Agrigento Dalla Carità alla CARITAS. … ripercorrere le tappe più salienti della storia della...
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AgrigentoDalla Carità alla
CARITAS
… ripercorrere le tappe più salienti della storia della carità
nella nostra Chiesa, partendo dal mistero dell’Eucaristia, a cui la carità è intimamente connessa, fino ad arrivare all’istituzione della Caritas come organismo
pastorale.
Con l’incontro di oggi proveremo a …
La Caritas è …
l’ organismo pastorale della CEI voluto da Paolo VI al fine di
promuovere la testimonianza della carità
all'interno della comunità cristiana.
La Caritas dunque: 1
non sempre è esistita
è il frutto di un percorso storico
risponde a delle esigenze “nuove”, rilevate dal Concilio Vaticano II
• una precisa metodologia di azione. (Ascoltare/osservare/discernere)
La Caritas dunque: 2
• ha una precisa identità …
(si distingue dalle singole forme di esercizio della carità)
• uno stile suo proprio … (progettuale, di rete, la pedagogia dei fatti)
Eucaristia: fonte della Carità
La storia della Chiesa che celebra l’Eucaristia
inizia la sera del giovedì Santo, con la Lavanda dei piedi e l’istituzione dell’Eucaristia, segni intimamente connessi ed
espressione del medesimo mistero d’Amore
L’Eucaristia fa la Chiesa
“L’eucaristia è forza che plasma la comunità e ne accresce il potenziale d’amore: la rende
casa accogliente per tutti, la fontana del villaggio
che offre a tutti la sua acqua sorgiva … In essa ogni diversità si compone
nell’armonia, ogni voce implorante riceve ascolto, ogni bisogno trova qualcuno che
si curva su di esso con amore”(Eucaristia, comunione e comunità, n.28)
“Attorno all’unica mensa eucaristica e condividendo
l’unico pane, la Chiesa cresce e si edifica come carità
ed è chiamata a mostrarsi al mondo come segno e
strumento dell’unità in Cristo di tutto il genere umano.
Dall’eucaristia scaturisce quindi un impegno preciso per la comunità cristiana che la
celebra:
TESTIMONIARE VISIBILMENTE E NELLE OPERE IL MISTERO D’AMORE CHE ACCOGLIE NELLA
FEDE ”.
(Evangelizzazione e Testimonianza della Carità, n.17)
Da allora … un annuncio mai interrotto 1
In epoca apostolica:
“Ogni cosa era fra loro in comune”
“Nessuno era tra loro bisognoso”
La prima comunità cristiana si apre allo straniero, mettendosi anche in ascolto
dei poveri di un altro popolo che chiedono aiuto (le vedove e gli orfani degli ellenisti), e in ascolto di chi li perseguita.
Il luogo dell’ascolto per eccellenza è l’assemblea, l’incontro, l’ecclesia.
Da allora … un annuncio mai interrotto 2
In epoca apostolica:
Da allora … un annuncio mai interrotto 3
Con il monachesimo il povero diventa segno di
benedizione, luogo della presenza di Dio che in Cristo si è fatto povero
Nel 300l’incontro e l’ascolto del povero
caratterizza una nuova spiritualità francescana e la riforma della
Chiesa.
il ‘600 è la grande stagione dell’incontro della Chiesa nel
mondo, anche attraverso le missioni. Si aprono i problemi
dell’inculturazione, ma scoppiano anche i problemi del
colonialismo che chiedono l’attenzione alla dignità della
persona, giustizia sociale, libertà.
il ‘700 pone nuovi problemi sul rapporto cultura e fede, che
investono anche un particolare modo di fare carità. Si apre
il tema dei diritti e di una carità organizzata.
Da allora … un annuncio mai interrotto 4
l’800 vede, alla luce della rivoluzione industriale,
una Chiesa riassettarsi sull’incontro e l’ascolto delle
nuove masse lavoratrici, ma anche dei poveri: se
da una parte le opere rispondono ai problemi (asili,
ospedali, banche, mutue, scuole), dall’altra nasce
l’esigenza di sportelli di ascolto (i patronati).
Da allora … un annuncio mai interrotto 5
Carità = Opere di misericordia
Nel 1891 Leone XIII pubblica la
Rerum novarum che inaugura la dottrina sociale affrontando i
temi:
Diritti umani Mercato: luogo di incontro Dimensione comunitaria della Carità
Da allora … un annuncio mai interrotto 6
- Dalla DELEGA alla RESPONSABILITÀ di tutti i
fedeli. Non più ESPERTI, ma ANIMATORI della Carità.
- Dalla RESPONSABILITÀ alla CONDIVISIONE Non solo dare, ma condividere
- Dalla CONDIVISIONE alla CONSACRAZIONE Conformare la propria vita alla Carità LA PEDAGOGIA DEI FATTI
Da allora … un annuncio mai interrotto 7
nel ‘900 le due guerre mondiali fanno emergere il problema
della solitudine, della distanza, dell’abbandono, della povertà.
Nel 1944 nascono la POA (Pontificia Opera di Assistenza) e le
ODA (Opere Diocesane di Assistenza) per la distribuzione dei beni
inviati dagli USA.
Oltre che servizi, le ODA sul territorio sapevano incontrare la
gente, raccogliere i bisogni, nella quotidianità e nell’emergenza,
anche con nuovi strumenti di mobilità (centro di comunità
mobile, lo sportello mobile…).
Da allora … un annuncio mai interrotto 8
La Carità secondo il Concilio Vaticano II
Il Concilio Vaticano II propone una Chiesa che si
rapporta al mondo, sentendo la necessità di accogliere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce della gente come
punto di partenza dell’agire pastorale. “è compito della Chiesa far emergere il bene presente nel mondo e
nella storia come segno della continua azione di Dio salvatore e liberatore”
(Lo riconobbero nello spezzare il pane, n.25)
Terminata l’emergenza della guerra, la struttura, le finalità e gli stili della P.O.A. non rispondevano più alle concrete esigenze della Chiesa e della società. Nel 1970 vengono sciolte.
Il Vaticano II, celebrato dal 1962 al 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI, aveva portato ad una ridefinizione di Chiesa.
Due sono i documenti sui quali, più degli altri, si fonda l’idea della Caritas: la Gaudium et Spes e la Lumen Gentium.
Gaudium et Spessulla Chiesa nel mondo contemporaneo
“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri
soprattutto e di tutti coloro che soffrono,
sono pure le gioie e le speranze, le tristezze
e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi
è di genuinamente umano che non trovi eco
nel loro cuore”.
La Chiesa che viene fuori dal Concilio è, dunque, una Chiesa:
- profondamente radicata nella storia degli uomini,
- pronta a condividerne con passione gioie e dolori per testimoniare con forza la speranza cristiana.
Gaudium et Spessulla Chiesa nel mondo contemporaneo
La centralità della persona La “Storia” intesa come “luogo teologico” Il segno della Carità e i segni dei tempi La Chiesa in dialogo con il mondo Il laicato: il gigante addormentato L’impegno educativo della famiglia e del
mondo della cultura L’economia La Politica, come segno più alto di servizio La Pace e la nonviolenza come alternativa alla
guerra La mondialità e la Cooperazione
internazionale
Gaudium et Spessulla Chiesa nel mondo contemporaneo
Al n.90 della GS leggiamo: “Il Concilio … ritiene assai opportuna la creazione di un organismo della Chiesa universale, al fine di suscitare dovunque la giustizia e l’amore di Cristo verso i poveri. Tale organismo avrà per scopo di stimolare la comunità cattolica a promuovere lo sviluppo delle regioni bisognose e la giustizia sociale delle nazioni”.
Con queste parole il Concilio dà il suo placet a Caritas Internationalis (nata nel 1954) e pone le basi per la nascita del Pontificio Consiglio “Iustitia et Pax” (che nascerà nel 1967), di “Cor Unum” e di Caritas Italiana (entrambe nel 1971).
Gaudium et Spessulla Chiesa nel mondo contemporaneo
Lumen GentiumLa Chiesa è il Popolo di Dio, in cui i Laici
hanno un precisa missione ecclesiale.
La scelta per i poveri è una chiamata che non trova tanto una giustificazione nella realtà storico-sociale, quanto nel mistero stesso dell’incarnazione, morte e risurrezione di
Gesù Cristo e nel mistero della Chiesa.
Populorum Progressioprima enciclica sociale del dopo-concilio
“L’enciclica della resurrezione” sosteneva una teologia che univa preghiera
e azione dentro un forte cattolicesimo sociale, inaugurando la “teologia della
speranza”.
Riapre la discussione Fondamentale sulla “Chiesa dei poveri”,
proponendo un’attenzione particolare ai poveri
anche attraverso un uso diverso dei beni.
La PP dà concretezza al grido dei poveri, aprendosi
al dialogo con il mondo a partire proprio dai poveri. La fraternità viene letta dentro il
concetto di comunità universale e in una rilettura dell’economia.
L’enciclica affronta i temi del dovere della solidarietà fra i popoli, della giustizia sociale e della carità universale.
Populorum Progressioprima enciclica sociale del dopo-concilio
Nasce la Caritas“… senza sostituirsi alle istituzioni già esistenti in questo
campo nelle varie Diocesi … questo nuovo organismo si presenta come l’unico strumento ufficialmente
riconosciuto a disposizione dell’Episcopato italiano per promuovere, coordinare e potenziare le attività
assistenziali nell’ambito della comunità ecclesiale italiana.
La vostra funzione non può esaurire i suoi compiti nella pura distribuzione di aiuto ai fratelli bisognosi […]
al di sopra di questo aspetto emerge la sua prevalente funzione pedagogica … che si misura con la sua capacità di sensibilizzare le chiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni e ai
tempi”.
Dal Discorso di Paolo VI alle Caritas Diocesane in occasione del I Convegno Nazionale (1972)
Prevalente funzione pedagogica Animazione della carità in tutta la comunità
cristiana Promuovere la scelta preferenziale per i poveri Stabilire rapporti con l’autorità civile: una fede
incarnata nel territorio Educare alla sobrietà e alla condivisione Coordinare le iniziative di carità cristiana Promuovere il volontariato Sin da subito si afferma con uno specifico stile: la
pedagogia dei fatti, la progettualità, il lavoro di rete …
Il metodo Caritas: Ascoltare, Osservare e Discernere
Il sogno di Mons. Nervo
Perché dunque il servizio in Caritas?
La Carità è il mistero stesso di Dio e il dono della sua vita agli uomini. Di conseguenza, la carità è la natura profonda della Chiesa, la vocazione e l’autentica realizzazione dell’uomo.
Non è possibile né concepire la Chiesa senza la carità, né sganciare la carità dall’Annuncio della Parola di Dio e dalla
Liturgia, né pensare di delegare ad un gruppo l’esercizio della carità:
ogni cristiano è chiamato a vivere nella e per la carità, perché solo
allora sarà immagine del Cristo a cui ha scelto di conformarsi.
Non si tratta di far parte di un gruppo caritas, ma di vivere il proprio
servizio civile ed ecclesiale portando nel cuore e nella mente una
costante e vivace apertura alla carità.
Caritas trasversale Gruppo famiglie: le famiglie rivedano il proprio stile
di vita ed educativo, improntandolo alla sobrietà, all’apertura agli ultimi, alla condivisione con chi non ha, all’amore per la giustizia, all’attenzione alla mondialità e al creato …
Gruppo giovani: valorizzi la dimensione del servizio, del volontariato, della mondialità, dell’analisi critica degli stili sociali, della sobrietà (abiti di marca, uso morigerato del telefonino, uso di sostanze da sballo …), della condivisione con i giovani meno fortunati …
Gruppo liturgico: valorizzi la dimensione caritativa della liturgia, preoccupandosi che anche i disabili possano agevolmente partecipare, ricordandosi dei bisogni dell’umanità (attenzione a quello che succede nel mondo) nelle preghiere dei fedeli e nelle varie liturgie …
Gruppo catechesi: se la catechesi è l’incontro con Dio e la sua Parola, non può non avere risvolti caritativi. È la stessa parola di Dio che ci rimanda continuamente al comandamento della carità.
Gruppi di preghiera: siano attenti a ciò che accade nel mondo, ai bisogni degli uomini per metterli al centro della propria preghiera..
Caritas trasversale
Lasciamoci interrogare
Non potremo “fare Caritas”, non potremo
lavorare per una Chiesa che abbia il volto
della Carità del Padre verso ogni creatura,
se non coltiveremo una spiritualità della
povertà e dell’essenzialità evangelica, della
condivisione e dell’accoglienza.(Lo riconobbero nello spezzare il pane, n.42)