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20 ACHILLE DE ZIGNO: LA FAMIGLIA, L'IMPEGNO PUBBLICO E GLI STUDI
DANIEL MOROSINI ALLA GUERRA DI CANDIA
I SAVI ALLE DECIME E IL CATASTO DI VENEZIA
ALBERTO MARTINI TRA ~~~-~. SIMBOLISMO E SURREALISMO
LA PRESENZA FEMMINILE NELLA SOCIETÀ E NELLA CULTURA: MODERATA FONTE
CONVEGNO per il Bicentenario della nascita
MUSEO DI GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA
Palazzo Cavalli - Via Giotto, 1 - Padova
giovedì 11 aprile 2013 ore 10.00
A duecento anni dalla nascita viene celebrata la figura di Achille De Zigno, nobiluomo e cittadino di Padova oltre
che scienziato di fama internazionale, Le sue capacità diplomatiche, unite ad un costante impegno
negli incarichi ricoperti nella pubblica amministrazione, ebbero il merito di rendere meno gravosa la dominazione austriaca nella città patavina e, come disse l'Omboni, gli consentirono di prodigarsi "per il maggior bene dei suoi
concittadini e del suo paese ", La passione per le scienze naturali, coltivata sin dall'infanzia, 'gli permise di diventare un geologo e paleontologo di fama
internazionale; le sue ricerche esposte con ostinata precisione, senza dubbio audaci e innovative ai suoi tempi,
ancora oggi rappresentano una fonte preziosa di notizie, Il convegno sarà articolato in due momenti distinti: la mattina
verrà dedicata al profilo personale e civile di De Zigno, mentre nel pomeriggio verrà esaminato il suo aspetto di
studioso e scienziato nel quadro delle scienze naturali dell'epoca.
CURATORI Mariagabriella Fornasiero - Guido Roghi - Alberto Lonigo
PROGRAMMA Ore 10.00 Saluti delle Autorità
Introduce Guido Roghi
La città di Padova nella metà Ottocento Vittorio Dal Piaz - Università di Padova
L'aspetto storico e risorgimentale dell'epoca Giampietro Berti - Università di Padova
Il barone Achille De Zigno: la figura, il contesto familiare ed i rapporti col mondo scientifico Alberto Lonigo - Consigliere dell'AssoCiazione Nobiliare Regionale Veneta
I rapporti fra il barone De Zigno e G. Capellini negli anni fervidi ma contrastati dell'Unità d'Italia Gian Battista Vai - Università di Bologna
Ore 13,00: pausa pranzo Ore 15.00: ripresa dei lavori
Introduce Paolo Mietto - Università di Padova
Il mondo scientifico all'epoca di A. De Zigno Cinzia Gibin - Direttore collana storico-scientifica "Epistolario Veneto"
A. De Zigno paleontologo dei vertebrati Fabrizio Bizzarini - Società Veneziana di Scienze Naturali
La paleobotanica e il carteggio tra De Zigno e Abramo Massalongo Guido Roghi - CNR - Padova
La collezione geopaleontologica di A. De Zigno al Museo di Geologia e Paleontologia Mariagabriella FOrnasiero - Museo di Geolog/a e Paleontolog/a dell'Università di Padova
Seguirà la visita guidata al Museo di Geologia e Paleontologia
CON IL PATROCINIO DI :
gg VENETO BANCA DIl>ARTlMENTO DI GEOSCIENZ]~ S T RIA VENETA C.A.M. Cenfro di Ateneo !,CI" i Mnsci
RIVISTA DI DIVULGAZIONE STORICA PER CONOSCERE IL PASSATO DEI VEN ETI
L'iscrizione al convegno è gratuita e obbligatoria, Per iscriversi è necessario far pen:enì~e vi.a mali o ~Ia fax la propria adesione entro le ore 12,00 di lunedi 8 aprile 2013, Il modulo per l'iscrizione è scaricablle dal SitO: httQ:l!www.mI.lS9t.UO/p..d.It/geo/oglalnews.html Il convegno prevede un numero chiuso di 100 partecipanti
MUSEO DI GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA - Mail: museo.pa/[email protected] - Fax 049 827201 O - Per informazioni: Tel. 049,8272086
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Sommario numero 20 - anno V - febbraio 2013
Achille De Zigno La famiglia, l'impegno pubblico e gli studi di uno scienziato padovano dell'BOO 2 di Alberto Lonigo
Daniel Morosini alla guerra di Candia 20 di Adriano CottOni
I Savi alle Decime e il Catasto di Venezia 31 di Roberto Stappato Badoer (s.g.e.)
Alberto Martini tra simbolismo e surrealismo nelle prime opere in cartolina di Francesco T urchetto
La presenza femminile nella società e nella cultura del passato Moderata Fonte di Daria Martini
Presenza clariana a Venezia di Marco Molin
Il Rassegna bibliografica
In copertina: Villa detta "La Certosa" di Vigoda l'zere (Padova) dimora estiva della famigli a De Zigno, acquerello di G. Lago.
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Fotografia del bamne in tenuta da ricel'catore con martelletto, bussola, bi saccia per i l'epel1:i e carta dei terreni.
La coi labOl'azione a "StOl'ia Veneta" è apel'la a tutti, purchè gli al1icol i e le illustl'azioni siano
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gl'avato delle relative spese postali.
Alberto Lonigo
Sono numerosi i personaggi del X/Xo secolo che, provenienti da diverse classi sociali e nel solco della nostra millenaria cultura, hanno saputo lasciare una traccia ben visibile di capacità e di umanità nei diversi campi in cui si sono cimentati, meritando per questo di essere riscoperti e ricordati.
Dv La famiglia, l'impegno
Tra loro, la figura del Barone Achille De Zigno spicca per l'indubbia originalità e concretezza con cui ha portato avanti nella sua vita i molteplici interessi sociali, filantropici e soprattutto scientifici in cui era coinvolto, talvolta per semplice dovere civico, tal altra per una passione, quella per la paleontologia, che lo seguirà per tutta la sua esistenza. Abbiamo di fronte quindi una persona del tutto particolare, autodidatta in tutto, ma con una formazione familiare, una voglia di conoscenza e dei saldi principi che ne faranno una figura già dai suoi contemporanei definita "signore d'altri tempi" e saranno queste doti che gli permetteranno di raggiungere grandi risultati anche nel campo scientifico. Per quanto detto è fondamentale un cenno alla famiglia De Zigno che, originaria dalla Lombardia, si trapiantò a Venezia dove nel 1777 si trovò iscritta all'Ordine dei Cittadini Originari Veneti, per poi ai primi dell' 800 trasferirsi definitivamente a Padova. Verso la fine del XVIII secolo troviamo suo padre Marco "dottore in entrambi i diritti" che ricoprì numerosi incarichi anche durante il Governo Italico, fu Membro dei Consigli del Regno e di Prefettura, e nel 1838 venne aggregato alla no- . biltà ereditaria austriaca. Con diploma del 28 settembre 1851 i componenti di questa famiglia furono innalzati al grado equestre, e con altro del 20 febbraio 1857 a quello di Baroni dell'Impero con diritto ereditario.
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pubbliCI e
Marco D Zigno conoscerà a Venezia una nobile irlandese. Lady Maria Creagh Maguire figlia di Ugo Maguire of Tempo dei Principi e Dinasti di Fermanagh. Pari d'Irlanda e Conti del S.R. Impero. La madre era Febe Creagh Macnamara e Germe dei Re d'Irlanda, discendente da Enrico II, Re d'Inghilterra. Maria Maguire si rivelerà una figura fondamentale nella vita della famiglia ed avrà una particolare positiva influenza sulla formazione del figlio Achille. Nata nel maestoso castello sul lago di Erna, nella Contea di Fermanagh in Irlanda, come ci raccon-
tichità di questi luoghi e veniva praticato soprattutto da giovani inglesi e francesi che coglievano l'occasione per acquistare, certo secondo le proprie possibilità, ricordi od opere d'arte, per studiare gli antichi modelli classici o semplicemente per visitare le meravigliose città di Ercolano e Pompei da poco riscoperte. Meta inderogabile di questi viaggi era la città di Roma con i suoi monumenti classici, ma anche la Sicilia con i suoi templi, Venezia ed il Veneto con le opere di palladio e le sue stupende ville neoclassiche che entrarono da allora nel cuore del
Nella pagina precedente:
Disegno di fossile (particolare) tratto da: "Flora Fossilis Formationis Oolithicae - Le piante fossili dei/'Oolite descritte ed illustrate dal Barone Achille De Zigno". VoI. Il. Tip. del Seminario. 1873-85. Padova.
e( e gli studi di uno scienziato padovano dell'BOO
ta Alberto De Zigno, parlando della nonna in un suo breve scritto, (bibl. n. 7) era venuta in Italia casualmente per un "grand tour" accompagnata da una coppia di zii, un po' per il piacere di questo viaggio, molto di moda tra gli inglesi del tempo, ed un po' per sfuggire i venti di guerra e la violenza che anche allora travagliavano la sua tanto amata Irlanda. Solitamente il "grand tour" nei paesi d'Europa
era effettuato per piacere e per studio ed offriva la possibilità di conoscere la cultura, l'arte, l'an-
mondo anglosassone, che ne fu ampiamente contagiato tanto da arrivare ad esportare questo stile fin negli Stati Uniti. Da quanto detto si comprenderà meglio come le case della famiglia De Zigno diventarono un punto di riferimento culturale e mondano grazie ai proprietari Marco e Maria Maguyre De Zigno da cui Achille nascerà il 14 gennaio 1813; egli figlio unico sposerà Adelaide-Drusilla, figlia del Conte Giordano Emo Capodilista e della Contessa Lucia Maldura, il 22 febbraio 1848.
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Da sinistra:
Ritratto di Maria Maguire De Zigno con il piccolo Achille nel curioso abbigliamento usato per anche per bambini in quell'epoca.
Lorenzo Lonigo genero di De Zigno alla "Certosa" di Vigodarzere.
Ritratto ad acquerello di Achille De Zigno,
Palazzo De Zigno in Stra' Maggiore. ora Via Dante.
I legami tra la famiglia De Zigno e la Casa d'Austria saranno rinsaldati dal matrimonio di una delle numerose sorelle di Adelaide, Emma Emo Capodilista, già Dama di Palazzo dell'Imperatrice, celebrato il16 maggio 1858 nella cappella imperiale di Vienna con il Conte Hans Wilczech Barone di Hultschin e Gutenland. Da loro nasceranno Hans, quindi Elise coniugata al conte Kinsky e la sorella Marie a sua volta maritata con un altro fratello Kinsky. La famiglia era proprietaria a Vigodarzere, nei dintorni di Padova, di un bellissima Villa detta "La Certosa". Nata come convento certosino nel 1554, la sua costruzione mai completata durò anni; il direttore dei lavori fu Andrea Moroni, architetto artefice della Basilica di Santa Giustina in Padova. A lui probabilmente succedette l'altrettanto famoso Andrea da Valle. L'utilizzo da parte dei Certosini si prolungò fino al settembre del 1768, quando la Serenissima dichiarava soppresse le comunità monastiche aventi meno di dodici membri e ne incamerava i beni. Antonio De Zigno nel 1770 acquistò la struttura che tuttora appartiene ai discendenti della famiglia, destinandola a casa di villeggiatura e faccendola divenire punto di riferimento per quanti, parenti, intellettuali e amici, venivano a trovare i De Zigno e ne gustavano l'ospitalità. Alla Certosa, sotto la direzione di Maria Maguire moglie di Marco de Zigno, "venne piantato il magn!lico parco in stile inglese" completato con uno stupendo viale di tigli che dall'argine del fiume Brenta portava all'ingresso della residenza. In quest'elegante e tranquilla dimora gli ospiti furono sempre numerosi ed importanti, come ci narrano le cronache, e tra i tanti il poeta e scrittore inglese Lord Byron, vissu to nel Veneto tra il 181 7 ed il 1820, quindi Lord Guilford, fondatore dell 'Università di Corfù, ed il drammaturgo e poeta veronese Ippolito Pindemonte, amico di Foscolo che gli dedicò i "I Sepolcri", e che per anni fu legato alla scrittrice ed animatrice di un famoso salotto letterario, Isabella Teotochi Albrizzi. Vi furono ospitati il Generale Bernadotte e Fuchet, il colonnello Barone O'Hara, il Principe Hohenlohe, il generale Barone D'Aspre, Lord Talbot de Malahide, il generale Lamarmora e molti altri artisti e prelati. Isabella Teotochi Albrizzi, in un libretto da lei scritto che ebbe grande fortuna e diverse edizioni intitolato "Ritratti", farà un "affresco" anonimo di Lady Maguire, ma chiaramente attribuibile
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con un ritratto ed un elogio alle doti della dolcissima baronessa. Oltre alla "Certosa" i De Zigno possedevano in Padova, all'inizio di "Strà Maggiore", poi "Via Dante", un imponente palazzo. Sull'area della costruzione anticamente c'era un vecchio edificio detto "Lo Stallone", forse le scuderie della Reggia Can'arese, trasformato nel '600 in un teatro da parte di una delle tante Accademie che allora fiorivano in Padova. In quel rudimentale teatro nel maggio del 1691 si rappresentò un'opera musicale, "IIMaurizio", e questa fu la prima opera del genere rappresentata a Padova. Quando il teatro fu distrutto da un incendio, sulla sua area sorse il palazzo De Zigno realizzato nel 1778 da Bernardino Maccarucci con un superbo scalo ne che sale da un atrio grandioso, affrescato dall'artista veneziano Pietro Novelli. C'è memoria che i saloni del palazzo erano arricchiti da importanti dipinti del Longhi, del Correggio e del Sassoferrato. Da Achille ed Adelaide Emo Capodilista nasceranno sei figli: Maria che andrà in sposa il 26 aprile 1870 al Conte Girolamo Bernini di Verona,
poi Alberto (1852-1936) ufficiale nei Lancieri Vittorio Emanuele, che sposerà Luisa Giglioli, quindi Lucia maritata al Conte Antonio De Lazara Pisani Zusto, ancora Federico (1858-1910) che sposerà Flavia Malaspina e diverrà anch'egli Ufficiale di Cavalleria ed il fratello Giovanni che sposerà Emma Maluta. Infine Emma-Margherita nata il 23 maggio 1869 che sposerà il Nobile Lorenzo Lonigo. Questa era la famiglia da cui proveniva Achille De Zigno di cui ora approfondiremo la figura (bibl. n. 29) considerando che egli fu, come vedremo, un personaggio veramente di grande levatura, infatti riuscì grazie alla sua formazione familiare ed alla sua cultura ad emergere in tutti i settori, ma soprattutto nella Pubblica Amministrazione e nelle Scienze Paleontologiche. Egli aveva avuto un'istruzione familiare, venne educato privatamente, essendo la consuetudine di quei tempi, in molteplici discipline ed approfondendo lo studio di diverse lingue che parlava e scriveva correttamente, dedicandosi alle allora tradiziona li attività sportive maschili quali l'equitazione e soprartutto la scherma, che rimarrà negli anni una disciplina da lui particolarmente sentita e praticata. "Siccome poi manifestò,fin dai primi anni, - ri-
corda l'Omboni (bibl. n. 29) - molta inclinazione allo studio delle cose naturali~ così vzjù incoraggiato ed anche aiutato dalla madre (Lady Maguire De Zigno) la quale, essendo una donna coltissima, lo iniziò nello studio delle erbe e delle piante, specialmente in due viaggUatti da tutta laJamiglia in Svizzera e in Italia, con una lunga permanenza a Firenze; e così si sviluppò in lui quello spirito di osservazione e di analisi scientifica, che pOl~ cresciuto sempre più, lo condusse nell'età matura a sederefia i più insigni naturalisti". In quei viaggi cominciò anche a scrivere quasi per divertimento, in italiano, in francese e in inglese, dissertazioni sopra argomenti scientifici; in un "Diario" autobiografico, (che poi continuò a scrivere per tutta la vita) inserì delle interessanti annotazioni scientifiche, delle osservazioni intorno alle cose belle della natura e dell'arte; e venne a conoscere personaggi illustri, italiani e forestieri, coi quali si conservò poi sempre in relazione, con molta utilità per i suoi studi. Nel 1833 ,smessi dalla famiglia i viaggi e ripresa stabile dimora a Padova ed in campagna, per occuparsi degli affari domestici e campestri, si diede allo studio dell'agricoltura, ma non tralasciò quello della botanica, facendo gite ed escursioni per raccogliere piante, specialmente crittogame, e studiando queste scientificamente. Risultato di questo studio fu un catalogo pubblicato sul finire di quell'anno, e intitolato "Plantae cryptogamae in Provincia Patavina hucusque observatae". Sarà grazie a questo primo lavoro, realizzato a soli vent'anni, che egli verrà accolto nella "Accademia delle Scienze di Padova" istituzione prestigiosa che a sua volta godrà negli anni per la fiducia in lui riposta, in quanto riceverà lustro dai numerosi successi che De Zigno otterrà in campo scientifico. Dobbiamo tener presente che i suoi impegni isti-
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A sinistra: la figlia baronessa Emma Lonigo.
Sopra: la moglie contessa Adelaide Emo Capodilista.
Stemmi delle rispettive famiglie per il matrimonio del Nobile Francesco Lorenzo Lonigo con la baronessa Emma De Zigno.
Immagini di sua mano dell'opera: "Suf/'Uredinea che in
quest'anno invase il frumento in più luoghi della provincie venete".
1862.
Carta di Ricevimento (fronte e retro) per la quarta riunione "De' naturalisti. medici ed altri scienziati" tenutosi a Padova
nel 1842.
J.,.'"
I.
" liql I tuzionali e la partecipazione alla vita pubblica, che vedremo corrispondere ad anni cruciali del nostro Risorgimento, furono particolarmente difficili anche per la città di Padova e per tutto il Veneto. Si ebbe infatti una situazione particolare in quanto nel giro di pochi decenni dall 'inizio dell'800 fino agli anni 60 si verificarono grandi rivolgimenti politici con un alternarsi di governi, accompagnati naturalmente da atteggiamenti
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passionali ed ardenti da parte di chi era soddisfatto o meno nelle sue aspettative per tali cambiamenti repentini. Come abbiamo avuto modo infatti di rilevare in altra occasione (bibI. n. 30) il Veneto veniva da un Governo, quello della Serenissima, che per secoli aveva dato giustizia e benessere alle sue genti, quindi aveva dovuto subire l'invasione del Bonaparte in una scia, ancora tutta da scrivere, di violenze e di ruberie, ed infine era giunto al Governo Austriaco, premessa di quello nazionale. Si comprende chiaramente quindi come, gestire la cosa pubblica in anni siffatti non fu certo facile per Achille De Zigno. Nel 1838 egli verrà nominato Assessore Municipale per la Regia Città di Padova, carica confermatagli per quattro volte, quindi venne eletto Podestà nell'anno 1846 e, secondo consuetudine, con nomina dell'Imperatore su di una terna proposta dal Consiglio Comunale. Il suo incarico podestarile venne riconfermato per dieci anni, nel corso dei quali riuscì a realizzare diverse iniziative concrete ed utili per migliorare la vita dei padovani, innanzitutto completando l'illuminazione a gas per tutta la città, quindi riorganizzando il Corpo dei Pompieri aumentandone organico e dotazione e migliorando molto la viabilità interna. Tutte iniziative che, in considerazione dei tempi, erano di grande impegno ed importanza. Riuscì inoltre, con grande sodisfazione dei concittadini, ci riportano le cronache, a far realizzare la Barriera di Porta Codalunga, creando con ciò un elegante e comodo accesso al centro della città ed il suo collegamento con la neonata ferrovia.
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De Zigno, inoltre, durante la carica, oltre al venale ma importante risultato di riuscire ad azzerare tutti i pregressi debiti del Comune, fu promotore di molte iniziative strettamente culturali, favorendo la ricostruzione documentata dell'elenco di tutti i Podestà di Padova dal 1200 in poi ed ampliando la Biblioteca e l'Archivio Civico antico. Ma il più grande merito, sotto il profilo storico e culturale, fu la fondazione del Museo Civico Padovano, di cui parleremo più oltre. Dopo lunghi periodi di tensione tra la rappresentanza civile e militare del Governo austriaco da un lato e cittadini e studenti padovani dall'altro, e nonostante i reiterati tentativi di pacificazione portati ava nti dal ff. di Rettore Magnifico professor Racchetti e dal Podestà De Zigno, 1'8 febbraio del 1848 vi furono degli scontri sanguinosi attorno al Caffè Pedrocchi. Purtroppo questo sangue versato inutilmente segnerà un solco di odio e di incomprensione irreversibile per tutti gli anni seguenti. Il 24 marzo successivo, a seguito delle insurrezioni di Venezia e Vicenza e dopo che nei giorni precedenti c'erano stati altri diversi incontri di mediazione tra il Podestà, che guidava la delegazione municipale ed il generale d'Aspre comandante della guarnigione austriaca, per sondare le intenzioni di quest'ultimo, improvvisamente nel pomeriggio le truppe iniziarono l'uscita dalla città. Il generale stesso aveva inviato una comunicazione scritta al municipio di questo tenore (bibl. n. 33): "Avverto questa Congregazione che la truppa qui stazionata parte per un 'altra destinazione. La brevità del tempo non permettendo di trasportare seco tutto il bagaglio, bisogna depositarne qui gran parte. L'Ospedale militare e le necessarie
persone per la cura restano qui. All'umanità del Municipio raccomando caldamente la tutela di questi irifermi, e alla probità e compiacenza tante volte a me provata, la sicurezza di tutto il deposito qui lasciato. Interesso pure la sua compiacenza pel pronto somministramento deipiù necessari mezzi di trasporto, da comentarsi(?) coll'I.R. Comando di città ed in cooperazione della guardia civica, onde evitare qualunque disordine. Secondo il già concertato, desidero che siano disposti dei membri della guardia civica per accompagnare le truppe, per evitare il disordine ed ogn ijùnesta conseguenza che per la città ne potrebbe derivare. Se qualche ora prima della partenza siJermerà momentaneamente il passaggio dalle porte e dalla stradaflrrata, sarà solamente per misura prescritta dalla precauzione militare, e prego di tranquiflizzare il pubblico che potrebbe considerarlo un atto di ostilità, il quale non è certamente il nostro pensiero, purchè non venga provocato dalla parte del civile". Ed arrivato a cinque chilometri fuori Padova il d'Aspre invierà questa lettera personale al De Zigno (bibl. n. 33). "je vous ai écrit Q/ficiellement relativement aux bagages quzJurent laissés à Padoue. Je ne doute nullement que le retard apporté à laJourniture des chevaux n'a pour cause que le manque de temps. Celle-ci n'a pas pour olzjet une répétition de ma demande Q/ficielle, maj'ai voulll vous exprimer encore uneJois cheje n'oublierai pas les procédés amicales quej'ai eprouvés a padoue et que dans toutes les circostances ce sera ma plus agréable occupation de vous tèmoigner combien
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Elenco dei Podestà di Padova con i relativi stemmi (particolare). fatto redigere da De Zigno. in cui appare nel 1931 anche quello del genero Francesco Lorenzo Lonigo.
In una foto dei primi anni del '900, via 8 Febbraio e il Caffè Pedrocchi a Padova, luogo dello scontro tra studenti e guarnigione austriaca nel 1848, A sinistra si nota l'edificio esistente prima della costruzione dell'attuale municipio con le lapidi dei caduti.
Il conte Andrea Cittadella Vigodarzere (1804-1870). Fu
comandante della Guardi Civica. Podestà di Padova e Senatore.
Eybl Franz (1806-1880). "Ritratto di Ju/ius von Haynau".
litografia. Budapest History Museum.
j'y suis sensible: meme au moment de mon départ je n'ai éprouvé que cordialité. Veuillez croire que mes sentiments resteront inaltérables et agréez l'assurance de ma haute considération. Brentelle di Sopra 24 Mars 1848". Per capire l'importanza cruciale che ebbe la mediazione del Podestà in questa circostanza è da tener presente quanto scrive il Gloria (bib!. n. 22) "Si calcola che la guarnigione (austriaca)Josse di circa 5000 uomini, tutti stranienJorti di artiglien'a e cavallen'a. Uscì dalla città in due colonne, una da porta Codalunga (oggi barriera Mazzini) agli ordini del generale Wiml?fen; l'altra da Porta S. Giovanni agli ordini del D'Aspre. Percorsa la strada di circonvallazione, le due colonne si riunironoJuori porta Savonarola, donde proseguirono per Vicenza. Nell'uscireJurono visti soldati piangenti e il D'Aspre mesto, pallido e costernato". A fronte di queste forze militari, risentite peraltro di doversi ritirare senza colpo ferire, c'erano solamente 700 tra borghesi, studenti universitari e contadini peraltro molto determinati ad uno scontro, ma a parte la disparità numerica e la mancanza di qualsiasi preparazione essi, racconta sempre il Solitro (bibI. n. 33) erano armati simbolicamente, in quanto perlopiù si erano impossessati di quanto c'era nell'armeria del castello del Catajo (!) e quindi si trattava di lame medioevali, fucili da caccia o addirittura di semplici attrezzi da campagna. De Zigno, trovandosi a gestire una situazione difficilissima per la sua città, l'affrontò nel modo migliore possibile, così come farà per tutto il suo man-dato podestarile, contando sia sul-le relazioni sociali che la famiglia aveva con le persone più importanti di Vienna e del Veneto sia sul suo indiscusso prestigio umano e scientifico. L'insurrezione popolare che nel marzo del '48 aveva coinvolto Venezia, Padova e Vicenza, comportò la creazione di un "Comitato provvisorio dipartimentale di Padova" e le sue dimissioni dalla carica, ma egualmente nella primavera dello stesso anno egli continuerà a esporsi personalmente in diverse circostanze per evitare atti di violenza, appog-
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giando nel suo operato l'amico conte Andrea Cittadella Vigodarzere che aveva assunto il comando della Guardia Civica, e tutto questo per evitare ritorsioni e saccheggi, anche perché già era ormai prevedibile e prossimo il ritorno degli Austriaci. Il patriota Carlo Leoni era rimasto come unico membro del "Comitato Civico" (bibI. 26), ed una delegazione di cui chiaramente egli faceva parte, si recò dal Barone per invitarlo a riprendere il suo incarico di Podestà (bibI. 22) come ci ricorda un resoconto anonimo ma molto ben documentato. "Ecco l'opera di una deputazione all'ottimo Podestà Zigno, e poiché alcuno degli Assessori era assente, alcun altro occupatissimo come aiutante al Colonnello della Guardia Nazionale, così la deputazione rivolgevasi ad Antonio Venturini e aGio. Battista Valvasori, che di molta civile prudenza e di saggia amministrazione avevano date in tempi difficilissimi prove non dubbie, e li pregava di accettare leJunzioni diAssesson~ quando le legali pratiche siJossero compiute. La Delegazione Provinciale annunziava il ripristino del Municipio, e la cessazione del Comitato . ... Alle 4 ant. circa del 14 il Podestà Zigno ricevette lettera da S.E. il Tenente Maresciallo D'Aspre che lo invitava a presentarsi cogli Assessori alle porte: aveva già
Jorte truppa con sé. Andò il Podestà cogliAssessori e con alcuni altri cittadini da lui espressamente e sul momento invitati. La truppa entrò si
lenziosa". Ancora in questo delicato frangente egli si
adopererà riuscendo ad ottenere vari positivi risultanti sempre grazie al suo presti
gio ed alla diplomazia, che certo non gli faceva difetto, di fronte al ritor
no a Padova degli Austriaci che volevano rifarsi dell 'umiliazione subita. Grazie a lui potè espatriare il patriota e letterato conte Carlo Leoni, di cui il generale D'Aspre aveva ordinato l'arresto. Ebbe garanzia dalle autorità che nessuno sarebbe stato perseguito per l'insurrezione del '48 e che non avrebbero chiesto alla città la ventilata e pesantissima tassa di guerra, anzi riuscì a far annullare la multa di qua-
i' '" rantamila fiorini che il generale Haynau aveva già inflitto a Padova. Oltre poi alla positiva riconfer-
-ma della Gua rdia Nazionale, Fu anche evitata la leva circoscrizionale tra i giovani padovani, misura molto Lemma dalla popolazione e nel Limore della quale già molti erano fuggiti dalla ciLtà. A sancire questi prowedimenti venne diffuso un l1lanife ro che riponiamo (bibl. n. 22).
"N. 2003. La congregazione Municipale - Padova li 14 Giugno 1848 - AvVISO Per disposizione di S.E. il sig. Tenente maresciallo d'Aspre Comandante delle Truppe austriache, portata da Decreto della Delegazione Dipartimentale N. 3240 del g iorno d'oggi, è conservata in questa Città la Guardia Nazionale nel suo numero, stato, e condizione attuale. Fuori dal regolare armamento di essa Guardia, a nessuno è permesso di essere armato; ed a ta{fine anzi tutti i Cittadini sono avvertiti di dover portare immediatamente le Armi che possedono, e consegnarle al deposito presso il Comando. Si ritiene che ognuno si presterà docilmente a tale richiamo, onde evitare le più rigorose conseguenze alle quali andrebbe ad esponersi.
Il Podestà Zigno Il Segretario A. Macoppe"
Nel 1850, probabilmente col desiderio di tornare a tempo pieno alle sue amate ricerche scientifiche, De Zigno darà le dimissioni da Podestà dimissioni che saranno accettate, ma poi verrà riconfermato sino al 1857. Il 17 luglio del 1851, racconta il Gloria (bibl. n. 22) "visitò il Palazzo della Ragione Don Carlos, Irlfante di Spagna colla propria consorte. Tre o quattro persone lo seguivano tra cui il Barone Fini del~gato di Padova e il Podestà De Zigno. Si compl.acque di vedere quell'immenso ediliz io e di esammare le due bolle di canonizzazione di S. Francesco e di S. Antonio, che per ordine dello stesso Podestà gli Q/fersi nel sortire dallo stesso pa.lazzo, non avendo egli potuto ascendere nel mIO archivio antico per istanchezza e zoppicamento di una gamba". Il Consiglio Comunale, evidentemente riconoscente per il lavoro che in tanti anni cruciali aveva svolto, lo eleggerà a grande maggioranza di VOLi, Deputato clelia Congregazione Centrale Veneta per la città di Padova. e di conseguenza egli poco ~:mpo dopo lascerà il suo incarico di Podestà. Con manjfesto del 28 dicembre /856 - scrive il
;olll.ro (b ibl. n. 33) - la Congregazione Municipae d~ Padova, rappresentata dal podestà Nob.
A.chille De Zigllo. G. Estense Selvatico, 8. Ma/du-
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ra, A. Brisighella, e F. Ferri, annunciava ai cittadini il prossimo yaustissimo" avvenimento della visita dell'Imperatore con l'augusta consorte, e dava le disposizioni necessarie perché le accoglienzeJossero degne degli ospiti e della città". Le accoglienze che verranno riservate all'Imperatore nella sua visita da parte del Podestà saranno particolarmente spettacolari e non mancheranno negli anni a venire le critiche per il costo ed il calore delle stesse. Ma è da tener presente, come ben sapeva De Zigno, che per l'occasione un 'amnistia aveva liberato settanta detenuti politici tra cui il patriota Alberto Cavalletto, e quindi il gesto andava tenuto presente, accogliendo i Sovrani in visita a Padova nel migliore dei modi. Come vedremo questo atteggiamento diplomatico ed al tempo stesso riconoscente porterà altri vantaggi a tutta la città.
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Ringraziamento al Podestà di Padova per l'accoglienza riservata all'lnfante di Spagna ne11851 .
Un'immagine del Viale Codalunga nella seconda metà dell"800. In fondo alla via è visibile la Porta di Barriera Codalunga.
Una vecchia stampa di Palazzo Foscari abbattuto nel 1820. che
sorgeva sui resti dell'Arena Romana. e di cui faceva parte la
Cappella degli Scrovegni (alla destra dell·immagine).
Da: "Cenni storici sulle Famiglie di Padova [ .. .]". Minerva Ed ..
Padova. 1842.
"113 gennaio (era di sabato) - continua il Solitro (bibI. n. 33) - alle ore lO del mattino provenienti da Venezia con apposito treno, - ricevuti dal Podestà e dalle autorità - Francesco Giuseppe e l'Imperatrice Elisabetta, in carrozza digala, con splendido accompagnamento, per porta Codalunga (oggi barriera Mazzini), percorrendo Ponte Molin, Strà Maggiore, Piazza dei Signori, Debite, Piazza Erbe, San Canzian o, Servi e Spirito Santo, scendevano al palazzo dei conti Papqfava". L'Imperatore era in divisa da generale, mentre l'Imperatrice vestiva di lutto per la recente morte della Vice Regina Elisabetta Savoia-Carignano, sorella del Re Carlo Alberto. Furono due giorni di feste e tripudi, come raccontano le cronache, con una splendida illuminazione del Salone con palloncini a due colori, con un risultato bellissimo che lo rendeva quasi trasparente, quindi l'illuminazione a gas dell'orologio in Piazza dei Signori, archi di trionfo lungo le strade principali ed un pranzo di gala al loro arrivo presenti le autorità civiche, docenti dell'Università e rappresentanze militari. La sera infine uno spettacolo al Teatro Nuovo, oggi Teatro Verdi, vanto della città e di cui De Zigno era Consigliere, con la facciata anch'essa decorata ed illuminata, accolse la coppia Imperiale. Quindi il giorno successivo i sovrani, accompagnati come sempre dal Podestà, si recarono a visitare l'Università ed altri monumenti cittadini; poi come ci raccontano (bibI. n. 26) "a ore 1 pomeridiane il reggimento degli Ussari diede all'Im-
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peratore un Carosello in Prato Della ValleJra molto concorso di popolo". Fu proprio in quella giornata che De Zigno chiese ed ottenne l'autorizzazione, confermata la sera stessa da parte dell 'Imperatore, a far confluire nel nascente Museo Civico tutti i quadri delle Corporazioni soppresse con Napoleone, provenienti appunto da tali enti; opere queste che fino ad allora erano state di proprietà del Demanio. In quel giorno un nuovo sontuoso banchetto a casa Papafava concluderà la giornata, e l'indomani l'Imperatore rientrerà a Vienna. Come membro del Consiglio di Stato (Reichratte) nel 1858 si recò a Vienna, ove assistette pure alle nozze della cognata Emma Emo Capodilista, Dama di Corte dell'Arciduchessa Sofia, madre dell 'Imperatore Francesco Giuseppe, con il conte Hans WiIczech. Nell'aprile di quell'anno il Podestà poté inaugurare la Pinacoteca Civica e la ristrutturata Biblioteca, progetto a cui teneva in modo particolare e che fu reso possibile dalla competenza e dall'apporto del "cance/lista" e poi Direttore del Museo Andrea Gloria, nonchè dall'acquisto delle raccolte di Antonio Piazza e di Poicastro. Tra l'altro il Museo stesso si sviluppò velocemente proprio per l'invito, che il sottoscritto in passato ha potuto visionare, rivolto dall'Amministrazione Podestarile a tutte le famiglie abbienti affinché conferissero un quadro od un oggetto alla nascente Istituzione. Evidentemente non mancava il senso civico e l'amore per l'arte e la cultura dei padovani come dimostra anche il fatto che la possibilità per noi di vedere la stupenda Cappella degli Scrovegni oggigiorno, è grazie all'interessamento di Andrea Gloria che, dopo l'abbattimento del contiguo palazzo, si oppose alla distruzione di quest'opera meravigliosa ed ottenne che la Cappella fosse risparmiata. La nobile iniziativa di far concorrere i concittadini alla creazione del Museo Civico è documentata ancor oggi dall'elenco dei donatori esistente presso il Museo stesso, ed avrà un seguito nel 1864 con il lascito della prestigiosa quadreria di ben 543 tele, da parte del Conte Leonardo Emo Capodilista. Si tratta, per ben comprenderne l'importanza, della maggiore collezione privata, dopo quella "Borghese" di Roma, giunta integra fino ai giorni nostri. A questa, dopo diverse altre importanti donazioni. si aggiungerà nel 1968 quella della Contessa Giulia Giusti del Giardino, nata Bianchini D'Alberigo,
-che con spl.endido gesro lascerà in legato testa-'ent(lrio al complesso mllseale di Padova la
l1, ./ r ., .. b'l "Loggia e l'Ocleo ,-omaro esempio mira I e dell 'architettura pad?vana del ·~~o. . Per fortun a tra [anl'l impegnativI fl:ang.enti non mancava ch i sapeva trattare con Ironta anche gli argomenti più seri, ed a tal proposito sul nostro," pcrsonaggio" vogllamo riportare lIna spiri[osa rima del poeta arcade Dameta Luciano (bibl. 19) che nel l862 così sì esprimeva nella sua: "Critica delle lodi de padoa e deipadocmi viJlenti ":
"Nl1turl1LLstL: MeV1Abro de V1AoLh L/I\ELgv\'L sodettl c:;ode uV\, v\'oVV\.e LV\, IstorLl1 Nl1turl1L fL Z,LgV\,o per- dLes 'l1v\'L podestè! f po dl1 c~v\'que Deputtl -ceV\,tr-l1L; Ml1 \ll1L pLCt l1ssl1e
CV1e fl1V1Al1 e ~VV\.p~egV1~ e ov\'or~ Ll1 so AdeLl1Lde e L F~oLL cV1e xe f~or~."
Nel 1860 Le Deputazioni Provinciali e la Centrale lo elessero a Deputato rappresentante le Provincie Venete presso il Consiglio dell'Impero in Vienna. Naturalmente negli anni successivi egli verrà criticato da alcuni per i suoi trascorsi e per gli incarichi avuti con il Governo Austriaco, persone che in realtà non conoscevano i suoi sentimenti di italianità né il suo profondo senso dell'onore che gli imponeva, fatto un giuramento di fedeltà, di rispettarlo. Ma, sia pur amareggiato, Achille De Zigno dal '57 era tornato a dedicarsi appieno alla sua passione scientifica, che aveva trascurato negli anni passati, forse intuendo che presto avrebbe avuto la sua rivincita morale. A proposito dei suoi detrattori, così scriverà la figlia Emma nel proprio diario: "Nel 1866 dopo il ritorno degli italiani nel Veneto, mio padre che ingiustamente era un poco inviso ai nuovi governanti per essere stato Podestà sotto /'AustriaJu consigliato di ritirarsi in campagna e così andò con tutta laJamiglia nella sua villa di Certosa. Pe~ò poco tempo dopo g/ifu resagii1stizia per la sua zrreprensibile condotta durante la dominazione austriaca eJu richiamato a Padova e ricevuto con tuttigli onori". Sarà solo molti anni dopo, nel 1882 che il Sindaco di Padova, Antonio Tolomei . gli invierà un bigHetto di stima e riconoscenza confermando la bontà dci suo operato negli anni diff1.cili del SliO
m.andato podestarlle con ques[e parole: "Superbo di poter testimoniare esempi dìJermezza e llireù
concittadina, tanto più splendidi quanto meno vantati. 22.6.82" e di sua mano egli così commenterà "Quando si stava preparando l'Esposizione riguardante il Risorgimento Italiano, il Sindaco di Padova Comm. Ant.o Dr. Tolomez; avendo esaminatigli atti d'l!!Jicio del 1848-49, quando io era Podestà di Padova, colpito dall'evidenza dei
Jattz; mi.Jece tenere questo viglietto, con le espressioni le più lusinghiere scritte di suo pugno ". Ma già prima di quella data Achille De Zigno aveva avuto soddisfazione dai suoi concittadini. Il Galletto (bibl. 21), au tore di un bellissimo volume sui personaggi padovani dell'SOO, ci riferisce di come i maggiorenti del Comune di Vigodarzere, località vicino a Padova riunitisi, decisero che proprio il Barone De Zigno potesse essere il più indicato a venir proposto come Sindaco per le eIezioni del 1872. Si cercava un personaggio che "deve essere galantuomo, benemerito verso gli abitanti, proprietario in Vigodarzere, vivere o soggiornare nel Comune, recare prestigio per valore personale". Ma i dubbi sulla sua accettazione erano molti. Così sempre l'autore succitato in un gustoso e gradevole "affresco" racconta l'incontro di cui riportiamo alcuni passaggi. ritenendolo veramente interessante, in quanto rappresenta lo spaccato di un mondo ed uno "stile" ormai quasi scomparso.
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Monumento dedicato ad Antonio Tolomei (1839-1888). Padova. Giardini dell·Arena.
Biglietto del Sindaco di Padova Antonio Tolomei che elogia il De Zigno per quanto fatto nel 1848-49.
Achille De Zigno in uniforme di Podestà di Padova con
le sue decorazioni in una fotografia del l 890.
"Lasciato lo Stallo di ponte Molino (in Padova) il medico condotto ed il segretario comunale prendono la lunga Strà Maggiore, un tempo l'arteria cittadina principale ... per.fermarsi al palazzo De Zigno, che alto si ergea poch i passi da Piazza dei Signori diventata piazza Unità d'Italia ... Il portiere corre subito ad awisare il suo diretto superiore che non tarda a comparire. Con la consapevolezza di compiere un dovere sociale, con la riservatezza degli antichi ambasciaton; salgono gravi lo scalone d'onore, preceduti dal maggiordomo. Questi, un sessantenne altoatesino ornato di superbi bq!fi bianchi, con massima compitezza dice loro di aspettare qualche minuto nella grande sala centrale ... una porta laterale si apre e appare il barone in persona. In giacca a doppio petto con i bottoni aurei, diritto come un generale, li invita ad entrare nello studio ... Pur a conoscenza del motivo della visita, essendo stato preawisato dal
Jattore di Vigodarzere, ascolta come non sapesse nulla quanto dice il medico condotto, la cui cultura umanistica ha avuto modo di apprezzare nei soggiorni estivi alla Certosa ... Al termine dellaJorbita domanda, il barone mostra subito il suo stupore. - Forse, lor signori, non sono al corrente su tutto quello che si dice su di me, ma non posso pensare che non sappiano
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come un esimio padovano ha scritto, per maggiormenteJar risplendere il mio successore Francesco de Lazara, con chiare parole diJuoco ... Quel signore, tutt'altro che signore - reagisce il medico - ha scritto così perché o non sa ojinge di non sapere quanto l'illustre storico Cesare Balbo qjJerma categoricamente: <<A rettamente giudicare degli uomini e degli awenimenti è necessaria la conoscenza dei tempi in cui vissero gli uni e si maturarono gli altri». Le idee che dominavano il pensiero della maggioranza erano ben diverse nel pen'odo della vostra attività podestarile da quelle che si svilupparono dopo l'armistizio di Villq/ranca. Se quel signore, e con lui quanti applaudono ai vincitori di oggi comeJecero con i vincitori di ieri, tenessero presente che per vostro merito Padova nel '49 Ju risparmiata da soprqffazioni e da vandalismi; dovrebbero tessere un elogio anche a voi quale benemerito della città. - Verissimo.' - esclama il segretario comunale - a Voi e al conte Cittadella Vigodarzere, che vi siete entrambi umiliati davanti al D'Aspre, mentre quelli del Governo Prowisorio scappavano di notte. Quei signoriJingono di ignorare quante violenze, a djfferenza dei padovani, subirono i vicentini che non ebbero laJortuna di avere un De Zigno e un Cittadella Vigodarzere . ... Queste loro espressioni mi compensano di tante ingratitudini. Posso a loro assicurare che, incerto sull'accettare, ora ne sono vivamente deciso: come ho servito il Comune di Padova così servirò quello di V(godarzere, anche se comporterà una detrazione di tempo ai miei studi. Fa trillare il campanello, ordina sorridente al maggiordomo: -Faccia portare il vino liquoroso della Certosa-o QuasiJosse tutto già predisposto, dopo pochi istanti entra un cameriere con un artistico vassoio. Il maggiordomo stesso versa quel vino denso come sciroppo, ottenuto con uva prelibata appassita. - Nella luce del sole prossimo al tramonto, penetrante dal giardino, attraverso l'ampiaJinestra, il calice elevato dal barone pare d'un rosso rubino. - Alla salute del Comune di Vigodarzere.' - Alla salute de Barone Achille De Zigno ed alla sua nobile stirpe! - Dopo il brindisi, il noNluomo accompagna gli ambasciatorijino al portale,. e da quell'arco non si muovejinchè non li vede entrare nella penombra deiportici". Nominato nel 1872 da S.M. Vittorio Emanuele Sindaco di Vigodarzere, fu ripetutamente ricon-
fermato in tale inca.rico dal Re.e l? mantenne fin~ al 1885 quando, dietro sua nchlesta, ottenne di e~sero d i spens~ o. . . ';Nel / 878 p((pa - racconta sempre la figlIa Em-ma - andò a Roma in rappresentanza dell'Acca' demia dei Lincei e della Soc. dei XL, aifimerali di S.M. Vittorio Emalluele II". A proposito d Ila "Società Italiana dei XL" di cui De Zigno entrerà a far parte n.el 1877, è intere'sante sapere che essa era costituita dai 40 più illustri scienziati di ogni parte d'Italia ed il suo scopo era quello di "associare le cognizioni e l'opera di tanti illustri Ita/iani separati". A questo punto è doveroso passare all'altro aspetto della vita di Achille De Zigno, a quella passione per gli studi che, acquisita fin dalla giovanissima età, sarà sempre presente nei suoi desideri e, solo trascurata qualche anno per dovere civico, verrà ripresa con grande entusiasmo accompagnandolo fino all'ultimo, dandogli grandi soddisfazioni e facendolo divenire una scienziato di fama internazionale. Fino dal 1833 con la sua prima pubblicazione scientifica era entrato a far parte dell'Accademia delle Scienze di Padova, ma l'incontro e la conoscenza di due già famosi geologi, il bellunese Tomaso Antonio Catullo ed il padovano Conte Nicolò da Rio, durante le sue visite di studio all'orto Botanico di Padova, l'appassionò molto orien-
tandolo verso gli studi geologici e paleontologici che per il futuro prevarranno sui suoi interessi per la botanica. Nel suo nuovo interesse per la geologia egli iniziò a studiare in particolare le rocce ed i fossili del Veneto, rendendosi conto che nella regione (bibl. n. 29) " ... erano stati ben distinti( terreni di trasporto recente (a!!uvionali e diluviali) dai sottoposti terreni di sedimento ... ma trovò considerate come secondarie alcune rocce con nwnmohtz;' e cominciò le sue speciali ricerche occupandosi dei terreni terziari e del terreno cretaceo ... ". I primi risultati di queste ricerche si leggono in un lavoro: "Sulla giacitura dei terreni di sedimento del Trevigiano" che l'Autore presentò nel 1841 all'Accademia delle Scienze di Padova, e mandò poi nel 1842 alla Società Geologica di Francia, con l'aggiunta di alcune osservazioni sui terreni terziari degli Euganei. Anche se questo suo lavoro geologico non era di grande consistenza, pure dai suoi colleghi fu considerato interessante, dal momento che dava una nuova interpretazione sulla formazione delle Alpi, rettificando notevolmente precedenti conclusioni. Tale nuova teoria venne accettata e confermata dopo essere stata vagliata e discussa in diversi Congressi scientifici. Sarà quindi grazie a questa sua pubblicazione che egli ebbe l'onore di essere nominato quale Se-
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Medaglia coniata in occasione della "Quarta riunione degli scienziati italiani - Padova MOCCCXLlI" . (Collezione Corrado Piovesana) .
Padova 14 giugno 1894 - Piazza d'Armi (ora aeroporto): corse al galoppo. Emma De Zigno con il suocero nob. Aurelio Lonigo.
Lettera autografa dell'Imperatore Francesco
Giuseppe che annuncia la sua nomina a "Consigliere
Straordinario dell'Impero" 1860.
Frontesp izio del libro "Flora Fossilis Formationis Oolithicae - Le
piante fossili dell 'Oolite descritte ed illustrate dal Barone Achille De
Zigno", VoI. I. Tip. del Seminario, 1856-68, Padova.
FLORA FOSSILIS FOlmA TIONIS OOLITHIC!\E
l'II\~'J'E f'OSSILI DI:LL' OOLITE
• B.llI.OXHAW!LI.I!I.IRZIG);O
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gretario, per la sezione di Geologia e Geografia, nel "Congresso degli Scienziati Italiani" che si svolse a Padova nel 1842 ed in cui ebbe pure un altro importante ruolo, che vedremo più avanti. Sarà autore di diversi interventi, pubblicazioni e relazioni, in particolare al Congresso degli Scienziati Italiani che si svolse a Venezia nel 1847, sui gruppi sedimentari del Veneto e nel 1850 pubblicherà una memoria conclusiva: "Sulle rocce strati-
jicate del Veneto" che verrà pubblicata in francese ed in tedesco a Vienna ed in inglese a Londra, "Così nel 1850 per opera specialmente del nostro collega, ci ricorda sempre l'Omboni (bibl. n, 29), n'sultò difinitivamente stabilita, nel suo insieme e nelle sue parti principali la serie completa dei terreni sedimentari del Veneto, e delle loro suddivisionz; carattenzzate da altrettantigruppifossilz; ' " E igeologi dopo il 1850, non ebbero aJar altro che completare e perfezionare la serie stabilita del De Zigno, con i loro studi minuziosi, stratigrificl; e paleontologicl; intorno alle sue singole parti", Scrivono di lui anche ai nostri giorni Astolfi-Colombara (bibl. n, 9): "Valente naturalista studiò in particolare la serie stratigrifica suddividendo i terreni sedimentari Euganei in quattroJormazioni valendosi di elementi paleontologici, rinvenuti grazie alla tenacia posta nelle ricerche, /1 quadro cronostratigrqfico tracciato dal De Zigno (1861) risulta molto preciso e tuttora valido", "Ma i più numerosi ed importanti lavori che egli pubblicò dopo il 1850 sono lavori di Paleontologia, cioè si riferiscono ad animali e vegetalifossiII; considerati nei loro rapporti con gli animali ed i vegetali di specie viventi, studiati dalla Zoologia e dalla Botanica", De Zigno si limitò a descrivere delle singole specie o dei singoli gruppi di specie, ed a cercare ed esporre i loro rapporti con altrifossill; già noti, e con le specie o igruppi viventi", ", I suoi lavori sugli animali vertebrati saranno numerosi e già a partire dal 1853 il suo interesse scientifico si concentrerà sui "pescIJossili" studiando i ritrovamenti della zona di Lugo di Vice n -za, quindi pubblicando nel 1857 un catalogo dei "Restifossili di pesci trovati nel Veneto" e poi sui ritrovamenti a Bolca veronese, a Lumezzane nella Val Trompia, Infine nel 1874 darà alle stampe un ponderoso "Catalogo ragionato" di circa 200 pagine in cui vengono descritti 90 generi di pesci e 170 specie, La sua opera fondamentale che coronerà tanti studi e ricerche sarà la "FloraJossilisJormationis 00-
lithicae" inerente i vegetali fossili, accolta con entu-
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siasmo nel mondo scientifico dell'epoca, e dalla quale gli deriverà la sua fama di paleontologo, Egli quindi, come abbiamo visto, appassionato ricercatore, studioso di botanica, geologia e paleontologia può oggi essere considerato tra i maggiori dell'800 in questo campo, assieme naturalmente, in ambito Veneto, a Nicolò Da Rio, Antonio Catullo, Giovanni Omboni , Incominciando giovanissimo, ebbe innumerevoli cariche e rappresentanze scientifiche: sarà Segretario nel 1842, come già detto, della Sezione di Mineralogia, Geologia e Geografia per la Iva Riunione degli Scienziati che si tenne in Padova nel settembre di quell'anno (un suo contributo scientifico verrà inserito nella famosa "Guida di Padova" stampata per l'occasione "a comodo degli scienziati" (bibl. 1); quindi nel 1843 sarà Vicepresidente del Congresso che si svolse a Lucca, poi nel 1845 rappresentante la R, Accademia di Padova al Congresso degli Scienziati tenutosi a Napoli, quindi ancora nel 1846 Segretario dello stesso Congresso in Genova e nel 1847 Vicepresidente di quello di Vienna, Membro del Congresso Botanico di Firenze del 1874, quindi nel 1876 Presidente del R. Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti e nel 1879 Presi· dente della R, Accademia di Scienze e Lettere di Padova, avrà l'incarico nel 1881 di Vice Presidente al Congresso Geografico Internazionale di Ve· nezia e nello stesso anno sarà Vicepresidente per l'Italia all'importantissimo II Congresso Geologico Internazionale di Bologna su cui torneremo, Nel 188210 troviamo Presidente del Circolo filologico di Padova, quindi nel 1885 Presidente della società Geologica Italiana; nello stesso anno sarà Vicepresidente, rappresentante per l'Italia, al Con·
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gresso Geologico Internazionale di Berlino, infine verrà nominato da Sua Maestà nel 1886 membro del Regio Comitato Geologico del Regno. Riconosciuto autore di numerose scoperte scientifiche, farà parte delle più importanti Accademie scientifiche italiane quali la R. Accademia dei Lincei, la Società Italiana delle Scienze detta dei XL , del R. Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, della R. Accademia di Scienze e Lettere di Padova, della R. Accademia di Scienze Fisiche e matematiche di Napoli, della Accademia Fisico-Medico-Statistica di Milano, della R. Accademia delle Scienze di Torino, del R. Istituto delle Scienze di Bologna, dell'Accademia di Agricoltura di Verona, dell'Accademia Olimpica di Vicenza e degli Atenei di Treviso, Udine ,Siena, Pistoia e Arezzo. Coltivò sempre con i colleghi in Italia ed all'estero fitti rapporti di corrispondenza e di amichevole collaborazione scientifica, come si evince dal suo carteggio, avendo ben presente l'importanza di una cultura condivisa per cui sarà ben conosciuto ed apprezzato, tenendo alto l'onore scientifico dell'Italia. Membro fin dal '42 della Società Geologica di Francia e dell'Accademia di Cherburgo, quindi in Germania dell'Accademia Imperiale Leopoldino-Carolina, della Società Geologica e Mineralogica di Iena, dell'Accademia delle Scienze di Augusta, della Società di Storia Naturale di Dresda e di Meklemburg, della Società Botanica di Ratisbona, e del R. Istituto Geologico dell'Impero austro-ungarico. Quindi membro della Società dei Naturalisti di Mosca, della Società Geologica di Londra e di Lisbona. Di lui ci restano almeno settanta pubblicazioni
scientifiche in diverse lingue, oltre a quattro importanti opere. È del18 74 il "Catalogo ragionato dei PesczJossili deiMonti Bolca e Postale", abbiamo quindi le "Annotazioni Paleontologiche" del 1869 cui seguirà nel 1880 il volume: "Bibliographie Géologique et Palèontologique des Pro-vinces Venetiennes". A lui dobbiamo la già citata opera monumentale in due volumi, editi tra il 1856 ed il 1885, dedicata alle piante giurassiche titolata "FloraJossilis
Jormationis oolithicae" completata con quarantadue tavole di piante e vegetali delle diverse varietà, di cui scrive G. Pinna (bibl. 30): " ... in provincia di Vicenza ed in altre località del Veneto occidentale, qffiorano sedimenti delgiurassico i'1len'ore conJossili di vegetali continentali. Si tratta di livelli rocciosl~ intercalati agli strati calcarei contenentlJossili marini del Giurassico i'1leriore noti con il nome di Calcari di Noriglio. l restzJossili vegetali provenienti da questi giacimenti sono conservati spesso in modo perfetto e effrono una chiara idea della composizione delleJoreste giurassiche". Nelle tavole sono riprodotti vegetali di ogni tipo: "algheJunghiJelci, equisetl~ licopod( cicadine, benettitine e angiosperme monocotiledoni pro vem'enti da località italiane e da tutti i maggiori giacimenti europei". Quest'opera doveva essere completata da un terzo volume sugli animali fossili al quale egli lavorava da tempo, ma nonostante l'impegno non gli riuscì di completarla. Per questo lavoro egli riceverà la medaglia d'oro della Società Italiana delle Scienze dei XL. A Lonedo, nel Comune di Lugo Vicentino ai bordi del torrente Chiavon, Achille De Zigno, come abbiamo già detto, aveva fatto una lunga serie di ricerche con il supporto e l'ospitalità dell'amico Conte Andrea Piovene proprietario della bellissima Villa Godi, ora Malinverni, opera prima del 1542 di Andrea palladio. A lui, dopo averla studiata e fatta conoscere al mondo accademico, lascerà una raccolta di piante ed animali fossili, ritrovati nella zona nel 1852 e dopo, grazie a lunghi scavi. Elemento di spicco dell'insieme sono i resti di una palma la cui altezza arriva a 9 metri; scoperta nel 1863 richiese ben quattro anni di lavori ininterrotti per essere portata alla luce. Ad essa verrà dato il nome di Massimiliano d'Austria, Imperatore del Messico (bibl. n. 27). Si tratta di un esemplare unico al mondo per le dimensioni e
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Nella pagina alcune immagini di piante fossili tratte dai due volumi di A. De Zigno "Flora Fossilis Formationis Oolithicae [. .. r. Tip. del Seminario. Padova.
Palma fossile nel Museo Paleontologico Villa Malinverni
di Lugo Vicentino,
Giovanni Capellini (1833-1922). fu un geologo e paleontologo e
Senatore del Regno d'Italia,
Attestato della Società di Geologia per il contributo
all'organizzazione del Il Congresso Internazionale di Geologia e ringraziamento del dono di 14 Ittioliti del Bolca,
l'integrità, con ancora le proprie radici, ricomposta e circondata dalla sua matrice rocciosa. Questi ritrovamenti, che De Zigno appunto nel '52 aveva resi noti alla comunità scientifica internazionale, suscitarono tale interesse che, proprio nella villa di Lugo Vicentino, venne organizzato nel 1868 un Convegno scientifico, cui partecipò pure il Ministro Quintino Sella. Un particolare rapporto di lavoro e di amicizia si instaurerà con il Direttore del Museo Geologico di Bologna, Giovanni Capellini, rapporto che verrà consolidato nel lavoro di preparazione del Congresso Internazionale di Geologia del 1881, cui De Zigno darà un fattivo e concreto contributo organizzativo e personale. Tra l'altro in quell'occasione verrà fondata da Giovanni Capellini e Quintino Sella la Società Italiana di Geologia. Al R. Museo Geologico e Paleontologico della R. Università di Bologna farà dono, oltre alla serie completa delle sue pubblicazioni, di una raccolta di piante fossili nuove, da lui scoperte nel terreno giurese delle Alpi Veneto-Tirolesi, e dei tre modelli di Haliterium, Squalodon e Crocodylus di cui erano già stati arricchiti i Musei di Padova e Firenze. In occasione del Congresso del 1881 a Bologna regalerà "una preziosa collezione d'ittioliti del
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Monte Bolca di specie rarissime in esemplari di grandi dimensioni e di singolare conservazione, che destarono l'ammirazione dei paleontologi convenuti a quel Congresso eJurono stimati del valore di oltre a L. 6000", (bibI. Fogli volanti a stampa "Il BaroneAchille De Zigno"). Oltre a questo farà omaggio di un busto del celebre geologo e paleontologo Gian Battista Brocchi. Così si esprimerà nella bella "presentazione virtuale" dell'esposizione il suo collega e Direttore di quel tempo al Museo Geologico, Giovanni Capellini parlando delle "Sale dei pesci di Bolca" in cui la sua donazione viene custodita: "La collezione spettacolare e rara, rappresentativa della piùJamosa pescieraJossile del mondo, mijù donata per il museo dal barone De Zigno nel 1863. È arricchita da due grandi palme coeve. IJossili sono conservati in calcan' dell'Eocene irJ!eriore (circa 53 milioni di anniJa) di Bolca paesino del Veronese. A quei tempi Bolca era sede di un mare tropicale ricco di vita, come l'attuale Mare Rosso, in cui regnavano sovrani predatori gli squali come oggi e come 300 milioni di anniJa. Erano e sono perfette macchine daguerra, che non si sono più evoluti sin dal lontano Paleozoico. Per essere dotati di scheletro cartilagineo, gli squali non sonoJacili da conservare nella loro interezza. Questo è uno dei pochi musei in cui si possono ammirare come tali e non solo per i resti dei loro denti voraci". Questa importante raccolta è offerta, come detto, in occasione del Secondo Congresso Internazio-
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naie cii Geologia e nell'atrio del Museo una lapide ricorda anche il suo nome tra coloro che nel 188.1 oTganizZaron~ l'evento, per la seco~da ~o~ta a livello internazIonale, dopo quello dI Pangt. QuestO Co,ngresso porterà l'Italia al ccnn'o della cena scientH1ca mondiale. In effetti [aie evenro, la cui difficoltà organizzativa per quel tempi fu notevole, aveva lo scopo di venire incontro all'esigenza che si sentiva ol'mai inderogabile, di avere dei punti d'incontro e di raffronto scientifico tra tutti gli studiosi delle diverse nazioni. Inoltre per l'Italia, da pochi anni riunita, rappresentò un'importante possibilità di mostrare al resto del mondo le capacità che anche in campo scientifico la nostra Nazione sapeva unitariamente esprimere. Per diversi altri Istituti fu munifico donatore di reperti e volumi scientifici, gratificando il R. Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze che riceverà una Collezione scelta di piante fossili da lui scoperte nel terreno delle Alpi Veneto-Tirolesi, quindi un "Modello in grandezza naturale" di altri fossili: il cranio di un "Halitherium Veronense", dello "Squalodon Catulloi" e del "Crocodylus Arduini". Venendo ora alla R. Università di Padova, che gli dedicherà una sala nel Gabinetto di Geologia, farà dono a questa istituzione delle ossa fossili di elefante e di rinoceronte, provenienti dalla val d'Arno, di un "Modello in grandezza naturale" del "Felsinotherium Foresti" del Capellini e quindi dei modelli di tre crani, come quelli donati a Firenze: "Halitherium Veronense", "Squalodon Catulloi" e "Crocodylus Arduini". Nel 1883 il Gabinetto di geologia dell'Università di Padova venne riorganizzato dal Prof. Giovanni Omboni che redigerà anche un prezioso, e fIno ad allora inesistente catalogo dei pezzi, elaborando lo Sl s o in 5 volumi per i 10.000 reperti esisten~i. Negli nni successivi l'Omboni redigerà anche ti catalogo della raccolta De Zigno composta di 10.818 pezzi. Nel Museo di Padova quindi troveranno degna collocazione sia i reperti paleontologici di De Zigno, (bibl. n. 34)sia la sua fornitissima biblioteca. Erano all'altezza di uno studioso di fama internazionale quale lui era ed esse, acquisite dali 'Omboni, vennero nel 1892 da lui lasciate ad arricchire il nuovo Museo. e come ci narra egli s~esso (bibl. n. 28) "la sola condizione che le colleZIOI/; De Zigno rimanessero sempre distinte dal/e altre. Ed ora sono appunto ben distime dal/e al·
tre, perché stanno ancora nei mobili a cassetti in cui le distribuì il De Zigno; quasi tutti questi mobili sono raccolti in una sala speciale, e distinti con particolari cartelli ... ". E questa ed altre stupende raccolte trovano oggi ottima sistemazione nel Museo Geologico e Paleontologico di Palazzo Cavalli, magistralmente restaurato, ed accolgono il visitatore per stupido ed affascinarlo. Nel 1885 una lettera a stampa inviata a tutti i Soci della "R. Accademia di Scienze Lettere ed Arti in Padova" ricordava i suoi cinquant'anni d'iscrizione: "Ai Chiar.mi Sig.ri Soci {/fettivi. Emeriti, Straordinari e Corrispondenti della R.Accademia: Un avvenimento lieto e solenne ad un tempo per la nostra Accademia compiesi in questo giorno, nel quale ricorre il cinquantesimo anniversario da che il nostro egregio e benemerito socio dfettivo Barone Achille De Zigno veniva aggregato a questo scientifico sodalizio. Secondo che richiedevano il decoro dell'Accademia, le benemerenze e l'altaJama scientjfica dell'illustre Socio, l'Accademia deliberò unanime che questo memorando giorno nonJosse lasciato trascorrere senza che l'insigne uomo ricevesse una pubblica e durevole attestazione della benevolenza, della osservanza e della gratitudine dell'intero Corpo Accademico. Con questo intento, accompagnato dai due Segretari, avrò l'onore di recarmi oggi l!!ficialmente alla casa dell'illustre Barone per porgergli leJelicitazioni in nome di tutti i Colleghi eJargligradire il qui unito indirizzo (steso su pergamena eJregiato da valentissimi artisti), e come ricordo deifau-
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Diploma del barone Achill e De Zigno, di nomina a Socio della "Società Geologica Italiana", fondata da G. Capellini e Q. Sella, il 29 settembre 1881 ,
Giovanni Omboni (1829-1910), geologo e paleontologo, fu impegnato al riordino delle
collezioni del Museo di Geologia e Paleontologia di Padova.
Fotografia di famiglia del 1883: Achille De Zigno con moglie,
figli e generi.
sto anniversario e come espressione dei voti e dei sentimenti dell'intera Accademia, Di ciò ho l'onore di dar parte alla S, V. Chiarissima, mentre le rinnovo i sensi della più perfetta considerazione, Padova, dalle stanze dell'Accademia, addì 23 giugno 1885 - Il Presidente G, De Leva" Molte saranno anche le onoreficenze che gli verranno conferite nel corso della sua vita: già nel '43 aveva ricevuto la Croce Ducale di S. Lodovico di Parma per il merito civile, quindi nel' 52 la Croce di Cavaliere dell'Ordine Austriaco della Corona di Ferro, sarà decorato del R. Militare Ordine Portoghese di N,S della Concezione di Villa Viciosa, successivamente nel '75 ricevette la commenda della Corona d'Italia ed infine la croce di Cavaliere dell'Ordine del Merito Civile di Savoia nel 189l. Avrà infine numerosi riconoscimenti ed attestati per la sua attività tra la comunità civile e scientifica, e tra l'altro sarà insignito di due medaglie d'oro per meriti scientifici. Achille De Zigno venne a mancare il 15 gennaio 1892, all'età di 75 anni mentre, come abbiamo visto, era pienamente intento ai sui studi ed alla preparazione di un nuovo lavoro editoriale, Alla sua morte, nella lettera di comunicazione ai soci, il Segretario del Regio Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti dr. Fambri si esprime con queste parole che dicono tutto sul nostro perso-
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naggio e che volentieri riportiamo: "Agli studi dedicò, può dirsi la vita e molta parte altresì dellargo patrimonio, Malgrado questa, non dirò inclinazione, ma addirittura passione scientifica, che ordinariamente assorbe ed isola l'individuo, egli
fii il più compiuto e garbato signore, che sipotesse desiderare in società; gentiluomo di nascita, di abitudine, di sentimenti e di modi" , Amò per esempio di artistico e cavalleresco amore la spada eJi'n quasi in ultimo, la trattò con una certa maestria d'assaltante"" Del resto per lui la spada non rappresentava soltanto un 'arma e un esercizio, ma tutto un insieme di concetti e di doveri che sempre onorano, qjJorzano ed elevano, , , mantenevasi invariabilmente di carattere dolce e cortese, maJranco ed energico, ricusava pressionz~ sentiva alto e soprattutto non recedeva d'una /inea dalla idea e dai sentimenti una volta enunciati" , A voler ben difinito il perduto Collega nostro, bisogna dire chefii un insigne gentiluomo della vecchia scuola e un insigne scienziato della nuova", i colleghi l'ebbero sempre caro, e lunga memoria serberanno, non soltanto del valorosissimo geologo e naturalista, ma altresì del collega leale e de! cavaliere cortese", La sua figura verrà ricordata da numerosi suoi colleghi botanici o paleontologi che indicheranno col suo nome queste loro scoperte ed anche tra
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le istituzioni LI Comun.e di. Padova ['onorerà dedicandogli una via e.d un' identica nobi le iniziativa avrà Il Comune di Roma, a ricordo e testimonianza di come il valore e L'importan.za scientifica di Achille De Zigno fossero ormai riconosciuti in tutt'Italia.
Alberto Lonigo
NOTE BIBLIOGRAFICHE
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2 M.W., "All'indita donna Lucia Emo-Capodilista nata C.ssa Maldura nel giorno che sua.Jiglia Adelaide s'impalma al Cav. Achille Nob. De Zigno Podestà di Padova questi versi .... A.C. devotamente qfJèrisce " , Tip. Seminario (Pd)-1848.
3 M.W., "Annuario della Nobiltà Italiana", Serie completa dall'anno 1879 all'anno 1905, ed. del Giornale Araldico (Pisa).
4 M.W., "Liste des membres de la Société Géologique de Franceau 28 Février 1891", pago 27,33, ed. Au siége de la Société.
5 M.W., "Padova 1814-1866-lstituzionivicendeeprotagonisti di una città", a cura di P. Del Negro e N. Agostinetti. pago 88. ed. Programma, Padova 1991.
6 M.W., "La bolla d'oro nella dedizione della città diPadova alla Repubblica Veneta, Per le nozze Zigno-Emo Capodilista, gli impiegati Municipali Q/frono ", ed. Sicca, Padova 1848.
7 Alberto De Zigno, "Cenni biogrqjìci sulla gen tildonna Maria De Zigno nata Lady Maguire" - ed. alla Minerva, Padova 1872.
8 Altichieri Luca - Piccoli G., "Il Museo di paleontologia dell'Università di Padova", in "Padova e il suo territon'o", pagg.25-27, n. 33 ottobre 1991, ed. La Garangola Padova.
9 Astolfì Giamberto - Colombara Franco, "La Geologia dei Colli Euganei", pagg. 13, 163, 165,212, 213, ed. Programma Padova, 1990.
lO Astolfi Giamberto - Colombara Franco, "La geologia dei Colli Euganei", pagg. 13, 163, 165, 212, 213, ed. Programma Padova, 1990.
Il B. G., "Nel giorno lietissimo ... nozze Nob. Lorenzo dr. Lonigo - Baronessa Emma de Zigno", Padova 1891
12 Calore A. - Molllobbio L. - Segato G., "II Salone - Palazzo detta RC(gionedi Padol/a c suoi ,"omorni", pagg. 140, 141, cd. Panda. Padova 1998.
13 Cella Sergio, "Stampa e censura a Padova nel periodo della restaurazione" in "Padova ed Il suo territorio" n 1 maggio-giugno 1986, pago 21, ed. La Garangola, pado~a.
14 Colombara Franco, "Colli Euganei - Note naturalistiche", pagg. 6, 8, IO, Padova 1985.
15 :olombara Franco, "Colli Euganei: prQ/ìlo geologico", in Padova ed il suo territorio" n. 50, luglio-agosto 1994, ed.
La Garangola, Padova.
16 Colombara Franco, Pignataro A., PettenellaA., "Unagiomata a Cava Bomba eMonte Cinto" -Il museo di Cava Bomba.
17 Da Rio Nicolò, "Orittologia Euganea", 75-78, Tip.Cartallier, Padova, 1856, copia.
18 Da Rio Nicolò, "Sopra la causa dellaJormazl'one d'alcune colline ghiaz'ose che si osservano nel Friuli - Per le auspicatissime nozze del Nob. Cav. Achille De Zigno Podestà di Padova con la nob. Contessa Adelaide Emo Capodilista", Ed. Seminario, Padova 1848.
19 Dameta Luciano, "Critica de le lodi de Padoa e dei Padoani Viventi", 29-65, ed. Seminario, Padova, 1862, copia.
20 Ewald Jules, Catullo Ant., "Quelques Rémarques sur les Mummolites, dans lejour du mariage De Zigno - Emo Capodi/ista".
21 Galletto Pietro, "Galantuomini padovani dell'Ottocento -cenn i biogrqjìci ed istantanee", pagg. 44, 84, 88, ed. Draghi, Padova 1992.
22 Gloria Andrea (?), "Vera storia deiJatti di Padova deigiorni XII e XIII del corrente giugno 1848 comprovati con documenti", pagg. 8, 10,23, ed. B. al Santo, Padova s.d. copia.
23 Gloria Andrea, "Cronaca di Padova dalla dicembre 1849 al2giugno 1867", pagg. 19,34,36,41,49,56,60,63, 65,81,84,86,95,98,103,105,115,116,121,137,145, 146, 149, 154, ed. Lint, Trieste 1977.
24 Lazzarini Lino, "I galantuomini padovani dell'ottocento visti da Pietro Galletto", in "Padova e il suo territorio" - n. 37 giugno 1992 - pago 37 - ed. La Garangola Padova.
25 Lenci Giuliano, "Padova nel trapasso dalla dominazione austJiaca al Regno d'Italia", in "Padova e il suo territorio" - n. 99 ottobre 2002, pago 32 - ed. La Garangola (Pd).
26 Leoni Carlo, "Cronaca segreta de' miei tempi", a cura di G. Toffanin, pago 38, 44, 47, 97, 161, 195,268,326,362, 384,434,448,471,508,510,511,516,543,553,661, ed. Rebellato, Padova 1976.
27 Lonigo Alberto, "II BaroneAchille DeZigno nobile.Jigura di scienziato e pubblico amministratore" in "Notiziario dell'Associazione Nobi/iare Regionale Veneta" pagg. 83 -116, anno III, n. 3, La Musa Talia ed., Venezia 2011.
28 Mammino A., "Museo deiJossili diLonedo", ed. Eurografìca, Thiene (Vi) s.d.
29 Omboni Giovanni, "Commemorazione del Barone Achille de Zigno ", in "Atti del R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti", Tomo LV, pagg. 111-150, C. Ferrari ed., Venezia 1897.
30 Penso Giuseppe, "Scienziati Italiani e Unità d'Italia. Storia della Accademia Nazionale dei LX", ed. Bardi, Roma 1978.
31 Pinna Giovanni, "Il grande libro deUossili", pagg. 157-162, ed. Rizzoli, Milano 1976.
31 Redi Francesco, "Opuscoli di storia naturale", XVIll, XXXIV, 476, Le Monnier ed., Firenzel858.
33 Solitro Giuseppe, "Fatti e.Jigure del Risorgimento", pagg. 52,54,95,96, 113, 114, 136, 139,406,456,458,478, 479, 490, 537, ed. Artigrafiche- Cittadella (Pd)- 1978.
34 Università degli Studi di Padova, "Centro interdipartimentale di servizi Musei Scientifici", pago 52 ed. La Garangola, Padova 1991.
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Un'incisione del fossile "Dichopteris Visianica" tratta da:
A. De Zigno "Flora Fossilis Formationis Oolithicae [oo.}". Vol. I.
Tip. del Seminario. Padova.