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Trend
Rapporto Anitec Assinform 2020.Impatto Covid sul mercato ICT:meno peggio del previsto
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A fronte di un calo del PIL nel 2020 previsto intorno all’8%, il mercato
ICT dovrebbe registrare un -3,1% che verrà recuperato nel 2021. È il dato
che tutti gli operatori del settore stavano attendendo per immaginare
il proprio immediato futuro e che ha fatto passare in secondo piano i
dati positivi del 2019, dove il consuntivo registra un +2,1%, in linea con
l’andamento degli ultimi 5 anni
4 minuti fa
di Patrizia Fabbri
l Rapporto di quest’anno – dice subito Giancarlo Capitani,
Presidente di NetConsulting Cube, presentando i dati del
rapporto Il Digitale in Italia 2020 di Anitec-Assinform – ci
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ZEROUNOWEB.IT Data pubblicazione: 22/06/2020Link al Sito Web
Link: https://www.zerounoweb.it/cio-innovation/rapporto-anitec-assinform-2020-impatto-covid-sul-mercato-ict-meno-peggio-del-previsto/
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racconta due storie molto diverse tra loro: una nel segno della
crescita lineare iniziata 5 anni fa e proseguita per tutto il 2019,
l’altra nel segno della brusca discontinuità causata
dall’emergenza Covid che comincia a rendere evidenti i suoi
effetti negativi a partire dal secondo trimestre di quest’anno, con
esiti imprevedibili sia sul lato della domanda sia su quello
dell’offerta”.
Indice degli argomenti
L’impatto del Covid sul mercato ICT: -3,1%
Consapevolezza della strategicità dell’ICT per garantire lacontinuità operativa
Una politica di ricostruzione per creare valore
Consuntivi 2019 mercato ICT: è proseguita la crescita
L’impatto del Covid sul mercato ICT: -3,1%
Lasciando alla seconda parte dell’articolo l’analisi dei consuntivi
2019 che, seppur importanti, in questo momento catalizzano
l’attenzione in misura minore rispetto alle previsioni 2020 e
2021, partiamo da queste ultime: “Qui viene il difficile – ha detto
subito Capitani – perché non esistono previsioni macro
economiche certe, le previsioni aziendali sono molto incerte
perché non si sa cosa accadrà nel secondo semestre quindi per
fare queste previsioni ci siamo basati sui pochi dati certi a
disposizione”.
Il primo dato di riferimento è quello rilasciato da Istat in marzo
che misura il peso del valore aggiunto delle attività sospese
(figura 1) rispetto al valore aggiunto totale nelle varie regioni: si
vede chiaramente come l’industria abbia subito i danni maggiori
(-54%) mentre meno drammatico è l’impatto sui servizi (-31%). Il
risultato aggregato è che il PIL in Italia nel primo trimestre 2020
è decresciuto del 7,5% (industria 8,9%).
ZEROUNOWEB.IT Data pubblicazione: 22/06/2020Link al Sito Web
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Figura 1. Il peso del valore aggiunto delle attività sospese (figura 1) rispetto alvalore aggiunto totale. Rapporto Anitec Assinform 2020
“Quello che interessa capire – ha proseguito Capitani – è come
hanno reagito le imprese e quale ruolo ha avuto l’ICT. Abbiamo
quindi effettuato una rilevazione in questo periodo che ha dato
risultati interessanti (figura 2). Tre risultano i pilastri che hanno
garantito alle imprese la continuità operativa. Prima di tutto lo
smart working, o meglio il lavoro da remoto, e di postazioni di
collaboration con una serie di acquisti imprevisti e che ha
provocato quella che chiamiamo pandemia digitale, quindi un
processo poco governato, molto reattivo per dotare una
popolazione molto vasta di addetti non ICT di strumenti che
consentissero loro di continuare a lavorare”. Questo ha generato
una domanda, anche questa immediata e molto consistente, di
sistemi di cybersecurity e protezione dei dati dalle minacce che,
data questa diffusione poco controllata, sono aumentate
esponenzialmente. Il terzo elemento è stato un aumento del
ricorso al cloud pubblico che ha consentito di avere flessibilità e
rapidità di risposta in una situazione imprevista e improvvisa.
Figura 2. L’impatto del Covid sulle priorità delle aziende. Rapporto AnitecAssinform 2020
“Questo ha comportato quattro conseguenze, quattro profili di
ZEROUNOWEB.IT Data pubblicazione: 22/06/2020Link al Sito Web
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comportamento nelle aziende: sicuramente un rallentamento
dei progetti in corso e un mantenimento delle operation; in altri
casi, più gravi, uno spostamento dei progetti innovativi al
secondo semestre 2020 o, peggio ancora, al 2021; terzo, un tema
grave di mancanza di liquidità e quindi una rinegoziazione dei
contratti in essere con i fornitori; quarto, di segno
completamente diverso, una accelerazione di progetti innovativi
resi urgenti dall’emergenza in alcune aziende più illuminate e
più capaci, in base a risorse capitalizzate, di finanziare questi
investimenti”.
Sulla base di queste forze contrapposte, gli analisti del Rapporto
Anitec Assinform prevedono un andamento che vede un -3,1%
del mercato nel 2020 (figura 3), dato mediano tra la stima
migliore del -2,2% e quella peggiore del -5%.
Figura 3. L’impatto del Covid sul mercato ICT nel 2020. Rapporto AnitecAssinform 2020
Tutto questo ci porta a una valore di mercato di 69,7 miliardi di
euro, pari a quello di metà 2017.
Consapevolezza della strategicità dell’ICT pergarantire la continuità operativa
“Questo calo è tutto sommato meno grave di quanto si temesse
ed è dovuto sostanzialmente a due fenomeni: prima di tutto la
consapevolezza maturata in tempi anche rapidi dell’utilità
cruciale dell’ICT e del digitale presso il top management e
soprattutto piccoli e medi imprenditori con l’attivazione seppur
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coatta di progetti ICT; dall’altra, un fatto contabile che le spese
cassate e rinviate sono spese che incidono nei budget delle
imprese per circa il 35%, quindi l’effetto di contrazione dei
budget dovrebbe essere limitato incidendo su una quota non
maggioritaria della spesa IT totale”.
Questo trend del -3,1%, che si confronta con un +2,2% del 2019,
sarà caratterizzato da una contrazione di tutti i segmenti del
mercato (figura 4) ad essere meno penalizzati saranno il
software e i servizi di rete TLC.
Figura 4. Il mercato digitale in Italia nel 2020 per segmenti. Rapporto AnitecAssinform 2020
Il dato negativo sottolineato da Capitani è il forte divario nella
spesa tra i principali settori economici: si mantiene la crescita
nella Pubblica Amministrazione centrale (+3%) che ha una spesa
più anelastica rispetto agli andamenti congiunturali, nelle utility
(+0,9%) con qualche problema di liquidità, nella PAL (0,8%), nelle
banche (0,7%) e nella sanità (0,4%) che sarà la grande
protagonista nel 2021. Diminuiscono gli investimenti in tutti gli
altri settori, soprattutto quelli che stanno subendo dei guasti non
solo di naturale congiunturale ma soprattutto di natura
strutturale (come quello Travel & Trasportation ) con
un’emergenza che sta cambiando i comportamenti delle persone
e delle imprese.
Da contraltare a questo segnale negativo e in prospettiva 2021 vi
è la constatazione che l’emergenza ha indotto alcuni fenomeni
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di segno positivo:
il primo ci viene confermato dalla rilevazione Istat riportata in
figura 5 che dice una cosa molto importante: strumento
importante utilizzato dalle imprese per rispondere
all’emergenza è stata una transizione diffusa alla
digitalizzazione che però riguarda prevalentemente le medie e
grandi imprese “ricreando un nuovo gap nei tempi di
digitalizzazione”, sottolinea Capitani;
il secondo punto, “poco sottolineato – evidenzia il presidente di
NetConsulting Cube – è un cambiamento nei comportamenti
d’uso di questa digitalizzazione diffusa: è aumentato l’upload di
questi documenti, informazioni, video, abituando una
popolazione passiva, più usa al download, ad essere attiva”;
il terzo la consapevolezza, già citata, della funzione del digitale
per garantire la continuità aziendale; nei momenti di punta
dell’emergenza c’è stato un plauso all’ICT nelle aziende, come
dice McKinsey, il CIO è diventato il leader della resilienza
aziendale
Figura 5. Rapporto Anitec Assinform 2020
“Tutto questo – spiega Capitani – ci fa dire che nel 2021 l’effetto
rimbalzo, con una curva di crescita a V, porti a una crescita del
mercato digitale del 3,7% a fronte di un rimbalzo dell’economia
generale (dati MEF) del 4,7% (figura 6)”. Le assunzioni che
stanno alla base di questa previsione sono, da un lato il
massiccio finanziamento alla digitalizzazione delle imprese e
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delle pubbliche amministrazioni che dovrebbe essere uno dei
pilastri del Recovery plan, che è stato ribadito in questi giorni
durante gli Stati Generali promossi dal Governo, accanto al
rifinanziamento già deliberato del Piano Industria 4.0
denominato Piano di transizione Impresa 4.0 plus.
Figura 6. Previsioni mercato ICT 2021. Rapporto Anitec Assinform 2020
Dall’altro lato, si prefigura una forte accelerazione della
virtualizzazione dei processi trainata dallo smart working, ma
estesa ad altri come, per esempio, e-commerce e supply chain,
anche tra imprese, derivante dall’aumento delle
interconnessioni digitali di tutti i soggetti del tessuto economico
e dalla transazioni conseguenti.
“Non dobbiamo dimenticare poi nel 2021 l’entrata a tutto campo
del 5G – ha detto Capitani avviandosi alle conclusioni – con due
effetti di aumento dei servizi digitali disponibili e una sperabile
diffusione su tutto il territorio della banda larga che consenta a
tutti di accedere ai servi digitali. Non ultimo la digitalizzazione
della PA. Se tutto questo avverrà, l’emergenza Covid ci avrà
lasciato tra le tante cose negative un paese avviato più
rapidamente in una prospettiva digitale. La condizione
essenziale è maturi nel paese a tutti i livelli è che una
digitalizzazione accelerata sia l’unica operazione non solo per
un rilancio dell’economia ma per la sopravvivenza del nostro
sistema socio economico”.
Una politica di ricostruzione per creare valore
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“Sino a tre mesi fa contavamo di presentare un andamento
complessivo del mercato digitale italiano sostanzialmente in
linea con le previsioni. In crescita del 2,1% per il 2019, e atteso
crescere anche di un punto in più nel 2020, a conferma di un
moderato progresso nella digitalizzazione di imprese,
amministrazioni pubbliche e famiglie. Poi è arrivata
l’emergenza sanitaria a stravolgere tutto”, ha detto Marco Gay,
presidente di Anitec Assinform, e ha proseguito sottolineando
che: “Il mercato dell’ICT nel 2020 limiterà il calo al 3,1% per
recuperare nel 2021, per la capacità del digitale di dare ossigeno
all’economia nelle fasi più difficili, la sua anticiclicità e la sua
vocazione a sostenere una ripartenza che sarò lunga. Sono
aspetti che invocano visioni e politiche adeguate per il digitale, e
soprattutto concretezza, anche in vista del sostegno
dell’Europa.Il 2019 non va dimenticato. Ci ha consegnato un
Paese ancora in ritardo nell’innovazione digitale, ma pur sempre
in progresso e con una dotazione di sistemi, reti e servizi che ha
permesso di attenuare gli effetti del lockdown”, ha continuato
Gay.
“La ripartenza sarà solo un fuoco di paglia fondato sul debito se
l’aiuto emergenziale non lascerà progressivamente spazio a una
politica di ricostruzione fondata sull’investimento in eccellenze
produttive e di servizio, capaci di creare valore. Queste sono le
stesse condizioni poste dalla UE per accedere a fondi
straordinari che, se approvati in toto, renderanno disponibili al
nostro Paese 172 miliardi di euro, tra prestiti e contributi a fondo
perduto, per investimenti. E il digitale è essenziale per questo
cambio di passo. Passo che è comunque alla base del recupero
della fiducia a investire nelle imprese di tutti i settori e nello
stesso comparto ICT; e che è essenziale per dare impulso alla
digitalizzazione della PA e della Sanità, accelerare lo sviluppo
delle infrastrutture a banda ultralarga fisse e mobili, sostenere le
startup innovative e ammodernare l’istruzione, anche per
colmare il gap di competenze digitali. Mai come oggi appare
strategico e urgente dotarsi di una politica digitale all’altezza dei
tempi, e attuarla”, ha concluso Gay.
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Consuntivi 2019 mercato ICT: è proseguita lacrescita
E ora veniamo ai dati 2019. Come ha evidenziato il presidente
Gay, i dati consuntivi 2019 mostrano come vi sia una continuità
nella crescita, con un tasso dell’intero mercato digitale che segna
+2,1%, che conferma quanto già evidenziato in altre occasioni
ossia una forbice sempre più ampia tra crescita dell’economia in
forte riduzione e mercato ICT e digitale con andamento
anticiclico (figura 7).
Figura 7. Il mercato Digitale in Italia nel 2019. Rapporto Anitec Assinform 2020
Questa crescita è fortemente sostenuta dal segmento Contenuti
e Pubblicità digitale dovuta soprattutto al consumo digitale
innovativo: video streaming, mobile entertainment ecc. Anche i
servizi ICT registrano una crescita interessante (+5,8%), trainati
dalla progressiva adozione del cloud e dal proliferare di progetti
di modernizzazione infrastrutturale e applicativa di cui hanno
beneficiato anche i servizi di system integration e consulenza.
Frizzante il dato del software (+7,8%), soprattutto nelle aree della
sicurezza e della governance e all’introduzione delle nuove
metodologie Agile e DevOps finalizzate alla modernizzazione
applicativa e allo sviluppo di soluzioni applicative di nuova
generazione. Nel segmento dispositivi e sistemi hanno avuto un
andamento importante i portatili, i tablet, meno positivo il dato
degli smartphone, soprattutto di fascia alta, dovuta a una
saturazione del mercato e alla mancanza di annunci di nuove
feature tecnologiche. Un andamento in apparente
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controtendenza è l’andamento dei Servizi di rete TLC dove
permane il paradosso di una decrescita in valore a fronte di una
crescita esponenziale dei volumi di traffico, causa la fortissima
competizione sul prezzo (per la telefonia mobile abbiamo un
calo delle tariffe del 6% a fronte di un aumento del traffico dati
del 56%, dati Agicom). (figura 8)
Figura 8. Il mercato ICT in Italia per segmento nel 2019. Rapporto AnitecAssinform 2020
A trainare il mercato sono le componenti più innovative, che il
Rapporto definisce Digital Enabler con una evidenza particolare
per il cloud (23%), IoT (18,3%) e tra quelli emergenti intelligenza
artificiale/cognitive computing che, pur partendo da numeri
molto bassi, cresce del 59,3%. Il dato interessante da sottolineare
è che l’insieme di queste soluzioni incide sul mercato digitale
per una quota del 19,5% mentre nel 2016 il dato era di 13,4%
(figura 9): “È il segno ancora una volta della presenza diffusa dei
progetti di digitalizzazione nelle aziende e nelle pubbliche
amministrazioni che sono andati aumentando negli ultimi 3
anni. Un percorso di digitalizzazione che è stato accelerato
anche se insufficiente, come ci dimostra l’ultimo rapporto DESI
[su 28 Paesi l’Italia è al 25° posto ndr], a recuperare lo svantaggio
accumulato nei confronti dell’Europa”, dice Capitani che
sottolinea un’altra notizia positiva, in controtendenza rispetto
alla percezione corrente, è il ritorno al segno significativamente
positivo alla spesa in ICT nella PA centrale che è un dato molto
significativo e che fa sperare si sia veramente avviato un
processo di digitalizzazione della PA centrale. Tutti i big spender
crescono sopra la media. (figura 10)
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Figura 9. Gli investimenti nei Digital Enabler. Rapporto Anitec Assinform 2020
Figura 10. Il processo di digitalizzaizone nie diversi settori 2019. RapportoAnitec Assinform 2020
“Ma c’è anche quest’anno una cattiva notizia – prosegue Capitani
– ed è che la crescita è stata ancora una volta trainata dalle
aziende di grandi e medie dimensioni (tra il 3,5 e il 4%) mentre è
meno della metà (1,8%) quella nelle piccole imprese che non
riescono a colmare lo storico ritardo, nonostante alcuni obblighi
di legge come la fatturazione elettronica ne abbiano indotto una
spinta alla digitalizzazione” (figura 11). L’Istat ha appena
rilasciato i dati di una rilevazione che indica che l’82% di
aziende da 10 a 42 addetti ha un livello di digitalizzazione basso
o molto basso contro il 46% delle aziende sopra i 250 addetti.
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Patrizia FabbriDirettore responsabile ZeroUno
Patrizia Fabbri è giornalista professionista dal 1993 e si occupa
di tematiche connesse alla trasformazione digitale della società
e delle imprese, approfondendone gli aspetti tecnologici. Dopo
avere ricoperto la carica di caporedattore di varie testate,
consumer e B2B, nell’ambito Information Technology e avere
svolto l’attività di free lance per alcuni anni, dal 2004 è
giornalista di ZeroUno dove è stata prima caporedattore, poi
vicedirettore e dal 2020, direttore.
Figura 11. Rapporto Assinform Anitec 2020
NetworkDigital360 è il più grande network in Italia di testate e portali B2B dedicati ai temi della Trasformazione Digitale e
dell’Innovazione Imprenditoriale. Ha la missione di diffondere la cultura digitale e imprenditoriale nelle imprese e pubbliche
amministrazioni italiane.
ICT&Strategy S.r.l. – Gruppo DIGITAL360 - Codice fiscale 05710080960 - P.IVA 05710080960 - © 2018 ICT&Strategy. ALL RIGHTSRESERVED
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