2017 - ATTPT - Santi, cavalieri e droleries: simboli nel centro storico

92
Trapani 11 marzo 2017 Santi, Cavalieri e Droleries Il potere dei simboli come segno di unione fra i popoli

Transcript of 2017 - ATTPT - Santi, cavalieri e droleries: simboli nel centro storico

Trapani – 11 marzo 2017

Santi, Cavalieri e Droleries

Il potere dei simboli come segno di unione fra i popoli

I Santi

Aurelio Agostino nacque a Tagaste, sul territorio dell'odierna

Algeria, nel 354. Pur avendo ricevuto un'educazione cristiana

dalla madre Monica, non aderì subito alla religione cattolica

La Chiesa dedicata a Sant’ Agostino

Il Rosone della Chiesa di Sant’ Agostino

La statua in marmo della Madonna di Trapani

I Cavalieri

Bernardo di Chiaravalle, predicatore della Seconda

crociata, così lodava nel 1130 l'Ordine del Tempio,

fondato circa dieci anni prima:

«Una nuova cavalleria è apparsa

sulla terra dell'incarnazione [...]

È veramente un cavaliere senza

macchia e senza paura, colui

che protegge la propria

anima con l'armatura della fede».

Un’antica tradizione ricorda che nel 1118 nove cavalieri Templari francesi,

guidati da Ugo de Payens, erano andati in Terra Santa per cercare sotto le

macerie del Tempio di Salomone degli antichi manoscritti. Molti storici sono

convinti che avessero scoperto tra le rovine immensi tesori ma anche quei

famosi manoscritti che rivelarono molti degli antichi segreti iniziatici.

Tra questi segreti si celava

sicuramente anche quello

dell’arte delle costruzioni.

L’arte di sconfiggere i serpenti

che uscivano dalla terra.

La testimonianza potrebbe

essere la copertina di un libro

del XIII secolo, conservato

presso l’Università belga di

Gand, sulla quale viene

rappresentata la mitica

Gerusalemme Celeste che

assomiglia in modo

impressionante a quelle che

saranno le future cattedrali

romaniche e gotiche.

La Gerusalemme celeste

Appena due secoli dopo l'Ordine vedeva la sua

enorme potenza finire in tragedia con il

rogo del Maestro Jacques de Molay a Parigi nel 1314.

Il bassorilievo che

raffigura un

cavaliere Templare

sul portale

di via Sant’Agostino

I lavori di restauro

Il cantiere della conoscenza

Sigla

Tipologia

ROS

1

Malta Rosone – Cornice esterna

ROS

2

Malta Rosone – 2° cornice

ROS

3

Malta Rosone – 3° Cornice

ROS

4

Lapideo Rosone – Cornice esterna

CU Malta Cornice della cuspide sotto rosone

PAR

1

Intonaco di finitura Paramento della facciata- lato sx –

quota cuspide

PAR

2

Intonaco di finitura Paramento della facciata- lato sx –

quota statua

PAR

3

Intonaco di finitura Paramento della facciata- lato sx –

quota capitello

SC Intonaco di finitura Sotto capitello sx

CR 1 Incrostazione Statua della Madonna

CR 2 Incrostazione Statua della Madonna

Immagini al SEM della superficie

interna della malta ROS 1. Le foto

a sinistra mostrano la presenza di

ife fungine sulla superficie ed

all’interno della malta (foto in

basso). L’immagine in alto mostra il

legante disgregato che lascia

scoperto un grano di sabbia silicea.

Immagini dello strato esterno della

malta ROS 1. Si nota la presenza

di cristalli cubici di cloruro di sodio

di neoformazione. E’ da rilevare

che la cristallizzazione di sali

provoca una violenta forza

disgregatrice a danno dei materiali

che li contengono

Foto in sezione lucida 25X Microfoto in sezione sottile – nicols incrociati -

Normal 12/83

Tipologia: malta, 2 strati Descrizione macroscopica dello strato interno

Aspetto dimensionale: arenaceo

Colore d’insieme: nocciola

Colore dei clasti: bianco, grigio, rosso, nero

Coesione: friabile

Fasi secondarie: assenti

Arenite (calcarenite) di colore giallo pallido (Very Pale Orange 10YR 8/2), mediamente

dura da moderata a ben cementata da cemento micritico. Permeabilità alta per porosità

inter e intragranulare. Matrice spatica. La granulometria dei clasti è compresa

fra 1 mm e 1,16 mm. Da moderato a ben classato.

Fossili presenti: foraminiferi planctonici e frammenti di bivalvi

Classificazione: secondo Dunham è un packestone, secondo Folk è una biosparite

Le Droleries

Le droleries sul rosone di Sant’Agostino

Le droleries all’interno del rosone di Sant’Agostino

Le droleries all’interno

del rosone di

Sant’Agostino

Le droleries sul rosone di Sant’Agostino

Le Droleries nei breviari:

Immagine del manoscritto della

biblioteca comunale di Naro

che è mutilo di principio e fine,

contiene la raccolta di 150 Salmi di

scrittori ebrei, da utilizzare come

formule di preghiera sia nell'uso

liturgico che nella devozione privata.

Non si conosce la data esatta della

compilazione ma si ipotizza la prima

metà del sec. XIV per la presenza,

all'interno del Breviario, del nome di

S. Tommaso d'Aquino canonizzato nel

1323 . Il breviario probabilmente fu

acquistato dal Priore dei Minori

Conventuali Francescani per

arricchire la biblioteca del convento.

Le droleries del tetto ligneo della Cattedrale di Nicosia

I due pellicani, figure

molto utilizzate da

Johensis, famoso

maestro di Bibbie

manfrediane

Lo stolto non è un pazzo o un malato

ma un uomo degradato che

allontanatosi dalla legge divina è dedito

al male. La raffigurazione riprende i

canoni tipici dell' Insipiens durante il

XIV secolo: la calvizie come simbolo del

peccato, il bastone come netta

contrapposizione allo scettro regale.

Le Droleries in legno del Chiesa di Sant’ Agostino conservate al Museo Pepoli

Le Droleries in pietra sul prospetto della Chiesa del Carmine a Trapani

Le droleries in pietra scolpite

sul prospetto della

Chiesa del Carmine a Trapani

Droleries sul prospetto della Chiesa del Carmine

Droleries sul prospetto della Chiesa del Carmine

Chiesa di Sant’Agostino al Capo a Palermo

Chiesa di Sant’Agostino al Capo a Palermo

I pellicani sul prospetto della Chiesa di Sant’Agostino a Palermo

I pellicani sul prospetto della Chiesa di Sant’Agostino a Palermo

Il rosone della chiesa di San Francesco a Palermo

Il rosone della chiesa di San Francesco a Palermo

Simboli arabeggiante sul rosone di Sant’Agostino

Simbolo ebraico sul rosone di Sant’Agostino

Simbolo cristiano sul rosone di Sant’Agostino

Il rosone giardino di pietra ?

Nella tradizione dei popoli dell’antichità

non solo orientale, ma anche classica, la

natura più bella, il luogo più splendido e

fecondo si identificava con il giardino

dell’Eden, con il Paradiso Terrestre, luogo

dove si realizzava la perfetta armonia tra

uomo e natura. Nei primi giardini trovava

posto una zona appartata dedicata al

"genius loci" con fonti, alberi e fiori

considerati sacri.

Il giardino arabo ha come modello estetico il paradiso

coranico, il suo obiettivo è il piacere dei sensi.

Miniatura persiana del XVI secolo che ricorda l’Imperatore Ciro

E’ il luogo creato da

Allah per premiare i

beati con i piaceri

sublimati dei sensi.

I suoi elementi devono

essere ordinati

secondo leggi rigide

affinché svolgano una

funzione significante.

Ne discende che il

giardino arabo-

islamico è in primo

luogo geometria.

I giardini medioevali erano recintati con “treillages”

Le tre forme del giardino medioevale:

il giardino chiuso, l’orto ed giardino dei semplici

I giardini dovevano essere ammirati con un colpo d’occhio.

I Carolingi crearono giardini pubblici dedicati allo svago

Cosa vi ricorda il labirinto

Dei Giardini rinascimentali

e barocchi ?

La Menorah è il candelabro a sette bracci che veniva acceso all'interno

del Santuario di Gerusalemme . Ha un significato simbolico collegato al

numero 7 che si interpreta come metafora del cielo e dei 7 pianeti ma

anche come albero della vita, idea della ciclicità della natura.

L‘Oriente è il paese della luce.

In Terra Santa ci si augura ogni giorno la pace e la luce.

Al saluto: “Ti auguro un giorno buono”,

si risponde: “Ti auguro un giorno di luce”,

sia in ebraico sia in arabo. Anche Gesù salutava cosi.

Il giardino di pietra del rosone di

Sant’Agostino è forse esempio

in terra del Giardino celeste:

il Paradiso.

Luogo dove le nostre tre religioni

si sono incontrate e si ritroveranno

sempre in pace.

La natura è un tempio in cui viventi colonne

Lascian talvolta uscire confuse parole;

L’uomo attraversa foreste di simboli

Che con sguardi familiari osservano.

Charles Baudelaire