2011 ottobre

8
Anno II n. 6 OttobreDicembre 2011 Trimestrale di informazione dell’Ass. “Amici del Cuore” della Casa di Cura Villa L’Ulivo Carmide s.r.l. Aderente a CONACUORE Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore Esami diagnostici nella riabilitazione cardiopolmonare Tanti sono gli esami e i test diagnostici ai quali il paziente cardiopatico si deve sottoporre… e mi rendo conto che dal momento in cui il suo cuore dà i primi segnali di malessere, lo stress per la pre- occupazione e la moltitudine di esami da eseguire, possono scoraggiarlo e dargli la percezione di aver imboccato un tunnel senza fine. Ovviamente, nessun medico coscienzioso fa- rebbe mai fare un test superfluo (non sarebbe eticamente corretto e neanche economicamente conveniente per il Sistema Sanitario Nazionale), però bisogna che il paziente in riabilitazione car- diopolmonare capisca che questa problematica va affrontata e seguita in maniera molto precisa, assidua e costante. Inoltre i test diagnostici sono importantissimi affinché il cardiologo possa deci- dere il protocollo riabilitativo poiché, com’è faci- le intuire, non tutti i pazienti possono svolgere le stesse attività. Il tipico paziente che si presenta alla nostra os- servazione è un infartuato e/o con problemi valvo- lari che ha eseguito un intervento cardiovascolare più o meno complesso. Sarà quindi importante e doveroso eseguire alcuni test volti a “fotografare” la situazione cardiologica al momento del ricove- ro in riabilitazione affinché, ripetendoli dopo un po’ di tempo, si pos- sa valutare se e quali benefici il paziente ha avuto dal trattamento riabilitativo. Quali esami vengono comune- mente effettuati? Iniziamo con le analisi del sangue le quali ci danno in- formazioni, fra l’al- tro, sulla funzionalità renale ed epatica e sull’emocromo, cioè sullo stato di salute del san- gue. Questi parametri sono fondamentali in tutti i pazienti poiché il trattamento riabilitativo e la terapia domiciliare varieranno in funzione di essi. Quindi un Elettrocardiogramma, il quale per- mette di valutare dal punto di vista elettrico il cuo- re del paziente. Il passo successivo è l’esecuzione di un Eco- cardiogramma, fondamentale poiché permette di “vedere” il cuore, i suoi movimenti e la forza con cui si contrae. Terminiamo la “fotografia” iniziale con un al- tro esame cardine che è il test del cammino nei 6 minuti. Questo semplicissimo test permette di valutare la tolleranza allo sforzo, le variazioni di pressione e frequenza respiratoria in base all’eser- cizio fisico e la quantità di strada che il paziente riesce a percorrere. Tutto ciò ci consentirà di iniziare una mirata at- tività riabilitativa. Durante tale attività il paziente dovrà eseguire altri esami? La risposta è affermativa. Se all’inizio dell’at- tività riabilitativa gli esami diagnostici eseguiti avevano la funzione di inquadrare la situazione clinica del paziente, adesso servono sia ad infor- marci sull’andamento del trattamento riabilitativo che come “spia” di eventuali problemi che posso- no sempre presentarsi (il paziente da riabilitare è comunque un cardiopatico). Sarà quindi necessario ripetere l’Ecocardio- gramma, magari a distanza di una decina di giorni dal primo, per vedere se il cuore ha una contrazio- ne migliore rispetto all’esame precedente e quali benefici sta traendo dagli esercizi riabilitativi. A tal proposito, un semplicissimo parametro ecocar- diografico chiamato “frazione di eiezione” ci in- forma sulla quantità di sangue che il cuore espel- le ad ogni battito. Grazie all’attività riabilitativa, l’organo può avere notevoli miglioramenti che si

description

Esami diagnostici nella riabilitazione cardiopolmonare

Transcript of 2011 ottobre

Page 1: 2011 ottobre

Anno II n. 6 Ottobre–Dicembre 2011

Trimestrale di informazione dell’Ass. “Amici del Cuore” della Casa di Cura Villa L’Ulivo Carmide s.r.l.Aderente a CONACUORE – Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore

Esami diagnostici nella riabilitazione cardiopolmonare

Tanti sono gli esami e i test diagnostici ai quali il paziente cardiopatico si deve sottoporre… e mi rendo conto che dal momento in cui il suo cuore dà i primi segnali di malessere, lo stress per la pre-occupazione e la moltitudine di esami da eseguire, possono scoraggiarlo e dargli la percezione di aver imboccato un tunnel senza fine.

Ovviamente, nessun medico coscienzioso fa-rebbe mai fare un test superfluo (non sarebbe eticamente corretto e neanche economicamente conveniente per il Sistema Sanitario Nazionale), però bisogna che il paziente in riabilitazione car-diopolmonare capisca che questa problematica va affrontata e seguita in maniera molto precisa, assidua e costante. Inoltre i test diagnostici sono importantissimi affinché il cardiologo possa deci-dere il protocollo riabilitativo poiché, com’è faci-le intuire, non tutti i pazienti possono svolgere le stesse attività.

Il tipico paziente che si presenta alla nostra os-servazione è un infartuato e/o con problemi valvo-lari che ha eseguito un intervento cardiovascolare più o meno complesso. Sarà quindi importante e doveroso eseguire alcuni test volti a “fotografare” la situazione cardiologica al momento del ricove-ro in riabilitazione affinché, ripetendoli dopo un po’ di tempo, si pos-sa valutare se e quali benefici il paziente ha avuto dal trattamento riabilitativo.

Quali esamivengono comune-mente effettuati?

Iniziamo con le analisi del sangue le quali ci danno in-formazioni, fra l’al-tro, sulla funzionalità renale ed epatica e

sull’emocromo, cioè sullo stato di salute del san-gue. Questi parametri sono fondamentali in tutti i pazienti poiché il trattamento riabilitativo e la terapia domiciliare varieranno in funzione di essi. Quindi un Elettrocardiogramma, il quale per-mette di valutare dal punto di vista elettrico il cuo-re del paziente.

Il passo successivo è l’esecuzione di un Eco-cardiogramma, fondamentale poiché permette di “vedere” il cuore, i suoi movimenti e la forza con cui si contrae.

Terminiamo la “fotografia” iniziale con un al-tro esame cardine che è il test del cammino nei 6 minuti. Questo semplicissimo test permette di valutare la tolleranza allo sforzo, le variazioni di pressione e frequenza respiratoria in base all’eser-cizio fisico e la quantità di strada che il paziente riesce a percorrere.

Tutto ciò ci consentirà di iniziare una mirata at-tività riabilitativa.

Durante tale attivitàil paziente dovrà eseguire altri esami?

La risposta è affermativa. Se all’inizio dell’at-tività riabilitativa gli esami diagnostici eseguiti avevano la funzione di inquadrare la situazione clinica del paziente, adesso servono sia ad infor-marci sull’andamento del trattamento riabilitativo che come “spia” di eventuali problemi che posso-no sempre presentarsi (il paziente da riabilitare è comunque un cardiopatico).

Sarà quindi necessario ripetere l’Ecocardio-gramma, magari a distanza di una decina di giorni dal primo, per vedere se il cuore ha una contrazio-ne migliore rispetto all’esame precedente e quali benefici sta traendo dagli esercizi riabilitativi. A tal proposito, un semplicissimo parametro ecocar-diografico chiamato “frazione di eiezione” ci in-forma sulla quantità di sangue che il cuore espel-le ad ogni battito. Grazie all’attività riabilitativa, l’organo può avere notevoli miglioramenti che si

Page 2: 2011 ottobre

2

Ottobre–Dicembre 2011

riflettono in un benessere psico-fisico del paziente, e magari riuscirà a salire una rampa di scale senza avere più il fiatone.

Da tutto ciò appare chiara l’importanza di ese-guire nuovamente il test del cammino nei 6 mi-nuti. Infatti se il nostro paziente sta correttamente eseguendo l’attività riabilitativa e se il suo cuore sta rispondendo bene, il test sarà molto più indi-cativo rispetto al precedente. Risulta quindi palese l’importanza della comparazione tra i test eseguiti prima e i test eseguiti dopo poichè essi sono la spia più fedele dei miglioramenti fisici del cardiopatico sottoposto a riabilitazione.

In conclusione, il paziente che si rivolge al car-diologo per la riabilitazione cardiopolmonare, deve essere consapevole che la strada da percor-rere per tornare a sentirsi come prima può essere lunga e deve instaurare con il medico un rapporto di stima e fiducia. Il cardiologo, da parte sua, deve usufruire di esami diagnostici sempre più specifi-ci e sempre più precisi per lavorare più corretta-mente e in modo più preciso possibile.

ALBERTO ARESTÌA

Cari Amici, apriamo la prima edizione della nostra rubrica con una segnalazione che ci arriva da Marco (nome di fantasia), alle prese con gli Uffici dell’Agen-zia delle Entrate.

Egli ci racconta che nel mese di ottobre del 2011, riceve una comunicazione dal predetto Ufficio che lo informa che a seguito di una verifica effettuata sulla sua dichiarazione dei redditi del 2008, avevano riscontrato delle anomalie, per cui lo invitavano a recarsi presso gli uffici per esibire dei documenti attinenti.

“Mi sono recato allo sportello intorno alle dieci del mattino – racconta Marco – e dopo avere fatto la fila per parlare con gli addetti alla reception, mi viene consegnato un biglietto elimina code che riportava il numero 45. Mi sono seduto nella hall guardando i mo-nitor che indicavano lo sportello al quale rivolgersi, a seconda della lettera assegnata. L’ufficio che trattava la mia problematica stava servendo il numero 9, quin-di mi sono armato di santa pazienza. Passano le ore e alle 12 e 45 ci ricordano che l’Ufficio chiude alle 13. La numerazione era giunta al 24, quindi non sarei ar-rivato mai a parlare con un essere umano per spiegare le mie ragioni. Stanco e sfiduciato me ne sono tornato a casa con l’intento di ritornare l’indomani mattina di buon’ora.

Puntuale la sveglia mi ricorda l’appuntamento e

“Parliamone”squilla alle 4,30. Nel giro di mezz’ora sono davanti agli uffici, dove trovo una coda consistente e un elenco con 20 nominativi che mi precedono. Passeggio per riscal-darmi e attendo che l’ufficio apra i battenti al pubblico e mi appresto ad essere chiamato per ricevere un nuovo turno che mi permetta di parlare con un impiegato. La hall è grande e i monitor sono tanti e sparsi su tutte le pareti e, meraviglia delle meraviglie, le informazioni che forniscono sono in tante lingue, quindi chiunque anche se straniero le legge nella propria lingua.

Finalmente, intorno alle 10, mi presento allo spor-tello, dove mi viene contestata un’anomalia nella mia dichiarazione, che accetto senza replicare rendendomi conto del mio errore e vado via dopo avere consegnato quanto richiesto in originale.

Nel successivo mese di gennaio, un’altra lettera dal-lo stesso Ufficio mi comunica che dovrò versare entro 30 gg. la somma di 2.500,00 Euro in quanto mi erano state azzerate tutte le spese mediche, dei farmaci e delle tasse universitarie dei miei figli. Preso dallo sconforto anche per l’imminenza del termine, mi prenoto un ap-puntamento on line sul sito dell’Agenzia delle Entrate e fortunatamente entro i fatidici 30 gg., riesco nuova-mente a parlare con un operatore, la sanzione si dimez-za e si assesta a 1.100,00 Euro, come doveva essere sin dall’inizio.”

Abbiamo raccontato questa piccola disavventura oc-corsa a Marco, ad uno di noi, che spesso deve rappor-tarsi con gli uffici pubblici e che impiega il suo tempo per fare chiarezza su disguidi di cui, a volte, non è re-sponsabile. In questo caso il signore in oggetto è stato un po’ disattento. Ma la cosa più grave in tutto questo discorso è che se lo Stato ritarda nei nostri confronti, non ne subisce conseguenze, mentre se ritardiamo noi, sono guai e sanzioni.

Cari Amici, noi siamo sempre qui ad aspettare le vostre segnalazioni, per dare voce ai nostri problemi quotidiani con la Pubblica Amministrazione.

SALVO VITALE

(segue dalla prima)

Rubrica

Questa rubrica si propone di raccontare le avventure/disavventure degli utenti di struttu-re sanitarie ed uffici pubblici. Chiunque vo-lesse scriverci, può farlo all’indirizzo e-mail: [email protected]

Page 3: 2011 ottobre

Ottobre–Dicembre 2011

3

Importanza dell’esercizio fisico-3 (Riepilogo parte 1 e 2)

Nel corso di una prestazione fisica possono presentarsi dei di-sturbi a fronte dei quali è pruden-te sospenderla e successivamen-te consultare il proprio medico. I principali e più comuni sintomi che consigliano di sospendere ogni attività fisica sono:

• dolori al torace;• forti dolori muscolari;• marcata difficoltà di respiro;• offuscamento della vista;• palpitazioni;• sensazione di nausea;• senso di svenimento; • stanchezza eccessiva;• vertigini.

È consigliabile osservare 5 re-gole elementari per impostare un’attività semplice sulla base delle proprie reali capacità fisiche, psichiche e ambientali e per ren-derla quanto più utile possibile:

1. programmare le prestazioni in modo da includerle nella vita di ogni giorno fino a che diventano un’abitudine grade-vole;

2. graduare il piano di attività fi-sica che si è deciso di adottare in modo da evitare stanchezza e affanni causa prima dell’ab-bandono di ogni buon propo-sito;

3. perseverare nello sviluppo del programma prescelto per con-sentire al corpo e alla mente di adattarsi al nuovo stile di vita attivo;

4. variare le attività cambiando o

il tipo di prestazioni oppure il modo di praticarle;

5. alternare l’attività fisica con adeguate pause di riposo, ne-cessarie per riprendere forza e per rinnovare le motivazioni che sostengono il desiderio e la volontà di mantenersi atti-vi.

Attività fisiche raccomandabili

Attività aerobicheSono attività in cui il

maggiore fabbisogno di ossigeno dei muscoli è coperto dalla normale respirazione: cammi-nare a passo spedito, andare in bicicletta, re-mare, ballare, salire le scale. Le manifestazioni di queste attività consi-stono in una leggera o moderata sudorazione e in un aumento del batti-to cardiaco. Ne benefi-ciano principalmente le funzioni cardio-respira-torie e quelle muscolo-scheletriche.

Esercizi di flessibilitàConsistono in manovre assai

semplici che mettono in tensio-ne i gruppi muscolari coinvolti rafforzandoli e in tal modo mi-gliorando i movimenti. Questi esercizi sono molto utili anche per il riscaldamento necessario prima di impegnarsi in un’attivi-tà fisica e per il successivo raf-freddamento.

Esercizi di forzaSono esercizi che impegnano

gruppi muscolari contro una re-sistenza che può essere rappre-sentata da un peso da sollevare con i muscoli che variano in lun-ghezza (esercizio dinamico) o da un ostacolo cui opporsi con i muscoli che si contraggono sen-za variare in lunghezza (eserci-zio isometrico).

Questi esercizi sono utili per-chè aumentano la densità ossea (nei giovani e negli adulti, men-tre rallentano i processi osteo-porotici negli anziani) la forza muscolare, l’equilibrio.

Nella scelta dell’attività fisica da praticare è opportuno innan-zitutto seguire il buon senso e tener conto delle effettive for-ze disponibili per programmare

Partiamo dal presupposto che l’attività fisica, per definizione, esprime un concetto che racchiu-de un insieme di movimenti, eseguiti in sequen-za, differenti dalle comuni abitudini quotidiane.

D’altra parte, invece, l’esercizio fisico consiste in una forma di movimenti più specifica finaliz-zato all’acquisizione di nuove capacità motorie e richiede spesso un indice di difficoltà maggiore o differente. Entrambi i casi rappresentano comun-que un fattore fondamentale per il raggiungimen-to del benessere fisico.

Il concetto di benessere fisico non deve portare

a pensare assolutamente al “corpo tonico” e “ad-dominali scolpiti”, ma più semplicemente ad uno stile di vita più attivo e dinamico. Infatti in un recente “World Health Report”, ossia in una re-lazione effettuata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si ribadisce il concetto che ogni per-sona dovrebbe svolgere attività o esercizio fisico in quanto la sedentarietà rappresenta l’indice di rischio primario per lo sviluppo di gravi malattie cardiovascolari, malattie croniche come il dia-bete e persino, nei casi più gravi, alcuni tipi di tumori.

Page 4: 2011 ottobre

4

Ottobre–Dicembre 2011

Breve ricordo di

Mario Condorelli Non vogliamo passare sotto

silenzio la recente scomparsa (4 marzo c.a.) del prof. Mario Con-dorelli, ex sottosegretario alla Sanità, figlio del prof. Luigi e zio della nostra dott.ssa Aldea de Maria.

Anche il Presidente della Re-pubblica ha inviato un messag-gio di cordoglio alla famiglia, in cui ha detto fra l’altro: “La sua dedizione alla causa del progresso della medicina e dell’organizzazione sanitaria, [omissis], il suo alto senso della democrazia e del bene comune, gli avevano procurato il gene-rale apprezzamento e rispetto, e meritano oggi il più ampio e condiviso omaggio. Io vorrei dare anche personale testimo-nianza della sua eccezionale nobiltà d’animo, gentilezza e generosità, …, e nel ricordo dell’amicizia che ha legato me e mia moglie a lui e alla sua compianta consorte, …”

Nato a Napoli nel ’32 da fami-glia di origine catanese, laurea-tosi nel ’56 con lode e dignità di stampa, è stato docente di disci-

pline mediche presso le Univer-sità di Roma, Messina e Napoli. La sua attività principale l’ha svolta nel campo della cardiolo-gia su cui ha pubblicato centina-ia di articoli nelle più prestigiose riviste del mondo e tre importan-ti trattati, ottenendo numerosi e lusinghieri riconoscimenti a li-vello internazionale.

È stato senatore della Repub-blica per tre legislature, presen-tando, quale primo firmatario, vari disegni di legge, fra l’altro: per la promozione della ricerca e la formazione del personale nelle Università, con particolare riguardo al Sud; per l’istituzione negli ospedali dell’insegnamento universitario e post-univesitario; per la donazione, l’espianto e il trapianto di organi.

con giudizio gli impegni che si vogliono assumere rispetto ai 3 fattori che caratterizzano ogni prestazione fisica: l’intensità, la frequenza e la durata.

1. L’intensità. Ottimi risultati in termini di salute e benessere possono essere ottenuti con prestazioni di moderato im-pegno muscolare (come cam-minare velocemente, andare in bicicletta con una certa ve-locità, fare le scale, nuotare) senza superare livelli che va-dano oltre una leggera accele-razione del battito cardiaco e del respiro.

2. La frequenza. L’attività fisi-ca per essere veramente utile deve essere svolta possibil-mente quotidianamente o al-meno 3-5 volte alla settima-

na e con continuità. Infatti se l’attività viene interrotta i vantaggi acquisiti vengono ra-pidamente persi.

3. La durata. Sono sufficienti 30 minuti di seduta per consegui-re e mantenere significativi vantaggi fisici e psichici. La mezz’ora dedicata all’attivi-tà fisica può essere divisa in tre prestazioni ognuna di 10 minuti nel corso della gior-nata. Particolarmente agevole e ugualmente utile è inserire uno spunto di maggiore inten-sità nelle normali attività quo-tidiane.

Pretesti per non fare attività fisica

Mancanza di tempo ?

- Tenere conto delle attività gior-

naliere per una settimana e identificare tre intervallati di tempo di 30 minuti che posso-no essere usati per fare attività fisica;

- aggiungere esercizi fisici alle incombenze quotidiane. Per esempio andare in bici-cletta, fare la spesa, portare fuori il cane, fare gli esercizi mentre si guarda la TV, par-cheggiare lontano dalla pro-pria destinazione.

Mancanza di energia e di volon-tà ?

- programmare le attività fisiche in modo che cadano nelle ore del giorno in cui ci si sente più in forma;

- pianificare e fare in modo che l’attività fisica rientri nei do-veri o nei piaceri giornalieri.

Timore di farsi male e mancanza di attitudini ?

- Imparare come fare riscalda-mento e raffreddamento per prevenire incidenti;

- imparare a esercitarsi in modo appropriato all’età e allo stato di salute;

- scegliere attività che hanno un basso rischio di incidenti;

- scegliere attività che non ri-chiedono particolari abilità, ma solo attenzione come cam-minare, correre o salire le sca-le...

Scarsità di risorse ?

- Scegliere attività che richiedo-no il minimo equipaggiamen-to possibile, come correre, camminare, salire le scale o esercitarsi a casa;

- identificare risorse nella pro-pria comunità che non costa-no (parchi e gradevoli strade cittadine ecc...) o che costa-no poco (palestre comunali o convenzionate, piscine pub-bliche ecc...).

MAURO BIONDI

ROSALBA LA MANNA

(3 - Fine)

Page 5: 2011 ottobre

Ottobre–Dicembre 2011

5

I nostri sponsorAttività 2012

EDUCAZIONE ALIMENTARE

Per una sana alimentazione: conferenze – dibattito nelle Scuole di Catania e provincia

LIBRINO

• Incontri teorico–pratici “MANGIO GIUSTO, MI MUOVO E STO BENE” Gio. 9–16–23 febbraio – ore 16:30• Cena di fine corso “SERATA TUTTI INSIEME” Parrocchia S.M. La Guardia Ven. 13 aprile – ore 20:00• IL CUORE DEL BAMBINO OBESO Sab. 20 ottobre

VITA

SOCIALE

6° Giornata del Cuore • alla Carmide Sab. 17 marzo – ore 9:00Pasqua con il Cuore • Parrocchia S.M. La Guardia Gio. 29 marzo – ore 20:30Camminando • con il Cuore Lungomare di Catania (P.zza Europa) Dom. 27 maggio – ore 9:30Gita a Bronte • Sab. 16 giugno – ore 8:00Arrusti e Mancia • con il Cuore Al Vecchio Palmento via Garibadi, 60 – Viagrande Sab. 7 luglio – ore 12:00In Montagna • con il Cuore Chiesa Madonna delle Nevi settembreDieta Mediterranea • S.Maria di Licodia novembreNatale con il Cuore • dicembre

Page 6: 2011 ottobre

Ottobre–Dicembre 2011

6

RubricaDalla parte del paziente Questa rubrica è aperta a tutti. Ogni socio che volesse collaborare

è il benvenuto, nello spirito di questo foglio che, oltre ad essere un mezzo di divulgazione, si propone di invitarci all’osservanza di alcune elementari regole di vita per la salvaguardia della nostra salute.

Arrivare a 88 anni con una buona qualità di vita è veramen-te un bel traguardo. Tutto questo lo devo all’essermi sottoposta ad un intervento al cuore di by-pass. Non è stato facile e la deci-sione è stata lunga e travagliata. Adesso, però, come nelle fiabe, vivo felice e contenta. È per que-sto che voglio raccontare la mia esperienza.

A 65 anni cominciai ad av-vertire dei disturbi: stanchezza, affanno e, soprattutto fitte dolo-rose al torace. Non diedi peso ai sintomi liquidandoli come dolori intercostali causati dall’età; non ne parlai con nessuno, nemmeno con i miei familiari, né consultai un medico.

Nel tempo, però, questi do-lori si manifestavano sempre più frequentemente. Continuai a fare come lo struzzo, perché in me era scattata la paura. Quan-do a dare segni di allarme è il cuore si va proprio in tilt; vuoi per retaggi culturali, vuoi perché ancora oggi, anche se erronea-mente, quest’organo viene con-siderato il fulcro del nostro vi-vere e quando si ammala nasce un senso di angoscia, di inutilità di lottare e curarsi che blocca la nostra razionalità. Ho avuto pro-prio questo tipo di reazione e per lungo tempo mi sono trascurata, nonostante le insistenze dei miei cari, perché avevo paura della diagnosi, dato che avevo la cer-tezza che il mio cuore si era am-malato.

Con questo stupido atteg-giamento ho lasciato scorrere il tempo, soffrendo, rischiando molto, e sono arrivata a 74 anni.

Una sera le fitte al cuore furo-no estremamente dolorose tanto da non avere neanche la forza di camminare e quindi non lo potei più nascondere. Mia figlia allar-mata mi portò al pronto soccorso. Lì i medici, e devo ringraziarli, presero in mano la situazione e malgrado le mie insistenze non mi dimisero.

La diagnosi per me fu terribi-le: angina pectoris instabile, le mie coronarie erano otturate per l’80% e occorreva un intervento di by-pass.

Le emozioni che si scatenaro-no in me furono tante e contra-stanti e malgrado le rassicura-zioni dei cardiologi ero sicura di non farcela. Comunque con quel famoso atteggiamento: “persa per persa tanto vale tentare” ac-consentii all’operazione.

Tutto è andato bene e durante la degenza ho seguito scrupolo-samente i consigli dei medici. La mia ripresa è stata formida-bile sia per rapidità che per gua-rigione. Da allora ad oggi, e son trascorsi ben 14 anni in un perio-do della vita non certo giovane, non ho avuto più fastidi al cuore, che ho fatto anche controllare a scadenze quasi regolari. Adesso è sicuramente l’organo che mi funziona meglio.

Questa mia esperienza mi in-duce ad affermare che non bi-sogna lasciarsi vincere dalla paura, ma ci si deve affidare con fiducia ai medici, che il cuo-re si può curare e si può, dunque, avere una buona qualità di vita per tutto quel tempo che Dio ci ha riservato.

MARIA CANNATA

Attenzione ai sintomi (non sottovalutiamoli!)

Lo zucchero che cura il cuore… esistono zuccheri che aiu-

tano a curare il cuore. Si tratta di un composto a base di zucchero e selenio creato da tre ricercatori australiani che ne hanno pubbli-cato le caratteristiche su Chemi-cal Communications, la rivista ufficiale della Royal Society of Chemistry. …

Scompenso cardiaco

… Lo scompenso cardiaco (il cuore si sfianca e pompa sempre meno) è oggi ai primi posti tra le cause di mortalità nel mondo ed in particolare nei paesi occiden-tali. Le cause sono [omissis], ad esempio, la pressione alta, l’in-farto e le alterazioni delle valvo-le cardiache.

Ora i sorprendenti risultati del Centro di Biotecnologie Mole-colari dell’Università di Torino aprono nuove prospettive tera-peutiche.

La birra aiuta il cuore

Scoperta una correlazione fra il consumo moderato di birra e la salute del nostro cuore. È stato evidenziato l’effetto pro-tettivo, che si pensava fosse ca-ratteristica esclusiva del vino, I ricercatori, guidati dalla dott.ssa Simona Costanzo, tengono a precisare: “La protezione si ha solo quando il consumo è basso o moderato…” con birra di gra-dazione non superiore a 5

Le staminali che riparano il cuore

Dalle staminali il segreto per ripristinare la corretta funziona-lità di un cuore danneggiato. È la novità introdotta da un recente studio portato a termine dall’Uni-versità di Louisville [Kentucky, ndr] negli Stati Uniti dal medico italiano Roberto Bolli.

Lo studio, riportato dalla ri-vista Lancet, si è concentrato sul prelievo di cellule staminali cardiache, che opportunamente trattate vengono iniettate nell’or-gano per far sì che esso recuperi la sua naturale capacità di con-trazione e pompaggio.

NOTIZIE (im)pertinenti(liberamente tratte da www.italiasalute.it)

Page 7: 2011 ottobre

7

Ottobre–Dicembre 2011

RubricaLuminari della medicina

a cura di Mario Guzzardi

Giovanni Maria Rasario ha onorato la nostra Università per ben 35 anni ed è quindi ben noto a diverse generazioni di medici catanesi. Vi giunse nel 1938, al seguito del prof. Luigi Condorelli, di cui fu sempre devoto allievo ed estimatore.

Il prof. Rasario è nato a Val-duggia, in provincia di Vercelli, nel 1906, di padre piemontese e madre napoletana. Laureatosi in Medicina e Chirurgia nell’Uni-versità di Napoli nel 1930, si ag-gregò subito quale assistente vo-lontario alla clinica medica con il prof. Condorelli che seguì nel ’33 nell’Università di Cagliari e poi in quella di Bari e di Catania. La nostra città sarebbe diven-tata la principale sede della sua attività professionale, sia per il suo desiderio di restare sempre al fianco del suo Maestro come pure per il matrimonio contratto con la signorina Franca Marletta, appartenente ad una delle miglio-ri famiglie di Regalbuto.

Era un grande sportivo. Nella sua gioventù ave-va scalato le montagne del suo Piemonte, spingen-dosi sino al Rifugio Torino del Monte Bianco e alla Capanna Regina Margherita del Monte Rosa, con i mezzi precari dell’epoca quando si andava con gli scarponi chiodati dei soldati e con la pic-cozza alta due metri e senza funivie. Ed ha conti-nuato ad essere uno sportivo, vivendo sul mare di Catania, alternando la stesura dei suoi trattati alle immersioni, anche nelle acque gelide delle stagio-ni invernali.

Egli è ricordato soprattutto per i suoi trattati nel campo della Terapia clinica, della Semeiotica me-dica, della Patologia medica (in due volumi) e della Elettrocardiografia clinica. Con parecchie diecine di edizioni, è considerato uno tra i più letti trattatisti di medicina, soprattutto per la sua efficacia espositiva.

È interessante riferire la genesi del suo “Ma-nuale di Terapia clinica ragionata”, forse la sua opera più ponderosa, con ben 869 pagine e oltre 3500 voci nell’indice analitico. Quest’opera è sta-ta scritta negli anni ’40 del secolo scorso, durante la sua prigionia, quando era “gentile ospite di Sua

Maestà Britannica”, come gli dissero appena fatto prigioniero nel porto di Tobruk.

Le sue opere sono generalmente dedicate al Condorelli che ne ha sempre curato la prefazione. In quella di questo trattato egli dice, fra l’altro:

“... rappresenta un po’ ciò che un giovane medico appren-derebbe frequentando le corsie della nostra clinica. Il lettore non troverà una elencazione arida di ricettazioni, ma una calda impo-stazione di terapia clinica, ...”

Purtroppo la vita privata di questo ‘nostro’ illustre trattatista è stata funestata dalla prematura scomparsa dell’unico figlio ma-schio, pochi giorni prima del suo 17esimo compleanno. La trage-dia lo segnò profondamente e ne modificò il carattere. Con gran-de partecipazione riportiamo la dedica al figlio perduto che pubblicava in tutte le numerose edizioni delle sue opere, sotto l’immagine di Alessandro:

IN RICORDO DI ALESSANDRO,MIO UNICO FIGLIO,

RAGAZZO MERAVIGLIOSOPER AMORE ALLO STUDIO, ALLO SPORT

ED A TUTTE LE COSE BELLEDELL’INTELLETTO E DELLO SPIRITO,

VITTIMA DEL SUO ARDIMENTONELLE ABISSALI ACQUE DI ALICUDI.

(14-9-951 / 6-9-968)

Per i meriti acquisiti nella ricerca, nella didattica e nella trattatistica, il prof. Rasario è stato insignito della Medaglia d’Oro per la Pubblica Istruzione e, nel 1963, del Premio Marzotto.

Un suo busto bronzeo si trova nella Clinica me-dica dell’università di Catania.

(Si ringraziano sentitamente la signora Franca Rasario ed il prof. Giacomo Tamburino che hanno voluto dare un prezioso contributo alla stesura di questi cenni biografici.)

Il prof. Giovanni Maria Rasario, affettuosamente chiamato Gian Maria dal prof. Luigi Condo-relli, suo Maestro di sempre, è stato un illustre trattatista che ha iniziato ai segreti ed alle meraviglie della scienza medica alcune generazioni di medici, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso. Era piemontese ma possiamo considerarlo catanese di adozione avendo insegnato ed esercitato la sua illuminata professione quasi esclusivamente nella nostra città. È mancato nel mese di gennaio 1989.

Page 8: 2011 ottobre

Ottobre–Dicembre 2011

8

Catania nel CuoreTrimestrale di informazione cardiologica

Direttore: Antonio Circo

Direttore responsabileSalvatore Vitale

Comitato di redazioneAntonio Circo, Mario Guzzardi,

Francesco Turco, Salvatore Vitale

Stampa: Tip. Francesco LazzaraVia Zurria, 46 – 95121 Catania

Reg. Tribunale di Catanian.2/2010 del 05–02–2010

(Registro giornali e periodici)

Editore: Ass. Amici del Cuore OnlusPresidente:

Vito Cicchello Leanzadella Casa di Cura Villa L’Ulivo

Carmide s.r.l.Via Feudogrande, 13

95126 Cataniae-mail: [email protected]

Quote associative annuali:socio ordinario: € 20,00

socio sostenitore: € 35,00c/c Credito Siciliano – Acicastello CT

IBAN: IT-41-Y-0301926102000008012614 “Catania nel Cuore” è distribuito gra-

tuitamente ai soci dell’associazione, agli Istituti di cardiologia, ai medici cardiologi, e a quanti si siano particolarmente distin-ti nella ricerca, nella prevenzione e nella cura delle patologie cardio-vascolari.

Gli articoli, le lettere, e quant’altro, in-viati per la pubblicazione, non vengono restituiti. Il comitato di redazione si riser-va il diritto di modificare o eseguire picco-li interventi sui testi, per uniformarli alle norme redazionali o per esigenze d’impa-ginazione, ma anche per garantire consi-stenza stilistica e uniformità editoriale.

I diritti su tutto ciò che viene pubblicato appartengono a Catania nel Cuore. Ri-guardo alle illustrazioni, la redazione avrà cura di ottenere la relativa autorizzazio-ne degli aventi diritto. Le foto pubblicate sono pertanto acquisite con relativo assen-so scritto o verbale all’utilizzo, o fornite direttamente dagli interessati; altre, senza indicazione di copyright, si intendono di pubblico dominio e pertanto utilizzate co-munque senza fini di lucro. Nel caso che gli aventi diritto siano irreperibili, si resta a disposizione per regolare eventuali spet-tanze.

Sull’Etna da padre Claudio ( sabato 17 settembre)