agosto-settembre 1998

5
“Voi siete miei Amici” Gv 15,14 AMICI DI GESU’ CROCIFISSO n. 73 agosto-settembre 1998 LE PIAGHE GLORIOSE La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.... Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». (Gv 20,19-29) Per la comprensione - La Risurrezione di Gesù è un fatto unico e sconvolgente: gli apostoli stessi, che ne furono i primi testimoni, faticarono molto ad accettarla. - Per convincere gli Apostoli, Gesù apparve molte volte a singole persone e a gruppi, parlò e mangiò con loro, preparò loro da mangiare sulla riva del lago, mostrò loro i segni della sua Passione e si fece toccare: “Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi”. (Lc 24,36-40) - Gesù, con la risurrezione, riprende il suo corpo rinnovato, guarito dai segni delle sofferenze e torture subite nella sua Passione, trasfigurato, per cui entra ed esce da una sala a porte chiuse, si sposta in un istante da un luogo all’altro, anche se ha sempre un corpo veramente umano, che può essere visto, toccato, può camminare, parlare, mangiare. Ma nel suo corpo glorificato Gesù conserva le piaghe dei chiodi e della lancia: vere piaghe, profonde, da poter mettere un dito nei fori delle mani e dei piedi e una mano nella piaga del costato. Ma esse ora sono piaghe gloriose. Rifletti - Mentre sono scomparsi gli altri segni della dolorosa Passione, perché Gesù vuole conservare le cinque piaghe nel suo corpo glorioso? Perché queste piaghe devono diventare sorgenti di grazie: - Sorgenti di fede : “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!”. E ancora: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Quelle piaghe reali, anche se non sono più dolorose, sono la certezza che Gesù è risorto e vivo, che Gesù è il mio Signore e il mio Dio. - Sorgenti di amore : “Perché quelle piaghe in mezzo alle tue mani? Queste piaghe le ho ricevute in casa dei miei amici” (Zac 13,6). Davanti a quelle piaghe tante anime si sono convertite, si sono accese di ardente amore per Gesù Crocifisso; quelle stesse piaghe, contemplate dai Santi in cielo sono sorgenti di amore, predicano l’amore infinito di Dio per noi. Quelle piaghe formeranno un giorno il nostro paradiso, ci predicheranno per tutta l’eternità l’infinito amore di Dio per noi. - Sorgenti di speranza : “Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza” (Is. 12.3). Le piaghe di Gesù sono la nostra speranza, la nostra salvezza; ad esse attingeremo ogni grazia. S. Gabriele, tentato dal Maligno sul letto di morte, ripeteva più volte: “Vulnera tua, merita mea”: Le tue piaghe, Gesù, sono i miei meriti, la mia ricchezza, la mia speranza. Contemplare e baciare quelle sante piaghe nei momenti di prova, nel punto di morte, è speranza, è conforto, è salvezza. Quelle piaghe, non più dolorose, ma Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

description

LE PIAGHE GLORIOSE n. 73 agosto-settembre 1998 “Voi siete miei Amici” Gv 15,14 Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. gloriose, ci fanno capire che la croce passa, la grazia resta sempre. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

Transcript of agosto-settembre 1998

“Voi siete miei Amici” Gv 15,14

AMICI DI GESU’ CROCIFISSO n. 73 agosto-settembre 1998

LE PIAGHE GLORIOSE La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.... Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». (Gv 20,19-29) Per la comprensione - La Risurrezione di Gesù è un fatto unico e sconvolgente: gli apostoli stessi, che ne furono i primi testimoni, faticarono molto ad accettarla. - Per convincere gli Apostoli, Gesù apparve molte volte a singole persone e a gruppi, parlò e mangiò con loro, preparò loro da mangiare sulla riva del lago, mostrò loro i segni della sua Passione e si fece toccare: “Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi”. (Lc 24,36-40) - Gesù, con la risurrezione, riprende il suo corpo rinnovato, guarito dai segni delle sofferenze e torture subite nella sua Passione, trasfigurato, per cui entra ed esce da una sala a porte chiuse, si sposta in un istante da un luogo all’altro, anche se ha sempre un corpo veramente umano, che può essere visto, toccato, può camminare, parlare, mangiare. Ma nel suo corpo glorificato Gesù conserva le piaghe dei chiodi e della lancia: vere piaghe, profonde, da poter mettere un dito nei fori delle mani e dei piedi e una mano nella piaga del costato. Ma esse ora sono piaghe gloriose. Rifletti - Mentre sono scomparsi gli altri segni della dolorosa Passione, perché Gesù vuole conservare le cinque piaghe nel suo corpo glorioso? Perché queste piaghe devono diventare sorgenti di grazie: - Sorgenti di fede: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!”. E ancora: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Quelle piaghe reali, anche se non sono più dolorose, sono la certezza che Gesù è risorto e vivo, che Gesù è il mio Signore e il mio Dio. - Sorgenti di amore: “Perché quelle piaghe in mezzo alle tue mani? Queste piaghe le ho ricevute in casa dei miei amici” (Zac 13,6). Davanti a quelle piaghe tante anime si sono convertite, si sono accese di ardente amore per Gesù Crocifisso; quelle stesse piaghe, contemplate dai Santi in cielo sono sorgenti di amore, predicano l’amore infinito di Dio per noi. Quelle piaghe formeranno un giorno il nostro paradiso, ci predicheranno per tutta l’eternità l’infinito amore di Dio per noi. - Sorgenti di speranza: “Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza” (Is. 12.3). Le piaghe di Gesù sono la nostra speranza, la nostra salvezza; ad esse attingeremo ogni grazia. S. Gabriele, tentato dal Maligno sul letto di morte, ripeteva più volte: “Vulnera tua, merita mea”: Le tue piaghe, Gesù, sono i miei meriti, la mia ricchezza, la mia speranza. Contemplare e baciare quelle sante piaghe nei momenti di prova, nel punto di morte, è speranza, è conforto, è salvezza. Quelle piaghe, non più dolorose, ma

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

gloriose, ci fanno capire che la croce passa, la grazia resta sempre. Confronta - Contemplerò e bacerò spesso le piaghe di Gesù, specialmente nei momenti di tentazione e di prova, ascoltando Gesù che mi dice: “Guarda le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!”. Ripeterò spesso: “Gesù mio Crocifisso, ti amo: abbi pietà di me peccatore”. - Le piaghe gloriose di Gesù emanano una luce, che ha illuminato e trasfigurato le anime e i corpi di tanti santi, fino a riprodurre nelle loro carni le stesse piaghe: sono di stimmate di S. Francesco, di S. Gemma, di P. Pio. Debbo contemplarle continuamente, perché trasfigurino anche la mia anima e il mio corpo. Per questo ripeterò spesso l’invocazione popolare a Maria: “Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore”. - Andrò spesso alla scuola delle cinque piaghe gloriose di Gesù, per apprendere da esse la vera “sapienza della croce “ e l’infinito amore di Dio.

La sorgente dell’Amore -1-

N.B. Come avevamo promesso, riportiamo alcuni insegnamenti di M. Maddalena Marcucci, passionista, per approfondire la spiritualità dell’amore. Il fuoco dell’amore Il fuoco del divino amore, pur essendo qualche volta coperto dalla cenere di qualche piccolo difetto inevitabile per la nostra fragile natura, non può restare inoperoso, né smettere di produrre i suoi frutti. Di questi, uno è di procurare che tutti amino Dio e quindi di zelare l'onore e la gloria sua, desiderare ardentemente che tutti conoscano quel Bene, unico degno di essere amato. Ma tale aspirazione costante di quelli che amano Dio, tale zelo di farlo amare, non li turba né li distrae dalla vita nascosta, se vivono in questa. Seguono, invece, a viverla occupando quel posto che la Provvidenza ha assegnato loro, sia nel mondo, in seno alla famiglia, sia nella Religione. Non fanno altro che compiere i loro rispettivi doveri, spesso così ordinari e comuni, che li fanno apparire come esseri inutili e oziosi. Ma che non siano tali, si vede chiaramente quando il dovere li chiama a fare qualcosa di grande, a lavorare e operare pubblicamente. Allora escono dal nulla che li teneva nascosti e con la stessa tranquillità e pace attuano la missione che la volontà di Dio ha loro affidato. Siano le sue opere manifeste o nascoste, pubbliche o private, quando il fuoco di Dio ha preso possesso di un’anima, la trasforma in se stesso in maniera tale che, dovunque vada o si trovi, comunica a tutti luce e calore soprannaturale. Se noi invece di affaticarci eccessivamente per fare molto e lavorare alla gloria di Dio, quasi sempre con risultati scarsi o quasi nulli, procurassimo di alimentare nel nostro cuore continuamente e con intensità sempre più crescente il fuoco dell'amore divino, zeleremmo l'onore e la gloria di Dio senza fatica e quasi senza avvedercene, poiché è proprio dell'amore trasformare tutto in amore, come il fuoco trasforma in fuoco tutto ciò che gli si avvicina. Amore e Croce Ma dove attingere questo fuoco divorante? «Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13), disse Gesù prima di morire per nostro amore. Questa verità la confermò con la sua morte, perché non dubitassimo che eravamo noi uomini l'oggetto del suo amore sconfinato. Alla luce di questa grande verità, contemplata ai piedi della croce, da dove Gesù continua a ripetercela senza posa, si accende nell'anima che ama il fuoco dell'amore vero. Nessuno mi ha amato tanto come Gesù, perché nessuno, come lui, ha dato la sua vita per me. Se amor con amor si paga, non mi darò mai riposo fino a quando la mia vita non si sia consumata in olocausto per lui, dandogli così, anch'io, la stessa prova di amore che egli mi ha dato. Solo ai piedi della croce si può e si deve ripetere: «non c'è amore più grande... ». E’ qui che l'amore è giunto al massimo della sua estensione. Quando anche l'amore dell'anima arriva a questo punto, allora si ha la prova più sicura di avere raggiunto una perfezione altissima. Non c'è altra scuola dove si possa

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

apprendere questa scienza delle scienze. Quante anime si sono decise ad intraprendere imprese eroiche per essersi trattenute a contemplare un Crocifisso, nella solitudine di una cappella, dove la presenza di Gesù sacramentato sembra che dia vita all'immagine che lo rappresenta inchiodato in croce! Come se quell'immagine fosse viva, come vivo è Gesù nell'Ostia, per immolarsi ad ogni momento per noi. Vivo fa apparire quel sangue che esce dalle piaghe, così come è vivo nel Sacramento, per lavare le nostre anime e fortificarle nelle lotte. Alla sorgente della santità Tutti quelli che hanno intrapreso la via della perfezione o sono riusciti a compiere notevoli imprese a gloria di Dio, hanno dovuto maturarle innanzitutto ai piedi di un Crocifisso. E’ qui che diventano soprannaturali tutti i nostri atti. E’ qui che si riconoscono e scompaiono i movimenti della natura corrotta che potrebbero insinuarsi nelle nostre opere. Solo qui impariamo a compierle soltanto per amo re, per quell'amore puro che si apprende solamente col fissare gli occhi in Gesù, morto per amore. Oso dire che molte opere grandi di gloria di Dio, vocazioni al sacerdozio, alla vita religiosa o a una vita di maggiore perfezione non sono riuscite perché non sono state maturate e decise ai piedi di Gesù crocifisso. Quante vittorie invece si conseguono quando nel cuore arde l'amore verso il Dio del Calvario! L'anima che ama sul serio Dio, sa tutte queste verità per esperienza, e si sente istintivamente attratta verso la sorgente donde sgorgano tutte le sue energie, verso il motore che muove tutti i suoi passi e movimenti: Gesù inchiodato alla Croce. Una forza occulta l'attira verso colui che disse: “Quando sarò innalzato sulla croce, attirerò a me tutti i cuori”. Sente verificarsi in se stessa le parole di Gesù, realizzarsi la divina promessa e, alla forza di quest'amore, svanire tutti gli altri amori e trionfare la divina Carità. Alle volte delle anime tiepide si cambiano in fervorose o dal fervore passano alla santità senza darsene conto. Non andiamo a cercarne il motivo altrove. Questi cambiamenti si operano soltanto ai piedi di Gesù crocifisso. Soltanto le piaghe di Gesù c'insegnano come si deve amare e come disprezzare le cose. E così si potrà dire con S. Bonaventura «Entrai nelle amabili piaghe del mio Salvatore con gli occhi aperti; il sangue che ne colava mi accecò e non fui più in grado di vedere altra cosa che la sua infinita Carità, di cui ora mi trovo avvolto”. (Da “La Santità è Amore”, pp. 100-104 - Segue)

M. Maddalena Marcucci

IL CUORE DEGLI INNOCENTI Per il Natale 1997 ricevetti un grosso plico di 26 lettere, scritte su grandi fogli di protocollo dai bambini di una quarta elementare delle Suore Passioniste di Ciampino (Roma), maestra una giovane suora passionista, Suor Loredana, una delle prime iscritte agli Amici di Gesù Crocifisso. Le letterine erano tutte colorate e piene di disegni espressivi. Avevo mandato a Suor Loredana per i suoi bambini alcune immaginette degli Amici di Gesù Crocifisso, con la Promessa di Amore. Anche se molto in ritardo, voglio pubblicare alcuni pensieri di questi bambini, limpidi come acqua di sorgente. A me hanno fatto molto riflettere e mi hanno commosso profondamente. L’unico dispiacere è di non poterli pubblicare tutti. Quasi ci mettiamo a piangere Caro Padre Alberto, io sono Simone e ho 9 anni. Grazie delle immaginette di Gesù: sono molto belle e anche la Promessa di Amore, che recitiamo la mattina. Il venerdì facciamo la meditazione su Gesù e ci piace così tanto, che quasi ci mettiamo a piangere. Questo anno faccio la prima Comunione e sono molto felice. Amo molto Gesù Crocifisso Caro P. Alberto, io mi chiamo Alberto, come te. Il venerdì meditiamo la passione di Gesù. Ci stiamo preparando per la Prima Comunione e ogni giorno preghiamo così: “Vieni Gesù nel mio cuore e resta sempre con me. Accogli, o Padre, con il sacrificio di Gesù, l'offerta della mia vita". P. Alberto, ci vieni a trovare? lo amo molto Gesù Crocifisso. Quando la mattina arrivo presto a scuola, vado sempre in

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

chiesa. Il pomeriggio, quando esco da scuola, vado in camera mia, prendo un Crocifisso e sul letto incomincio a pregare. Baciamo il Crocifisso Caro P. Alberto, io sono Noemi, ti voglio molto bene. Io a casa prego tanto, quando vado a mangiare e anche quando vado a letto prego così: "0 Gesù mio, salva le anime dall'inferno e i bambini che muoiono prima di nascere e le mamme". Mi interessa solo ricevere Gesù Mi chiamo Ilaria. A me Gesù Crocifisso piace molto. Infatti ogni venerdì meditiamo sulla Passione di Gesù. Vorrei confidarti un segreto personale, ma non devi dirlo a nessuno!!... Voglio essere tutta di Gesù. Puoi aiutarmi a pregare Gesù Crocifisso per tutti i malati, perché guarissero? Quest'anno riceverò la Prima Comunione: Chissà se Gesù si farà sentire forte nel mio cuore? Sicuramente sì, perché mi sto preparando a riceverlo. Lo sai che io avrò un Crocifisso sul mio vestito? A me non interessa quante persone ci saranno, ma mi interessa solo ricevere Gesù. Mi addormento pensando a Lui Mi chiamano Ele. Nel tempo libero mi metto a contatto con Gesù e gli parlo di tutti i miei desideri. Mi metto a dormire pensando a Lui. Noi preghiamo molto per te e sei diventato un nostro amico. Mi sto preparando alla prima Comunione e per questo vado spesso a Messa e incomincio a capire il Vangelo, che mi insegna a offrire la mia vita a Gesù, che morendo in croce ci ha dimostrato che ci vuole tanto bene. Gesù è tutto l'amore Mi chiamo Michele. Per me Gesù è tutto l'amore dei mondo e ci continua ad amare anche se commettiamo il peccato più grande dell'universo, ma aspetta che ci correggiamo e lo riamiamo. Il venerdì meditiamo sulla sua passione. Poi la suora va a prendere un Crocifisso e ce lo passiamo, guardandolo un po’ e baciandolo. Per me Gesù è tutto lo mi chiamo Fabio. Per me Gesù è tutto amore e io mi lascio andare tra le sua braccia. Gesù mi insegna ad amare gli altri, infatti nel salvadanaio ho messo 11.000 lire per i poveri. Ecco una mia preghiera a Gesù: "Gesù, per me tu sei l'amore; io voglio donare a te tutto l'amore dei mio cuore, che è un piccolo tabernacolo dove tu abiti". la cosa più unica Mi chiamo Christian. Recitiamo tutte le mattine la Promessa di Amore e io la dico anche tutte le sere.; è molto bella. Gesù per me è la cosa più unica, niente è più importante di Lui. Meditiamo tanto sulla vita di Gesù, quando finisce il catechismo e sto all'oratorio, sto più di mezz'ora in chiesa, che alla fine non esco più. Gesù Crocifisso è più che un amico Mi chiamo Simone. Sai che preghiamo sempre per te? Ogni giorno recitiamo la Promessa di Amore a Gesù Crocifisso. Per me Gesù Crocifisso è un amico, anzi più che un amico è un fratello. lo lo amo tanto. In classe ogni venerdì ricordiamo la morte di Gesù e per questo leggiamo un pezzetto della vita di Gesù, da quando prepara i discepoli alla sua morte, fino alla risurrezione. Poi passiamo un Crocifisso tra i banchi e gli diamo un bacetto. Dopo tutto questo ci mettiamo in silenzio e parliamo con Gesù. Certe volte si fa sentire forte nel cuore, certe altre invece un po' meno. Io a casa ripeto le stesse preghiere che diciamo a scuola e poi ci parlo e gli chiedo perdono di tutti i peccati che ho fatto. Mi sembra di trovarmi ai piedi della croce Mi chiamo Saul. Lo sai che l'anno scorso ho ricevuto il Battesimo e l'anno prossimo la Comunione? Quando vedo il Crocifisso per me sembra di trovarmi ai piedi della croce con Gesù insanguinato. "Caro Gesù, ti amo e ti ringrazio, perché hai sofferto tanto per me e per la tua Mamma, che ti ha visto

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

morire in croce". Vorrei essere tra le sue braccia Mi chiamo Chiara. Forse quando sarò grande diventerò suora. Certe volte quando sto da sola mi metto in contatto con Gesù e incomincio a pregare. Per me Gesù è tutto amore e io vorrei essere tra le sua braccia.

TESTIMONIANZE “Ho avuto la grazia di partecipare di nuovo agli Esercizi Spirituali per gli Amici, animati dal P. Alberto, presso il seminario di Macerata, dal 9 al 14 agosto, sul tema: “LO SPIRITO SANTO E’ AMORE”. Eravamo più di una ottantina, tra residenti e pendolari. Anche gli Esercizi di questo anno hanno rappresentato una miniera di doni a cui attingere a mani piene. Tante sono state le riflessioni, i suggerimenti ricevuti, le speranze e... i propositi, perché ogni cristiano autentico ha impegni precisi, seppure non sempre facili, verso Dio, verso se stesso, verso il prossimo, verso la società. Se sentiamo in noi la presenza dello Spirito Santo come Amore e come Luce, ecco che noi, pur nella nostra pochezza, possiamo sperare che tutto sarà più facile e troveremo in noi le risorse necessarie per cercare di adempiere, senza vuote esteriorità, non come schiavi, ma come figli di Dio, ai compiti che ci attendono, quando ci troveremo davanti alla “Babilonia” che è in noi e fuori di noi. Sento il bisogno di ringraziare in modo particolare il P. Alberto, perché sempre, con la sia semplice profondità, riesce a toccare le corde più profonde del mio cuore e a guidarmi sempre più vicino al Signore”. Fiorella

COMUNICAZIONI Il 18 ottobre, domenica, 123° anniversario della morte di S. Paolo della Croce, avremo la seconda Consacrazione Solenne. Coloro che hanno fatto la Consacrazione lo scorso anno, la rinnoveranno per un anno. Altri Amici la faranno per la prima volta. Può fare questa consacrazione: 1. Chi è iscritto agli Amici da almeno due anni. 2. Chi frequenta regolarmente la Fraternità della zona, o in caso di seria difficoltà, un Gruppo-Famiglia. 3. Chi accetta gli impegni propri degli Amici. 4. Chi ne fa domanda scritta all’Assistente Spirituale entro il 30 settembre 1998. L’Assistente Spirituale può ammettere alla Consacrazione qualcuno che vive pienamente la spiritualità degli Amici, anche se non può partecipare regolarmente alla vita della Fraternità, per malattia, per la mancanza della Fraternità nella zona, o per altri gravi motivi. 2. Ritiri Mensili per gli AMICI: - 20 settembre: preparazione alla Consacrazione - 18 ottobre: Consacrazione Solenne - 8 novembre: Approfondimento della Consacrazione - 13 dicembre: Approfondimento del cammino. 3. NB. Per gli Amici di G.C. il Conto Corrente Postale rimane sempre il seguente: 13944624, intestato a PP. Passionisti - 62010 Morrovalle MC. Ringrazio per le offerte inviate per le spese di stampa.

P. Alberto Pierangioli

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.