Vangelo. INIZIO DEL VANGELO SECONDO S. MARCO (CODICE VATICANO, IV SEC.)
7Q5 Il Vangelo a Qumran
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7/27/2019 7Q5 Il Vangelo a Qumran
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IL
Una discussione sullanti
Contiene: 7Q5 del dott. W
Giuseppe Guarino
ANGELO A QUMRAN ?
chit ed attendibilit storica delle narrazi
lbur N. Pickering
ni evangeliche
-
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Giuseppe Guarino 7Q5 - Il Vangelo a Qumran?
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INDICE
1. I manoscritti del Mar Morto . . . . . . . . 3
2. Il fenomeno della lingua greca ed Israele . . . . . . 8
3. 7Q5. . . . . . . . . . . . 10
4. Il testo del frammento . . . . . . . . . 12
5. La datazione dei vangeli . . . . . . . . . 16
6. I manoscritti del Nuovo Testamento . . . . . . . 21
7. Il vangelo ebraico di Matteo . . . . . . . . 24
8. Conclusioni . . . . . . . . . . 26
Appendice: 7Q5 di Wilbur N. Pickering . . . . . . . 29
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1. I manoscritti del
Fra non molti anni sare
avvenuta verso la met del Xtesto biblico ancora lontano
Fu nel lontano 1947
alcuni manoscritti allinterno
la scoperta, una dietro laltra,
restituito al mondo un tesoro d
Lo studio di questi ritro
e sensazionalistiche che volev
e dei suoi rapporti con la fede
ha ridimensionato il senso dell
il ritrovamento ci ha permess
fede ebraica del secondo temp
dai romani. 2. Di avere la
databili fra il III secolo a.C.
esaminarne il testo alla luce
momento disponibili.
Stephen
pubblic
collanaun libro
conscio
del qual
esponericerche
consigli
altri lib
inglese,
a confro
nulla di
metto inHodges riferisce che i testi
nelle ricerche condotte nelle
tempo riscoperte, sono fram
parte, che testimoniano lesist
circa 850 libri. Molti di
sopravvissuti in frammenti.
rotolo di Isaia (qui accanto)
tratta di un manoscritto comp
impossibile da sottovalutare.
lo stato del suo testo dimost
o a Qumran?
ar Morto
mo al centenario della scoperta dei fam
secolo, ma il fermento suscitato dalla lal diminuire.
he, casualmente, un pastore si imbatt
i una grotta presso il Mar Morto. Da qu
delle undici caverne che noi oggi cono
i documenti datati dagli studiosi fra il 25
vamenti ha condotto in un primo momen
no rileggere in un certo senso lintera st
giudaica. Ma il tempo ed un approccio
a scoperta, riportandoci con i piedi per t
o: 1. Di ottenere una migliore conosce
o, in particolare del periodo precedente l
isponibilit di prove manoscritte per l
di sicuro non pi tardi del 68 d.C., ch
i testimoni circa mille anni pi antichi
Hodge ha scritto un libro sullargoment
to in Italia nel 2011 da Newton Com
ascabili Newton, che ritengo davveroche, da cristiano, non posso condivider
di essere pi un apologeta che uno studi
e ho rinvenuto un ottimo ed attendibile l
ostanzialmente, in maniera quasi impasui rotoli e le varie teorie attuali su
vivamente per un approfondimento s
ri sono disponibili sullargomento, s
ma pochi sono i testi scientifici rinvenibi
nto con quelli proponenti teorie pi o m
realmente scientifico ed attendibile. D
guardia il lettore.riportati alla luce
varie grotte con il
menti, nella gran
enza ed il testo di
questi libri sono
Il famosissimo
uneccezione. Si
leto, un testimone
a sua esistenza e
ano lattendibilit
3
si rotoli di Qumran,
oro testimonianza al
nel ritrovamento di
in avanti, cominci
sciamo e che hanno
a.C. ed il 68 d.C.
to a teorie fantasiose
ria del cristianesimo
i serio e scientifico
rra. Sostanzialmente
za della realt della
a distruzione operata
Antico Testamento,
hanno permesso di
di quelli fino a quel
o (foto qui accanto),
ton editori, per la
olto interessante. Einteramente sono
oso; ma nella lettura
avoro di ricerca che
ziale, lo stato dellela loro origine. Lo
lla questione. Molti
prattutto in lingua
li in libreria se messi
eno fantasiose e con
a questi ultimi testi
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del testo Masoretico tradizio
le traduzioni dellAntico Testa
Appena gli studiosi e
proveniente dalla caverna 1
poterono confrontarlo con il
Nonostante il rotolo di Isaia fIsaia, i due erano virtualme
raramente andava ad alterar
comparativi di questo tipo son
La grande maggioranza dei
Masoretico. Essi sono, comun
convincente quanto siano stati
favore di questa teoria, ma noal movimento della suppost
custodivano veramente i testi
Vista la variet degli sc
troviamo davanti a dei manos
farli sfuggire allira distruttiva
come ci ricorda la storia, fi
ebraico e la distruzione della sQuanto di interessante
Mar Morto lo spaccato della
Unaltra importante sc
lingua, la dimostrazione dell
periodo asmoneo in avanti, c
seleucida Antioco IV Epifan
laramaico avesse soppianta
percentuale di opere in ebrai
drasticamente questa supposi
evidenziare come il fenomeno
o a Qumran?
nale utilizzato sia dagli ebrei che dai cr
mento dai testi originali.
bero avuto lopportunit di studiare il g
(1QIsa, copiato approssimativamente n
testo Masoretico, essi furono impres
osse circa mille anni pi antico della vete identici ad eccezione di qualche d
il significato del testo... I risultati
o stati ripetuti per molti altri testi biblici
nuovi rotoli appartengono alla stessa
que, pi antichi di secoli e dimostrano c
attenti gli scribi ebrei nel trasmettere q
James C. VanderKam, The Dead S126.
La pi antica ed accreditata teoria
Mar Morto vuole che questi siano
biblioteca di una comunit monasti
Qumran.
Gli esseni sono una setta e
Testamento non vengono menzion
sono il movimento dei farisei e d
degli scribi e dei sacerdoti. Ci ha
sui rapporti di questo movimento c
o lo stesso Ges.Sebbene la supposta esistenza
monastico goda di un certo conse
certo che fosse realmente tale. Vi
prove. E non nemmeno certo che gli scomunit, siano realmente esseni,
acri del monastero esseno.
ritti presenti nella biblioteca, alcuni supp
ritti trafugati da Gerusalemme e nascos
dei romani, furiosi per il tentativo di riv
per costare un numero grandissimo
a capitale e del secondo tempio.invece e molto pi sicuro ci viene tram
trepidante attesa messianica degli ebrei d
perta stata, visto lelevato numero di
sistenza della lingua ebraica come ling
io da dopo la rivolta di Giuda Macca
. Era, infatti, opinione comune un tem
o lebraico a seguito dellesilio bab
co presente fra i rotoli (circa l80%)
ione. Volendo aprire una piccola parent
linguistico ebraico non abbia paralleli
4
stiani come base per
rande rotolo di Isaia
llanno 100 a.C.) e
sionati dai risultati.
rsione masoretica diettaglio minore che
ottenuti dagli studi
rinvenuti a Qumran.
tradizione del testo
s in maniera molto
el testo negli anni.ea Scrolls Today, p.
sui manoscritti del
i sopravvissuti della
a essena insediata a
raica. Nel Nuovo
ti, mentre invece lo
i sadducei, la casta
sollevato dei dubbi
n Giovanni Battista
i un insediamento
so, non per nulla
sono infatti indizi a
ritti che siano legaticio che le grotte
ongono anche che ci
ti accuratamente per
olta ebraico che poi,
i vittime al popolo
andato dai rotoli del
l periodo.
anoscritti in quella
ua viva, almeno dal
eo alla furia del re
o che per gli ebrei
ilonese. Laltissima
ostringe a rivedere
esi, viene spontaneo
ella storia di nessun
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altra lingua. E volendo proprio dirla tutta, anche il popolo ebraico rappresenta,
inverosimilmente, se consideriamo le sue dimensioni, un caso tutto a parte nella storia
dellumanit.
Alcuni, vero, rinvengono ed evidenziano le molte affinit fra il pensiero della
supposta comunit essena (?) e il cristianesimo, come ho gi accennato. Sono, per, ormai
lontani i giorni in cui si poteva fantasticare sulla possibilit che Ges fosse un esseno teorie sciolte come neve al sole della migliore conoscenza del contenuto dei rotoli.
Sebbene linsegnamento di Ges sia in un certo senso simile a quello dei manoscritti
settari ritrovati a Qumran e questi testimoniano il credo della comunit (mai definita
altrimenti o collegata al nome degli esseni nei manoscritti) sul Messia e la sua venuta,
ragionevole pensare che il pensiero della comunit non sia stato radicalmente dissimile
dallinsegnamento ebraico del tempo, che anche Ges non rimette interamente in
discussione, sebbene ne censuri alcuni aspetti per ricondurlo alla sua autentica spiritualit e
significato.
Ebbene, il fatto che la comunit dei rotoli fosse un ordine monastico, a numero
chiuso, in un certo senso, elitario, perch composto da individui che si dedicavano
interamente alla fedelt a Dio, anche rinunciando al vivere sociale ed al matrimonio, cozza
subito con il mandato agli apostoli di andare e di insegnare a chiunque, ebrei e non, le cose
dette da Ges. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome delPadre, del Figlio e dello Spirito Santo. (Matteo 28:19 Nuova Riveduta)
Per non parlare dellopera missionaria di Paolo, apertamente rivolta ai non ebrei.
(perch colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo dei circoncisi (cio gli ebrei)aveva anche operato in me per farmi apostolo degli stranieri), riconoscendo la grazia chemi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a mee a Barnaba la mano in segno di comunione perch andassimo noi agli stranieri, ed essi aicirconcisi. (Galati 2:8-9 Nuova Riveduta)
Allo stesso modo la prassi del ministero di Ges poco si addiceva ad un gruppo
monastico, visto che egli preferiva il contatto diretto con la gente e con le folle e non avevaproblemi ad andare dovunque fosse invitato, come fece quando si rec nella casa del
pubblicano Matteo; ci provocando anche lo sdegno del clero giudaico, comunque pi
aperto del movimento esseno o di quello della comunit descritto nei manoscritti.
Un punto molto interessante che cita Hodge nel suo libro (p.207) in cui la dottrina
della comunit si distacca drasticamente e definitivamente dallinsegnamento del Cristo
lamore anche per i propri nemici che questi impone ai suoi seguaci. Le regole della
comunit rinvenute nei rotoli incitavano invece allodio per gli avversari. Questa scopertaha anche permesso di comprendere il tono polemico dellaffermazione di Ges
sullargomento. Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico".Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene aquelli che vi odiano, e pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano, affinchsiate figli del Padre vostro che nei cieli; poich egli fa levare il suo sole sopra i malvagi esopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano,che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri
fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? (Matteo 5:43-47)Il movimento di Ges era totalmente pacifico, non prevedeva nessuna rivolta o
intento di far guerra a nessuno e in nessun modo. In tal senso Ges non solo si distaccava
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dalle aspettative della comunit essena (?) ma anche da quelle ebraiche in genere del
periodo.
Di solito due cose troppo simili o sono dipendenti una dallaltra o entrambi lo sono
da una terza. In realt le aspettative messianiche giudaiche traevano origine tutte da
considerazioni derivanti dalla Tanakh1. Era ovvio che i vari movimenti che formavano lediverse facce dei giudaismo del secondo tempio avessero alla fine delle radici comuni epersino un numero tale di affinit da non potersi seriamente mettere in discussione
lebraicit di nessuno di questi movimenti, sebbene ognuno fosse caratterizzato da proprie
idee particolari, programmi ed aspettative.
Il cristianesimo non un movimento che origina al di fuori del contesto della fede
ebraica, tuttaltro. Esso origina nellebraismo e dallebraismo e se si distacca dal credo dei
farisei, dei sadducei, degli esseni, ecc., perch accetta in Ges di Nazareth il Messia e
prosegue il cammino iniziato dal giudaismo, spingendosi oltre, chiamando gli stessi Gentili,
o stranieri, i non ebrei, alla conversione ed alla conseguente partecipazione alle promesse
fatte da Dio ad Abraamo ed alla sua discendenza. Luniversalit dellinvito di Giovanni nel
suo vangelo tra quasi la motivazione nel rifiuto della nazione ebraica: venuto in casa suae i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto didiventar figli di Dio: a quelli, cio, che credono nel suo nome. (Giovanni 1:11-12)
Devo confessare che la teoria sui ritrovamenti dei rotoli del Mar Morto che ritengo
comunque pi interessante quella che li considera dei manoscritti nascosti nelle grotte per
sfuggire allinvasione distruttrice dellesercito romano inviato per sedare la rivolta ebraica.
Ci spiega a mio avviso la variet dei ritrovamenti e motiverebbe la loro indipendenza
dallinsediamento di Qumran, di qualsiasi natura fosse.
Volendo comunque fermarci al dato oggettivo della scoperta, possiamo concludereche le undici grotte nei pressi del Mar Morto ci hanno restituito i frammenti di circa 850
libri. Di questi solo il famoso grande rotolo di Isaia completo e solo dieci manoscritti
conservano pi del cinquanta per cento del contenuto originario.
223 manoscritti sono biblici. I libri meglio attestati sono i Salmi (39 manoscritti) e,ovviamente la Torah, la Legge di Mos. Edegno di una nota particolare il ritrovamento diben 8 manoscritti che ci testimoniano e confermano quasi per intero il testo del libro di
Daniele. Uno dei manoscritti risulta particolarmente antico, venendo datato nel II secolo
a.C. Come ho scritto nel mio commentario al libro di Daniele, dove analizzo i fatti in
dettaglio, la scoperta di un ritrovamento tanto antico dovrebbe convincere quanto
improbabile sia, alla luce di queste evidenze, ritenere, come fanno ancora la maggioranza
dei critici, che il libro di Daniele sia stato composto poco dopo la morte di Antioco IVEpifane, avvenuta nel 164 a.C. Ci quasi pi impossibile che improbabile, visto che i
rotoli del Mar Morto ci permettono di individuare nel testo di Daniele che noi conosciamo
1 Tanakh la maniera ebraica di riferirsi allAntico Testamento comune fra ebrei. Infatti, come lo stesso
Ges ci ricorda, essi dividono le Scritture in tre parti, Torah, Neviim e Kethubim.Poi (Ges) disse loro:"Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte lecose scritte di me nella legge di Mos, nei profeti e nei Salmi. (Luca 24:44)
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un libro ritenuto canonico e persino, viste le citazioni che occorrono in altri scritti di
Qumran, investito di particolare credibilit e prestigio.
96 manoscritti non sono stati identificati.
I rimanenti hanno vari contenuti. Fra questi il libro di Tobia, di Enoc, un apocrifo
della Genesi, il cosiddetto Rotolo del Tempio, la Regola della Comunit, il Rotolo della
Guerra e i vari commentari ai libri canonici dellAntico Testamento.Come abbiamo gi detto, la lingua dei manoscritti particolarmente importante.
L80% dei testi sono in ebraico e quasi tutto il rimanente in lingua aramaica.
Per il nostro studio per, saranno oggetto di particolare attenzione i 25 frammenti di
manoscritti in lingua greca rinvenuti nelle grotte numero 4 (6 frammenti) e 7 (19
frammenti).
E su questi ultimi che concentreremo la nostra attenzione da qui in avanti, cercando
di chiarire cosa ci facessero degli scritti in greco in una biblioteca ebraica e provando, se
possibile, persino ad identificarne il contenuto.
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2. Il fenomeno della lingua greca ed IsraelePoco pi di 300 anni prima della nascita di Ges, quando Israele era parte
dellimmenso impero Persiano, Filippo, re di Macedonia, mor lasciando il trono ed i suoi
sogni al giovanissimo figlio Alessandro. Questultimo raccolse pi che degnamente lereditdel padre riuscendo ad unificare la Grecia contro lodiato nemico persiano.
Alessandro mosse da impavido condottiero, guidando il suo popolo contro il pi
grande regno del tempo. Giunse in Anatolia, da l, una vittoria dietro laltra, percorse la via
per lEgitto. Pass per Israele, lasciando un segno indelebile nella storia del popolo ebraico,
come testimoniano le notizie riportate dallo storico Giuseppe Flavio e la diretta menzione di
lui fatta nel libro biblico di Daniele.
Giunto in Egitto da trionfatore, vi fonder la citt di Alessandria che sar la capitale
del sapere mondiale per molti degli anni a venire, con la sua immensa biblioteca e il
fermento intellettuale che la percorrer in ogni direzione del pensiero umano.
DallEgitto Alessandro part alla volta del suo pi grande nemico del quale riusc a
disfarsi nonostante linferiorit numerica.
In pochi anni (circa 10) il re di una piccola nazione, la Macedonia, era divenuto il
dominatore assoluto di un territorio la cui estensione non aveva eguali in tutta la storia
dellumanit. La leggenda dice che egli pianse perch non vi erano pi terre da conquistare.
Sebbene nessuno gli fosse pari militarmente, dovette molto presto fare i conti con un
nemico ben pi invincibile e fu cos che mor, sembra a causa di una febbre, alla giovane et
di 33 in Babilonia.
Il suo vastissimo impero venne ripartito fra i suoi generali.Lestensione della conquista di Alessandro Magno aveva gettato le basi per la
diffusione della lingua e della cultura greca. Dopo la sua morte questo processo non si
arrest. Al contrario, lellenizzazione, questo processo di colonizzazione intellettuale da
parte del mondo greco, continu.LEgitto fin in mano al generale Tolomeo, il quale fond lultima dinastia dei
faraoni. Lo storico Giuseppe Flavio riferisce che Tolomeo Filadelfo (Libro dodicesimo delle
Antichit giudaiche) per incrementare la sua biblioteca, gi comunque ricca di 200.000 libri,
sponsorizz la traduzione in greco della Legge mosaica.
Questa versione prese il nome di traduzione dei Settanta (LXX, Septuaginta) perch
le leggende che ne fanno quasi una versione guidata in maniera sovrannaturale, sostengono
che i traduttori originari fossero 72.Il greco rimase la lingua pi diffusa del mondo antico, anche quando il dominio
mondiale pass nelle mani dei romani.
Fu in unatmosfera culturale dominata profondamente dal prestigio universale ed
indiscusso della lingua e culture greche che il cristianesimo mosse i suoi primi passi.
Se consideriamo laperto mandato di Ges agli apostoli, Andate dunque e fate mieidiscepoli tutti i popoli (Matteo 28:19) comprendiamo benissimo perch il NuovoTestamento venne molto probabilmente scritto e ci comunque giunto in manoscritti in
greco. Come oggi molti documenti vengono redatti in inglese per garantire una pi vasta
diffusione mondiale, era logico che allora, volendosi sganciare dai confini nazionali
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dellebraismo, il cristianesimo dovette esprimere e diffondere le proprie Scritture nella
lingua che aveva massima diffusione.
Sebbene Jean Carmignac abbia in maniera convincente esposto la propria teoria
sullesistenza di uno o pi vangeli semitici alla base dei nostri Matteo e Marco2, non vi sono
prove storiche oggettive che permettono concretamente di avvalorare questa tesi. La realt
delle evidenze manoscritte per loriginale del Nuovo Testamento (pi di 5000 manoscritti) interamente a favore di una composizione in lingua greca ci sebbene nessuno si sogni di
negare la dipendenza dal pensiero ebraico delle Scritture cristiane!
Non possiamo immaginare che il greco fosse presente nel dialogo di tutti i giorni fra
gli ebrei del tempo o nelle strade di Gerusalemme, ma di certo, come attestano vari
ritrovamenti, il greco era una lingua nota ed in uso.
Considerando poi anche le intense campagne di ellenizzazione condotte dalle dinastie
dei Tolomei e dei Seleucidi, che avevano in mezzo proprio i territori di Israele, il greco
doveva aver avuto una diffusione ed unimportanza paragonabile a quella dellinglese nelle
varie colonie dellimpero britannico.
Questa lingua doveva essere conosciuta anche dagli apostoli. Ci viene infatti
oltremodo difficile immaginare che gli apostoli autori di alcuni dei libri del Nuovo
Testamento abbiano imparato la lingua greca di proposito per comporre le loro epistole o i
vangeli. Diversi gli indizi in questo senso, sparsi in tutto il Nuovo Testamento, non ultimo il
tipo di greco nel quale stato scritto, cio il cosiddetto Koin, la forma colloquiale e nonletteraria di quella lingua.
Nel quarto vangelo, ad esempio, difficile non vedere quasi una sfida aperta nel
definire Ges il Salvatore del Mondo (Giovanni 4:42), termine che proprio in greco era
riferito allimperatore romano Nerone ( ) ed inciso su delle monetedellimpero che lo raffiguravano.
E lo stesso Giovanni poi che ci informa che liscrizione sulla croce fosse in latino,
ebraico e greco. (Giovanni 19:19-21).
Non vi quindi alcun ragionevole motivo per stupirsi pi di tanto della presenza ditesti in greco anche nella biblioteca del Mar Morto.
La supposizione pi naturale immaginare che quei frammenti in greco rinvenuti
nelle grotte 4 e 7 altro non siano che quanto rimane di rotoli che contenevano
originariamente la versione greca dellAntico Testamento dei LXX (Settanta).
Ma c stato qualcuno che ha pensato diversamente, giungendo ad altre, sorprendenti
conclusioni.
2Jean Carmignac,La nascita dei Vangeli Sinottici, edizioni Paoline. E un libro stupendo che consiglio sia
agli specialisti che al lettore attento della Bibbia.
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3. 7Q5L
denomin
manoscriQumran
P
parte.
S
disposte
a 23 lett
L
massima
Nel 1972 leminente st
contenuto in questo framment
contenente il vangelo di Mar
Marco 6:52-53.
Una tale eventualit, la
Qumran, apre la porta a tanti
altre teorie: lorigine dei vang
I libri che ho studiato
sostegno del fatto che non esiquindi avevo ogni ragione di
imbattuto nellavvincente reso
competenza ed entusiasmo si a
Tale identificazione, cOCallaghan, il quale, nella st
libri del Nuovo Testamento: A
parte tutto.
Ovviamente, meno per
lultima parola su questa ques
critica che sostiene le datazio
tale identificazione trova una c
3Larticolo di O Callaghan r
questione, in gdt, Giornale di Teolo4
La datazione dei libri del Nuovo T
di risoluzione. La tendenza della
sostengono lautorit apostolica d
sosteneva che il vangelo di Giovan
di questo scritto che non si ritene
papiro, il P52, datato di solito nel 1
tale teoria. Ed oggi lidea tradizion
maniera efficace.
o a Qumran?
immagine qui accanto il famoso f
ato 7Q5. Questa sigla sta ad indica
tto catalogato con il numero 5, rinveidentificata con il numero 7.
oviene da un rotolo, scritto in recto,
no sopravissute 20 lettere, delle qu
su 5 righe. Originariamente ogni riga do
re.
altezza massima del frammento di c
cm. 2,7.
dioso Jos O Callaghan3, ha avanzato
fosse quanto era sopravvissuto di un r
co. Egli identifico le lettere di 7Q5 co
possibile presenza di un vangelo fra i te
sime considerazioni che finiscono per i
li, lo loro datazione, persino lo stesso sig
sul Mar Morto liquidavano la questione
tevano manoscritti del Nuovo Testamensupporre anche io. Ci, per, fino a q
conto degli studi di Carsten Peter Thied
dopera per confermare lidentificazione
me ho gi detto, era stata originariameessa grotta n.7, identific, in altri framm
tti, Romani, 1 Timoteo, Giacomo e 2 Pie
motivi connessi alla papirologia (materi
tione) piuttosto in buona parte derivanti
i tarde di diversi libri del Nuovo Testa
erta resistenza del mondo degli studiosi4.
peribile in lingua italiana, insieme ad altri i
ia, diretto da Rosino Gibellini, 247, edito da Qu
estamento argomento di un dibattito lungo e se
critica certamente contro le datazioni cosid
i libri del Nuovo Testamento. E famosa la
i fosse un prodotto del II secolo, per via della c
i possibile come prodotto della chiesa del I se
25 d.C., ha confutato definitivamente, con prove
ale sulla composizione di questo vangelo semb
10
ammento papiraceo
e che questo il
uto nella grotta di
io soltanto da una
li 10 danneggiate,
eva contenere da 20
. 3,9. La larghezza
lipotesi che il testo
tolo originariamente
parte del brano di
ti della biblioteca di
nfluire su tantissime
nificato dei rotoli.
con poche parole a
o a Qumran. Questouando non mi sono
, il quale mostrando
i 7Q5 con Marco.
te proposta da Josenti, brani di diversi
ro. Ma da 7Q5 che
che dovrebbe avere
dai preconcetti della
ento e dei vangeli,
teressanti articoli sulla
riniana.
nza apparente possibilit
ette tradizionali, che
scuola di pensiero che
omplessit della dottrina
colo. La scoperta di un
oggettive, lerroneit di
ra lunica sostenibile in
-
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Se le teorie di OCallaghan si rivelassero corrette, cos come anche il lavoro di altri
studiosi che si battono per una revisione della datazione di certi manoscritti del Nuovo
Testamento, che loro sostengono essere molto pi antichi di quanto creduto finora, le
moderne teorie dellalta critica sulle date di composizione dei libri del Nuovo Testamento
diventerebbero molto pi facilmente attaccabili.
Dettaglio non trascurabile di 7Q5 che si tratta di un rotolo, un papiro quindi scrittosoltanto da una parte, in recto e senza verso. Thiede certo che i libri del NuovoTestamento furono originariamente scritti come rotoli e solo in un secondo tempo copiati in
forma di codice, come sono giunti a noi nelle prove manoscritte che oggi possediamo. E il
suo ragionamento non solo convincente, ma sembra quasi ovvio che la religione cristiana
ereditasse, almeno ai suoi albori, luso del rotolo da quella ebraica, dalla quale comunque
durante i suoi primi passi sostanzialmente non si distingueva nemmeno.
Thiede data 7Q5 intorno allanno 50 d.C.
Non facile per una certa fascia dellalta critica biblica riuscire ad essere cos
ottimisti circa lantichit dei vangeli come noi li conosciamo; sebbene ci concordi con le
testimonianze tradizionali della Chiesa. E ovvio che lesistenza del vangelo in un periodo
tanto antico, imporrebbe la revisione dei capisaldi di una certa critica, riluttante non solo a
riconoscere la Bibbia come libro ispirato ma anche ad accettarne il valore storico e
lautentica origine apostolica. Se questi studiosi si dicono anche cristiani, mi viene in mente
quel detto: con amici cos a cosa servono i nemici?
Per chiudere questo paragrafo, credo valga la pena citare lo studioso Ferdinand
Rohrhirsch, professore alluniversit di Eichstatt, che considera la voce degli oppositori
dellattribuzione marciana di 7Q5, fra i quali laccreditatissimo critico testuale Kurt Aland,come frutto pi del pregiudizio che dellosservazione scientifica: ...lipotesi di O
Callaghan risulta ancora in piedi, mentre tutte le confutazioni fin qui tentate si sono
dimostrate inconsistenti o scorrette. Marco e il suo Vangelo, Atti del Convegnointernazionale di Studi Il vangelo di Marco, Venezia, 30-31 maggio 1995, a cura diLucio Cilia, pag. 121:
Vi sono varie pubblicazioni per che contestano la posizione degli studiosi liberali e, devo dire, lo fanno
anche con una certa efficacia. C. Thiede ha scritto un bel libro in proposito Testimone oculare di Ges che,
insieme al suo libro su 7Q5, consiglio vivamente.
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4. Il testo del frammentoLa moderna tecnologia ha contribuito allidentificazione delle lettere di 7Q5
avvalorando la tesi che queste siano quanto rimane di un di un rotolo contenente in origine
molto verosimilmente il vangelo di Marco. La Polizia scientifica israeliana, interpellata daThiede, riuscita a provare con la sua tecnologia lidentit di una delle lettere controverse
del manoscritto, la ni di Gennesaret, che fondamentale per poter identificare il brano.Lutilizzo dei computer ha ad esempio permesso di indagare la letteratura greca
disponibile alla ricerca delle 20 lettere che rinveniamo in questo frammento, ma senza altro
risultato utile oltre quello di Marco. Il professor Dou, eminente matematico, ha cos potuto
concludere che le probabilit che questa sequenza di lettere possa rinvenirsi in un altro
scritto una su novecentomila milioni.
Di seguito una foto del testo del manoscritto, qui in negativo per evidenziarlo, con
accanto le lettere greche individuate da OCallaghan.
T
Questo il testo delloriginale del vangelo per intero con le lettere rinvenute in 7Q5 ingrassetto: . () () .
Il manoscritto ha tutte le lettere in maiuscolo, senza accenti e punteggiatura, comera
la prassi nellantichit.
La Nuova Riveduta traduce cos questo brano: perch non avevano capito il fattodei pani, anzi il loro cuore era indurito. Passati all'altra riva, vennero a Gennesaret escesero a terra (Marco 6:52-53).
Passiamo ad un esame dettagliato del testo rinvenuto sul papiro.
7Q5 soddisfa i requisiti imposti dalla sequenza di lettere nel vangelo
di Marco solo se riteniamo che il secondo rigo legga . In questomodo possiamo ritenerlo parte della frase che si trova nel verso 52.
Thiede convinto che quanto di non perfettamente leggibile rimane
nel secondo rigo dopo ci che rimane di una e lidentificazione con
Marco sicura. Lo studioso port questo dilemma allattenzione della
Polizia Scientifica di Israele perch analizzassero il testo con i loro
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speciali microscopi. Riferisce
lettera greca supposta da color
Un altro dettaglio direi qu
vangelo lo spazio fra quell
linizio del paragrafo in Madestra. ( spaleggiamo oggi, ci serviamo
finisce un periodo e ne co
manoscritti di allora la st
lasciando uno spazio fra le par
del frammento. Ci un
lidentificazione marciana.
Una
lide
paro
dive
Una
inizicam
nella
Stud
statonel Greco biblico) , psimile accade nellinglese m
bettere lettervengono pronugente ha una tendenza natural
t delle parole italiane quasi
non me ne rendo conto.
In questa prospettiva, v
la d6, un tale cambiamento
che un fenomeno simile abb
coloro per i quali il greco noriguarda let moderna piuttos
pi elastico.
5Una mattina, su di un muro che si
solo un minuto per dirti quando ti
plateale esprimere il suo amore non6
Unaltra comune tendenza nel lin
figlio piccolo pronuncia tutte le v
noioso vediamo. E comune poi i
nostra lingua.
o a Qumran?
lo studioso che tale tentativo ha conferm
o che sostengo lorigine marciana del fra
si fondamentale per lidentificazione del
o che oggi corrisponde a Marco 6:52 e
co 6:53 come si vede nella figura aio - ). Nei libri chedella punteggiatura per indicare dove
incia un altro. Allo stesso modo, nei
ssa indicazione veniva rappresentata
ole. Proprio come accade in questo punto
a coincidenza molto importante pe
peculiarit del frammento, su
ntificazione marciana, il cambio della
a greca che la cui initando .variazione del genere, contrariame
le, invece a sostegno dellantichitiamenti di questo genere sono stati ri
Gerusalemme del periodo di Erode.
ando il Greco moderno, una delle cose c
il fatto, per esempio, che la parola (tra lnta tutto viene oggi pronunciata
derno, nella sua pronuncia Americana
ciale beder e leder. Nella mia terra
, quando hanno una forte cadenza dialet
ome una d5
lo faccio un po anche io
sta la naturale tendenza a sostituire la pr
occorso anche nel greco parlato dai maa interessato anche lortografia delle p
era la lingua natia. Lortografia poi to che quella antica, quando il concetto
trova nei pressi del mio ufficio, comparve una
amo. Purtroppo lo slancio amoroso di chi h
corrispondeva con un altrettanto vivo amore per
uaggio umano lassonanza fra v e b, c
comeb molto carino sentirgli dire: bedia
l passaggio delle v a b, nellassimilazione d
13
ato la presenza della
mento.
ponendo corretta
lettera iniziale nella
iale sarebbe mutata
nte allimpressione
el rotolo, visto chevenuti in iscrizioni
he ho subito notato
altro utilizzata anchepanda. Qualcosa di
, dove parole come
(Catania, Sicilia) la
ale, a pronunciare la
immagino, anche se
nuncia della t con
relingua, possibilearole soprattutto fra
i un problema chei scrittura era molto
scritta. Diceva: Dammi
voluto in maniera cos
la nostra lingua.
e g, m ed n. Mio
mo, anzich il comune,
ei vocaboli ebraici nella
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Quando Erode il Gra
iscrizione che proibiva lingre
interno del tempio [] l
(nessuno) scritta methena,scritta tryfacton. Sembra ovviper gli scribi, dal momento chth spirante. Carsten Thiede
Piemme, p. 58, 59.
Il cambiamento di ques
finisce addirittura per sommar
e la sua identificazione con M
in proposito: [] un erro
scambi di tau con delta [] siNuovo Testamento tramanda
tentata di dire che sarebbe so
Convegno internazionale di Scura di Lucio Cilia, pag. 120.
O Callagh
delloccorr
altro brano
menzione d
E qui nasc
lidentificaGennesaret
punto u
Carsten Th
dai romanidistruzione
anche da
Marco si adatti alle lettere sop
omettesse le parole (oggi in stampa. Cos emendat
giunsero alla citt di GennesaLomissione della pre
sticometria, cio al calcolo d
Anche qui, invece di una pro
ulteriore indizio dellantichit
Gennesaret potrebbe essersi
distruzione romana del 70 d.C.
C un dettaglio molto
originale. Con lomissione di
con verso la terra, davanti a
() a, almeno se seguia
ricostruito nella 27ma edizion
o a Qumran?
de ricostru il tempio egli fece porre ne
sso ai non ebrei [] nessuno straniero
rtografia degna di nota: nella riga 1 la
entre nella riga 3 la parola dryfactonconcludere che la resa della d dolce ri
la trasformarono, in entrambi i casi, ine Matthew DAncona, Testimone ocula
a consonante non solo non un problem
i ai fattori che concorrono nellavvalorar
rco. Ecco lautorevole osservazione di
e frequente ci sono molti altri casi,
tratta di varianti normali. Tutti gli altri t
ici su papiro hanno queste lievi altern
spetto se non ci fossero. Marco e il studi Il vangelo di Marco, Venezia, 3
an giunto allidentificazione del fra
nza di , che si trova nel quinto ri
della letteratura greca pu altrettanto
ella citt di Gennesaret fatta da Marco.
una difficolt proprio legata alla parola
ione del frammento. Dobbiamo cdi cui parla il testo per il modo in c
na citt, una localit o un lago?
iede convinto che Gennesaret fosse u
durante la prima rivolta giudaica cdi Gerusalemme e del tempio. Ci a su
naltra caratteristica di 7Q5. Se vogli
ravvissute nel frammento, infatti, dobbia
) verso terra, che rinveniamo in tuto il testo di Marco legge: e avendo co
et (in greco, isazione verso la terra stata ind
elle lettere che dovevano esservi sul m
a contro lidentificazione, potremmo tr
del manoscritto. Infatti tale precisazio
resa necessaria nei manoscritti del v
e, quindi, venne aggiunta.
importante, purtroppo visibile soltanto
questa piccola precisazione (nome del luogo Gennesaret rimane la s
o la lettura del cosiddetto testo Stan
del Nestle-Aland.
14
l cortile interno una
si entrare nel cortile
parola greca medenabarriera di pietra)
sultava problematica
na t dura o in unae di Ges, Edizioni
insormontabile, ma
lantichit del testo
rsolina Montevecchi
nei papiri biblici, di
sti dellAntico e del
anze grafiche. Sareio Vangelo, Atti del-31 maggio 1995, a
mento dal dettaglio
go e con cui nessun
ombaciare come la
he ha reso possibile
iederci infatti: lai ne parla in questo
a citt rasa al suolo
e port anche allaavviso avvalorato
amo che il testo di
mo pensare che esso
e le edizioni critiche
piuto la traversata,
).ividuata grazie allaanoscritto completo.
varci davanti ad un
e verso la terra di
ngelo solo dopo la
onsiderando il testo
) tradotta di solitomplice preposizione
ard, il testo critico
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In Marco 1:21, 2:1, 8:22, 9:33, 10:33, 10:46, 11:1, 11:11, 11:15, 11:27, 15:41 la
preposizione precede il nome di una citt.In Marco 1:14 seguita dallarticolo e quindi dal nome della localit, che in
quel caso la regione di Galilea. Lo stesso accade in Marco 14:28 e Marco 16:7.
Simile a questultimi due esempi quello di Marco 1:39 dove fra la preposizione ()e larticolo () viene inserita la precisazione () tutta che risulta nella frase per tuttala Galilea. Vedi anche Marco 10:1.
La logica conclusione che quando seguita da una articolo indica un luogo, unaregione, una terra. Ma se la preposizione semplicemente premessa al luogo del qualeparla levangelista, egli sta invariabilmente riferendosi ad una citt.
In questo senso la teoria di Thiede che la precisazione verso terra sia unaggiunta
chiarificatrice posteriore risulta plausibile.
Potremmo, per, anche trovarci davanti ad una omissione da parte di uno scriba, visto
che nei papiri la tendenza ad omettere tutto ci che superfluo una prassi molto ben
attestata. Per citare un antichissimo testimone, diremo che P52, il pi antico (125 d.C. al
massimo) manoscritto (frammento) con Giovanni 18:37 omette uno dei due per questo
pronunciati da Ges e presenti in tutti gli altri manoscritti del vangelo.
Se non vogliamo spingerci tanto quanto chi sostiene che lomissione di parte del testo
greco come noi lo conosciamo favorisce lidentificazione di 7Q5 con Marco, possiamo per
senzaltro concludere che non la esclude.
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5. La datazione dei vangeli
Quando sono stati scritti i vangeli?
E' una domanda alla quale si cerca di rispondere in maniera soddisfacente da secoli.Non ci illudiamo, nonostante il tono da oracolo che assumono alcuni critici nel formulare le
loro tesi, nessuno pu essere dogmatico su una questione che riguarda dei documenti cosi
antichi, scritti in un periodo storico fondamentalmente davvero poco conosciuto, composti
in lingua greca da autori semiti e, infine, a rendere la cosa ancora pi complessa, diffusi,
senza una regia centralizzata, fra le variegate ed indipendenti comunit cristiane del primo e
secondo secolo.
Molti dei capisaldi della critica liberale del XIX e XX secolo sono ormai datati e
difficilmente sostenibili alla luce delle pi recenti scoperte archeologiche e filologiche;
eppure li troviamo regolarmente ribaditi per mettere in discussione lautorit degli scritti
considerati sacri dalle confessioni cristiane.
"Si e dato per scontato che, se il Vangelo secondo Marco fosse stato composto
approssimativamente verso il 70 d.C., il Vangelo secondo Matteo sarebbe stato scritto
intorno all'anno 80 d.C. Schadewaldt (importante filologo classico contemporaneo)
riconosce che questo errore nella storia della tradizione - come egli lo definisce era
piuttosto frequente negli studi classici, finche i filologi, diversamente dagli studiosi del
Nuovo Testamento, non migliorarono le loro conoscenze. Carsten P. Thiede e Matthew
D'Ancona, Testimone oculare di Ges, Edizioni Piemme, pag.25.Jean Carmignac, con competenza e sobriet, prende in considerazione la possibilit
che i vangeli che sono giunti a noi comunque soltanto in manoscritti in greco, siano in realt
delle traduzioni di documenti originali in ebraico andati perduti. Le prove proposte dallo
studioso sono molto convincenti e, sebbene non me la sento di poter condividere del tutto la
sua tesi che i vangeli che possediamo oggi siano semplici traduzioni di perduti originaliebraici, quasi impossibile ormai sostenere che gli autori dei sinottici non abbiano utilizzato
delle fonti ebraiche per la redazione finale delle loro narrazioni - avvenuta, comunque, a
mio avviso in lingua greca. Egli scrive: L'apparenza perfettamente greca, troppo greca
per venire da persone che possedevano male questa lingua; ma la realt perfettamente
semitica, talmente semitica da non poter provenire da persone che si esprimevano del tutto
naturalmente nella loro lingua materna. Detto in altri termini: il greco dei Vangeli non e un
cattivo greco, n un greco maldestro: un buon greco di un traduttore rispettoso di unoriginale semitico, che ne conserva il sapore e il profumo, Jean Carmignac, La nascita deiVangeli Sinottici, Edizioni Paoline, pag. 10.
Un esempio molto evidente di del sostrato semitico dei vangeli possiamo notarlo
accostando Matteo 5:15 a Marco 4:21. Qui la copula e di una possibile fonte originale
ebraica verrebbe resa letteralmente con il corrispondente greco kai in Matteo, mentre inMarco la stessa frase viene intesa nel senso pi ampio che pu assumere grazie alle
peculiarit della lingua ebraica e troviamo nelloriginale (traduzione?) greco con ina,preposizione che indica lo scopo per cui una cosa viene fatta.
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Marco 4:21: Poi diceva ancora: "Si prende forse la lampada per metterla sotto ilvaso o sotto il letto? Non la si prende invece per metterla sul candeliere?" (NuovaRiveduta).
Matteo 5:15: e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi lasi mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa." (Nuova Riveduta).
La Nuova Riveduta, in linea con le traduzioni pi recenti, in ossequio al chiarosostrato semitico di Matteo, traduce la congiunzione kai, e, con per.
Che la stessa considerazione non vi fosse anni orsono lo conferma l'antica traduzione
di Giovanni Diodati (1649) che invece rende letteralmente lo stesso brano: Parimente, nonsi accende la lampada, e si mette sotto il moggio. Mentre lo stesso Diodati, sempreutilizzando laderenza letterale al testo che caratterizza il suo lavoro, traduce cos Marco
4:21: Disse loro ancora: E la lampada recata, acciocch si ponga sotto il moggio, o sottoil letto? Non ella recata, acciocch sia posta sopra il candelliere?
La dipendenza da fonti ebraiche per i vangeli ci assicura antichit ed affidabilit. Ed
anche unit di intenti, visto che le fonti vengono raccolte all'interno di una narrazione che
segue un filo logico e scopi narrativi ben precisi. Quando nei diversi vangeli notiamo delle
differenze nelle cronologie, nell'ordine degli eventi descritti, ingenuo credere, come fanno
alcuni critici, che ci accada per caso o per errore; mentre pi naturale e verosimile
ritenere che, in ossequio ad un modello ben preciso, anche qui pi in linea con la mentalit
semitica, la cronologia sia stata messa a disposizione dell'autore (qui quasi un redattore-
editore) per la dimostrazione di profonde verit spirituali. Vedi ad esempio il plateale
disordine cronologico del libro di Geremia o di Daniele per avere un riscontro veloce a
quanto sto affermando.
Se la narrazione di Giovanni cosi diversa da quella di Matteo, ci accade perchdiversi sono gli scopi che si prefiggono i due evangelisti. Se Matteo cita un evento prima di
Marco, o dopo, non un errore, ma ci accade perch si vuol dire qualcosa di preciso. Di
questo mi sono convinto ormai da anni, con la lettura della Parola di Dio ed anche, in
particolare, studiando i commenti di Arno C. Gaebelein, che mi ha aiutato a vedere lagrandezza del disegno narrativo soprattutto nel vangelo di Matteo. In questultimo fin
troppo evidente l'opera diretta dello Spirito Santo nella presentazione di eventi e detti di
Ges per arrivare ad un meraviglioso disegno finale dell'opera.
Alla luce di quanto accennato, possiamo difendere con maggiore convinzione
l'antichit delle narrazioni canoniche della vita di Ges.
Che gli evangelisti abbiano comunque utilizzato delle fonti ebraiche per la
composizione delle loro narrazioni non solo possibile, ma direi quasi inevitabile. Ed strano che una tale convinzione abbia avuto un riconoscimento soltanto di recente e in
questo la scoperta dei rotoli del Mar Morto ha senzaltro contribuito.
E' facile supporre che per degli ebrei, popolo cos legato alla cultura dello scritto,
deve essere stato naturale trascrivere e raccogliere subito i detti di Ges, i suoi
insegnamenti, gli eventi che hanno caratterizzato il suo ministero, e farlo nella loro lingua
natia, l'ebraico. Che gli apostoli fossero delle persone con una buona istruzione, sebbene di
umili origini, innegabile; basta considerare i libri del Nuovo Testamento scritti da
Giacomo, Giovanni, Pietro, Giuda, i quali si cimentano in quella che non era nemmeno la
loro lingua natia, ottenendo dei risultati davvero notevoli, anche dal punto di vista
squisitamente letterario.
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Il prologo di Luca importantissimo nel contesto di questa discussione.
Poich molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avutocompimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furonotestimoni oculari e che divennero ministri della Parola, parso bene anche a me, dopoessermi accuratamente informato di ogni cosa dall'origine, di scrivertene per ordine,illustre Teofilo, perch tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate.(Luca 1:1-4)
Il greco colto dell'inizio del vangelo di Luca cozzerebbe con la dipendenza dalla
lingua ebraica delle altre porzioni del suo scritto, se non fosse per il fatto che ci
spiegabile nella condotta dell'evangelista ed il suo interesse a recuperare informazioni
attendibili per la redazione del suo vangelo. Paradossalmente Luca additato come lo scritto
che presenta il maggior numero di semitismi, mostra cio una pi evidente dipendenza dalla
lingua e cultura ebraica rispetto agli altri sinottici, Matteo e Marco. Tale fenomeno trova la
sua semplice motivazione se immaginiamo che l'autore di questo vangelo abbia tradotto con
cura e rispetto i documenti in lingua ebraica, ma anche le narrazioni orali dei testimoni che
deve aver consultato, ai quali ha attinto per i detti di Ges e gli eventi della sua vita.
C' un'affermazione nel Nuovo Testamento davvero degna di seria nota, e che
riguarda proprio il vangelo di Luca, senz'altro rilevante nel contesto della nostra discussione
sull'origine dei vangeli. La rinveniamo in una epistola di Paolo. In 2 Corinzi 8:18, scrive
l'apostolo: E noi abbiamo mandato con lui (con Tito) il fratello (Luca) la cui lode perlevangelo in tutte le chiese".
Il fratello menzionato da Paolo ed associato a Tito Luca. Ci dimostrabile anche
dalla parte finale della narrazione del libro degli Atti degli Apostoli, dove il racconto in
prima persona fa intendere che lautore del libro si sia associato a Paolo nei suoispostamenti e dal prosieguo della citazione dalla seconda epistola ai Corinzi: non solo, maegli anche stato scelto dalle chiese come nostro compagno di viaggio in quest'opera digrazia, da noi amministrata per la gloria del Signore stesso e per dimostrare la prontezzadell'animo nostro. (2 Corinzi 8:9 Nuova Riveduta)
Possiamo concludere che quando l'apostolo Paolo scriveva quellepistola, Luca era
gi conosciuto in tutte le chiese a motivo del suo Vangelo. E' un'affermazione importanteed una testimonianza di non poco conto.
Eppure, nelle versioni oggi comunemente disponibili, il testo totalmente diverso
dalla traduzione (mia) che ho proposto.
Il testo greco originale di questo brano legge: .
La Riveduta Luzzi traduce: E assieme a lui abbiam mandato questo fratello, la cuilode nella predicazione dell'Evangelo sparsa per tutte le chiese. Il testo originale, per,non dice questo fratello, bens il fratello. La frase nella predicazione non c
nelloriginale.
La Nuova Riveduta traduce: Insieme a lui abbiamo mandato il fratello il cui servizionel vangelo apprezzato in tutte le chiese. La parola servizio traduce male la parola chenelloriginale invece lode. La parola apprezzato non nel testo greco.
Il tentativo, lo capisco, quello di dare un significato alla frase di Paolo. Ma forse nel
farlo, assecondando visioni preconcette, che ritengono impossibile la composizione del
vangelo di Luca gi in un'epoca tanto remota, non si rischia di allontanarsi dal semplice ed
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immediato senso letterale della frase dellapostolo? E' per questo motivo che, in via
generale, quindi, con le dovute eccezioni ed una ovvia ragionevole (sana) flessibilit,
prediligo di solito le traduzioni letterali.
Una traduzione letterale di 2 Corinzi 8:18, e, secondo me, pi corretta, la troviamo
nella versione della CEI: Con lui (con Tito) abbiamo inviato pure il fratello che ha lode intutte le Chiese a motivo del vangelo.
Se riteniamo autentico il prologo di Luca alla sua narrazione evangelica e non un
artificio letterario, il suo essersi diligentemente informato presso i testimoni oculari per
proporre una narrazione accurata ed attendibile, ci colloca l'opera dell'evangelista nel
periodo apostolico e tale datazione spiegherebbe benissimo l'affermazione di Paolo nella sua
lettera, altrimenti di difficile comprensione, visto che sottolinea la fama di Luca dovuta alla
composizione del suo vangelo.
E proprio negli stessi scritti di Luca abbiamo unaltra conferma.
Leggendo gli Atti degli Apostoli, notiamo subito nellintroduzione che, sebbene
questo libro si trovi nelle nostre Bibbie dopo il vangelo di Giovanni, esso stato composto
dal medesimo autore del terzo vangelo ed in un secondo momento rispetto a quello.
Nel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di tutto quello che Ges cominci a fare ea insegnare (Atti 1:1 Nuova Riveduta).
Un altro punto fermo della nostra discussione che gli Atti degli Apostoli si
concludono o meglio non si concludono: la narrazione, infatti, si arresta ed facile
dedurre che lautore non avesse pi nulla da narrare al tempo passato.
E Paolo rimase due anni interi in una casa da lui presa in affitto, e riceveva tuttiquelli che venivano a trovarlo, proclamando il regno di Dio e insegnando le cose relative alSignore Ges Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento. (Atti 28:30-31 NuovaRiveduta)
Da questa conclusione del libro facile argomentare che la sua composizione deve
essere avvenuta dopo due anni della prigionia a Roma dellapostolo, ma prima della sua
eventuale liberazione o del suo martirio, viceversa Luca ne avrebbe certamente parlato.Tenendo presente quanto detto, risulta evidente lantichit del Vangelo, che precede
la composizione degli Atti di qualche tempo, sebbene non sappiamo quanto tempo prima sia
stato scritto. Di certo prima che Paolo partisse per il suo terzo viaggio missionario e
scrivesse la sua seconda epistola, cio tra il 54 ed il 58 d.C. E con sufficiente anticipo
perch la sua opera si diffondesse in maniera tanto estesa da motivare laffermazione
dellapostolo.
Perch la questione sullantichit della composizione dei vangeli cos importante?
Antichit, nel caso della composizione dei vangeli, ovvio, sinonimo di attendibilit.
Negare l'antichit dei vangeli significa negarne anche l'attendibilit storica. Vedere che tante
nuove informazioni, provenienti soprattutto da ambienti dove non si influenzabili
dall'infinita diatriba sull'attendibilit teologica dei vangeli, ci danno maggiori e pi concrete
evidenze a favore della composizione dei vangeli nel periodo apostolico, dovrebbe fare
seriamente riflettere i tanti che frettolosamente o per comodit si liberano della Bibbia,
considerandola non attendibile dal punto di vista storico.
Le posizioni di chi non ritiene valide le posizioni tradizionali sull'et del Nuovo
Testamento, ma in particolare dei vangeli, oggetto principale della nostra discussione, sono
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basate su considerazioni derivate da un'analisi interna del testo, quindi soggettiva, e dalla
supposizione che una teologia cosi avanzata come la propongono i vangeli in particolare
poi quello di Giovanni - non supporta lidea di una data di composizione tanto remota per i
vangeli canonici come noi li conosciamo. Un'argomentazione di questo genere, senza volere
entrare nel merito nelle competenze di chi la propone, ma mettendo radicalmente in
discussione il metodo stesso dell'indagine, un colosso dai piedi d'argilla.Oggi sempre maggiori prove oggettive fanno propendere per l'antichit e, per giusta
conseguenza, vista la vicinanza con gli eventi descritti, per l'attendibilit storica delle
narrazioni evangeliche.
Alla luce di quanto abbiamo detto potremmo chiederci: E possibile che esista un
manoscritto del Vangelo di Marco databile al 50 d.C.? Ma farlo significherebbe cadere
nellerrore di prospettiva di chi, rispondendo negativamente a priori per via delle
conclusioni della critica, non pu che rifiutare lidentificazione di 7Q5 con un frammento di
un manoscritto del vangelo.
Dovremmo invece procedere diversamente e, lecitamente, domandarci piuttosto: Alla
luce della sensazione scoperta di Qumran, si ancora autorizzati a ritenere che il vangelo di
Marco possa essere stato composto oltre il 50 d.C.?
William F. Albright, eminente archeologo e linguista afferma: Possiamo gi
affermare con enfasi che non vi sono pi le basi per datare qualsiasi libro del Nuovo
Testamento dopo circa l80 d.C., due generazioni prima delle date fra il 130 ed il 150
proposte dai moderni critici radicali del Nuovo Testamento.
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6. I manoscritti del NCosa dire delle evidenz
Innanzi tutto va premes
il contrario non esistonoanimano la mente e i libri degl
sarebbe risparmiato anni ed a
pi possibile vicino agli origin
Il Nuovo Testamento
approntati con costanza fino a
mobili che nel XV secolo mis
loro sopravvivenza e diffusiodelle molte copie cos facilme
Sebbene parliamo di
Testamento greco in tutto o indiminuiscono mentre volgiam
Nonostante ci, il Nuo
prove manoscritte che per lan
LIliade di Omero sopre secoli dagli originali. Venetucopia pi antica disponibile p
San Marco. E alla base delle
preservati in meno di 400 m
singolo manoscritto copiato ne
Vi sono ovviamente levicini infatti agli originali so
come per le varie opere e s
autografo. Gli 800 manoscritti
letteratura italiana nel mo
www.danteonline.it).
Vediamo in concreto q
P52 nella figura
versi del Vangelo
d.C., ma, secondo aLa figura qui a si
vangelo di Giovann
alla famosa collezidatato ca. 200 si
Giovanni.
Altri manoscritti molto
che contiene parti delle epicontenente anchesso delle pa
delle porzioni del vangelo di
o a Qumran?
ovo Testamento
dei manoscritti del Nuovo Testamento?
so che gli autografi sarebbe impossibil
pi. Viceversa molte delle discussionii studiosi non avrebbero mai visto la luc
ni di studio alla ricerca di un testo del
ali andati perduti.
greco comunque sopravvissuto in m
llevento epocale che fu linvenzione del
e fine alla dipendenza dei libri dalloper
e, rendendo allo stesso tempo pi abborte producibili.
oltre 5000 manoscritti antichi che co
parte, ovvio che il loro numero e lo stil nostro sguardo indietro nel tempo.
vo Testamento rimane un caso unico s
ichit dei suoi testimoni.
vvive in meno di 600 manoscritti, ovvias A il nome del manoscritto risalente aler il testo dellIliade e si trova a Venezi
edizioni correnti di quellopera. Gli scr
noscritti. Gli annali completi di Tacito
l IX secolo.
ovute eccezioni, ma riguardano testi meno i manoscritti della Divina Commedi
critti di Dante Alighieri non esiste co
che contengono quella che forse la pi
do, la rendono comunque molto b
alche informazione sui manoscritti neote
qui accanto un frammento su papiro
i Giovanni: 18:31-33, 35-38. Risalireb
lcuni, potrebbe essere addirittura pi antinistra una riproduzione della fine di
i nel papiro P75. Questo manoscritto appa
ne Bodmer. E stato datato 175-225 d.associa a P75 nella testimonianza al te
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Bisogna, per, considerare evidenze di circa un secolo meno antiche per avere delle
copie manoscritte complete del Nuovo Testamento greco. I due famosi codici, Vaticano e
Sinaitico, altrimenti noti come B ed (Alef, prima lettera dellalfabeto ebraico) risalgonoalla met del IV secolo.
Dobbiamo aprire una parentesi.La datazione dei manoscritti antichi non pu essere certa. Essi di solito non recano
una data, specie quelli pi antichi. E, quindi, cercare di individuarne una, riferita al nostro
calendario Gregoriano, che, storicamente una realt relativamente recente, non cosa da
poco.
Vi sono vari sistemi per datare un manoscritto.
La paleografia, lo studio della scrittura e dellortografia antica, cerca di rintracciare,
comparando i manoscritti disponibili e i dati pi sicuri che si conoscono, la data pi
probabile per la possibile copiatura di un manoscritto. Vi sono poi altri metodi per
procedere. Per i manoscritti del Mar Morto ad esempio stato posto il 68 d.C. come ultima
data possibile, attingendo alla storia che ci parla della distruzione portata dei romani in quelperiodo e supponendo che, dopo quella data, nessuno sia pi entrato nella grotte di Qumran.
In altri casi stata utilizzata anche la datazione al radiocarbonio, ma un metodo che
ha i suoi limiti.
E per i motivi che ho esposto che, come comprender il lettore, le datazioni deimanoscritti diventano tanto pi soggettive tanto pi indietro andiamo nel tempo.
Per quello che concerne la nostra discussione, quindi, registriamo la proposta di
Thiede per una nuova datazione di P64, il cosiddetto Papiro Magdalen, che per lui dovrebbe
risalire a circa il 60-70 d.C.
A questo punto, notando le diverse datazioni possibili per uno stesso documento,
dobbiamo anche chiederci: nel procedere alla datazione delle prove manoscritte per ilNuovo Testamento gli studiosi possono essere influenzati dalle teorie che riguardano ledatazioni probabili degli scritti neotestamentari?
Le conclusioni alle quali OCallaghan per primo giunto quando ha proposto
lidentificazione del testo di 7Q5 con un brano del Vangelo di Marco sono probabilmente
dovute al fatto che lo studioso fosse fortunatamente, un papirologo, piuttosto che uno
studioso del Nuovo Testamento, cosicch non era pronto a escludere quelle scoperte testuali
in contrasto con i presupposti scientifici degli studiosi, Testimone oculare di Ges, p.53-
54.
E per lassenza di questo disturbo di fondo che la datazione di Thiede per il papiro
Magdalen dovrebbe essere pi attendibile? Io non lo escluderei.La datazione di P52 verso il 125 d.C. non lunica proposta. Altri lo hanno datato
molti anni prima. Ma forse la data comunemente accettata risente delle opinioni di diversi
studiosi sullantichit al Vangelo di Giovanni ritenuto unopera completata intornoallanno 100 d.C.
Il P45 datato di solito al III secolo; ma Thiede ventila lipotesi che esso sia
probabilmente molto pi antico. Lo stesso dicasi per P1. P4 datato dallo studioso Kurt
Aland nel III secolo. Ma laltrettanto eminente studioso Philip Comfort lo data allinizio del
II secolo. Per P46, del quale ho gi detto che comunemente datato intorno allanno 200
d.C., stata proposta da Young Kyn Kim una possibile retrodatazione all80 d.C.
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Se non possiamo essere dogmatici sulle retrodatazioni dei manoscritti del Nuovo
Testamento, possiamo, per, anche sentirci legittimati a concludere che, forse, lapproccio
errato di alcuni studiosi impedisce un esame sereno delle evidenze manoscritte pi antiche,
stante il disturbo di fondo che pu essere il timore di cozzare con le teorie maggiormente in
voga fra gli studiosi che hanno acquisito una certa fama nella materia.
E in questo senso, voglio aggiungere una nota dolente su questa questione. Anche perquanto riguarda lambito biblico i circoli accademici non sono da meno di quelli di altri
campi. Se non sei dentro una certa cerchia, sei fuori e si assicurano che tu stia fuori. Vi sono
studiosi il cui lavoro viene snobbato e le cui idee e teorie vengono punite semplicementenon degnandole di nessuna attenzione e menzione. Ho letto libri di studiosi davvero con una
cultura monumentale e degni di soppiantare coloro le cui idee non condividevano nei loro
lavori ma ho dovuto amaramente constatare che il combattere di alcuni contro certi mulini
a vento serve a poco e le torri che detengono il monopolio del sapere puniscono
condannando alloblio o, e a volte ancora peggio, ad una veloce insignificante menzione.
E parlando di rilettura dellantichit dei manoscritti del Nuovo Testamento c ancora
dellaltro sui manoscritti in greco di Qumran che bisogna dire.
O Callaghan infatti non si limit ad identificare 7Q5 con Marco. Egli riconobbe in
altri frammenti della grotta 7 altre porzioni del Nuovo Testamento. 7Q6
venne identificato con Marco 4:28. 7Q7 con Marco 12:17. 7Q15 con Marco
6:48. 7Q9 con Romani 5:11-12. 7Q10 con 2 Pietro 1:15. 7Q8 con Giacomo
1:23-24.
7Q41 e 7Q42 vennero riconosciuti come due frammenti di un manoscritto
contenente originariamente la prima epistola di Paolo a Timoteo.
Limmagine qui accanto riproduce 7Q41 che ci mostra quanto poco rimanedi questo manoscritto.
Volendo concludere questa parentesi sui manoscritti diremo che pochi altri testi o
forse nessuno - possono vantare unattestazione manoscritta tanto antica ed affidabilequanto il Nuovo Testamento. Volendo raccogliere il senso pi immediato dei ritrovamenti
di Qumran per il Tanakh ebraico, diremo che quanto detto per laffidabilit del testo delNuovo Testamento in nostro possesso quello delle comuni versioni bibliche, per
intenderci pu serenamente estendersi oggi anche allAntico Testamento, vista
lantichissima testimonianza che ci ha restituito questa unica scoperta.
Per quanto riguarda i problemi connessi alla datazione dei libri biblici e dei
manoscritti, siamo lontani da avere delle opinioni definitive ed unanimi da parte deglistudiosi.
Personalmente ritengo che alla luce dei ritrovamenti archeologici e della migliore
conoscenza storica del periodo, oggi ancora pi lucidamente difendibile la posizione
tradizionale della Chiesa che sostiene lantichit ed apostolicit degli scritti neotestamentari
e spero, riportando i dati che ho fin qui esposto, di aver suggerito questa conclusione anche
al lettore.
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7. Il Vangelo ebraico di Matteo
Il merito di avere pubblicato unedizione di Matteo in lingua ebraica spetta a George
Howard, professore di religione alla University of Georgia. Si tratta di unopera davverostraordinaria che in un certo senso potrebbe confermare le varie voci che da pi parti ed in
diversi momenti della cristianit antica sostenevano lesistenza di una versione ebraica di
Matteo o addirittura che Matteo fosse stato originariamente scritto in ebraico e solo in
seguito tradotto in greco - unica versione antica nella quale questo libro comunque ci
giunto. Questo Matteo ebraico si trova allinterno di un trattato scritto da un ebreo, tale
Shem-Tob, per confutare le dottrine cristiane e ci soltanto e di nuovo purtroppo - nelrelativamente recente XIV secolo.
Sebbene custodito allinterno di un trattato fondamentalmente recente, se visto
lontano quindici secoli dalloriginale, il testo ebraico di Matteo che viene qui preservato,
potrebbe avere unimportanza molto pi significativa di quanto non possa apparentemente
sembrare.
Howard presenta nel suo libroHebrew Gospel of Matthew,Mercer University Press,1995 che cito di seguito il testo ebraico ottenuto da un attento esame dei manoscritti che
lo contengono, la traduzione in inglese, ovviamente, e le conclusioni dello studioso su
questa affascinante testimonianza ad un Matteo semitico.
Nei punti meno tecnici del suo studio, egli riassume cos le sue conclusioni:Supponendo che il testo di base del Matteo ebraico di Shem-Tob un testo ebraicoprimitivo, noi riscontriamo proprio quanto ci aspetteremmo, cio uno scritto composto
principalmente in ebraico biblico con elementi della Mishna7, ma che mostra modificheoperate da scribi con lintento di rendere il testo pi in armonia con forme linguistiche pitarde. Oltre a ci, il testo riflette unopera notevole di revisione avente lo scopo di renderlo
pi vicino allo standard greco e latino del testo del vangelo durante il Medio-Evo [] Ad
ogni modo, rimane intatto del testo originale quanto basta per osservare la sua antichit.
(pag. 183)
Perch importante questo potenziale originale ebraico di un vangelo per la nostra
discussione? Perch luso linguistico di un testo ebraico conferma ancora di pi quanto
questo vangelo fosse in armonia con il periodo cui la concezione tradizionale della Chiesaascrive la composizione di Matteo.
Nel testo ebraico di Matteo, Howard pu osservare un comportamento meno evidente
nella versione greca dello stesso vangelo: Luso conservatore del Nome Divino, che
occorre solo in citazioni della Bibbia ebraica, nelle introduzioni di citazioni, o in frasi
bibliche quali Angelo del Signore o Casa del Signore corrisponde molto da vicino
alluso del Tetragramma nei documenti ebraici ritrovati fra i rotoli del Mar Morto. (pag.
203)
7La Mishnah la principale raccolta delle tradizioni ebraiche orali in forma scritta. La sua redazione risale
allinizio del III secolo.
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Il nome rivelato da Dio a Mos sul Sinai (il cosiddetto Tetragramma) gode da sempre
di una considerazione particolare per il popolo ebraico (Esodo 3:14.16). Tanto che, ad un
certo punto della storia del popolo di Dio, si decide di evitarne luso e la pronuncia. Questo
costume, che un fenomeno naturalmente ravvisabile nei testi in lingua ebraica, non
invece particolarmente evidente nelloriginale del Nuovo Testamento proprio perch in
greco. Ma ben visibile nel Matteo ebraico, quanto negli scritti della comunit di Qumran.Sempre fermo il fatto che le evidenze di Qumran non possano essere pi recenti del
periodo della distruzione romana, larmonia del Matteo ebraico con gli scritti della comunit
ebraica del primo secolo, pu soltanto andarsi ad aggiungere alle altre motivazioni fin qui
addotte per poter pi validamente sostenere lebraicit e, quindi, antichit e,
conseguentemente, autenticit delle opere evangeliche.
Vale la pena anche riprendere le conclusioni di Howard fra il testo ebraico di
Matteo e quello greco che ci familiare.
Vi sono fondamentalmente tre possibilit per spiegare la relazione esistente (fra il
testo ebraico e quello greco di Matteo, ndt): 1. Il testo ebraico una traduzione di quellogreco (o di una sua versione, come quella latina). 2. Il greco una traduzione dellebraico.
3. Sia lebraico che il greco rappresentano una composizione originale nella rispettiva
lingua con uno dei due che serve come modello per laltro. La discussione porter alla
conclusione che lopzione numero 3 quella da preferirsi senza, comunque, determinare
quale il greco o lebraico sia servito da modello per laltro. (pag. 181)
Lipotesi che ventila pi in l lo studioso davvero plausibile. Il testo ebraico di
Matteo stato preservato da ebrei e forse ebrei cristiani, ma non da cristiani Gentili i quali
ovviamente hanno tramandato il testo greco di questo vangelo che ci familiare, esso
stato citato sporadicamente da autori ebrei fino a quando non riemerso nella sua totalitnel Even Bohan, (pag. 225) il trattato polemico composto da Shem-Tob.
Scrive cos Eusebio di Cesarea, nel IV secolo, nella sua prestigiosa StoriaEcclesiastica: Matteo avendo inoltre per primo proclamato il vangelo in ebraico, quandostava per andare ad altre nazioni, lo affid alla forma scritta nella sua lingua dorigine, inmaniera da poter supplire alla mancanza della sua presenza fra loro, con il suo scritto.
Libro I, capitolo 24.
La testimonianza dello storico cristiano fa eco a quella di altri antichi autori cristiani.
Ireneo che visse nel II secolo, parla di Matteo che ha scritto il suo vangelo per gli ebrei. Nel
parla Origene, nel III secolo. Significativa anche la testimonianza di Girolamo, traduttore
della Vulgata, in proposito.
Insomma lidea che fra gli ebrei sia stato preservato un ebraico di Matteo, qualunquesia stata la sua relazione con il Matteo greco, plausibile e ci depone a favore
dellattendibilit delle narrazioni evangeliche.
Le molte altre implicazioni di una tale eventualit possibilit non sono oggetto
del tema che sto affrontando in questo scritto, quindi rimando il lettore interessato a testi
specifici, sebbene debba subito anticipargli che non credo esista nulla in italiano e
comunque difficilmente di divulgativo, e pi facilmente nellambito tecnico.
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con una sticometria che oscilli - come quella di 7Q5, secondo l'identificazione di Marco - tra
20 e 30 lettere di una su trentaseimila milioni. 2) Dal punto di vista del calcolo delle
probabilit, nell'equiparare un testo letterario espressivo con un testo matematico
inespressivo, si da luogo a un errore di difficile stima, di cui non si tenuto conto nel
calcolo precedente. Trattandosi di un testo letterario, particolarit che modifica il primo
calcolo, il professor Dou propone il nuovo valore matematico: con la stessa sticometria di7Q5, come prima, la probabilit che si trovi casualmente un altro testo di una su
novecentomila milioni.", pag. 122.
Nel 1972, sulla rivista italiana "Biblica" il papirologo cattolico Jose O' Callaghan
ipotizz e difese per primo l'identificazione di 7Q5 con Marco 6:52-53. Ovviamente ci
scosse il mondo degli studi biblici. Eppure, per quanto la sua ipotesi potesse essere scomoda
per gli studiosi contrari all'antichit dei vangeli, vi furono altri che presero in seria
considerazione il risultato dei suoi studi.
Carsten P. Thiede ha proseguito il lavoro di O' Callaghan dimostrando di essere
seriamente interessato, prima a convincersi dell'identificazione di 7Q5 e poi a convincere la
comunit degli studiosi, ma anche il grande pubblico, che il Vangelo di Marco si trovasse
realmente in quella grotta di Qumran. Per accertarsi dell'identificazione dubbia di una lettera
in particolare, nel 1992 Thiede non esit ad interpellare il Dipartimento di Scienze
Investigative e Legali della Polizia di Israele. Il risultato ottenuto avvalorava l'ipotesi
dell'identificazione di Marco col frammento.
Evidenze di questo genere dovrebbero abbattere il muro di idee preconcette, per
quanto radicate possano essere. Ma non cosi facile.
Thiede poi non si ferma a 7Q5, ma, seguendo una strada che anche altri studiosistanno coraggiosamente percorrendo ormai da diverso tempo, ha rivisto le datazioni di
diversi manoscritti del Nuovo Testamento. In particolare si sofferma sul papiro Magdalen
(P64) la cui datazione egli colloca intorno all'anno 70 d.C. dando cosi un colpo di grazia, se
la sua teoria fosse corretta, alle supposizioni di coloro che non ritengono possibile cheMatteo fosse stato composto cosi presto.
In questo contesto vale proprio la pena menzionare, in ultimo, J.A.T. Robinson che
nel 1976 pubblic Redating the New Testament (1976) e Priority of John (1985), dove,andando contro corrente rispetto alla critica che avversa all'antichit degli scritti
neotestamentari, ridata il Nuovo Testamento a favore di una sua maggiore antichit.
Ma perch il lavoro di Thiede che sta mettendo in discussione le et dei manoscritti
del Nuovo Testamento, indebolisce limpalcatura delle datazioni dei libri neotestamentari edegli studi che da tali presupposti partono?
Lalta critica sostiene che i vangeli siano un prodotto del tardo I secolo. (Ma sono
teorie, supposizioni, non vi sono prove oggettive che dimostrino questi capisaldi di alcune
scuole di pensiero). A tali conclusioni gli studiosi giungono analizzando il testo stesso, nella
forma in cui lo conosciamo noi. Ma non gran che come metodo, visto che
fondamentalmente poggia tutto sulle sabbie mobili delle opinioni di chi analizza dei fatti e
circostanze tanto complessi con pochissimi elementi a disposizione.
Siamo oggi allalba di un nuovo giorno, quando 7Q5 pu fornire delle prove
conclusive ed oggettive sul fatto che le supposizioni che riguardano le date di composizione
degli originali dei vangeli vanno rivedute?
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E doveroso, in questo contesto, ricordare al lettore che le prove storiche parlano di
una Chiesa primitiva che accolse nel proprio canone delle Scritture quegli scritti che erano
di provata origine apostolica e riportavano quindi diligentemente i resoconti dei testimoni
oculari degli eventi e della persona di Ges Cristo. Eusebio di Cesarea nel IV secolo, scrisse
nella sua famosa Storia Ecclesiastica esponendo lopinione che molto probabilmente era
diffusa ai suoi giorni.Cos tanto comunque lo splendore dellamore illuminava la mente degli ascoltatori
di Pietro, che non era sufficiente sentirlo una sola volta, n ricevere in forma non scritta la
dottrina del vangelo di Dio e quindi sollecitarono in ogni maniera Marco, compagno di
Pietro, e del quale abbiamo ricevuto il vangelo, che egli dovesse lasciare unopera scritta
della dottrina comunicata verbalmente. E non smisero di sollecitare fino a che prevalsero
con la loro richiesta e cos divennero il mezzo per la nascita di quello che noi chiamiamo il
vangelo di Marco. Essi dicono inoltre che lapostolo (Pietro), essendosi resosi conto che ci
era stato fatto per rivelazione dello Spirito, fu felice dallardore dello zelo espresso da questi
uomini, e la narrazione ottenne la sua autorit con lo scopo di leggerlo nelle chiese. Questa
narrazione data da Clemente, nel sesto libro delle sue Istituzioni, la cui testimonianza
corroborata da quella di Papia, vescovo di Ierapoli. The Ecclesiastical history of EusebiusPamphilus, Baker Book House, Grand Rapids, Michigan, 1991, p. 64-65.
Naturalmente le parole di Eusebio meritano pi seria considerazione che cieca
fiducia, ma di sicuro riflettono quella che doveva essere la convinzione della Chiesa
primitiva. Allo stesso tempo, la sua testimonianza comunica profonda riverenza verso le
Scritture, che egli chiaramente considera apostoliche nellorigine, divine nei contenuti.
La scuola di studiosi del XIX e XX secolo ha viaggiato decisamente contro la
corrente di questa semplicit della fede cristiana con lunico desiderio (mascherato daspirito di ricerca) di svuotare di significato la fede tradizionale della Chiesa. Tale tendenza
non avrebbe pi di tanto significato e non lascerebbe a volte cos perplessi se non fosse che
riguarda individui che fanno parte della Chiesa visibile di Cristo.
O Callaghan e Thiede, con il loro metodo di indagine delle evidenze manoscritte delNuovo Testamento, mostrano, accanto ad un doveroso senso di responsabilit scientifica, un
sincero amore per la ricerca della storicit del Vangelo che convince e pu soddisfare
lintelletto della persona colta quanto lo spirito del semplice credente.
Sulla scorta dei risultati ottenuti dalle ricerche che identificano i frammenti della
grotta 7 di Qumran con porzioni di alcuni scritti del Nuovo Testamento, speriamo non sia
lontano il giorno quando, finalmente, verr tolto il freno dei preconcetti e si proverserenamente ad indagare i possibili concreti risvolti del significato della testimonianza dei
manoscritti del Mar Morto anche per gli studi sulla formazione del Nuovo Testamento.
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Appendice
7Q5 di Wilbur N. Pikering
Lessi con grande entusiasmo e pi volte gli scritti di Wilbur N. Pickering allinizio
degli anni 90 quando mi avvicinai allo studio della critica testuale del Nuovo Testamento.
Condivisi le sue teorie ed il suo accorato approccio al testo biblico mi piaceva e
coinvolgeva.
Thomas Nelson ha pubblicato il suo The Identity of The New Testament Text nel1977. Ne possiedo una copia con dedica personale, estorta quasi allo studioso, ormai quasi
ottantenne, a seguito dellaiuto che gli diedi qualche anno fa per recuperare dei manoscritti
medievali presso delle biblioteche italiane. In quelledizione compare unappendice
intitolata proprio 7Q5 che, a seguito di mia richiesta, il dott. Pickering mi ha autorizzato a
tradurre e presentare al pubblico italiano.
Questa stessa appendice che state per leggere stata chiamata in causa da Carsten
Peter Thiede nel suo articolo 7Q Frammenti di papiri neotestamentari della settima grotta
di Qumran: Mentre O Callaghan in nuove pubblicazioni proponeva identificazioni per
altri frammenti, il dibattito tra gli esperti si avvi con la prevedibile intensit. Accanto al
prudente consenso da parte di alcuni specialisti come Joseph A. Fitzmyer e Carlo M.
Martini, sorsero un numero crescente di voci discordanti, tra le quali uno dei curatori della
pubblicazione iniziale, M. Baillet, al quale non era riuscita alcuna identificazione dei
frammenti in questione, gdt 247, pag. 26. Pi in l Thiede lamenta che un altro lavoro
pi recente sullargomento rimasto privo di risonanza: la Appendix B, , inWILBUR N. PICKERING, The Identity of the New Testament Text. In esso, sullidentit tra7Q5 e Mc 6,52-53 Pickering giunge a un risultato positivo, e le sue osservazioni non sono
soltanto una confutazione dellargomentazione addotta da Baillet contro OCallaghan, ma
rappresentano soprattutto una provocazione, in quanto invitano a non considerare liquidatala questione dei papiri greci della grotta 7 di Qumran, gdt 247, p.28.
Il dott. Pickering ha ricevuto un Th.M presso il Dallas Theological Seminary ed il
suo Ph.D. presso la University of Toronto. Ha collaborato come traduttore alledizione
dellinterlineare greco-inglese del testo maggioritario edito da Thomas Nelson. I suoi studi
vengono pubblicati sul sito www.walkinhiscommandments.com dove possibile consultare
la sua terza edizione del libro The Identity of the New Testament Text, la sua edizionecritica dellintero testo greco originale del Nuovo Testamento e la relativa versione in lingua
inglese.
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cosa che fa. Baillet ammette che ci sia possibile. Di nuovo, lidentificazione del frammento
non dipende da questa lettera; basta che le tracce di inchiostro non siano contro
lidentificazione.
Tutti sono concordi nel fatto che la tau e la omega siano sicure. Dopo la letteraomega, OCallaghan ricostruisce una nu, alla quale proposta Baillet riserva gli epiteti diassurda e impossibile sostenendo che quella di una iota sembra certa. La retorica diBaillet deludente e comincio a dubitare della sua competenza di papirologo. La lettera pi
chiaramente preservata su tutto il frammento la iota nella riga 3, e la linea verticaleimmediatamente dopo la omega nella riga 2 differisce notevolmente da lei. Ci che invecericorda pi da vicino la parte sinistra della linea verticale della nu o della eta nella riga 4.Lestremit orizzontale delle tracce che seguono potrebbero facilmente essere la parte pi
bassa dellestremit del tratto diagonale di una nu (ma non la linea orizzontale di una eta).
In breve, la ricostruzione di OCallaghan qui di una nu, ovviamente con un puntino sotto, perfettamente ragionevole.
Per quanto riguarda la eta che completa la riga 2 nella ricostruzione di OCallaghan,sebbene Baillet preferisca una alfa, concede una eta sia possibile, e la editio princeps (dellaquale Baillet era coeditore) suggerisce che la eta sia una possibilit. OCallaghan sottolineache per lui questa lettera la tessera pi difficile di tutto il mosaico la sua risposta alladiscussione di Billet sulla riga 2 un modello di moderazione e competenza
11.
Bisogna tenere in mente unaltra cosa. E una regola generale fra papirologi che
qualsiasi ricostruzione proposta di un testo sia accompagnata da una traduzione (o una
identificazione con un brano noto di letteratura) in altre parole, deve avere un senso.
Frequentemente vi sono cos tanti punti incerti, presi da soli, che non ha molto senso offrire
una ricostruzione, a meno che non possa anche associarsi una traduzione ragionevole o una
identificazione il risultato finale che conta. OCallaghan ha proposto unidentificazione,
ma Baillet non lha fatto. Fino a quando non lo far, la sua critica di OCallaghan non
merita di essere presa sul serio.
Riga 3: E di solito riconosciuto che la riga comincia con una eta (con un puntinosotto) seguita da un notevole spazio, quindi dalle lettere KAIT che sono piuttosto chiare.
Dopo la tau OCallaghan ricostruisce una iota, che Baillet dichiara essere impossibile. Ionon riesco a comprendere come un attento studioso possa utilizzare tanto liberalmente il
termine impossibile. La lettera in questione quasi un doppione della iota certa chetroviamo due spazi pi a sinistra, le somiglia a tal punto che potrebbe ragionevolmente
scriversi senza un p