40 anni di scoutismo a Cimadolmo

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48 OPUSCOLO CELEBRATIVO DEL QUARANTENNALE DI SCOUTISMO A CIMADOLMO. DIFFUSIONE GRATUITA. MARZO 2011 “L’ACQUA VIVA” “L’ACQUA VIVA” “L’ACQUA VIVA” “L’ACQUA VIVA” (Canto del Gruppo Cimadolmo 1°) (Canto del Gruppo Cimadolmo 1°) (Canto del Gruppo Cimadolmo 1°) (Canto del Gruppo Cimadolmo 1°) Ascolta il canto, la canzone lieta Della sorgente nascosta e quieta: a tutti parla di felicità, che divisa con gli altri più gioia darà Senti tu? Senti tu? Della pista il richiamo, di strade e sentieri che dicono: vieni? Soli non siamo se uniti restiam, del mattino la Stella ci guida al doman. Di pietà, speranze, di grevi memorie Il fiume che scorre raccoglie le storie; ancora dà vita all’uva ed al grano: ci daran pane, ci daranno vino! Vien con noi! Stai con noi! Ascolta il richiamo, unisciti al canto dei fratelli tuoi! (testo a cura di Stefano Longhi) ASSOCIAZIONE ITALIANA GUIDE E SCOUTS d’EUROPA CATTOLICI DELLA FEDERAZIONE DELLO SCOUTISMO EUROPEO

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Libretto del 40esimo anno degli scout a Cimadolmo - stampabile

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O P U S C O L O C E L E B R A T I V O D E L Q U A R A N T E N N A L E D I

S C O U T I S M O A C I M A D O L M O .

D I F F U S I O N E G R A T U I T A . M A R Z O 2 0 1 1

“L’ACQUA VIVA”“L’ACQUA VIVA”“L’ACQUA VIVA”“L’ACQUA VIVA”

(Canto del Gruppo Cimadolmo 1°)(Canto del Gruppo Cimadolmo 1°)(Canto del Gruppo Cimadolmo 1°)(Canto del Gruppo Cimadolmo 1°)

Ascolta il canto, la canzone lieta

Della sorgente nascosta e quieta:

a tutti parla di felicità,

che divisa con gli altri più gioia darà

Senti tu?

Senti tu?

Della pista il richiamo, di strade e sentieri

che dicono: vieni?

Soli non siamo se uniti restiam,

del mattino la Stella ci guida al doman.

Di pietà, speranze, di grevi memorie

Il fiume che scorre raccoglie le storie;

ancora dà vita all’uva ed al grano:

ci daran pane, ci daranno vino!

Vien con noi!

Stai con noi!

Ascolta il richiamo, unisciti al canto

dei fratelli tuoi!

(testo a cura di Stefano Longhi)

ASSOCIAZIONE ITALIANA GUIDE E SCOUTS d’EUROPA CATTOLICI

DELLA FEDERAZIONE DELLO SCOUTISMO EUROPEO

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“Dietro di voi lasciate una traccia del vostro passaggio in questo mon-do, che ve ne accorgiate o no, chiunque voi siate, o dovunque andiate, state lasciando dietro di voi una traccia. Altri la noteranno e potranno seguirla. Può essere una traccia che conduce al bene, oppure può portare fuori strada. Ciò dipende da voi … La vostra traccia è segnata da azioni, dalle frasi che dite e dalle parole che scrivete" Baden Powell

Ognuno di noi lascia dietro di se una traccia. In quarant’anni tanti hanno percorso questo sentiero, lasciando dietro di sé esperienze che hanno fatto crescere lo scoutismo a Cimadolmo. Gli scout di oggi seguono una traccia segnata dai loro capi e da chi è venuto prima di loro, ma lasciano anch’essi una pista che chi verrà dopo di loro seguirà. Le pietre disposte a modo di scaletta sul sentiero, sono un “segno di pista”, una tecnica scout che viene utilizzata per lasciare dei segnali-messaggi sul cammino a chi ci segue. Le pietre così disposte, nel linguaggio dei segni di pista, indicano la giusta via da seguire, come a dire “sei sulla giusta strada”. Anche il nostro cammino è un sentiero che tutti contribuiscono a co-struire lasciando la loro piccola impronta. Buona Strada Il Gruppo Cimadolmo 1

In copertina il logo del quarantennale disegnato da Michele Beraldo e digitalizzato da Simone Mazzer

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malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…." Il pic-colo principe ritornò l'indomani." Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. " Se tu vieni, per esempio, tutti i pomerig-gi, alle quattro, dalle tre io comin-cerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, inco-mincerò ad agitarmi e ad inquie-tarmi; scoprirò il prezzo della feli-cità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci voglio-no i riti". " Che cos'è un rito?" dis-se il piccolo principe. " Anche que-sta è una cosa da tempo dimenti-cata", disse la volpe. " E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il gio-vedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cac-ciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomigliereb-bero tutti, e non avrei mai vacan-za". Così il piccolo principe addo-mesticò la volpe. Rimasi colpito dal rituale che la volpe raccontava al piccolo princi-pe, e del legame che si era creato tra di loro, un legame di amicizia. Mi tornarono alla mente alcuni momenti del campo estivo appena passato, quando ci aiutavamo nelle difficoltà, mi ricordo che ab-biamo tirato insieme il telone della cucina sotto la pioggia, le chiac-chierate attorno al fuoco di bivac-co, la condivisione delle mie idee e opinioni, le grandi risate fatte in squadriglia durante il pranzo, le relazioni... Dopo una lunga pausa fatta di ricordi che sfrecciavano nella men-te, ritornai in me, chiusi il libro e mi ripromisi di portare questo

strano racconto alla riunione di alta squadriglia, che si svolgeva la sera stessa. Giunta la sera, andai a riunione e non poco titubante (ero un po’ timido) mi avvicinai al capo riparto per chiedere se potevo condividere questo racconto che avevo letto. Il capo riparto accolse la mia richie-sta con un grande sorriso e dopo la preghiera di inizio riunione mi passò la parola. Con gli occhi pun-tati dei capi e vice capi squadriglia del riparto, cominciai a leggere il racconto. Tra l’alta squadriglia c’erano alcuni che avevano una faccia un po’ dubbiosa, come se non avessero capito o non fossero stati attenti. C’era un silenzio strano nella sede, di solito c’era sempre un brusio di sottofondo. Il capo riparto inter-rompe questo silenzio chiedendo-mi perché avevo voluto condivide-re questo racconto. Io risposi per-ché mi aveva ricordato le avventu-re e le amicizie vissute al campo e in generale nella squadriglia. Lui riprese: “L’amicizia è una cosa importante, le relazioni sono una cosa importante, non dobbiamo mai dimenticarcelo. Come non dobbiamo dimenticare che la vera amicizia, la vera fraternità scout c’è l’ha insegnata Nostro Signore Gesù, come ci ricorda il Vangelo e la relazione di amicizia stretta che aveva con i suoi discepoli. L’amici-zia e le relazioni sono un dono di Gesù e vanno coltivate e custodite se vogliamo che crescano e porti-no frutto.

Brano di riferimento tratto dal libro “Il piccolo principe” di Antoine De Saint-Exupéry

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Era una giornata fredda e grigia d’inverno e stavo tornando a casa da scuola come tutti i pomeriggi. Entrai in casa e dopo aver appog-giato lo zaino, mi sedetti a tavola affamato. Finito il meritato pranzo, mi appartai in camera mia per studiare e fare i compiti per casa. La voglia non era molta, quindi preferii ripiegare sulla lettura di un libro che da tempo ormai si trova-va sepolto dalla polvere in un an-golo oscuro della mia stanza. In quel pomeriggio trovai lo slancio per leggerlo. Era un libro alquanto strano: parlava di un ragazzo che aveva più o meno la mia età, ed era un principe. Dopo un po’ di diffidenza iniziale, cominciai a di-vorare il libro, pagina dopo pagina. Ad un certo punto rimasi colpito, quasi paralizzato, da un racconto del libro che avevo letto: In quel momento apparve la vol-pe. "Buon giorno", disse la volpe. "Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno. "Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…." "Chi sei?" domandò il piccolo prin-cipe, " sei molto carino…" "Sono la volpe", disse la volpe. " Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata". Ma dopo un momento di riflessione il piccolo principe soggiunse: " Che cosa vuol dire addomestica-re?" " E' una cosa da molto dimen-ticata. Vuol dire creare dei lega-mi… disse la volpe” " Creare dei legami?". "Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a cento-

mila volpi. Ma se tu mi addomesti-chi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo." "Non c'è niente di perfet-to", sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea: " La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la cac-cia a me .Tutte le galline si asso-migliano, e tutti gli uomini si asso-migliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita, sarà come illuminata. Cono-scerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai ad-domesticato. Il grano, che è dora-to, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…" La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:" Per favore …..addomesticami", disse. “Non si conoscono che le cose che si ad-domesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma sic-come non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addo-mesticami!" " Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe. " Bi-sogna essere molto pazienti", ri-spose la volpe. " In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di

Creare dei Legami?Creare dei Legami?Creare dei Legami?Creare dei Legami?

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1970."Qui comincia l'avventura", è il caso proprio di dirlo, e pensa-re che da come è iniziata nessuno ci avrebbe scommesso, nessuno tranne uno, Don Sebastiano Zor-dan, arrivato a Cimadolmo nel Settembre del 1969 come cappel-lano. In quegli anni non esisteva in paese nessuna associazione gio-vanile, e tutti gli sforzi in questo senso incontravano molto scetti-cismo, se non addirittura della contrapposizione. Comunque forte della esperienza vissuta con il gruppo Scorzè 1, Don Sebastiano non si perse d'animo e iniziò con non poche difficoltà di sposta-menti, a far conoscere il metodo scout ad alcuni ragazzi inizial-mente inseriti nelle squadriglie del Riparto di Scorzè. Grazie al costante impegno dei capi di Scorzè e di Don Sebastia-no inizialmente aiutato anche dal maestro Bassetto, la proposta cominciò ad allargarsi ad altri ragazzi fino a costituire nel 1973 la prima squadriglia libera di Ci-madolmo. Dal carnet di Don Sebastiano: “Dicevo il 25 aprile del 1970, vorrei che la gioia, l'entusiasmo degli amici di Scorzè fossero capi-ti anche dai ragazzi del Comune di Cimadolmo, che comprende Stabiuzzo e S. Michele . Essi non hanno mai avuto la fortuna di avere dei capi, un ambiente come voi di Scorzè; ma sul vostro esempio, che oggi darete, e in seguito nei prossimi incontri, spe-cialmente nel campo estivo, che speriamo di fare insieme, allora voi trasfonderete in loro il vostro entusiasmo, le vostre convinzio-

ni... e per questo io prego il Si-gnore e in lui spero... E così è avvenuto... Lode e onore a te, Signore Gesù, Grazie, Signo-re Gesù... Dopo aver partecipato al Campo fatto a Danta di Cadore nel luglio del 1970, il 1° settembre dello stesso anno si è incominciato ad organizzare un poco le squadri-glie. Giustamente però, come osserva-vo con Silvano Ongaro, le due squadriglie prendono l'avvio uffi-ciale il 16 Settembre del 1971, assumendo il nome: Sq. PANTERE e Sq. AQUILE. La prima (Pantere) aveva come capo Gianni Giacomini , la secon-da (Aquile) aveva come capo Franco Lucchetta, nella quale c'era anche Silvano Ongaro. Da ricordare che il suo nome ri-sulta ancora tra parentesi si capi-sce che era ancora indeciso sulla scelta da fare. Si è lavorato per il campo estivo del 1972, fatto a forcella Aurina. Per una esigenza pratica il 18 Ottobre 1972, ci siamo collegati con i capi del Riparto di S. Maria del Rovere; ai quali insieme a quelli di Scorzè va un sincero ringraziamento per tutto il soste-gno, che hanno dato ai fratelli più giovani di Cimadolmo e va loro dato anche un sentito applauso. Da questo breve richiamo storico mi tornano in mente le parole del Profeta "Dice il Signore Dio : Anch'io prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami coglierò un ramoscello ogni volatile all'ombra dei suoi rami riposerà”. (Ez. 17, 22-23) Questa parola del Profeta ci dice che dobbiamo lasciare che il Si-gnore faccia lui, perchè lui ha

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sempre un progetto e che tante volte è diverso dal nostro” E’ il 1975 quando la squadriglia libera di Cimadolmo viene aggre-gata al Riparto di San Liberale. Gli scout di allora partecipano alle attività recandosi ogni Domenica in bicicletta fino a Treviso, indi-pendente dalle condizioni atmo-sferiche solo per lo spirito di av-ventura superando qualsiasi for-ma di pigrizia. Nel 1975, Don Sebastiano fonda-tore del gruppo, si sposta a Pre-ganziol, ma il seme piantato, era germogliato: così pur con qualche difficoltà superata in particolar modo dall'allora Capo Riparto di San Liberale, Nevio Saracco, la squadriglia libera ebbe modo di continuare la sua attività e di far conoscere la nuova esperienza sempre a nuovi amici. Erano gli anni della fusione del ASCI e AGI nella nuova associa-zione Italiana AGESCI, i capi del gruppo TV 2° di cui Cimadolmo faceva parte decisero di non ade-rire a questa nuova associazione e diedero vita assieme ad altri gruppi di Treviso ai “Gruppi e Ceppi Scout” fino ad approdare nel 1976 nella Associazione Italia-na Guide e Scouts d'Europa Cat-tolici (della Federazione dello Scautismo Europeo - FSE) costi-tuitasi in quell’anno a Roma. Dal 1976 iniziò per i più vecchi la vita nel Clan dell’Owest, il gruppo più maturo quello dove si comin-cia a valutare la possibilità del servizio. E’ in quell’anno che i Rover per la prima volta prendono parte al campo scuola della neonata asso-ciazione a Montegemoli e al primo campo mobile nazionale nel Bellu-nese (F.lla Lavardet) Dopo tanti anni di attività con i vari gruppi di Treviso, finalmente

il 28 settembre 2003 in occasione della uscita dei passaggi, é avve-nuto il distacco delle nostre unità dal Gruppo TV 3° per la formazio-ne del Gruppo di Cimadolmo, una tappa importante che viene dopo 32 anni di scoutismo che permet-te ai nostri capi una maggiore autonomia. Il Gruppo Cimadolmo 1° prende il nome: “ Dell’Acqua Viva” . Dietro a questo titolo ci sono si-gnificati profondi maturati da una riflessione alla luce delle Parola di Dio, in particolare in riferimento al versetto del Vangelo di Giovan-ni 4,10: “Gesù le rispose (alla samaritana) - se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice “dammi da bere”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Gesù usa l’immagine della fonte dell’ acqua viva per descrivere la vita nello Spirito. Il nostro fazzolettone di gruppo ci ricorderà: Il turchino colore dell’acqua e il rosso colore del fuoco dello Spi-rito Santo. Per i capi diventa simbolo del costante impegno nella ricerca del contatto con Dio, di bere alla sua acqua viva perché diventi sor-gente che zampilla per la vita eterna (Gv 4,12). L’acqua è per il nostro paese e per i paesi dei ragazzi delle nostre unità un elemento caratteristico del territorio (la Piave, la Negrisia la cui sorgente è a Cimadolmo). La fonte di “acqua viva” sgorga spontaneamente e possiede una rara potenza, trasporta ,spinge, scava. Spontaneamente (vivere l’av-ventura) Lo scoutismo non è una scienza

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"destino di questi popoli ... in maniera migliore, secondo la pro-fonda identità e per il bene di tutti ... nel rispetto delle diverse correnti di civilizzazione e delle competenze proprie della società civile". Tratto dal sito: www.fse.it

Alzabandiera all’uscita dei passaggi 2010

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dell'Associazione. L'educazione differenziata è det-tata dal voler rispettare e arric-chire gli elementi tipici delle due personalità, maschile e femminile, ma non può essere fine a se stes-sa, risultando così uno sterile schematismo. Esso è proprio della fase iniziale della formazione e deve sfociare in una successiva fase di incontro e di collaborazio-ne, la cui caratteristica è lo scam-bio delle ricchezze proprie rispet-tivamente delle ragazze e dei ragazzi, la mutua interazione psi-cologica, affettiva, culturale e spirituale. L'intereducazione propone un rapporto di viva interazione tra persone specificatamente diverse. Altri aspetti dell'intereducazione sono l'apertura, intesa come tra-smissione di vita autentica e ge-neroso dono di sé, e la gradualità, intesa come rispetto delle leggi di sviluppo e crescita della persona. ...DI LAICI In quanto i componenti dell'Asso-ciazione, quali laici nella Chiesa-Popolo di Dio "hanno la loro parte attiva nella vita e nell'azione della Chiesa" partecipando "con animo concorde per cooperare alla in-staurazione e perfezionamento dell'ordine temporale" nella sfera di azione che è loro congeniale, cioè la gioventù, la famiglia e la società civile nazionale ed inter-nazionale. L'Associazione è quindi un'unione di laici "impegnati ad esercitare un apostolato individuale nelle diverse condizioni della loro vita" e un apostolato associativo, per essere di esempio e di utilità agli altri e contribuire all'azione salvi-fica della Chiesa. ...APARTITICA In quanto essa proclama la sua

assoluta indipendenza dai partiti e dalle organizzazioni politiche: conscia della necessità di un'edu-cazione integrale dei giovani, essa li stimolerà e li aiuterà a formarsi una visione cristiana dei problemi politici e sociali, per responsabiliz-zarli nella costruzione di una "città terrena" (la "polis") a misu-ra d'uomo. I soci non possono intervenire in uniforme, né in quanto membri dell'Associazione, a riunioni o manifestazioni di carattere politi-co, partitico o sindacale e in nes-sun caso possono coinvolgere l'Associazione stessa a fini che non sono quelli suoi propri fissati dalla Statuto; non possono inoltre essere dirigenti o attivisti di parti-ti o movimenti politici. Ciò per il massimo rispetto della responsabilità primaria delle fami-glie nell'azione educativa integra-le dei suoi componenti; per il ri-spetto della libertà di coscienza dell'uomo, che implica un'azione educativa delicata e prudente dell'intelligenza e dei sentimenti, che sfocia nella capacità di "guidare la propria barca da soli", riuscendo al fine a distinguere autonomamente le ideologie e le persone seriamente preparate al mandato rappresentativo ed ido-nee ad amministrare saggiamente il bene comune. ...EUROPEA In quanto l'Associazione si impe-gna ad educare ad una visione europea e mondiale, favorendo la conoscenza dei diversi popoli, delle loro culture, esigenze e rea-lizzazioni e la collaborazione e l'amicizia tra tutte le nazioni. L'Associazione pone il dinamismo della proposta educativa scout al servizio della costruzione dell'Eu-ropa, al di là delle barriere nazio-nali, così che si possa realizzare il

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da studiare solennemente, ne una collezione di dottrine e di testi. E’ un gioco allegro all’aperto, dove uomini-ragazzi e ragazzi possono vivere insieme l’avventura come fratelli più anziani e più giovani, crescendo in salute e felicità, in abilità manuale e in disponibilità ad aiutare il prossimo. (BP taccuino 209) Trasporta, spinge. (Trasmettere lo spirito) Perciò incoraggiamo nel lupetto (nella coccinella), e proseguiamo nell’esploratore (nella guida), l’a-bitudine a compiere buone azioni, e in tal modo, tramite l’azione, si sviluppa nel ragazzo lo spirito di disponibilità ad aiutare gli altri; finché come rover (scolta) e come adulto egli verrà ispirato dallo spirito a sottoporsi al sacrificio e al servizio. (BP taccuino 185) Scava. (Il carattere) L’educazione ad alti ideali, a saper badare a se stessi, al senso del dovere, alla forza d’animo, al ri-spetto per la propria persona e alla riguardosità verso gli altri; in una parola, a quegli attributi cri-

stiani che costituiscono il caratte-re, che è la dote essenziale per un successo nella vita. (BP taccuino 46) Silvano Ongaro

RINGRAZIAMENTI: RINGRAZIAMENTI: RINGRAZIAMENTI: RINGRAZIAMENTI:

Se siamo arrivati fino a questo traguardo, è dovuto grazie al pre-zioso e speciale aiuto di tante persone che ci hanno sostenuto lungo questi quarant’anni. Un grazie particolare va a questi capi scout di Treviso: Nevio Sa-racco, Stefano Longhi, Nico Pezza-to, Piero Gallinaro, Domenico Guerretta, Marialuisa Faotto e il Gruppo TV 6°, gli assitenti Don Sebastiano Zordan, Don Adamo Bortolato, Don Piero Barbon, Don Giuseppe De Nardo, Don Giovanni Soldera, Don Roberto Stradiotto, Don Gianfranco Pegoraro e Don Fabio Baracco. Ringraziamo infine tutti i genitori che ci affidano i loro figli credendo ai valori dello scoutismo cattolico, che collaborano con noi per il buon esito della proposta educati-va che con impegno proponiamo ai loro ragazzi.

Particolare del fazzoletto di Gruppo

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A settembre del 1994 nasce il branco delle “Limpide Sorgenti”, con il quale per i ragazzi delle elementari è possibile iniziare l’esperienza tra i lupetti. Il primo nucleo è costituito da 12 bambini (i cuccioli del futuro nuovo bran-co) e gli incontri, fissati per tutte le domeniche mattina, un gruppo cresciuto in fretta sotto la spinta dell’entusiasmo. Il Branco in que-gli anni aveva né una tana, né

una pelliccia, ma finalmente nel 1995, ufficializzata la nascita del Branco con una festa che ha visto partecipare tutti i lupetti del “vecchio” gruppo TV 3°. Il branco Limpide Sorgenti nasce ufficial-mente il 12 febbraio 1995, sotto la direzione dell’allora Akela Chri-stian Conte. Da quella data il branco è cresciuto e quei primi lupetti sono diventati ora vecchi lupi. Di strada da allora ne è stata fatta tanta: le prime vacanze di branco a Limana (BL) nel luglio

del 1995, la buona azione del nostro C.d.a in Croazia nell’epifa-nia del 1996, la solidarietà ai bambini profanati dalla guerra. Poi ancora la partecipazione al congresso eucaristico di Bologna nel 1998 e dal 1997 finalmente la tanto attesa tana. Nel 2000 il cambio di Akela: Chri-stian Conte lascia il posto a Iside Bazzo che guida il branco per 4 anni, pieni di belle esperienze,

dalle v.d.b. alle numerose cacce. Prima fra tutte il pellegrinaggio ad Assisi in occasione del 3O° anno dalla fondazione degli scout a Cimadolmo. In questo periodo la tana venne rivoluzionata da co-me, ad opera di un eccezionale artista (forse è meglio dire chi). Tutta la stanza viene dipinta a tema giungla come si conviene ad un ottimo branco, un disegno molto realistico che aiuta a stimo-lare la fantasia del bambino. Nel frattempo dopo una seria valuta-

Storia del Branco “Limpide Sorgenti”Storia del Branco “Limpide Sorgenti”Storia del Branco “Limpide Sorgenti”Storia del Branco “Limpide Sorgenti”

Branco “Limpide Sorgenti” alle V.d.B. del 2005 a Comeglians (UD)

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l'accettazione delle esigenze pe-dagogiche del metodo scout. Adottando il metodo educativo scout, l'Associazione intende rea-lizzare quello ideato dal fondatore dello scoutismo Lord Baden Po-well, tramandatoci nei suoi scritti originali. Oltre che agli scritti (e quindi al pensiero originale) di Baden Po-well, l'associazione si rifà anche alla lunga esperienza e tradizione dello scoutismo cattolico, attra-verso una realizzazione che tenga presenti le caratteristiche e le esigenze dei giovani a cui si rivol-ge, con i necessari aggiornamenti tecnici. ...DI GUIDE E SCOUTS Per raggiungere i suoi scopi edu-cativi, l'Associazione mantiene l'unitarietà di spirito e di gestione, nelle sue strutture e nelle singole Unità. Nei mezzi e nelle applicazioni pratiche essa si differenzia invece secondo le età ed il sesso, per le diverse esigenze, aspirazioni e problemi delle varie età e per tenere debito conto, in tutto il ciclo educativo, della differenza di sesso e del fine particola che all'uno e all'altro sesso la divina provvidenza ha stabilito nella famiglia e nella società". Le Unità della sezione femminile sono distinte in Cerchi di Cocci-nelle, Riparti di Guide e Fuochi di Scolte; quelle della sezione ma-schile, in Branchi di Lupetti, Ri-parti di Esploratori e Clan di Ro-vers. Di conseguenza, non ci possono essere Unità formate con soci di branche e sezioni diverse. Ai fini dell'educazione all'altro, alla maturazione affettiva e allo sviluppo della capacità di amare, l'Associazione attua una specifica

pedagogia che viene identificata con il termine "intereducazione". Pertanto con "intereducazione" intendiamo la "educazione all'al-tro" in senso lato, non necessaria-mente in riferimento ad una per-sona dell'altro sesso. In questo senso "l'altro" è la persona incon-trata, il compagno di scuola, l'a-mico, o, in ambito scout uno squadrigliere o un capo. Inteso questo concetto in senso così ampio, si può dire che lo scoutismo fa costantemente inte-reducazione, in quanto educa i ragazzi e le ragazze a crescere e maturare prevalentemente nel rapporto con gli altri. In questo tipo di educazione gioca un ruolo particolarmente impor-tante l'educazione all'incontro con l'altro, quando è diverso per ses-so e, quindi, per sensibilità, per carattere e modo di essere. Ecco il termine "Intereducazione" acquista spesso un significato più ristretto e più specifico: non più genericamente "educazione all'al-tro", ma "educazione all'altro ses-so". Intereducazione non significa "educare insieme", quanto piutto-sto educare all'altro partendo dallo sviluppo e dalla valorizzazio-ne delle specificità proprie di cia-scun individuo nel suo essere uomo e donna. L'Associazione realizza questo principio operando tramite Unità distinte per età e per sesso. Storicamente per qualificare que-sto tipo di educazione è stato spesso impropriamente usato il termine "educazione parallela". Questa espressione nel sottoli-neare finalità comuni ed analogie metodologiche tra le due sezioni, suggerisce un rapporto statico di distinzione o, al più, di comple-mentarità tra i due sessi che è fuori e al di sotto delle intenzioni

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L'Associazione Italiana Guide e Scouts d'Europa Cattolici (della Federazione dello Scautismo Eu-ropeo - FSE) si è costituita in Ro-ma nel 1976. Scopo dell'Associa-zione è la formazione religiosa, morale e civica dei giovani, attra-verso l'utilizzazione del metodo autentico e nello spirito del Movi-mento scout, ideato e realizzato dal fondatore dello scautismo Lord Baden Powell, e ha le se-guenti caratteristiche: ..ITALIANA In quanto l'associazione, mira a dare alla comunità nazionale cit-tadini coscienti dei valori spirituali e culturali delle tradizioni e della storia della comunità stessa; che si sentano responsabili verso il bene comune e siano consapevoli del ruolo dell'Italia nel contesto degli altri popoli. L'Associazione incoraggia nei gio-vani l'amicizia verso tutti gli uo-mini, indipendentemente da raz-za, nazionalità, ceto sociale, cul-tura o religione; li incoraggia al-tresì ad avvicinare e comprendere le esigenze, la cultura, le tradizio-ni delle varie popolazioni e a ri-spettare il territorio e l'ambiente naturale. Pertanto l'associazione vuole for-mare giovani che siano convinti dei valori della democrazia, ed in particolare che siano rispettosi dei valori personali di ciascuno, che sappiano ragionare con la loro testa, che sappiano sostenere le proprie convinzioni nel rispetto delle idee altrui, che siano sempre pronti a collaborare con cristiano spirito di servizio. ...CATTOLICA In quanto, l'associazione vede nel

mondo educativo scout uno stru-mento pedagogico particolarmen-te valido di apostolato, che le permette di collaborare, nell'am-bito della pastorale ecclesiale, alla formazione della personalità cri-stiana dei suoi appartenenti. La chiara professione della fede cattolica è una delle scelte fonda-mentali che hanno spinto a co-struire l'associazione. Conseguentemente, la qualifica di "cattolica" vuole essere garanzia di uno sforzo costante di tutti i capi nel promuovere nei giovani la crescita cristiana attraverso l'approfondimento della fede inse-gnata dal Magistero della Chiesa e la promozione e lo stimolo ad un'intensa vita sacramentale e di partecipazione alla vita comunita-ria della Chiesa. L'Associazione vive la sua fedeltà a questa scelta attraverso tutte le sue espressioni - Capi, strutture e metodo - e assicura l'impegno di una costante verifica dei propri atteggiamenti e del proprio modo di essere nella comunione eccle-siale. ...EDUCATIVA SECONDO IL METODO SCOUT In quanto, l'associazione pone come preminente l'aspetto dell'e-ducazione come fattore perma-nente, nella fedele realizzazione del metodo scout e nella leale collaborazione con le famiglie, alle quali riconosce la potestà prima-ria delle scelte educative e alle quali offre un servizio che consen-te ai giovani di realizzare la pro-pria responsabilità per essere "buoni cristiani e buoni cittadini". Questo richiede, d'altro canto, da parte delle famiglie, un rapporto di fiducia verso l'Associazione e

La nostra associazioneLa nostra associazioneLa nostra associazioneLa nostra associazione

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zione e la difficoltà nel reperire i fondi, si è deciso di ristrutturare la sede, in modo che tutte le nuo-ve unità, possano usufruire dei dovuti spazi. Anche la tana ha giovato del restauro. Alla guida del branco c’è un altro avvicendamento. Il nuovo Akela è Michele Beraldo che nei cinque anni di servizio è riuscito ad ac-crescere sempre di più il numero di bambini che si sono appassio-nati al mondo del lupettismo quindi del gioco e della gioia del giocare assieme. Sono state mol-te le cacce e attività che in questo periodo si sono succedute, di qua-lità e quantità sempre crescente: dalle vacanze di branco con i lu-petti del gruppo Longarone 1° a Cesclans, alla partecipazione da parte dei vecchi lupi alle prime rupi nazionali, dove si riunivano in incontri di formazione tutti i capi-branco e aiuto capibranco. A con-clusione delle vacanze di branco del 2009 a Lentiai(BL). Con l’inizio del nuovo anno di attività, anche l’Akela è stato “aggiornato”. Ora il compito è nelle mani di Simone Mazzer, tutt’ora capo-branco.

In questo anno Simone ha cerca-to di migliorare ulteriormete la qualità delle attività, partecipando alla rupe nazionale dei vecchi lupi del 2010 a Soriano, dove il con-fronto è stato fondamentale, al campo di formazione di 2° tempo come percorso personale e con il branco alle v.d.b. a Cornuda (TV) dove, il seppur piccolo branco, si è divertito a cacciare e a conqui-stare numerose prede. Il Branco attualmente è composto da 14 lupetti, quindi due sestiglie, bian-chi e neri e da ben cinque vecchi lupi: Simone Mazzer (Akela), Mi-chele Savoini (Fratel Bigio), Leo-nardo Giacomazzi (Kaa), Marco Pasin (Bagheera) e il più giovane, Gianmarco Vidotto (Chill).

Chi vivrà vedrà!

Buona Caccia!

Akela - Simone Mazzer

Branco “Limpide Sorgenti” alle V.d.B. del 2010 a Cornuda (TV)

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Nome: Simone Mazzer Età: 22 anni ormai! Anno d’iscrizione al gruppo:

1996 (Me par!) Branca d’appartenenza: Rover Scout, Akela Capobranco

Percorso scout: Beh, ho comin-ciato con i lupetti e non mi sono più fermato! Ricapitolando: 3 anni da lupetto, 5 da esploratore, 1 di noviziato, 4 anni di Clan e da un anno e qualcosa, dopo aver preso la partenza, capobranco. Chi sono stati i tuoi capi? Mmm, allora ad otto anni il mio

Akela era Christian Conte, poi agli esploratori il caporiparto è stato Luca Buosi poi per un anno Mat-teo Cancian, come maestro dei novizi Armando Perin ed infine come capo clan, dapprima Chri-

stian Conte (il mio Akela), poi Iside Bazzo ed infine ancora Ar-mando Perin. Dimmi un aggettivo per de-scrivere lo scoutismo: Chiarifi-catore! L’esperienza più bella da ca-po: Beh, le mie prime vacanze di branco da Akela nel 2010! Il campo più bello: Da lupetto le prime vacanze di branco a Pesa-riis; come campo più bello, ma anche più duro, da esploratore è

Intervista Doppia: Il tempo passa, le cose cambiano: Intervista Doppia: Il tempo passa, le cose cambiano: Intervista Doppia: Il tempo passa, le cose cambiano: Intervista Doppia: Il tempo passa, le cose cambiano: un nuovo capo e un vecchio capo ci raccontano…un nuovo capo e un vecchio capo ci raccontano…un nuovo capo e un vecchio capo ci raccontano…un nuovo capo e un vecchio capo ci raccontano…

Branco “Limpide Sorgenti” all’uscita dei Passaggi 2010

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ca sensazione di sentirsi sopraele-vate. Tutto questo e molte altre emozioni sono la ricompensa di qualsiasi sforzo! “Il vostro corpo è l’arpa dell’anima. Sta a voi trarne dolce musica, oppure suoni confu-si”. Durante alcuni momenti delle giornata abbiamo affrontato delle riflessioni proposte dalle nostre capo; quest’anno il tema è stato: “è una vita che mi aspetto”: quanto importante è conoscersi bene, conoscere le proprie possi-bilità, le proprie qualità, i progetti futuri e le scelte attuali per saper-si orientare nella vita quotidiana. Tornata da quest’esperienza in molti mi hanno chiesto come mi sono trovata e quali fossero le mie impressioni e la mia prima risposta è stata: “Ripartirei per altre 100 volte!”. Proprio così! Ho trascorso cinque giorni indimenti-cabili; c’è stata sicuramente fati-ca, sia durante il cammino che nell’instaurare un buon rapporto

con le altre scolte, ma ciò che mi porterò nel cuore non saranno solo le difficoltà, ma soprattutto i momenti divertenti e quelli in cui mi sono sentita parte di una co-munità che mi voleva bene. Stefania Ongaro

Il Fuoco “Perfetta Letizia” durante la Route del 2010

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non si limita solo a giocare e a vivere “l’avventura” ma inizia a porsi delle domande e a cercare un confronto più profondo e sin-cero. Le abilità e le tecniche acquisite possono finalmente essere messe a disposizione degli altri sia nell’unità che in qualsiasi altro ambiente la scolta scelga di servi-re. Il programma che si è artico-lato in quattro punti (strada, co-munità, fede, servizio) permetto-no alle ragazze di formarsi secon-do ideali che loro stesse scelgono e in cui credono, impegnandosi a crescere come donne responsabili e affidabili che non hanno paura di mettersi in gioco in prima per-sona.

Buona Strada

Cristina Lorenzetto

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Esperienze Vissute:Esperienze Vissute:Esperienze Vissute:Esperienze Vissute:

11117777----21 luglio 2010 ROUTE 21 luglio 2010 ROUTE 21 luglio 2010 ROUTE 21 luglio 2010 ROUTE DI CAMMINO DI CAMMINO DI CAMMINO DI CAMMINO (Domegge di Cadore-Lorenzago)

17 luglio 2010, Domegge di Cado-re. “Davanti a noi la prima salita da affrontare! Tutte con lo zaino in spalla, con il timore di non far-cela ad arrivare fino in fondo, ma sempre pronte per delle nuove avventure!”. Con questo spirito iniziò la mia prima Route di cam-mino insieme al fuoco “Perfetta Letizia” del Treviso 6, con il quale il nostro fuoco si è unito per tutto l’anno. Insieme abbiamo svolto le attività del venerdì sera, durante le quali ci sono stati momenti di discussione e riflessione; pian

piano ci siamo conosciute e scam-biate pensieri, arricchendoci l’un l’altra. Abbiamo trascorso insieme anche le uscite di fuoco che si sono svolte in diversi periodi dell’anno: la prima a Vallon Scuro (Mel), poi a Maser, e infine l’usci-ta di ‘Santa Caterina’ a S. Croce del Montello. Uscite di due giorni nelle quali “fare strada” non è solo fatica, ma è stare bene insie-me e condividere i pensieri con sé stessi e con gli altri, è l’incontro con la natura che ci circonda e quello con le altre ragazze. È per questo che il momento in cui il legame tra di noi si rafforza molto di più è la Route! Ecco spiegato il motivo di “Route di cammino”: per cinque giorni siamo state im-merse nella natura, che a volte può riservare degli imprevisti. Quest’anno, per esempio, a causa della pioggia continua ci siamo fermate per un giorno intero e cambiare il nostro percorso, ma nessun imprevisto potrà mai can-cellare le altre soddisfazioni: l’ar-rivo in cima alla montagna, la meravigliosa visuale e la fantasti-

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stato a Tarquinia, li il clima di spensieratezza era altissimo, non dimenticherò mai la lunga cammi-nata per arrivare in città, il gelato al bar Impero e la pizza portata dai capi! Per quanto riguarda il clan sicuramente il pellegrinaggio sulla via Francigena (Lazio), posti bellissimi e compagnia ecceziona-le un connubio che porta solo esperienze ed emozioni indimenti-cabili! Cosa ti da lo scoutismo? Un ambiente importante per ogni uomo: un luogo in cui puoi essere ciò che sei. Il clima di fraternità e di comunità permette di creare quasi una seconda famiglia. In cosa lo rivedi nella tua vita quotidiana? Lo rivedo nei mo-menti in cui le persone hanno bisogno di un aiuto costruttivo, quando vedo persone che se ne vanno per strade sbagliate, che si comportano in modo sbagliato, lo vedo quando, grazie a ciò che ho imparato con le mie mani e sulla mia pelle, so quale è la via giu-sta. Che consiglio daresti ad un vecchio capo? Di tornare sem-pre più spesso a trovarci, perché come spesso accade, i ricordi sbiadiscono e le emozioni si affie-voliscono, tanto comunque chi è stato scout lo rimarrà per tutta la vita! Cosa avresti voluto o vuoi mi-gliorare? Vorrei sempre miglio-rare il mio servizio in unità miglio-rando me stesso, comunque da quando sono capobranco l’atten-zione non è più rivolta a ciò che devo fare io, bensì a quello che posso insegnare io agli altri.

Cosa è cambiato rispetto al passato? Ho capito subito, da quando sono capo, le responsabi-lità che ha questo tipo di servizio, le persone che contano su di te, le persone che dipendono da te e quelle a cui devi dare l’esempio. La frase di B.P. che senti più tua: “Il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri” (B.P.) Inventa uno slogan per il quarantennale: Ma non lo hanno già inventato?! Vabbeh… Mmm… “40? Hope 402!” ahahah.. no so! Mi sono buttato sull’”international”. Saluta: Buona Caccia! Simone Mazzer

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Nome: Christian Conte Età: 37 Anno d’iscrizione al gruppo: 1984 Branca d’appartenenza: R&S Percorso scout: Ho iniziato co-me esploratore a 10anni (non esisteva infatti al tempo la branca lupetti). Sono stato inserito nella Sq. Pantere dove il mio capo sq. di allora era Gianni Mottola. La nostra era una piccola sq. perché eravamo in 4 (Gianni, Fabio Mar-chi, Michele Piaser). Ho ricevuto la promessa al mio primo campo, nel 1984 a Illeggio, vicino Tol-mezzo. Sono diventato Capo Sq. quasi subito, nel 1986 e l’ho gui-data fino al mio passaggio in Clan, avvenuto nel 1989. In Clan ho prestato servizio fuori paese ma sempre nel gruppo TV3°. Poi-ché l’idea era quella di far nascere un branco anche a Cimadolmo ho prestato servizio come Vecchio Lupo (ero Kaa) presso il branco della Stella Polare a Santa Bona, allora sotto la direzione di Dario Furlanetto. Lì vi sono rimasto per circa 4 stagioni (dal 1990 al 1993). Nel frattempo ho frequen-tato il mio primo campo scuola Lupetti (1991). Alla conclusione dal servizio militare, nel settem-bre 1994, con un gruppetto di 14 bambini ho avviato il primo bran-co a Cimadolmo, diventando così il primo Akela del branco delle “Limpide Sorgenti”. Sono stato Akela per 6 anni fino a settembre 2000 quando ho lasciato l’incarico per diventare capo Clan dove vi sono rimasto in carica fino al 2005. Chi sono stati i tuoi capi?: Sil-vano Ongaro (primo capo Riparto

e capo Clan) e per un breve pe-riodo Armando Perin (stagione 1988-1989): Dimmi un aggettivo per de-scrivere lo scoutismo: “essenziale” nel senso che ti vuo-le far scoprire l’essenza, il fonda-mento dell’essere uomo cittadino e cristiano, con uno stile tutto suo di apertura verso il prossimo in particolar di attenzione verso i più piccoli seguendo l’esempio del “fratello maggiore”. L’esperienza più bella da ca-po: Come capo le più belle espe-rienze che ho vissuto sono state le vacanze di Branco, sia durante il tempo che seguiva la fase di preparazione, che durante le va-canze stesse. Come diceva B.P.;” non esiste buono o cattivo tempo, esiste solo buono o cattivo equi-paggiamento”...anch’io per far vivere un’ esperienza che fosse davvero unica ai miei Lupetti cer-cavo di non tralasciare nessun particolare durante la preparazio-ne, dalla scelta e studio del luogo, alla logistica e le attività. Io la considero in un certo senso una sorta di cambio mentalità imparti-ta ai miei aiuto-capi, abituati spesso a improvvisarsi negli inca-richi e ruoli. Tutto questo l’ho voluto con il solo scopo di far tra-scorrere in serenità il periodo delle vacanze di Branco e lasciare così tutto il tempo necessario per rafforzare lo spirito di Famiglia Felice sia nel branco che tra i ca-pi. Il campo più bello: Come scout non capo, l’esperienza del campo mobile è sicuramente la più com-pleta e arricchente. Il mio primo campo mobile me lo ricordo be-nissimo e quando ci penso ne rivivo ancora tutti i passi. Si trat-

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famiglia a Barbisano e alla “Casa Serena” a Mosnigo. Il fuoco poi si è dedicato a degli incontri di catechismo la domeni-ca pomeriggio con i bimbi della Nostra Famiglia a Conegliano e con gli abitanti di Casa Serena. Quell’estate poi Marta e Elisa par-teciparono al Campo scuola di 1° tempo branca gialla ad Ospitale di Cadore (BL) All’inizio dell’anno 2008-2009 a rocca di Cornuda il fuoco celebrò la sua prima Partenza, quella di Elisa che con una veglia itinerante si prese ufficialmente l’incarico di capo cerchio. L’anno poi fu un susseguirsi di uscite di fuoco (come quelle sulle colline di Farra di Soligo e nelle terre vicentine di Zovencedo), di uscite con le scol-te del distretto, e di attività extra-associative, senza mai tralasciare l’importante servizio nelle unità. L’anno è concluso in crescendo con la prima route di servizio in Abruzzo. Dopo il terremoto che ha colpito l’Abruzzo nell’aprile di quello stes-so anno. Il nostro aiuto non è stato mate-riale ma più un supporto molale. Decisamente importante tra la gente flagellata dal sisma. Alla mattina presto con l’ausilio di un furgoncino andavamo a Fontec-chio, un piccolo paesino a circa 20 km dal nostro Campo base; lì ci dividevamo, a turno un gruppetto andava alla tendopoli per stare con i bimbi mentre l’altro grup-petto andava in una casa di ripo-so per fare un po’ di compagnia agli anziani o per aiutare chi era in difficoltà. La giornata poi finiva verso l’una al campo base dopo aver aspettato tutti i clan e i fuo-chi sparsi nei vari paesi, aver cenato ed esserci intrattenuti a fuoco di bivacco. Credo che quella settimana di servizio così partico-

lare resterà sempre nel cuore di tutte noi, sia per le persone cono-sciute sia per il divertimento e lo scambio con le scolte e i rover provenienti un po’ da tutta Italia che hanno svolto il loro servizio con noi in quel periodo; ma so-prattutto ci ricorderemo l’unione di quei giorni, mai stata così forte fino ad allora! Con la carica e lo zaino pieno di ricordi, siamo tornate a casa e abbiamo dovuto affrontare la realtà e i nuovi problemi che ci si presentavano: la nostra irriducibi-le capofuoco Lisa, che fino a quel momento è stata anche capo ri-parto, chiedeva giustamente un cambio, per Marta, Elena e Cristi-na era arrivato il momento di scelte e di partenze, mentre Fe-derica e Serena hanno deciso di lasciare la comunità; inoltre in quel periodo sono arrivate due new entry: Stefania e Martina, che meritavano di essere seguite da un fuoco più strutturato. Iniziò così la collaborazione con il fuoco “Perfetta Letizia” di Santa Maria del Rovere (Gruppo TV 6°) Inoltre Cristina ha partecipato al campo scuola primo tempo bran-ca rossa che si è svolto negli Ap-pennini marchigiani. Attualmente dopo numerose diffi-coltà per mantenere unita questa terza branca, Stefania con le nuo-ve scolte semplici, Arianna e Ori-fiamma seguite dall’aiuto capo fuoco Cristina, stanno lavorando assieme alle capo di Santa Maria del Rovere per riuscire, magari con il prossimo anno, a riportare la comunità nella sua sede origi-naria.

Il fuoco, come continuazione del Guidismo è un’importante tappa per l’approfondimento della vita spirituale culturale e sociale di una ragazza che a sedici anni non

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Nell’anno 2004-2005, dopo la nascita del riparto e del cerchio, Lisa, Elisa, Luisella e Claudia sen-tono la necessità la necessità di riunirsi in qualcosa che non fosse la semplice riunione di staff...con non pochi sacrifici iniziano a get-tare le basi di quello che ufficial-mente l’anno successivo, con i

passaggi di Serena e Maria, di-venterà il primo fuoco di Cimadol-mo, guidata dalla capo-fuoco Lisa Bariviera. La prima uscita a S. Maria in Colle vide partecipi Serena ed Elisa per l’annuale incontro di S. Caterina, la patrona delle scolte; mentre la prima vera uscita di cammino del fuoco si svolge a Cison di Valma-rino, con meta il rifugio dei Loff. Nel 2006-2007 si ritirarono Clau-dia e Luisella ed entrarono dal riparto tre nuove scolte semplici:

Cristina, Elena e Marta. L’anno successivo è ricco di avve-nimenti e di attività; oltre alla collaborazione con i ragazzi del clan con degli incontri a tema e un’uscita “capi-aiutocapi”, l’anno fu quasi interamente dedicato alla stesura della carta di fuoco che Marta, Serena, Elena, Elisa, Cri-

stina e Lisa firmarono il 22 marzo 2008. L’anno 2007-2008 vide il ritiro di Maria e l’entrata di Federica che nell’importante cerimonia della firma della carta di fuoco, pronun-ciò la Promessa. Un anno importante cominciato con una forte esperienza extra-associativa di servizio proseguita anche nei due anni successivi con ragazzi e adulti portatori di handi-cap. Organizzate durante quel periodo diverse uscita alla Nostra

Il Fuoco di CimadolmoIl Fuoco di CimadolmoIl Fuoco di CimadolmoIl Fuoco di Cimadolmo

Fuoco di Cimadolmo durante il campo di servizio all’Aquila nel 2009

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tava di un percorso su alta via n°1 sulle Dolomiti da Passo Giau a Falcade (BL). E’ stata un espe-rienza unica nel suo genere per-ché nello spirito dell’essenzialità tipica del viandante entri in sim-biosi con la natura e ne scopri la bellezza. Il cammino rover, ral-lenta lo scorrere del tempo la-sciandoti lo spazio per riflettere e con il tempo di maturare come ragazzo scelte fondamentali per costruire il tuo futuro come uomo. Cosa ti da lo scoutismo? Ti dà la capacità di saperti donare co-scientemente agli altri nello spiri-to degli insegnamenti del vange-lo. In cosa lo rivedi nella tua vita quotidiana? Nel servizio. Non sarò più scout in servizio attivo nel gruppo ma lo spirito nel fare le cose è lo stesso. L’impegno continua... in famiglia. Che consiglio daresti ad un nuovo capo? Di fissarsi sempre degli obbiettivi in quello che si fa. Essere capo non significa solo “traghettare” l’unità nel tempo. Un obiettivo che dovrebbe essere condiviso fra i capi del gruppo è quello di riuscire a trasmettere la passione per lo scoutismo. Per fare questo è fondamentale prima di tutto l’esempio del capo. Cosa avresti voluto o vuoi mi-gliorare? Ritengo che il gruppo sia molto più vivace ora che ai miei tempi; le unità le vedo sem-pre coinvolte in mille attività ma il desiderio che ho sempre coltivato per il nostro gruppo è quello di vederlo più coinvolto nella vita parrocchiale. Il gruppo dovrebbe trovare lo spazio per collaborare più attivamente con il parroco e gli altri gruppi per cercare di rac-

cogliere più consensi tra i giovani e dimostrare loro che la parroc-chia può costituire una valida alternativa ad altre aggregazioni sociali. Cosa è cambiato rispetto al passato? Credo che sia cambiato un po’ il modo di fare scoutismo ma i principi fondamentali che lo animano sono sempre vivi. Manca un po’ il fascino dell’avventura. Se ci pensiamo bene anche solo 20 anni fa non c’era la tecnologia che disponiamo oggi (non c’era il telefonino, il computer, il naviga-tore satellitare) e anche un sem-plice spostamento sul Montello era considerato avventura. La frase di B.P. che senti più tua: “In nove casi su dieci, il gio-vane pensa a ciò che personal-mente potrà avere dalla vita, piuttosto a ciò che personalmente egli potrà contribuire alla vita. Per mettersi nella giusta prospet-tiva conviene cambiare all’inizio della vita il proprio punto di vista considerando quale esso sarà alla fine, cioè cercando di immaginare quali cose conteranno quando si riandrà indietro col pensiero a tutti gli anni vissuti e a ciò che se ne è fatto; se si sono sperperati in cose di nessuna importanza o se durante tale periodo si è fatto del proprio meglio”. Lo considero un invito a cercare di fare il pro-prio meglio in tutte le cose che facciamo giorno dopo giorno, per quanto piccole o insignificanti queste possano apparire. Inventa uno slogan per il qua-

rantennale: Ripescando un detto di B.P direi: “Guarda lontano, e poi ancora più lontano” Christian Conte

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E’ nell’ottobre del 2003 che la capo Michela Bariviera e le aiuto, Monica Callegher ed Elisa Can-cian, intonano la prima chiamata a cerchio. Rispondo con entusia-smo dieci future coccinelle. Nel maggio del 2004 il nuovo cerchio partecipa al 1° volo di primavera assieme a tutti gli altri cerchi del Distretto Treviso Ovest.

Nel 2004 le coccinelle sono sola-mente sei, sempre guidate da Michela con l’aiuto di Elisa, Maria e Serena. Nonostante il numero esiguo l’entusiasmo non ne ha risentito, soprattutto al primo Volo Estivo tenutosi a Miane, do-ve si creò un bellissimo clima di Famiglia Felice. Nll’anno 2005-06 Elisa ha preso il posto di Michela nel ruolo di capo cerchio e, con l’aiuto di Maria, ha affrontato un’altra annata di gio-chi e nuove scoperte con le Cocci-

nelle. Il volo estivo tenutosi a Lentiai (BL) con il cerchio del Lon-garone 1° è stata una fantastica esperienza di collaborazione tra capi e di divertimento per le bam-bine che hanno potuto, non senza qualche diffidenza iniziale, strin-gere nuove intense amicizie! Successivamente, nel 2006-07, Elisa ha portato avanti il suo inca-

rico di capo cerchio, questa volta supportata da Marta ed Elena, le Scolte emergenti che avevano da poco iniziato l’esperienza in Fuo-co. Il 1° volo di primavera si è svolto a Crocetta del Montello e il Volo Estivo a Pesariis (UD) nuova-mente con il cerchio del Longaro-ne I°...che posto incantevole. Le Coccinelle, a stretto contatto con l’ambiente del Bosco, hanno avu-to l’occasione di rendere più salde le amicizie strette l’anno prece-dente. Il cerchio cresce piano

Storia del Cerchio “Sorgente della Gioia”Storia del Cerchio “Sorgente della Gioia”Storia del Cerchio “Sorgente della Gioia”Storia del Cerchio “Sorgente della Gioia”

Cerchio “Sorgente della Gioia” al volo estivo del 2009

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solo con consenso dell’esercito e la presenza costante dei vigili) Si va senza indugio, pur non sapen-do cosa ci aspettava. Il lavoro da fare era semplice: traslocare circa 40 tra uffici, camerette salottini in un convento di suore di clausura, smontare tutto, trasportare a mano (edificio molto scosso) in un’ala dell’edificio e rimontare... bazzecole per il clan di Cimadol-mo. Abbiamo organizzato anche il lavoro per atri fuochi e clan da tutta Italia mandati in nostro aiu-to. Alla domanda “ti bastano 2 settimane?“ risposi “spero di si!“ Ma noi non avevamo cosi tanto tempo a disposizione, ma forti della manualità e capacità scout abbiamo finito in 5 gg lasciando le consegne al turno dopo per altri lavori. Non è possibile descrivere in poche righe quello che abbiamo vissuto, perché sono molte le esperienze e tutte diverse tra loro. Queste esperienze vissute ogni giorno ci hanno arricchito e ci hanno donato la gioia di essere utili al prossimo conoscendo di-rettamente la sofferenza di chi incontravamo. Esperienza vissuta alla grande da tutti i ragazzi che vi hanno partecipato, con vero spirito di sacrificio e con l’allegria

che lo scoutismo può dare e che rimarrà nei nostri cuori e ricordi molto a lungo. Abbiamo lasciato un’impronta importante e ben marcata in terra Abruzzese.

Buona strada Clan La Forcola

Clan La Forcola al lavoro

La distruzione degli edifici causata dal terremoto

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SERVIZIO AI SERVIZIO AI SERVIZIO AI SERVIZIO AI

TERREMOTATITERREMOTATITERREMOTATITERREMOTATI

L’Aquila 2009L’Aquila 2009L’Aquila 2009L’Aquila 2009

09 Aprile 2009 ore 3.42 la terra trema e devasta la città di L’Aqui-la e tutti i comuni limitrofi. I tele-giornali iniziano presto a dare notizie e non sono buone fin da subito. I soccorsi si muovono su-bito e in massa, anche gli Scout D’Europa si mobilitano e arrivano le prime richieste di disponibilità a

partire per fare servizio, c’è biso-gno di persone pronte a vivere con essenzialità e amore per il prossimo . “ESTOTE PARATI = SEMPRE PRONTI “ questo è il nostro motto scout , ed è cosi che da capo clan mi attivo tra i miei ragazzi e sento la loro disponibilità a partire, tutti rispondono “OK IO CI SONO, AN-DIAMO“. Tutti pronti a rinunciare alle feste pasquali e ferie per do-nare il proprio aiuto alle popola-zioni in difficoltà. Al giovedì si confezionano scatoloni con viveri

di prima necessità da parte di scolte e rover di Treviso tra cui Monica pronti ad essere la nostra ammiraglia in loco, partendo nella notte per portare a destinazione quanto raccolto. Monica è la no-stra inviata speciale del nostro gruppo e ci terrà informati sul da farsi. L’ Associazione si organizza e installa un campo base per acco-gliere scout adulti che settima-nalmente si turneranno garanten-do un servizio via via sempre più presente e preparato nelle varie

tendopoli allestite dalla protezione civile. A luglio tocca a noi, che nel frattempo ci siamo organizzati per autofinanziarci il viaggio e le spe-se. Tutto pronto, si parte destina-zione “PARROCCHIA DI PETTINO”, servizio “DISTRIBUZIONE VIVERI E ABBIGLIAMENTO”. Durante il viaggio ci viene comunicato la variazione del servizio: dobbiamo verificare se riusciamo in un tra-sloco materiali in ZONA ROSSA dentro a L’Aquila (dove si accede

Clan La Forcola con una famiglia terremotata a Pettino

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piano e questo ha permesso alle capo di introdurre il primo Consi-glio dell’Arcobaleno, una riunione mensile dedicata solo alle cocci-nelle più grandi del cerchio. Nel corso dell’anno seguente 2007-08, Serena ha preso il posto di Elena; Elisa, Marta e Serena hanno intrapreso un nuovo “volo” con le mitiche “Cocci”. Il 1° volo di primavera si è svolto all’Isola dei Morti (TV)...un luogo senz’al-tro stupendo, con un’esperienza rovinata solo in parte dal cattivo tempo. In quest’occasione, attraverso il gioco, le Coccinelle hanno scoper-to la storia di S. Francesco, patro-no di tutti i Lupetti e Coccinelle. Durante il Volo Estivo di agosto alla Casa delle Guardie di Cornu-da (TV), le Cocci hanno scoperto la bellezza del Creato tramite i 4 elementi naturali, aria, acqua, terra e fuoco: il cerchio si è dilet-tato in meravigliosi lavoretti ma-nuali, giochi d’acqua favolosi e momenti di preghiera molto spe-ciali nei quali le bambine hanno legato delle preghiere a dei pal-loncini che hanno liberato in aria per farli arrivare a Gesù. Nel 2008-09 Elisa, Marta e Serena hanno ricevuto il prezioso aiuto di Federica: le Coccinelle sono 14 perciò ed era quindi indispensabi-le un’ulteriore aiuto. Il 1° volo di primavera ha avuto luogo a Villa Maria, a Carbonera (TV); il volo estivo, svoltosi a Sonego (TV), è stato un volo di soli tre gior-ni...breve ma intenso!!! Nel corso di questa avventura, infatti, le coccinelle hanno scoperto come poter essere “stella per gli altri”. E, tra un’attività e l’altra, il cer-chio ha ricevuto la Fiamma e il nome ufficiale: “Sorgente della Gioia”. Che emozione! Eccoci, quindi, arrivati all’anno 2009-10, quando Marta ha preso

il posto di Elisa ed è divenuta la nuova capo cerchio. Un periodo impegnativo, dovuto anche alla carenza di aiuto capi che potesse-ro supportare Marta nelle attività. Tuttavia, il cerchio di 10 Coccinel-le ha continuato a svolgere le proprie attività dedicate alla cono-scenza di Maria, Madre di Gesù, figura a cui le Coccinelle si ispira-no e da cui nasce il motto “Eccomi”. Il 1° volo di Primavera al Parco dello Storga (TV) è stato dedicato alla riscoperta delle ori-gini del coccinellismo e della vec-chia legge delle Coccinelle; infine, il volo estivo a Lentiai (BL) ha avuto come fulcro la Sacra Fami-glia di Gesù, presentata tramite la famiglia del cartone animato “The Flinstones”...in questo modo, le bambine hanno creato un gioioso clima di “Famiglia Felice”

Marta Boscariol

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Nome: Marta Boscariol Età:22...vecia! Anno d’iscrizione al gruppo: Nel 1999 Branca d’appartenenza: Gialla ovviamente! Percorso scout: ho iniziato con la Sonja a fare le guide perchè inizialmente non c’era la sezione femminile a Cimadolmo, con me

c’erano anche Cristina ed Elena.. e noi siamo state tra le prime! Poi a Sonja è subentrata la mitica Lisa e ho fatto i miei annetti in Riparto. Dopo esser stata guida, sono passata in noviziato che però è durato poco perché c’era carenza di aiuto capi perciò son entrata quasi subito come aiuto capo cerchio con Elisa Cancian e lì

ho iniziato a conoscere il mondo delle Cocci che per me era scono-sciuto! Nel frattempo ero in Fuoco sempre con Lisa, ho fatto un pez-zetto di Fuoco a Santa Maria del Rovere (Gruppo TV 6°) dove ho preso la Partenza... e ora son qua a fare questa intervista doppia da capo cerchio. Chi sono stati i tuoi capi? Son-ja, poi Lisa come Capo Riparto e Capo Fuoco, Valentina Costantini del Gruppo Treviso 6°.

Dimmi un aggettivo per de-scrivere lo scoutismo: uno? Tanti! Arricchente, stancante, anche un po’ stressante a volte, entusiasmante, molto divertente!Come si dice per dire che ti fa scoprire un sacco di cose? C’è un aggettivo?...vabbè… lo invento… scoprente, esplorante!

Intervista Doppia: Il tempo passa, le cose cambiano: Intervista Doppia: Il tempo passa, le cose cambiano: Intervista Doppia: Il tempo passa, le cose cambiano: Intervista Doppia: Il tempo passa, le cose cambiano: una nuova capo e una vecchia capo ci raccontano…una nuova capo e una vecchia capo ci raccontano…una nuova capo e una vecchia capo ci raccontano…una nuova capo e una vecchia capo ci raccontano…

Cerchio “Sorgente della Gioia” al volo estivo del 2009

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clan. Non mancano momenti di deserto e di preghiera personale o comu-nitaria in cammino, definendone i modi ed i tempi non uguali per tutti ma da tutti leggibili, affron-tando i temi di marcia in una otti-ca coerente con Ecclesia in Euro-pa cercando sempre la lettura europea dei nostri valori; erava-mo coadiuvati grazie all’aiuto di tre padri spirituali, due slovacchi “Padre Patrizio” (oggi in servizio a Napoli), “Padre Milan” ed uno francese “Frère Roger”. Paesaggisticamente parlando, gli scenari regalano sfondi straordia-nari, verdeggianti colline che con-finavano in un cielo azzurro, qua e là disseminati alcuni paesini che vivevano prevalentemente di agricoltura e pascolo di bestiame, poi macchie più scure di boschi e foreste, ogni tanto compariva qualche segheria artigianale, poi il silenzio vellutato di una terra ed un ambiente ideale per condivide-re ed approfondire i valori del Roverismo. I nostri Rover che hanno partecipato all’Euromoot 2007: Valentino Spinazzè, Manuel Narder, Piero Lucchese, Federico

Savoini, Michele Savoini, Michele Beraldo, Aiuto Capo Clan Arman-do Perin, Capo Clan Iside Bazzo. Custodisco sempre nel mio cuore l’esperienza dell’Euromoot, le amicizie, i sorrisi e l’entusiasmo dei ragazzi, le fatiche condivise sulla strada, le soddisfazioni per avere coronato con loro molti successi della vita, primo fra tutti la felicità. Molti di questi ragazzi oggi sono capi scout che guidano le Unità del nostro gruppo di Ci-madolmo testimoniando con pro-fessionalità e passione lo Scouti-smo, altri operano nel silenzio nelle svariate formule del volonta-riato, altri hanno creato famiglia, quindi possiamo dire che le grandi imprese dello Scoutismo allargano gli orizzonti, sviluppano le comu-nità, aiutano a formare il buon Cristiano ed il buon Cittadino, mirando a perseguire, rafforzare e credere nei Valori della Vita con l’obiettivo di lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato. Grazie, e Buona Strada Iside Bazzo

Clan La Forcola in cammino durante l’Euromoot del 2007

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Utilizzavamo il cammino e gli spo-stamenti per creare momenti di preghiera comune, realizzando dei carrefour (riflessioni con te-matiche e preghiera) utilizzando delle icone che ogni giorno veni-vano affidate ad un clan diverso che le custodiva e le portava alla sera nella costruzione dell'altare per la Santa Messa. Fare COMUNITA'

La gioia di stare insieme condivi-dendo le fatiche della giornata, trovando sempre dei momenti di comunità forti, proponendo scam-bi culinari (non siamo rientrati in Italia dimagriti neanche questa volta), scambi di canzoni e bans collaborando alla costruzione e all’ animazione corale dei fuochi di bivacco. Ricordo che abbiamo anche avuto il contatto con le comunità locali, in particolare una sera organiz-zammo un fuoco di bivacco invi-tando la comunità del paese dove accorsero adulti e bambini parte-

cipando attivamente all’incontro della sera. Essere in SERVIZIO “Donandosi agli altri si scopre sempre il meglio di se stessi…” da questa affermazione abbiamo costruito momenti di servizio col-lettivo rivolto alle comunità ospi-tanti per esempio nella prepara-zione delle sante Messe, ma an-che in cose semplici, aiutando i compagni Rover in difficoltà, al-lungando la borraccia al fratello in cammino, donando un sorriso a chi veniva sopraffatto dalla stan-chezza. Vivere la SPIRITUALITA'

Grossa attenzione viene posta ai momenti liturgici che hanno il giusto spazio (senza improvvisa-zioni) con la dovuta costruzione dell’ altare, utilizzando materiali e scenari del posto, pezzi di le-gno, rami di alberi caduti, co-gliendo un fiore, il tutto affidando i compiti a rotazione fra i vari

Clan La Forcola durante l’Euromoot in Rep. Slovacca e Polonia nel 2007

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L’esperienza più bella da ca-po: non c’è un unica esperienza bella per me... è tutto l’insieme che mi piace: la comunità capi, le amicizie, lo stare con le bambine e farle ridere, cantare e fare le danzette con loro. Il campo più bello: quello in Toscana, ad Altopascio in provin-cia di Lucca. È stato molto diver-tente, durante il quale abbiamo anche visitato Pisa, Lucca e Firen-ze... lo ricordo particolarmente perché per me ha segnato un po’ una “svolta”: io, ogni volta che andavo a un campo, piangevo un sacco (ecco perché Lisa è stata brava a sopportarmi)! Durante quel campo ho pianto molto, mi sono anche arrabbiata con le capo facendo perdere Stile alla mia squadriglia, alla festa dei genitori volevo tornare a casa e inve-ce....sono rimasta fino alla fine! È stato impegnativo per me ma mi ha fatto davvero crescere! Cosa ti da lo scoutismo? Lo scoutismo mi fa riflettere su mol-te tematiche che durante la vita di tutti i giorni non avrei la possi-bilità di affrontare semplicemente perché non mi vengono in mente o perché non ho tempo di pensar-ci; mi ha fatto e mi fa crescere enormemente…si impara a capire che per avere soddisfazioni biso-gna sudarsele fino all’ultima goc-cia! Lo scoutismo permette di conoscere a fondo le persone perché fa emergere sia gli aspetti positivi che quelli negativi; inse-gna la VERA accoglienza delle persone: quando sei al campo o in cammino con qualcuno che ti sta molto antipatico ma ci devi mangiare e dormire insieme per-ché la tenda e il fuoco sono unici c’è ben poco da fare...impari ad

accettarlo così com’è perché non hai scelta!...e magari col tempo scopri anche ciò che di buono la persona può darti, non solo i di-fetti! Lo scoutismo mi dà emozio-ni positive fortissime e così mi sento viva! In cosa lo rivedi nella tua vita quotidiana? A me piace sempre dire che lo scoutismo è uno stile di vita...se ci credi davvero, quel-lo che impari durante le attività cerchi di metterlo in pratica anche “fuori” e quindi accogli le persone, instauri relazioni profonde, fai fatica per le cose che vuoi... sem-bra facile a dirsi ma non lo è per niente! Cosa avresti voluto o vuoi mi-gliorare? Ecco io invece per mi-gliorare dovrei imparare a cono-scerle meglio le Norme Direttive! Poi vorrei migliorare l’opinione della gente sullo scoutismo.. che in generale tende ad essere più negativa che positiva. Cosa è cambiato rispetto al passato? Non saprei... sono im-preparata a questa domanda! Forse ora, rispetto al passato, abbiamo più strumenti a disposi-zione che ci permettono di fare più cose. Inventa uno slogan per il qua-rantennale: IL 2011 E’ UN ANNO SPECIALE PERCHE’ GLI SCOUT DI CIMA FESTEGGIANO IL QUARANTENNA-LE! Saluta: Ciao, Buon Volo, Buona Caccia e Buona Strada a tutti! Marta Boscariol

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Nome: Michela Bariviera Età: 33 Anno d’iscrizione al gruppo: 2001 Branca d’appartenenza: cocci-nelle Percorso scout: Sono entrata in associazione a 24 anni come aiuto capo Riparto. Nel frattempo face-vo anche l’animatrice nell’azione cattolica. (Ebbene si!) L’anno suc-cessivo abbiamo aperto l’unita delle Coccinelle e sono diventata Capo Cerchio. Dopo un anno ho dovuto lasciare il Cerchio per motivi di lavoro e ho mantenuto il contatto con il gruppo per alcuni anni poi ho dovuto lasciare per incompatibilità con gli orari del mio lavoro. Chi sono stati i tuoi capi? La prima è stata Lisa come Capo Riparto e poi Silvano come Capo Gruppo. Dimmi un aggettivo per de-scrivere lo scoutismo: Lo scou-tismo non è un aggettivo ma uno stato d’animo è la voglia di met-tersi in gioco con dei canoni di-versi del quotidiano e farlo diven-tare il tuo quotidiano. Aprire gli occhi, pensare con la tua testa e non solo per te stesso. Lo scouti-smo è anche sbuffare perché l’at-tività non è ancora pronta e il tempo stringe. E’ preparare un’at-tività per tanto tempo e non riu-scire ad esprimere quello che in realtà vorresti . E’ scoprire che tante volte se le cose non riesco-no è perché le hai fatte in base alle tue esigenze e non a chi sono destinate. L’esperienza più bella da ca-po:

Una sola? L’emozione più grande era la consapevolezza di inserire le Coccinelle in un Gruppo. Fon-damentale era vedere le coccinel-le che imparavano a stare in Cer-chio e in Gruppo. Il campo più bello: Da Capo indubbiamente il primo a Miane (TV) dove avevamo otto coccinel-le ed eravamo in tre Capi, sem-brava davvero una famiglia felice quando non pensavano a casa. La magia era che era il primo campo per tutte, anche per noi capo quindi costruivamo assieme il nuovo Cerchio. Cosa ti da lo scoutismo? Im-pari a dare ciò che serve agli altri e non ciò che vuoi te. E impari a camminare come si deve e non sempre e solo nella tua direzio-ne. In cosa lo rivedi nella tua vita quotidiana? Lo scoutismo è vita quotidiana, la differenza è che se sei scout prendi le decisioni con una consapevolezza e valori di-versi. Le cose le vedi e le vivi, non subisci e basta. Che consiglio daresti ad un nuovo capo? Vivi le difficoltà come insegnamenti. Non pensare mai di dover salvare il mondo da solo ma semplicemente fai estre-mamente bene quello che stai facendo. Non aspettarti mai i ri-sultati che vuoi te le soddisfazioni e i risultati migliori, spesso sono nascosti dove meno te l’aspetti. Cosa avresti voluto o vuoi mi-gliorare? Purtroppo sono dovuta uscire dalle attività e la speranza è di poter dedicare ancora del tempo allo scoutismo. Ritornando vorrei trovare più semplicità nei rapporti perché le regole per una buona convivenza non sono quelle

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abiti?” Perché io Ti trovi e possa stare con Te, ascoltarTi, rendermi utile, servirTi. Il Papa a conclusio-ne della giornata rinnova l’invito a ritrovarci a Roma per il giubileo del 2000. Ci saremo. È stata una esperienza che ha lasciato il se-gno, la fatica è stata molta, ma gli incontri e le testimonianze, la gente e i giovani, ci hanno tra-smesso una grande gioia, le emo-zioni son state molte e sicura-mente la più grande è stata l’in-contro con Giovanni Paolo II e le sue parole hanno lasciato una traccia per meditare e poter co-gliere a pieni i frutti della stupen-da avventura vissuta in Francia.

Silvano Ongaro

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EUROMOOT 2007 EUROMOOT 2007 EUROMOOT 2007 EUROMOOT 2007

LEVOCHA LEVOCHA LEVOCHA LEVOCHA ---- CHESTOKOVA CHESTOKOVA CHESTOKOVA CHESTOKOVA

“Surgite Eamus”“Surgite Eamus”“Surgite Eamus”“Surgite Eamus”

4444----11 Agosto 200711 Agosto 200711 Agosto 200711 Agosto 2007

”I Rover formano una comunità all’aria aperta e del servi-zio…..Poiché è una fraternità di gente che va alla ventura , puoi se ne sei membro estendere i tuoi viaggi ai paesi europei e colà fare amicizia con i fratelli di altri paesi. Questo aspetto del nostro movi-mento è non solo interessante ed educativo ma anche una tappa effettiva verso la pace futura del mondo basata su una reciproca buona volontà”…..

Baden Powell A pensarci bene Baden Powell cent’ anni fa aveva le idee chiare, e guardava lontano. Sulle tracce del fondatore dello scoutismo i Rover scout vivono un ‘esperienza

straordinaria partecipando insie-me ai fratelli rover e sorelle scolte di tutta Europa all’ ”Euromoot” (il campo mobile europeo).

La nostra spedizione costruita e pianificata nel corso delle attività dell’anno 2007 ha studiato ed approfondito i quattro punti del Roverismo: dalla Strada, all’esse-re Comunità, all’applicazione del Servizio, il tutto espletato nel vivere con Spiritualità, esaltando i valori e le comuni radici cristiane.

In pullman siamo partiti da Trevi-so viaggiando tutta la notte e la mattina del giorno successivo, per arrivare il primo pomeriggio a “Levocha” in Slovacchia. Dalla città è iniziato il campo mobile con una cerimonia di apertura e la visita della cattedrale, poi ab-biamo proseguito a piedi nel terri-torio slovacco tutta la settimana, raggiungendo la città di Oltszyn. Un secondo trasferimento in pull-man di circa 5 ore ci ha condotti poi ad una trentina di km dalla città di “Chestokova”. Qui gli ulti-mi due giorno abbiamo vissuto la spiritualità nel pellegrinaggio che ci ha condotti alla Madonna di “Chestokova”, …”la terra silenzio-sa dove ognuno vuole tornare”... Imparare dalla STRADA La strada entra dai piedi e spesso parla un linguaggio universale abbiamo utilizzato i momenti di cammino per proporre i gemellag-gi fra i vari moduli, il nostro mo-dulo comprendeva gruppi di clan di Udine (UD), Vignanello (VT) e Velletri (Roma), tutti insieme divi-dendo il cammino e generando il confronto sui temi di marcia gior-nalieri proposti. Il nostro modulo contava 50 Rover poi avevamo in gruppo un modulo francese ed uno slovacco.

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GIORNATA MONDIALE GIORNATA MONDIALE GIORNATA MONDIALE GIORNATA MONDIALE

DELLA GIOVENTU’: DELLA GIOVENTU’: DELLA GIOVENTU’: DELLA GIOVENTU’:

Parigi 1997Parigi 1997Parigi 1997Parigi 1997

Nell’agosto del 1997 il clan parte-cipa per la prima volta alla gior-nata mondiale della Gioventù che

si tiene in quell’anno a Parigi. Partiti in treno il 16 agosto prima di arrivare a Parigi, con altri 1000 tra rover e scolte da tutta Italia abbiano potuto effettuare un campo mobile nel Massif Central attraverso un itinerario che ci ha permesso di apprezzare del terri-torio storia, natura e folklore. Ci siamo poi spostati al campo base di Parigi dove il 23 agosto siamo entrati nell’ippodromo Longchamp per prepararci all’incontro con il Santo Padre Giovanni Paolo II assieme ad un milione di altri giovani . Ci siamo mossi sull’invi-to del Papa a riflettere sulla do-

manda che i discepoli hanno fatto a Gesù “Maestro dove abiti?” “Venite e vedrete”(Gv1,38-39). Dall’omelia di Papa Giovanni Pao-lo II…”Il Papa vi esorta a rivolgere a Gesù la stessa domanda dei due discepoli “Maestro dove abiti?” e vi assicura: ”se rivolgerete a Lui con sincerità tale questione, po-

trete udire la risposta e riceverete da Lui il coraggio e la forza di seguirlo”. L’impegno primario sta dunque nel nel cercare il Maestro con sincerità. Cercarlo perché ci faccia “scoprire il senso vero della no-stra vita e della nostra vocazione” pregandolo con umiltà di “non nasconderci il suo volto”. Allora Lui risponderà. Siamo andati a Parigi, tutti, con questa domanda nel cuore. Se abbiamo deciso di seguire Gesù dobbiamo continua-re ogni giorno a chiedergli “dove

Esperienze vissute del Clan “La Forcola” Esperienze vissute del Clan “La Forcola” Esperienze vissute del Clan “La Forcola” Esperienze vissute del Clan “La Forcola”

Clan La Forcola durante la G.M.G. del 1997 a Parigi

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scritte ma si scoprono giorno per giorno. Cosa è cambiato rispetto al passato? Sono in difficoltà ne l rispondere perché sono fuori dal gruppo ormai da 4 anni. Come tutte le associazioni, anche lo scoutismo è in continuo cambia-mento, l’importante sarebbe non perdere le buone abitudini, come per esempio l’umiltà e il rispetto. La frase di B.P. che senti più tua: “Lascia il mondo meglio di come l’hai trovato” (e aggiungerei an-che ogni situazione). Saluta: Buona Caccia! Michela Bariviera

Coccinelle al lavoro durante il volo estivo

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A Cimadolmo gli scout, seguiti dall’assistente Don Sebastiano, sono partono come squadriglia libera AQUILE aggregata al ripar-

to di Scorzé e successivamente con la squadriglia libera PANTERE inserita nel riparto di S. Maria del Rovere e poi aggregata al Riparto di San Liberale con capo riparto Nevio Saracco che è stato di rife-rimento nella formazione e prepa-razione del futuro capo riparto. Gli scout di allora partecipano alle attività andando ogni Domenica in bicicletta fino a Treviso. Poi nel lontano 1979 al campo estivo di Collina di Forni Avoltri (UD) finalmente nasce il Riparto di Cimadolmo sotto la guida di Silvano Ongaro (1° Capo Riparto della storia di Cimadolmo). Il nuovo Riparto conta due squadri-glie FALCHI e PANTERE alle quali si aggiunge nel 1984 la squadri-glia KOBRA. Molti ragazzi vengo-

no anche dai paesi vicini quindi per un paio d’anni la proposta si spostò anche a San Polo di Piave dove nel 1987 si costituì la squa-

driglia TIGRI, con responsabile Armando Perin. Nell’anno 1988 il capo riparto diventa Armando Perin e, per problemi di sede, il Riparto si spostò a San Polo di Piave sino al 1989. Sono stati gli anni più duri nella storia di questo riparto, dove il numero totale dei componenti è sceso a 9, ma non ci si è persi d’animo anzi sono stati anni di grandi imprese e questo ha permesso, piano piano, la rinascita e la ricrescita. Nel 1996 il riparto ha effettuato un gemellaggio con gli scout di Vo-losko (Croazia); era appena ter-minato il conflitto nella ex Jugo-slavia ed è stato possibile orga-nizzare un campo in Croazia nella località di Trstenik. Un campo all’insegna dell’ avventura, in

Storia del Riparto EsploratoriStoria del Riparto EsploratoriStoria del Riparto EsploratoriStoria del Riparto Esploratori

La squadriglia Pantere nel 1975

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diventa più numerosa c’è più gioia, così dare la promessa tanto attesa e preparata ad una guida è sempre un momento da ricordare che segna una svolta in ogni scout. Il campo più bello: il campo estivo a Claut nell’agosto del 2001, era stato ambientato traen-do spunto dalla Divina Comme-dia; era il nostro primo campo, tutto era nuovo, tutto ciò che si faceva e che si vedeva aveva il suo fascino. Cosa ti da lo scoutismo? Lo scoutismo riesce a rendere più forte il nostro carattere, ci inse-gna a vincere le nostre paure, impariamo ad amare il prossimo e ad apprezzare tutto ciò che la natura ha di bello da offrire. In cosa lo rivedi nella tua vita quotidiana? E’ sempre vivo in me il motto “fare del nostro meglio per essere sempre pronta a servire” questa e diventata la mia legge di vita insieme ad “amare il prossimo tuo come te stesso con tutte le tue forze con tutta la tua mente e il tuo cuore” e così in famiglia nel lavoro e in qualsiasi altra attività cerco di dare il massimo con l’ obbiettivo di rendere felici gli altri. Che consiglio daresti ad un nuovo capo? Ci sono consigli scontati come cerca di redigere un buon programma ben definito, porta sempre con te l’entusiasmo in modo che il tuo sorriso e la tua gioia diventino il metodo per tra-smettere la passione per lo scou-tismo; ciò che non si dice mai è che bisogna trovare il metodo per far vincere la PIGRIZIA alle nostre sorelle guide o scolte che inventa-no scuse per non partecipare ad

avventure belle ed importanti come i campi estivi o le uscite di distretto . Cosa avresti voluto o vuoi mi-gliorare? Per me è importante che ci sia dialogo a 360° prima tra i capi, poi tra capi e aiuto ca-pi. DIALOGO nel senso più largo del termine, cerchiamo di trovarci di parlare del più e del meno e spesso è proprio in queste occa-sioni che nascono le idee più belle i propositi più buoni. Ben vengano gli Esercizi Spirituali, momenti preziosi in cui il tempo non ci è tiranno, in cui possiamo prenderci gli spazi necessari per riflettere e magari scambiarci qualche idea. Al nostro gruppo manca il talento dell’ espressione spesso ci lamen-tiamo perché i nostri ragazzi non sono partecipi ben evidente da tutti durante l’ Eucaristia, provia-mo noi capi R&S a dare l’esempio magari anche con una recita dove noi siamo i protagonisti e i ragazzi spettatori chissà che divertendosi si sappiano mettere in gioco. Saluta: Buona strada

Sonja Serafin

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campo, sostenerle nelle difficoltà, ricevere un abbraccio e sentirsi dire: “ma dobbiamo proprio tor-nare a casa? Si sta tanto bene qui, ti voglio bene” Il campo più bello: da guida è stato quello in Toscana, ad Alto-pascio, perché c'è stata anche una parte culturale (abbiamo visi-tato Lucca-Pisa-Firenze) e una location un po' diversa dalle no-stre zone. Cosa ti da lo scoutismo? Mi da la forza per capire che bisogna sempre sorridere alla vita, nono-stante le difficoltà, e mi ricorda che aiutare gli altri è il miglior modo per capire quanto siamo fortunati a volte. In cosa lo rivedi nella tua vita quotidiana? Nello spirito e nel carattere, nell'impegno che ci metto nel fare le cose. Che consiglio daresti ad un vecchio capo? Dipende dalla persona, ma forse che si può es-sere scout rimanendo al passo con i tempi. Cosa avresti voluto o vuoi mi-gliorare? Vorrei imparare sempre cose nuove da insegnare alle gui-de. Cosa è cambiato rispetto al passato? Sono riuscita ad aprir-mi, avevo un carattere molto ti-mido, ho acquistato sicurezza in me stessa. La frase di B.P. che senti più tua “il miglio modo per essere felici è quello di rendere felici gli altri” Inventa uno slogan per il qua-rantennale: “gli scout non sono

out” l'avventura e la felicità sono il sale della vita scout! Saluta ciao bei! ricordarsi che il motto è :“pochi ma boni” Elena De Rosso _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ Nome: Sonja Serafin Età: 34 anni Anno d’iscrizione al gruppo: 2000 Branca d’appartenenza: R-S Percorso scout: ho iniziato nei primi mesi del 2000 come capo riparto delle guide , ho colto l’in-vito ha svolgere tale servizio, anche se non avevo nessuna esperienza precedente, per dare la possibilità anche alle ragazze del nostro paese di poter cono-scere ed entrare a far parte del bellissimo mondo scout e da qui è nata la sezione femminile che poi ha permesso la nascita del gruppo Cimadolmo 1. Sono stata la prima ad aver ricevuto la promessa da guida (nel nostro gruppo Cima-dolmo 1°) nell’ aprile 2001 (sabato santo) insieme alle tre aiuto capo dell’ epoca (Michela Bariviera, Lucia Tonon e Melissa Cadamuro); il riparto era costitui-to da 12 guide. Chi sono stati i tuoi capi? I capi gruppo quindi prima Piero Gallina-ro del Gruppo TV 3° e poi Silvano Ongaro. L’esperienza più bella da ca-po: Ogni volta che si dà la pro-messa ad una guida è un momen-to del tutto eccezionale, è come quando nasce un figlio, la famiglia

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terra straniera in un ambiente naturale ancora incontaminato che in ogni angolo riserva sorpre-se come ad esempio l’incontro di animali selvatici, cosa alquanto improbabile nei normali campi effettuati in Italia. Dopo qualche anno nel 1998, i ragazzi hanno avuto modo di vivere un'altra avventura all’estero questa volta in Romania nel ”campo delle terre lontane”, dove stavano nascendo i primi gruppi di scout FSE. Nel 1999 diventa capo riparto Luca Buosi che nell’anno 2000 parteci-pa con il riparto ad un campo gemellato con gli scout di Capra-rola a Tarquinia (VT), visitando la città di Roma e le sue chiese nell’anno del Giubileo. Nel

2001/02 anno del trentennale, a chiusura delle attività dell’anno e prima dei campi estivi, lupetti , guide, scout e rover con i loro capi e con il Parroco Don Roberto Stradiotto, hanno fatto una uscita-pellegrinaggio ad Assisi, sulle orme di San Francesco e Santa Chiara per scoprire il segreto che

li ha resi Santi. Una visita suggestiva ai luoghi francescani e sotto la guida dei frati che hanno raccontato delle esperienze di Francesco e Chiara, e per tutti c’è stato motivo di ri-flettere sulla necessità di ricono-scere cosa vale di più per la pro-pria vita, ciò che è essenziale, le cose semplici che alla fine sono le più grandi. Nel 2003 Gli scout del riparto maschile, grazie ai risultati delle imprese di squadriglia, han-no potuto partecipare all’Eurojam, incontro europeo di tutti gli scout della nostra associazione, che si è tenuto in Polonia nella località di Zelasko. Lanciati dal motto “DUC IN ALTUM” i nostri scout hanno potuto vivere in maniera intensa

la fratellanza che non ha frontiere campeggiando fianco a fianco e scambiando esperienze con scout di diverse nazionalità. E’ stata una esperienza entusiasmante ed arricchente anche per le uscite fatte nei paesi polacchi e per l’e-mozionante pellegrinaggio a Ce-stokova. Poi nel 2004 il riparto è

Foto di gruppo al campo estivo di Illeggio (UD) nel 1984

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passato sotto la guida di Matteo Cancian, anno memorabile per la squadriglia Puma, in quanto vinse (per la prima volta) il San Gior-gio, ovvero l'appuntamento an-nuale dove tutte le squadriglie del distretto hanno modo di dimo-strare la propria abilità confron-tandosi in prove e giochi, inoltre in questa particolare uscita viene ricordato anche San Giorgio, il patrono degli esploratori. Da ri-cordare un’uscita memorabile effettuata al lago di Revine; il riparto si è cimentato nella co-struzione di due zattere...una ha rischiato di affondare tristemen-te...mentre l'altra fortunatamente si è rivelata stabile ed efficiente. E’ il gruppo scout Cimadolmo 1° a comunicare che il 9 ottobre 2005 nell’uscita dei passaggi si è for-

mata la squadriglia libera Pantere di Roncadelle che grazie alla di-sponibilità del parroco don Silva-no ha la sua sede nei locali dietro la canonica. Una grande opportu-nità per i ragazzi di Roncadelle di vivere l’esperienza dello scouti-smo direttamente nel proprio paese. Nel 2006 Lupetti, Guide ed Esploratori, fanno il campo in una unica zona a “ Cuel dal Nibli” a Cesclans vicino a Lavazzo Car-nico (UD). Dal 2007 il riparto è stato affidato a Federico Savoini, l'anno succes-sivo il riparto è stato impegnato in un campo parallelo a quello delle sorelle guide a Borgo di Sel-la Valsugana (TN). Nel 2009 i ragazzi dell'alta squadriglia parte-cipano ad un campo invernale di quattro giorni in quel di Pesariis

Foto all’apertura dell’Eurojam in Polonia nel 2003

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Nome: Elena De Rosso Età: 21 anni Anno d’iscrizione al gruppo: 2000 Branca d’appartenenza: verde-sempre verdee! Percorso scout: Sono stata una tra le prime guide, ho fatto cinque

anni in riparto, quattro come vice della sq. Tigri e uno da Capo sempre della sq. Tigri. Poi sono passata in fuoco, c'è stata l'anno da scolta semplice in cui facevo da jolly come aiuto capo quando serviva una mano per i giochi. L'anno successivo ho affiancato Elisa come aiuto-capo-cocci e poi

ho fatto altri due anni da aiuto-capo alle guide con Lisa e poi con Monica. Nell'ottobre 2009 sono diventata e sono tutt'ora capo riparto e nel dicembre 2009 ho preso la par-tenza dal fuoco, diventando R-S. Chi sono stati i tuoi capi? Per un anno la capo riparto è stata Sonja Serafin, poi per altri quat-tro anni Lisa Bariviera. In Fuoco

sempre Lisa a parte gli ultimi tre mesi fatti con il fuoco di Santa Maria del Rovere (Gruppo TV 6°) Dimmi un aggettivo per de-scrivere lo scoutismo: ne ho tre: impegno- felicità-Libertà L’esperienza più bella da ca-po: riuscire a portare le guide al

Intervista Doppia: Il passaggio del testimone negli anni… Intervista Doppia: Il passaggio del testimone negli anni… Intervista Doppia: Il passaggio del testimone negli anni… Intervista Doppia: Il passaggio del testimone negli anni… cosa ci racconta la capo riparto attuale e una capo ri-cosa ci racconta la capo riparto attuale e una capo ri-cosa ci racconta la capo riparto attuale e una capo ri-cosa ci racconta la capo riparto attuale e una capo ri-parto vecchia…parto vecchia…parto vecchia…parto vecchia…

Riparto Guide durante un’attività nel 2010

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Elena e Cristina in Fuoco. Si è concluso per loro il percorso in riparto per lasciare spazio alle nuove guide. Stefania è stata nominata capo della sq. Tigri affiancata da Marti-na mentre per le pantere abbiamo Enrica come capo sq. e Cinzia come vice. Nel 2006, Lisa, affiancata da Se-rena e Cristina, ha portato le gui-de al loro sesto campo sul Montel-lo, il primo campo estivo in cui il riparto di Cimadolmo era solo, senza la partecipazione di altri gruppi. Con i successivi passaggi il riparto si è arricchito di sei nuove com-ponenti provenienti dalle coccinel-le: Martina, Katia, Barbara, Elisa, Veronica, Lisa. Lisa rimane altri due anni alle guida del riparto, a lei va sicura-mente un grande ringraziamento, ha fatto crescere le prime guide, che ora sono scolte e capo e ha reso possibile quest'avventura femminile nonostante le difficoltà e i numeri a volte molto esigui di guide, molte volta senza il sup-porto di alcuna aiuto-capo. Lisa ha lasciato il riparto con l'u-scita dell'ottobre 2008, nella qua-le ci sono stati i passaggi di Ste-fania e Martina in fuoco e dal cer-chio arrivò Altea. Le capo sq divennero Orifiamma per le Tigri e Arianna affiancata da Ana per le Pantere. La nuova capo riparto, Monica, era una new entry per il gruppo di Cimadolmo in quanto proveniente dal gruppo di Castagnole nel qua-le ha svolto servizio come capo riparto per molti anni. Sicuramente ha portato molte novità e freschezza nel gruppo di guide, affiancata da Elena, ha saputo inventare attività diverse e nuove, ad esempio, la proposta di campo estivo a san Pietroburgo in

Russia come rappresentanti italia-ne per i cent'anni di scoutismo. Purtroppo il campo è saltato ma l'idea è servita a maturare nelle guide un coraggio e un senso di responsabilità molto evidente. Il riparto nonostante la mancata partenza per la destinazione rus-sa, partecipò al campo estivo a Sovramonte (BL) con le guide di Lancenigo e Santa Maria del Ro-vere, in quell'occasione la sq. Tigri vinse la gara degli angoli e il campo. Nel 2009 con i passaggi c'è stata una piccola rivoluzione nei ruoli all'interno delle varie staff capi, in quel momento tocca ai giovani far vedere tutto quello che aveva-no imparato nel loro percorso. Per quanto riguarda le nostre guide, la capo diventò Elena. Con Cristina le guide partecipano al san Giorgio sul Montello, alle varie uscite sul ghiaccio, a Farra di Soligo, fino ad arrivare al cam-po estivo a Sorriva di Sovramonte (BL) con i riparti di Lancenigo e santa Maria del Rovere. In que-st'occasione c'è stata la vincita del campo e della gara degli an-goli da parte della sq. Pantere. Per quanto riguarda il 2010 e il 2011 la capo è ancora Elena, ri-masta senza aiuto-capo questa volta, ma con l'appoggio delle dodici guide: Altea (capo sq.) Meira (vice) Giada, Ilenia, Ilaria, Martina (capo sq.), Anna, Katia, Marta, Anna, Luna e Serena. Nel tempo i numeri di guide sono più o meno rimasti quelli. ma nonostante il numero esiguo lo spirito è rimasto altissimo. Elena De Rosso

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(UD). Mentre in estate viene mes-so a punto un campo gemellato con i riparti di Lancenigo e Santa Maria del Rovere, nella bellissima località di Fiè allo Sciliar in pro-vincia di Bolzano. Il 2010 appena concluso ha visto gli esploratori partecipare ad un campo a Sovra-monte (BL), dove i ragazzi hanno cercato di fare del proprio meglio riuscendo a vivere la giornata come la "Squadra di Gesù": i 12 apostoli. Oggi il riparto conta 16 iscritti e 3 squadriglie: le pantere, le aquile e i puma. Da quel picco-lo seme gettato sono molti i ra-gazzi che hanno potuto godere di questa esperienza e sono soprat-tutto importanti quei valori di amicizia di fratellanza e di servizio che hanno lasciato il segno in ciascuno di loro.

Federico Savoini e Silvano Ongaro

Il Riparto al San Giorgio Regionale ad Eraclea (VE) nel 1999

Impresa dell’alta Squadriglia all’uscita del Ricordo nel 2000

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Nome: Federico Savoini Età: 24 Anno d’iscrizione al gruppo: 1994 Branca d’appartenenza: questo è il quarto anno che sono capo riparto esploratori. Percorso scout: sono entrato a far parte della grande famiglia degli scout nel 1994 come lupetto all’età di 9 anni, ho iniziato quan-do è stato aperto il branco qui a Cimadolmo…poi ho percorso l’in-tero iter di formazione fino a a prendere la partenza e diventare capo riparto nel 2007. Chi sono stati i tuoi capi? Chri-stian Conte è stato mio Akela, poi Armando Perin e Luca Buosi sono stati miei capi riparto, e infine Christian e Iside Bazzo come capi Clan. Dimmi un aggettivo per de-scrivere lo scoutismo: entusia-smante!...per tutte le età… L’esperienza più bella da ca-po: forse il primo campo da capo riparto a Borgo Sella Valsugana (TN) Il campo più bello: sicuramente l’Euromoot in Polonia nel 2007, con il pellegrinaggio alla Madonna di Cestokova. Esperienza indi-menticabile.. Cosa ti da lo scoutismo? Il bel-lo dello scoutismo è che ti fa cre-scere a qualsiasi età…fin da picco-lo ti insegna a prenderti le tue

responsabilità e senza accorgerti ti forma, ti fa crescere. Inoltre mi ha fatto conoscere molti amici fidati… In cosa lo rivedi nella tua vita quotidiana? Nei rapporti e nel modo di pormi che ho con le per-sone, nella semplicità delle cose. Che consiglio daresti ad un vecchio capo? Molto probabil-mente glielo chiederei un consi-glio invece che darglielo…ad ogni modo gli ricorderei il famoso det-to: scout una volta scout per sempre! Cosa avresti voluto o vuoi mi-gliorare? Lo scoutismo ti fa capi-re che c’è sempre da migliorare, non si è mai arrivati quindi in generale, me stesso…non si fini-sce mai di imparare e crescere. Cosa è cambiato rispetto al passato? Siamo sempre tutti di corsa! Io per primo, è un mondo frenetico quello che ci circonda: scuola, lavoro, sport, musica, amici, morosa, e il tempo per noi stessi e per l’incontro con il signo-re dove lo mettiamo? È sempre più difficile riuscire a trovarlo. La frase di B.P. che senti più tua: ”Procurate di lasciare il mon-do un po' migliore di come lo ave-te trovato” e “guida da te la tua canoa.” Inventa uno slogan per il qua-rantennale: 1971-2011 Qua-rant’anni di avventure! … Federico Savoini

Intervista Doppia: Il passaggio del testimone negli an-Intervista Doppia: Il passaggio del testimone negli an-Intervista Doppia: Il passaggio del testimone negli an-Intervista Doppia: Il passaggio del testimone negli an-ni… cosa ci racconta il capo riparto attuale e un capo ni… cosa ci racconta il capo riparto attuale e un capo ni… cosa ci racconta il capo riparto attuale e un capo ni… cosa ci racconta il capo riparto attuale e un capo riparto vecchio…riparto vecchio…riparto vecchio…riparto vecchio…

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motto è diventato ben presto “poche ma bone” e nessuna vole-va più mollare la squadriglia alla prima difficoltà. La vita all'aria aperta, le tecniche e i giochi appresi durante le atti-vità han fatto maturare le piccole guide, che hanno così potuto rag-giungere la prima tappa del per-corso, la promessa, il primo vero passo per la formazione di una guida. Quello stesso anno le due squa-driglie affrontano il loro secondo S. Giorgio, il loro primo campo invernale e il loro campo ad Alto-pascio, in Toscana, dove hanno avuto la possibilità di visitare Fi-renze, Pisa e Lucca. Durante il terzo anno di attività, dal 2002 al 2003, il riparto è di-ventato sempre più saldo e ad esso si sono aggiunte Martina, Mirjana ed Jelena. Oltre ad arricchire il loro bagaglio tecnico, le guide hanno fatto emergere il loro carattere: Lisa ha così potuto assegnare loro i nomi caccia. In maggio la Sq. Tigri ha conqui-stato la vittoria per l’impresa al S. Giorgio, dove, entrambe le squa-driglie hanno dimostrato di saper-si comportare in modo corretto e di essere molto unite tra loro, conquistando entrambe il totem dello Stile. Il campo estivo a S. Leonardo di Cividale del Friuli (UD) ha conclu-so in bellezza le attività dell’anno. In quell’occasione Elena, Cristina, Marta, Serena e Maria hanno rice-vuto la Seconda Classe, un’altra tappa dopo la promessa scout. Nell’anno 2003-2004, una nuova aiuto capo, Luisella, ha fatto il suo ingresso in riparto. Nel frattempo Cristina e Serena sono diventate rispettivamente la capo e la vice capo sq. delle Pan-tere, mentre nella sq. Tigri i due

ruoli sono nuovamente ricoperti da Maria ed Elena. Le guide hanno effettuato le pri-me uscite di squadriglia, le prime attività con le Coccinelle, il primo “Baden Powell Day”, il San Gior-gio a Crocetta del Montello, il primo campetto di squadriglia di tre giorni e il quarto campo estivo nel Bosco delle Fratte, a Tambre. Il 9 ottobre 2004, con l’inizio dell’anno scout, ha avuto luogo la cerimonia dei Passaggi, i primi che hanno realmente coinvolto il riparto: Maria e Serena hanno fatto il loro ingresso nel Fuoco come scolte semplici e Cinzia, Irene, Stefania, Martina, Cinzia e Valentina sono passate dal Cer-chio delle Coccinelle al riparto; in seguito Elena è stata nominata capo delle Tigri e Marta l’ha ac-compagnata come vice capo men-tre per le Pantere l’incarico è an-cora affidato a Cristina che, però, è costretta a guidare la sua squa-driglia senza una vice. Nel corso delle varie uscite e nelle attività, il nuovo gruppo si è spe-cializzato nel pronto soccorso, nei nodi, nelle costruzioni e nell’alfa-beto morse. A Bigolino (TV) in febbraio, Marta, Cristina ed Elena hanno partecipato all’uscita d’Alta Sq. di distretto dove hanno mi-gliorato il loro modo di condurre una squadriglia tramite il confron-to con altre capo e vice capo sq. Sono seguiti il San Giorgio a Sa-lettuol (Maserada sul Piave) dove la sq. Tigri ha vinto, il campo in-vernale, il secondo campetto di sq. in giugno, la conquista della Prima Classe da parte di Cristina, Elena e Marta e, infine, il campo a S. Vito d’Arsiè (BL), dove per la prima volta ha partecipato l’intero riparto con entrambe le squadri-glie. Durante l’ultimo giorno di campo ci sono stati i Passaggi di Marta,

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L'idea della sezione femminile a Cimadolmo si può ricondurre a quattro guide, capeggiate da Se-rena Liessi. Formano la prima squadriglia libera, affiancate al gruppo di S. Liberale. Le loro attività sono gioiose, il gruppo affiatato, e ben presto le componenti ricevono anche la Promessa dalla capo riparto di San Liberale e partecipano al campo estivo.

Purtroppo però la squadriglia durò solo un anno, poiché il numero ristretto di ragazze fu decisivo per la rottura del gruppo. Nel marzo del 2000, su iniziativa di Sonja Serafin, un gruppo di quattordici ragazze da il via ad un nuovo gruppo di guide. Il riparto è guidato da due aiuto-capo, Melissa Cadamuro e Lucia Tonon. Così comincia la loro avventura come guide, anche grazie alla

collaborazione di Lisa Bariviera, un’altra aiuto capo, entrata a far parte del gruppo qualche tempo dopo le prime attività. Nascono due squadriglie, Tigri e Pantere, che partecipano al primo S. Giorgio a Istrana (TV), dimo-strandosi un gruppo unito e capa-ce di affrontare le prove scout. Dopo un'intensa preparazione, nell’agosto del 2001 il loro primo campo estivo a Claut (PN). Il secondo anno di attività (2001-

2002) inizia con un grande cam-biamento, Sonja lascia la guida del riparto a Lisa. Le squadriglie erano così formate: Tigri: Maria (capo squadriglia), Elena (vice-capo squadriglia), Marta e Stefania. Pantere: Federica (capo squadri-glia), Giulia (vice-capo squadri-glia), Serena, Cristina e Chiara. Il gruppo è piuttosto piccolo, so-prattutto dopo aver perso alcune componenti durante il percorso; il

Storia del Riparto GuideStoria del Riparto GuideStoria del Riparto GuideStoria del Riparto Guide

Riparto Guide durante un’attività nel 2003

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Nome: Luca Buosi Età: 32 Anno d’iscrizione al gruppo: 1993-94 Branca d’appartenenza: Ripar-to esploratori Percorso scout: Aiuto capo e capo riparto Chi sono stati i tuoi capi? Ar-mando Perin e Silvano Ongaro. Dimmi un aggettivo per de-scrivere lo scoutismo: Fraterno L’esperienza più bella da ca-po: Le uscite di alta squadriglia Il campo più bello: Tutti i campi sono stati avvincenti seppur fati-cosi. Il primo ad San Vito d’Arsiè (BL) me lo ricordo per l'entusia-smo e lo slancio della prima espe-rienza per il rapporto con i ragazzi

e soprattutto con i capisquadri-glia; anche il campo a Tambre(BL) mi resta particolarmente vicino forse perché si trattava di esperienze dirette, ovvero non ci trovavamo in grandi contesti o luoghi interessanti (come è stato per le grandi avventure di Roma nel 2000 e Polonia nel 2003) e magari abbiamo vissuto più sere-namente l'esperienza soprattutto del fuoco la sera o dei momenti di gioco insieme. Cosa ti da lo scoutismo? Alla fine dell'esperienza resta chiaro lo spirito di sacrificio; un modo di-verso di porsi nei confronti delle cose e delle persone e il motto ESTOTE PARATI lo lascia intende-re. In cosa lo rivedi nella tua vita quotidiana? Potrei riassumerlo in praticità e collaborazione princi-palmente nel lavoro dove spesso ricevo richieste di aiuto e nel tro-vare soluzioni semplici utilizzando

Riparto Esploratori al campo estivo 2009 a Fiè allo Sciliar (BZ)

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quello che ho a disposizione. Che consiglio daresti ad un nuovo capo? A volte capita di sentirti scoraggiato, di non riusci-re a fare quello che vorresti o che sarebbe meglio spendere diversa-mente il tempo. in quelle occasio-ni pensa alle esperienze positive passate e tranne forza. Soprattutto non pensare a grandi esperienze o attività. Piuttosto a cose semplici tenendo sempre a mente l'obiettivo. Cosa avresti voluto o vuoi mi-gliorare? Forse niente forse tut-to. Probabilmente il tempo dedi-cato alle attività doveva essere di più o speso meglio. A volte con rammarico si pensava a grandi attività mentre bastava guardare quello che avevamo davanti.

Cosa è cambiato rispetto al passato? Tutto cambia ma l'ani-mo è restato lo stesso. Da un bel po’ per impegni familiari e lavora-tivi non sono in contatto con il gruppo o altre associazioni e que-ste esperienze un po’ mi manca-no. La frase di B.P. che senti più tua: “guida da te la tua canoa” Inventa uno slogan per il qua-rantennale: pronti a volare sem-pre più in alto, pronti a remare tutti insieme! Saluta: Buona Caccia! Luca Buosi

Squadriglia Pantere durante il campo estivo del 2007 a Sasso Asiago (VI)

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Nell’estate del 2003 il Riparto di Cimadolmo ha partecipato all’Eu-rojam, un grande incontro di quindici giorni tra tantissimi ripar-ti di tutta l’Europa, a Zelasko in Polonia. Questa esperienza è stata molto bella ed emozionante per diversi motivi: Primo: non tutti i Riparti hanno potuto partecipare ma solo quelli che durante l’anno precedente sono riusciti a qualificarsi attra-verso una gara lunga dodici mesi. Il nostro Riparto si è impegnato nella progettazione e costruzione di 2 torrette per la segnalazione alte quattro metri. Una volta co-struite, le squadriglie si sono ci-mentate nella segnalazione not-turna al termine della quale è stata stesa una relazione inviata alla sede centrale dell’associazio-ne a Roma. L’impresa valutata positivamente ha permesso al gruppo di Cimadolmo di parteci-pare all’iniziativa in Polonia. Secondo: durante tutto il campo ci sono stati molti momenti per incontrare e conoscere ragazzi della nostra età da ogni parte d’Europa. Abbiamo potuto osser-vare i diversi tipi di costruzioni, le diverse abitudini, i diversi cibi. Tutti si ricorderanno della mitica partita di rugby giocata e sudata contro gli Olandesi (botte da or-bi). Terzo: i forti momenti del pelle-grinaggio a Czestochowa e la ce-lebrazione al santuario dove è custodita l’immagine della Madon-na Nera ci hanno fatto provare sensazioni uniche. In quell’occa-sione è stato particolarmente emozionante vedere una fila infi-nita di autobus, che ci hanno tra-

sportato dal campo alla chiesa, che non aveva ne capo ne coda. Quarto: il viaggio: sono stati or-ganizzati dei treni speciali che ci hanno portato da Treviso fino in

Polonia. Durante questo tragitto abbiamo potuto conoscere tanti ragazzi e ragazze uniti verso la stessa meta e anche se il viaggio non è stato dei più comodi, sicu-ramente rimarrà impresso nella memoria, perché ci siamo proprio divertiti. Quinto (il più importante): il mot-to di quel campo era “Duc in Al-tum” cioè “Prendere il Largo”. Tutte le prove affrontate, dalla realizzazione delle torrette, al viaggio, al campo in Polonia, tutte queste esperienze vissute ci han-no sempre ricordato che stavamo puntando in alto e che da soli non ce l’avremo mai fatta. Possiamo dire che siamo sempre stati ac-compagnati dal Signore, che ci ha permesso di vivere un così bel momento di fratellanza.

Buona caccia Matteo Cancian

Esperienze vissute: Eurojam 2003 Esperienze vissute: Eurojam 2003 Esperienze vissute: Eurojam 2003 Esperienze vissute: Eurojam 2003 ---- PoloniaPoloniaPoloniaPolonia