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Anno I - n.2 Marzo/Aprile 2017 Periodico di informazione e discussione dell’IIS «Luigi di Savoia» • Chieti Internet: www.itisavoia.ch.it e-mail: [email protected] AIUTI PER LA SCUOLA DI NORCIA Dopo l’adesione morale della scuola al #Donoday2017, l’Istituto di Istruzione Superiore “Lu- igi di Savoia” di Chieti si dichiara testimonial e sostenitore degli ideali che animano il Giorno del Dono. Così si ripropone alla nostra attenzione la riflessione sull’importanza della donazio- ne: perché ricevere un segno di gratitudine per un gesto di bene- ficenza valorizza chi la compie e chi l’ha ricevuta. A testimonianza della solidarietà promossa dalla Dirigente Anna Maria Giusti e dal corpo docen- te del “Savoia” di Chieti, favore- volmente recepita dagli studenti, ci è pervenuto – per il tramite del Presidente dell’Agiscuola Abruzzo, Stefano Francioni – il messaggio del Preside dell’Istituto Omnicomprensivo di Nor- cia, per ringraziarci degli aiuti arrivati al centro colpito dal recente sisma. Aiuti che sono stati raccolti in occasione della settimana del Cinema, dal 28 novembre al 2 dicembre scorso: per ogni biglietto acquistato dagli alunni per assistere alle proiezioni cinema- tografiche (più di mille gli studenti del “Savoia” di Chieti), l’Agiscuola, come annunciato, ha accantonato 1 euro per le popolazioni colpite dal sisma. Circa seimila euro l’ammontare della donazione. «[…] un sentito ringraziamento per il gesto di solidarietà che avete dimostrato nei nostri con- fronti, ovvero l’erogazione della donazione economica…» scrive il Dirigente dell’Istituto di Norcia “De Gasperi-Battaglia”. A queste belle parole uniamo il nostro augurio affinché le popolazioni che si trovano nelle zone colpite dal sisma, a partire dalle scuole e dagli studenti che le frequentano, possano tor- nare a vivere una vita normale. Redazione SavoiaNews

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A n n o I - n . 2Marzo/Apri le 2017 Periodico di informazione e discussione dell’IIS «Luigi di Savoia» • Chieti Internet: www.itisavoia.ch.it

e-mail: [email protected]

AIUTI PER LA SCUOLA DI NORCIA

Dopo l’adesione morale della scuola al #Donoday2017, l’Istituto di Istruzione Superiore “Lu-igi di Savoia” di Chieti si dichiara testimonial e sostenitore degli ideali che animano il Giorno del Dono. Così si ripropone alla nostra attenzione la riflessione sull’importanza della donazio-

ne: perché ricevere un segno di gratitudine per un gesto di bene-ficenza valorizza chi la compie e chi l’ha ricevuta.A testimonianza della solidarietà promossa dalla Dirigente Anna Maria Giusti e dal corpo docen-te del “Savoia” di Chieti, favore-

volmente recepita dagli studenti, ci è pervenuto – per il tramite del Presidente dell’Agiscuola Abruzzo, Stefano Francioni – il messaggio del Preside dell’Istituto Omnicomprensivo di Nor-cia, per ringraziarci degli aiuti arrivati al centro colpito dal recente sisma.Aiuti che sono stati raccolti in occasione della settimana del Cinema, dal 28 novembre al 2 dicembre scorso: per ogni biglietto acquistato dagli alunni per assistere alle proiezioni cinema-tografiche (più di mille gli studenti del “Savoia” di Chieti), l’Agiscuola, come annunciato, ha accantonato 1 euro per le popolazioni colpite dal sisma. Circa seimila euro l’ammontare della donazione.

«[…] un sentito ringraziamento per il gesto di solidarietà che avete dimostrato nei nostri con-fronti, ovvero l’erogazione della donazione economica…» scrive il Dirigente dell’Istituto di Norcia “De Gasperi-Battaglia”.

A queste belle parole uniamo il nostro augurio affinché le popolazioni che si trovano nelle zone colpite dal sisma, a partire dalle scuole e dagli studenti che le frequentano, possano tor-nare a vivere una vita normale.

Redazione SavoiaNews

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Le donne ed iL voLoPESCARA: L’AeroClub incontra le ragazze nella giornata della donna.

Le ragazze dell’Istituto Industriale settore Aereonautico di Chieti, il giorno 10 marzo 2017 nella sala “Filomena Delli Castelli” della regione Abruzzo, in viale Bovio, hanno partecipato ad una conferenza dal titolo “La donna ed il volo”.

Il presidente dell’Aeroclub Cristiano D’Ortenzio ha presentato otto donne che si sono distinte nei diversi settori dell’Aereonautica: quattro di loro hanno fatto del volo la loro professione e sono i piloti Paola Gini, primo comandante donna del B747-400 CargoLux Italia SPA, che ha raccontato della sua

esperienza in un ambito prevalentemente maschile: “Pi-loto aerei di linea con rotte lontane anche fino ai Caraibi, volo anche dai sette agli otto giorni consecutivi rischiando anche di avere solamente 24h di riposo. Per arrivare fino a qui ho studiato e fatto tanti sacrifici, ci vogliono costan-za e perseveranza”. Queste sono alcune parole del pilota Paola Gini nel racconto della sua esperienza personale. Evelina Cornelii, prima donna al comando di un elicottero del Corpo Forestale dello Stato, attualmente pilota degli elicotteri dei Vigili del Fuoco di Pescara. Ha raccontato le sue passioni e il motivo per cui ha scelto questo lavoro nella vita: “Adoro gli animali e mi appassiona tutto ciò che ha a che fare con la natura”. Martina Buso, controllore di volo e metereologo che ha esposto la sua esperienza vissuta a Trento, informando le ragazze presenti che an-che lei al Nord ha frequentato una scuola Aereonautica e che, senza alcuna laurea, è riuscita a trovare un lavoro che ama.

Alla conferenza erano presenti anche Gemma Andrei-ni, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo, Tiziana Di Giampietro presidente della

Commissione Pari Opportunità della Regione di Pescara, Annalisa Palozzo, consigliere provinciale a Pescara e Anna Maria Giusti, dirigente scolastico dell’Istituto di Istruzione superiore “Luigi di Savoia” di Chieti.

Numerosi sono stati gli interventi delle ragazze del “Savoia”di Chieti settore Aereonautico, che sono state spronate a co-gliere la possibilità di una importante opportunità per il loro futuro.

La strada da percorre-re, spiegano i piloti, è molto dura, ma con il giusto spi-rito e con l’impegno adatto si ottengono ottimi risultati. “Non mollate al primo osta-colo!”Per la Redazione: Cristina Di Martino II A Trasporti e Logi-stica, IIS “L. di Savoia”, Chieti

Il 2 aprile scorso l’Istituto “L. di Savoia” di Chieti ha aderito alla Decima Giornata

mondiale della consapevolezza sull’Auti-smo, promossa dall’Onu.

L’evento è stato celebrato in tutto il mondo con appuntamenti di informa-

zione, solidarietà e sostegno.

Il blu è stato il colore scelto per manife-stare tale solidarietà da parte di istitu-

zioni e associazioni e promuovere la cono-scenza del fenomeno. In Italia e nel mondo sono stati tanti i monumenti che si sono illuminati e che avevano un segno blu. Nell’atrio del nostro istituto è stato espo-sto un drappo blu, per sensibilizzare tutta la comunità educante ad una partecipa-zione informata e consapevole.

Sono milioni nel mondo e migliaia in Italia le famiglie che hanno a che fare

Giornata Mondiale della consapevolezza sull’Autismo 2017Chieti: Istituto di Istruzione Superiore “L. di Savoia”

Ci siamo anche noicon questo disturbo nella vita di tutti i giorni. E’ una condizione dalle mille sfac-cettature, che rende difficile la vita dei pa-zienti e dei loro familiari.

Il nostro Paese può vantare una legisla-zione tra le più avanzate nel mondo nel

campo dell’inclusione scolastica, ma l’at-

tenzione su tali temi deve essere tenuta costante. Il Miur svolge un ruolo fonda-mentale per l’esercizio dei diritti di stu-denti e studentesse con autismo e investe nella formazione rivolta a tutto il persona-le scolastico, insieme alle comunità terri-toriali in sinergia con i piani di inclusione allo scopo di migliorare la qualità dell’in-clusione scolastica.

La Redazione

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BFF: Best Friend Forever

L’amicizia: una poesia eternalDa anni ormai con i nuovi metodi di comunicazione si altera la concezione di amicizia e si pone la domanda su che cosa in realtà essa rappresenti veramente...

L’amicizia… cos’è?È scontato pensare quest’oggi che l’amicizia è quel rapporto che si ha su un social Network e che l’amico sia colui che guarda, condivide e commenta video e foto. L’amicizia è ben diversa, accompagna l’uomo da molti secoli, da prima dell’era digitale e molti sono gli illustri del passato che raccontano, scrivono, mettono su tela, ciò che condividono e mostrano.Uno tra questi è Dante Alighieri che nelle Rime, scrive un componimento dedicato ai suoi amici Lapo e Guido dicendo di voler scappare via insieme a loro e alle rispettive amate per vivere una vita felice tra amici.In effetti l’amicizia è felicità, è gioire insieme delle cose belle e soffrire insieme dei mali, litigare per poi far pace, piangere per poi sorridere, e come afferma Cicerone nel De Amicitia: «Tutti sanno che la vita non è vita senza amicizia»; perché è impossibile vivere soli senza qualcuno a fianco che si preoccupi.Dopotutto l’amicizia vive di gesti, di sguardi complici, di carezze sul volto, di abbracci rassicuranti, di un qual-cosa che vale più di mille parole, che da secoli rassicura e riscalda l’animo di chi ne ha bisogno.Con il corso dei secoli è nato sempre più il dubbio su cosa sia in realtà l’amicizia e molti artisti, hanno provato attraverso libri e film a nascondere l’insegnamento di “quest’arte meravigliosa”.«Cerco degli amici. Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?È una cosa molto dimenticata. Vuol dire ‘creare legami’» (Il Piccolo Principe).

Questa frase è la definizione che si avvicina di più al concetto di amicizia, esprime il vero senso di questo sentimento che l’uomo da se-coli sta cercando e che in questo capolavoro ha nascosto.In realtà l’amicizia non ha definizione e non potrà mai averla; sebbene grandi illustri del momento continuano questa lunga caccia, ed esprimono mille concetti per darle un nome o una descrizione, l’amicizia non ne avrà mai una; semplicemente perché è più bella di un amore perché priva di competizione. È sa-persi capire tramite uno sguardo, riconoscere le lacrime sotto una pioggia torrenziale, ma semplicemente esserci per l’altro.Non occorre scrivere temi, tesi e poesie per descriverla; perché dopotutto… l’amicizia non è già poesia?

Lorenzo Di Massimo3 A Trasporti e Logistica

il degrado politico e culturale: i governi sono traballanti, spesso hanno vita breve per cui è impossibile portare a termine un necessario percorso di cambiamento per fare le riforme più urgenti. Se a ciò si aggiunge l’impreparazione e l’opportunismo della classe dirigente il quadro diventa an-cora più inquietante. Basti pensare alle vicende del 2006 quando due parlamentari passarono dalla Lega a Forza Italia per 10.000 euro!Il politico ideale deve innanzitutto anteporre il bene e la sicurezza del popolo ai fini e agli interessi personali, non deve essere ricattabile perché solo così sarà libero di agire e deve avere competenze e capacità non comuni.

La storia del nostro paese per fortuna è costellata da esempi di politici nazionali e locali che si sono adoperati per far prevale-re l’interesse e il bene comune nel rispetto delle norme e della legalità pur essendo consape-voli che la lotta per il trion-fo della giustizia poteva costare loro l’isolamento politico se non addirittura la vita stessa. Sono questi i casi del sindaco del Comune di Pollica Angelo Vas-sallo, detto “il sindaco pescato-re” che per ben tre mandati, di cui l’ultimo ottenuto con il 100% dei voti ha amministrato la sua città perseguendo unicamente l’interesse pubblico, per que-sto è stato ucciso dalla camorra che lo considerava d’intralcio al controllo del porto per il traffico di droga. A Giuseppe Lavorato,

sindaco di Rosarno, la ‘ndrangheta ha impedito di ricandi-darsi a sindaco della propria città perché d’ostacolo a pra-tiche illegali ormai consolidate soprattutto per quanto riguar-da lo sfruttamento della manodopera extracomunitaria nelle attività agricole della zona. In campo nazionale impossibile non ricordare il Presidente della Repubblica Sandro Perti-ni, esempio di onestà, tenacia e coerenza. Durante il suo settennato l’Italia ha vissuto momenti difficili e drammatici come il terremoto dell’Irpinia, il periodo delle stragi e degli attentati ad opera di formazioni politiche di estrema destra ed estrema sinistra, ma gli Italiani si sono riconosciuti in lui, lo hanno sentito loro alleato, pronto a schierarsi senza remore anche contro una classe politica inefficiente ed inadempiente. E per questo Pertini è passato alla Storia come il Presidente più amato dagli Italiani. Un altro grande

Da Tucidide a oggi le caratteristiche del buon politico non cambiano: conoscere il passato, per comprendere il presente e progettare il futuroNonostante la nostra giovane età crediamo che sia im-portante interessarci alla politica perché, se oggi i giovani hanno la possibilità di studiare e vivere meglio rispetto a quelli del passato, ciò è dovuto anche alle generazioni precedenti che, attraverso la conquista di diritti e tutele sociali, hanno migliorato le condizioni di tutti i cittadini per-seguendo come dice l’etimologia stessa del termine politica, il bene della moltitudine.Purtroppo però in questi ultimi tempi è proprio la politica ad incuterci una certa inquietu-dine spingendoci verso il disin-teresse per tutto ciò che non ci riguarda direttamente. La politica infatti non sembra più proteg-gere i cittadini che, al contrario, la percepiscono come una vera e propria minaccia: non passa giorno che non si apprenda, da giornali e notiziari TV, di scan-dali in cui sono coinvolti funzio-nari dello Stato a livello nazio-nale e locale, personaggi, che hanno sfruttato l’incarico politi-co- istituzionale conferitogli dai cittadini, tramite il voto, ai soli fini personali tanto che i reati di corruzione, concussione, abuso d’ufficio sono ormai così diffusi da costituire quasi un curriculum professionale.Ciò accade perché la gran parte degli uomini politici di oggi antepone il profitto personale all’interesse e ai bisogni dei cittadini e ed è così avida di potere e di denaro che ha portato il nostro paese sull’orlo di una crisi di Stato sen-za precedenti dal Secondo dopoguerra ad oggi: il debito pubblico, che ammonta ormai a 2 miliardi di euro, continua a crescere, le aziende delocalizzano, trasferendo gli stabili-menti all’estero, dove il costo del lavoro è inferiore rispetto all’Italia, determinando così un aumento dei licenziamenti e della disoccupazione soprattutto giovanile. A Brescia, per esempio, il sindaco ed il vice sindaco nel 2010 sono stati accusati di frode e peculato per uso indebito a fini personali di denaro pubblico: spese rimbor-sate ma non documentate, trasferte non autorizzate, pranzi e cene, rimborsi carburante tutto a spese della collettività.A questo disastroso quadro economico deve aggiungersi

A. A. A. CERCASI POLITICO IDEALE

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statista è stato l’onorevole Aldo Moro che ha pagato con la vita il tentativo di superare gli interessi di partito per il bene del Paese. Anche il segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer per il bene della Nazione e per la credibilità della classe dirigente aveva sollevato, più di trent’anni fa la questione morale richiamando l’attenzione sul fenomeno dilagante della corruzione politica.Nel mondo i nomi di Nelson Mandela, Martin Luther King e di Gandhi sono legati alla lotta per il riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo, per l’affermazione della giu-stizia e dell’uguaglianza. Questi uomini con il loro sacrificio hanno liberato intere popolazioni dall’oppressione e dalla segregazione, divenendo così simboli immortali di ogni lotta non violenta contro la violenza della sopraffazione.Per questo proprio come ritiene Tucidide, parlando di Pe-ricle, il vero politico non deve fare promesse per lusingare il popolo dal quale otterrà rispetto per la sua autorevolezza senza essere tiranno. Così Pericle era stimato per il pro-prio prestigio personale, per la sua capacità di guidare gli Ateniesi senza però farsi guidare da loro. Capacità non comuni, cultura, onestà e interesse per il bene della polis sono state per Tucidide la ragione del lungo periodo del governo di Pericle che fece di Atene la più ricca, prestigiosa ed importante città della Grecia. Oggi invece è la demagogia lo strumento preferito e più utilizzato dai politici per accaparrarsi il consenso popolare: promesse impossibili da realizzare se non al prezzo di ul-teriori sacrifici come per esempio il recente aumento di 80 euro: una somma irrisoria per risolvere i problemi economici della maggioranza delle famiglie italiane ma sicuramente

un provvedimento importante per acquistare il consenso dei cittadini.Noi cittadini dobbiamo avere la forza di non rinunciare a partecipare alla vita politica nonostante gli esempi negativi di deputati, amministratori locali e funzionari dello Stato ci inducano a pensare che non ci sia più posto per i valori morali quali onestà, lealtà senso di responsabilità e che per questo tutti i politici sono corrotti e che nulla ormai si può fare per cambiare questa situazione di degrado politico e morale. Noi giovani abbiamo bisogno invece di credere che nulla è impossibile, che forse qualcuno disposto a sacrificar-si per il bene comune ci sia ancora; spetta a noi dimostrare che i figli possono essere migliori dei propri padri e ciò sarà possibile solo se non ci limiteremo ad essere spettatori del mondo ma ci adopereremo per cambiarlo, cominciando dalle piccole cose della nostra vita quotidiana.Dunque chi fa della politica una professione ha il dovere morale di essere incorruttibile perché la sua vita sia pubblica che privata costituisce un esempio di onestà, lealtà e fer-mezza per i cittadini e soprattutto per le nuove generazioni che devono potersi sentire protette e garantite nei diritti riconoscendo lo Stato come un buon padre di famiglia che, come tale, non ha figli e figliastri.

G. Scorcelletti, G. Tacconelli, C. La Torre, F. Mancini, L. Borromeo, E. Carmenini, M. Vitale, F. Rulli, F. Pica, L. Di Paolo, M. D’Urbano, A. Clementini, S. D’orazio, A.P. Di Matteo, O. Di Biase, R. Di Camillo, con la professoressa Di Crescenzo Rina.

L’appassionante lettura del breve romanzo Il Giorno della Civetta di Leonardo Sciascia ha susci-tato in me una tale curiosità su alcuni aspetti della realtà siciliana del secondo dopoguerra da indurmi a compiere ulteriori “indagini” circa la storia della Si-cilia.

Così ho scoperto che nell’isola, durante il de-cennio successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, era molto attivo il Movimento Separatista Siciliano, che aveva il suo braccio armato nell’EVIS (Esercito Volontario per la Liberazione della Sicilia e definito dagli Alleati un corpo paramilitare guidato e finanziato dalla Repubblica di Salò) in cui militò, con il grado di colonnello anche il famoso bandito Giuliano, autore della storica e tristemente famosa strage di Portella della Ginestra avvenuta il 1 Maggio del 1947 in località Piana degli Albanesi (PA),terra d’origine di mia nonna che all’epoca era una bambina e che oggi racconta a me ciò che sua madre aveva raccontato a lei al tempo in cui accaddero i fatti…

“Caro Samuele, devi sapere che il 1 Maggio del 1947 in località Portella della Ginestra, non lontano dal mio paese, Piana degli Albanesi, si verificò un fatto molto grave sul quale la Giustizia non riuscì mai a fare chiarezza tanto che ancora oggi quel fatto fa parte dei grandi misteri del nostro paese.

All’epoca Salvatore Giuliano, conosciuto poi come il bandito Salvatore Giuliano, era dedito alla borsa nera del grano che vendeva ai contadini. A quei tempi la popolazione lo venerava come un novello Robin Hood, che toglieva ai ricchi per dare ai pove-ri, nonostante tutti sapessero che con la sua banda rubava e commetteva omicidi. Tant’è che durante il dopoguerra aiutò molte famiglie di contadini in diffi-coltà che non potevano fronteggiare la prepotenza e la potenza dei latifondisti che, per incrementare le loro già cospicue proprietà, ricorrevano ai mafiosi per costringerli a cedere con la violenza ai grandi proprietari i loro piccoli poderi.

Così Giuliano per la popolazione divenne un vero e proprio giustiziere nell’inosservanza della legge e per i siciliani fu la reincarnazione dello spirito ribelle dell’isola e un eroe leggendario.

Ma quando, dal 1945 fino al ’46, Giuliano entrò a far parte dell’EVIS iniziò a commettere attentati con-

tro le forze dell’ordine uccidendo più di 16 carabinieri e da bandito comune divenne un vero e proprio ter-rorista.

Dopo le elezioni del 1947 per l’Assemblea Regio-nale Siciliana che vide la vittoria della coalizione di Sinistra P.S.I-P.C.I, i dirigenti dell’EVIS gli chiesero di combattere il comunismo con un’azione che la Sici-lia intera e la nostra famiglia non avrebbe mai più dimenticato.

L’occasione si presentò il 1 Maggio del 1947 quan-do circa 2000 persone, tra cui molti socialisti, riunite nella manifestazione del 1 Maggio, giorno della festa dei lavoratori, furono assalite dalla banda Giuliano che in soli due minuti, sparando sulla folla inerme, uccise 11 persone, ne ferì altre 27 di cui alcuni mori-rono in ospedale nei giorni seguenti.

Questa strage è passata alla Storia come la Stra-ge di Portella della Ginestra e prende il nome dal luogo in cui è accaduta.

Anche se a quel tempo ero solo una bambina ri-cordo il dolore della mia famiglia perché tra le vittime vi era anche un mio cugino. Da quel giorno il bandito Giuliano diventò un nemico del popolo non diverso né dalla mafia che si era servita di lui, né dalle forze politiche che lo sostenevano a scopo elettoralistico. E nonostante siano passati 67 anni, so che molta gente assetata di verità non ha mai ricevuto risposta alle numerose domande rimaste irrisolte: perché è accaduto? Chi era veramente e per conto di chi ope-rava il bandito Giuliano? Quali segreti ha nascosto la ragione di Stato circa il legame mafia e politica? ”

Grazie alla lettura di un libro e alla testimonian-za della nonna ho scoperto una pagina oscura della storia del mio paese che è entrata prepotentemente nella vita della mia famiglia provocando una collisio-ne dolorosa tra pubblico e privato.

Samuele Gasbarri5 A Trasporti e Logistica

T r a p u b b l i c o e p r i v a t o .L a S t o r i a r a c c o n t a t a d a l l a n o n n a

Con costanza e impegno 33 docenti del “Savoia” hanno brillantemente su-perato il corso sulla Di-slessia, per favorire anco-ra una volta l’inclusione, valore aggiunto del nostro Istituto.

Patrizia Fazii

Si attesta che l’Istituto Scolastico LUIGI DI SAVOIA (CH)

ha partecipato nell’anno scolastico 2016-2017 al corso di Formazione “Dislessia Amica”

organizzato dall’Associazione Italiana Dislessia, ente accreditato dal MIUR per la formazione del

personale della scuola, ai sensi della Direttiva Ministeriale 170/2016, conseguendo il titolo di

“Scuola Dislessia Amica”.

LUIGI DI SAVOIA

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Da sempre la lettura è stata, ed è, fondamentale per l’uomo poiché gli ha permesso di mi-gliorarsi tramite la conoscenza. Attraverso essa allarghiamo i nostri orizzonti, ampliamo

il nostro bagaglio culturale e, magari, conosciamo meglio noi stessi.

Il libro è la chiave della conoscenza poiché il sapere ci rende partecipi di ciò che accade. At-tualmente, però, a causa della digitalizzazione, la lettura ha perso importanza tanto da esser

considerata un obbligo insopportabile e forse anche per questo il numero di lettori è costan-temente in calo come dimostrano i dati ANSA, secondo i quali il 48% dei minorenni compresi tra i 6 e i 17 anni non ha letto neppure un libro.

Eppure leggere ci permette di immedesimarci in un protagonista, incoraggia la nostra fan-tasia e, come dice Daniel Pennac, nella lettura “l’immagine, il suono, la scena e l’atmosfera

bisogna immaginarseli”.

Ormai il mezzo privilegiato da cui ottenere informazioni è la TV. La TV odierna, sebbene trasmetta disinformazione e informazione manipolata, riesce comunque a catturare l’at-

tenzione di molti giovani, proponendo una vasta gamma di programmi che determinano la per-dita di molti valori, soprattutto quelli culturali e morali e spesso ha un ruolo pericoloso poiché rappresenta una minaccia per la pace trasmettendo violenza ed educando così alla violenza.

D’altro canto però leggere richiede tempo, che non tutti potrebbero avere a disposizione per impegni di vario genere: familiari, scolastici e lavorativi. Richiede anche disponibilità

economica, visto il costo dei libri, in relazione alle possibilità di spesa piuttosto ridotte di molte famiglie, soprattutto in tempo di crisi. Così Internet, un servizio gratuito e aperto a tutti, rac-chiude un’enorme vastità di informazioni che permette a studenti di diversa classe sociale di incrementare, più velocemente e semplicemente, le proprie conoscenze, sostituendo il libro. In effetti, le nuove tecnologie semplificano e velocizzano le procedure e le lezioni scolastiche. Di fatto, scuole ed università le usano soprattutto per registrare le lezioni, diffonderle via Web, inserendole nel processo educativo dando vita così alla didattica telematica.

Il dato che testimonia l’avvento di Internet è quello rilasciato dal Censis: negli Stati Uniti, per ogni 1.000 abitanti si possiedono oltre 500 host Internet. Quest’ultimi sono cresciuti in ma-

niera esorbitante, infatti nel 1998 erano stati venduti solo 100.000.000 host e 9 anni dopo ne sono stati venduti altri 500.000.000.

Tuttavia, come sostiene Umberto Eco, Internet non è uno strumento democratico poiché può essere consultato solo da chi ha le competenze necessarie;

solo quando sarà alla portata di tutti potrà essere considerato il nuovo mezzo di informazione.

La lettura, sebbene non sia gradita a tutti, resta sempre il miglior modo per allargare i propri orizzonti culturali e per formare gli ado-

lescenti. Ma come disse Gianni Rodari: “Il verbo leggere non sopporta l’imperativo”; leggere non deve essere obbligo ma scelta personale libera ed autonoma; solo così perdersi tra le pagine dei libri sarà come vivere tante vite.

Luca Sablone, 3 Informatica B

Lettura e innovazione tecnologica:due mondi a confronto

Giovedì 16 marzo 2017 presso l’Aula Ma-gna dell’I.I.S. “Luigi Di Savoia” di Chie-

ti si è tenuto un incontro rivolto alle clas-si della scuola. La discussione aveva come obiettivo l’informare noi ragazzi sui reali problemi che sono collegati al mondo della rete, far conoscere i fenomeni del bullismo

SBULLONIAMOCI.Bullismo a Scuola. Ragazzi oppressi,

ragazzi che opprimono, ragazzi indif-ferenti. L’ignoranza di credersi forti

e cyberbullismo sempre più frequenti tra gli adolescenti, i rischi che si corrono nell’u-sare mezzi tecnologici come armi contro il prossimo e alcuni consigli su come sovrasta-re questi problemi.

A parlare ai ragazzi sono stati l’ispettore e il segretario della polizia postale di Pe-

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Aggressività, arroganza, rabbia, frustrazione, tensione, stress.

E’ solo un elenco di emozioni negative? No, è la vita di tutti i giorni, siamo noi.

Alla domanda: “Quand’è stata l’ul-

tima volta che sei sta-ta felice?” è difficile rispondere, si cerca di ripescare ricordi del passato ed è molto com-plesso accorgersi degli attimi di felicità che ap-paiono nella quotidia-nità e poi scompaiono altrettanto rapidamete.

Se la domanda invece fosse posta in quest’altra maniera sarebbe diverso, se fosse: “Quand’è

stata l’ultima volta che ti sei arrabbiata, che hai perso il controllo, che addirittura volevi mettere le mani addosso a qualcuno?”.

Verrebbe sicuramente in mente che nella stes-sa giornata sicuramente qualcuno non ha ri-

spettato la fila che stavi facendo sorpassandoti o magari, mentre eri a scuola è capitato che ti met-tessero lo sgambetto e ridessero di te perché non soddisfi i canoni di bellezza proposti.

Ed è a questo punto che si inizia a covare il ri-sentimento e sentimenti negativi come rab-

bia, frustrazione, stress, odio.

Ci si carica di energia negativa, di pessimismo, si ingurgitano ore e ore di film impregnati di

violenza che fomentano ancora di più i bollenti spiriti.

Con questo processo, in atto 24 ore su 24, sia che ne si sia consci o meno, si è poi pronti ad

esplodere come mine vaganti anche per situazio-

ne che, viste dall’esterno, sono banali e ogni qual volta succede si incrementa anche il fuoco acceso nell’animo di chi ci è intorno.

E’ un circolo vizioso. Ma come si spezza?

Si combatte l’odio con l’amore, la rabbia con la serenità, il disprezzo con l’apprezzamento, lo stress con la calma.

E’ difficile farlo per-ché la vita non è un

film, non vincono i buo-ni, che sono quelli che perdono di più, sono quelli che, per seguire

le regole, finiscono alla base della scala sociale.

Non si rispetta più la parola data per un accor-do come si faceva in passato per stipulare un

patto.

Anzi, nonostante avvocati, atti notarili e con-tratti c’è sempre la minuscola clausola che

sfugge alla vista e che può essere fatale al contra-ente fiducioso ed onesto.

Un tempo se si veniva meno alla parola data si era considerati un traditore, un buono a nul-

la, uno di cui non ci si poteva fidare.

Ai giorni nostri si è modelli di comportamento se si riesce ad imbrogliare qualcuno per trar-

ne profitto. E non ci vuole molto a capire che la scala dei valori si è capovolta.

L’unico dio che l’uomo serve, ricerca e adora è il denaro, ogni cosa che non era un valore,

anzi che meritava disprezzo lo è diventato: il proprio tornaconto viene prima di quello comu-ne.

NovelloZibaldoneLa forza del sorriso

scara, i sig.ri Mastronardi e Chiappetta.

Ma realmente abbiamo capito cos’è il bullismo?

Il bullismo è un comportamento violento sia fisico sia psicologico messo in atto so-

prattutto dai ragazzi verso persone apparen-temente più deboli e incapaci di difendersi.

Oggi con il 90% dei ragazzi in possesso di un cellulare è facile vedere atti di

bullismo effettuarsi in due modi differenti: con il bullismo diretto, ovvero con lo scon-tro fisico, verbale o psicologico tra vittima e bullo oppure con il bullismo indiretto, dove il bullo va a danneggiare le relazioni della vittima con gli altri attraverso pettegolezzi e dicerie infondati. Una persona assume l’im-magine di bullo quando le sue azioni sono intenzionali e sistematiche verso un suo si-mile.

Ma siamo sicuri che la vittima sappia sempre chi sia il suo bullo?

Ebbene no, perché tra le tante forme di bullismo conosciute vi è quella del

Cyberbullismo, anche chiamato bullismo online, un attacco offensivo o istigatorio che avviene tramite i vari strumenti della rete. Molto spesso il cyberbullo, codardo, non mostra la sua identità e assume una sicurez-za in sé dovuta alla convinzione di non veni-re scoperto. Il cyberbullo può agire ogni vol-ta che vuole, escludendo la vittima da chat, istigandola al suicidio, minacciandola, met-tendo o condividendo online dati personali di essa. Ed è proprio con queste azioni che Amanda Michelle Todd, una ragazza vittima del cyberbullismo e del bullismo, fu spin-ta al suicidio. La sua storia viene raccontata spesso ai ragazzi e infatti anche a noi è stata presentata nella giornata con un video che ha realizzato proprio lei prima di morire.

Non possiamo far nulla per smascherare questi “criminali”?

Sì. Il cyberbullo crede di essere furbo, quando in realtà vi è la Polizia postale

che intercetta le segnalazioni inoltrate dal-le vittime quando scoprono di essere “bul-

lizzate” via internet. La Polizia può accusa-re l’artefice a seconda della sua età e dalla gravità delle sue colpe: i ragazzi dai 14 ai 17 anni scontano pene non gravi tanto quanto quelle dei ragazzi maggiorenni. Tra le varie sanzioni (anche la prigione), possono esse-re accusati come colpevoli altresì i genitori dei “bulli”. Per questo si invitano i genitori a controllare maggiormente i figli e anche in modo più attento.

La polizia esegue inoltre aree di inter-vento sul cyberterrorismo, e-banking,

e-commerce, hacking, giochi e scommesse online, protezione delle infrastrutture criti-che del Paese e soprattutto pedopornogra-fia, denunciando tutti i casi che vengono ri-scontrati.

Cosa possiamo fare noi ragazzi per evitare problemi?

Certamente il consiglio più valido è quel-lo di parlare appena ci si accorge di es-

sere bersagliati da qualcun altro e di non rimanere nel silenzio per paura di eventuali conseguenze. Ed è altrettanto importante che oltre alla vittima, non restino in silenzio le persone che hanno assistito ad azioni di bullismo o che sono al corrente di determi-nate situazione, dato che l’omertà non è la soluzione dei problemi.

La discussione si è conclusa con le do-mande su varie curiosità poste dagli

alunni all’ispettore Mastronardi che ha ri-sposto volentieri a tutti.

De Leonardis GiorgiaHolokoz Yeva

I C LSA

1312

L’intelligenza è divenuta molto spesso un male, una marcia in più per i disonesti.

Si dovrebbe ricordare ciò che diceva Dante: “L’intelligenza va frenata dalle virtù”.

Si deve ricercare il limite, la linea di confine, quando si sfrutta la propria mente, tenendo ben pre-sente che la propria libertà finisce dove inizia quella di qualcun altro.

Allora cosa si può fare per riequilibrare le cose, per farle tornare come una volta o almeno per poter vivere più serenamente senza la paura che la rabbia e la violenza esplodano all’improvviso?

Dobbiamo essere pronti a fare noi il primo passo non aspettandoci nulla in cambio.

A volte saper chiedere scusa con il cuore, saper dire “non volevo”, anche nei casi in cui si pensa di avere ragione, può fare molto.

Quando passeggiamo abbiamo spesso lo sguardo perso nel nulla, gli occhi bassi e l’espressione seria oppure andiamo così in fretta che siamo indifferenti a tutto ciò che i nostri occhi vedono

ma non guardano e se entriamo in collisione con qualcuno non ci voltiamo nemmeno a guardarlo in faccia e tanto meno a chiedergli scusa.

Se provassimo a guardare negli occhi le persone che ci sono intorno, se provassimo a sorridere gentilmente e iniziassimo a far caso al mondo intorno a noi riusciremmo ad abbassare il livello

del nostro egocentrismo e a vedere che non siamo gli unici che forse soffrono o sono sotto tono e che non tutto ci è dovuto.

Non vi è mai capitato di notare un palazzo, un’insegna, un’architettura particolare, di cui non vi siete mai accorti, in una strada che percorrete frequentemente?

Fermatevi un attimo a riflettere, a guardare il cielo, a scrutare le stelle – non fatelo solo nella notte di San Lorenzo.

Cercate la bellezza in tutto ciò che vi circonda e fate caso agli attimi di infinita felicità di cui avete dimostrazione ogni giorno: la volta azzurra che ci circonda avvolge un sorriso donato da chi ci

è caro, un caffè offerto all’ultimo secondo, un incontro gradito e inaspettato con un amico, che non si vede da tempo.

Cercate di imitare la sincerità disarmante dei bambini, la loro enorme ed insaziabile curiosità, il loro modo incondizionato di dimostrare un amore puro oppure guardateli mentre sono affacciati

alla finestra ad osservare i fiocchi di neve che scendono.

Loro non si preoccupano del fatto che non possono uscire, che la neve blocca il traffico o che rovina la giornata.

Loro godono il “Qui ed ora”.

Loro si incantano a guardarla mentre si posa al suolo leggiadra e candida, mentre ricopre con il suo manto bianco tutto il mondo.

Qui ed ora, perché quando si soffre né il mondo né il tempo si fermano.

Ma se si è pronti a sorridere tutti si fermeranno a guardare perché nel sorriso si leggerà l’amore per la vita.

Tatiana Zuccarini, III Inf B

L’acqua è la principale fonte di vita per cui in passato si sono scatenate guerre e altre se ne combattono oggi.

La prima vera guerra risale al 2500 a.C. e la causa fu la costruzione di canali di accesso all’acqua, che portò il re della città-stato di La-

gash, situata tra il Tigri e l’Eufrate, a fare guerra alla vicina Umma.

In epoca moderna, invece, i maggiori conflitti per il controllo dei corsi d’acqua dei fiumi si verificano nelle seguenti zone:

Le acque contese sono quelle del Giordano e dei pozzi sotterra-nei della Cisgiordania dai quali dipendono l’agricoltura e l’industria

israeliana. Solo il 3% del bacino del Giordano si trova nel territorio isra-eliano, ma Israele ne frutta il 60%. Questo portò nel 1967 alla Guerra sei giorni in cui Israele occupò le alture del Golan ottenendo le risorse di acqua dolce e il controllo sul mare di Galilea.

Il Nilo Az-zurro e il

Nilo Bianco sono stati motivo di tensione permanente tra Egitto, Etiopia e Sudan.

Nel 1979 l’Egitto finì la costruzione della diga di sbarramento di Assuan che determinò lo sfollamento di 100mila sudanesi e la conseguente

tensione tra i due paesi. Successivamente l’esercito Sudanese bloccò la costruzione del Canale di Jongle, un progetto egizio-sudanese.

Negli anni Sessanta l’Egitto bloccò l’approvazione di un prestito per la costruzione di 29 dighe per uso idroelettrico e per l’irrigazione sul

Nilo Azzurro per l’Etiopia.

Solo nel 1999 si è svolta in Tanzania la conferenza che ha chiuso definitivamente i conflitti in quest’area.

Un altro gruppo di conflitti per il controllo dell’acqua si riscontra nella regione dell’Anatolia, dove Turchia, Iraq e Siria condividono il corso

del Tigri e dell’Eufrate. Il conflitto tra l’esercito turco e i militanti curdi ha spinto nel 1989 il governo a minacciare la Siria di tagliare il rifornimento

d’acqua se non avesse espulso dal suo territorio il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che lottava per la nascita del Kurdistan, uno stato autonomo curdo. La Turchia nel 1990 ultima la costruzione della diga di Ataturuk che porta acqua nel sud della Turchia. Si teme che in futuro la portata dell’Eufrate in Iraq calerà dell’80%. In Iraq le strutture idriche hanno subito gravi danni in seguito all’occupazioni delle truppe statunitensi e britanniche.

RECENTEMENTE

– La Diga di Mosul è minacciata dall’Isis: attualmente un esercito multinazionale protegge la diga da possibili attacchi; in quest’a-rea sono impegnati 450 soldati italiani che proteggono operai e tecnici che operano per conto della ditta italiana Trevi a cui

sono stati affidati i lavori di consolidamento della diga.

– L’assedio di Baghdad da parte dello Stato Islamico è iniziato con la caduta delle cinque dighe lungo il corso dell’Eufrate in Siria dove l’ISIS ha tagliato i rifornimenti idrici alla città di Aleppo.

ORO BLU.LE GUERRE PER L’ACQUA

1514

Conclusione

Abbiamo imparato che oggi, come in passato, si combattono guerre per l’acqua; la situazione infatti non è cambiata: dal

punto di vista bellico il controllo dei fiumi è uno dei principali motivi che ha spinto i popoli ai conflitti nel corso della Storia. Inoltre con l’evolversi della società e con le diverse rivoluzioni tecnologiche ed industriali dei secoli passati, lo sfruttamento delle riserve di materie prime necessarie allo sviluppo dei paesi industrializzati ha alimen-tato ed alimenta focolai di guerra in Asia, Africa e Medio Oriente determinando così la fuga dai propri Paesi di intere popolazioni, che per sfuggire alla morte, la sfidano, dirigendosi verso terre lon-tane e sconosciute dove sperano di poter vivere dignitosamente e in pace.

Le colonne umane, che vediamo nei servizi dei TG, attraversare i confini dei paesi europei, sono la prova che è l’istinto di so-pravvivenza, oggi come ieri, a spingere milioni di persone alla ricerca di luoghi dove poter vivere meglio.

Sumeri, Assiri, Babilonesi, Accadi, Ittiti ed Ebrei non sono altro che i Siriani , i Nigeriani, i Somali, i Pakistani e gli Afgani di oggi: se l’innato istinto di sopravvivenza un tempo rese l’uomo nomade, oggi fa di lui un profugo.

Classe I B Informatica con la Prof.ssa Di Crescenzo Rina

Il profilo di un ex alunno del “Savoia” di Chieti è sul sito ufficiale dell’Università “Niccolò Cusano”,

a testimoniare gli esiti di un iter formativo di successo.

Lui è Stefano Fasoli, diplomato come perito chimico presso l’IIS “L. di Savoia” di Chieti, laureato nel

2016 in Ingegneria industriale. Ci ha raccontato come una solida preparazione di base e l’amore per la

meccanica, trasmessogli dal padre, lo hanno reso più forte nell’affrontare le difficoltà iniziali che ogni

nuova strada intrapresa ci pone: la sua paura più grande era di non essere in grado di superare esami

che sembravano così lontani dal suo precedente percorso di studi. Invece è riuscito a concludere il gli

studi brillantemente. “Fin da subito – racconta - ho avuto in me due sentimenti contrastanti: l’euforia di

questo percorso formativo in quanto molto interessato alla meccanica, ma anche la paura”.

Prosegue parlandoci dell’università: “Ho cominciato fin da subito a seguire le lezioni tramite piattafor-

ma e sono rimasto davvero stupito per quanto materiale ci fosse e per la chiarezza delle video lezioni.

Ho dato il mio primo esame nel gennaio del 2014 e in due anni sono riuscito a concludere il percorso

di studi!”.

Stefano è titolare di una piccola ditta, la SF Engine Engineering - settore turbocompressori e consulente

tecnico ingegneristico. Lavora presso un’azienda che si occupa di telemetria per impianti a Gpl e meta-

no, dove ha svolto anche il tirocinio formativo obbligatorio durante il percorso di studi.

Nel nostro Istituto è tornato per un breve esperienza come insegnante tecnico pratico di Laboratorio di chimica, sotto gli sguardi compiaciuti dei genitori

e lo stupore di quanti lo hanno visto studente dietro quei banchi e oggi lo apprezzano come collega. Si confonde tra gli studenti, per il suo aspetto assai

giovanile e, mentre ci racconta, non possiamo non apprezzare la sua modestia.

Gli chiediamo se vuole lasciare un messaggio ai nostri studenti: “Come ho dichiarato sul sito dell’università, nel lavoro di oggi soprattutto per un inge-

gnere, le competenze nel settore scelto sono fondamentali ma, nello stesso tempo, anche l’utilizzo e la conoscenza dei vari software di progettazione.

Il mio consiglio a chi vuole diventare ingegnere - conclude - è quello di credere in se stessi e di non mollare mai, prestando molta attenzione al fattore

Tempo! Oggigiorno molte aziende assumono giovani laureati ma guardano soprattutto al tempo impiegato per completare il percorso formativo: quindi

FORZA, andate avanti, sempre concentrati e motivati!”.

Redazione Savoia News

Ex alunno, oggi ingegnere, testimonial dell’università

L’angolo della poesia

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Il “Savoia”di Chieti fra i protagonisti ai cent’anni dell’Aeroporto d’Abruzzo

Il 3 maggio 2017 presso l’Aurum di Pescara le classi III e IV dell’indirizzo trasporti e logistica dell’istituto “Savoia” sono state protagoniste della manifestazione “Pescara città aviatoria” in occasione del centenario dell’Aeroporto d’Abruzzo.

Rivivono a Pescara cento anni di volo, attraverso excursus storici con esperti del settore , momenti di approfondimento tecnici a cura di studenti e una mostra. Licio Di Biase (storico e direttore dell’Aurum) e Antonio Di Gregorio (Ex controllore del traffico aereo) hanno esposto un’interessantissima presentazione sul rapporto che durante la prima Guerra Mondiale c’era tra l’aeronautica pescarese e quella nazionale e dell’importanza storica che il poeta Gabriele D’Annunzio ebbe per questo settore.Giovanni Guido (ex presidente dell’aeroclub) ha coinvolto la platea in un discorso sul percorso che la città di Pescara ha seguito durante la prima Guerra Mondiale e in particolare sul bombardamento subito.

Nella sala gremita ci sono stati numerosi apporti dei vari istituti dell’hinterland: ‘’Liceo Classico D’Annunzio’’di Pescara e ‘’Liceo Scientifico Galileo Galilei’’ di Pescara e dell’Istituto Tecnico Aeronautico ‘’Luigi di Savoia’’ di Chieti. Il Liceo Scientifico Galileo Galilei ha esposto una presentazione sulla fisica nell’aeronautica e nel volo. Il nostro istituto, unico specializzato nel settore aeronautico, ha presentato un lavoro sull’evoluzione dei materiali e delle tecnologie nell’aeronautica a cura delle classi terze e quarte. Per finire il gruppo dei ‘’Pescara Spotters’’ ha mostrato ai presenti stralci del loro operato e come ospite d’eccezione, Valerio Fazzini, giovanissimo pilota ventiduenne di linea. E’ stato un importante momento di crescita per i ragazzi del Savoia di essere co-protagonisti di un evento tanto importante.

Lorenzo Di Massimo classe III TL A Riccardo Santalucia classe IV TL A

Questo è stato il tema dell’incontro che si è svolto il 24 marzo presso l’Aula Magna dell’Istituto L. Di Savoia, organizzato dal Lions Club di Chieti. Il relatore, il dott. Furio Ravera, noto psi-chiatra di Milano, ha affrontato il problema del femminicidio, partendo dal concetto di amore, inteso come forma di rispetto e dono verso l’altro. Ha saputo coinvolgere gli studenti con pro-fessionalità e passione e i ragazzi del Savoia hanno partecipato con entusiasmo ed interesse.

Antonella Fata II CH C

RiflessioniBisogna schierarsi nettamente contro la violenza sulle donne, contro la violenza in genere, non solo contro l’omicidio. Se ne parla molto ultimamente, anzi i casi, sono fortemente aumentati. Prima sentivamo un caso alla settimana, adesso anche più casi al giorno. Sono amareggiato, le persone hanno spesso una mentalità chiusa, reagiscono solo dopo aver visto le conseguenze. Donne che hanno commesso un’unica “colpa”, essere nate donne, sono maltrattate ed uccise come bestie, ma nessuno prende provvedimento, quindi, il governo è così evidentemente inef-ficiente. A volte capita di dare ragione all’assassino. Frequenti sono i commenti del tipo: “Se lo sarà meritato”, “Se si vestisse di più non sarebbe capitato”, appellativi volgari… come se si volesse dare la colpa solo alla donna, quando invece spesso ci troviamo davanti a persone con un amore possessivo, che pensano “o stai con me, o con nessuno”. Vi è un assenza di un regi-stro ufficiale dei femminicidi in Italia. Ci vantiamo del nostro grado di civilizzazione, quando invece assistiamo ad episodi, che risalgono all’epoca delle caverne, oppure ai tempi “occhio per occhio, dente per dente”. Le donne e i bambini non si dovrebbero toccare neanche con un fiore, e chiunque dovesse toccarli, provocando loro dolore dovrebbe essere rinchiuso e non lasciarlo

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

1918

libero dopo un poco di tempo. Può succedere di dare cosi la possibilità di ripetere lo stesso reato, come già è avvenuto.

Anthony D’Angelo I CH CFemminicidio: fenomeno in aumento

Si parla di femminicidio, quando si commette un omicidio e la vittima è una donna. Questo fenomeno, purtroppo, si fa sentire sempre di più, fino ad arrivare a oltre 100 casi dall’inizio dell’anno. A giugno Camera e Senato hanno avviato un percorso legislativo prevenire ed eliminare o ri-durre il fenomeno del femminicidio, ma ha subito molte polemiche.

La parolaIl termine “Femminicidio” è stato inventato dall’an-tropologa messicana, Marcela Lagarde, individuan-do le cause delle violenze sulle donne messicane. Per femminicidio si intende anche la violenza a livello psicologico. Di solito le donne vengono uccise dai fidanzati, mariti, compagni, ex e raramente dai padri dopo il rifiuto di un matrimonio imposto.

I numeriI casi di femminicidio sono i più frequenti dei casi di omicidi generici delle donne. Questo fe-nomeno avviene in maniera omogenea su tutta Italia, maggiormente nell’area milanese e napo-letana. Gli omicidi si dividono anche in base al mezzo usato per uccidere. Solitamente si usa un arma da taglio oppure a mani nude. L’unico luogo, dove si contano il numero di femminicidi, sono le volontarie della Casa delle donne di Bologna. Queste volontarie dicono che quando si parla di femminicidio bisogna dare maggiore attenzione, perché spesso si finisce per banalizza-re questo argomento. Dalle statistiche si può vedere che dal 2012 gli omicidi sulle donne sono avvenuti soprattutto nel Nord.

Il fenomenoDal 2011 gli omicidi sono aumentati sempre di più. Tra i femminicidi calcolati, una buona parte avviene in famiglia. Più della metà degli assassini sono mariti, compagni, ex mariti. Nella maggior parte dei casi il carnefice vive con la donna, che uccide. Quasi la metà degli omicidi commessi dagli ex avviene circa 3 mesi dopo la separazione. Oltre ai casi di omicidio della mo-glie o compagna, ci sono anche casi in cui il figlio uccide la madre, la sorella, la nonna.

Il targetLe vittime del femminicidio sono soprattutto le donne tra i 25-34 anni, poi tra i 35-44 anni, a seguito le donne tra i 54-65 anni.

La geografia Dal 2000 al 2017 ci sono stati 2061 femminicidi, metà dei quali sono avvenuti nel Nord Italia, soprattutto il Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Lazio

La convenzioneIl 7 aprile 2011 è stato approvata la convenzione di Istanbul per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne. E’ composta da punti, che riguardano la protezione dei bambini, testimoni delle violenze domestiche, dell’aborto, dei matrimoni.

Sofia Ricci I Ch C

Che cos’è un’ideologia?

E’ un sistema di idee, e

un’idea? E’ un orienta-

mento che può essere di

qualsiasi forma di pensie-

ro. Tutti noi abbiamo un

nostro pensiero, e proprio da questo che nascono i nostri modi e le

nostre abitudini… il modo di vestirci, di parlare, i nostri nomi, quelli

delle città. Però questo pensiero è frutto di tanti anni, di tanti avve-

nimenti, di tante ascese al potere, storie e morti, e l’insieme di tutto

questo è la storia. Tanti grandi Imperi si sono susseguiti nel suo cor-

so, ma uno in particolare è stato di fondamentale importanza, quello

Romano. Ripercorreremo ogni istante della nascita dell’Impero, ogni

pensiero, ogni paura che hanno avuto i nostri personaggi: Ottaviano,

Cleopatra, Antonio, Giulio Cesare, Bruto, Cassio e Agrippa.

“44 a.C. Giulio Cesare si nomina dittatore a vita, questo lo porta ad

avere grandi rivali. Il 15 Marzo del 44 a.C. Bruto e Cassio ha capo

dell’opposizione uccidono Cesare per la Repubblica.”

Roma manca di una guida, la città è divisa in due. Da una parte ci

sono Bruto e Cassio e i loro seguaci con valori repubblicani, dall’al-

tra tutti i seguaci di Cesare con a capo il suo braccio destro, Antonio.

“Caio Giulio Cesare nomina suo nipote Caio Ottavio suo erede e lo

adotta dandogli il nome di famiglia. L’erede di Cesare da inizio ad

una propaganda contro Antonio, nell’arco di un anno e mezzo Bruto

e Cassio riunirono le loro legioni a Oriente conquistando la Grecia,

Macedonia e Siria. Ormai la guerra civile si sta avvicinando e vista

la situazione Antonio e Ottaviano si alleano, entrambi con lo stesso

scopo, quello di rivendicare i valori di Cesare. “

Qui di nuovo nel corso della storia, due uomini che inizialmente si

odiavano, si alleano per portare avanti gli stessi ideali. Iniziarono

così la più grandi battaglie del secolo.

“La Battaglia di Filippi: vincono Antonio e Ottaviano, muore Cas-

sio, dopo circa tre settimane il 23 ottobre Bruto(ancora con legioni

a disposizione nel suo campo) decide di attaccare di nuovo il campo

nemico ma anche questa volta l’astuzia di Marco Antonio vince e

persa ogni speranza Bruto si suicida. Cesare è stato vendicato e le

basi del potere consolidate.”

Finalmente Roma può avere per un po’ di tempo la Pace che no ritro-

vava da anni. I due complici si spartiscono l’Impero: Ottaviano pren-

de l’Occidente, mentre Antonio si riserva la parte più ricca, l’Oriente

ed è proprio grazie a questa spartizione Antonio viene a conoscere

Cleopatra. Mentre Ottaviano comincia a conquistare le parti man-

canti dell’impero nella sua parte, Antonio vive nel lusso di Alessan-

dria, e questo distacco sarà fatale. Ormai i Romani non vedono più

Antonio come uno di loro, ed è proprio grazie a questo che Ottaviano

dichiara guerra ad Antonio.

“La Battaglia di Azzio: si svolge vicino alla pianura di Azio, la flotta

di Ottaviano guidata dal generale Agrippa ha la meglio contro le navi

di Antonio. Il coraggioso braccio destro di Cesare è stato ormai scon-

fitto, Antonio e Cleopatra si suicideranno per non essere catturati.”

Le battaglie svolte furono delle vere e proprie guerre civili, romani

contro romani, avevano le stesse armi, le stesse tecniche, combatte-

vano anche tra familiari, amici, quello che li distingueva era sola-

mente un’idea, un pensiero. Ottaviano ormai ha tutto l’impero sotto

le sue mani e sarà il primo grande imperatore della storia.

Questo grande racconto ci fa realmente capire che alla base della

nostra vita c’è un pensiero, un’idea, un’ideologia. Ma la storia non

è ancora finita e non finirà mai. Proprio una storia parallela sta ac-

cadendo in questi giorni, l’America è divisa in due: due ideologie

per due grandi persone come Donald Trump e la sua rivale Hillary

Clinton.

Tutti questi uomini sia dell’antichità, sia di adesso, hanno un pensie-

ro e un’idea solidissimi. Sono vissuti con dei principi e, nel caso di

Roma, quelle persone li hanno portati avanti anche a costo della loro

vita. Forse anche noi giovani dobbiamo pensare e capire veramente i

nostri principi e svilupparli al meglio.

Beatrice Montani

2C Liceo Scienze Applicate

L’ideologiache divide

2120

NewsNewsNewsNewsNewsNewsFesta Della Donna Al “Savoia”

In occasione della Festa della donna le studen-tesse del Savoia hanno voluto dare un segno di attenzione al mondo femmi-nile, eseguendo

il balletto internazionale contro il femminicidio, co-nosciuto meglio con One Billion Ricing. Nell’Aula Magna alla presenza della Dott.ssa Elisabetta Fusilli in rappresentanza dell’Assessore alle Pari Opportunità Emilia De Matteo e dell’Amministrazione Comunale alunne e alunni sono stati i protagonisti del flash mob, organizzato dalle professoresse Roberta Borrone, Va-lentina Consoli e Angela Rossi, all’insegna della danza e della musica, un modo per riflettere sulla parità di genere e per manifestare contro ogni forma di ingiu-stizia e di violenza sulle donne. Sulle note dell’inno Break the Chain e con una coreografia conosciuta in tutto il mondo è arrivata a tutti i presenti un’ener-gia positiva, libera e contagiosa, utile a far riflettere sull’importanza della donna, spesso vittima di ingiu-stizie e abusi. Il rispetto e la reciprocità con l’univer-so maschile permettono relazioni serene tra uomo e donna e la valorizzazione delle risorse di entrambi.

Prof.ssa Angela RossiI.I.S. “Luigi di Savoia

Spettacolo: I Promessi SposiIl 21 marzo scorso le classi II B Liceo delle Scienze Applicate, II Trasporti e Logistica A, II Chimica C, II Elettrotecnica A si sono recate al Teatro “Supercine-ma” per lo spettacolo teatrale: I Promessi Sposi, con la regia di Massimiliano Dau.

Questa iniziativa, promossa dalla Dirigente Anna Ma-ria Giusti e dai docenti di Materie letterarie, rientra in una serie di manifestazioni che, in linea con le indica-zioni ministeriali, tendono a favorire l’alfabetizzazio-ne all’arte.

La storia, nota a tutti, è stata presentata in modo di-vertente e sintetica, ma efficace. La scenografia sem-plice e essenziale ha fato da cornice agli episodi più importanti del racconto, che è stato adattato per moti-vi scenici e temporali.Nello spettacolo gli avvenimenti scorrono velocemen-te con cambi di scena e musiche appropriati. La prima scena vede come protagonista Don Abbon-dio e i bravi. Comico è l’incontro tra Renzo e Azzec-cagarbugli.Molto suggestiva è stata la scena della peste e della morte di Cecilia.E nel finale tutti rimangono coinvolti nel vedere final-mente la coppia riunita, accompagnata da una musica gioiosa e allegra.

Daniela AmbrosiniII Ch C

Il Museo Archeologico nazionale Villa Frigerj ha sede all’interno di un raffina-to edificio fatto erigere in stile neoclassico dal barone Ferrante Frigerj, un uomo di profonda cultura e collezionista d’arte. Nel 1830 questa dimora storica, oggi al centro della magnifica Villa Comunale, domina un’area ai margini della città, su un’altura alla fine di un ampio viale alberato. Ispirandosi alla Villa Floridiana di Napoli, l’architetto Enrico Riccio progettò un edificio a pianta quadrata su tre piani ornato da elementi di gusto classico. Nel 1861, dopo la morte del barone Frigerj, la villa risultava priva di una parte del tetto e di decorazioni interne.Impossibilitati a completarla per mancanza di risorse, gli eredi diedero corso a un’asta pubblica. Fu così venduta, per 10.000 ducati, al Comune di Chieti, che vi insediò dapprima la scuola Agraria, poi l’Istituto Tecnico “Galiani”, acquistando anche i giardini circostanti. Fu arricchito nel corso del tempo da splendide decora-zioni e suggestive fontane.Durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio ospitò il comando tedesco in città; nel dopoguerra, costituito il nuovo Istituto Tecnico, fu ceduto allo Stato Italiano e sottoposto ai primi interventi di ristrutturazione. Nel 1959, grazie all’attività illuminata dell’allora soprintendente Valerio Cianfarani, veniva inaugurato alla presen-za del Presidente della Repubblica, il primo Museo Archeologico statale d’Abruzzo. Negli anni l’esposizione permanente è stata rinnovata e arricchita da nuove acquisizioni provenienti dagli scavi in tutto il territorio nazionale. L’aspetto attuale si deve a opere di consolidamento e di restauro, che però non rinuncia a tracciare un ponte verso la contemporaneità mediante l’allestimento della nuova sala permanente del guerriero di Cape-strano, che è stata realizzata nel 2011 da Mimmo Paladino, artista di fama internazionale.Il giorno venerdì 7 Aprile 2017 la classe 1C Chimica dell’Istituto Tecnico Industriale ”Luigi Di Savoia ” si è

recata al Museo Archeologico Nazionale Villa Frigerj. Per prima cosa la classe ha visto il Guerriero Di Capestrano, un’alta e possente statua di pietra calcarea proveniente dalla Majella, trovata ai piedi di essa da un contadino, ridotta in pezzi e ristrutturata nel Museo Nazionale di Roma. Nel salone si erge la statua colossale di Heracles Epitrapezios, in marmo greco rinvenuta ad Alba Fucens. Ercole era venerato nell’area sannitica, il cui culto era diffusissimo in Grecia e nell’Italia meridionale. L’eroe era protettore dei commerci e della transumanza. Era considerato

portatore di civiltà ed era colui, che imbrigliava le acque sacre. Infat-ti, nella mano sinistra regge una ciotola, che doveva contenere il sale, che all’epoca era addirittura merce di scambio, da cui viene appunto il termine salario (salarium). Dovunque sono visibili gli Ercolini, ex voto ritrovati nelle necropoli abruzzesi, in posizione di riposo o in attacco. Meravigliosa è la statua presente nel secondo piano, il bronzetto di Er-cole a riposo, ritrovato nel santuario di Ercole Curino a Sulmona sulle pendici del Monte Morrone. Questa opera è stata attribuita a Lisippo, il famoso scultore greco. Proprio per il suo valore inestimabile la statuetta è stata esposta recentemente nei musei di New York, Washington e Los Angeles.Questa visita è stata molto interessante, perché abbiamo capito che la storia si basa su fonti dirette, ritrovate a volte per caso, ma che testimo-niano un passato del nostro Abruzzo, abitato da popoli diversi, ognuno con una propria civiltà, con usi e costumi diversi.La classe è stata accompagnata dalle professoresse Angela Rossi e No-rella Epifani per approfondire il corso di storia antica.

Simonetta Caldarelli -Arianna Di Fabio - Anthony D’Angelo1 Ch C

Visita Al Museo Nazionale Villa Frigery Alla Scoperta Di Ercole

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La voce liberadella scuola

rubrica sindacalea cura di Andrea Leonzio

LA SCUOLA:DA UNA RIFORMA ALL’ALTRA

(seconda parte - fine)

Il piano renziano e gianniniano avrebbe dovuto dirimere l’annoso problema del ricorso ai supplenti. Si è creata soltanto tantissima con-fusione e spesso gli uffici delle segreterie non sanno come compor-tarsi se aspettare, chiamare, utilizzare il potenziato, dividere le classi, mandare gli studenti a casa.Uno spiraglio si è aperto in termini rinnovo contrattuale. L’accordo del 30 novembre 2016, tra governo e sindacati costituisce la pre-messa indispensabile per il rinnovo contrattuale, in quanto vengono definite le risorse, i criteri e gli obiettivi che dovranno costituire il principio orientativo del confronto da svolgere all’’interno di ogni singolo comparto.La cifra stanziata dovrà essere quantificata sui 5 miliardi di euro, garantendo a regime un esiguo e irrilevante aumento mensile medio di 85 euro lordi. I contratti di comparto, dovranno normativamente definire per ogni profilo professionale l’entità dell’aumento stipen-diale. La vigenza dei contratti sarà di tre anni in relazione al periodo 2016-2018. Le continue incursioni legislative stanno rendendo, inoltre, il nostro contratto di lavoro inapplicabile e snaturato nelle sue parti essen-ziali. Occorre inoltre considerare, a tal proposito, che la sentenza 178/2015 della Corte Costituzionale ha dichiarato, peraltro, illegitti-mo il prolungamento del blocco.Occorre stipulare al più presto un nuovo contratto fondato sull’in-novazione e sulla qualità del lavoro, che ai sensi dell’accordo del 30 novembre, sia in grado non solo di superare, per tutto il comparto, una condizione di vera e propria mortificante precarietà retributiva ma che ristabilisca una disciplina giuridica professionale adeguata ai tempi e alle necessità del personale e del nostro del nostro sistema di istruzione.L’esperienza del “bonus premiale” è stata disastrosa. Nella maggior parte dei casi ha provocato in modo più o meno evidente e palese la rottura violenta di equilibri interni alla comunità scolastica. La ratio della norma era quella di premiare i meritevoli, cioè i “mi-gliori”. Spesso, si sono invece retribuiti, funzioni e ruoli che non po-tevano essere riconosciuti all’interno del fondo d’istituto, generando così confusione e conflitti. I risultati, nonostante il buon senso e la consapevolezza dei dirigenti sono stati sconfortanti perché è l’im-

pianto generale che è da ricostruire nella sua essenza. Non si può

premiare individualmente quando la qualità dell’offerta formativa

nelle istituzioni scolastiche dipende essenzialmente da un lavoro co-

operativo e interdipendente.

Tutto questo non può non generare rifiuto, malumori, divisioni, con-

flitti. È necessario un doveroso riconoscimento alla comunità sco-

lastica nel suo complesso e nel contempo risulta non più rinviabile

una necessaria previsione di una vera e motivante progressione di

carriera, che si articoli senza previsioni di inutili posizioni gerarchi-

che attraverso funzioni nuove.

La formazione in relazione alla previsione di uno sviluppo non solo

economico ma anche giuridico della carriera professionale costituire,

senza dubbio, un punto di riferimento essenziale.

Occorre superare, a tal fine, l’assurda definizione contrattuale di di-

ritto/dovere. La legge 107 dispone la sua obbligatorietà e credo che

occorre condividere la sua necessità nell’ottica di una piena valoriz-

zazione della nostra professionalità.

Ma occorre aggiungere che occorre una formazione utile in termi-

ni didattici, pedagogici e disciplinari chiara e certificata. Occorre

ricordare al tal fine, che non esiste nel nostro sistema di istruzione

un livello di certificazioni di “crediti formativi”, simile a quelli uni-

versitari.

Anche i dirigenti scolastici stanno vivendo sulla loro pelle un mo-

mento di grande disagio professionale, caratterizzato da complesse

problematiche gestionali e da un significativo decremento dei loro li-

velli retributivi che certamente non sono in linea con i livelli retribu-

tivi degli altri comparti dirigenziali della pubblica amministrazione.

Una realistica valutazione degli spazi e dei tempi escludono certa-

mente la possibilità di procedere in questa legislatura ai necessari

cambiamenti del nostro sistema di istruzione, soprattutto anche al

fine di far cessare i guasti prodotti dalla c.d. riforma della buona

scuola. Ma non per questo, rassegnati, dobbiamo rinunciare alla no-

stra battaglia o considerare dismesso il nostro principale obiettivo

che dovrà restare per sempre un punto fermo. Quello di riavvicinare

il contesto economico e normativo al nostro sogno, al nostro proget-

to di scuola in cui da sempre crediamo e di cui la nostra società e il

nostro territorio hanno assolutamente bisogno.

Andrea Leonzio

Il Passato È oroIl 27 Gennaio, data dell’abbattimento dei cancel-li di Auschwitz, è stato riconosciuto come “Giorno della Memoria”. Questa data è molto importante, poiché ha il fine di ricordare il drammatico e cru-dele sterminio del popolo ebraico, la Shoah, mo-mento, che ha segnato negativamente un periodo terribile della storia.Dagli anni successivi a questa tragedia fino ai giorni nostri, molti scrittori e registi cinemato-grafici hanno tentato attraverso le loro opere di rievocare le terribili ingiustizie subite dal popolo ebraico, in modo che le successive generazioni fos-sero sensibilizzate sull’argomento, per evitare che simili tragedie si potessero ripetere in futuro.La memoria è tutto ciò che ci resta per ereditare informazioni e fare riflessioni positive o negative sugli eventi, che si sono verificati; il passato per le nuove generazioni diventa indispensabile, per far sì che ci sia un futuro sempre migliore «Il passato diventa un mosaico frammentario, disperso, inaf-ferrabile, che non si può fare a meno di interrogare nella speranza che in futuro assuma nuovi signi-ficati» afferma S. Parussa, Scrittura come libertà, scrittura come testimonianza. Quattro scrittori italiani e l’ebraismo, Giorgio Pozzi Editore, Raven-na 2011.Per quanto riguarda l’acquisizione di nuove infor-mazioni, riguardanti vicende storiche del passato, dobbiamo ringraziare i posteri, i quali hanno con-tribuito alla loro diffusione; anche coloro che sono sopravvissuti alla strage dei campi di concentra-mento hanno rappresentato una testimonianza fondamentale per le generazioni successive. Ogni singolo particolare del loro racconto può risultare indispensabile.Documenti come “Il Diario di Anna Frank“ rac-chiudono episodi di vita quotidiana vissuti, che rappresentano il fascino e la purezza della testi-monianza.Altre iniziative importanti sono quelle di orga-nizzare uscite scolastiche durante il “Giorno del-la Memoria” o per “Il Giorno del Ricordo”. I fatti storici, che riguardano argomenti così delicati a

livello umano, non devono per nessun motivo es-sere modificati, per non rischiare nuovi eventi di questo tipo o addirittura peggiori.Per tutte le persone, che hanno giusti valori mora-li, è scontato che simili atrocità, come quelle subi-te dal popolo ebraico, non debbano ripetersi; co-munque la memoria può essere espressa in modo soggettivo, modificandone i contenuti e creando diverse visioni sbagliate da parte di chi ne viene a conoscenza. È per questo motivo che non biso-gna permettere che alle nuove generazioni venga mostrata una visione sbagliata dei fatti avvenuti nei campi di concentramento o riguardanti altri drammatici eventi storici.Il fenomeno degli abusi della memoria va ricolle-gato a tre categorie di “abusatori”: i negazionisti, i quali affermano che i fatti della Shoah andrebbe-ro rimossi completamente, i banalizzatori, che ten-tano di equiparare la Shoah ad altri eventi storici sanguinari, rendendone la memoria più facilmen-te assimilabile, e i sacralizzatori, i quali alterano gli eventi della Shoah, rendendoli isolati e magari rivendicando un monopolio sulla scelta degli usi, a cui vengono posti.Tutto ciò è assolutamente sbagliato. Simili fatti storici non devono né essere negati, né banalizzati, devono semplicemente essere riportati per quel-lo che sono. Un altro evento storico, del quale per molti anni, non si è parlato, probabilmente proprio a causa degli abusi di memoria, riguarda i massa-cri delle foibe, che consistevano nel gettare per-sone all’interno di buchi profondissimi, nei quali o morivano all’impatto con il suolo o morivano per

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SavoianewsAnno I n°2 - Marzo/Aprile 2017

Direttore Anna Maria Giusti

Direttore responsabile Luca Zappalorto

Redazione Docenti referenti: Studenti: Rina Di Crescenzo Giorgia De Leonardis Patrizia Fazii Holokoz Yeva Anna A. Di Paolo Giusy Della Ripa Andrea Leonzio Beatrice Montani Sonia Orsini Sara Lila Elba Iezzi Giulia Di Iorio Maurizio Roccioletti Alessia Di Primio Giorgia Di Renzo Benedetta Colasante Lorenzo Di Massimo

Grafica, impaginazione elettronica e foto

Docente referente: Maurizio Roccioletti Studenti: Ludovica Colanzi • Cosimo Curlante Accettulli Luca • Samuele Di Gregorio • Stefano Monti

Hanno collaborato a questo numero:Docenti: Angela RossiStudenti: Cristina Di Martino • Giorgio Scorcelletti • Giorgio Tacconelli • Christian La Torre • Francesca Mancini • Luca Borromeo • Erminio Carmenini • Marco Vitale • Francesco Rulli • Federico Pica • Lorenzo Di Paolo Marco D’Urbano • Alessandro Clementini • Sara D’Orazio Aurelio Pio Di Matteo • Omar Di Biase • Riccardo Di Camillo • Samuele Gasbarri • Luca Sablone • Anna Onischuk • Tatiana Zuccarini • Classe I Inf B • Riccardo Santalucia Sofia Ricci • Daniela Ambrosini • Simonetta Caldarelli Arianna Di Fabio • Anthony D’Angelo • Giampietro Simone

Tiratura 150 copie a colori 300 copie in bianco e nero

egChiuso in redazione il 22 maggio 2017Stampato presso l’IIS «Luigi di Savoia»

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le ferite provocate.Questo fatto storico riguarda soprattutto la po-polazione italiana, in particolare gli abitanti del Friuli-Venezia Giulia. Questo dramma storico va ricordato proprio come la Shoah, perché anche la sofferenza di una singola persona ha un peso importante. È per questo motivo che negli ultimi anni anche per le foibe è stato stabilito un giorno per ricordare , chiamato “Il Giorno del Ricordo”, datato 10 Febbraio, per rievocare i caduti e riflet-tere sulle sofferenze, che sono state subite da mol-tissime persone in quel periodo.Il nostro compito è accettare quello che è stato ed è accaduto nel passato e diffonderlo a chiunque, poiché tutti devono sapere che tutti coloro i quali hanno sofferto sono solo persone e vanno per que-sto rispettate; noi dobbiamo appunto ricordarle e a maggior ragione dare voce ai sopravvissuti, per-ché è grazie a loro che siamo a conoscenza di tutti gli avvenimenti.Questo è stato il tema dell’incontro, che si è svol-to nell’Aula Magna dell’Istituto Pomilio alla presenza della Dirigente Anna Maria Giusti, del Prof. Massimo Pasqualone, del Magistrato Italo Radoccia e del Presidente della sezione di Pesca-ra dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) Mario Diracca, esule fiuma-no, che ha ricordato il martirio di Norma Cossetto e di tutti gli infoibati, vittime dell’odio e dell’in-tolleranza slava nei riguardi di donne, bambini e uomini, che avevano la sola colpa di essere italia-ni.A rappresentare l’Istituto “Luigi di Savoia” sono state presenti le classi V Inf D e V LSA B, accom-pagnate rispettivamente dalla prof.ssa Angela Rossi e dalla prof.ssa Ester Marcantonio.

Giampietro Simone -V Inf D