Airbus A330 - Air France AF447

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  • 8/3/2019 Airbus A330 - Air France AF447

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    20 giugno 2011 24

    Iframmenti di informazioni pubblicati nel

    rapporto preliminare della BEA sullinci-

    dente occorso allAirbus A330, precipi-

    tato nelloceano del sud atlantico men-

    tre si trovava alla sua quota di crociera,

    seppur scarni e misurati consentono co-

    munque di esprimere alcune considerazio-

    ni. Gli incidenti accaduti negli ultimi quindi-

    ci anni, che hanno coinvolto aerei glass

    cockpit di grandi e piccole compagnie ae-

    ree, hanno mostrato la complessit rap-

    presentata dal pilotare aerei tec-

    nologicamente molto avanzati e

    nei quali unautomazione pi che

    moderna, svolge in background

    molteplici processi un tempo ge-

    stiti direttamente dai piloti.

    I progressi dellelettronica

    hanno trasformato il cockpit dei

    moderni aerei da semplice agglo-

    merato di strumenti, installati in

    ogni spazio disponibile, e non

    sempre perfettamente visibile aipiloti, spesso tra loro indipendenti, a cock-

    pit che hanno concentrato nello spazio di

    un paio di schermi una notevole quantit di

    informazioni da interpretare, a volte in po-

    chissimi secondi. Anche gli aerei sono cam-

    biati, per esempio riducendo il rumore pro-

    dotto dai motori e le accelerazioni aerodina-

    miche che accompagnano il volo. Siamo in-

    somma passati dallo strumento a lancetta,

    sul quale a volte si ticchettava per saggiar-

    ne il funzionamento, alla lancetta virtuale

    dove il ticchettio serve solo a sporcare il ve-

    tro dello schermo. Leve, manopole, inter-

    ruttori, sono stati sostituiti quasi interamen-

    te da pulsanti dove anche locchio pi

    esperto fa a volte fatica a trovare la giusta

    strada nella penombra del tutto simile.

    Unatmosfera ovattata, dove diventa sem-

    pre pi difficile sentire le anomalie per

    esempio di una accelerazione o di una vi-

    brazione, grazie a soluzioni ingegneristiche

    che hanno aumentato allinverosimile il

    comfort aerodinamico. Unelettronica affa-

    scinante che ha spazzato via capsule ane-

    roidi da quattro soldi che tra tubi e tubiciniconsentivano di calcolare e mostrare infor-

    mazioni vitali, per forza di cose approssima-

    te, ma dai limiti e dai percorsi noti.

    Oggi gli hard disk alloggiati nel vano

    elettrico ed elettronico di un aereo preten-

    dono una fiducia che non pu ancora esse-

    re accordata, anche se capaci di analizzare

    ed incrociare tonnellate di dati per realizzare

    risparmi l dove sarebbe stato impossibile

    da realizzare, non hanno ancora raggiunto

    quella capacit di fornire informazioni a pro-

    va di errore. E quando qualcosa non va per il

    verso giusto e lautomazione integrata va a

    farsi benedire, luomo seduto ai comandi

    deve tornare ad essere un segugio capace

    di integrare allo schioccare delle dita quei

    dati oramai disintegrati. Ma, come pu un

    segugio, per quanto di razza, abituato a due

    pasti al giorno dal proprio padrone, ridiven-

    tare un asso della caccia solo perch una

    domenica mattina sta passeggiando in

    aperta campagna? Come si pu pretendere

    che un pilota, addestrato a credere quasi

    ciecamente nel suo prodigio dellinformatica

    travestito da aeroplano, sia in grado e di col-

    po di integrare ci che di colpo si disinte-

    grato? Fior fiore di piloti collaudatori hanno

    perso la vita su aeroplani glass cockpit men-tre simulavano avarie e applicavano proce-

    dure per risolverle. Ma come, proprio quan-

    do c pi bisogno dellautomazione, sonde

    da quattro soldi si ghiacciano allo stesso

    modo di come si ghiacciavano 50 anni fa?

    Com possibile che una elettronica cos

    avanzata rassegni le dimissioni nei momenti

    pi impensati mostrando in un sol colpo la

    sua vergognosa impotenza funzionale?

    Proprio quando lautopilota pi che

    necessario smette di funzionare, proprio

    quando sarebbe auspicabile un governo

    dei motori automatizzato, occorre passare

    a quello manuale, proprio quando ci sareb-be pi bisogno di indicazioni strumentali

    coerenti, non si sa pi da che parte sta la

    verit di ci che si vede. Proprio quando

    laereo avrebbe bisogno di stabilit aerodi-

    namica e facilit di controllo diventa difficile

    da governare e fly by wire diventa un nuovo

    nemico. Quanti incidenti sono frutto di

    unautomazione troppo lontana dalla sua

    immediata interpretazione? Basti pensare a

    come fatto lo strumento standby di un ae-

    reo glass cockpit, risorsa da usare quando

    le sorgenti strumentali principali non vanno

    per il verso giusto. Piccolo, difficilmente visi-

    bile da entrambe le posizioni dei piloti, inte-

    grato perch allinterno c tutto ci che la

    certificazione richiede. Ci si dimenticati

    per che quando bisogno usarlo perch

    le cose si sono messe maledettamente ma-

    le e quindi bisognerebbe poter contare su

    uno strumento che sia facile da leggere e

    da interpretare, grande abbastanza da es-

    sere pienamente visibile, illuminato senza ri-

    sparmio e sistemato laddove i due piloti

    possano interpretarne le indicazioni.

    Il problema che non pu pi essere sot-taciuto che lautomazione avanzata dei

    moderni aerei ha in parte risolto vecchie

    questioni, ma ne ha fatte sorgere di nuove e

    Lautomazione spesso diventa un ostacolo

    LA330 di Air France sarebbe precipitato

    se avesse avuto un cockpit convenzionale?

    PAGINA

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    AzimutAzimut

    Gli incidenti accaduti negli ultimi quindici anni, chehanno coinvolto aerei glass cockpit di grandi e piccolecompagnie aeree, hanno mostrato la complessitrappresentata dal pilotare aerei tecnologicamentemolto avanzati e nei quali unautomazionepi che moderna svolge in background moltepliciprocessi un tempo gestiti direttamente dai piloti

    COM.TE FILIPPO CAPUANO

    ASSOCIAZIONE SICUREZZA VOLO

    CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE

  • 8/3/2019 Airbus A330 - Air France AF447

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    24 20 giugno 2011

    di pi pericolose ed alcune sono ancora

    sconosciute. Nel 1992 un A320 cadde in

    avvicinamento a Strasburgo e la colpa del-

    lincidente fu assegnata ai piloti. A seguito

    dei tanti incidenti che negli ultimi 25 anni

    hanno interessato aerei dal glass cockpit

    sono cambiate alcune delle soluzioni inge-

    gneristiche forse troppo frettolosamente

    messe a disposizione dei piloti, anche se le

    domande alle quali bisogna trovare ade-

    guate risposte sono sempre le stesse. Per

    esempio, si sarebbe verificato lincidente

    dellA320 in avvicinamento a Strasburgo

    nel 1992, se laereo avesse avuto un cock-

    pit convenzionale? Considerando che do-

    po lincidente di Strasburgo lAirbus modifi-

    c parte dei sistemi di bordo e che la BEA,

    lagenzia per le investigazioni aeronautiche

    francese, eman ben 34 raccomandazioni

    di sicurezza viene spontaneo chiedersi se

    lavvento del glass cockpit sia stato accom-

    pagnato da un idoneo programma di for-

    mazione di chi deve usarlo, per esempio pi-

    loti e tecnici della manutenzione.

    In alcuni incidenti, come quello del-

    lA330 caduto nelloceano atlantico, il rap-

    porto preliminare si dilunga su piloti impe-

    gnati nel risolvere un problema di stallo

    dellaereo, purtroppo senza successo.

    Considerando che questo tipo di manovra

    fa parte delladdestramento basico di ogni

    pilota, fin dai tempi della scuola di volo, co-

    me possibile che la manovra non abbia

    avuto successo? Era laereo in condizioni

    di essere governato? Oppure come dice la

    dottoressa Kathy Abbott, specialista hu-

    man factor della FAA, i piloti degli aerei

    glass cockpit non sono adeguatamente

    addestrati alluso dellautomazione? Infat-

    ti, due sono le possibilit: o laddestra-

    mento a pilotare questi aeroplani si poggia

    su presupposti sbagliati, e quando qual-

    cosa va storto non si sa che fare, o i piloti

    che pilotano questi aeroplani perdono via

    via quelle capacit basiche di pilotaggio ed

    attitudini proprie del mestiere di pilota.

    Lautomazione diventa un ostacolo e nem-

    meno tanto semplice quando smette di

    funzionare ed interpretarla e usarla quan-

    do fa le bizze somma problemi a problemi.

    Lincidente dellAirbus A310 di Kathman-

    d, si sarebbe verificato se i piloti avessero

    pilotato aerei dal cockpit convenzionale? E

    lincidente di Cal sarebbe mai avvenuto se

    i piloti, impantanati nella programmazione

    del Flight Management System (la Corte di

    Miami ha ritenuto responsabile dellinci-

    dente al 30% la Jeppesen, al 10% Hone-

    well, al 60% la American Airlines), si fosse-

    ro concentrati sul piano verticale della na-

    vigazione come avrebbero fatto in un

    cockpit convenzionale?

    Insomma, sembra che le capacit basi-

    che di un pilota si affievoliscono a mano a

    mano che lautomazione progredisce. Sar

    anche per questa ragione che c chi con-

    vinto che i piloti siano lanello pi debole di

    una compagnia aerea, quelli che sbagliano

    pi facilmente e ne auspica la sostituzione

    in cabina di comando con database ben

    oliati e dal software sempre aggiornato. Sa-

    rebbe come auspicare che a governare le

    organizzazioni aeronautiche fossero robot

    dellultima generazione capaci di evitare

    cassa integrazione e licenziamenti, e co-

    struire aerei a prova di errore. Non si riesce

    facilmente ad immaginare come si possagarantire lincolumit dei passeggeri, male

    addestrando i piloti ed inventando processi

    di automazione che uccidono perfino i piloti

    che devono collaudarli. Da un lato si fa di

    tutto per evitare che i piloti mettano le mani

    nel cockpit, dallaltro se ne supplicano le

    abilit sopite quando lelettronica d forfait.

    Che dire poi del B777 in avvicinamento al-

    laeroporto di Londra-Heathrow al quale i

    motori (serie GE90) non hanno fornito la po-

    tenza della quale i piloti avevano bisogno?

    Qualche secondo prima e levento, settimo

    della serie, avrebbe avuto esiti diversi. Sem-

    bra che il problema sia causato da uno dei

    sensori dei motori, talvolta particolarmente

    suscettibile allumidit ed al ghiaccio, che

    smettendo di funzionare come dovrebbe

    frizza la spinta dei motori al valore al quale si

    trova in quel momento. Automatizzare il

    cockpit e insonorizzare allinverosimile un

    aereo non d pi sicurezza se non viene ac-

    compagnato da un idoneo percorso forma-

    tivo delluomo che deve governarlo, cos

    come sonde e sensori, per quanto annega-

    te allinterno di soluzioni ingegneristichestraordinarie, non diventano immuni allu-

    midit e/o al ghiaccio che sono parte del-

    latmosfera nel quale laereo vola. PAGINA

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    AzimutAzimut

    ANSV ha aperto una serie di

    inchieste di sicurezza per incidentiavvenuti a inizio giugno. La prima

    riguarda lincidente del 4 giugno

    allaeromobile Dromader PZL M18B

    marche I-ECOH, che, in atterraggio

    sullaeroporto di Casale Monferrato,

    subiva una imbardata con conseguente

    cedimento del carrello. Danni sostanziali

    al velivolo, incolume il pilota unico

    occupante. Una seconda inchiesta

    stata aperta dallAgenzia in

    considerazione dei danni riportati

    dallaeromobile C 210 marche D-EADB,

    finito fuori pista in atterraggio

    sullaeroporto di Alghero, sempre il 4

    giugno scorso, a seguito della retrazione

    di una gamba di forza del carrello

    principale. Dalle prime dichiarazioni

    disponibili risulta che il velivolo, con

    quattro occupanti, dopo il decollo dallo

    scalo di Alghero con destinazione Linz

    (Austria), sia ritornato sul predetto

    aeroporto per un problema allimpianto

    elettrico. Incolumi le persone a bordo. La

    terza inchiesta riguarda lincidente

    occorso luned 6 giugno allaeromobileDromader PZL M18B marche I-ECOA. Il

    velivolo, con a bordo il solo pilota,

    durante leffettuazione dellattivit di

    lavoro aereo consistente nello

    spargimento di liquido antilarvale per labonifica di terreni agricoli, urtava contro

    un cavo elettrico. Il velivolo, pur in

    presenza di danneggiamenti allalettone

    destro derivanti dallimpatto con il cavo,

    riusciva a raggiungere il vicino aeroporto

    di Casale Monferrato dove atterrava

    senza ulteriori conseguenze. E ancora

    lAgenzia ha avviato lindagine di propria

    competenza sullincidente che l8 giugno

    ha interessato laeromobile CL 415

    marche I-DPCD. Il velivolo era

    impegnato in unoperazione di

    antincendio boschivo e, durante una

    manovra di prelievo di acqua (scoop) nel

    tratto di mare antistante la localit

    Mattinata (FG), subiva la perdita del

    galleggiante destro. Lequipaggio

    interrompeva la manovra, arrestando

    laeromobile in acqua con la semiala

    destra parzialmente immersa. Infine

    lultima inchiesta riguarda un incidente

    dell8 giugno che ha interessato

    laeromobile P66 B100 marche I-CAMT,

    con due persone a bordo, che, per cause

    in corso di accertamento, effettuava unatterraggio di emergenza su una spiaggia

    in localit Acquedolci, senza causare

    danni a persone o cose.

    CINQUE INCIDENTI

    LANSV apre una serie di inchiestedi sicurezza

    L