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biblohaus BH newsletter della casa editrice è un modo per diffondere la cultura editoriale e bibliografica, un appuntamento con la letteratura tipografica e bibliotecaria, con la modernità e il senso dei caratteri di stampa, è una via d’accesso al mondo della carta e alla sua tradizione millenaria. cultura editoriale giallo bibliografico editoria clandestina bibliofilia notizie utili librerie e biblioteche due parole un libro libri in miniatura tesi di laurea segnalazioni biblohaus libri delle avanguardie cultura tipografica anniversari editoriali cantieri 2010 numero 6

Transcript of afico bibliofilia o a die - biblohaus.it · omologo russo Chikatilo, il cosiddetto mostro di...

biblohausBH

newsletter della casa editrice

è un modo per diffondere

la cultura editoriale e bibliografica,

un appuntamento

con la letteratura tipografica

e bibliotecaria,

con la modernità

e il senso dei caratteri di stampa,

è una via d’accesso al mondo della carta

e alla sua tradizione millenaria.

cultura editoriale

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2010numero 6

Immediatamente a ridosso di due impor-tanti anniversari, entrambi legati a espe-rienze editoriali di cultura, ci piace soffer-marci su due pubblicazioni, una recentissi-ma, l’altra di qualche anno fa e di cui si èpurtroppo persa traccia e memoria. Nel 2008 la casa editrice Einaudi hafesteggiato i 75 anni dalla sua fondazione,avvenuta a Torino nel 1933. Tante sonostate le manifestazioni, le mostre, gli arti-coli atte a ricordare il peso e l’importanzadell’intero progetto editoriale einaudiano.Anche “Cantieri” lo ha ricordato sulnumero di esordio 0 del 2008. A distanza di un anno, e come ultimo con-tributo critico generale sull’Einaudi, è usci-to a fine 2009 un ampio e documentatovolume, numero 9 della bella Collana dei“Quaderni del laboratorio di Editoria”dell’Università Cattolica di Milano direttoda Roberto Cicala, che raccoglie moltisaggi e ricordi (con ampio apparato diimmagini, bibliografia di Giulio Einaudi ebibliografia sull’Einaudi) di amici e studio-si. Tanti i nomi degli autori dei testi, ma livogliamo citare tutti per dovere scientifico:Carlo Carena, Roberto Cicala, Velania LaMendola, Patrizio Aiello, Valentina Bolis,Maria Villano, Nicoletta Saita, LauraBaglioni, Camilla Barbesti, FrancescoMereta, Silvia Cavalli, Federica Patalano,Giulia Bernabè, Mattia Fontana, Silvia DeBernardin, Elena Rancati, BarbaraCassinari, Fabio Trevisiol, testimonianze ericordi di Oreste Del Buono, Cesare Cases,Ernesto Ferrero, Sebastiano Vassalli,bibliografia di Einaudi di Massimo Gatta.L’altro importante anniversario appenaconclusosi è quello per gli 80 anni dellacasa editrice di Valentino Bompiani nataappunto nel 1929. Anche questa esperienza editoriale di cul-tura nata in pieno fascismo è stata ricorda-ta da “Cantieri” nel numero 5 (2009). Perl’occasione la casa milanese, ormai datempo acquisita dalla RCS Libri, ha pub-blicato, a distanza di dieci anni, il nuovocatalogo generale (1929-2009), illustrato emolto ben documentato; inoltre per l’occa-sione la rivista “Panta” della Bompiani, dicui è direttore editoriale Elisabetta Sgarbi,è uscita con un bel numero monograficoillustrato, il 28, dal titolo Fedeli e infedeli acura di Mauro Fortunato e Laura Lepri,dedicato al rapporto non sempre facileautore-editore. E a tale proposito veniamo al libro datato1995 di cui abbiamo accennato. Si trattadel carteggio, sviluppatosi per un ampioarco temporale (1933-1989) tra l’editoreBompiani e lo scrittore Cesare Zavattini.

Lo pubblicò la Bompiani in una bella edi-zione rilegata con sovraccoperta da tempoesaurita e anche sul mercato del moderna-riato librario non è di facile reperibilità. Lo ricordiamo perché Zavattini eBompiani, al di là della loro collaborazio-ne editoriale (recente è a tale proposito unbel saggio che analizza i rapporti traZavattini e la Mondadori), divenneroamici di profonda e reciproca fedeltà. E’ un piacere scorrere queste lettere,bigliettini, telegrammi, scritti con passionee stima reciproca fino agli ultimi anni dientrambi (Zavattini muore nel 1989 men-tre Bompiani nel 1992). Curato con solidacompetenza da Valentina Fortichiari siavvale di una preziosa introduzione rievo-cativa di Gaetano Afeltra dal titolo signifi-cativo: Oltre all’amicizia e di un bel testo diSilvana Ottieri Mauri (Parliamo tanto di Za);ricordiamo che la Ottieri, oltre che storicasegretaria di redazione e stretta collabora-trice di Bompiani, ha pubblicato, pocoprima della sua scomparsa, un gran bellibro di ricordi anche editoriali, nel qualela parte del leone la fa ovviamente la suaesperienza in Bompiani: Ritratto di una scrit-

trice involontaria (Roma, Nottetempo, 2006).Sarebbe forse il momento di ristamparequesto carteggio con Zavattini che costitui-sce, insieme al corpus delle sue lettere edi-toriali (Caro Bompiani. Lettere con l’editore,Bompiani, 1988), e ai tanti suoi libri auto-biografici, un unicum nel panorama dellamemorialistica editoriale italiana di cultura.

mg

Libri e scrittori di via Biancamano.

Casi editoriali in 75 anni di Einaudi

a cura di Roberto Cicala e Velania LaMendola, presentazione di Carlo CarenaMilano, EduCatt, 2009[Quaderni del Laboratorio di Editoria, 9], € 31 p. 602.

Valentino Bompiani, Cesare ZavattiniCinquant’anni e più… Lettere 1933-1989

a cura di Valentina Fortichiariscritti di Gaetano Afeltra e Silvana OttieriMauriMilano, Bompiani, 1995Lire 78.000 p.480

Guido VerganiValentino Bompiani

Milano, Comunedi Milano, 1980[Le persone chehanno fatto grandeMilano, 6]Tiratura fuoricommerciodi mille copie

Un libro straordinario. La bibliotecaria di

Bassora, di Mark Alan Stamaty (Sperling &Kupfer, 2004). Una graphic novel, come sidice oggi: molto particolare anche nel trat-to del disegno. L’ambientazione è dei gior-ni nostri e la storia è realmente accaduta.Stamaty è sgradito negli Usa: capirete per-ché. Il libro racconta la “missione” di AliaMuhamad Baker, direttrice a Bassora, inIraq, della biblioteca di cui si parla. Lavicenda (reale) tratta del rocambolesco sal-vataggio dei suoi volumi. Libri rarissimi emeno rari, salvati dalle fiamme e dalladistruzione della guerra. Senza alcunadirettiva, clandestinamente, in mezzo aisoldati, Alia prende i libri, li nascondenella sua macchina, li porta a casa. Poi,quando l’abitazione è piena, li conduce in

culturaeditoriale

giallobibliografico

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qualunque altro luogo sicuro, lontani dalladistruzione. Decine di migliaia di volumi.La biblioteca, si sa, prenderà fuoco di lì apoco. I libri, invece, sono salvi. Nessunaretorica. Il racconto è asciutto, cronachisti-co. L’impresa è quella dell’eroe nascosto,che non sa di esserlo e non vuole esserlo.Una donna che ama il suo lavoro e ciò cheesso rappresenta – i libri, appunto – perl’intera società. La memoria di un popolo,la trasmissione del sapere e non solo la suaconservazione. Un libro commovente.Una storia antichissima, quella mesopota-mica, è stata preservata. A Bagdhad, neisecoli passati, esistevano trentasei bibliote-che. I mongoli le distrussero quasi tutte. Laleggenda vuole che il fiume Tigri si tinges-se di blu per l’inchiostro dei libri in essogettati. Si salvò quella che sarebbe diventa-ta la biblioteca di Alia, la terza più anticaal mondo. La distruzione dei libri ad operadei mongoli è proprio la storia che Aliasentiva da bambina: l’ossessionava. Nonha voluto che si ripetesse. “Il suo cuore èpieno di gioia”. È il lieto fine di questolibro che vi consigliamo. od

Si chiamavano libri neriConosciuti come I Libri Neri, erano deivolumetti che si compravano in edicolanegli anni 1993 e 1994, soprattutto aRoma e nel Lazio. Ne uscirono in tuttosette. Per la precisione: 1. Uccidere per

Solitudine di Brian Masters; 2. Henry Lee

Lucas di Mike Cox; 3. Jeffrey Dahmer diBrian Masters; 4. La vittima perfetta diChristine McGuire e Carla Norton; 5.Chikatilo di Peter Conradi; 6. Marco Bergamo

di Paolo Cagnan; 7. I segreti di via Poma diAndrea Tornielli.

Ma I Libri Neri non era il nome della colla-na, bensì dell’editore.L’ideatore di questa avventura editoriale fuil giovane Giovanni Giusti, di origini fio-rentine, romano d’adozione. Giusti era iltuttofare della piccola casa editrice, cheall’epoca era situata in viale Mazzini aRoma. Editore ma anche editor, correttore

di bozze e soprattutto traduttore dall’inglese.I Libri Neri presentavano i fatti di cronacapiù efferati ed eclatanti, quasi sempre informa inedita e battendo sul tempo editoridi maggiori risorse ma più lenti nello staredietro all’attualità. Soprattutto facevanoscalpore nell’opinione pubblica i casi deiserial killers maniaci, tra tutti il cannibaledi Milwaukee, Jeffrey Dahmer, e il suoomologo russo Chikatilo, il cosiddettomostro di Rostov.Ma non si trattava solo di instant booksnati allo scopo di fare cassetta. Erano libriben scritti, ben tradotti, scelti in manieramirata e dovutamente valorizzati. La diret-trice responsabile era Domitilla Marchi,giornalista dell’Unità, anch’essa fiorentina,oggi traduttrice dal francese per ChiareLettere. Disavventure legali private nonpermisero a Giusti di continuare il suointeressante progetto editoriale e libri giàprogrammati, come Piccoli Omicidi di MarkThomas (dedicato all’uccisione del piccoloJames Bulger di Liverpool nel 1993 permano di due ragazzini di dieci anni) e altri,non videro mai la luce.Anche l’ultimo numero dei I Libri Neri,quello sul caso di Simonetta Cesaroni, fu ilprimo libro ad essere pubblicato sull’argo-mento, precedendo i più famosi lavori diBeppe Lopez e Francesca Topi (Il giallo di

via Poma, Datanews, 1998) e SalvatoreVolponi (Io, via Poma e… Simonetta, ENIA-PAS, 2004), quest’ultimo letteralmentescomparso nel nulla.

Proprio I Segreti di via Poma, scritto dal gior-nalista Andrea Tornielli, procurò all’edito-re una causa per diffamazione da parte deifamiliari della Cesaroni, in quanto nellaricostruzione dei fatti e soprattutto dellafigura della vittima, ne veniva fuori un’im-magine non propriamente idilliaca.Oggi il libro di Tornielli è un vero e pro-prio “libro proibito”, che ogni tanto vienecitato nei forum e nelle discussioni in rete,

ma che quasi nessuno ha mai visto.Un’altra collana di libri neri, e qui faccia-mo un salto negli anni ’70, era quelladenominata Instant Book in allegato al men-sile Il Quaderno del Sale. La collana era diret-ta da Francesco Frigieri.Di questa collana un libro particolarmenteè scomparso e oggi sopravvive pubblica-mente solo grazie a due sparute copie indue biblioteche di provincia, per così dire,le civiche di Piombino e di Novi Ligure:Vallanzasca fine di un killer, di FedericoAndreoli (anno 1977).

Tra l’altro le due copie sono difficilmentefruibili per un errore di catalogazione cheriguarda il nome dell’autore, e quindi auna prima ricerca possono non essere tro-vate. La collana in questione durò ancorameno de I Libri Neri. Infatti uscirono sola-mente cinque libri (tutti nel 1977): 1.Cossiga e l’Ordine Pubblico di Lello Gurrado;2. Dario Fo: politica, provocazione, arte di CarloBrusati; 3. Re Cecconi: la morte assurda diEnza Fiorenza; 4. Le scarpe al chiodo: Rivera,

Riva, Mazzola di Licio Minoliti; 5.Vallanzasca fine di un killer, di FedericoAndreoli. Tra questi spicca la rarità dellibro di Enza Fiorenza sulla tragica scom-parsa del calciatore della Lazio LucianoRe Cecconi, morto nel gennaio del 1977per un tragico equivoco. Un altro libro cheraramente è dato osservare sb

È uno dei grandi libri concettuali delNovecento, e non solo italiano. Primo libroasemantico anticipa di parecchi decenni lesuccessive sperimentazioni tipografico-poetiche. Ma nello stesso tempo è ancheuno dei libri più misteriosi e sconosciuti diArturo Martini, il grande scultore che loconcepì nel 1916 durante la Prima Guerramondiale in un clima di forte tensione spi-

editoriaclandestina

libri delleavanguardie

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rituale. Scrive Martini nel ’18 allo scrittoreGiovanni Comisso (indirizzata in Zona diguerra): “caro Giovanni, non ci sono salva-menti. Ho lavorato quasi tre settimane diseguito e ho prodotto cose molto sensibili,ma questa sera ho fatto un fascio di tutte,arrabbiandomi e pestandole sotto i piedi.Dammi coraggio, voglio stampare unprimo libricino con quella prefazione diRuisbrocher, dal titolo: Contemplazioni. Si,si, bisogna che mi liberi, che gridi alla miamaniera quello che ho da dire altrimentimuoio”. Il libricino (14,2 x 10,5 cm) di cui

parla l’artista uscirà infatti a Faenza nel1918, stampato a proprie spese presso latipografia di F. Lega, con 40 xilografie apiena pagina di Martini, su carta similGiappone. Scrive Martini a proposito diquesto gioiello tipografico e spirituale:“Per quale ragione ritengo perfetto il miolibro, il bianco della pagina e il nero deipunti? Perché con gli spazi creo ritmo almio movimento d’anima. La ripetizioneserve a togliere il valore di contingenza, ilsignificato terreno all’oggetto, affinché essodiventi un assoluto” (in Gino Scarpa,Colloqui con Arturo Martini, Milano, Rizzoli,1968, pp. 145-146). L’edizione, a tiraturalimitata, non aveva numerazione. Ne usci-rono tre ristampe: la prima nel 1936 stam-pata a Milano dalla tipografia Pietro Vera(quella che abitualmente utilizzavaGiovanni Scheiwiller), utilizzando gli stessilegni originali di Martini della prima edi-zione e la stessa carta simil Giappone;venne poi ristampato nel 1945 a Veneziain un formato in-8 (mentre le prime dueerano in -16) e contiene 54 pagine di testocon le interpretazioni delle Contemplazioni

dovute al chiaro ascolto e alla fedele scrit-tura di Giorgio Ferrari. Ultima ristampa,fedele all’originale, è quella pubblicata nel1967 da Vanni Scheiwiller. In questa ulti-ma ristampa è inserito un foglio volantedal titolo Le “Contemplazioni 1936” nel ricor-

do di Carlo Scarpa, Asolo, 3 settembre 1967.Si ricorda, infine, che lo studio di GiorgioEmanuele Ferrari era stato pubblicato nelsuo volume L’idea scultoria. Primi principii sul-

l’essenza della scultura in riscontro a un libretto di

Arturo Martini, con alcune osservazioni diBenedetto Croce (Venezia, Landini, 1951).Nella bella mostra Letteratura artistica.

Documenti del Novecento, curata da MaurizioFagiolo dell’Arco (vedi il catalogo edito nel1991 da Fabbri) il grande critico scrive:“Un capolavoro del nostro secolo èContemplazioni di Arturo Martini, apparsonel 1918; il virtuosistico plasticatore sitrova davanti agli spazi e agli intervallitipografici e crea uno spartito astratto,dedicato al silenzio orientale”. Un (quasiimpossibile) tentativo di interpretazionemusicale dell’opera di Martini lo ha com-piuto il musicista Lorenzo Girodo diTorino. Ma il “libricino” va contemplatonei suoi bianchi e nei suoi neri con l’umil-tà del semplice lettore nel silenzio dellapropria anima. md

Per saperne di più:

Giorgio MaffeiLe misteriose Contemplazioni di Arturo Martini

«Wuz», n. 6, novembre-dicembre 2006,pp. 28-33

Pasquale Di PalmoLa scultura lingua morta di Arturo Martini

«Wuz», n.3, maggio-giugno 2006, pp. 28-33

È un vero gioiello tipografico, e insieme unraro documento di scienza medica, questaristampa di Bernardino Ramazzini (1633-1714), uscito nel dicembre 2008 dal tor-chio di Alessandro Zanella a Santa Luciaai Monti (Verona), ultimo dei torcolieri pri-vati italiani (Edizioni Ampersand) di anticae nobile tradizione. Zanella, è bene ricor-darlo, lavorò dal 1976 al 1982 insieme algiovane stampatore californiano Richard-Gabriel Rummonds, quando entrambi aVerona stampavano al torchio i libri dellaPlain Wrapper Press, una delle mitiche priva-

te presses sorte nel nostro Paese (per un tota-le di 36 titoli). Questo scritto delRamazzini è ripreso dal suo celebre tratta-to De Morbis Artificum Diatriba, stampato aseguito del corso di medicina che il medi-co svolgeva a Modena, intitolato De morbis

artificum. L’edizione definitiva uscì in latinoa Padova nel 1713 (Patavii, Jo. BaptistamConzattum), mentre la prima traduzioneitaliana fu pubblicata molti anni dopo coltitolo Le malattie degli artefici (Venezia,Domenico Occhi, 1745). La scelta sul testooperata dal dott. Marco Moncalvi per que-sta sua preziosa tiratura privata, stampatain soli 30 esemplari rigorosamente fuori

commercio per la gioia degli amici, riguar-da le malattie degli stampatori, mantenen-do l’originale in latino con una nuova tra-duzione italiana, da lui realizzata per l’oc-casione. In queste pagine la bellezza deltesto si sposa alla magnificenza della stam-pa manuale al torchio e l’insieme è di stra-ordinaria levità. Grazie ai suoi studi, con-dotti sempre “sul campo” a fianco deilavoratori, Ramazzini è da considerarsi ilpadre della moderna medicina del lavoro.Il carattere utilizzato per questa plaquetteè il Sabon, disegnato da Jan Tschichold,mentre la stampa è su morbida cartaBiblos della Magnani di Pescia a bordiintonsi con barbe. Per coloro che volesserosaperne di più dello stampatore veroneserimando al catalogo della sua ultimamostra organizzata alla BibliotecaVallicelliana di Roma (10-23 novembre2009), Stampare ad arte. Alessandro Zanella

tipografo ed editore, a cura di MarinaBindella, con testi di Beatrice Peria eArianna Mercanti, molto utile è la biblio-grafia finale (Santa Lucia ai Monti,Ampersand, 2009). Non siamo sicuri che inostri lettori riusciranno a procurarsi que-sto catalogo e tantomeno il preziosoRamazzini in tiratura davvero minimale;ma tentar non nuoce soprattutto quando ilrisultato della ricerca li metterebbe in con-tatto (tattile, intellettuale ed estetico) conun libro di così elevato pregio tipografico.Per questo motivo ringrazio il Fondobibliografico di “Cantieri” per aver messoa mia disposizione entrambi i volumi. mg

Bernardino RamazziniDe Typographorum Morbis

[Le malattie degli stampatori]Milano [Verona], Alessandro Zanella perMarco Moncalvi, dicembre 2008

culturatipografica

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Uno degli aspetti forse più affascinanti del-l’intera parabola letteraria di Italo Calvinoè stato il suo impegno in qualità di collabo-ratore dell’Einaudi, prima all’ufficio stam-pa (era stato assunto nel 1950) e, a partiredal 1955, come funzionario. Risulta peròcomplesso definire compiutamente tutte lefunzioni che lo scrittore assunse all’internodella casa editrice con la quale, lentamen-te, finì per identificarsi. Districarsi tra icompiti dell’ufficio stampa, venditore dellarateale Einaudi, direttore di collana(Centopagine), responsabile del NotiziarioEinaudi, estensore dei risvolti di copertinae delle lettere editoriali, consulente, insom-ma penetrare nell’universo einaudiano diCalvino è da una parte affascinante e dal-l’altro abbastanza complesso per la varietàe l’estensione dei suoi molteplici impegni,portati avanti sempre con la stessa passio-ne e l’entusiasmo giovanile. Anche il suoruolo, centrale pur se defilato, alle famose“riunioni editoriali del mercoledì” mette inevidenza il peso che lo scrittore ebbe nelvasto programma decisionale dell’editoretorinese. Inizia a gravitare intornoall’Einaudi fin dal 1945 e, pur abitandoancora a San Remo, si reca a Milano dovefrequenta Vittorini e soprattutto lo “scor-butico” (sono parole sue) Pavese che loaccoglie però con una amicizia che diven-terà, nel tempo, sempre più intensa. Datequeste premesse non può che apparire pre-zioso, pur nella sua concisione, il baedeker

Calvino-Einaudi che Domenico Ribatti,docente di medicina a Bari ma calvinianodoc, ha appena pubblicato. L’agile volumeè infatti suddiviso in sezioni a ognuna dellequali corrisponde un diverso momentodell’impegno editoriale dello scrittore ligu-re. Ribatti ha infatti scandagliato tutta unaserie di pubblicazioni estraendone quelleparti utili alla ricostruzione del percorsocalviniano all’interno della casa editrice.Una utile bibliografia ragionata chiude ilvolume. Ne è venuto fuori uno strumentodi lavoro molto utile sia ai cultori delloscrittore sia a quanti si occupano a variotitolo di storia e cultura editoriale. In que-sto decennale dalla morte del fondatoredella casa torinese il libro di Ribatti appa-re, oltre che un omaggio, un’ulteriore testi-monianza per meglio definire il ruolo com-plessivo e strategico che l’Einaudi ebbe,non solo a livello letterario ma anche poli-tico-culturale, nell’Italia di quegli anni trafascismo, dopoguerra e repubblica.E a corredo di questo libro curato daRibatti segnaliamo l’importante catalogodella mostra torinese (Archivio di Stato, 15ottobre 2009 – 10 gennaio 2010) su Bobbio

e il suo mondo che, oltre ad essere una vasta

panoramica culturale su questo grandeintellettuale del nostro migliore Novecentoè anche un’occasione per considerare irapporti di Bobbio col mondo einaudianoche lo vide tra i protagonisti. Un interocapitolo di questo bel catalogo è infattidedicato (anche iconograficamente) a La

politica della cultura. L’ambiente della casa editri-

ce Einaudi 1950-1956. om

Italo Calvino e l’Einaudi

Documenti a cura di Domenico RibattiBari, Stilo Editrice, 2009 € 8,00, p. 126info: [email protected]

Bobbio e il suo mondo. Storie di impegno e di ami-

cizia nel ‘900

A cura di P. Agosti e M. RevelliTorino, Nino Aragno editore, 2009 € 9,90,ill., p. 223

All’insegna di un doppio, importante anni-versario editoriale, si sana l’antica rivalitàemiliana tra la Bologna della Zanichelli ela Modena di Angelo F. Formìggini. La Zanichelli compie un secolo e mezzo eper l’occasione, invece che un catalogo sto-rico, ha messo online l’intero suo catalogo.Per gli amanti della carta (come il sotto-scritto), però, rimandiamo sia al volume diFederico Enriques, Castelli di carte. Zanichelli

1959-2009: una storia, sia all’ottimo saggiodi Loretta De Franceschi, Nicola Zanichelli

libraio tipografo editore (1843-1884), prefazio-ne di Giorgio Montecchi (Milano, FrancoAngeli, 2004). I frequentatori di librerieantiquarie potranno invece facilmentereperire copia del volume Le edizioni

Zanichelli 1859-1939 (Bologna, Zanichelli,1984), che contiene oltre al catalogo unaserie di interessanti scritti. Anche Giovanni

Spadolini pubblicò molti anni fa un opu-scolo sulla storica casa bolognese ma quientriamo nel campo della bibliofilia e cifermiamo. Ricordiamo solo, a titolo infor-mativo per gli smemorati, che fu NicolaZanichelli (nato garzone di tipografia aModena) a pubblicare in prima edizioneitaliana, era il 1864, L’origine delle specie diCharles Darwin. E siccome il mondo del-l’editoria è una magnifica ragnatela culturale

(“non si fa storia della cultura senza fareanche storia dell’editoria”, scriveva Garin)Zanichelli calamita a sé il nome diCarducci e quale migliori ricordo dellevisite del poeta nella libreria Zanichelli diBologna delle pagine che Umberto Notàri(scrittore-editore) gli dedicò nel suo opu-scolo Carducci intimo (Milano, Notàri, inizi ‘900,con bella copertina di Enrico Sacchetti).Invece del grande editore modeneseFormìggini, morto suicida a Modena get-tandosi dalla torre Ghirlandina nel 1938 inconcomitanza della promulgazione delleleggi razziali da parte del fascismo, vieneristampato il suo ultimo libro, Parole in liber-

tà, lungamente elaborato durante lo stesso1938, che raccoglie una serie di scritti, trai quali la lettera-testamento indirizzata allamoglie, tre riflessioni saggistiche sull’ebrai-smo, sul razzismo fascista (che lo colpirà,proprio lui fascista della prima ora ma col-pevole di essere ebreo) e sul cristianesimouniversale. Seguiranno circa cento epigrafiabbastanza critiche com’era nell’indole delgrande editore. Molti sostengono che ilsuicidio di Formìggini costituì la sua gran-diosa risposta all’iniquità delle leggi razziali,gesto estremo di libertà individuale e gridod’accusa senza appello. Il volume verràpubblicato anni dopo a Roma nella prima-vera del 1945 dalla casa editrice Roma manon completo. Dallo studio dell’archivioFormìggini, infatti, interamente conserva-to alla Biblioteca Estense di Modena, lacuratrice Margherita Bai ha potuto con-frontare il manoscritto e il volume allorapubblicato rendendosi conto di molti taglirispetto al testo manoscritto. Pertanto que-sta edizione, brillantemente stampata daArtestampa (alla quale si deve anche il son-tuoso volume celebrativo La Cronaca della

Festa. Omaggio a A.F. Formaggini 1908-2008)restituisce il testo originale così comevenne lungamente elaborato dall’editoreemiliano, al quale si devono inoltre unaserie di importanti imprese editoriali come“L’Italia che scrive”, il “Chi è?” e la gran-de collana dei “Classici del ridere”, oltre ai“Profili” e al suo esilarante e affilatoDizionarietto rompitascabile degli editori italiani.Ma più in generale il volume informa edocumenta (anche iconograficamente) suipiù complessi, e spesso contraddittori, rap-porti all’interno dello stesso fascismo, rap-porti critici e a volte drammaticamente

due paroleun libro

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anniversarieditoriali

sofferti e che il destino dello stessoFormìggini emblematicamente testimo-nia. Oltre il fascismo e l’antifascismo ci fuquindi un fascismo doppiamente ideologi-co e internamente contraddittorio conesponenti di primo piano ma di difficilecollocazione (pensiamo ad esempio a unFederigo Valli, a un Marcello Gallian o aun Vinicio Paladini) e che solo di recentestanno finalmente trovando spazio all’in-terno della storia culturale dell’editoria. mg

Angelo F. FormìgginiParole in libertà

A cura di Margherita BaiModena, Artestampa, 2009€ 15,00 p. 192

Federico EnriquesCastelli di carta

Zanichelli 1959-2009: una storia

Bologna, Il Mulino, 2008€ 32,00 p. 557, ill.

I libri, nella loro essenza di oggetti culturali edi manufatti artigianali, hanno il potere dirievocare epoche, momenti, atmosfere,luoghi, personaggi. Dopo 73 anni vienefortunatamente ristampato in volume que-sto piccolo gioiello editoriale che uscì dallapenna di un grande poeta, oggi quasidimenticato, appassionato di libri, di lette-ratura, di quadri e di vita. Carrieri lo scris-se nel 1936 e se lo fece stampare da PietroVera a Milano in 500 copie fuori commer-cio per gli “Amici del libro”; curatore del-l’elegante plaquette fu GiovanniScheiwiller, padre di Vanni. Ma il fulcro diquesti “sabato” dedicati ai bibliofili mila-nesi era la Libreria Hoepli dove eraresponsabile della sezione antiquaria ilnapoletano prof. Mario Armanni, deus ex

machina dell’intera iniziativa antiquaria (e

pazienza se di recente un “maldestro”recensore del libro lo ha definito “com-messo” della libreria Hoepli). Armannicondivideva con l’altro napoletanoTammaro De Marinis lo status di libraio

antiquario e umanista, essendo entrambi pro-fondi conoscitori e studiosi dell’arte nera

che, soprattutto De Marinis (anche relati-vamente alla rilegatura aragonese), cele-brarono in importanti saggi bibliografici.Oggi questo libercolo, come l’avrebbe defi-nito Croce, torna ad allietare il raffinatopalato dei bibliofili e dei cultori del libro; enello stesso tempo restituisce l’antico pro-fumo di una Milano d’antan, di gesti ormaiperduti, di una civiltà perfezionata dalla cul-tura e dalla signorilità; insomma unamadeleine proustiana, un dono a chi nonha mai conosciuto, ed è la maggioranza, laMilano che fu, dal titolo di un bel libro diAlberto Vigevani, il quale per meriti sul

campo (librari ed editoriali) è parte inte-grante di quel mondo. E torna grazie allapassione di Vincenzo Campo, già ideatoredella bella Collana “La lettura” per la siglanapoletana Filema; torna grazie alla suavoglia di farsi microeditore di qualità,Edizioni Henry Beyle, omaggio stendha-liano, di cui questo è il primo titolo pubbli-cato e ci sembra ottimamente bene augu-rante. I “sabato del bibliofilo” (vediCharta, n. 43) furono una iniziativa diArmanni per conto della libreria antiqua-ria Hoepli, nata nel 1881 e diretta dal1914 dallo stesso Armanni. Alla fine deglianni Venti iniziò a organizzare, primanella sede di Galleria De Cristoforis (scom-parsa) quindi in quella di Via Berchet, unavendita settimanale di libri antichi e rari“scelti – come scrive Carrieri – nel vastodeposito blindato come una prigione ame-ricana”. Era Armanni che curava per l’in-tera settimana la scelta dei volumi cheavrebbe esposto per la vendita, ma nonpubblicava cataloghi. Chi voleva parteci-pare doveva recarsi di persona a visionare

ogni singolo volume. Sui grandi tavolivenivano ordinatamente esposti qualcheincunabolo, cinquecentine, aldine e volu-mi illustrati, bodoniani e legature allearmi, ma anche tanti volumi di minor pre-gio estetico ma di eguale importanzatestuale, in modo da poter accontentaretutte le tasche (tra le quali quelle di unnovello libraio e frequentatore dei “sabato”:Umberto Saba). Nello stesso anno venneanche stampata una simpatica meditazione

poetica di Gigi Raimondo, Genesi vita e avve-

nire del “Sabato dei Bibliofili”. Questa ristam-pa dell’opuscolo di Carrieri è un piccologioiello tipografico di chiaro sapore ric-ciardiano: carta Zercall-Bütten, carattereGaramond corpo 12, stampato da Campia Quinto de’ Stampi di Rozzano (topono-mastica tipicamente scheiwilleriana), in600 es. La tiratura de tête (in 100 e in 21 es.)contiene invece una e due acqueforti-acquetinte di Walter Valentini, tirate altorchio da Giancarlo Sardella su cartaRevere Magnani di Pescia. Ma anche latiratura ordinaria si distingue per la sobriabellezza, la qualità e la purezza tipografi-ca. E lo scritto di Carrieri a incorniciare iltutto. Si ringrazia “Cantieri” per avermesso a disposizione la prima edizione del1936 dell’opuscolo di Carrieri. om

Raffaele CarrieriIl sabato del bibliofilo

Milano, Edizioni Henry Beyle, 2009[[email protected], www.henrybeyle.com]€ 20, p. 56 [tiratura ordinaria di 600 es.],€ 125 [tiratura di 100 es. con 1 acquaforte-acquatinta numerata e firmata],€ 250 [tiratura di 21 es. con 2 acqueforti-acquetinte, numerate e firmate].

Per saperne di più:

Massimo Gatta, Il Sabato del Bibliofilo della

Hoepli. Mario Armanni e il libro antico a

Milano, «Charta», n. 43, 1999, pp. 66-69.

bibliofilia

6

Nelle raffinatissime :due punti edizioni diPalermo (www.duepuntiedizioni.it) escono,finalmente tradotte, le memorie di unastraordinaria protagonista del Novecentoculturale europeo: Adrienne Monnier. Alnumero 7 di Rue de l’Odéon la giovaneAdrienne apre, il 15 novembre del 1915,quello che diventerà il luogo topico dellacultura letteraria a Parigi per molti anni:La Maison des Amis des Livres, una libre-ria frequentata dai più grandi scrittori eintellettuali di quel Novecento, daHemingway a Gide, da Benjamin aBeckett, da Rilke a Valery fino a Prévert eJoyce, in un vortice di seduzione letterariache coinvolse l’altra celebre libreria, laShakespeare & Company di Sylvia Beach(amica e amante della Monnier), nella stes-sa Rue de l’Odéon. Entrambe divennerocenacolo e luogo di riflessione, libreria ecasa editrice, rifugio e santuario dellamigliore letteratura d’avanguardia di que-gli anni. Le memorie della Monnier (checon l’amica Beach e gli amati amici scrit-tori verrà immortalata nella sua libreriadai celebri scatti di Gisèle Freund) restitui-scono il sapore e il fascino di un’epoca irri-petibile, una scrittura di grande modernitàma anche poetica, misteriosa e audace. Lememorie di Sylvia Beach erano state datempo tradotte in italiano, mancava ilsecondo tassello che le :duepunti edizionici hanno regalato, direi in maniera ina-spettata. Un libro graficamente impecca-bile, elegante, ottimamente tradotto daElena Paul e con una preziosa postfazionedi Edda Melon. Consiglio di seguire benequeste edizioni palermitane, ricche di unraro talento e a cui auguriamo un grandefuturo. Buona lettura. mg

Adrienne MonnierRue de l’Odéon.

La libreria che ha fatto il Novecento

Postfazione di Edda MelonPalermo, :duepunti edizioni, 2009219 p., € 12,00 ([email protected])

È giunto al numero 7 l’interessante perio-dico mensile, house organ della Biblioteca di

via Senato di Milano, sempre ricco di artico-li illustrati e di ghiotte anticipazioni. Agile,molto ben stampato, buone le riproduzio-ni a colori, ottime le firme degli articoli, laBiblioteca di via Senato si inserisce tra quei,rarissimi, periodici italiani dedicati almondo dell’editoria, del bel libro, dell’illu-strazione, anche se per ovvi motivi il men-sile utilizza quasi prevalentemente docu-menti bibliografici appartenenti alle ricchecollezioni della biblioteca. In questo siavvicina ad un’altra pubblicazione, questasolo on line, altrettanto prestigiosa perchébasata sui ricchi fondi dei quali è compo-sta; parliamo di In corso d’Opera, la newslet-ter del Centro APICE di Milano (Archividella Parola, dell’Immagine e dellaComunicazione editoriale), redatta daClaudia Piergigli, Raffaella Gobbo, GaiaRiitano e Valentina Zanchin, giunta alnumero 4 [http://www.unimi.it/catalo-ghi/apice/Newsletter4_2009.pdf]. Dopol’interruzione dell’Erasmo, che rimpiangia-mo notevolmente per la qualità e quantitàdegli articoli che ospitava, anch’esso dellascuderia della Biblioteca di via Senato, ilnuovo mensile, molto più agile, si è assuntoil compito preciso di “raccontare” ancheper immagini le preziosità che la bibliote-ca conserva unitamente alle tante iniziati-ve di mostre, convegni e spettacoli teatraliorganizzati. Una nota finale ad ogninumero informa circa le nuove accessioni eanche queste notizie saranno apprezzatedai palati fini della bibliofilia nazionale. ab

Sta racchiuso nel palmo di una mano(misura solo 7 cm di altezza), coi suoi colo-ri pastello, le morbide linee, i disegni dellagrande illustratrice inglese per l’infanzia.È un piccolo gioiello scampato alla distru-zione, considerando le dimensioni lillipu-ziane, la fragilità della carta e della coper-tina, gli anni che ha sulle spalle. È un piccolo miracolo che si sia conserva-to senza perdersi tra volumoni, enciclope-die, trattati, opere complete, atlanti, ecc.La copia che abbiamo davanti agli occhi èin forma smagliante, i colori cantano, l’al-fabeto disegnato da Kate Greenaway(1846-1901) 125 anni fa ci riempie gliocchi, le poche pagine le sfogliamo colfiato sospeso per paura di macchiarle.È uno dei piccoli-grandi libri che raccon-tano la storia millenaria di un’arte, quelladell’illustrazione di libri, antica e fascinosa.Essendo destinato ai bambini la suasopravvivenza è ancora più miracolosa,ben conoscendo la grazia elefantesca conla quale, giustamente, i piccoli strapazzanoi libri regalati loro. Ma suppongo che nes-suna manina infantile abbia mai sfioratoquesta copia, a meno che non si trattasse diun bambino-bibliofilo, circostanza alta-mente improbabile. La Greenaway lo pubblicò a Londra a 39anni. Le fini e delicate incisioni a colorifurono stampate dalla superba mano diEdmund Evans, il fedelissimo incisoreamico dell’arte di Kate; le era stato presen-tato, nel 1876, dal padre John, anch’egliun valido maestro incisore. Tramite Evans Kate conobbe RandolphCaldecott, altro notevole artista del libro.Questo librino è uno dei capolavori di queiminiature books sui quali ha scritto un impor-tante saggio bibliografico il libraio anti-quario e collezionista Louis W. Bondy,Miniature books. Their history from the begin-

nings to the present day (London, Sheppard

libreriee biblioteche

libri inminiatura

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Press, 1981), al quale rimandiamo i nostrillettori più curiosi. Una vera miniera di informazioni sui libriillustrati da Kate è infine il repertoriobibliografico di Thomas E. Schuster eRodney Engen, Printed Kate Greenaway. A

Catalogne Raisonné (London, T.E. Schuster,1986), che alla scheda 23 descrive sia laprima edizione del 1885, sia tutte levarianti del librino di cui stiamo parlando.Buona lettura a tutti. Si ringrazia il Fondobibliografico di “Cantieri” che ha messo amia disposizione la rara prima edizione dellibro, localizzata in una sola bibliotecapubblica italiana: la Biblioteca dell’OperaBarolo di Torino (dono Vagliani, fonte:ICCU). kb

Kate Greeneway’s Alphabet

London & New York, George Routledge& Sons, s.d. [ma 1885 ca. La data ipoteti-ca si ricava dal catalogo KVK on line, oltreche da Schuster/Engen].

Valentina Campa, Cesare Zavattini e Valentino

Bompiani tra scrittura e lavoro editoriale,rel. Alberto Valerio Cadioli, correlatoreIrene Piazzoni, Università degli Studi diMilano, Facoltà di Lettere e Filosofia -Corso di laurea magistrale in Culture e lin-guaggi per la comunicazione, a.a. 2008-2009.

Mara Biondi, Sibilla Aleramo e Mondadori:

Casi editoriali,rel. Roberto Cicala, Università Cattolicadel Sacro Cuore - Milano, Facoltà diLettere e filosofia - Corso di laurea inLettere moderne, a.a. 2008-2009.

Elisa Cattaneo, La “Biblioteca Romantica”

Mondadori (1930-1942): “Un’enciclopedia fan-

tastica dell’uomo moderno”,rel. Roberto Cicala, Università Cattolicadel Sacro Cuore - Milano, Facoltà diLettere e Filosofia - Corso di laurea inLettere moderne, a.a. 2008-2009.

Irene Mordiglia, Editoria per il presente: I

Libri bianchi Einaudi (1957-1966),rell. Luca Baldissara, Carlo Ginzburg,Università di Pisa, Facoltà di Lettere e filo-sofia - Corso di laurea in Storia e civiltà,a.a. 2007-2008.

Sara Riboni, Vittorio Sereni e Stefano D’Arrigo:

un complesso rapporto editoriale,rel. Roberto Cicala, Università Cattolicadel Sacro Cuore - Milano, Facoltà diLettere e Filosofia - Corso di laurea inLettere moderne, a.a. 2008-2009.

Per gli amanti della tradizione tipograficadi Alberto Tallone (Alpignano) si comuni-ca che il nostro collaboratore, MassimoGatta, ha pubblicato due diversi lavori suTallone: uno studio bibliografico dedicatoai cataloghi editoriali, dal primo del 1960agli attuali (pubblicato sulla rivista interna-zionale «Paratesto» nel 2008); e una rasse-gna bibliografica dei volumi di GuidoCeronetti stampati da Tallone (pubblicatosu «Cartevive», rivista della Bibliotecacantonale di Lugano). Inoltre, dello stessoautore, è appena stato pubblicato un sag-gio (Campobasso, Habacus, 2009, fuoricommercio) dedicato al futurismo inMolise. Questi saggi possono essere even-tualmente richiesti all’indirizzo elettronicodi “Cantieri” ([email protected]).

segnalazionibiblohaus

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cantieri viene pubblicato ogni due mesi e nasce dal gruppo di lavoro che si riunisce intorno alla casa editrice biblohaus:

oliviero diliberto massimo gatta simone berni simone pasquali duccio benocci rebecca simpson olga mainieri annette baugirard michelle delattes konstantin bellmer

edizioni biblohaus via trento 14 macerata italiat f 0039 0733 265384 www.biblohaus.it [email protected]: biblohaus casa editrice

PROSSIMA USCITA

simone berni

prefazionedi andrea carlo cappi

MANUALEDEL CACCIATOREDI LIBRI

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MANUALE

DEL CACCIATORE

DI LIBRI

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prefazione di andrea carlo cappi

oliviero diliberto

BIBLIOGRAFIARAGIONATA DELLEEDIZIONI A STAMPADELLA LEGGEDELLE XII TAVOLE

seconda edizione

oliviero diliberto

BIBLIOGRAFIA

RAGIONATA DELLE

EDIZIONI A STAMPA

DELLA LEGGE

DELLE XII TAVOLE

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prefazione di xxxx xxxxxxx

benedetto croce

a cura di massimo gatta

scritti di tammaro de marinis,gino doria, lorenzo giustiniani

presentazione di alberto cadiolie uno scritto di luciano canfora

STAMPATORIE LIBRAI IN NAPOLINELLA PRIMA METÀ DEL SETTECENTO

benedetto croce

STAMPATORI

E LIBRAI IN NAPOLINELLA PRIMA METÀ DEL SETTECENTO

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a cura di massimo gatta

scritti di tammaro de marinis,gino doria, lorenzo giustiniani

e la ristampa diLo sciopero degli “stampatori”napoletani del 25 aprile 1848di antonio basile

simone berni

prefazionedi oliviero diliberto

LIBRI SCOMPARSINEL NULLA

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LIBRI SCOMPARSI

NEL NULLA

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prefazione di oliviero diliberto

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LIBRISCOMPARSINEL NULLA

... ED ALTRI CHE

SCOMPARIRANNO PRESTO.

seconda edizione aggiornata,riveduta e ampliata

sergio bissoli

I RACCONTIDI DRACULA

sergio bissoli

I RACCONTI

DI DRACULA

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prefazione di xxxxx xxxxxxx

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isbn 978-88-95844-08-4brossura con alettepp. 220 15 euro

NEL PAESE

DEI BIBLIOFAGI

a cura di annette baugirardprefazione di enrico sturani

pablo echaurren

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DEI BIBLIOFAGI

a cura di annette baugirard

prefazione di enrico sturani

giornale di bordo

di un collezionista futurista

isbn 978-88-95844-07-7brossura con alettepp. 182 15 euro

a cura di massimo gatta

introduzione di rino pensato

in appendice biblioteca molisanadi pasquale albino

giorgio palmieri

LA BIBLIOGRAFIA

MOLISANA

profilo storico e

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Un grazie a

Bob Noorda1927-2010

tesi di laurea

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