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75º(1911-1986)

di Fondazionedella

Società Cooperativa ElettricaAlto But

Paluzza 19.10.1986

Numero unico

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È consuetudine della Società Elettrica Cooperativa Al-to But di ricordare ogni 25 an-ni con una pubblicazione le vi-cende del sodalizio.

Lo ha fatto in occasione del-venticinquesimo della Coope-rativa, illustrando in un opu-scolo, ormai raro, le originidella Società e le sue vicissitu-dini dal 1911 al 1936.

Nel 1961, con il numerounico “Fiat lux”, ha volutoricordare lo sviluppo conse-guito dalla Società in cin-quant’anni di attività feconda,culminata alle soglie dei cin-quantenario con l’importanteoperazione finanziaria deiriscatto dell’impianto idroelet-trico di Enfretors.

Quest’anno la S.E.C.A.B.celebra il 75° di fondazione e,pertanto, è naturale che, se-guendo la lodevole tradizione,sintetizzi in un apposito fasci-colo la sua storia, ricca di ini-ziative coraggiose nel campodella produzione di energiaelettrica e costellata da altreattività nel campo economicoe sociale.

Con la presente pubblica-zione si vuoi rendere, anzitut-to, omaggio affettuoso ai 33Soci fondatori che il 25 giu-gno 1911 diedero vita in Pa-luzza alla nostra Cooperativa.Né si vuoi dimenticare l’ope-ra solerte ed infaticabile di am-ministratori, dirigenti, impie-

gati, operai e soci che in 75anni, dal 1911 al 1986, conimpegno, tempestività ed ocu-latezza hanno collaborato inunità d’intenti per il progressodella Società.

Il lettore, nell’agile prosa diLuciano Romano, rivivrà i mo-menti più significativi della vitadella Società dalla sua sospi-rata nascita fino ai nostri gior-ni, nell’alternarsi delle vicendesociali, politiche ed economi-che della Valle del But.

Si renderà conto, anche, leggendo le relazioni del Di-rettore Maier e del peritoMaier junior, che lo sviluppotecnologico conseguito dallaCooperativa è notevole, sianegli impianti di produzione edistribuzione dell’energia elettrica che in quelli civili edindustriali ove la S.E.C.A.B.ha raggiunto una particolareesperienza.

Fotografie e grafici docu-menteranno aspetti salienti

della vita della Società e lerealizzazioni più importanti,senza tralasciare una brevepresentazione iconograficadella zona della Carnia ove laS.E.C.A.B. svolge la sua atti-vità.

Settantacinque anni non sono pochi, né nella vita dellepersone né in quella delleSocietà, e sono particolarmentesignificativi quando negli av-venimenti che li caratterizzanosi evidenzia l’impegno di tantevolontà che con disinteressepersonale, dedizione e capa-cità operano per il bene ditutti.

Saremo lieti se l’opuscolo,entrando nelle case dei soci,riuscirà a suscitare in Loro ilgiusto orgoglio per la Coope-rativa di cui fanno parte e se,finendo nelle mani di amici edestimatori, saprà essere undecoroso biglietto di presen-tazione della nostra operanterealtà.

Paluzza, ottobre 1986

Presentazione

IL CONSIGLIO D’AMMI-NISTRAZIONE

Emilio Di Lena PresidenteAlfredo Matiz V. PresidenteCONSIGLIERI Sergio Craighero Dario Della Pietra Luigi Delli Zotti Aldo Di Centa Mattia Giorgessi Renato Ortis Angelo Ortobelli

IL COLLEGIO SINDACA-LE

Rinaldo Toch Presidente

SINDACI EFFETTIVIGiovanni Lazzara Fabio Matiz

SINDACI SUPPLENTI Adriano Di Centa

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Il Presidente

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Provo un’intensa commozionenello sfogliare queste pagine in-

giallite dal tempo.È il primo registro dei verbali

del Consiglio d’Amministrazio-ne della Società Elettrica Coope-rativa Alto But e la prima riunio-ne porta la data del 20 luglio1911.

La scrittura calligrafica edelegante di mio nonno, Emidio Di Lena, (il primo segretario del-la Cooperativa) fissa con corret-to periodare, nelle varie seduteche si susseguono, la discussionesui vari argomenti all’ordine delgiorno.

Balzano così, vivi ed affasci-nanti, i problemi che man manovengono trattati e con loro emer-gono i nomi delle persone prota-goniste nella vita della Societàda poco costituita.

Di alcuni ho presente i sem-bianti quali appaiono dalla foto-grafia dei componenti il primoConsiglio. Da fanciullo mi sof-fermavo sovente a fissare quellepersone, alcune sedute ed altre inpiedi, che mi guardavano consussiego da una parete di casamia ove la fotografia aveva ilposto d’onore.

Sapevo cos’era quel consesso,perchè di esso me ne parlava lanonna Maria, ma delle personeche lo formavano mi erano fami-liari solo le figure del nonno e diAntonio Barbacetto che, però,non aveva più il pizzetto nero co-me nella fotografia, ma unafluente barba grigia che lo facevasembrare a un profeta dell’Anti-co Testamento.

Ho ancora davanti agli occhila ieratica figura di “Sior Toni”,come lo chiamavamo in paese;più tardi, da adulto, lo conobbimeglio e potei ammirare nel suoparlare forbito lungimiranza diidee come quando, con abile agi-re, nel 1911 convinse i Soci Fon-datori ad optare per la formacooperativa nell’istituzione dellaSocietà.

Sentivo parlare in famiglia an-che del primo Presidente, Danie-le Lazzara (o “Nêl dal sâl”, pervia della privativa che gestiva inPaluzza) e di Martinis, il solertemaestro di Treppo Carnico, cheera stato con Barbacetto uno de-gli animatori della CooperativaElettrica dalle origini al 1931.

E così, nella lettura, fatti edimmagini si sovrappongono a

delineare tutto un susseguirsi diiniziative per dare alla Societàvalide strutture tecniche ed am-ministrative.

Emergono, naturalmente, daiverbali le notevoli difficoltà fi-nanziarie incontrate e lo scontrodelle opinioni degli Amministra-tori volte sempre, però, a trovareal di là della dialettica e delle po-lemiche la soluzione migliore deiproblemi affrontati.

Questa capacità di giungerealla sintesi delle proposte mi-gliori appare anche nei registriche seguono, quando altri uomi-ni balzano alla ribalta nella gui-da della Società.

Ora il primo segretario, mortonel 1924, lascia il posto a Danie-le De Franceschi checaratterizzerà per 25 anni i docu-menti della SECAB (con la suascrittura precisa, ordinata e puli-ta) fino al 1949.

Gli amministratori di cui siparla nei verbali, da allora, li hoconosciuti tutti: con molti di loroho collaborato successivamentein Enti Pubblici e nella stessa So-cietà Elettrica per cui, nella lettu-ra dei vari interventi nelle sedu-te, mi appaiono vivi, anche se

Da 2.301 pagine ingiallitestoria di uomini ed eventi

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Il Presidente 8

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tanti son già morti da anni, neitoni della voce e nel gestire che lipersonalizzavano.

Rivedo, ad esempio, la figuramingherlina ed un po’ curva delcav. Zotton, apprezzato geome-tra di Treppo Carnico, consiglie-re dal 1919 e Presidente della So-cietà dal 1931 al 1944. Ricordol’aspetto severo del Direttore Di-dattico Angelo Matiz, che unìall’opera di educatore appassio-nato altrettanto impegno per 21anni a servizio della SECAB, edho davanti agli occhi GiovanniZanier che dal 1933 per ben 32anni, con la nota esperienza, ca-pacità e serietà, collaborerà allosviluppo della Cooperativa.

Sulle grandi pagine che leggosi svolgono come in un film av-vincente le vicende della Società,dai difficili anni trenta a quellidella seconda guerra mondiale,gravidi di incognite per il disa-stro che si profila con la sconfit-

ta della nostra Patria. Nel 1945altri uomini entrano a far partedel Consiglio d’Amministrazionee del Collegio Sindacale.

Le pagine dei registri ora sonomeno ingiallite e dalla modernascrittura del nuovo segretario pe-rito Dionisio Maier, assunto nel1948 con lefunzioni anche di di-rettore tecnico, appare lo sforzodegli Amministratori, dopo leprime incertezze dell’immediatodopoguerra, di dare alla Coope-rativa una nuova vitalità.

Ho presente Vincenzo DeFranceschi, uomo anziano madalle idee chiare, che in un lustrodi presidenza inizia il rinnova-mento degli impianti e dellestrutture organizzative. Ad uo-mini di provata esperienza comeInnocente Lazzara ed il geome-tra Deodato Morassi, si affian-cano ora anche uomini giovanipieni di entusiasmo e desiderosidi imprimere alla Società una

funzione di traino nell’economiadell’Alto But. Mi si conceda di ri-cordare fra tanti altri, che mi di-spiace non poter menzionare, ilcav. Elio Cortolezzis ed il dott.Aldo Geremia.

Il primo, volitivo e tenace, gui-derà l’Amministrazione nell’im-portantissima operazione di ri-scatto dell’impianto idroelettricodi Enfretors dalla ditta Nigris edal suo graduale rinnovamentotecnico; il secondo, dal tratto di-stinto e di profonda cultura, ca-ratterizzerà undici anni di presi-denza con nuove iniziative dellaCooperativa fra cui, la piùimportante per i riflessi sociali,l’istituzione della Società “Elet-tromeccanica Alto But” con rela-tiva fabbrica per la costruzionedi motori elettrici.

Pagine e pagine si susseguonoancora; ora leggendo i verbalitutto è più familiare, poichè degliavvenimenti degli ultimi cinquelustri anche chi scrive modesta-mente ne è protagonista.

Alla fine della piacevole faticala commozione cede all’orgoglio,perchè la storia della SECAB èqui, in questi 16 volumi di com-plessive 2.301 pagine.

Una storia in cui uomini edavvenimenti restano impressi asegnare la vita di una Valle cheoggi, 19 ottobre 1986, festeggiacon esultanza 75 anni di fecondaattività della Società ElettricaCooperativa Alto But e guardacon le più belle speranze al suoavvenire.

Emilio Di Lena

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75 anni

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...Dall'acquaalla luce...

75 annidi storia

della S.E.C.A.B.

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Partel’iniziativa

“Per gettare le basi di una so-cietà, avente lo scopo di sfrutta-re una o più cadute d’acqua perritrarre l’energia elettrica ne-cessaria per l’illuminazione eper le nascenti nostre piccoleindustrie.”

Con queste motivazioni, con-tenute in una circolare di-stribuita alla gente dell’AltoBut, prendeva corpo l’iniziativadi costituzione della SocietàElettrica Cooperativa Alto But.

Correva l’anno 191 l; la cir-colare, diramata con la firmadel signor Antonio Barbacetto,porta la data del 14 marzo.

L’assemblea veniva fissataper il 2 aprile successivo.

Nella sala municipale, alladata stabilita, la riunione haluogo, sotto la presidenza delBarbacetto.

Si incomincia bene: il comu-ne di Treppo Carnico ha stan-ziato una somma di duecentolire per finanziare uno studioimmediato di un impianto idroelettrico nell’Alto But. Questo primo appoggio all’ini-ziativa è di pungolo e sostegnoper tutti i convenuti: non si par-te da zero.

Espresso il plauso a quella

amministrazione comunale, sidiscute sul da farsi. In Carniavengono registrate numeroseiniziative nel campo dello sfrut-tamento delle acque per pro-durre energia elettrica. Sono iniziative di privati e gli impian-ti sono tutti “redditivi”. Il Bar-bacetto ha nel suo arco una freccia efficace: “In tanto civileprogresso non v’è che il nostrocomune quasi sepolto in untroppo lungo e profondo letar-go!”

La “provocazione” concludeuna lunga dissertazione sullaesigenza di dotare la zona di unimpianto che contribuisca allosviluppo civile ed economico.Nè si possono attendere inter-venti esterni; è preferibile, pri-ma di tutto, tentare di coinvol-gere la nostra gente, poiché alsuo interesse è tesa l’iniziativa.

Si va immediatamente al so-do, al concreto, alle cose da fareimmediatamente. Primo, i mezzi finanziari: chi aderiscesubito, deve versare seduta stante L. 10. Si tratta di un’ade-sione concreta, non quindi sol-tanto verbale.

Tra chi ha fatto questo versa-mento si elegge un comitato

esecutivo di sette persone. Nefanno parte: Antonio Barbacet-to, Giulio Martinis, don Giaco-mo Cappellari, Alessandro Bru-netti, Antonio Plazzotta fu An-tonio, Osvaldo Brunetti, Ber-nardino Nascimbeni.

Il Comitato Esecutivo haun’incombenza ben precisa,quella cioè di studiare la fattibi-lità dell’agognato impianto equella di costituire una societàanonima per azioni che lo do-vrà gestire. Già si parla di indu-strie; la dizione esatta è infatti di gestire industrie. E la corren-te elettrica dovrà assicurare l’il-luminazione a tutti ma anchealimentare piccole industrie che dovranno sorgere.

Il Comitato Esecutivo iniziaimmediatamente il suo lavoro.

Già il giorno successivo si hala prima riunione. Vengono di-stribuiti gli incarichi, al mo-mento in modo informale.

Fa le funzioni di presidenteAntonio Barbacetto; l’incaricodi cassiere viene assunto daOsvaldo Brunetti; da segretariofunge Angelo Matiz.

Seguendo le direttive dellaprima riunione, si inizia a di-scutere sulla forma giuridica da

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dare alla società. Pare farsi stra-da la scelta di una società ano-nima per azioni.

L’adesione si indica come il-limitata: tutti possono aderire. Il costo delle azioni da sotto-scrivere viene indicato in centolire ciascuna. Viene anche sta-bilito di redarre uno statuto ti-po, da successivamente discu-tere e approvare. Nel frattempooccorre promuovere uno studioper il migliore sfruttamento possibile di una cascata.

Il giorno successivo ancora (il 4 aprile) si ha una prima deci-sione operativa: si chieda alConsiglio Comunale di Paluzzal’autorizzazione allo sfrutta-mento del Fontanon di Timauche già alimenta con le sue ac-que due attività locali: la Sega eil Mulino. Nella richiesta si sta-biliscono le modalità di sfrutta-mento e si assicura il rispetto dei diritti delle due aziende.

Trascorre una settimana pri-ma di avere riscontri ufficiali dialtre riunioni. Non è però diffi-cile immaginare quanto, nelfrattempo, succeda in paese enei paesi vicini. L’iniziativa èormai argomento di discussionia non finire, con la consueta

presenza di gente entusiasta e di pessimisti che si contrastanocon argomentazioni di tecnicaed economia. In questi settegiorni, in ogni modo, ci devonoessere stati degli abboccamentitra i sette componenti il comita-to, alla ricerca di quanto si devefare e sul come farlo.

Infatti l’11 aprile si decide dipresentare istanza d’autorizza-zione per il passaggio di lineeelettriche ai consigli comunali di Paluzza, Treppo Carnico, Li-gosullo e Cercivento. Così an-che il territorio su cui operareassume contorni ben definiti.

Ci vuole oltre un mese perpredisporre lo statuto, anzi glistatuti. Già perché, contraria-mente a quanto si era in prece-denza ipotizzato, fa ora capoli-no la proposta, in alternativa al-la società anonima per azioni, di una società anonima coope-rativa a responsabilità limitata.Si discute animatamente sullaconvenienza dell’una o dell’al-tra scelta. Il discorso si elevadalla pura e semplice questionetecnico-giuridica a valutazionidi altro genere, che tengonoconto della realtà su cui opera-re, dell'esigenza di coinvolgere

SOCI FONDATORI

BARBACETTO Antonio di Prun

BARBACETTO Trismenegisto

BELTRAME Pietro

BIANCHI Marzio

BROVEDANI Luigi

BRUNETTI Ferdinando

CARNIER Luigi

CORTOLEZZIS Luigi

CORTOLEZZIS Simone

CRAIGHERO Felice

CRAIGHERO Paolino

CRISTOFOLI Renzo

DE FRANCESCHI Vincenzo

DEL BON Giovanni

DELLA PIETRA Giuseppe

DELLI ZOTTI Pietro

DI VORA Albino

ENGLARO Pietro

LAZZARA Basilio

LAZZARA Daniele

LAZZARA Gio Batta

LAZZARA Romano

MARTINIS Giulio

MAIERON Emilio

MATIZ Angelo

MOROCUTTI Osvaldo

ORTIS Pietro

ORTIS Vittorio

PITTINO Giacomo

PLAZZOTTA Antonio

PLAZZOTTA Floreano

TASSOTTI Daniele

TONIUTTI Romano

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il maggior numero di personepossibile, della composizioneumana ed economica dei paesiinteressati. “Non siamo – dico-no – dei capitalisti, ma semplicioperai. Non abbiamo quindi loscopo di speculare su questa iniziativa per guadagnare. Vo-gliamo solo e fermamente farcrescere socialmente la nostragente.”

Così si conclude la discussio-ne e la scelta è unanime e moti-vata: “considerato che la formaanonima non s’addice che ascopi di speculazione e di gua-

dagno, atta più ad unire forti ca-pitalisti che modesti proprietaried operai”, il Comitato decide di presentare all’assembleaprovvisoria che viene fissata peril 21 maggio (due giorni dopoquesta riunione!) lo Statuto perla costituzione della società informa cooperativa.

Non è proprio che l’assem-blea provvisoria di due giornidopo si possa definire oceanica.Sono presenti 21 persone. Masono tutte d’accordo per conti-nuare sulla strada indicata dalComitato Esecutivo e, quindi,

si parte per l’assemblea ufficialedi costituzione.

Sorgono però alcune difficol-tà. Non è facile conoscerne ilcarattere, poiché si fa menzionegenerica. Alle 14 del 25 maggio1911, infatti, si riuniscono 31persone, a nome di 39, che siimpegnano a versare 112 azioniper costituire una società cheadotti il nome di “Società Elet-trica dell’Alto But”. Come sivede non appare altra specifica-zione sul tipo di società. Si riba-discono però le motivazionidella scelta della Cooperativa esi fa qualcosa di diverso. “Nonpotendo conciliare la forma coo-perativa con ineluttabili esi-genze del momento, si modificalo Statuto in modo che la So-cietà, pure esulando dalla for-ma Cooperativa, avesse mante-nuto i caratteri fondamentali diistituzione a larga base popola-re...

Il Comitato Esecutivo vieneincaricato di svolgere tutte lepratiche per la costituzione de-finitiva della Società.

Le difficoltà sembrano desti-nate a crescere, anziché dimi-nuire. La forma societaria con-tinua ad essere al centro delle

Cooperativa o Società per Azioni?

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discussioni e delle riunioni eanche di qualche diatriba, siapure ricomposta in breve tem-po. Risulta chiaro che la rinun-cia alla forma cooperativa pesasu più di qualcuno dei compo-nenti il comitato: è un rospo difficile da ingoiare. Pare peròevidente che alcuni motivi ave-vano dovuto possedere unabuona dose di importanza perfare buon viso a cattivo gioco.Questo fino a quando, e sono sei giorni dopo, il presidenteBarbacetto comunica di essersiaccorto che la Società Anonimarichiede oneri insopportabili per sottoscrittori di condizioneeconomica modesta. Gli ammi-nistratori infatti devono versareuna cauzione pari al cinquante-simo del capitale sociale. Primanon lo sapeva, ed ora non usamezzi termini per esprimere ilsuo sdegno: “Ciò toglie definiti-vamente ogni carattere di popo-larità alla società... dà adito auna vera e propria turlupinatu-ra alla parte meno agiata deisotto scrittori...”

Dopo lo sfogo, le conseguen-ze. Rassegna le dimissioni sia da presidente che da membrodel comitato esecutivo. Si è re-

so conto che ritornare sulle deci-sioni comporta perdite di tempoe pericoli per l’iniziativa.

Lascia, quindi, per non frappor-re ostacoli e difficoltà al sorgeresia pure di una Società Anoni-ma, ma vuole evitare anche checi siano degli equivoci. La mag-gioranza del Comitato è infatticontraria a ogni sospensione omodifica delle decisioni presema conviene sull’opportunità di rinviare ogni definitiva deci-sione alla successiva seduta del3 giugno.

In tale giornata e in una sedu-ta successiva, le dimissioni ven-gono respinte, si decide di con-tinuare l’iscrizione dei soci finoal 9 giugno, di indire l’assem-blea per la costituzione dellasocietà e la nomina delle cari-che sociali. Barbacetto ritira ledimissioni e ribadisce il caratte-re popolare della cooperativa.Per le scelte definitive non restache l’assemblea.

Si svolge l’11 giugno, nellascuola di disegno; sono presenti30 soci sottoscrittori che ven-

La Spa costatroppo, ma...

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gono chiamati ad esprimersisulla forma societaria con vota-zione palese. La scelta è tor-mentata ma non equivoca. 21soci sono per la cooperativa, 6per la società anonima, 3 si di-chiarano indifferenti. Viene al-tresì eletto il comitato definiti-vo.

I componenti sono: AntonioBarbacetto, Giulio Martinis,Osvaldo Brunetti, Antonio Plazzotta, Osvaldo Morocutti,Bernardino Nascimbeni e PietroDel Bon fu Osvaldo.

C’è ancora qualche codapolemica. Il Nascimbeni giudicauna scorrettezza del presidentel’avere fatto rinnovare il comi-tato e rassegna le dimissioni,peraltro immediatamente re-spinte.

Per la definitiva costituzionedella Società Cooperativa e perla stesura dello statuto viene in-caricato l’avv. Luigi Quaglia.Nel frattempo si pensa anche alprogetto della centrale che vie-ne affidato all’ingegnere Bru-gnolo.

Si arriva così all’assembleaper la costituzione definitivadella Società. È il 25 giugno 191l; dalla prima riunione sono

passati poco più di due mesi emezzo. Sono 33 i presenti, il no-taio è il dott. Emilio Gonano,viene approvato lo Statuto, lasocietà è in forma anonima cooperativa, vengono sotto-scritte 76 quote e votati gli orga-ni sociali.Consiglio di AmministrazioneAntonio Barbacetto Giulio Martinis Daniele Lazzara Antonio Plazzotta Osvaldo Morocutti Angelo Matiz Romano Lazzara Albino Di Vora Marzio BianchiCollegio SindacaleGiacomo Pittino EffettivoPietro Beltrame Effettivo Luigi Carnir EffettivoFerdinando Brunetti Supplente Giobatta Lazzara SupplenteProbiviriOsvaldo Barbacetto don Giacomo Cappellari Matteo Brunetti

A questa assemblea fa segui-to la seduta del Consiglio diAmministrazione per la distri-buzione degli incarichi. Risulta

presidente Daniele Lazzara che, successivamente, sceglieràcome segretario cassiere prov-visorio il signor Emidio Di Le-na.

A questi viene attribuito ilcompenso mensile di 60 lire, più l’uno per cento su ogni quo-ta da lui fatta sottoscrivere.

Da questo momento le sedu-te del consiglio di amministra-zione e le relative decisioni siaccavallano a ritmo incessante,sia per completare l’assetto so-cietario, sia per dare inizio ai la-vori, per i quali la Cooperativaera sorta.

Ricordiamo per brevi lineealcuni fatti particolari.

Antonio Gressani era statoincaricato di predisporre gli in-cartamenti per la domanda diconcessione della caduta Mo-scardo. Evidentemente nonaveva fatto con rapidità quantodovuto, poiché gli sono state ri-tirate tutte le carte in suo pos-sesso.

Per il progetto di detto sfrut-tamento viene in un primo tem-po incaricato l’ing. Cudignello.Quattro mesi dopo si scrive chenon è stato sollecito e diligentenel fare quanto gli era stato

È Cooperativa!!!

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commissionato: meglio quindirevocare l’incarico, sia pure“con garbo”. Tre mesi dopo an-cora (nel febbraio del 1912) l’in-carico passa all’ing. Ugo Gran-zotto di Sacile che dovrà curaresia il progetto che la direzionedei lavori che la richiesta di concessione.

Nel periodo che intercorre trala prima assemblea di costi-tuzione della società(26.6.1911) e la successiva as-semblea ordinaria (24.3.1912),vengono ammessi nella società89 nuovi soci, tra i quali anche ilPanificio Cooperativo dell’AltoBut, il cui atto risale al28.11.1911.

Durante lo stesso periodo siregistra l’offerta, da parte deifratelli Lazzara fu Vincenzo, diconcedere alla società il propriocapannone, adibito alla lavora-zione del legno, per cinque an-ni al fine di installarvi una dina-mo Marelli per ottenere energiaper l’illuminazione del paese.

Viene anche approvato unregolamento (ed è il primo attodi questo genere) che stabilisceprovvisoriamente le norme diutilizzo degli impianti.

Proprio in questo regolamen-

Crescono i soci...

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to appare per la prima volta ladizione abbreviata di “S.E.-C.A.B.”. È il 6 agosto del 1911.

Viene fra l’altro stabilito difornire energia all’abbonato tutti i giorni dal tramonto al le-vare del sole. Nel contempo sipone mente allo sfruttamentodel Fontanon di Timau, chie-dendo la concessione al comu-ne di Paluzza e la collaborazio-ne dei capi famiglia di Timau,tre rappresentanti dei quali in-terverranno nell’approvazionedel relativo capitolato di sfrut-tamento, cui segue quella delconsiglio comunale di Paluzza.

Si ravvisa l’esigenza di nuovisoci e si cercano modi di incen-tivazione per il loro aumento.Uno di questi è rappresentatodal compenso di L. 2 per ogniazione al socio che presentinuovi azionisti. Si propone an-che al comune di Treppo Carni-co di avviare la fornitura di luceelettrica per l’illuminazionepubblica.

Analoga proposta, conte-stualmente all’invito a entrarenella società, viene rivolta ai co-muni di Cercivento e Ligosullo.Bernardino Nascimbeni vienenominato, in linea provvisoria,

direttore dei lavori e della So-cietà.

Il primo bilancio della Socie-tà viene formato il 14 dicembredel 1911 che dà questi risultati:

ENTRATE L. 11.910,00 USCITE L. 8.645,03 IN CASSA L. 3.264,97 a tale somma vanno aggiunte

L. 3.137,55

(credito da privati per installa-zione impianti)ATTIVO L. 6.402,52

La situazione delle quoterisulta come appresso:

Quote da L. 100 sottoscritte n.267.

Essendo state versate com-plessivamente 11.215 lire, resta-no da incassare 15.485.

Appare il nomeS.E.C.A.B.

Soci fondatori, da sinistra: Trismenegisto Barbacetto, Romano Lazzara,Luigi Cortolezzis, Felice Craighero.

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Questi dati andranno poi aformare il bilancio dell’eserci-zio 1911 che verrà sottopostoall’assemblea ordinaria.

Prima di questa, intanto, siperfezionano le scelte tecniche e si fa “promozione”: alcuni in-caricati infatti si dovranno reca-re nei paesi dell’Alto But per lastipula del contratto di fornitu-ra per l’energia per l’illumina-zione.

Il costo di fornitura è basatosulla “candela”, il cui prezzoviene fissato in 7 centesimi.

Primo atto di liberalità, quellodi fornire gratuitamente la luce elettrica, risale al 25 gen-naio 1912 e beneficiario è il co-mitato di beneficenza “Pro Ca-duti e Morti in Tripolitania eCirenaica” che aveva organiz-zato due balli nella sala Marco-ni per raccogliere fondi.

Un’iniziativa sociale di gran-de merito è quella di avere orga-nizzato, quasi contestualmen- te, un corso pratico di impiantielettrici per istruire i giovanidella zona.

Così si arriva alla prima as-semblea ordinaria che si svolgeil 24 marzo 1912 nella sede so-ciale (collocata in casa Moser),

Costo della candela:sette centesimi!

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con la presenza di 39 soci. 1 varidocumenti contabili e societarivengono approvati, così comeeletti gli organi statutari. Ecco ilbilancio consuntivo dell’eserci-zio 1911.

ATTIVO L. 29.484,70 PASSIVO L. 29.940,00DEFICIT L. 455,30

Successivamente viene con-fermato presidente Daniele Laz-zara.

Primo bilancio e primo deficit

Il primo impianto del Fontanon

Il progetto dell’im.pianto delFontanon di Timau è stato re-datto dall’ing. Ugo Granzotto.Lo ha illustrato al consiglio diamministrazione, alla presenza

anche del sindaco di Paluzzadell’epoca Pietro Del Bon. Ilprogettista dà delle indicazionianche per potere affrontare piùagevolmente il consistente co-

sto: trattare con le ditte fornitri-ci di materiali e macchinari perottenere lunghe dilazioni di pa-gamento.

Prima di questa illustrazione,il consiglio aveva tentato di eli-minare una dannosa concor-renza: la ditta dell’ing. Mazzoli-ni aveva resistito in giudiziocontro il comune di Paluzza perpoter continuare a fornire ener-gia elettrica nel territorio co-munale. La SECAB ha deciso di rimborsare le spese della liteal comune di Paluzza, nella mi-sura dei 3/5.

Contemporaneamente vienedeciso di corrispondere ai Fra-telli Brunetti un affitto di 75 lireannue per i locali della sede so-ciale e aveva dovuto dare assi-curazione al sindaco di Cerci-vento che la luce per quel paesesarebbe stata erogata nel giro dicinque mesi.

Il progetto dell’impianto delFontanon viene approvato inun’assemblea straordinaria (presenti 32 soci più uno per de-lega), svoltasi il 9 giugno 1912.La spesa ammonterà a 124.000lire. Per fronteggiarla il consi-glio viene autorizzato ad assu-mere uno o più mutui fino

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all’importo di 35.000 lire. L’as-semblea, inoltre, autorizza laprosecuzione della linea a me-dia tensione fino a Zovello, in-teressando così il comune diRavascletto.

C’è da affrontare il finanzia-mento dell’intero quadro eco-nomico. Il capitale sociale è diappena 65.000 lire e occorre al-meno portarlo a 80.000. Unbuon contributo è rappresenta-to dalla sottoscrizione di 50quote ciascuno da parte dei co-muni di Ligosullo e Treppo Carnico. Ma mentre si indice lagara di appalto si è costretti apraticare una tariffa ridotta perl’illuminazione pubblica a Cer-civento. La ragione di questascelta è che occorre contrastarela penetrazione della ditta Maz-zolini.

Il capitolato d’appalto vieneapprovato il 26 maggio; il con-tratto col comune di Paluzzaviene sottoscritto il 6 giugno.

Il 20 giugno si svolge la garadi appalto e il 29 giugno il presi-dente comunica al Consiglio diAmministrazione le risultanze. I lavori del Fontanon sono statiaggiudicati alla ditta GiacomoDi Centa, da Rivo, che ha prati-

cato il migliore sconto (ribassodel 9,25%). La fornitura deimacchinari idraulici e della condotta forzata è affidata alladitta ing. Silvio De Pretto diSchio per L. 18.400.

Si delega il progettista per lascelta dei macchinari elettrici.

Intanto il capitale sociale vie-ne rimpinguato: il comune diRavascletto sottoscrive 50 quo-te per conto della frazione diZovello; quello di Paluzza 50per la frazione di Timau e 50 per le altre frazioni.

Nella seduta successiva (14.7) si conoscono le sceltedell’ing. Granzotto: i macchi-nari elettrici saranno fornitidalla ditta Tecnomasio ItalianoBrown Boveri di Milano per unimporto di 23.600 lire.

Mentre da un lato si poneogni massima cura per seguirel’andamento dei lavori, che fi-gurano già avviati alla fine di lu-glio, con sopralluoghi vari, dall’altro si tenta di reperire fi-nanziamenti adeguati.

Il consigliere Marzio Bianchiviene incaricato di trattare congli istituti di credito un mutuo di30.000 lire, predisponendo lerelative pratiche.

Si chiede al comune di Trep-po Carnico la concessione di unmutuo di 30.000 lire e nell’atte-sa che venga perfezionato si ri-corre alla Cassa di Risparmioper un prestito cambiario di pa-ri importo.

Entrambi i tentativi non rie-scono. Sia il comune di Treppoche la Cassa di Risparmio diUdine rispondono picche: “nonabbiamo fondi disponibili”.

La ricerca di fondi si fa affan-nosa. Sono messi in atto altritentativi, rivolgendosi a perso-ne facoltose, come DanieleDelli Zotti fu Daniele “Santut”che vive ad Einsenherz in Ca-rinzia e il socio Anselmo Ortis.Il segretario viene incaricato dirichiedere prestiti ai soci dispo-nibili.

Quest’ultimo tentativo va inporto e, parzialmente, anche ilprimo.

Ecco infatti i primi prestiti daparte dei soci, durata un anno,garantito da cambiale e al tassodal 4,5 al 5%: Luigi Brovedani(L. 1.500), Floreano Plazzotta(L. 5.000), Pietro Englaro“Spie” (L. 2.000), Vincenzo Or-tis fu Anselmo (L. 10.000), Gio-vanni Del Bon fu Pietro (L.

Costo della candela:sette centesimi!

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200). Daniele Delli Zotti “San-tut” sottoscrive 40 azioni.

Tasso invece maggiore(6,25%) quello che viene con-trattato col Banco Sconto Calli-garis per un prestito di 7.000 lirea sei mesi.

Nel frattempo il lavoro d’uffi-cio è considerevolmente au-mentato e si decide di assumereuna persona per aiutare il segre-tario.

Intanto si arriva all’anno1913, la cui prima seduta di con-siglio in programma per il 6gennaio non si svolge per man-canza del numero legale.

Alla fine di gennaio si ottieneun altro prestito di 5.300 liredella durata di un anno e al tas-so del 6% dal signor AndreaPlazzotta. Sarà perfezionato il 6aprile.

I lavori dell’impianto del Fontanon volgono ormai al ter-mine.

Si stabilisce così di inaugu-rarlo la domenica 16 febbraio,invitando Autorità ed Enti e predisponendo un programmache ne faccia una festa degnadell’impresa che, con tanto la-voro, si è potuto finalmente portare a termine.

La storia dell’impianto non siconclude comunque qui. A par-te la questione dei prestiti cheresta in piedi e sulla quale dire-mo successivamente, nell’ago-sto, dopo l’approvazione delcollaudo dei macchinari idrauli-ci ed elettrici, viene deciso disospendere il pagamento dellespettanze al progettista ing.Granzotto per “gli errori e la suatrascuratezza verso la socie-

tà che furono causa di lavori fat-ti che troppo lasciano a deside-rare”.

Il 9 marzo si tiene l’assem-blea ordinaria, con la partecipa-zione di 45 soci. Viene tenutauna relazione sul costo dell’im-pianto: si aggirerà sulle 133.000lire, contro la previsione che eradi 124.000 lire.

Queste le risultanze del bilan-cio approvato, relativo all’eser-cizio 1912:ATTIVO L. 145.675,36 PASSIVO L. 144.042,55UTILE L. 1.632,81

Ed eccoci ai prestiti. Se ne sti-pula uno di 10.000 lire con laBanca Carnica a 4 mesi e al tas-so del 6,50%. La garanzia vieneprestata dagli amministratori.

Tutti questi prestiti riportanol’approvazione in sanatoria dell’assemblea, in sedutastraordinaria, dell’8 giugno.

Successivamente viene chie-sto un prestito di 30.000 lire allafrazione di Priola, in comune diSutrio, per un periodo di diecianni, al tasso del 4,5% e con ga-ranzia di tutto il patrimonio.

In breve tempo, quando siconsiderino le possibilità tecni-che dell’epoca e le difficoltà dei

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trasporti, l’impianto del Fonta-non è diventato consolanterealtà. Dalla decisione di sfrut-tamento (23 settembre 1911)all’inaugurazione (16 febbraio1913) è trascorso meno di unanno e mezzo. È già questa ladimostrazione dell’impegnoprofuso da amministratori e so-ci.

Specialmente viene dimostra-to tale impegno ed entusia- smo dalla grande fede nell’ini-ziativa e dalla volontà e lungi-miranza nell’operare con deci-sione nel coinvolgere i comunilimitrofi, nel ricercare ogni viapossibile per crearsi i presuppo-sti concreti di distribuzione economica dell’energia, taloracercando di parare colpi dellaconcorrenza, talaltra adottandoforme di incentivazione.

Che la fede nell’iniziativa esistesse anche nei soci è dimo-strato dal costante loro aumen-to, forse per numeri troppo pic-coli, ma senza soluzione di con-tinuità. E la disponibilità ad ar-rischiare del proprio con presti-ti, necessari proprio nei mo-menti di maggiore impegno realizzativo, rappresenta un’ul-teriore prova.

Un chilowatt66 centesimi

Superata la prima realizza-zione, la SECAB diventa ancheoccasione di lavoro gestionale:crescono le esigenze e cresconoi posti di lavoro. La program-mazione del nuovo monta nellamente e nelle decisioni degliamministratori. Se tale vulcanodi idee avesse allora potuto

tranquillamente trovare la lororealizzazione pratica, la crescitadella SECAB sarebbe stata benpiù consistente.

Invece, nubi di guerra si ad-densano nel cielo della serenitàe tutto risente del clima tesoprima dell’incertezza, poi dellatragedia.

Si avvicina la tempesta

Si rivedono le tariffe dell’e-nergia elettrica, stabilen-do anche una diversa tariffa ri-spetto a quella in vigore sullabase delle candele. Dal 15 giu-gno viene istituita la tariffa acontatore: 66 centesimi al chilo-vatt.

Un mese prima, la contratta-zione della fornitura dell’ener-gia elettrica per l’illuminazionepubblica al comune di Cerci-vento era stata l’occasione peruna discussione molto accesa trail presidente Lazzara e AntonioBarbacetto.

Abbiamo prima detto del particolare riguardo che venivausato nei riguardi di Cercivento,per evitare che altri potesse inserirsi come fornitori di ener-gia. Non è facile conoscere i ter-mini esatti della questione, maCercivento aveva avanzato unarichiesta di fornitura previlegia-ta, indicandone i termini in unaproposta che la Secab non ha ri-tenuto di accettare. Nella stessaseduta di questa decisione èscoppiato un battibecco, per ra-gioni “più che altro personali”.

Il presidente Lazzara dichia-

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Secab 1913-1914 13

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ra di rinunciare alla carica. Ilconsiglio auspica che tra il pre-sidente e il consigliere Barba-cetto ritorni l’armonia. Ma daquella data, tutte le riunioni diconsiglio di amministrazionevengono presiedute da AntonioBarbacetto (17 maggio 1913).

L’anno 1914 inizia con lacontrattazione di un mutuo colcomune di Sutrio, al posto dellafrazione di Priola e con una di-minuzione del tasso di 0,10%.

Il bilancio per l’esercizio1913, in sede di consiglio ha una risultanza che poi verràmodificata dall’assemblea.Quello redatto dal consiglio è ilseguente:ATTIVO L. 159.562,33 PASSIVO L. 161.219,06DEFICIT L. 1.656,73

L’estrazione a sorte dei consi-glieri da considerarsi decadutiporta ad abbandonare la caricaa Giulio Martinis, geom. Osual-do Morocutti, Albino Di Vora eDaniele Lazzara. Tra i sindacivengono estratti Matteo Bru-netti e Celestino Di Ronco. An-che il probiviro avv. Emilio Go-nano viene dichiarato decadu-to.

L’assemblea ordinaria, 64 so-

ci presenti, elegge 4 ammini-stratori, 2 sindaci, 1 probiviro,in data 8 marzo 1914. Il bilancioche viene approvato è diversoda quello precedente:ATTIVO L. 177.562,33 PASSIVO L. 181.219,06DEFICIT L. 3.656,73

Alla prima riunione del nuo-vo consiglio viene eletto presi-dente il geom. Osualdo Moro-cutti. In quelle successive il consigliere avv. Gonano rasse-gna le dimissioni per motiviprofessionali e viene surrogatoda Antonio Puntel fu Antonio.In un primo tempo il compito di guardiafili viene assegnatoagli amministratori, con uncompenso di L. 2 per ispezione.Successivamente vengono no-minati altri guardiafili e l’inca-rico agli amministratori vienerevocato appena due mesi dopoassegnato. I compiti della socie-tà stanno aumentando ed è ne-cessario assicurare un’assisten-za tecnica continuativa. Comeelettricista viene quindi assun-to (29.3) Costantino Flora chedovrà assicurare la reperibilitàcontinua per ogni necessità.

A quest’epoca risale anche ilprimo telefono utilizzabile dal-

la società. Lo fa installare, a suespese, la ditta Fratelli Brunettinella sede sociale. Fino alla da-ta del 30 agosto, due sole sedutedell’anno risultano andate de-serte per mancanza del numerolegale. Devono essere statemolte di più, se in tale data ilBarbacetto lamenta, questo sta-to di cose, proponendo la riunio-ne in seconda convocazione,cinque giorni dopo la prima,valida anche con soli tre mebri,rifacendosi analogicamente allalegge comunale e provinciale.

La successiva riunione sisvolge proprio in seconda con-vocazione e serve ad approvareil regolamento organico degliimpiegati e salariati. Si rinviainvece all’assemblea ogni deci-sione sulla richiesta dei FratelliBrunetti. Chiede il rimborsodelle spese per uno studio-pro-getto di massima sul Fontanonche è servito all’ing. Granzottoper la compilazione del proget-to definitivo.

Il 6 dicembre si decide di al-lungare la linea secondaria finoad Englaro Inferiore.

Ormai però si fanno sentiregli effetti della prima guerramondiale, che i verbali del con-

Sembra che l’entusiasmostia diminuendo.

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Secab 1915-1917 14

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siglio di amministrazione defi-nisce europea.

Nel 1915 la Società è costret-ta a prendere alcune decisioniproprio in dipendenza dellaguerra. Viene, tra l’altro, rinvia-to a data da destinarsi il corso diformazione professionale perelettricisti. Nel luglio deve an-che accordare dilazioni di paga-mento ad utenti in cattive con-dizioni economiche per la di-soccupazione dilagante.

Nel contempo, viene propo-sto al comune di Ravascletto ilproseguimento della linea amedia tensione da Zovello finoappunto a Ravascletto.

Nel campo dei bilanci di esercizio, quelli relativi sia al1914, sia la 1915 presentano undeficit, rispettivamente di5.660,12 e di L. 6.205,61. Sono ilrisultato della somma dei defi-cit degli anni precedenti.

Nel 1916, come già fatto l’an-no precedente, vengono fatteforniture di energia alle forzemilitari, in particolare al Co-mando Genio. Per chiamate al-le armi e successivi esoneri, siregistrano movimenti nel per-sonale dipendente.

Nel dicembre si registra la

prima radiazione che riguardacinque soci che non hanno completato il versamento dellequote sottoscritte.

Agli inizi del 1917, nel corsodi un’assemblea straordinaria,dopo una prima andata deserta,la proposta di estendere l’attivi-tà anche fuori dai comuni dell’Alto But non trova la mag-gioranza necessaria. Il bilancioche si approva, relativo all’eser-cizio precedente (1916), con-sente di sanare il deficit pre-gresso e di registrare un, utile di1.460,13 lire.

Per la prima volta si parladella ferrovia Tolmezzo-Paluz-za, che gli industriali della vallatavorrebbero in concessione, at-tuando impianti elettrici per ilsuo funzionamento, causandonocumento alla società.

Mentre la guerra imperversa,la Secab inizia a pensare alla pa-ce. Dopo le prime difficoltà eco-nomiche, si avverte che il conflitto ha fatto affluire nellazona notevoli capitali. Si puòquindi richiamarli con dellenuove sottoscrizioni; un deci-mo di queste deve essere desti-

Si resta soltanto nell’Alto But

Una recente Befana Secab. L’avvio di attività benefiche o sociali risale al termi-ne della prima guerra mondiale.

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Secab 1917-1920 15

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nato a progetti di iniziative eco-nomiche in zona. Mentre da unlato si fa beneficenza (la Secabdeve venire iscritta tra i soci fondatori dei Patronati Scola-stici di Paluzza, Treppo Carni-co, Cercivento, Ligosullo e Zo-vello), dall’altro si pensa allosviluppo economico e socialedella zona. Si intende allargare“la potenzialità finanziaria e lefunzioni della nostra società per porla in grado di preparare erisolvere, per la parte che lespetta, il quesito del dopoguer-ra... allo scopo di occupare inpatria la nostra gente nella mas-sima misura possibile”.

Con la prospettiva “sociale”del dopoguerra si è provvedutoanche alla nomina di un comi-tato esecutivo (Antonio Barba-cetto, Osualdo Brunetti, GiulioMartinis e Matteo Brunetti sin-daco).

Nell’ultima seduta, dellaquale si ha conoscenza, a taleComitato viene demandato ilcompito di risolvere il problemadi una fabbrica di cemento.

Ma ormai gli eventi precipi-tano, l’invasione austriaca di-sperde soci e amministratori,gran parte dei quali costretti a

C’è il problema del posto di lavoro.

farsi profughi in varie parti d’Italia. La tempesta si abbattesulla zona e lascia il segno: “ifogli dal n. 20 al 119 sono statistrappati dall’esercito invasore”è la scritta in rosso che apparesul libro dei verbali.

Fino all’inizio del 1919, i po-chi amministratori rimasti inloco hanno cercato di limitare idanni, nella conduzione diun’amministrazione provviso-ria.

Tra il 23 febbraio e il 6 marzodel 1919, si rimettono in sesto lestrutture societarie. La relazio-ne sul periodo dell’invasioneviene tenuta da Giulio Marti-nis, che verrà poi eletto presi-dente. Da essa risulta che gliaustriaci avevano tentato di im-possessarsi dell’impianto di produzione per trasportarlo inAustria.

Le prime incombenze chevengono affrontate sono la de-nuncia dei danni di guerra, la ri-costruzione della linea Centra-le Fontanon-Cima Moscardo, la sistemazione della lineaTimau-Paluzza, la costruzione

dell’impianto elettrico del co-mune di Ravascletto.

Si inizia anche ad affrontare ilproblema dei trasporti.(vedi apposito capitolo pag. 55)

1920. Nel corso dell’anno cisi accorge che la disponibilità dienergia è insufficiente e che oc-corre quindi reperire nuove sorgenti sfruttabili. Viene auto-rizzata la costruzione dell’im-pianto elettrico di Casali Engla-ro di Sopra. Si costruisce la li-nea primaria Zovello-Rava-scletto e nell’agosto funziona ilnuovo impianto di Ravascletto.È di questo anno la decisione diaumentare del 30 per cento le

Primo dopoguerra

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Secab 1921-1923 17

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tariffe in vigore, già notevol-mente aumentate, come tutti iprezzi, rispetto all’anteguerra.

Nel 1921 vengono iniziati isondaggi alla sorgente di PalGrande e laghetto Avostanis el’ing. Rinoldi viene incaricato di verificare la sfruttabilità delrio Mauran. Questa ricerca dinuove fonti sfruttabili diventauna necessità: lo dimostra la li-mitazione dell’uso dell’energiaelettrica in tutti i paesi per lagrave siccità che imperversa.

Si affronta anche il settoredella beneficenza, decidendo dierogare ai Patronati Scolasticidei contributi in rapporto agliincassi ricavati in ciascun co-mune. Vengono anche stanzia-te: 500 lire pro Monumento aiCaduti; 150 lire al comitato diTolmezzo per il monumento adAlbino Candoni; 350 lire ai sor-genti Comitati locali.

Nel 1922 viene prolungata larete di distribuzione ai CasaliCechs di Treppo Carnico; si ri-chiedono i danni di guerra nell’importo di 32.000 lire. Siapprova il progetto dell’ing. Ri-noldi per la costruzione di unadiga di ritenuta alla sorgente del Fontanon di Timau e la spe-

sa relativa di 25.000 lire.Il 1923 è caratterizzato da

una relazione di massima per un impianto idroelettrico alponte di Noiaris, con sbarra-mento del But (spesa 675.000lire, produzione 375 cavalli). Sidecide di iniziare la costruzionein muratura delle cabine, unaall’anno. Si estingue il mutuo di

30.000 lire contratto col comu-ne di Sutrio nel 1913. Si discutesull’erogazione della forza mo-trice anche di giorno.

Il bilancio del 1923 è un bi-lancio non soltanto patrimonia-le, risultando dati sui soci iscrit-ti (164), sui nuovi utenti (40),sulla potenza erogata (1.022candele e 10 HP di forza motri-

Si pensa anchealla beneficenza.

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ce). Il bilancio patrimoniale de-nuncia un utile di 17.025,05 lire(285.590,54 di attivo; 268.565,49di passivo).

L’anno 1924 è un anno basi-lare per l’attività della Secab.Ciò, non soltanto perché vieneacquistata la prima bandieradella Società, ma specialmenteperché si affrontano problemiche avranno peso sulla sua atti-vità futura. Intanto vengono li-quidati i danni di guerra (26.500lire). Ci si rende conto della esi-genza di nuovi impianti e, in unprimo tempo, si pensa di dovercostituire una nuova società atale scopo. Si decide per am-pliare la vecchia società, auspi-cando che soci nuovi siano tuttigli utenti. Viene costruito l’im-pianto elettrico a Casali Sega. Ilprogetto, redatto dall’ing. Ri-noldi, per l’impianto sul Mo-scardo viene approvato.

Per reperire fondi vengonointeressati i comuni interessati:Ligosullo e Cercivento diconodi non avere fondi disponibili;Paluzza concede a mutuo150.000 lire. Si avviano delletrattative con Giobatta Marsiliodi Sutrio per un possibile accor-do di acquisizione delle linee

elettriche di quel comune.Intanto, un grosso pericolo

minaccia la società, come tutti ipiccoli produttori e distributori

di corrente. La Società Friulanadi Elettricità e la Società Cado-rina di Elettricità fanno a garaper infiltrarsi in Carnia. La que-

Va costruito unnuovo impianto.

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stione viene affrontata in assem-blea il 4 gennaio 1925 (soci sali-ti a 260).

Bene ha fatto il consiglio –approva l’assemblea – a resiste-re alle iniziative “forestiere” eha pieno mandato a continuaresu tale strada; si proceda imme-diatamente alla realizzazionedell’impianto del Moscardo. Inpoco più di un mese i soci sal-gono a 344 e viene erogata l’illu-minazione anche di giorno. Lagente, i consumatori, le istitu-zioni si rendono conto che oc-corre partecipare direttamenteper tutelare i propri interessi ecomprendono che la forma cooperativa tra gente del luogo è la migliore garanzia per ilmassimo dei benefici.

Occorre comunque pensareanche agli altri, si ritiene.

Così si decide di parteciparecon mille quote alla SocietàElettrica Cooperativa Carnica diTolmezzo e con mille lire aquella di Comeglians. Mentre si prolunga la linea primaria fi-no a Sutrio, si sottoscrive la convenzione con Giobatta Marsilio per la fornitura di energia, che viene ratificatal’anno successivo, a condizione

che vengano praticate le stessecondizioni riservate ai clientidella Secab.

Nello stesso anno 1926 vieneestesa la linea elettrica in locali-tà Frattes a Zovello e continua-no i lavori dell’impianto Mo-scardo, ma con un aumento dispesa di 250.000 lire, in granparte dovuto ai danni arrecatidall’alluvione del settembre1925 (le alluvioni, purtroppo,con le frane conseguenti, nonsono solo fatti di oggi!!). I co-muni vengono invitati ad am-pliare le reti di illuminazionepubblica; per agevolarli, la Se-cab è disposta a fornire gratuita-mente la relativa energia per treanni.

In agosto entra in funzionel’impianto del Moscardo e sidecide di consolidarne il canaledi derivazione, con un lavoro didue anni. Ma... il 7 novembre,altra alluvione che fa franare100/120 metri di canale: biso-gna ricostruirlo in legno, con unprestito di 60.000 lire dellaBanca Cattolica. Sarà restituitonel gennaio successivo e sosti-tuito da prestiti privati.

Nel 1927 ci si accorge che l’il-luminazione diurna rappresen-

ta uno spreco, che occorre limi-tare: chi la userà pagherà un30% di più. Occorrono fondi: ilcomune di Cercivento aumentala sua partecipazione. La situa-zione debitoria è difficile manon irrimediabile: tra banche eprivati, oltre che il comune diPaluzza, ammonta a L.333.195,45.

Preoccupa più la frana diCleulis, per la sistemazione del-la quale è necessaria una azioneconcorde con gli Enti interessa-ti.

Per i debiti si propone ai co-muni di aumentare le quote almassimo. La risposta è imme-diata: Treppo Carnico sottoscri-ve 200 nuove azioni, Sutrio(nuovo socio) ne chiede 300,Ravascletto 250 (50 per Zovel-lo, 100 ciascuno per Ravasclettoe Campivolo). Con Paluzza, eLigosullo, l’introito è comples-sivamente di 105.000 lire.

E arriviamo al 1928, quandosi fanno i bilanci e le verifichesu quanto fatto. Quello del 1927 è stato uno dei bilanci piùcritici della storia della Secab.In assemblea (4.3.28) si affer-ma: “... si era con le scadenze al-la gola e la crisi monetaria non

È necessario opporsi a infiltrazioni “forestiere”.

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Secab 1929-1933 19

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in aggiunta un impianto a En-fretors; cercare una ditta checostruisca l’impianto (in man-canza dei fondi necessari – 2 mi-lioni) concedendo il diritto diriscatto alla Secab. Ci si orientaverso questa terza soluzione e la ditta F.lli Nigris si dichiaradisponibile alla costruzione.Mentre si discute sulla relativaconvenzione, si accerta che gliutenti sono 2.000 e i soci 430.

Questi all’inizio del 1931 sa-ranno 435. Il presente è un an-no interamente speso per stabi-lire le condizioni della conven-zione con l’impresa Nigris. Loschema della convenzione pre-vede una durata di 12 anni a partire dal 31.12.1932, rinnova-bile di biennio in biennio taci-tamente.

Non sarà comunque un rap-porto facile con detta impresa.Nel 1932 viene acquistato ilfondo per la costruzione dellacentrale di Enfretors che il 12maggio dovrebbe entrare in funzione e iniziano le divergen-ze con la ditta Nigris che co-stringono la Secab alla registra-zione della convenzione preco-stituendo il diritto a stare in giu-dizio, il che si verifica nel 1933,

I debiti ci sono ma non fanno paura.

permetteva il giro del denaro per facilitare gli acconti e i paga-menti. A quante parti abbiamodovuto bussare per fare bella fi-gura, ma ci siamo riusciti!” Edancora: “I debiti sono un peso

ingombrante per l’azienda: neabbiamo molti, quasi troppi!”

Intanto si sono realizzati 22chilometri di linea ad Alta ten-sione e 35 a Bassa tensione.

Superata la crisi finanziaria

Nel 1929 la situazione finan-ziaria migliora, i soci diventano395. Si decide di fornire 20 HPgratuitamente alla società Mar-mi di Timau. Così si ribadiscenei fatti l’intenzione più voltedichiarata di volere collaborareper lo sviluppo della zona. Diposti di lavoro c’è fame, ancheperché le piccole attività artigia-nali stanno languendo.

Si legge infatti, il 16.3.1930:“Le condizioni economichedella vallata non sono favorevo-li allo sviluppo del consumo dienergia perché i falegnami lavo-rano poco, i fabbri ancora menoe poi va tenuto presente che nei

comuni dove si distribuisce l’il-luminazione mancano oltre 120famiglie emigrate e il fenome-no continua”.

Positivo il giudizio economi-co della Secab: “I debiti non cifanno più paura: sono L.257.278,50, contro un patrimo-nio di L. 1.000.000 a valorecommerciale”.

Si allarga l’interesse per laproduzione di energia: la nuovaCartiera di Tolmezzo chiede lafornitura di energia. Non è faci-le soddisfare tale richiesta, maoccorre tentare su tre possibilistrade: mettere un secondogruppo sul Moscardo; costruire

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Secab 1933-1936 20

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proprio per il ritardo dell’iniziodi funzionamento.

Accanto a tali dati poco sim-patici, qualche buona nota: èstato raggiunto il pareggio, do-po sei anni, e c’è anche un utiledi 5.047,90 lire.

Nel 1934 si verifica unasuperproduzione di energia, co-

mune a tutte le ditte produttri-ci; resta comunque la Secab traquelle che praticano le tariffepiù basse.

Il 1935 è caratterizzato da duefatti: la Società Friulana di Elet-tricità cerca tutti i modi per in-globare le piccole ditte e assu-mere un ruolo monopolistico;

nella vertenza Nigris una primavittoria della Secab alla quale ilcollegio arbitrale assegna74.000 lire per danni e il paga-mento immediato, a titolo di in-teressi, di 37.000 lire. La verten-za si chiude l’anno successivo.Tra dare e avere, alla Secabspettano ancora oltre 12.000 li-

Raggiunto il pareggio i conti vanno in nero.

7 febbraio 1937. Celebrazioni del 25° do fondazione della Secab. (Foto O. De Monte - Piano d'Arta).

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Secab 1936-1938 21

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re.Si tratta comunque di una

prima vertenza, poiché altre se-guiranno. Il 1936 si festeggia ilventicinquesimo di fondazione esi ha un riconoscimento pre-stigioso: la Secab è una tra lemigliori delle 400 cooperativeelettriche in Italia. Crescono gli

utenti: sono 2.247 alla fine del1936; diventano, un anno dopo,2.367. Si ritorna a cercare giusti-zia nei riguardi della ditta Ni-gris: dovrebbe pagare il canonegovernativo di derivazione deltorrente But per i due anni pre-cedenti.

Si decide di prolungare la li-

nea elettrica da Sutrio a Pianod’Arta.

Nel 1938 viene vinta un’altracausa con la ditta Nigris e percontrollarne i prelievi di ener-gia si decide di costruire un’ap-posita cabina a Rivo. Il podestàdi Paluzza propone di cedere al-la Secab lo sfruttamento del

Intanto si compionoventicinque anni.

Ponte canale in legno sotto la frana di Cleulis. (Foto O. De Monte - Piano d’Arta).

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Secab 1939-1947 22

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Torna il serenoIntanto si risolve la vertenza

Nigris per quanto attiene la par-te del canone di derivazione dell’acqua Moscardo per il pe-riodo luglio 44 / giugno 45. Èsolo una tregua: poco dopo laNigris rifiuta di pagare la suc-cessiva rata. E anche quella dell’anno dopo. Non basta: ten-ta anche di ottenere la conces-sione a distribuire energia afondo valle nel comune di Arta.La Secab e la Mazzolini decido-no di opporvisi congiuntamen-te. Quello del 1946 è un annodifficile e nel 1947 si pensa disopperire alle necessità di lavo-ri di riatto e ammodernamento,ricorrendo a un gruppo Diesel.Poi si decide di spostare i mac-chinari. di Cleulis al Fontanonee mantenere il collegamento con la ditta Mazzolini.

Tutta la serie di battaglie le-gali, di controversie fatte di rac-comandate, di difficoltà obietti-ve derivanti anche dalla crisidell’immediato dopoguerra,mettono a dura prova la resi-stenza e, specialmente, l’entu-siasmo degli amministratori.

Fontanone. Non è una cosa au-tomatica, però: il diritto di ri-scatto da parte del comune èprevisto nel contratto del 1912.Il comune quindi dovrebbe far-si forte di tale diritto, che avan-

za nel 1939, anno in cui vienecostruita la linea a media ten-sione tra Piano d’Arta e la cen-trale di Arta della ditta Mazzoli-ni per eventuale scambio dienergia.

Si sta addensando una nuova tempesta

Nel 1941 viene risolta la ver-tenza col comune di Paluzza per la cessione definitiva allaSecab della centrale Fontanon e nel 1942 viene saldato ogniavere del comune stesso. Sa-rebbero necessari dei lavori mamanca il cemento: gli effettidella guerra incominciano afarsi sentire. Nello stesso annoviene concessa ai soci l’inden-nità di presenza alle assemblee.

Si ricercano nel frattempo ac-cordi di collaborazione che sonoparticolarmente buoni con la ditta Mazzolini (linea a me-dia tensione Ligosullo-Paularoper fornire energia alla costru-zione delle caserme). Si con-

cordano zone di rispetto per ladistribuzione sia con la Mazzo-lini di Tolmezzo che con laS.F.E.

Anno 1944: si riesce a esegui-re la parte muraria della centra-le Fontanone ma è difficile re-perire sul mercato le parti me-talliche necessarie. Si decide dirisolvere una volta per tutte ilrapporto con la ditta Nigris chiedendo ad un ingegnere diistruire la pratica per il riscattodell’impianto di Enfretors. Letruppe di occupazione dovreb-bero pagare alla Secab quasi L.23.700 per energia utilizzata nelperiodo ottobre-dicembre 1944.Ma se ne vanno, sgomberandol’intera valle, senza pagare.

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Mentre ci sarebbe grande bi-sogno di tranquillità, dopo latempesta che ha duramente toccato anche le famiglie, sirende necessario parare i colpidi chi, forte di capitali e di orga-nizzazione, tenta di invaderel’orto altrui. E’ necessario ancheaffrontare, accanto alla straor-dinaria manutenzione e ammo-

dernamento degli impianti, laquestione dei costi, andati allestelle dopo il conflitto e con tendenze inflazionistiche.

Questa somma di problemirichiedono costante controllo siatecnico, sia finanziario sia direzionale.

Dal primo aprile del 1948 vie-ne assunto, con funzioni di

direttore, il perito industrialeDionisio Maier. Vengono rile-vati i rapporti esistenti, sotto ilprofilo tariffario, con le altreaziende. 1 costi sono aumentatirispetto al periodo prebellico di60 volte; l’energia di 14 volte,quella della Secab di 8 volte. Letariffe praticate da questa sonola metà di quelle delle aziende

Prestare attenzioneall’aumento dei costi

Anno 1948. Prima ristrutturazione centrale del Fontanone. (Foto De Monte).

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viciniori. Vengono costruitenuove cabine a Siaio, Cerciven-to di Sopra e Zovello.

Nell’anno seguente, le azionivengono portate al valore di 500lire, più una tassa di iscrizionedi 100 lire. Nel contempo l’im-presa Nigris dimostra l’inten-zione di distribuire l’energiaelettrica ad Arta. La Secab da un lato invoca il patto delle zo-ne di rispetto e dall’altro, conl’impresa Mazzolini, ricorre al-la Prefettura per ottenerne laconcessione.

La Prefettura risponde pic-che e la pratica viene affidataall’associazione delle Coopera-tive Friulane. Lo speleologodott. Feruglio di Udine, incari-cato di individuare eventualicollegamenti tra le grotte di Ti-mau e il Fontanone, sempre perreperire nuove fonti energeti-che, dà un responso negativo.

Nel 1950 la Secab aderisceformalmente alla AssociazioneCooperative Friulane e, dopoanni di polemiche e contrasti,riesce ad ottenere un beneficoavvicinamento con l’impresaNigris.

Il 9 luglio viene inaugurata, eil giorno successivo viene mes-

sa in funzione, la ristrutturatacentrale del Fontanon. Col co-mune di Paluzza si apre una“mini-vertenza” per la deriva-zione dell’acqua alimentante lasegheria di Timau. Il Comune,alla fine, si dichiara dispostoall’elettrificazione dell’impian-to.

A scopi benefici viene desti-nata la somma di quasi 69.000lire, pari a oltre il 10 per centodell’utile.

Nel 1951 si procede a una ri-valutazione sia del capitale so-ciale sia del patrimonio, sullascorta di coefficienti individua-ti dal dott. Siciliotti dell’asso-ciazione cooperative friulane. Ilcapitale sociale passa da833.300 a 4.173.500 lire; il patri-monio da 5.828.966,35 a28.132.253,17 lire.

Anno 1952: si tende a razio-nalizzare la rete di Alta Tensio-ne; viene costruita una nuovacabina a Cercivento di Sotto; siistituisce una commissione peril reperimento e l’acquisto di unterreno da utilizzare per la co-struzione della sede sociale.

L’anno successivo vengonoregistrati 3.160 utenti e 683 soci.

Si procede alla sistemazione

degli impianti a Murzalis, Tau-sia, Siaio, Treppo Carnico e Ze-nodis. Si sta procedendo ancheper la nuova sede, acquistando iterreni necessari.

Nel 1954 si approva il proget-to che prevede una spesa di17.000.000 e vengono appaltatele opere murarie all’impresa diRino Delli Zotti per 4 milioni. Isoci continuano ad aumentare (+ 74) arrivando a 757, così co-me le utenze (+ 223) giunte alnumero di 3.383. La Secab ade-risce all’Associazione Indu-striali e instaura una vertenzaper la Cassa Conguaglio di Ro-ma per il pagamento del sovrap-prezzo termico.

Nel 1955 si riscontrano datipositivi sia per numero di soci(783) che di utenze (3.590), an-che se qualche problema di ero-gazione di energia si presentanei periodi di magra. Viene de-liberato a favore dei soci unristorno pari a 2 lire al Kw.

Quello del 1956 è un annofondamentale per il futuro dellaSecab.

Ritorna alla ribalta il proble-ma dei rapporti con la ditta Ni-gris.

Questa si dichiara disposta a

Capitale e patrimoniovengono rivalutati

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potenziare l’impianto di Enfre-tors ma a condizione che la Se-cab rinunci alla possibilità di ri-scatto per almeno dodici anni.Prima controproposta: la rinun-cia potrebbe essere limitata alperiodo di 5 anni. Poi, mentre siinaugura la nuova sede (2 set-tembre), si decide per il riscattodell’impianto e, contestual-mente, per il versamento deisovracanoni elettrici al BacinoImbrifero Montano, così comedesiderato dai comuni i quali sidichiarano anche d’accordo sulriscatto della centrale di Enfre-tors.

Anche i comuni d’accordosull’impianto di Enfretors.

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Il problema del riscatto entranel vivo nel 1957. La Nigris fadue proposte alternative: 1) ap-porterebbe sensibili migliorieconcedendo la dilazione del ri-scatto di 10 anni e con la ridu-zione del prezzo dell’energia inperiodo di magra; 2) la Secabpaghi immediatamente un cor-rispettivo di 160.000.000 di lire.Non è problema da poco e laSecab sceglie, in primo mo-mento, di ricercare un accordo,evitando procedure arbitrali co-stose e lunghe. Il problema vie-ne affrontato in assemblea giàalla fine di gennaio. Questi i da-ti più significativi: già dal mag-gio 56 il prezzo dell’impianto varidotto del 33%; il rendimentodelle turbine è sensibilmentediminuito dal 1954 per il cam-bio di frequenza; è stata trascu-rata la manutenzione a dannodei macchinari e della produ-zione di energia; buona partedell’energia prodotta è stataceduta alla SFE: se disponibileservirebbe a potenziare l’azionecalmieratrice; i comuni, per fa-cilitare il riscatto, sono disponi-bili ad aumentare le propriequote sociali di 5.000.000. Cosìstando le cose, si reputa di non

chiedere la cessione immediatadell’impianto ma di notificareimmediatamente il preavviso didue anni per il riscatto, ricer-cando nel contempo le necessa-rie fonti di finanziamento.

In questo senso si procedeimmediatamente, stabilendo ladata di consegna al 4 maggio1959; si apre la sottoscrizione dinuove quote; si decide di chie-

dere un finanziamento al CentroBanca di 30.000.000. La dittaNigris risponde dicendosi di-sposta a cedere subito l’impian-to al prezzo di 135 milioni. Indicembre la Secab afferma divalutare l’impianto 70.000.000 edi essere intenzionata a ricorre-re all’arbitrato se non ci sarà ac-cordo. L’ing. Federico Rinoldi,in una sua stima, valuta l’im-pianto 90/100.000.000; il Cen-tro Banca è disponibile a un fi-nanziamento di 20.000.000.

Sul fronte delle esigenze dirifornimento di acqua potabile,il comune di Paluzza chiede laderivazione di venti litri dalFontanone per l’acquedotto diPaluzza e frazioni. La Secab èd’accordo purché il comune siaccolli l’onere dei 5/7 della spe-sa per l’acquisto di una necessa-ria turbina e provveda al canaledi convogliamento della Muse al ponte di Cleulis.

Nel 1958, dopo alterne vicen-de, verrà risolta la vertenza conla ditta Nigris e avviato a solu-zione il problema del riforni-mento idrico della valle del But.Questo viene impostato in unariunione in Prefettura e per lasua soluzione viene incaricato

La vicenda del riscatto

Consulenza dall’avv. Giannini a Vene-zia, nell’anno 1958, per il riscattodella centrale di Enfretors.

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l’ing. Olimpio Angeli del GenioCivile.

Per l’annosa vertenza Nigrisinvece si procede a piccoli pas-si. La Secab offre 100.000.000 ela Nigris respinge la proposta.Allora si tenta di ricorrere

all’arbitrato, ma anche su que-sta procedura la Nigris mantie-ne un atteggiamento negativo.Verso la fine di novembre, fi-nalmente, la Nigris accetta l’ul-tima offerta della Secab di110.000.000.

Per stabilirne le modalità dipassaggio e di pagamento, civorranno otto ore di contratta-zione ma, alla fine (è il 9 dicem-bre 1958) si firma il relativocontratto, ratificato dall’assem-blea il successivo giorno 20.

Otto ore necessarie per il contratto.

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O r aoccorre trovare i soldi necessariall’operazione. Intanto si apro-no due C/C con la Banca Catto-lica del Veneto e con la Cassa diRisparmio, rispettivamente di55.000.000 e di 40.000.000: gliamministratori debbono prestaregaranzie personali.

Il 1° gennaio 1959 la centraledi Enfretors viene gestita diret-tamente dalla Secab. Il MedioCredito del Friuli è disponibile a concedere un mutuo di50.000.000 a patto che i comunisoci versino i 30.000.000 di nuo-ve quote promessi e gli ammi-

nistratori concedano fideius-sione personale. Dal 1° novem-bre, a favore del Medio Credito,verranno vincolati i due terzidelle somme che la SFE devemensilmente alla Secab per vendita di energia. Così si pos-sono ridurre i due prestiti in C/C precedenti a 15.000.000 cia-scuno.

Viene anche costruita la li-nea a Media Tensione che col-lega la sede con l’impianto RAIdel monte Tenchia.

Nel 1960, le notizie prove-nienti dagli ambienti politicifanno tremare l’istituzione: si

Il ristorno ai soci è di 3 lire per chilowatt.

vuole nazionalizzare tutte leaziende produttrici di energiaelettrica. Immediatamente siavvia un’azione tendente a e-scludere le cooperative dal provvedimento. Ottenuta la ra-teizzazione dei versamenti in un quadriennio, si desiste dalricorso contro il pagamento deisovracanoni elettrici al Bim. Sipredispongono i progetti per unpotenziamento della centrale diEnfretors, con contemporaneoampliamento dell’edificio.

Si prepara la celebrazione del50° di fondazione.

Cinquant’anni di vita, festeg-giati il 26 febbraio 1961, sonoun traguardo importante che trovano amministratori e strut-ture della Secab pronti ad af-frontare il futuro, sul quale siaddensano purtroppo alcunenubi, in particolare il pericolodella nazionalizzazione. Si con-tinua comunque a lavorare.

Viene concesso ai soci un ri-storno di 3 lire per kw consuma-to. A pagamento di un debitopregresso della Nigris viene ac-cettato un edificio adiacente lacentrale di Enfretors. Si decidedi sostituire il canale in legno diCleulis con una tubazione inferro. Si chiede al Medio Credi-

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to un finanziamento assistito dalcontributo del 4% dal BIM per ilpagamento degli interessi.

Il problema della nazionaliz-zazione dell’energia elettricasegna un qualche punto a favo-re della Secab, nel corso del1962. Nel luglio il Parlamentosta discutendo la questione evengono sensibilizzati i deputa-ti della zona a intervenire deci-samente. Va ricordato che, nel-la prima stesura della legge,vengono escluse dalla naziona-lizzazione le cooperative chehanno una produzione fino a 10milioni annui di kw. Tale limiteè superato dalla Secab (l’annoprecedente ha prodotto10.391.550 Kwh). Tutto quindipotrebbe crollare. In settembre(l’8) la commissione dei 45, no-minata dal Parlamento per la stesura definitiva della legge,eleva da 10 a 15 milioni di chilo-vattore di produzione per evitarel’assorbimento delle Coope-rative da parte dell’istituendoEnte di Stato.

Nel 1963, mentre la Secab ot-tiene la concessione per la distri-buzione dell’energia elettrica aSutrio, si ha sentore di una

Scongiurato il pericolodella nazionalizzazione.

Vecchio e nuovo canale Cleulis, anno 1962.

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proposta di modifica della leggesulla nazionalizzazione che va-nificherebbe i risultati appenaottenuti.

Nell’anno successivo, il dub-bio diventa certezza: la Secabcorre nuovamente il rischiodella nazionalizzazione. Prontaattivazione del consiglio di am-ministrazione, interessamentopresso i parlamentari friulani,adozione di un ordine del gior-no (sottoscritto anche dal sinda-co di Paluzza) e (era ora!) ladefinitiva esclusione dal prov-vedimento delle cooperative, grazie all’interessamento deglion. Ceccherini, Bressani, Cola-santo e Zuccalli.

Sempre nel 1964, lo scontoluce è di L. 5 al Kwh. La Secabchiede l’iscrizione all’Albo Na-zionale dei Costruttori per am-pliare la sua attività alla costru-zione di impianti elettrici civili e industriali. Ottiene anche inconcessione dall’Ufficio delRegistro di Tolmezzo un terre-no per la costruzione di un ca-pannone da utilizzarsi per ini-ziative di carattere economico. I soci sono arrivati al numero di1.060.

Il 1965 vede la Secab disponi-

bile a concedere l’acqua neces-saria ad alimentare l’acquedot-to Valle del But, dietro indenniz-zo di 49.000.000 di lire. Si ac-certano insufficienze di energianei periodi di magra e si chiedequindi all’Enel l’autorizzazionea installare un gruppo elettro-geno nella centrale di Enfre-tors.

Un nuovo elettrodotto da 21KW viene costruito nel 1966 daPaluzza a Timau. Vengono an-che ricostruite la cabina dellacentrale del Fontanon e la ca-mera di carico della centrale diEnfretors. Il ristorno ai soci è di10 lire/Kwh.

Nel novembre del 1966, neigiorni 4 e 5, una delle ricorrentialluvioni devasta la valle e dan-neggia sensibilmente gli im-pianti.

Nel 1967 viene chiesto al Me-dio Credito un mutuo di40.000.000 all’interesse del 3%per riparare tali danni. Vieneacquistato un fondo adiacentealla sede di 2.800 metri quadra-ti. Per 35 anni di servizio alle di-pendenze della Secab, GiustoCraighero viene premiato conuna medaglia d’oro. Il Consor-zio Acquedotto della Valle del

But viene autorizzato al prelie-vo d’acqua dal Fontanon.

Nel 1968 viene montata unatettoia metallica a protezione del parco automezzi.

Lo sconto luce, nell’anno1969, arriva a 15 lire/kw. Vienecostituita una nuova società aresponsabilità limitata, deno-minata Elettromeccanica AltoBut (E.A.B.) nella quale parte-cipa la Secab col 40% del capi-tale (15.000.000) a favore dellaquale la Secab rinuncia al terre-no in concessione per la costru-zione di un capannone.

Nel 1970 i soci sono 1.154. LaSecab aderisce al Caseificio So-ciale Alto But con 25 quote daL. 2.000 e all’Unione ImpreseElettriche Minori (Uniem).

Nel 1971 viene costruito l’elettrodotto Ligosullo-CastelValdajer e smantellata, perchéinutilizzabile, la linea a mediatensione Arta-Paluzza. Si pensadi automatizzare la centrale delFontanon. Si aumenta la parte-cipazione all’EAB in terminimonetari, mantenendo la stes-sa percentuale di capitale.

L’anno successivo è la stessaassemblea che, all’unanimità, dàl’assenso alla costruzione

Ristorno di 15 lire ai soci che sono 1.154.

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della linea elettrica dello Zon-colan; viene anche potenziatol’elettrodotto del monte Ten-chia. Il bilancio intanto conti-nua a registrare un utile, che sistabilizza per più di qualche an-no, sui cinque milioni.

Nel 1973 la quota di ristornoper i soci viene fissata in 20 lireper chilowatt consumato. La Se-cab aderisce alla AssociazioneCooperative Friulane.

Anno 1974: il polo turisticosportivo dello Zoncolan diven-ta una realtà per le prospettive

di sviluppo. Pertanto si decide,per il suo funzionamento, di fornire 1.200 Kw. Nel contem-po viene smantellata la linea Li-gosullo-Paularo non più utiliz-zata. Si costruisce ex-novo l’elettrodotto Paluzza-Rava-scletto e rifatte due cabine, una aCasteons e una a Rivo.

Due i fatti più salienti dell’anno seguente, oltre ovvia-mente al normale funziona-mento: viene istituito il premioFedeltà e si cerca di regolarizza-re il rapporto col Consorzio Ac-

quedotto Valle del But. Il pre-mio Fedeltà andrà assegnatoagli amministratori e sindaci che hanno ricoperto l’incaricoper cinque volte, anche non consecutive; i dipendenti neavranno diritto dopo venticin-que anni di servizio continuatoalle dipendenze della Società.

Per il Consorzio si ribadiscela richiesta di installare un ap-parecchio di misura per regola-re, come da concessione, l’ero-gazione dell’acqua.

Una verifica sulla situazionedebitoria indica il debito versole banche in circa 121.000.000 dilire, all’inizio del 1976. 1 terre-moti di questo anno (maggio esettembre) hanno arrecato danniagli impianti per circa centomilioni.

Si richiede all’assessorato aiLavori Pubblici regionale il rin-novo della concessione per laderivazione dell’acqua che ali-menta la centrale del Fonta-non.

L’anno 1977 è un anno ditransizione, speso soprattutto amigliorare la sede, il suo fun-zionamento e a predisporre mi-gliorie anche alle opere di presa.Così viene costruita la tet-

Viene istituito il premio

Anno 1969. Sottoscrizione atto di costituzione dell’EAB.

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toia per il ricovero degli auto-mezzi, fornita la contabilità diun elaboratore elettromeccani-co per razionalizzarne la tenu-ta.

Si procede anche alla stesuradi due progetti. Per l’amplia-mento della sede, il cui proget-to viene affidato al geom. DelliZotti; per le opere di presa aCleulis, che verrà curato dal-l’ing. Fachin.

L’appalto per l’ampliamentodella sede viene indetto nel1978, quando anche si decide ilritiro dell’adesione all’Uniem,data nel 1970. Viene anche deli-

berato di effettuare dei lavorinella centrale di Enfretors, peruna spesa complessiva di550.000.000 circa. Si tratta di so-stituire un vetusto gruppo dellastessa centrale e di automatiz-zarne il funzionamento. Vieneanche inaugurata l’automazio-ne della centrale del Fontano-ne.

Nuovo intervento della Se-cab a sostegno dell’EAB, con lasottoscrizione di altre azioni per 30 milioni. Alla fine del1978, il patrimonio della Secabraggiunge il miliardo di lire.

Come corollario del raggiun-

gimento di questa meta, nel1979 giunge alla Secab un pre-stigioso riconoscimento: la Ca-mera di Commercio di Udine leconcede il diploma di beneme-renza con medaglia d’oro per isuoi 67 anni di attività. La So-cietà premia anche i dipendentie gli amministratori. Eccone l’e-lenco, con fra parentesi, ilnumero di anni di attività.

Amministratori e Sindaci:dott. Aldo Geremia (alla memo-ria - 25 anni), Orlando DellaPietra (27 anni), Innocente Laz-zara (47), Duilio Englaro (24),Romolo Englaro (23), GelindoMatiz (21), Aldo Di Centa (18).

Dipendenti: Oreste Casanova(34 anni), Dionisio Maier (31), Giovanni Englaro (28),Dario Della Pietra (26).

Nel corso dell’anno si prov-vede anche ai lavori di amplia-mento e ammodernamento delnegozio della Società, che ven-gono inaugurati alla vigilia delNatale. Si ha sempre lo sguardorivolto al futuro e si opera in due sensi. Il presidente vieneincaricato di sensibilizzare undeputato per ottenere, median-te apposita proposta di legge, unaumento del limite di pro-

Diploma e medaglia d’orodalla Camera di Commercio.

1980: Inaugurazione nuovo gruppo centrale Enfretors.

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Secab 1980 33

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duzione di energia elettrica perle cooperative.

Viene anche presentata larichiesta sia all’Enel che all’As-sessorato Regionale dei LL.PP.

per ottenere le autorizzazioni econcessioni necessarie per lacostruzione di una nuova cen-trale in località Museis di Cerci-vento.

Nel 1980 viene contratto unmutuo Frie di 111.000.000 al 4%annuale, rimborsabile in 15 an-ni, per i danni subiti dagli im-pianti con i terremoti del 1976.

La centrale di Museis al nastro di partenza.

Visita degli amministratori alla centrale di Enfretors nell'anno 1984.

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Secab 1981-1982 34

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Viene autorizzata la spesa perottenere un’esatta valutazionedelle quote dell’EAB: solo così,infatti, sarà possibile assumeredecisioni per il futuro della so-cietà.

Il futuro della Secab dipendeanche dal problema della possi-bilità di aumentare la produzio-ne di energia elettrica. Nel 1981viene. inoltrata materialmente la domanda all’Enel per la co-struzione della centrale di Mu-seis.

Viene anche autorizzato lostudio per l’ampliamento dellacentrale del Fontanone. Si ope-ra anche a livello politico.

Infatti il presidente e il diret-tore della Secab si incontranoalla Camera dei Deputati con ilvicepresidente della Commis-sione parlamentare dell’Indu-stria, on. Citaristi di Bergamo:scopo è di raddoppiare (da 15 a30 milioni di Kwh) la produzio-ne di energia elettrica per lecooperative e per raggiungerlo è necessario un emendamentolegislativo alla legge 1643/62.

Il risultato viene raggiuntol’anno successivo ed è miglioredi quello sperato. Infatti la legge308/1982 eleva da 15 a 40 mi-

lioni di Kwh il limite massimodi produzione delle Cooperati-ve. Ciò consentirà di proseguirenella realizzazione dei pro-grammi che la Secab sta impo-stando.

Tra questi la fornitura e ilmontaggio del nuovo gruppoautomatizzato nella centrale delFontanon, affidati alla Hy-dro-Energy.

Si opera su più fronti di ini-ziative. Viene deliberato di am-modernare ulteriormente lastruttura amministrativa con un sistema informativo IBM.

Si organizza, con la Comuni-tà Montana della Carnia, unconvegno sullo sfruttamentodelle acque in Carnia (22.2.82).

Viene autorizzata la presen-tazione di una domanda al

Il convegno di studio sulle centraline.

Operai al lavoro al capannone dell’EAB.

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Secab 1983-1984 35

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FRIE per avere un mutuo di 2miliardi (tasso 7%) per la co-struzione del nuovo impianto di Museis. Contemporanea-mente si illustrano i programmidi sviluppo al vicepresidentedella Regione, De Carli, chie-dendone un adeguato appoggioin sede regionale.

Continua l’interesse per l’an-damento dell’EAB: si tenta ogni strada possibile per evitar-ne la chiusura.

Il nuovo gruppo automatiz-zato del Fontanon viene messoin servizio nel 1983. L’esonerodal pagamento del sovrapprezzotermico per l’energia prodotta edistribuita ai soci, concesso dal-la Cassa Conguaglio di Roma,comporta un eccezionale van-taggio per i soci della Secab. Ilbeneficio per i soci dal 1974 al1982 è di quasi 400 milioni;d’ora in poi, il beneficio annua-le sarà di oltre 200 milioni di li-re.

Viene completata l’automa-zione della centrale di Enfre-tors e completamente rinnova-ta con moderne apparecchiatu-re la relativa cabina a 20 Kw.

Viene redatto il progetto ese-cutivo della centrale di Museis

e predisposto il relativo piano di finanziamento della spesa.

Ancora una volta, la natura siscatena. L’l 1 settembre ’83un’improvvisa e disastrosa allu-vione investe la valle di Incaro-jo, la Val Pontaiba e la Valle delBut.

Vengono travolte le linee elettriche e seriamente danneg-giati gli impianti.

I danni globali accertati supe-rano i 500 milioni di lire. Note-vole il disagio anche per gliutenti. In soltanto un mese, gra-zie all’abnegazione dei dipen-

denti, le linee di distribuzionevengono riassettate e ricostrui-to gran parte del ponte canale diValacoz.

Nell’anno 1984, il primo attoè la redazione della perizia giu-rata dei danni dell’alluvione e su tale scorta viene presentatadomanda di usufruire delleprovvidenze regionali a talescopo decise.

Il presidente viene autorizza-to a contrarre il mutuo di duemiliardi col Frie, rimborsabilein 10 anni, al tasso del 7%.

Viene anche autorizzato ad

Si aumentano le centrali

Il capannone dell’Eab.

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Secab 1985-1986 36

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avviare un’altra pratica, con loI.M.I. (Istituto Mobiliare Ita-liano) di Roma per ottenere unaltro mutuo da un miliardo.

Intanto, dopo regolare espe-rimento d’asta, vengono affida-ti i vari lavori della nuova cen-trale di Museis.

I lavori vengono svolti nel

corso dell’85 con estrema rapi-dità e perizia. Nello stesso annoviene nominato il Comitato perla celebrazione del 75° di fonda-zione della SECAB.

È composto dal presidenteEmilio Di Lena, dai consiglieriAlfredo Matiz e Aldo Di Centa edal presidente del collegio sin-

dacale Rinaldo Toch; segre-tario è Roberto Maier.

La centrale di Museis vienesolennemente inaugurata il 14giugno 1986.

La spinta della Cooperazionedimostra ancora il suo valorecome settantacinque anni fa ecosì potrà continuare.

Si fa il bilanciodi 75 anni

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Centrali 1

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La Storia di uomini e fatti del-la SECAB è tutt’uno con il pro-gresso tecnologico della Società.

Strutture organizzative e tecni-che camminano, infatti, con legambe degli uomini ed allorchéquesti, usando i doni della menteloro concessi dal Creatore, conassidue ricerche pervengono anuove invenzioni, le stesse trova-no adatta applicazione nel cam-po del lavoro se chi èresponsabile di un’attività eco-nomica ha tempestività, capacitàe lungimiranza nel decidere enell’operare.

75 anni di vita della SECABsono stati caratterizzati da ungraduale ma continuo sviluppodell’organizzazione e degli im-pianti, più accentuato negli ulti-mi 15 anni in cui l’elettronica hapermesso innovazioni ecceziona-li nelle apparecchiature.

Riteniamo utile informare So-ci ed Estimatori della SECAB diquanto è stato fatto, dalla fon-dazione della Cooperativa adoggi, per assicurare alla Societàcon il progresso tecnologico unsicuro avvenire nel contesto eco-nomico della Valle del But.

E.D.L. Il 25 giugno 1911 un gruppodi volenterosi con atto n. 558/521 dei notaio Emilio Gonanocostituiva la Società ElettricaCooperativa Alto But per fornirecon lo sfruttamento delle acquedel “Fontanon” di Timau quell’energia che agli inizi deisecolo era l’ultima e più affasci-

La linfa dell’attività è nelle centrali

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Centrali 2

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nante conquista della scienza edella tecnica.

Un primo rudimentale im-pianto, costituito da un genera-tore a corrente continua aziona-to dalla ruota idraulica di unasegheria in località “Palombin”,forniva qualche mese dopo alCapoluogo di Paluzza e nellesole ore notturne quell’energiache andrà via via soppiantandola “lum” e la candela.

Costruite le linee di media ebassa tensione, nel febbraio1913, con la messa in serviziodell’impianto del Fontanon (duegruppi coassiali da 65 Kw conturbine Francis in grado di turbi-nare 150 l/s su un salto di 52 m.)l’energia viene distribuita, sem-pre limitatamente alle ore not-turne, oltre che a Paluzza, aTreppo Carnico, a Ligosullo e aCercivento.

Dopo il primo conflitto mon-diale, ampliate le reti di distribu-zione, incrementati i consumianche per l’installazione di al-cuni motori elettrici, il primo im-pianto si dimostrò ben prestoinsufficiente, specie nei periodidi magra quando l’energia veni-va erogata a turni, per cui si pro-spettò di nuovo il problema direperire altre fonti di energia.

La soluzione più immediata fu quella di sfruttare le acquedel torrente But, derivando in lo-calità Ponte di Cleulis 1.250 l/sper turbinarle in località CimaMoscardo con un salto lordo dimt. 41 ed una potenza nomina-le di 430 Kw.

Entrato in servizio, sebbenecon un solo gruppo, ai primi diagosto dei 1926 il nuovo im-pianto consentì la momentaneaautosufficienza della Cooperati-va che estese le proprie linee aiComuni di Sutrio e Ravascletto.

Nel novembre dello stessoanno le abbondanti precipita-zioni provocarono il franamentodi un centinaio di metri del ca-nale di adduzione, che venne ri-costruito in legno non senza pe-santi sacrifici finanziari per laCooperativa.

Centrale del Fontanone.

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Centrali 3

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Nell’aprile dei 1930, la richie-sta di fornitura di energia dellaCartiera di Tolmezzo pone ilConsiglio nell’alternativa dicompletare in proprio l’impian-to, prolungando il canale esi-stente sino in località Enfretors,onde ricavare con un salto lor-do di 160 metri una potenza di1.650 Kw., oppure di accordarsicon una Ditta (f.lli Nigris) cherealizzerà a sue spese l’impian-to, salvo il diritto di riscatto daparte della Cooperativa ed unafornitura di energia a titolo disottendimento di 450 Kw.

Dopo ripensamenti, rinvii,contrattempi ed altre cose one-rose, si opta forse con troppaprecipitazione per quest’ultimasoluzione, ratificando nella riu-nione Assembleare dei 3 ago-sto 1930 la convenzione stipu-lata con la Ditta Nigris.

La crisi degli anni 30 seguitadal secondo conflitto mondiale,con le tristi vicissitudini del1944-45, bloccarono lo svilup-po dell’istituzione che solo nel1948, sotto la spinta numerica equantitativa delle utenze, ripre-se il potenziamento della cen-

trale del Fontanon con l’installa-zione in una nuova sala mac-chine del gruppo rimasto inatti-vo nella centrale di Cima Mo-scardo dopo la messa in servi-zio dell’impianto di Enfretors.

Ultimata nel 1956 la sede so-ciale, ricostruite e potenziate lelinee di trasporto e le reti di di-stribuzione, l’energia consuma-ta dalle nostre utenze passa inun decennio da 1.067.520 a2.674.839 Kwh, riproponendogià nella seduta del 18.11.56 la

necessità di incrementare laproduzione con il riscatto dellacentrale di Enfretors.

Sentiti i pareri autorevoli lega-li sulla procedura da seguire per subentrare nell’impianto,dopo lunghe e snervanti trattati-ve svoltesi a Udine ed in lococon il proprietario si addivenne il 9 Dicembre 1958 nello studiodei notaio Barone, dopo unaesasperante lettura e riletturadell’atto, alla firma del docu-mento che restituiva alla Socie-

Centrale Fontanone: interno nuovogruppo.

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Centrali 4

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tà la piena proprietà dell’im-pianto di Enfretors e dei suoi1.650 Kw nominali con decor-renza 1° gennaio 1959.

Dopo pochi mesi, nell’intentodi migliorare i rendimenti si de-cise di sostituire le giranti delleturbine del 1° e del 3° gruppo,costruite rispettivamente nel1911 e nel 1913; non fu invecepossibile ricostruire quella del 2°gruppo in quanto la Ditta co-struttrice aveva da tempo ces-sato la produzione di turbineidrauliche, per cui si rese ne-cessario un paziente lavoro diriporto e successiva smerigliatu-ra per ovviare almeno in parte aidanni causati dalla cavitazione.

Seguirono alcuni aggiorna-menti tecnici ai quadri di prote-zione e manovra nonché allacabina di trasformazione chevenne ampliata onde unifor-marla alle nuove norme antin-fortunistiche.

Sistemata la parte elettro-meccanica dell’impianto, resta-va pur sempre pericolante il tratto in legno del canale di ad-duzione che attraversava la fra-na di Cleulis; esso oltre a limita-re la quantità d’acqua derivabi-le, causava, per la mancanza di

tenuta, continui smottamenti delterreno, che richiedevano co-stosi e frequenti interventi dipuntellamento.

Con l’appoggio degli uominipolitici dei momento venne ri-conosciuta la non assoggetta-bilità della Società al trasferi-mento all’Enel ai sensi deicomma 8 dell’art. 4 della legge6.12.62 n. 1643, per cui si deci-se di affrontare il problema dellacanaletta in legno sostituendolacon una tubazione in acciaio del diametro di 1.200 mm, an-corata su selle mobili in acciaiogravanti su blocchi di calce-struzzo sorretti da pali piloti inc.a. e ciò nell’intento di aumen-tare la resistenza dei terreno,migliorando la stabilità dell’ope-ra.

All’aumento della produzionefa riscontro un maggior incre-mento delle vendite che supe-rano nel 1971 i cinque milioni diKwh, per cui nell’intento di con-tenere la caduta di tensione infondo linea è necessario eleva-re la tensione delle stesse a20.000 e 380 V, rispettivamenteper la media e bassa tensione, ilche comporta l’eliminazione ditutti i sostegni in legno, la sosti-

tuzione degli isolatori, delle ap-parecchiature delle cabine e dei trasformatori e la costruzio-ne di altre cabine per i nuovi in-sediamenti.

Con dette realizzazioni l’in-cremento patrimoniale si evi-denziava alla chiusura di ogniesercizio, nel mentre il rendi-conto economico, pur di tuttatranquillità, non rifletteva lo svi-luppo reale delle Cooperativa inquanto, con l’accentuarsi dell’inflazione ed il continuo au-mento del costo del lavoro, ve-niva meno l’economicità di eser-cizio delle nostre centralinetanto che quella del Fontanonera stata chiusa sin dal 1968,con innegabile danno per losfruttamento delle risorse localie l’utilizzazione delle fonti ener-getiche rinnovabili.

Constatato quindi che la red-ditività economica di un impian-to idroelettrico è condizionatadal basso costo di esercizio(che implica non solo energiaprimaria a costi infimi ma anchela riduzione al minimo del per-sonale di conduzione, ripara-zione e manutenzione), si dedu-ce che per raggiungere taleobiettivo l’automazione è una

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via obbligata.Appare infatti impensabile, in

tempi in cui il “Robot” sostitui-sce l’uomo nell’industria mani-fatturiera, che una piccola cen-trale idroelettrica non possa es-sere gestita da un sistema auto-matico che consenta l’esercizionon presidiato dell’impianto e lariduzione al minimo degli inter-venti di esercizio e di manuten-zione, adottando macchine, ap-

parecchiature ed automatismisemplici, robusti ed affidabili.

Ovviamente tali considera-zioni valgono sia per il recuperoo il rifacimento di vecchi im-pianti, sia per le nuove realizza-zioni che dovranno essere at-tuate con componenti il più pos-sibile modulari e di serie. Presoatto delle nuove soluzioni tec-nologiche, venne decisa nel1978 ed a titolo sperimentale

l’automazione dei gruppo da205 Kw (ex Moscardo) fermo,come detto più sopra, dal 1968.Venne limitato peraltro l’inter-vento, in considerazione che almomento non esistevano solu-zioni tecniche relativamenteeconomiche, all’esercizio nonpresidiato dall’impianto, per cuiogni fuori servizio comporta l’in-tervento dei personale per la ri-messa in attività dei gruppo.

Entrato in servizio nel giugnodello stesso anno, l’impiantosuddetto funziona tutt’oggi re-golarmente e la produzionemedia è aumentata del 35% no-nostante la captazione di uncentinaio di litri d’acqua da par-te dell’acquedotto consorzialeAlto But.

Constatata la validità dellenuove tecnologie, preoccupatidell’obsolescenza del macchi-nario installato nella centrale diEnfretors e nell’intento di au-mentare ulteriormente la produ-zione, migliorando i rendimenticon l’installazione di una solamacchina in grado di turbinaretutta la portata di concessione,si pensò di installare un nuovogruppo in grado di funzionaresolo in esercizio automatico non presidiato, in quanto il forni-

Centrale di Enfretors

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Centrali 6

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tore dell’alternatore e del siste-ma di automazione non era almomento, nonostante le nostrereiterate insistenze, in grado difornirci l’apparecchiatura perl’avviamento in automatico delnuovo gruppo della potenza di2.090 Kw.

Entrato in servizio nel giugnodei 1980, con un aumento me-dio della produzione del 15%, ilgruppo ha risposto pienamentealle nostre aspettative anche serestava insoluto, al momento,l’avviamento in automatico.

Nonostante il sensibile incre-mento della produzione, dove-vamo pur sempre, in periodo dimagra (che si verifica normal-mente nei mesi di gennaio efebbraio) ricorrere ai prelievi dall’Enel, per cui nell’intento dicontenere tali prelievi, che au-mentavano di anno in anno, siconsiderò l’opportunità di in-stallare un nuovo gruppo auto-matico nella Centrale del Fonta-non. Esso doveva sfruttare nelperiodo invernale la poca ac-qua esistente, che si era ulte-riormente ridotta con la costru-zione dell’acquedotto consor-ziale Valle But e che non potevaessere sfruttata dal gruppo au-tomatizzato, e nei periodi di

morbida tutta l’acqua disponibi-le compatibilmente con la po-tenza dei due gruppi.

Dopo qualche riflessionevenne commissionato nel luglio’82 un gruppo con generatoreasincrono da 132 Kw completa-mente automatico, in grado diturbinare 300 l/s di acqua su un

salto di 60 metri, ottenuto am-pliando la sala macchine sotto-stante ai gruppi installati nel1913 che vennero rimossi ed inparte alienati, poiché una delleturbine ci è stata richiesta dallaDe Pretto Escher Wyss di Schioper essere collocata nell’ingres-so dei costruendi edifici di detta

Interno della centrale di Enfretors

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Centrali 7

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Società.Il 14 febbraio 1983 iniziarono

le prove ed il gruppo entrò inservizio il 25 dello stesso mese,consentendoci di aumentare laproduzione in periodo di magracon un incremento medio an-nuo dei 36%.

In considerazione degli ottimirisultati ottenuti con la tecnolo-gia applicata nel nuovo gruppo,che non solo consente l’eserci-zio non sorvegliato dell’impiantoma anche la rimessa in eser-cizio, in caso di anomalie dellarete che non determinino l’inter-vento dei dispositivi di blocco, sidecise, nell’agosto dello stessoanno, di aggiornare con talemetodologia anche il quadro dicomando dell’impianto di En-fretors, le apparecchiature deigruppi di riserva, ristrutturandonel contempo la relativa cabinadi trasformazione a 20 KV, co-sicché tutta la parte elettromec-canica dell’impianto nel giro ditre anni è stata sostituita ed ag-giornata secondo le nuove tec-niche.

Nelle “more” dell’approvazio-ne di una legge statale che con-sentisse di aumentare il tetto dei15 milioni di Kwh annui previsti

dalla legge istitutiva dell’Enel,venne affidato l’incarico di redi-gere un progetto di massima per derivare in località Enfretors,a valle dello scarico dell’omoni-ma centrale, le acque del tor-rente But per utilizzarle in unanuova centrale idroelettrica inlocalità “Museis” nel Comune diCercivento.

La nuova legge, nota come la308, venne approvata il 29 mag-gio 1982 e prevede per lacostruzione di nuovi impianti edil potenziamento di impianti esi-stenti, che utilizzino concessionidi piccole derivazioni di acqua,un contributo nella misura mas-sima del 30% della spesa docu-mentata e la possibilità per leimprese esercenti industrie elettriche di elevare la produzio-

ne fino a 40 milioni di Kwh.Completato il progetto di

massima ed aggiornato il pianoeconomico, in data 27 luglio ’82venne inoltrata alla DirezioneProvinciale dei Lavori Pubblici la domanda di concessionedella derivazione, susseguente-mente, le domande di finanzia-mento al FRIE ed all’IMI nonchéalla Regione per il contributo afondo perso, pari al 30% dellaspesa, previsto dagli art. 48 e49 della L.R. n. 30 del 23.07.84.

Espletate le varie pratiche, sti-pulati i contratti per i mutui FRIEed IMI, ottenuta la concessioneper la derivazione delle acque, ilavori vennero appaltati il4.12.1984 e, gestiti dal nostropersonale, proseguirono rego-larmente, tanto da consentirci il

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Centrali 8

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17 febbraio 1986 di avviare ilprimo gruppo ed il 14 giugno diinaugurare ufficialmente l’im-pianto che consentirà, con unapotenza media di 1.000 Kw, diottenere una produzione annuaaggirantesi sugli 8 milioni diKwh, per cui la nostra produzio-ne supera oggi i 20 milioni diKwh, con una potenza installatadi 4.000 Kw e media di 2.500.

Dopo 75 anni di attività ci ri-troviamo, quindi, con: tre im-pianti idroelettrici dotati di mac-

chinario nuovo e tecnologica-mente avanzato; 42 Km. di lineadi media tensione, recentemen-te ricostruite con tralicci o soste-gni in acciaio o c.a.; 4,5 Km. dilinee di media tensione interratecon cavo ad isolamento solido;40 cabine di trasformazione20.000/380 nuove o totalmenteristrutturate; 22 cabine di tra-sformazione a palo per una po-tenza complessiva installata di6.300 KVA, e da cui si dipartono31 Km. di linee di distribuzione,

in parte aeree con conduttori inrame nudo o in cavo isolato, inparte in cavi sotterranei.

Questo è il nostro biglietto davisita 75 anni dopo la costituzio-ne della Cooperativa. L’intendi-mento nostro, naturalmente, èquello di colmare al più prestoquel vuoto di 20 milioni di Kwhche ci è stato accordato dalla308 e che ci consentiranno, neltempo, di continuare a fornirealle iniziative locali energia abasso costo, nonché di intra-

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Trasporti 1

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prendere ulteriori iniziative a so-stegno dell’occupazione giova-nile cooperando così nel nostropiccolo allo sviluppo della pic-cola patria, onesta e laboriosa.

Dionisio MaierLa Secab ha operato, nella

sua lunga storia, anche per losviluppo costante della valle delBut, per le cui popolazioni si di-mostrava preoccupata dell’iso-lamento.

Sotto tale profilo, il suo con-siglio di amministrazione, so-stenuto peraltro sempre anchedalle amministrazioni comuna-li interessate, rispecchiava l’aspirazione di tutta la genteche richiedeva, e sperava di ot-tenere, facili comunicazioni.

Se ne trova riprova già nell’immediato dopoguerra(1919) quando le Giunte muni-cipali dell’Alto But hanno ap-punto incaricato la Secab dioperare per predisporre le prati-che per il servizio della ferrovia“Decauville” da Paluzza a Tol-mezzo per conto dei comuni. La pratica, con la relativadomanda, è stata prontamentepredisposta e inoltrata il 23

marzo del 1919 al Ministero deiLavori Pubblici e al ComandoSupremo. Si tenga presente chela guerra (la prima) mondiale siera chiusa da pochi mesi e nonera ancora stata smantellata lastruttura militare nel territorio.

L’anno successivo, e precisa-mente nell’agosto del 1920, an-che i Comuni della Val Deganohanno richiesto alla Secab di fa-re altrettanto per la tramvia Vil-

la Santina-Comeglians. Evi-dentemente la Società Elettricadava garanzie di efficienza da un lato; dall’altro le prospettivenel settore dei trasporti si face-vano strada con nuove mentali-tà e tecnologie. Si capiva chel’elettrificazione del serviziorappresentava il futuro per unagestione economicamente vali-da.

Da questa epoca, e fino agli

Sforzi per sostenere l’economia della zona

La benedizione della centrale di Museis

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Trasporti 2

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anni sessanta, il problema deltrasporto di persone soprattuttoè stato ben presente alla atten-zione degli amministratori dellaSecab.

Spesso c’era uno scambio diruoli tra Secab e Comuni inte-ressati, i quali per primi aveva-no delegato la questione allaSocietà. Dopo questo primopasso, è stata la Secab ad assu-mere il ruolo di pungolo per ar-rivare alla soluzione del proble-ma.

Nel 1922, ad esempio, la Se-cab ha indirizzato ai Comuniuna vibrata protesta per il ritar-do che si lamentava per la costi-tuzione di un consorzio inter-comunale per l’esercizio dellatramvia Paluzza-Tolmezzo.

Nel 1931, l’azione a difesadella tramvia si fa pressante eviene caratterizzata da una ri-chiesta formale di concessionedell’esercizio. Indirizzata al prefetto di Udine, la richiestaintende ottenere la gestione,subentrando ai Comuni, per unanno, a titolo d’esperimento. Per aversi un esercizio econo-mico, un apposito piano è statocommissionato all’ing. Federi-co Rinoldi.

Dovevasi trattare di una que-

stione molto sentita, sulla qua-le evidentemente si registrava-no pareri diversi o contrastanti.

Proprio per questi contrasti,infatti, l’allora presidente Bar-bacetto ha rassegnato le dimis-sioni nel novembre (il 5) 1931.

Intanto nell’anno successivoera già pronto il progetto per lacostruzione di una filovia elet-trica che collegasse Paluzza aTolmezzo.

Dai documenti non è facileconoscere il motivo per cui larelativa richiesta di concessio-ne governativa per la costruzio-ne ha dovuto attendere finoall’anno 1936 per essere inoltra-ta al Ministero dei Lavori Pub-blici. Sta di fatto che nel frat-tempo il Ministero delle Comu-nicazioni ha accordato la con-cessione del servizio automobi-listico Tolmezzo-Paluzza-Ti-mau alla Società Autoindu-striale Friulana (SAF). Tale concessione ha la durata fino al7 agosto 1945.

Nonostante questo, si insisteancora per la costruzione dellafilovia. Si tenta di risolvere talequestione d’intesa con la Coo-perativa Carnica, anche per laprospettiva che il servizio possa

essere esteso a tutto il territoriocarnico.

Nel 1938 arriva la doccia fred-da. Il Circolo Ferroviario diTrieste comunica che il Mini-stero delle Comunicazioni nonha accolto la domanda tesa adottenere la concessione dell’impianto e dell’esercizio dilinee filoviarie in Carnia.

Ma l’opera della Secab non siconclude qui.

Nell’immediato dopoguerra(precisamente nel 1947) si ripe-sca l’iniziativa e la Secab dà lasua adesione all’iniziativa di co-struire una filovia elettrica daPaluzza a Tolmezzo e sottoscri-ve n. 10 azioni da L. 5.000 a talescopo. L’iniziativa si esaurisce,senza conseguenze concrete, edei trasporti si tace fino al 1962.In tale anno la Secab è ancorachiamata in causa. Questa voltaè il consiglio di Valle But-Chiarsò che dà incarico alla Se-cab di predisporre un piano or-ganizzativo per la costituzionedi un Consorzio per la gestionedelle autolinee delle valli delBut e del Chìarsò.

Ormai però, l’organizzazionedel trasporto pubblico si sta av-viando lungo altre direttrici,

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con interventi legislativi fina-lizzati ad ottenere un coordina-mento generale del settore. Al-la Secab resta la buona coscien-za di avere sempre agitato il pro-blema, in prima persona, per evitare che la sua zona diattività rimanesse emarginata.

La Società Elettrica Coopera-tiva Alto But fin dalle origini nonsi è impegnata soltanto nellaproduzione e distribuzione dell’energia elettrica, ma haavuto particolare cura anchenella costruzione di impiantielettrici civili.

Dal 1913, infatti, tecnici edoperai della SECAB hanno ma-no a mano installato impiantid’illuminazione in tutte le casedell’Alto But e nel primo dopo-guerra, con l’utilizzazione dell’energia elettrica nelle bot-teghe artigiane e nei piccoli opifici della zona, sono stati eseguiti i primi impianti di tipoindustriale.

L’impiantistica moderna, pe-rò, ha avuto un notevole svilup-po nel secondo dopoguerra, quando le esigenze di rifare ra-dicalmente gli impianti di illumi-nazione pubblica hanno spinto i Comuni ad affrontare tale pro-

blema che, risolto, diede unvolto nuovo ai nostri paesi du-rante la notte.

Anche nelle piccole e medieindustrie della zona nonchénelle rinnovate fabbriche arti-gianali si applicarono nuovi ma-teriali e nuove tecniche, ren-dendo funzionali e sicuri gli im-pianti elettrici secondo le nuovenorme di legge in materia.

La SECAB anche in questocampo, sfruttando una pluride-cennale esperienza, ha cammi-nato con i tempi ed, istituendouna sezione “IMPIANTI” conpersonale di spiccata profes-sionalità, ha operato con suc-cesso non solo nell’Alto But, ma in tutta la Carnia, il Canal delFerro e Valcanale nonché nellaBassa Friulana.

La Società ha mirato costan-temente a due mete essenziali:raggiungere sempre più qualifì-cazione nel campo in menzio-ne (in modo da soddisfare allerichieste dei clienti) ed aumen-tare il numero degli operai percontribuire alla lotta contro ladisoccupazione.

Nella festosa ricorrenza del

Illuminazione campo sportivo di ArtaTerme

Impiantistica d’avanguardia

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Impiantistica 2

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75° della fondazione della SE-CAB, siamo lieti, pertanto, dipresentare ai Soci ed agli Esti-matori le mete raggiunte anchein questa importante attivitàdella nostra Cooperativa.

ED.L.Lo sviluppo tecnologico e

l’automazione che hanno inte-ressato con il passare degli an-ni l’attività di produzione e di-stribuzione di energia elettricadella nostra Cooperativa, haavuto come primaria conse-guenza una maggiore disponi-bilità di personale qualificato dapoter impiegare, data la sua no-tevole esperienza e professio-nalità, nell’esecuzione di lavoririguardanti la realizzazione diimpianti elettrici civili ed indu-striali, impianti di illuminazionepubblica, linee in MT e BT, cabi-

ne di trasformazione, il tutto siaper Enti Pubblici che per privati.

Inizialmente l’attività in questimolteplici settori era limitataall’esecuzione di lavori nell’am-bito dei sei Comuni dell’AltoBut, ma con il passare degli an-ni e con il prestigio acquisitonella realizzazione di opere dinotevole importanza si è potu-to, nell’ambito dell’organizza-zione aziendale, creare una“Sezione impianti” formata dapersonale altamente qualifica-to, che ci ha permesso nell’ulti-mo decennio di farci conosce-re maggiormente e di potereseguire una notevole mole dilavoro in tutti i Comuni dellaCarnia, Canal del Ferro, Valca-nale e, ultimamente, anche a Li-gnano Sabbiadoro.

IMPIANTI ELETTRICI CIVILI EDINDUSTRIALI

L’attività della nostra aziendanel settore degli impianti civili,che agli inizi degli anni cin-quanta era trainante, ha subitoultimamente nella nostra zonauna certa flessione, dovutaprincipalmente al fatto chemolti proprietari di edifici si “ar-rangiavano” in proprio ad ese-guire gli impianti elettrici, senzaavere la benché minima cono-scenza delle norme di attuazio-ne e in ciò, confortati, oltre chedalla minore spesa, anche dallacarente legislazione italianache non prevede attualmenteper gli impianti civili delle abita-zioni collaudi a fine lavori.

Dai Comuni dell’Alto But con gli impianti anche fuori Provincia

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Impiantistica 3

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Notevole impulso (in ciò age-volati dal continuo aggiorna-mento e dall’uso di nuovi e mo-derni materiali) si è avuto invecenel campo degli impianti indu-striali, realizzati nei laboratoriartigiani della zona e in indu-strie di primaria importanza del-la Carnia come la Seima Italia-na, la Carnica Gomma e la con-sorella Cooperativa Carnicatanto nel nuovo edificio adibito acentro direzionale e di raccol- ta di Tolmezzo che nella fattoriaOlimpia di Tauriano (Pn).

Oltre a ciò, per completare la

panoramica delle attività svolte,non possiamo dimenticare rea-lizzazioni importanti nell’ambitodi edifici di notevole pregio ar-chitettonico ed adibiti a Musei,quale il Palazzo Veneziano diMalborghetto, in cui oltre allarealizzazione degli impiantielettrici si sono eseguiti anchegli impianti di sicurezza ed an-tintrusion e a difesa del patrimo-nio artistico che in esso verràospitato. Zona PEEP - Paluzza

Sotto: Fattoria Olimpia Coopca a Tau-riano;a destra cantina; a sinistra: quadro distoccaggio cereali.

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Impiantistica 4

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IMPIANTI DI ILLUMINAZIONEPUBBLICA

Parallelamente al boom eco-nomico ed al successivo be-nessere della popolazionedegli anni 50/60, che ha porta-to in tutta Italia ed anche nellanostra provincia la volontà diadeguare le proprie abitazionialle nuove esigenze ed alnuovo clima economico, anchele Amministrazioni Comunali(seppur in molti casi con note-voli sforzi, mancando di ade-guati finanziamenti da partedello Stato) hanno progettato esuccessivamente realizzatoimpianti di illuminazione pubbli-ca. In quel tempo sostegni inferro e lampade a vapori dimercurio sostituirono i pali inlegno e i lampioni a gas o lelampade ad incandescenzausate fino allora per indicare aiviandanti notturni il tracciatodelle strade all’interno deipaesi. È stato un periodo dinotevole lavoro con gli impiantidi illuminazione pubblica che siinserivano e diventavano parteintegrante del paesaggio, conle prime linee di alimentazionein fili di rame, isolatori in vetro,

corpi illuminanti ed equipaggia-menti elettrici di poca resa.

La crisi energetica prima e ilterremoto, poi, hanno costrettoprogettisti e Comuni ad interve-nire nuovamente sugli impiantistessi, realizzando linee interra-te con conduttori isolati in ma-teriali termoplastici che offronominori difficoltà di posa, mag-giori garanzie di isolamento e didurata e a utilizzare parti elettri-che particolarmente efficienti,sia per ottenere migliori qualitàdi illuminazione delle strade, in-

teressate ora da un maggioretraffico veicolare, che per otti-mizzare i consumi.

Ed anche la Secab in questocampo ha avuto la sua partenella realizzazione, durante tuttiquesti anni, di impianti di illumi-nazione pubblica, che hannointeressato i Comuni più dispa-rati del Friuli, dai monti al mare.

Le migliori condizioni socialihanno portato, inoltre, nuoveesigenze nella vita quotidianadella popolazione, stimolando,quindi, anche le Amministrazio-ni Comunali alla costruzione di

Al centro la cabina di trasformazione prefabbricata in malga Promosio (per contoAzienda Regionale delle Foreste)

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Impiantistica 5

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aree polisportive che per ga-rantire un impiego agonisticodelle stesse, anche n’elle orenotturne, necessitavano diun’adeguata illuminazione.

Da qui la realizzazione di im-pianti di illuminazione nel poli-sportivo di Tarvisio, impiantotutt’ora valido e fiore all’occhiel-lo della Secab nonostante i tan-ti anni trascorsi dalla fine dei la-vori, e successivamente anchein quello del Comunale di ArtaTerme.

LINEE IN MEDIA TENSIONE ECABINE Di TRASFORMAZIONE

Compatibilmente alla neces-sità di assicurare un serviziocontinuativo in tutti i periodi dell’anno (in special modo nellastagione invernale) a utenzeubicate in zone fortemente in-nevate, come per esempio laMalga di Promosio o per soppe-rire alle richieste di allaccia-mento di vari impianti nel poloturistico dello Zoncolan, la Se-cab ha realizzato nell’ultimo de-cennio, per conto della Regio-ne Autonoma Friuli-Venezia

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Giulia, due elettrodotti alla ten-sione di 20 KV, opere ardue edimpegnative vista la particolaremorfologia del terreno e la mancanza di strade di accesso.

La linea che da Ravasclettogiunge alla Cima M. Zoncolandella lunghezza di mt. 2.150 èstata realizzata facendo uso disostegni a traliccio, con altezzauguale o superiore a 45 metriper evitare il taglio indiscrimina-

to di una larga fascia di boscointeressato dal tracciato, e fa-cendo uso di conduttori parti-colarmente resistenti (Allumo-veld) e ciò in considerazionedelle notevoli campate e deimanicotti di ghiaccio che si possono formare data la fortependenza della linea e le bassetemperature a cui tali zonesono soggette.

Dalla cima M. Zoncolan, doveè ubicata una cabina di trasfor-mazione e sezionamento in MTrealizzata in elementi prefabbri-cati in c.a.v., si dipartono 3.000mt. di linee in cavo ad isola-

A fianco: particolare cabina di trasfor-mazione per impianto di risalita delloZoncolan per conto dell'Ass.to Regio-nale al Turismo.

Elettrodotto Timau - Malga Promosio per conto Azienda Regionale delle Foreste.

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Impiantistica 7

mento solido che fanno capoad altre cabine di trasformazio-n eper l’alimentazione delle varieutenze poste nell’area sciistica.

Se per la realizzazione di taliopere si è dovuto fare ricorso atecniche costruttive ben note(vedi l’uso di teleferiche) aventi il pregio della semplicità e forsedel minor costo, nella costruzio-ne dell’elettrodotto sempre a 20 KV che da Timau raggiun-ge la Casera di Malga Promo-

sio e l’omonima cava di marmocon lo sviluppo di mt. 2.300 si ècercato, visto il poco tempo adisposizione e l’avanzata sta-gione autunnale, con l’uso dimoderni mezzi di trasporto, co-me l’elicottero, di ridurre i tempidi lavoro, ottenendo degli ottimirisultati nell’esecuzione deglistessi ed impegnando per unbreve periodo di tempo con mi-nori imprevisti e maggior conti-nuità un minor numero di per-sone.

Da quanto sopra esposto sipuò senz’altro dedurre che laSecab, nella sua struttura ope-rativa e con le sue attrezzature,dà ampia garanzia nella realiz-zazione di opere di primaria im-portanza, sia nella produzioneche nell’utilizzazione dell’ener-gia elettrica. Da qui l’auspicioche, soprattutto nel futuro, laSocietà sia maggiormente co-nosciuta al di fuori della Carniaper poter, acquisendo più lavorie commesse, garantire unamaggior occupazione a dimo-strazione, se ciò fosse ancoranecessario, di essere volanotrainante della povera econo-mia locale.

LINEE IN BASSA TENSIONE

Anche in questo settore, chepur essendo il più povero dalpunto di vista economico non èaltrettanto meno impegnativovisto le zone dove opera la Se-cab, sono state realizzate im-portanti opere quali elettrodottirurali, commissionati dalla Co-munità Montana della Carnia, aservizio di borgate carenti dienergia elettrica.

Basti ricordare l’elettrificazio-ne della zona di Vosie, inComune di Treppo Carnico,realizzata con sostegni tubolariin ferro zincato entro blocco difondazione, il tutto aviotraspor-tato, e l’elettrificazione delleborgate AIP, BRIET in Comunedi Paluzza, zone dove l’agricol-tura è regina.

Non va dimenticato, perchéal di fuori della nostra zona e

Nelle due foto in pagina: cabina di tra-sformazione a palo per la cava di mar-mo ditta Bertacco Pompeo - Promosio.

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non da tutti a conoscenza, l’im-portante lavoro svolto nella passata stagione invernale a Li-gnano Sabbiadoro dove si èeseguita l’elettrificazione delCampeggio Pino Mare di pro-prietà della Società ImpreseLignano.

Tali lavori consistevano nellarealizzazione di tutte le linee dialimentazione a servizio dellecolonne di distribuzione per icampeggiatori e delle linee diilluminazione dei vari viali all’in-terno del campeggio stesso.

Va ricordato, infine, anche inquesta occasione (come delresto in molte altre) l’encomia-bile comportamento delle mae-

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Struttura della Secab 1

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stranze che, nonostante le avverse condizioni atmosferiche hanno saputo rispettarei tempi di attuazione dei lavori convincendo della scelta effettuata sull’affidamentodell’appalto anche i più scettici e dubbiosi.

Roberto Maier

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Struttura della Secab 2

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PRIMO CONSIGLIO D’AMMINI-STRAZIONE

(25 giugno 1911)

LAZZARA DANIELEPRESIDENTE BARBACETTO nob. ANTONIO VICE PRESIDENTE BIANCHI MARZIOCONSIGLIERE DI VORA ALBINO »LAZZARA ROMANO »MARTINIS M.o GIULIO

»MATIZ M.o ANGELO »MOROCUTTI geom. OSVALDO »PLAZZOTTA ANTONIO »BELTRAME PIETRO SINDACOCARNIR LUIGI »PITTINO GIACOMO»BRUNETTI FERDINANDO SINDACO SUPPLENTE LAZZARA GIOBATTA»BRUNETTI MATTEO PROBIVIRO CAPELLARI don GIACOMO »

BARBACETTO OSVALDO »DI LENA EMIDIO SEGRETARIO

PRESIDENTI

LAZZARA DANIELE dal 1911 al 1914 MOROCUTTI geom. OSVALDO dal 1914 al 1919 MARTINIS M.o GIULIO dal 1919 al 1930 BARBACETTO nob. ANTONIO dal 1930 al 1931 UNFER rag. OTTAVIO dal 1931 al 1932 ZOTTON geom. cav. ILARIO DEODATO dal 1932 al 1944 MATIZ dir. did. ANGELO dal 1944 al 1945 DE FRANCESCHI VINCENZO dal 1945 al 1951 ZANIER cav. GIOVANNI dal 1951 al 1953MORASSI geom. DEODATO dal 1953 al 1955 SALON UMBERTO dal 1955 al 1956 CORTOLEZZIS cav. ELIO dal 1956 al 1967 GEREMIA dott. ALDO dal 1967 al 1978 DI LENA cav. uff. m.o EMILIO dal 1978 a tutt’oggi in carica

CONSIGLIERI

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Struttura della Secab 3

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in carica

COGNOME E NOME dal al

1 Barbacetto nob. Antonio 1911 1919 1921 1933 1941 19411949 1950

2 Bianchi Marzio 1911 1914 3 Lazzara Daniele 1911 1914

1916 1917 4 Lazzara Romano 1911 1912 5 Plazzotta Antonio 1911 1914 6 Di Vora Albino 1911 1914

1925 1942 7 Martinis m.o Giulio 1911 1931 8 Morocutti geom. Osvaldo 1911 1919 9 Matiz dir. did. Angelo 1911 1912

1925 1945 10 Della Pietra Giuseppe 1912 1924 11 Unfer Giuseppe 1912 1928 12 Puntel Antonio Toniz 1914 1917 13 Del Bon Osvaldo 1916 1920 14 Brunetti Osvaldo 1916 1939 15 Plazzotta Floreano 1919 1921 16 Lazzara Giobatta 1919 1922 17 Carnir Luigi 1919 1921 18 Zotton geom. cav. Ilario Diodato 1919 1944 19 Cortolezzis Simone 1921 1923 20 Delli Zotti Silvio 1923 1926 21 Delli Zotti Daniele 1923 1926 22 Pittino Artidoro 1926 1927

1935 1951 23 Unfer rag. Ottavio 1927 1932 24 Schiava Luigi Giuseppe 1927 1931

25 Della Pietra Epifanio 1929 1933 26 Brunetti Matteo 1931 1941 27 Moro Domenico 1932 1945 28 Zanier cav. Giovanni 1933 1965 29 Barbacetto p.i. Fabio 1935 1939 30 De Franceschi Fiorenzo 1939 1944 31 Craighero cav. m.o Lorenzo 1939 1944 32 Brunetti Andrea 1943 1944 33 Quaglia Giobatta 1943 1944

in carica

COGNOME E NOME dal al

34 Morassi geom. Deodato 1944 1970 35 De Franceschi Vincenzo 1945 1956 36 Maieron Emidio 1945 1952 37 Beltrame Osualdo 1945 1946 38 Unfer Nicolò 1945 1948 39 Cortolezzis cav. Elio 1947 1967 40 Sindaco di Ligosullo 1947 1949 41 Sindaco di Ravascletto 1947 1948 42 Unfer Giovanni 1949 1951 43 Morocutti geom. Ottavio 1949 1949 44 Salon Umberto 1950 1956 45 Di Lena Mario-Doro 1950 1953 46 Cortolezzis Luigi 1951 1954 47 Primus Derigi 1951 1954 48 Urbano m.o Guerrino 1952 1954 49 Della Pietra Orlando 1952 1978 50 Englaro Romolo 1954 1978 51 Brunetti Ferdinando 1955 1967 52 Craighero Osualdo 1955 1958 53 Geremia dott. Aldo 1956 1978 54 Maieron comm. m.o Gerardo 1957 1966 55 Morocutti Celestino 1958 1959

SINDACI

NOTA: I Sindaci segnati con l’asterisco hanno ricoperto la carica di Presidente del Collegio Sindacale.

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Struttura della Secab 4

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19 Bisbini dott. Giuseppe

1925 1927

20 Santoro dott. Giuseppe *

1927 1944

21 Caufin Guido

1927 1933

22 Mussinano Lino

1933 1936

1946 1952

23 Lazzara Innocente *

1933 1974

in carica

COGNOME E NOME

dal al

56 Craighero Giovanni 1961 1970 57 Di Lena cav. uff. m.o Emilio 1965 in carica 58 Giorgessi cav. rag. Daniele 1967 1981 59 Carpenedo dott. Vittorio 1967 1976 60 Pittino Alceo 1968 1968 61 Delli Zotti rag. Luigi 1968 in carica 62 Matiz cav. uff. Alfredo 1970 in carica 63 Spinelli rag. Gianfranco 1970 1975 64 Ortobelli cav. Angelo 1975 in carica 65 Della Pietra cav. uff. Dario 1976 in carica 66 Zanier prof. Emidio 1978 1979 67 Ortis cav. Renato 1978 in carica 68 Morocutti Virgilio 1978 1982 69 Di Centa cav. Aldo 1980 in carica70 Giorgessi Mattia 1981 in carica 71 Sindaco di Ligosullo 1983 1984 72 Craighero Sergio 1985 in carica

in carica

COGNOME E NOME dal al

1 Beltrame Pietro 1911 1919

2 Brunetti Ferdinando 1911 1912

3 Carnir Luigi 1911 1912

4 Lazzara Giobatta 1911 1912

5 Pittino Giacomo 1911 1912

6 Brunetti Matteo 1912 1923

7 Cristofoli Lorenzo 1912 1914

8 Di Ronco Celestino 1912 1913

9 Muser Pietro 1912 1916

10 Delli Zotti Pietro 1914 1919

11 Lazzara Romano 1916 1933

12 Brovedani Luigi 1916 1921

13 Englaro Giovanni 1919 1924

14 Cortolezzis Luigi 1919 1921

15 Matiz dir. did. Angelo 1921 1923

16 Morocutti Pietro 1921 1925

17 De Franceschi Vincenzo 1923 1933

18 Englaro Giovanni Amadio 1924 1933

24 Barbacetto p.i. Fabio 1934 1935

25 Ortis Venanzio 1935 1940

26 De Franceschi geom. Ettore * 1937 1944

27 Scabbia rag. Guido 1937 1941

28 De Franceschi Paolo * 1941 1957

29 Salon Umberto 1943 1946

30 Vanino Giobatta 1945 1952

31 Di Centa Giacomo 1946 1951

32 Pittino Alceo 1952 1955

33 De Stales Celestino 1952 1962

34 Delli Zotti cav. uff. geom. Allerino 1952 1953

35 De Franceschi geom. Giovanni * 1956 1961

36 Englaro Duilio 1955 1979

37 Matiz cav. Gelindo 1958 1979

38 Di Centa cav. Aldo * 1961 1979

SEGRETARI DIRETTORI TECNICI

PROBIVIRI

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Struttura della Secab 5

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39 Morassi geom. Pacifico 1964 1978

40 Toch Rinaldo * 1979 in carica

41 Lazzara Giovanni 1979 in carica

42 Matiz Fabio 1979 in carica

43 Malattia Cleto 1979 1985

44 Plazzotta Severino 1979 1985

45 Bulliano Armando 1985 in carica

46 Di Centa Adriano 1985 in carica

in carica

COGNOME E NOME dal al

1 Barbacetto cav. Osualdo 1911 1921 2 Cappellari don Giacomo 1911 1912 3 Brunetti Matteo 1911 1912 4 Gonano avv. Emilio 1912 1914 5 Del Bon Osualdo 1912 1913 6 Matiz Angelo 1916 1919 7 Mareschi avv. Lodovico 1919 1925 8 De Cillia cav. Antonio 1919 1927 9 Craighero m.o Lorenzo 1921 1933

1951 1952 10 Bisbini dott. Giuseppe 1925 1927 11 De Cillia Arturo 1927 1938 12 Morassi geom. Benigno 1927 1942 13 Carpenedo dott. Giuseppe 1933 1936 14 Lazzara Romano 1939 1951

in carica

COGNOME E NOME dal al

15 Barbacetto nob. Attilio 1941 1944 16 Morassi geom. Deodato 1944 1944 17 Del Bon Osualdo 1945 1951 18 Di Centa Giobatta 1945 1951

19 Geremia dott. Aldo 1951 1956 20 Zotton cav. geom. Deodato 1951 1953

1957 1961 21 Pasqualis dott. Amerigo 1953 1956 22 Marpillero avv. Vittore 1954 1959 23 Moro avv. Giobatta 1957 1959 24 Vanino avv. Renato 1960 in carica 25 Plazzotta avv. Augusto 1960 in carica 26 Caufin Guido 1972 1980 27 Del Negro dott. Martino 1981 in carica

Se la SECAB in 75 anni di vita ha raggiuntoambiti traguardi nella produzione e distribuzio-nedell’energia elettrica nell’Alto But e nell’impianti-stica civile ed industriale può considerarsi all’a-vanguardia, lo si deve an-che ai qualificati dirigen-ti e maestranze che dal 1911 ad oggi hanno opera-to, nella stragran- de maggioranza, con spiccataprofessionalità non disgiunta da encomiabile fedeltà alla Cooperativa di cui sono stati o sono tuttora dipen-denti.

Nella lieta ricorrenza del 75º ci pare, pertanto,cosa buona e giusta ricordare coloro che hannocontribuito con il loro lavo- ro alle fortune dellaSocietà, dagli albori ai nostri giorni.

in carica

COGNOME E NOME dal al

1 Di Lena Emidio 1911 1924 2 De Franceschi Daniele 1924 1949 3 Maier p.i. m.d.l. Dionisio 1949 in carica

in carica

COGNOME E NOME dal al

DIPENDENTI

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Secab in poesia 1

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........ domandi la peraule:

.... un socio fondator:biele, la lûs eletriche, tant comude, in t’un mâl, e pûr cence ferâl no poss lâ a ciase.

.... il gial:ca’ a veri dì a ogn’ore ..... se voi daûr di lôr mi seci il glutidôr par ciantá l’albe.

.... un zovin:cun jè, viout i siei vôi, il so biel ridi, e pûr quant ch’a si reste a scûra l’é un grum miôr.

.... il muini:comude la limpidine ch’a lus di dì e di gnót..... ma intant, il gnò spergot, lu piert iò.

... un sindic:manciave nome cheste, par gioldi la mê Siore;la lûs… ch’a iodi l’ore quant chi veri dongie.

.... un Utent:

la spade misteriose?! in fonz a é une crous .....e il biat client moróus; ‘1 sa tant ch’a pese.

UN SOCIO

Paluce XV e XXV

La Secab anche ...in poesia!!!

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Secab in poesia 2

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Al ven iù il Fontanon dut alegri, sunsurant e al vecio But i dîs in só lenghe, ciantuzant:

A Paluce voi ce’ gionde, Grande sagre di famee par un fat che di sicur si po’ fâsi marivêê!!

A son za vincecinq agn che un conses di volontât si unì cun decision di formâ ne’ Societât;

Di fá luus cu la me fuarze, energie pai motors, par iuda la biade int e lenì i lôr sudors

Ce tanc agn in dut chest timp! Ce progres fat cun amôr! A si viot t’e alte Cjargne la passion i’ tal lavor.

Un salut o voi mandâ a prisint Ministrazion ch’é tignude e governade dal Geometra Zotton.

Paluce 31 Gennar 1937

Conseade da Sualdin, da Sior Teu dai Brunez, e Di Vore ser Albin e da Angelo Matez .....

e da Moro Sior Domini da Pittini Artidoro, da Sior Zanier e Nocent e dal nestri ciár Santoro.

E ce tant che’ bujne l’opre Di Sior Fabio Barbaceit, Di Venanzio da Pontaibe, E di Sior Bepo Ciarpeneit

Di De Cillie Sior Arturo di Benigno det Moras President da l’Assemblee Seti in batule che in fats;

Un salut al Segretari Di che brave Societat a’impiegaz e dipendenz e a duc i Ministraz.

E tu But continue simpri a judami in ta fadie, E cussì iò ven content Jù cun tei in Furlanie.

Un socio né vecio né zovin f.to Giovanni Delli Zotti Caribaldi

Pas noces d’arint da Societat Eletriche da l’Alto But

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Secab in poesia 3

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Voi a l’è il Cinquantenari di chest nosti sodalizi, che rivât l’è fin cà cul lavôr e sacrifizi!

E par chest, tant a mèrte onoràt conosciment il sò vecjo e fedêl personal dipendent!

Dipendenz che in pâs e in uere, cul bon timp e cun trist timp, àn dât dute l’energie dai miòr agn, ben s’intint.

Eco il cùc da l’aziende (e a chì a l’è det dut)trentedoi su chei registros an d’à faz di agn Nelut

De Franceschi da Naunine, Segretari in pension; vèvis di jodilu a scrivi cun ce gelose prezision!

E il nobil di Colone? Trentecinc! ze om d’inzegn: une lastre d’un ferâl a ta fâs ancie di len!

Vèis capît, l’è Costandin, il terôr dai bias garzons: “brute raze osteade no capîs? ma sèis çiastrons!”

E manute di chitare il bon Paloni? Ce soldàt! un avanzo di trincèe (il biât om l’è mutilât)!

Si capìs, cumò al polse, an d’à faz ben vinçievot un daûr l’âti cu 1a lûs,ma cumò al gio1t il got!

Barbarize, Barbazeit (Pieri Pecul da Monai) ti comede fors e fiers cun chês mans plenes dicai!

L’è un vecio combattent, da la prime mondiâl, Cime ùndis e Cime dòdis Lu conossin ben, no mâ1.

Eco Oreste Ciase nove, trentetrei l’à di servizi di agnuz cu’ l’aziende, simpri sot, cun sacrifizi.

Cu la “Julie” in Albanie a l’à fate la campagne,ancie lui l’è ...litricist, (anzi al most i dîs ...Scampagne)!

Chì vìn Craiglier Liusan: iò sei tant maraveât, duç’ lu clamin Mestri Just, ma mi pár c’a l’è ...sba-gliât!

Vinçievot a piduline an d’à faz di agn il biât, ma cumò, no lu saveiso? l’è cui fì motorizât!

Ches’cà son i veteransche tal cûr o vìn a ciâr;àn portát calôr e lûsin ogni nosti fogolâr!

CARIBALDI

I VETERANS DA SOCIETÂT ELETRICHE

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Alto But – Immagini e Folclore 1

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Immagini e folclore

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Alto But – Immagini e Folclore 2

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Alto But: visioni e folclore; immagi-ni di paesi dalla delicata bellezza, divalli fatte di verde, di monti bianchi diroccia. Ma anche, dentro i paesi,esempi di antica e semplice civiltà, diuna cultura basata sulla fede e sul ri-spetto e l’amore della natura. Fiori che dipingono di tinte vivaci balconi,pareti e cortili. Arnesi di lavoro cheancora resistono nella civiltà dellamacchina. Architettura di sempliceconcezione fondata sulla resistenzadella pietra e sul suo dominio. Richia-mi, nei campanili, di contatti pacifici esimbiotici con altri popoli.

E bimbi, fiori di lunga stagione, cheriempiono di voci innocenti e argenti-ne l’ambiente che non vuole nè puòvenire contaminato. Così i colori deifiori e la purezza delle immagini si ri-petono nei panorami dei paesi e dellevalli, in una varietà che incanta, dalladolce Valcalda all’ardita Val Pontaiba,dai crinali leggeri che scendono ver-so la “grande acqua” alle maestose

montagne, imponenti e severe, aguardia di tutto.

Così diamo uno sguardo, rapido eattento a questi nostripaesi e a questiloro meravigliosi angoli. Per ritem-prarci, certamente, ma anche per av-vertirne il giusto orgoglio.

L’armonia della natura, la vivacitàdei colori, la solidarietà dell’originecomune, la tenacia che i monti richia-mano: tutto questo ha aiutato a crea-re negli abitanti la voglia e la determi-natezza per costruire la Secab. Nonper caso... Cerchiamo di scoprirne leragioni profonde.

Comune di PaluzzaIl Moscardo col Pizzo Timau.Frazione di Timau.

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Fiori a Timau.

Bambini a Cleulis.

Comune di PaluzzaFrazione di Cleulis.

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Sopra: Balcone fiorito a Ligosullo.A fianco: Ligosullo: frazione di Murzalis.Sotto: La valle Pontaiba vista da Ligosullo.

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Guglia della chiesadi Treppo Carnico.

Treppo CarnicoFrazione di Tausia.

Veduta di Treppo Carnico.

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Treppo CarnicoFrazione di Zenodis.

Comune di PaluzzaCasteons.

Comune di Paluzza - Casali Sega.

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RavasclettoVeduta della Valcalda.

RavasclettoVeduta di Zovellodallo Zoncolan.

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RavasclettoPanorama.

RavasclettoAffresco a Zovello.

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CerciventoCase a Di Sopra.

Cercivento – Panorama.

Cercivento La fariedi Checo.

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Sutrio – Architetturatipica ad archi.

Sutrio – particolare dicasa contadina.

Sutrio – Panorama.

Sutrio Angolo caratteristico.

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Comune di PaluzzaAntico arco a Rivo.

Comune di PaluzzaFrazione di Rivo.

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Paluzza – Veduta tipica.

Paluzza Festadi San Giacomo.

Paluzza Panorama consullo sfondo Naunina.

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75º Secab – Indice

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- I N D I C E -

Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5Introduzione del Presidente. . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7La storia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 11I soci fondatori (12)Le centrali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 47I trasporti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 55Impiantistica c/terzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 57Incremento soci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 65Incremento produzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 66Incremento vendite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 67Dove opera la Secab . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 68Incremento consumi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 70Incremento introiti - utenze. . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 71Consumi per Comuni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 72Incremento patrimonio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 73Struttura della società

presidenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 74consiglieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 75sindaci. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 76probiviri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 77segretari e direttori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 77dipendenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 78

Hanno scritto di noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 79La Secab in poesia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 80Immagini e folclore dell'Alto But . . . . . . . . . . . . . pag. 83