tutte le attività che richiedono movimentazione di materiali e terre all’interno del SIN e quanto possa risultare efficace la sinergia fattiva e collaborativa fra Enti ed Istituzioni. In tal senso ed anche al fine di ampliare il campo di attività analitica (includendo l’analisi di suolo, rifiuti, materiali solidi, etc), grazie a finanziamenti relativi al P.O. F.E.S.R. 2007 – 2013, è proseguito il potenziamento del laboratorio suolo della Struttura Territoriale di Catania con l’acquisizione di ulteriore strumentazione. Trattasi in particolare di un microscopio elettronico FE-SEM altamente performante, con elevata risoluzione (fino a 0.6 nm) e potere di ingrandimento fino ad oltre 500.000X (Field Emission-Scannig Electron Microscope, Zeiss Merlin con microanalisi EDS OXFORD AZTEC), nonché del diffrattometro a raggi X (DRX RIGAKU SmartLab), quest’ultimo finalizzato ad indagini approfondite sulla struttura cristallina dei minerali oggetto di studio.

In conclusione, Biancavilla rappresenta il caso di un’area con contaminazione naturale da fibre di fluoro-edenite e da altre fibre a composizione fluoro-edenite simile; tale peculiarità rende necessario mantenere attivo un continuo sistema di controllo della dispersione in aria di fibre, con particolare attenzione a tutte le attività che richiedono movimentazione di materiali e terre.

BBBOOOXXX::: Il nuovo Piano Straordinario di Interventi Sanitari nel Sito di Interesse nazionale per le Bonifiche di Biancavilla

Redatto da Achille Cernigliaro1, Paolo Ciranni1,Gabriella Dardanoni1, Rosario Di Stefano2, Antonello Marras1, Salvatore Scondotto1, Ignazio Tozzo1

1Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, Assessorato Sanità, Regione Sicilia 2ASP Catania

Biancavilla è un comune della provincia di Catania situato alle pendici dell'Etna a circa 555 metri sul livello del mare, con una estensione di circa 70 km quadrati ed una popolazione di quasi 24.000 abitanti al 2013. Nell’ambito di un’indagine nazionale di mortalità per tumore maligno della pleura (Di Paola et al.1996), è stato osservato un significativo incremento dei decessi per mesotelioma pleurico nella popolazione residente nel comune di Biancavilla. Contrariamente a quanto osservato per gli altri comuni italiani nei quali erano stati osservati un numero di decessi superiore all’atteso, e per i quali era stato attribuito il nesso di causalità con la presenza di insediamenti produttivi riconducibili ad attività industriali, alla cantieristica navale e comunque alla produzione del cemento-amianto o ad altre attività a rischio, a Biancavilla non erano presenti sorgenti antropiche legati alla presenza d’amianto che potessero giustificare l’eccesso di mortalità per mesotelioma. L’aumento del carico di mortalità per tumore maligno della pleura nella popolazione residente a Biancavilla è stato successivamente attribuito alla presenza sul territorio comunale di una cava di materiale lapideo. Dalla cava, che insiste all’interno di Monte Calvario, in prossimità del centro abitato, si estraeva del pietrisco lavico friabile contenente un minerale a struttura cristallina aciculare precedentemente sconosciuta, che appartiene alla categoria delle fibre asbestiformi. La fibra estratta dalla cava di Biancavilla è un anfibolo risultato successivamente una specie mineralogica a sé stante, denominata Fluoro-edenite e classificata per la prima volta nell’anno 2001 dalla “Commissione Internazionale per i nuovi minerali e i nomi dei minerali”. Il pietrisco lavico estratto dalla cava, contaminato dalla fibra asbestiforme di Fluoro-edenite, era stato utilizzato per decenni, dopo opportuna macinazione, per la realizzazione di malte ed intonaci per la realizzazione di infrastrutture pubbliche e private all’interno del territorio comunale. La Fluoro-edenite, così come l’amianto, rappresenta un inquinante, pericoloso per la salute a causa del rilascio delle fibre, che può avvenire sia negli ambienti di lavoro che negli ambienti di vita proprio in occasione della loro manipolazione e lavorazione. Pericolo per la salute per esposizione ad ambiento o comunque a fibre asbestiformi possono essere anche i rilasci spontanei di fibre, come in presenza di materiali friabili, usurati o comunque sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, urti, ecc. L’esposizione a fibre di Fluoro-edenite, così come quella a fibre d’amianto, si associa principalmente alle malattie dell’apparato respiratorio, delle membrane sierose e della pleura. Il mesotelioma pleurico e l’asbestosi sono le principali patologie rilevate in presenza di fibre asbestiformi. Una recente indagine condotta a livello regionale (Stato di salute nelle aree a rischio ambientale e nei Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche in Sicilia; Notiziario OE 2013) ha evidenziato degli eccessi significativi di mortalità per tumore della pleura in entrambi i generi e per le malattie respiratorie croniche. Va chiaramente evidenziato come la riduzione del carico di mortalità e di morbosità è vincolata con un elemento prioritario per la tutela della salute nel SIN di Biancavilla costituito dalla riduzione dell’esposizione operata attraverso gli interventi di bonifica che riguardano altri rami della pubblica Amministrazione con competenza della tutela ambientale. E’ chiaro che in assenza o in ritardato avvio degli interventi di bonifica del territorio ogni ulteriore intervento mirato alla tutela della salute della popolazione residente potrebbe vedere vanificata la propria efficacia, per il perdurare dell’esposizione alle fonti potenzialmente nocive.

Tuttavia in attesa dell’avvio del programma di bonifica del territorio nel comune di Biancavilla le istituzioni sanitarie hanno messo in campo strategie per il contenimento dell’impatto che il determinate ambientale ha sulla salute della popolazione residente. La legge di riordino del Servizio Sanitario Regionale del 2009 ha stanziato, infatti, degli specifici fondi per la tutela della salute nelle aree a rischio ambientale da impiegare sulla base di “prescrizioni in materia di prevenzione individuale e collettiva, diagnosi, cura, riabilitazione ed educazione sanitaria”. La Regione ha pertanto definito uno specifico Programma straordinario di interventi finalizzato al controllo dei problemi rilevanti di salute pubblica descritti nelle aree sottoposte a forte pressione ambientale. Il Piano redatto da uno specifico Tavolo Tecnico, composto dai Ministeri e gli Assessorati Regionali della Salute e dell’Ambiente e da Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, Istituto Superiore di Sanità, esperti nel settore dell’epidemiologia ambientale e Aziende Sanitarie Provinciali (ASP), ha in primo luogo riguardato espressamente le aree con insediamenti industriali, successivamente è stato definito ed avviato un piano di interventi sanitari specifico per l’area di Biancavilla.

Principi generali e linee di intervento I principi generali a cui si ispira il programma vanno riferiti ai seguenti elementi:

Advocacy del Servizio Sanitario Nazionale e delle Aziende Sanitarie Provinciali. Il Piano prevede il rafforzamento del ruolo e della responsabilità previste agli organi di sanità pubblica locali e il mantenimento di un forte raccordo tra gli stessi (ASP, Distretto, Dipartimento di prevenzione, Unità di Educazione alla Salute, Registro Tumori), per sviluppare forme partecipate di politica della prevenzione e offrendo canali di discussione e orientamento per affrontare precocemente e correttamente situazioni sociali complesse. Con lo stesso Piano si ritiene necessario garantire e rafforzare le funzioni proprie di sanità pubblica alle ASP riguardo la tutela della salute collettiva negli ambienti di vita e di lavoro anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali ai sensi dell’art. 7 del D. Lgvo 229/99, in primo luogo attraverso i Dipartimenti di prevenzione e le altre strutture territoriali preposte.

Approccio globale di promozione della salute. Il Piano straordinario promuove un approccio globale di promozione della salute che non restringa l’attenzione ad uno solo dei possibili determinanti ma che consideri in maniera complessiva tutti i fattori di rischio che incidono sul territorio e verso i quali è provata l’efficacia di programmi di prevenzione primaria, educazione sanitaria, sorveglianza degli stili di vita e di diagnosi precoce. La valutazione dei determinanti non sanitari e dei fattori di rischio individuali assume grande rilievo in se e per la conoscenza di informazioni che possono interferire con i fattori di rischio ambientali. La Regione Siciliana ha avviato il Piano Regionale della Prevenzione che include programmi di sorveglianza e contrasto sui fattori di rischio comportamentali per alcuni stili di vita:

a) il potenziamento di campagne di promozione della salute nel campo del contrasto al fumo, specie quello passivo in età evolutiva, fattore di rischio modificabile, che concorre alla diffusione delle malattie croniche (tumorali e non) ed incrementano il rischio derivante dal fattore ambientale;

b) la razionalizzazione dell’offerta territoriale diagnostico assistenziale. Nello specifico sono state attivate le seguenti linee di intervento per la popolazione residente nel comune di Biancavilla:

Linea di intervento 1: Rafforzamento della Sorveglianza Epidemiologica A livello Regionale rafforzamento delle attività di sorveglianza epidemiologica anche al fine di effettuare una valutazione di efficacia degli interventi che frattanto vengono proposti nel documento. Prevedendo l’adozione di un modello di monitoraggio sanitario continuo attraverso un set di strumenti di sorveglianza consolidati, l’aggiornamento periodico dello stato di salute dei residenti e il supporto alla valutazione dell’efficacia degli interventi adottati. A livello locale si ricorre all’istituzione presso le tre Aziende Sanitarie Provinciali, di una interfaccia locale di riferimento (“focal point”) con competenze sanitarie e ambientali a supporto delle autorità con responsabilità decisionali.

Linea di intervento 2: Indagini di prevalenza, implementazione protocolli

diagnostici La presente linea di attività contiene le strategie aziendali che concorrono alla attivazione di un sistema provinciale di sorveglianza sanitaria per i soggetti esposti a Fluoro-edenite, finalizzato stima di prevalenza di pneumoconiosi e fibrosi polmonare al miglioramento dei protocolli diagnostici e al riconoscimento precoce di condizioni patologiche in soggetti a rischio e relativa presa in carico. Tali strategie riguardano fondamentalmente:

1) Protocollo indagine di prevalenza su Pneumoconiosi e Fibrosi polmonare.

A livello locale sono state avviate attività di sorveglianza sanitaria sulla popolazione. Il rafforzamento della sorveglianza è stato avviato tramite azioni volte a identificare e a caratterizzare i casi di pneumoconiosi prevalenti sul territorio comunale. Tra queste l’identificazione dei casi di Pneumoconiosi e Fibrosi polmonare prevalenti e la loro raccolta in un sistema di sorveglianza di patologia dedicato. Contestualmente è stata avviata la classificazione della documentazione sanitaria (se disponibile) relativa ai deceduti per pneumoconiosi o fibrosi polmonare residenti a Biancavilla.

Tali azioni hanno l’obiettivo finale di giungere alla creazione e all’informatizzazione di una banca dati dei casi accertati.

2) Implementazione protocolli diagnostici radiologi

Per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria degli esposti a fluoroedenite si sta avviando la verifica ed una eventuale implementazione delle tecniche di diagnosi per immagini, delle strutture territoriali che possono essere chiamate a fornire materiale corrente di qualità sufficiente ad una valutazione nel tempo della prevalenza di alterazioni radiologiche toraciche ascrivibili alla esposizione a fibre. Linea di intervento 3: Rafforzamento interventi di prevenzione primaria e

promozione della salute I fattori di rischio individuali modificabili, specie se in associazione a quelli ambientali, determinano un aumento del rischio di patologie croniche per alcune delle quali il carico di mortalità e morbosità risulta in eccesso nel sito in questione.

1) Attività di contrasto al consumo di tabacco È programmato il rafforzamento di campagne di promozione della salute nel campo del contrasto a fumo, specie a quello passivo in età evolutiva, e altri fattori di rischio modificabili.

L’obiettivo è di prevenire la sperimentazione in chi non ha mai fatto uso e di impedire l’abitudine e la dipendenza in chi ha già sperimentato. Si sta procedendo alla implementazione degli interventi di educazione sanitaria e sensibilizzazione finalizzati a conoscere i rischi connessi e a allontanare l’approccio con il fumo, nella popolazione scolastica di età adolescenziale. Le azioni di Prevenzione Primaria condotte in aderenza con i disposti dell' Art. 2 del D.A. 300/12.

2) Interventi di educazione sanitaria per l’adozione di comportamenti idonei Nei confronti dei cittadini si sta programmando il rafforzamento della consapevolezza circa l’adozione di regole di comportamento atte a mantenere in sicurezza le fibre presenti negli edifici e richiedere, in caso di interventi di una certa entità su edifici esistenti, un piano di lavoro in cui siano stati specificati i provvedimenti che si intendono adottare per limitare la polverosità. Si sta programmando pertanto l’adozione di idonei strumenti di informazione e comunicazione per la popolazione specialmente nei confronti delle fasce più a rischio e delle categorie lavorative maggiormente esposte.

Linea di intervento 4: Miglioramento della qualità dell’offerta diagnostico-

assistenziale e sorveglianza sanitaria Particolare rilevanza assume il potenziamento dell’offerta diagnostico-assistenziale con riferimento a quella rivolta ai pazienti con patologie respiratorie croniche che non hanno bisogno solo di prestazioni diagnostiche e terapeutiche, ma hanno anche esigenze emotive e sociali che rendono più difficile affrontare la malattia ed aderire ai trattamenti. Da qui la necessità di individuare strategie e interventi per promuovere il potenziamento dell’offerta diagnostico-assistenziale delle cure dei pazienti cronici per patologie respiratorie che richiedono una stretta condivisione e sinergia tra gli attori coinvolti nelle diverse fasi della malattia.

Attivazione ambulatorio dedicato e implementazione dei percorsi assistenziali e continuità territoriale ospedale Si sta procedendo alla definizione e alla successiva implementazione nell’area del comune di Biancavilla di percorsi di gestione integrata per i soggetti affetti da BPCO, insufficienza respiratoria o patologie respiratorie croniche di tipo restrittivo nonché di sorveglianza sanitaria dei pazienti con patologia conclamata e/o dimessi per patologia cronica respiratoria e soggetti con anamnesi positiva per esposizione alla fibra di particolare rilevanza (lavoratori a rischio) ed eventualmente altre categorie reclutati nell’ambito della linea 2.c o su segnalazione dei medici di base. Verranno programmate specifiche campagne di vaccinazione anti-influenzale secondo gli standard raccomandati per i soggetti a rischio. L’obiettivo è quello di favorire la continuità delle cure mediante la gestione integrata del paziente da parte dei servizi territoriali ed ospedalieri al fine di ridurre gli accessi impropri al PS e migliorare la rete assistenziale.

Linea di intervento 5: Responsabilizzazione delle ASP nei confronti della tutela

della salute in aree a rischio ambientale Negli ultimi anni in Sicilia si è maggiormente diffusa una notevole preoccupazione per i possibili effetti sulla salute derivanti da esposizioni a Fluoro-edenite nei residenti del comuni di Biancavilla. A fronte di tale tematica molto complessa nella loro gestione si è assistito nelle ASP ad una frammentazione delle competenze tra i vari servizi interessati e in ultima analisi ad un insufficiente governo delle stesse. Si è ritenuto necessario, pertanto, avviare forme di cooperazione fra soggetti che, sia pure con ruoli distinti, sono chiamati ad operare in tale settore.

Tale obiettivo potrà nel tempo essere raggiunto attraverso la costituzione di una funzione di coordinamento aziendale degli interventi di sanità pubblica locali, per le problematiche sanitarie correlate all’esposizione a Fluoro-edenite nel sito di Biancavilla, posta alle dirette dipendenze dell’area della Direzione Strategica Aziendale, con competenze multidisciplinari sanitarie, a supporto delle autorità locali, con l’impegno di avviare azioni e strategie volte al raggiungimento di una serie di obiettivi economici, sociali, culturali e di protezione ambientale. A tale azione si associa una forte responsabilizzazione formale dei Dipartimenti di prevenzione medico e veterinario (art. 7 del D.Lgvo 229/99) che rappresentano le strutture tecnico funzionale dell'Azienda Sanitaria Provinciale preposte alla promozione della tutela della salute collettiva con l'obiettivo della promozione della salute e della prevenzione delle malattie. A supporto del predetto coordinamento si ricollega l’avvenuta attivazione di un “focal point” con il compito di fornire un riferimento locale visibile di tipo informativo e operativo per l’eventuale coordinamento di attività epidemiologiche locali e di indagini sul campo.

L’indicatore ESPOSIZIONE MEDIA DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUTDOOR – PM10 ha lo scopo di evidenziare l’esposizione della popolazione alle concentrazioni di PM10 nell’area urbana, confrontando la situazione di diverse città e/o l’esposizione generale nel tempo. Esso fornisce:

- informazioni sulla relazione che sussiste tra l’esposizione ad inquinanti ambientali ed indicatori di salute nella popolazione;

- informazioni sull’efficacia delle politiche in atto per la riduzione dell’inquinamento atmosferico e per la prevenzione dell’esposizione della popolazione.

L’indicatore è definito come la media annua della concentrazione di PM10 a cui è esposta la popolazione urbana. Esso mostra il valore della concentrazione di PM10 a cui è esposta la popolazione di una data area urbana, ma anche la dimensione della popolazione e quindi il potenziale rischio sulla salute. Inoltre costituisce un ottimo indice della situazione espositiva generale, permettendo di effettuare un confronto tra diverse realtà urbane. L’indicatore, inoltre, consente una visione globale della popolazione esposta al PM10 nel tempo ed è un utile strumento per la verifica di efficacia degli interventi di policy per la riduzione dell’inquinamento atmosferico in relazione alla salute della popolazione. Effetti sulla salute Il valore limite di concentrazione in aria del PM10 per la protezione della salute umana, espresso come media annua delle concentrazioni giornaliere (anno civile), così come definito dal D.Lgs n. 155/2010 e s.m.i., è di 40 g/m3; l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) suggerisce un valore soglia per la protezione della salute di 20 g/m3 . Trend di esposizione Nel grafico di Figura 1 è riportata l’esposizione media della popolazione agli inquinanti atmosferici in outdoor-PM10 in quattro città siciliane, Palermo, Catania, Messina e Siracusa. La fonte delle informazioni relative all’inquinante PM10 e l’elaborazione dei dati è di ARPA Sicilia; le stime sono state eseguite tenendo conto delle popolazioni di ogni anno rilevate da fonte ISTAT. I dati provenienti dalla città di Messina, non sono inclusi nel grafico per l’anno 2010 e dal 2013 ad oggi, a causa di una copertura temporale del monitoraggio inferiore al 75% (limite standard utilizzato per l’espressione degli indicatori statistici di posizione e nella scelta dell’inclusione dei dati provenienti dalle centraline di rilevamento degli inquinanti delle città in diversi studi di epidemiologia ambientale nazionali e internazionali, tra cui anche EPIAIR). Dall’osservazione del grafico si evidenzia un andamento oscillante del PM10 nelle città di Palermo e Catania; le concentrazioni rilevate nella città di Siracusa mostrano una continua tendenza alla diminuzione a partire dal 2009.

INDICATORE ESPOSIZIONE MEDIA DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUDOOR- PM10

In generale, l’indice di esposizione della popolazione al PM10, calcolato sulla base delle concentrazioni medie annuali di particolato per tutte le aree urbane in esame, mostra modeste oscillazioni nel periodo analizzato, con tendenza al decremento fino al 2013; ritorna al medesimo valore del 2012 nell’anno 2014 e 2015. Per maggiore chiarezza si precisa che non tutti i dati della qualità dell’aria nelle città prese in esame provengono da stazioni di fondo, bensì da stazioni di monitoraggio definite da traffico. Per completezza d’informazione bisogna anche aggiungere che a partire dall’anno 2010, a differenza degli anni precedenti, i dati del campionamento della qualità dell’aria provengono da un numero di centraline inferiori rispetto a quelle utilizzate negli anni precedenti; ciò potrebbe influenzare l’andamento del trend riportato in Figura. La valutazione dello stato attuale dell’indicatore di esposizione della popolazione, al di sotto dei limiti previsti per legge di 40 μg/m3, è positiva, anche se in alcune stazioni si sono registrati più di 35 superamenti ammessi per ogni anno dal 155/2010 (vedi capitolo qualità dell’aria). ed in ogni caso ancora superiore al valore soglia per la protezione della salute di 20 μg/m3, suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Relativamente alle sorgenti emissive per gli inquinanti presi in esame, si rimanda alle valutazioni del capitolo sulla qualità dell’aria.

FIGURA 1: ESPOSIZIONE MEDIA DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN

OUTDOOR-PM10 IN QUATTRO CITTÀ SICILIANE

Fonte: Dati ambientali ed elaborazione ARPA-Sicilia. Dati popolazione ISTAT

0510152025303540

010203040506070

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Indi

ce d

i esp

osiz

ione

(

g/m

3)

Con

cent

razi

one

PM10

(

g/m

3 )

Catania Palermo Siracusa Messina Esposizione al PM10

INDICATORE ESPOSIZIONE DEI BAMBINI AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUDOOR- PM10 L’indicatore ESPOSIZIONE MEDIA DEI BAMBINI AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUTDOOR – PM10 è definito come la media annua della concentrazione giornaliera di PM10 a cui è esposta la popolazione pediatrica (in accordo alle indicazioni dell’OMS, come la popolazione di età inferiore ai 20 anni) in ambito urbano. Esso, inoltre, in quanto riferito alla dimensione della popolazione pediatrica, è un indicatore del potenziale rischio sulla salute. Anche per questo indicatore i dati del campionamento della qualità dell’aria provengono da un numero di centraline inferiori rispetto a quelle utilizzate negli anni precedenti. L’indicatore evidenzia l’esposizione della popolazione di età inferiore a 20 anni alle concentrazioni di PM10 nell’area urbana, confrontando la situazione di diverse città e/o l’esposizione generale nel tempo. Esso fornisce:

- informazioni sulla relazione tra l’esposizione ad inquinanti ambientali ed gli indicatori di salute nella popolazione di soggetti “suscettibili”;

- informazioni sull’efficacia delle politiche in atto per la riduzione dell’inquinamento atmosferico in relazione alle strategie preventive ambientali per le malattie respiratorie infantili.

L’indicatore è stato sviluppato, a livello europeo, per: - poter essere utilizzato come aiuto ai soggetti politici per centrare l’Obiettivo Prioritario

Regionale n.3 (RPG III) del Piano Operativo Europeo per l’ambiente e la salute dei bambini;

- prevenire e ridurre le malattie respiratorie dovute all’inquinamento outdoor e indoor, contribuendo pertanto a diminuire la frequenza degli attacchi asmatici;

- assicurare ai bambini un ambiente con aria più pulita. Analogo alla "Esposizione media della popolazione agli inquinanti atmosferici in outdoor - PM10", l’indicatore focalizza l’attenzione su una fascia di popolazione più vulnerabile ed è definito come la media annua della concentrazione di PM10 a cui è esposta la popolazione infantile in ambito urbano. Esso costituisce un ottimo indice della situazione espositiva generale, permettendo di effettuare un confronto tra diverse realtà urbane. Infatti, tale indicatore, seppur di semplice interpretazione, è espressione di un’informazione complessa, che tiene conto non soltanto dei livelli di inquinante, ma anche della grandezza della popolazione pediatrica esposta a diverse concentrazioni. Esso consente una visione globale della popolazione pediatrica esposta al PM10 nel tempo ed è un utile strumento per la verifica di efficacia degli interventi di policy per la riduzione dell’inquinamento atmosferico in relazione alla salute della popolazione. Sulla base della Direttiva Europea 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa, poiché gli inquinanti atmosferici provengono da molte fonti e attività diverse, è opportuno adeguare le reti di monitoraggio e predisporre piani per la qualità dell’aria per le zone e gli agglomerati urbani, entro i quali le concentrazioni di inquinanti nell’aria ambiente superano i rispettivi valori-obiettivo o valori limite per la qualità dell’aria, più eventuali margini di tolleranza previsti. Nel grafico (Figura 2) è riportata l’esposizione media dei bambini agli inquinanti atmosferici in outdoor-PM10 nelle quattro città siciliane prese in esame. La fonte delle informazioni relative all’inquinante PM10 e l’elaborazione dei dati è di ARPA Sicilia; le stime sono state eseguite tenendo conto delle popolazioni con età < 20 anni, rilevate da fonte ISTAT. Dall’osservazione del grafico si evidenzia una situazione analoga a quanto precedentemente riportato e pertanto vale quanto detto per l’indicatore relativo all’intera popolazione.

FIGURA 2: ESPOSIZIONE DEI BAMBINI AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUTDOOR-PM10 IN

QUATTRO CITTÀ SICILIANE

Fonte: Dati ambientali ed elaborazione ARPA-Sicilia. Dati popolazione ISTAT

0510152025303540

0

10

20

30

40

50

60

70

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Indi

ce d

i esp

osiz

ione

(

g/m

3)

Con

cent

razi

one

PM10

(

g/m

3 )

Catania Palermo Siracusa Messina Esposizione al PM10

INDICATORE ESPOSIZIONE MEDIA DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUDOOR- O3 L’indicatore evidenzia l’esposizione media della popolazione che vive in ambito urbano, permettendo di confrontare la situazione di diverse città. Esso fornisce:

- informazioni sulla relazione esposizione ad inquinanti ambientali ed indicatori di salute nella popolazione;

- informazioni sull’attuale situazione a livello urbano e sull’efficacia delle politiche in atto per la riduzione dell’ozono in relazione alla salute della popolazione.

Sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, provenienti da studi condotti sia a livello nazionale che internazionale, non è stato possibile stabilire un livello minimo al di sotto del quale l’ozono non abbia effetti sulla salute; è riconosciuta comunque una soglia minima (individuata appunto in 35 ppb (parti per bilione, equivalenti a 70 μg/m3) al di sopra della quale esiste un incremento statistico del rischio di mortalità. Pertanto ARPA Sicilia ha adottato per la valutazione dell’esposizione della popolazione all’ozono, l’indicatore SOMO35. SOMO35 (Sum of Ozone Means Over 35 ppb) rivela la concentrazione annuale cumulata di ozono sopra la soglia dei 35 ppb, pari a 70 μg/m3. L’indicatore, definito come la somma nell’anno delle concentrazioni medie massime (calcolate su 8 ore) di ozono sopra soglia 70 μg/m3, è stato sviluppato per essere utilizzato negli studi di rischio e di valutazione dell’impatto sulla salute umana. Il SOMO35 rappresenta perciò la somma delle eccedenze dalla soglia di 35 ppb, espressa in μg/m3, della media massima giornaliera su 8 ore, calcolata per tutti i giorni dell’anno. L’indicatore mostra i valori di SOMO35 calcolato per le stazioni (sub)urbane, pesati sulla popolazione dei comuni interessati. Nella tabella 1 sono riportate le concentrazioni annuali cumulate di ozono sopra la soglia dei 35 ppb (70 μg/m3) in tre città siciliane dal 2008 al 2015. L’indicatore mostra lo stato ed il trend delle condizioni di esposizione della popolazione nelle tre città siciliane, sebbene non esistano limiti di legge normati per una sua valutazione. Tale trend mostra un generale tendenza alla diminuzione sia dei valori del SOMO35 riportati sia dell’indice di esposizione calcolato sulla base della popolazione esposta nelle tre città esaminate. I valori di concentrazione in aria per l’ozono sono definiti nel D.Lgs. n.155 del 13 agosto 2010 e s.m.i. in attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa. Il valore bersaglio per la protezione umana è di 120 μg/m3 (media massima giornaliera calcolata su 8 ore) da non superare per più di 25 gg per anno civile come media su 3 anni. L’obiettivo a lungo termine è di 120 μg/m3 (media massima giornaliera calcolata su 8 ore nell’arco di un anno civile). La fonte dei dati dell’inquinante O3, provenienti da centraline appartenenti alla rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria e l’elaborazione del SOMO35 è di ARPA Sicilia; la fonte dei dati relativi alla popolazione residente nei comuni interessati è ISTAT. L’indicatore è rilevante in quanto fornisce informazioni utili alla valutazione dell’esposizione della popolazione all’ozono. L’andamento dei valori medi di SOMO35 indica una tendenza alla diminuzione nel tempo. Ciò è dovuto al contributo delle città di Palermo e Catania, anche se per quest’ultima vi sono alcuni anni mancanti; la città di Siracusa, per cui valgono le considerazioni zonizzazione del territorio regionale, evidenziate nel capitolo sulla qualità dell’aria a cui si rimanda, ha mostrato andamenti dell’indicatore sostanzialmente stabili fino al 2014 ed una evidente diminuzione nel 2015. Per quanto attiene agli anni 2010 e 2014, la media pesata sulla popolazione è riferita unicamente alle due città di Palermo e Siracusa.

Tabella1: Distribuzione dei valori di SOMO 35estimate. Esposizione della popolazione all’ozono (2008-2015)

SOMO35 POPOLAZIONE TOTALE Anni 2008 2009 2010 2012 2013 2014 2015 2008 2009 2010 2012 2013 2014 2015

[µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti]

CITTA'

PALERMO 9783,72 10807,79 9917,29 6924,61 2925,08 5207,21 6992,45 663173 659433 656081 656829 654987 678492 678492

CATANIA 10704,34 12427,88 n.d. 7806,38 5969,61 n.d. 5826,85 298957 296469 293458 293104 290678 315601

SIRACUSA 10597,11 9544,05 12316,98 12371,6 12472,29 10616,32 5312,30 123595 124083 123768 118442 118644 122304 122503

Somma Somma Somma Somma Somma Somma Somma Valore medio

SOMO35 [µgr/m3]

10361,72 10926,57 11117,14 9034 7122,32 7911,76 6043,86

1085725 1079985 1073307 1068375 1064309 800796 1116596

formula per il calcolo del SOMO35

Media pesata sulla popolazione

totale indagata in

Sicilia

10129,81 11107,33 10298,14 7770.3 4820,86 6033,33 6478,67 SOMO35measured = Σi max(0, (Ci - 70)) SOMO35estimate = (SOMO35measured · Nperiod) / Nvalid

Fonte: Dati ambientali ed elaborazione ARPA-Sicilia. Dati popolazione ISTAT. .[*]Per la città di Catania il monitoraggio 2010 e 2014 ha avuto una copertura temporale insufficiente; ne discende che il SOMO35 per quell’anno è stimato sui dati di Palermo e Siracusa e riferito alle relative popolazioni.

INDICATORE ESPOSIZIONE DEI BAMBINI AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUDOOR- O3

L’indicatore evidenzia l’esposizione della popolazione infantile alle concentrazioni di O3 nell’area urbana, confrontando la situazione di diverse città e/o l’esposizione generale nel tempo. Esso fornisce:

- informazioni sulla relazione esposizione ad inquinanti ambientali ed indicatori di salute nella popolazione di “suscettibili”;

- informazioni sull’attuale situazione a livello urbano e sull’efficacia delle politiche in atto per la riduzione dell’ozono in relazione alla salute della popolazione. L’indicatore fornisce una stima dell’esposizione cumulativa annuale all’ozono, quindi una stima dell’esposizione della popolazione pediatrica all’inquinante, che può essere utilizzata nelle valutazioni di impatto sulla salute.

Analogo all’indicatore “Esposizione media della popolazione agli inquinanti atmosferici in outdoor- O3”, ma con attenzione focalizzata ad una fascia di popolazione più vulnerabile (da 0 ai 20 anni di età, definita come tale in ambito WHO), SOMO35 è un indicatore della concentrazione annuale cumulata di ozono (O3) sopra la soglia dei 35 ppb (70 μg/m3). L’indicatore, definito come la somma nell’anno delle concentrazioni medie massime (calcolate su 8 ore) di ozono, è stato sviluppato e utilizzato negli studi di rischio e di valutazione dell’impatto sulla salute umana. L’indicatore mostra i valori di SOMO35 calcolato per le stazioni (sub)urbane pesati sulla popolazione dei comuni interessati, dunque stima l’esposizione della popolazione infantile urbana all’ozono, sulla base dei dati di concentrazione rilevati dalle stazioni ed elaborati statisticamente per ottenere la media massima giornaliera su 8 ore. La fonte delle informazioni relative all’inquinante O3 e l’elaborazione dei dati del SOMO 35 è di ARPA Sicilia; la fonte dei dati relativi alla popolazione residente nei comuni interessati è ISTAT. L’indicatore è rilevante in quanto fornisce informazioni utili alla valutazione dell’esposizione della popolazione vulnerabile all’ozono; esso fornisce informazioni sull’attuale situazione a livello urbano e sull’efficacia delle politiche in atto per la riduzione dell’inquinamento atmosferico in relazione alla salute della popolazione. I valori di concentrazione in aria per l’ozono sono indicati dal Decreto Legislativo n.155 del 13/08/2010 in attuazione della Direttiva 2008/50/CE. La tabella 2 riporta la concentrazione annuale cumulata di ozono sopra la soglia dei 35 ppb (70 μg/m3) in tre città siciliane, riferite alla popolazione con età inferiore ai 20 anni; valgono le considerazioni precedentemente riportate nell’indicatore relativo all’intera popolazione.

Tabella2: Distribuzione dei valori di SOMO 35estimate. Esposizione della popolazione di età inferiore ai 20 anni all’ozono (2008-2015)

SOMO35 POPOLAZIONE TOTALE Anni 2008 2009 2010 2012 2013 2014 2015 2008 2009 2010 2012 2013 2014 2015

[µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [µgr/m3] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti] [n°abitanti]

CITTA'

PALERMO 9783,72 10807,79 9917,29 6924,61 2925,08 5207,21 6992,45 158563 156665 154234 144911 142316 144249 142427

CATANIA 10704,34 12427,88 n.d. 7806,38 5969,61 n.d. 5826,85 68086 67164 62672 61279 65826

SIRACUSA 10597,11 9544,05 12316,98 12371,6 12472,29 10616,32 5312,30 25762 25590 25334 23720 23524 23961 24146

Somma Somma Somma Somma Somma Somma Somma Valore medio

SOMO35 [µgr/m3]

10361,72 10926,57 11117,14 9034 7122,32 7911,76 6043,86

252411 249419 246000 231303 227119 168210 232339

formula per il calcolo del SOMO35

Media pesata sulla popolazione

totale indagata in

Sicilia

10129,81 11107,33 10298,14 7770.3 4820,86 6033,33 6487,73 SOMO35measured = Σi max(0, (Ci - 70)) SOMO35estimate = (SOMO35measured · Nperiod) / Nvalid

Fonte: Dati ambientali ed elaborazione ARPA-Sicilia. Dati popolazione ISTAT. .[*]Per la città di Catania il monitoraggio 2010 e 2014 ha avuto una copertura temporale insufficiente; ne discende che il SOMO35 per quell’anno è stimato sui dati di Palermo e Siracusa e riferito alle relative popolazioni.

L’indicatore ESPOSIZIONE MEDIA DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUTDOOR – PM2.5 ha lo scopo di evidenziare l’esposizione della popolazione alle concentrazioni di PM2.5 nell’area urbana, confrontando la situazione di diverse città e/o l’esposizione generale nel tempo. Esso fornisce:

- informazioni sulla relazione che sussiste tra l’esposizione ad inquinanti ambientali ed indicatori di salute nella popolazione;

- informazioni sull’efficacia delle politiche in atto per la riduzione dell’inquinamento atmosferico e per la prevenzione dell’esposizione della popolazione.

L’indicatore è definito come la media annua della concentrazione giornaliera di PM2.5 a cui è esposta la popolazione urbana. Esso mostra il valore della concentrazione di PM2.5 a cui è esposta la popolazione di una data area urbana, ma anche la dimensione della popolazione e quindi il potenziale rischio sulla salute. Inoltre costituisce un ottimo indice della situazione espositiva generale, permettendo di effettuare un confronto tra diverse realtà urbane. L’indicatore, inoltre, consente una visione globale della popolazione esposta al PM2.5 nel tempo ed è un utile strumento per la verifica di efficacia degli interventi di policy per la riduzione dell’inquinamento atmosferico in relazione alla salute della popolazione. Effetti sulla salute Il valore limite di concentrazione in aria del PM2.5 per la protezione della salute umana, espresso come media annua (anno civile), così come definito dal D.Lgs n. 155/2010 e s.m.i., è di 25 g/m3; l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) suggerisce un valore soglia per la protezione della salute di 10 g/m3. La normativa prevede l’utilizzo delle stazioni di fondo urbano per la stima delle concentrazioni medie annue; per una stima più accurata dell’esposizione della popolazione e per migliorare la copertura spaziale del territorio, l’indicatore viene in realtà calcolato utilizzando dati di qualità dell’aria provenienti sia da centraline di rilevamento di fondo urbano, ma eventualmente anche da fondo suburbano e da traffico. Per la città di Siracusa, in cui sono presenti più stazioni in grado di registrare i livelli di PM2.5, sono riportati la media aritmetica ed inoltre il valore di media massimo e minimo e la popolazione esposta riferito all’anno 2015 (Tabella 3).

INDICATORE ESPOSIZIONE MEDIA DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUDOOR- PM2.5

TABELLA 3: ESPOSIZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUTDOOR-PM2.5 A SIRACUSA

ANNO 2015

CITTA’ stazione Concentrazione media Media massima Media minimma Popolazione esposta

Siracusa F.Urbano / traffico 15.84 19.9 12.80 122.503

Fonte: Dati ambientali ed elaborazione ARPA-Sicilia. Dati popolazione ISTAT