1960 - 2010 50˚ anniversario dell’Incoronazione … Celebrazione della XXXII giornata per la vita...

48
200 Marzo 2010 1960 - 2010 50˚ anniversario dell’Incoronazione della B.V. Madonna delle Vigne 1960 - 2010 50˚ anniversario dell’Incoronazione della B.V. Madonna delle Vigne

Transcript of 1960 - 2010 50˚ anniversario dell’Incoronazione … Celebrazione della XXXII giornata per la vita...

200Marzo 2010

1960 - 201050˚ anniversario dell’Incoronazione

della B.V. Madonna delle Vigne

1960 - 201050˚ anniversario dell’Incoronazione

della B.V. Madonna delle Vigne

24060 Castelli Calepio (Bg) - Via dei Mille, 43Tel. e Fax 035 848621

di Paolo MartiniOCCHIALI VISTA e SOLE

LENTI A CONTATTO - LABORATORIO INT.Via Provinciale n.1 Castelli Calepio (BG)Tel. e Fax 035.442.53.91

Chiuso nelle sere di lunedì e martedì

StockholmRestaurant & Rooms

Stockholm

Via Valverde, 24CASTELLI CALEPIO (BG)Tel. e Fax 035 4425865

CASTELLI CALEPIO (BG) - Via A. Moro, 84Tel. 035. 84.71.65 - Fax 035. 44.94.852

COSTRUZIONE ACCESSORI

NAUTICI

COSTRUZIONI FRATTINI SRL

always clean hands

www.nettuno.net

Via Provinciale Valle Calepio, 1 - 24060 CASTELLI CALEPIO (BG) - Tel. e Fax 035.4425391 - E-mail: [email protected]

VENDE DIRETTAMENTE IN CASTELLI CALEPIOAPPARTAMENTI BI - TRI - QUADRILOCALI

COMPLETI DI AUTORIMESSA E POSTO AUTOPOSSIBILITÀ DI GIARDINO DI PROPRIETÀ

RIECOMACCHINE E FORNITURE PER UFFICIO

CONSUMABILI DA STAMPA

24060 Castelli Calepio (Bg) - Via Roma, 78/BTel. e Fax 035 4425867 - Fax 035 847738

www.rieco.net - [email protected]

SOMMARIO

1Indialogo n. 200

22 EEddiittoorriiaallee44 AAnnaaggrraaffee PPaarrrroocccchhiiaallee55 DDiiaarriioo CCoommuunniittàà

AAttttiivviittàà PPaarrrroocccchhiiaa88 TTeerrrreemmoottoo aadd HHaaiittii,, llaa ssoolliiddaarriieettàà ddeellllaa nnoossttrraa CCoommuunniittàà1100 SScchhoollaa CCaannttoorruumm::

CCoonncceerrttoo iinn ooccccaassiioonnee BB.. VV.. MMaaddoonnnnaa ddeellllee VViiggnnee1122 SSoolleennnniittàà ddeellllaa MMaaddoonnnnaa ddeellllee VViiggnnee:: PPrrooggrraammmmaa

DDiiaarriioo OOrraattoorriioo1133 ““NNoovveennaa”” ddii NNaattaallee ‘‘00991144 CCllaassssiiffiiccaa ccoonnccoorrssoo PPrreesseeppiioo NNaattaallee 220000991155 MMeerrccaattiinnoo ddii NNaattaallee 220000991166 IIll ppaattttiinnaaggggiioo ssuull gghhiiaacccciioo1177 GGiiooccoommppiittii iinn OOrraattoorriioo1188 EEvvvviivvaa iill CCaarrnneevvaallee1199 CCoorrrriiddaa 220011002200 GGrruuppppoo ssppoorrttiivvoo2233 SSoottttoossoopprraa CCRREE 22001100

SSccuuoollaa ddeellll’’IInnffaannzziiaa2266 CCeelleebbrraazziioonnee ddeellllaa XXXXXXIIII ggiioorrnnaattaa ppeerr llaa vviittaa2277 RRaaccccoonnttoo iill ccaarrnneevvaallee

RReeddaazziioonnee2288 LLaa ppuubbbblliicciittàà

RRuubbrriicchhee2299 LLaa bbeelllleezzzzaa ddeell ccrreeaattoo3300 SSttoorriiee ddii ccaassaa nnoossttrraa3333 AAnnggoolloo lliibbrrii3344 ‘‘NN ddiiaalleett3366 ZZiioo BBaarrbbaa3377 IIll vviiggiillee aammiiccoo4411 RRaasssseeggnnaa SSttaammppaa4444 CCoonnssuummoo ccrriittiiccoo w

ww.

parr

occh

iadi

tagl

iuno

.it

Numeri Utili

Parrocchia San Pietro ApostoloVia Sagrato 13 - Tagliuno24060 Castelli Calepio (Bg)Parroco: don Pietro NataliTel. e Fax 035 - 847 026Cell. 340.787 04 79E-mail: [email protected]

Oratorio S. Luigi GonzagaVia XI febbraio 31 - Tagliuno24060 Castelli Calepio (Bg)Curato: don Matteo PeriniTel. e Fax 035. 847119Cell. 333.673 48 01E-mail: [email protected]

Scuola Parrocchiale dell’infanziaVia Benefattori 20 - Tagliuno24060 Castelli Calepio (BG)Tel. e Fax 035 - 847 181

Servizi di pubblica utilità

Carabinieri - pronto intervento Tel. 112Soccorso Pubblico Emergenza Tel. 113Emergenza Infanzia Tel. 114Vigili del fuoco - pronto intervento Tel.115Emergenza sanitaria Tel. 118

Comune Tel. 035 4494111Polizia Municipale Tel. 035.4494128Biblioteca Tel.035 848673Poste Italiane - Tagliuno Tel. 035.4425297

Polizia - Questura di BergamoTel. 035.2776111Carabinieri - Grumello del MonteTel. 035.4420789 / 830055Corpo Forestale - Sarnico Tel. 035.911467

F.S. Stazione di Grumello del MonteTel. 035.4420915INPS - Grumello d.M.Tel. 035.4492611ENEL Tel. 800.023471ENELGAS Tel. 800.998998Ufficio per l’impiego (ex collocamento)Tel. 035.830360

Asl e sanità pubblica

Distretto Asl - Grumello d.M.Tel. 035.8356321Guardia medica Tel. 035.830782CUP Ospedale Bolognini SeriateTel. 035.306204 /306205Ospedale Trescore BalnearioTel. 035.3068111Ospedale Calcinate Tel. 035.4424111Ospedale Sarnico Tel.035.3062111Ospedale Riuniti di Bergamo Tel. 035.269111

RedazioneMariano CabidduDon Matteo PeriniDon Pietro Natali

Anna GandossiSergio LochisEzio Marini

Ilaria PandiniMassimo Scarabelli

MMEESSSSEE FFEESSTTIIVVEE EE PPRREEFFEESSTTIIVVEE CCHHEE SSII CCEELLEEBBRRAANNOO NNEELLLLEE PPAARRRROOCCCCHHIIEE DDEELL VVIICCAARRIIAATTOO

EDITORIALE a cura di Don Matteo Perini

Mons. Roberto Amadei è nato aVerdello il 13 febbraio 1933.Quando aveva 5 anni, la sua fami-glia si è trasferita nella vicinaPognano, il paese che lo ha vistocrescere e farsi prete e dove anco-ra oggi abitano i familiari. A 11 anniha fatto il suo ingresso nelSeminario di Clusone; ha poiproseguito gli studi liceali nelSeminario di Bergamo e quelliteologici a Roma come alunnodel Pontificio Seminario Romano,licenziandosi in Sacra Teologia.Ordinato sacerdote il 16 marzo1957, fino al 1960 è rimasto aRoma per perfezionare gli studidi Storia ecclesiastica presso laPontificia Università Gregoriana -dove poi ha conseguito la laurea.Quindi è rientrato in Diocesi periniziare in Seminario il ministero didocente di Storia della Chiesa(1960-90), subentrando all'amico ecompaesano mons. Luigi Chiodi.Da allora la sua vita si è svolta sem-pre a servizio del Seminario: dal1968 al 1981 è stato Presidedella Scuola di Teologia e nel 1981è diventato Rettore del Seminariostesso, fino al 1990. Nel frattempoha svolto anche un'intensa attivitàpastorale nei giorni festivi, a servi-zio della parrocchia di Santa Luciain città e della Clinica SanFrancesco fino al 1978 e, succes-sivamente, a servizio della parroc-chia di Longuelo. Per diversi anni èstato assistente nazionaledell'Istituto secolare "Caritas,Christi". Dal 1978 al 1990 è statomembro del Consiglio Presbiteralediocesano e, dal 1984 al 1990, del

Collegio dei Consultori. Da diver-si anni era anche Preside dellaScuola di Teologia per religiose. Nel1984 ha avuto la nomina a Prelatodi Sua Santità.Il 2 giugno del 1990 è stato consa-crato vescovo per la diocesi diSavona-Noli. Nel 1991 è stato tra-sferito nella diocesi di Bergamo.Mons. Amadei è uno tra gli espertidi storia locale e in particolare distoria della Chiesa di Bergamo nel-l'epoca moderna e contempora-nea. Nella sua tesi di laurea hacompiuto una ricerca sui preti ber-gamaschi nel periodo risorgimen-tale, ricerca che è poi venuta manomano ampliandosi e arricchendosiattraverso studi successivi, apparsi

con la pubblicazione delSeminario "Studi e Memorie" econ altre riviste. Si può dire cheMons. Roberto Amadei ha studiatogli episcopati del secolo scorso e diquesto secolo, da mons. GrittiMorlacchi (1831-52) fino a mons.Giuseppe Piazzi (1953-1963). Lasintesi di questo impegnativo erigoroso lavoro di ricerca è raccol-ta nel volume "Diocesi di Bergamo"edito da La Scuola nel 1988.La sua passione per la storia dellaChiesa bergamasca non si è limi-tata ai Vescovi e al clero, ma hafatto emergere il ruolo e l'impor-tanza del movimento dei cattolicidella metà del secolo scorso fino alnostri giorni. Una speciale attenzio-

2 Indialogo n. 200

Grazie Signore per averci donato il VescovoMons. Roberto Amadei dal 1991 al 2009

ne egli ha riservato ai fondatori ealle fondatrici di ordini religiosidella seconda metà dell'Ottocento:in modo particolare alla figura delbeato Luigi Maria Palazzolo, e allabeata Geltrude Comensoli,soprattutto in seguito alla sua bea-tificazione avvenuta nell'ottobredel 1989. Notevole apporto hadato anche alla conoscenza dellabeata Pierina Morosini.Il 28 novembre 2004, al terminedi una decennale accurata VisitaPastorale di tutta la Diocesi, haaperto solennemente il cammino

del XXXVII Sinodo Diocesano.Il 30 settembre 2007 sono statepromulgate le Costituzioni Sinodali.Il 22 gennaio 2009 il Santo Padreha accolto la sua rinuncia al gover-no pastorale della Diocesi, in

conformità al can. 401 § 1 delCodice di Diritto Canonico,nominandolo nel contempo, finoall’ingresso del nuovo vescovo,Amministratore Apostolico.Il 15 marzo 2009 diventa VescovoEmerito di Bergamo. Il suo succes-sore come Vescovo di Bergamo èMons. Francesco Beschi.Dopo alcuni mesi di sofferenza,muore il 29 Dicembre 2009 pres-so la comunità dei preti del SacroCuore.

EDITORIALE

Con tutti voi desidero vivere, comeprezioso momento di grazia per lanostra Chiesa e per ciascuno dinoi, il termine del mio servizio epi-scopale della Chiesa di Bergamo el’inizio di quello S.E. mons.Francesco Beschi. E’ un momentodi grazia perché siamo invitati aguardare con più attenzione alVescovo come colui che rendepresente la persona, la parola, lagrazia e la guida di Gesù Cristo, ilBuon Pastore perennemente a ser-vizio della sua Chiesa per sostener-la nella fedeltà al Vangelo e all’uma-nità contemporanea.Vi chiedo di unirvi al mio grazie alSignore per il molto che mi hadonato dal 21 novembre 1991quando, mediante la chiamata diGiovanni Paolo II, mi ha detto direndere presente il suo servizio inquesta Chiesa.Ringrazio questa amatissima

Chiesa per quanto mi ha donato inquesti anni: il compianto vescovoausiliare vicario generale mons.Angelo Paravisi, il vescovo ausiliaree vicario generale mons. LinoBelotti al quale esprimo la miaprofonda gratitudine unita a quelladell’intera diocesi; i carissimi presbi-teri, i canonici, i delegati vescovili, laCuria, il Seminario, i religiosi e lereligiose, i laici e le autorità. Vorreiche ogni membro di questa Chiesasentisse come rivolto a se il miograzie, perché da tutti ho ricevutocertamente molto di più di quantoho dato.Ringraziamo Benedetto XVI per-ché regala alla nostra Chiesa S.E.mons. Francesco Beschi che por-terà nel servizio della nostraChiesa la vivacità e la creatività diun’età più giovane e l’esperienzamaturata nella Chiesa sorella diBrescia; esperienza che sicuramen-

te aprirà orizzonti nuovi nel nostrocammino.Diciamo grazie al VescovoFrancesco per aver accettato que-sto compito e vogliamo assicurarloche lo accogliamo con stima, gioiae affetto filiale. E gli promettiamoche saremo sempre disponibili nel-l’ascoltare e realizzare quanto cidirà, e gli saremo sempre vicini nelsostenerlo con la preghiera e conla testimonianza.E’ un momento di grazia, almenoper me, perché mi permette diconsiderare con più obiettività econ sofferenza i molti limiti del miooperare, quanto avrei potuto daree non ho dato al cammino di que-sta Chiesa. Più mi soffermo sullemolte grazie del Signore e su quan-to questa Chiesa mi ha offerto, epiù sento il rimorso per le mie infe-deltà. Affido queste mie povertàall’inesauribile misericordia del

Mons. Roberto Amadei saluta la Diocesiin occasione della nomina di Mons. Beschi Vescovo

3Indialogo n. 200

Buon Pastore e alla vostra bontàperché anche voi sappiate perdo-

narmi quanto non ho saputodonarvi.Momento di grazia perché miricorda che il vincolo di amore e diservizio per questa Chiesa, e perciascuno di voi, non cessa anche sesi esprimerà con modalità diverse,forse meno gratificanti, spero, conl’aiuto del Signore.Ugualmente efficaci per la comunefede. Chiedo al Signore e allevostre preghiere di sostenermi pernon lasciare affievolire la mia pas-sione per questa Chiesa vivendola

nella preghiera, nella testimonianzae in quei servizi che sempre incomunione con il Vescovo, la saluteo altro mi permetteranno di offri-re. Posso dirvi con sincerità di aver-vi amato molto e continuerò inquesto amore, consapevole chesarò sempre in debito con voi, per-ché mai potrò donarvi quanto voimi avete dato.Grazie a tutti e continuiamo conserenità il cammino comune certidella fedeltà del Signore.

MMoonnss.. RRoobbeerrttoo AAmmaaddeeii

EDITORIALE

ANAGRAFE PARROCCHIALE Don Pietro Natali

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete del Dio vivente:quando verrò e vedrò il volto di Dio?

dal salmo 41

Funerali

Battesimi Matrimoni

1144//1122//22000099ZZeerrbbiinnii TTeerreessaa

di anni 97Casa di Riposo Boldesico

2255//1122//22000099CCaanncceellllii LLuuiiggiinnoo

di anni 80via XI febbraio, 9

2288//0011//22001100BBeelloottttii TTiizziiaannaa SSiillvvaannaa

di anni 74via dei Molini, 11

2288//0011//22001100MMaarreennzzii AAnnttoonniieettttaa

di anni 62via Bertoli, 16

0022//0022//22001100GGaannddoossssii MMaarriioo

di anni 73vic. Frosio Roncalli, 3

1100//0022//22001100MMoorraannddiinnii ZZaaiirraa

di anni 77via dei Mille, 128

1100//0022//22001100RRuuggggeerrii IIddrraa SSeevveerriinnaa

di anni 91via Pelabrocco, 10

Alla celebrazione del battesimo dei vostri bimbiavete invitato non solo i familiari e gli amici

ma anche tutti i Santi del cielo affinché la vostra festa fosse la festa di tutto il creato,

perché gli angeli potessero rallegrarsi e cantare con voi una nuova nuova lode al Signore.

1100//0022//22001100PPlleebbaannii MMaatttteeoo

di Michele e Cancelli Marzia via dei MIlle, 105 B / int. 5

BBiibbaajj EEvveelliinndi Nikolle e Prenga Anila

via Perrucchetti, 20

Beato l’uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie.Vivrai del lavoro delle tue mani,

sarai felice e godrai di ogni bene.La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa;

i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa.

dal salmo 127

3300//0011//22001100PPeelliizzzzoollii CCllaauuddiioo ddii TTaagglliiuunnooGGiioovvaanneellllii LLaauurraa ddii TTaagglliiuunnoo

4 Indialogo n. 200

DIARIO DELLA COMUNITÀ

DDoommeenniiccaa 2222 nnoovveemmbbrree 22000099SS.. CCEECCIILLIIAA

Santa Cecilia è una santa romanavissuta nel secondo secolo emor ta mar tire sotto MarcoAurelio. Attorno a lei è fiorita laleggenda della santa patronadella musica e del canto.È quanto mai incerto il motivoper cui Cecilia sarebbe diventatapatrona della musica e del canto.In realtà, un esplicito collegamen-to tra Cecilia e la musica è docu-mentato soltanto a partire daltardo Medioevo.

La spiegazione più plausibilesembra quella di un'errata inter-pretazione dell'antifona di introi-to della messa nella festa dellasanta. Il testo di tale canto in lati-no sarebbe: "Cantantibus organis,Cecilia virgo in corde suo soliDomino decantabat, dicens:..."("Mentre suonavano gli strumen-ti musicali, la vergine Cecilia can-

tava nel suo cuore soltanto per ilSignore, dicendo…"). Per dare unsenso al testo, tradizionalmentelo si riferiva al banchetto dinozze di Cecilia: mentre gli stru-menti musicali (profani) suonava-no, Cecilia cantava a Dio inte-riormente. Da qui il passo adun'interpretazione ancora piùtravisata era facile: Cecilia canta-va a Dio... con l'accompagna-mento dell'organo! Si cominciòcosì, a partire dal XV secolo araffigurare la santa con un picco-lo organo portativo a fianco.Questa leggenda è diventataormai una tradizione universalenel campo della musica e delcanto sacro. L’idea di mantenereviva questa leggenda non è dacriticare. Se non altro è l’occasio-ne per valorizzare la bellezza el’importanza che hanno la musi-ca e il canto nelle celebrazioniliturgiche. È senz’altro una delleespressioni più for ti che lecomunità cristiane hanno adisposizione per lodare il Signorecon solennità. La musica e ilcanto quando propongono pezzie testi appropriati ed eseguiti inmaniera armoniosa ci aiutanoveramente a percepire il sensodel sacro e del divino, ci fannosentire il Singore più vicino.Ecco allora che anche il nostroCorpo Musicale Cittadino e lanostra Schola Cantorum que-st’anno hanno celebrato la lorofesta patronale nella nostraChiesa parrocchiale alla Messa

delle 10.00 di domenica 22 feb-braio. Ognuno dei due ha preparato il suo repertorio per l’animazione di questa Messa.l’intenzione era buona e i duegruppi presi singolarmentehanno eseguito con bravura irispettivi brani, tuttavia inseriti inuna messa per ragazzi, l’esperi-mento è risultato piuttosto frastornante, disturbando nonpoco la partecipazione dei fedelie dei ragazzi in particolare.In futuro bisognerà pensare aduna celebrazione particolare chevalorizzi meglio le parti canore emusicali senza creare, anche seinvolontariamente, scompiglionello svolgimento delle messed’orario.

GGiioovveeddìì33 –– 1100 –– 1177 ddiicceemmbbrree 22000099

LLEECCTTIIOO DDIIVVIINNAAL’apostolo S. Paolo ci dice cheGesù è il Vangelo di Dio, è laParola di Dio. Gesù a sua voltaha mandato alcuni apostoli i quali

hanno annunciato questa Parola,annunciandola altri ne hanno

DIARIO COMUNITÀ

Don Pietro Natali

5Indialogo n. 200

sentito parlare, sentendo hannopotuto accettare o non accetta-re, quelli che hanno accettato dicredere invocano Gesù come ilSignore, e chiunque invocherà ilnome del Signore sarà salvo.La fede dunque dipende dall’a-scolto e l’ascolto si attua con laParola di Cristo. Allora, dice S.Paolo nella lettera ai Romani, ““llaaffeeddee vviieennee ddaallll’’aassccoollttoo”” (Rom.10,17). La fede viene fuori dall’a-scolto, si basa sulle orecchie.Se non si ascolta, non si impara,se non si impara non si conosce,se non si conosce non si ama, senon si ama la Persona che parlanon ci interessa! Se non ascoltia-mo di più la Parola di Dio nonpossiamo conoscerlo bene equindi non possiamo amarloveramente e allora, non amando-lo, non ci interessa più di tanto.A questo scopo, da anni, durantei tempi forti dell’Avvento e dellaQuaresima, la Parrocchia propo-ne a tutta la Comunità di parte-cipare agli incontri della “LectioDivina”. L’espressione in lingualatina Lectio Divina significa sem-plicemente “Lettura Divina” cioèun modo particolare di incontra-re Dio attraverso la lettura dellasua Parola: la Bibbia. Questaforma di preghiera incominciacon l’invocazione dello SpiritoSanto che ci illumina e ci aiuta acelebrarla bene. Segue una lettu-ra attenta di un brano dellaParola di Dio. La si legge nellafede che in essa Dio ci vieneincontro ed entra in relazionecon noi. Si passa poi alla medita-zione sul testo letto per cogliereil messaggio più impor tante.Quindi alla Preghiera. Con la

preghiera la parola uscita da Dioritorna a Dio in forma di ringra-ziamento, lode, supplica, interces-sione. La lectio divina si apre al«colloquio tra Dio e l'uomo». Èlo Spirito che guida questomomento, ma a ispirare la pre-ghiera è anche la Parola di Dioascoltata, meditata e accolta.Si conclude con la Contemplazione.Non si tratta di visioni o espe-rienze mistiche particolari, ma distabilire un rapporto quotidianodi dialogo e di amicizia con ilSignore.Purtroppo questa interessante eutile forma di ascolto-riflessione-preghiera tra ciascuno di noi e ilSignore è seguita da un numeromolto ristretto di persone. Lamaggior parte dei battezzati nonfrequenta più o poco, e anchedei praticanti la quasi totalità siaccontenta della Parola di Dioche ascolta la domenica, un qual-cosa di più e una forma diversadi conoscere e di pregare li lasciatranquillamente indifferenti.

AAddoozziioonnii aa DDiissttaannzzaaIINNDDIIAA EE BBRRAASSIILLEE

La sensibilità e la solidarietà con-creta verso i paesi poveri sonouna caratteristica positiva moltosentita dalla nostra Comunitàparrocchiale. Da numerosi anni aquesta parte, nei periodi liturgi-camente più importanti come ilNatale e la Pasqua, alla Comunitàvengono proposte delle “Adozioni adistanza”. A Natale per la diocesidi Karnool in India e a Pasquaper le opere di Suor GiacominaArmici. Si tratta di un aiuto con-creto dato direttamente ai mis-sionari che operano in quei paesi

dove , oltre alla ignoranza del-l’annuncio del vangelo, c’è unagrande miseria economica, unaquasi totale carenza di igiene e dicure sanitarie, un grado di istru-zione pressoché nullo. L’aiutoeconomico garantisce a quellepopolazioni un minimo dignitàumana attraverso la nutrizione, lacura della salute e la scuola.Un’attenzione par ticolare èdedicata ai bambini. Molti di essisono orfani o figli di famiglienumerose e estremamentepovere. Offrire loro delle strut-ture di accoglienza adeguate peruna vita igienica più sana, deipasti regolari e sufficientementenutrienti, una scuola che li aiuti aprendere coscienza della lorodignità di persone umane e offraloro un futuro professionale peruna vita libera e autosufficiente è

DIARIO COMUNITÀ

6 Indialogo n. 200

un diritto che dobbiamo ricono-scere loro e un dovere da partedelle popolazioni che hanno lepossibilità, di garantire loro.Dopotutto l’offerta di 130 o 150euro l’anno non è che il costodella vita per qualche giorno diun nostro bambino mentre perloro è il costo della vita per unanno.Nell’ultimo periodo nataliziosono state rinnovate 67 adozioniper un’offer ta complessiva di9.565 a favore della diocesi diKornool in India.Nel periodo pasquale dello scor-so anno sono state rinnovate 25adozioni a favore della missionedi Sr. Giacomina per un’offerta di4030 euro.

1100 ggeennnnaaiioo –– 2288 ffeebbbbrraaiioo 22001100CCOORRSSOO PPRREEMMAATTRRIIMMOONNIIAALLEE

Ogni anno le Parrocchie diTagliuno e Cividino-Quintanoorganizzano insieme un percor-so di preparazione al matrimo-nio per quelle coppie che inten-

dono sposarsi religiosamente. Sitratta di 8 incontri con una rela-zione da parte di sacerdoti e laiciseguiti dai lavori di gruppo sugliargomenti trattati. Naturalmentesi parla del matrimonio comesacramento, della dignità e del-l’impegno che comporta lo spo-sarsi da cristiani, della vita cristia-na della coppia e della famiglia,come pure dei problemi concre-ti nella vita di una famiglia.A que-sto corso hanno partecipato 13coppie di Tagliuno e 3 diCividino-Quintano. È iniziatodomenica 10 gennaio con unritrovo di tutte le coppie in salaparrocchiale per conoscersi, peralcune informazioni e una pre-ghiera. Si è concluso domenica28 febbraio con un breve ritiropresso il convento dei frati diCividino e una cenetta presso ilristorante Stockolm.Tutto il gruppo ha manifestato lasua soddisfazione sugli argomen-ti trattati e sulle persone chehanno condotto il corso. È cre-

sciuto anche l’entusiasmo e lagioia di sposarsi da cristiani nellacasa del Signore. A tutti l’augurioche questi incontri e riflessioniservano per tutta la loro vita disposi e di genitori.

OOFFFFEERRTTAA NNAATTAALLIIZZIIAAIn occasione delle festività natali-zie la Parrocchia si rivolge ai suoiparrocchiani invitandoli a ungesto concreto di aiuto economico per le numerose e onerose spese di gestionedelle strutture parrocchiali.La risposta a questo invito di offrire un contributo, secondole proprie possibilità, è un segnale chiaro con il quale simanifesta la propria appartenen-za alla nostra Comunità e,di conseguenza, si sente il dovere di par tecipare alla sua vita e alle sue esigenze.Delle 1.600 lettere fatte perveni-re a tutte le famiglie con ilBollettino Parrocchiale “InDialogo” alcuni giorni prima delNatale, ne sono ritornate 232,pari al 14,5%.Ci sono state offerte da 2.000euro, da 1.000. da 500…fino ai 5 euro. Grazie a chi ha potuto e, spontaneamente,ha voluto dare molto e un grazie riconoscente anche a chi non ha potuto dare più di 5euro.Il totale delle offerte ammonta a13.210 euro.Grazie ancora a tutti quelli chehanno fatto un’offerta, anche lapiù piccola, perché anch’essa èsempre un segno di attenzione edi riconoscenza verso la propriaParrocchia.

DIARIO COMUNITÀ

7Indialogo n. 200

Caritas Italiana da anni sostiene la Chiesa locale in particolare perle emergenze, per interventi di promozione della donna e di economia solidale, sostegno ai minori, all’agricoltura e al microcredito.All’indomani del terremoto, Caritas Italiana si è immediatamentemobilitata per portare sostegni e aiuto alla popolazione colpitadal terremoto lanciando un piano di aiuti di emergenza Caritas di31 milioni di euro.

Alle 4.52 della sera del 12 gennaio 2010 un forte terremoto hadistrutto Port-au-Prince, la capitale haitiana. Per parecchi giorni letelevisioni del mondo intero hanno portato nelle case le immagini dell’azione devastante di questo cataclisma: una cittàridotta a un mucchio di macerie, migliaia di morti sepolti sotto lecase e disseminati lungo le strade, lavoro febbrile ma mal attrezzato dei sopravissuti per liberare eventuali superstiti, voltistravolti di tanti bambini che vagavano senza una meta. Si sperache in quei giorni nessuno abbia riso come è successo nella nottedel terremoto a L’Aquila. Non si sa mai. L’antico detto mors tuavita mea (la tua morte è la mia vita) rinasce ad ogni cataclisma.Non è certo il nostro caso. Al contrario, la nostra popolazione èstata molto colpita da questo disastro e si è mobilitata con segnidi solidarietà e gesti di generosità.La generosità degli abitanti della Diocesi di Bergamo è stata grande. A poco più di un mese dal devastante terremoto che hacolpito Haiti e raso al suolo la capitale, Port-au-Prince, llee ddoonnaazziioonnii rraaccccoollttee ddaallllaa CCaarriittaass ddii BBeerrggaammoo aarrrriivvaannoo qquuaassii aa 990000..000000 eeuurroo,, ggrraazziiee aall ccooiinnvvoollggiimmeennttoo ddii ppiiùù ddii 222200 ppaarrrroocccchhiiee ee mmoollttii aallttrrii ddoonnaattoorrii pprriivvaattii..

Terremoto di HaitiLa solidarietà della nostra Comunità

Come operala Caritas Italiana?

DIARIO COMUNITÀ

8 Indialogo n. 200

La Missione che la Caritas Diocesana Bergamasca sostiene,è gestita dai padri scalabriniani ed è situata a Croix-de-Buoquets,popoloso quartiere della capitale haitiana, Port-au-Prince ed è guidata da Padre Sergio Morotti, originario di Nembro.Nel corso degli anni sono sorti molteplici edifici al servizio dei bisogni della popolazione locale: la scuola primaria,costruita nel 2009 che, prima del terremoto, ospitava 400 bambini e ragazzi; una clinica-poliambulatorio attrezzato con macchinari per interventi vari, frequentato ogni giorno da oltre 300 persone del quartiere (donne e bambini in particolare); alcune strutture per incontri di formazione dei laici e dei giovani in particolare;un’azienda agricola (piantagione di banane, di mango e verdure).Padre Sergio ha chiesto alla Caritas Diocesana Bergamasca disostenere, in questa fase critica del post terremoto, la ScuolaElementare di Croix de Bouquets che ospita circa 400 bambini.Le offerte raccolte durante le Messe e quelle libere sono state dieuro 4.445,00.Il Gruppo Missionario ha offerto euro 1.000.IIll ttoottaallee vveerrssaattoo aallllaa CCaarriittaass BBeerrggaammaassccaa èè ssttaattoo ddii 55..444455,,0000 eeuurroo

Già all’indomani del terremoto che ha colpito Haiti, la Caritas ha portato aiuti alla popolazione, rriiuusscceennddoo aa ddiissttrriibbuuiirree cciibboo eeaaccqquuaa aa 220000..220000 ppeerrssoonnee ee ggeenneerrii ddii pprriimmaa nneecceessssiittàà aadd aallttrree2222..000000..Caritas Haiti, grazie al coordinamento con 58 sacerdoti eresponsabili di comunità attivi in 32 parrocchie, al sostegno dell’intera rete Caritas, di un team giunto appositamente a Port-au-Prince e di migliaia di volontari, è riuscita a distribuire inmodo mirato a Port-au-Prince, Jacmel, Leogane e Grosse Mornequanto era già nei diversi centri Caritas e a far arrivare altri gene-ri di prima necessità. SSii ttrraattttaa ddii aaiiuuttii mmiirraattii,, lloonnttaannii ddaaii rriifflleettttoorrii,,mmaa aaccccaannttoo aallllee ppeerrssoonnee,, ccoonn rriissppeettttoo ee ddiissccrreezziioonnee,, ccoommee èènneelllloo ssttiillee CCaarriittaass..

DIARIO COMUNITÀ

La Caritas Bergamasca

9Indialogo n. 200

DIARIO COMUNITÀ

In occasione del 50° anniversariodell’Incoronazione della

B.V. MADONNA DELLE VIGNEla Schola Cantorum

S.Pietro Apostolo in Tagliunonel suo 105° anno di fondazione

in collaborazione con il

Coro Polifonico Giuseppe Filinidi Comezzano - Cizzago (Bs)

presentano:

“MAGNIFICAT e GLORIA”di A.Vivaldi

Soprano I: Elena Bertocchi - Soprano II: Maria Pia GandolfiOrgano: Gabriele Moraschi

Orchestra: Orchestra Sinfonica da Camera “Calliope”Direttore: Alfredo Odori

SABATO 10 APRILE 2010ORE 21.00 - CHIESA PARROCCHIALE - TAGLIUNO

SCHOLA CANTORUM

10 Indialogo n. 200

In occasione di due anniversaricosì importanti per la nostracomunità parrocchiale, ci sembravadoveroso proporre alla popola-zione di Tagliuno un concerto d’alto livello.Dato che la nostra MaestraMichela Baldelli per la sovrapposi-zione d’impegni personali nonpoteva preparaci per tal evento,abbiamo chiesto temporanea-mente al Maestro Alfredo Odori

di accompagnarci in questi mesinella preparazione, e vista la precedente collaborazione nelnovembre 2009 con il coro da Luidiretto, abbiamo pensato di unirele forze per dare ancora piùimportanza all’evento, infattisaranno presenti circa 80 coristi.Saremo anche supportati daun’orchestra di una ventina d’ele-menti.Vogliamo inoltre ringraziare tutti i

componenti del coro polifonicoG. Filini per la disponibilità e l’impegno profuso nei nostri confronti, e invitiamo tutta lapopolazione a contraccambiarecon una massiccia presenza a questo importante concerto.Un’occasione da non perdere,come tutti gli anni un appunta-mento per ascoltare buona musica e buon canto.

VVII AASSPPEETTTTIIAAMMOO NNUUMMEERROOSSII

DIARIO COMUNITÀ

11Indialogo n. 200

DIARIO COMUNITÀ

GGiioovveeddìì 88 aapprriillee::oorree 2200..1155:: S. Rosario

oorree 2200,,3300: Santa Messa con predicazione

MMeerrccoolleeddìì 77 aapprriillee::oorree 2200..1155:: S. Rosario

oorree 2200,,3300: Santa Messa con predicazione

12 Indialogo n. 200

SOLENNITÀ DELLA

“MADONNA DELLE VIGNE”50° Anniversario dell’Incoronazione

10 -11 - 12 aprile 2010PPrrooggrraammmmaa

TRIDUO DI PREPARAZIONE IN CHIESA PARROCCHIALE

VVeenneerrddìì 99 aapprriillee::oorree 2200..1155:: S. Rosario

oorree 2200,,3300: Santa Messa con predicazione (Predicazione di P. Luca Zanchi, Sacramentino)

SOLENNITÀ DELLA MADONNA DELLE VIGNESSaabbaattoo 1100 aapprriillee::

ddaallllee 1166..0000 aallllee 1188..0000:: Possibilità di Confessioni per familiari dei comunicandioorree 1188..0000: S. Messa solenne di apertura delle festività

oorree 2211..0000:: Chiesa Parrocchiale: Solenne Concerto vocale e strumentale della “Schola Cantorum” della Parrocchia.

DDoommeenniiccaa 1111 aapprriillee::oorree 1100..0000:: Corteo, partendo dalla Scuola dell’infanzia, dei Comunicandi con i genitori

accompagnati dal Corpo Musicale Cittadinooorree 1100..1155:: S. Messa solenne di celebrazione delle Prime Comunioni animata dal Coro dei giovani

oorree 1166..0000:: Concerto Bandistico nel cinema-teatro parrocchiale:

LLuunneeddìì 1122 aapprriillee::oorree 77..0000:: S. Messa - ore 8.30: S. Messa

oorree 1100..3300:: Concelebrazione solenne presieduta da Cardinal Salvatore De Giorgi,arcivescovo emerito di Palermo.

oorree 1166..0000:: S. Messa solenne con gli anziani e ammalati presieduta da Cardinal Salvatore De GiorgiProcessione con la statua della Madonna.

Partecipano anche gli ammalati in carrozzella. Benedizione con la Reliquia.IIttiinneerraarriioo ddeellllaa PPrroocceessssiioonnee::

Chiesa - via XI Febbraio - via Don Mazzoleni - via Brede - via Dante Alighieri - via Locatelli - via De GasperiP.za Italia - via Galilei - via L. da Vinci - via Piave - via XI Febbraio - Chiesa Parrocchiale.

((ssii rraaccccoonnaannddaa ddii ppaarraarree llee vviiee ccoonn ii ccoolloorrii bbiiaannccoo ee aazzzzuurrrroo))

oorree 2200..0000:: S. Messa animata dai giovani oorree 2222..3300:: spettacolo pirotecnico

PPrreecciissaazziioonnee iinniizziiaallee“Novena” è messo tra virgoletteperché nella parola stessa è insitoil suo significato, e cioè che dura9 giorni, mentre la nostra è durata solo 4 giorni; una novenacontratta o meglio condensata,ma non per questo meno importante.

PPrrooggrraammmmaa ggeenneerraalleeCi si sveglia la mattina quando ilsole non è ancora sorto, si abban-dona il letto caldo e confortevole,si infilano i vestiti pescati un po’ acaso nel dormiveglia e si esce dicasa: destinazione cappella dell’o-ratorio. Quando si arriva ad atten-derti c’è don Matteo, che ti guar-da con occhi assonnati, ma riescea sorridere e salutare ogni nuovoarrivato; dopodiché si attendeinsieme l’arrivo di qualcun altro, insilenzio, con la musica di sottofon-do e le luci soffuse: in quelmomento si prova un certo tepo-re, ma non come quello del lettoche si è abbandonato, è un tepo-re diverso, che viene da dentro.La preghiera ha inizio: è breve, èsemplice, e proprio per questo vadritta al cuore, senza tanti giri diparole, senza tergiversare: vangelodel giorno, riflessione, silenzio esalmo; bastano pochi minuti percominciare bene la giornata, perprepararsi passo dopo passo alNatale.Dopo la preghiera c’era ilmomento della colazione al bardell’oratorio; mentre Jacopo pre-

parava cappuccini e caffè gli altrisistemavano tavoli e sedie,prendevano posto e chiacchiera-vano del più e del meno, mentrenell’aria scivolavano canzoni natalizie. Si restava lì tutti insiemeper quanto ci era concesso dainostri impegni, si aspettava che ilsole si svegliasse, che la routinequotidiana cominciasse.Un momento di convivialità, dicondivisione e di serenità: infondo anche questo è Natale.

IInnffoorrmmaazziioonnii vvaarriieeCerto il numero dei partecipantinon è alto, ma lo scopo dellanovena non è certo quello dientrare nel guinness dei primati!Una ventina di persone di diverseetà, sposati e single, genitori e figli,studenti e lavoratori; c’era una piccola rappresentanza per tutti,anche se bisogna ammettere che igiovani stavolta hanno bagnato ilnaso agli adulti! (ma io forse sonoun po’ di parte!)

Ovviamente,come ogni piccolo ogrande progetto, anche la novenaha trovato un intoppo al secondogiorno: 20 e più centimetri dineve! Ognuno s’è svegliato e hatrovato le strade impraticabili,forse qualcuno, come me, ha pensato che la novena era probabilmente sospesa, ma ormaisi era svegli e in fondo una bellapasseggiata nella neve non potevafar male, al massimo si torna indietro! Poi invece la sorpresa: neltragitto da casa verso l’oratorio sivedevano spuntare dalle stradealcune persone, tutte a piedi nelfreddo del mattino, che procede-vano in mezzo alla strada provin-ciale deserta. Ed ecco che all’arri-vo, invece di trovare tutto chiuso,ci si è ritrovati più numerosi delgiorno precedente: è proprio veroche, se ne vale la pena, non cisono ostacoli che non si possonosuperare!

Questo in definitiva il racconto diquattro mattine d’inverno nell’at-tesa del Natale, il racconto di unpiccolo gruppo di persone che hasfidato il freddo, il sonno e leintemperie per poter arrivare aNatale un po’ preparato e fortifi-cato dalle parole della preghiera,un gruppo riscaldato dalla fedenel Signore che viene ancora e dalla speranza che ci sia ancora chi ha voglia di pregare,di incontrarsi, di meditare e di mettersi in gioco.

“Novena” di Natale ‘09Gaia

DIARIO ORATORIO

13Indialogo n. 200

DIARIO ORATORIO a cura di Don Matteo Perini

CCaatteeggoorriiaa aadduullttii//ffaammiigglliiee1° IORE PAOLO2° ELITROPI MARINO3° BERZI GIUSEPPE & PESSINA FRANCESCO

CCaatteeggoorriiaa mmeeddiiee1° BELOTTI ROBERTA

CCaatteeggoorriiaa eelleemmeennttaarrii1° RECAGNI FANNY2° VALOTA GIANLUCA3° GIOACHIN ISABELLA4° MARCHETTI ANDREA5° MOROTTI GIADA & BALDELLI CLAUDIA & FINAZZI GIADA6° MARENZI STEFANO

Rinnovo il grazie a tutti per aver partecipato al concorso presepi, un ringraziamento particolare al gruppo dipersone, che per molte serate si è trovato nell’atrio del teatro parrocchiale fino a tardi per preparare ilPresepio e offrire questo “servizio” alla nostra comunità. Come ogni anno, anche i minimi particolari sonostati curati nella loro forma e nelle loro proporzioni. Un presepio davvero bello. Grazie.

DDoonn MMaatttteeoo..

Classifica concorso Presepio Natale 2009

FFuuoorrii ccoonnccoorrssooATRIO CINEMA E CHIESA

DDUURRAANNTTEE LLAA FFEESSTTAA FFIINNAALLEE DDEELL CCRREE 22000099EE’’ SSTTAATTOO AAPPEERRTTOO UUNN FFOONNDDOO DDII CCAARRIITTAA’’ IINN MMEEMMOORRIIAA DDEELL DDOOTTTTOORR LLUUIIGGII FFEERRRRII..

Queste donazioni verranno usate per i bisogni reali di famiglie in difficoltàe per le necessità materiali di persone in condizioni di povertà.

3311//1122//22000099 OOffffeerrttaa NNNN :: 11..000000 eeuurroo TToottaallee ccaassssaa:: 11..775500 eeuurroo

14 Indialogo n. 200

Mercatino di Natale 2009

DIARIO ORATORIO

Quest’anno il Mercatino diNatale s è tenuto per più giorni: oltre al tradizionale 8dicembre, anche la domenica13 e la domenica 20 aCalcinate.Ciò è stato possibile grazieall’impegno di tante persone:delle “solite mamme” chehanno realizzato i lavoretti e ibiscotti, delle “nuove mamme”che da quest’anno hanno partecipato, dei papà chehanno realizzato i presepi e diquelli che hanno aiutato per latrasferta a Calcinate. Inoltrequest’anno la Scuola Secondaria di Tagliuno ha offerto alcuni manufatti realizzati, nei precedenti anni scolastici, dai ragazzi con l’aiuto dei genitori: (per il laboratorio di solidarietà).RINGRAZIAMO TUTTI DI VERO CUORE e ci auguriamo che la collaborazione continui anche in futuro, visto che da quest’anno ci si troverà una o due volte al mese per progettare e realizzare nuovilavori. L’invito a partecipare a tali incontri è per tutti coloro che vorranno dedicare qualche ora del proprio tempo a realizzare ciò che verrà poi venduto al mercatino; le date saranno indicate sul foglio settimanale degli avvisi.L’incasso totale di quest’anno è stato di euro 3.495 (di cui euro 540 raccolti con le lotterie di Natale edell’Epifania).

II ssoollddii ssoonnoo ssttaattii ccoossìì ddeessttiinnaattii::-- eeuurroo 5500per contribuire a mantenere l’adozione in India di Praven Kumar (scuole medie)-- eeuurroo 115500per continuare l’adoszione in Brasile di Lucas Teixeira-- eeuurroo 225500per pagare i materiali degli oggetti realizzati (in realtà la spesa è maggiore, ma molte persone nonhanno voluto essere rimborsate: GRAZIE)-- eeuurroo 33..002200a Don Matteo per sostenere l’oratorio nei bisogni materiali che man mano sorgono nei vari gruppi.

RRIINNGGRRAAZZIIAAMMOO TTUUTTTTEE LLEE PPEERRSSOONNEE CCHHEE GGEENNEERROOSSAAMMEENNTTEE HHAANNNNOO AACCQQUUIISSTTAATTOO II NNOOSSTTRRII LLAAVVOORRII,, RREENNDDEENNDDOO PPOOSSSSIIBBIILLEE TTUUTTTTOO QQUUEESSTTOO

le mamme del gruppo lavoretti

15Indialogo n. 200

Il pattinaggio sul ghiaccio

DIARIO ORATORIO

Sabato 16 gennaio il nostrooratorio ha organizzato unaserata speciale per il gruppo“ADO” e per i l gruppo giovani: i l pattinaggio sul ghiaccio a Zanica.Siamo par titi dall’oratorio conil pullman accompagnati daDon Matteo e dai nostr i animatori. Il viaggio è statomolto agitato, a causa dell’emozione dei principianti.Una volta arrivati, dopo un po’di scompiglio per trovare ipattini adatti, è iniziato il verodiver timento.

Appena entrati in pista, moltidi noi ragazzi non sapevanopattinare. Questi, però, sonostati aiutati e spronati da altripiù esper ti (il Don, a questoproposito, ha saputo stupiretutti!!).Ovviamente le spettacolari enumerose cadute non sonomancate!! Le risate e i coinvol-gimenti da par te di alcuni ani-matori del posto, hanno fattosi che questa serata diventassesempre più speciale.Il diver timento, però, è finitotroppo presto. I l tempo èvolato e noi ragazzi (distrutti acausa del continuo pattinare)siamo saliti sul pullman per ilr itorno a casa.L ’adrenalina era ancora alta,infatti abbiamo commentato

gli episodi della serata finoall’arrivo a Tagliuno. Su unacosa, però, eravamo tutti d’ac-

cordo: l ’esper ienza è statapositiva e da ripetere al piùpresto!!!

FFrraanncceessccoo ee MMaarrttiinnaa

16 Indialogo n. 200

Il progetto “Giocompiti” nascedalla volontà dell'amministrazionecomunale, la Cooperativa SocialeP.A.E.S.E e l 'oratorio di offrire atutti i bambini della scuola prima-ria di Tagliuno uno spazio doveritrovarsi per passare un pomerig-gio insieme, dopo la scuola, in cuifare merenda, i compiti e giocare.Il “Giocompiti” cerca di risponde-re all'esigenza delle famiglie diavere uno spazio in cui personeadulte competenti si prendonocura dei loro figli accompagnan-doli nello svolgimento dei compitie nello sviluppo della capacità del“fare insieme”, della collaborazio-ne. I bambini che partecipanoapprezzano la possibilità di divertirsi insieme .Il rapporto stretto con la scuola

permette di porre attenzioniparticolari e, per quanto possibile,personalizzate, nello svolgimentodei compiti.Giocompiti è partito il 9 novem-

bre 2009 ed attualmente sonoiscritti 18 bambini, alcuni dei quali,già all'inizio dello scorso anno,avevano partecipato al progetto.Ogni mese è richiesto il versamento di un piccolo contributo di 10 euro con i qualivengono acquistati il materiale perle attività e la merenda.Il progetto è gestito da due edu-catrici con esperienza pluriennalenel lavoro con i minori, che siavvalgono della preziosa collabo-razione delle volontarie che offro-no la loro disponibilità nel soste-gno scolastico, nell'affiancamentodurante le attività ricreative e nel-

l'aiuto per il riordino.Giocompiti è aperto il lunedì dalle15.40 alle 18.10. Le educatriciescono accolgono i bambiniiscritti all'interno del cancello dellascuola e li accompagnano all'ora-torio dove, al bar, è servita lamerenda. Ogni lunedì i ragazzidello SFA (Servizio FormazioneAutonomia) con i loro educatori,preparano una merenda semprediversa e allestiscono lo spazioper accogliere il gruppo di bambi-ni. Questo ritrovarsi insieme rap-presenta a nostro parere un'op-portunità significativa di condivi-sione, integrazione e quindi di cre-scita sia per i bambini che per iragazzi dello SFA.Alle 16.10 ci si sposta nel salonee nelle aule dove i bambini, divisiin gruppetti, fanno i compiti.

In genere lo svolgimento deicompiti occupa un'ora alla qualesegue un'altra ora dedicata alleattività creative (pittura, pasta disale, perline...), di movimento (gio-chi di squadra) e giochi da tavolo.Pensiero comune è quello di dare

uno spazio equilibrato sia ai compiti che allo svago: l'arrivare ascuola con i compiti fatti restituisce al bambino un'immagi-ne di sé positiva così come nelgioco i bambini imparano a relazionarsi seguendo le regole, asviluppare uno spirito di gruppo;nelle attività di manipolazioneaccrescono la loro creatività.... IlGiocompiti allora si pone comeluogo extra-scolastico di appren-dimento, perchè è nello stare efare con gli altri che i bambiniaccrescono le loro competenzerelazionali (capacità di esprimereciò che sentono, di ascoltare l'altro, di rispetto dell'altro).Il Giocompiti è un progetto inrete con gli altri progetti extra-scuola dell'Ambito di Grumellodel Monte (in tutto 6 ) con i qualiinteragisce per costruire una basedi pensiero condiviso e iniziativecomuni a carattere formativo ericreativo. In particolare l'oratoriodi Tagliuno si è reso disponibile adospitare una delle 3 serate forma-tive per volontari dell'extrascuola

DIARIO ORATORIO

“Giocompiti” in OratorioFFrraanncceessccaa ee GGrreettaa

17Indialogo n. 200

sull'ascolto attivo (abilità relazio-nale fondamentale per coloro chesi prendono cura degli altri ).Sempre l'oratorio di TagliunoDomenica 18 Aprile 2010 ospiterà un grande evento ricrea-tivo: la Festa degli extrascuola acui sono invitati tutti i bambini chevogliono passare un pomeriggio digioco e attività, “ dando un assaggio” a ciò che si fa in un extra-scuola come il Giocompiti.Ma è ora di dare spazio alle parole dei bambini che hanno

voluto dare un contributo allastesura di questo articolo. Alladomanda sul perchè vengono alGiocompiti e cosa piace loro fare,hanno così risposto (viene riportato l'originale!):A.: “...giocare a palla e stare insie-me”G. e I.: . “..Frequentiamo la quartae siamo venute qui anche l'annoscorso e ci è piaciuto, siamo venu-te anche quest'anno e speriamodi divertirci come l'anno scorso”S.: “Noi al Giocompiti facciamo i

compiti insieme con la mia sorella,e le mie maestre ci aiutano a farei compiti e mi piace tanto.”S.: “Noi al Giocompiti facciamo icompiti e giochiamo anche, lemaestre sono bravissime e ci aiutano a fare i compiti e disegniamo anche.”

Le iscrizioni restano sempre aperte, per chi volesse partecipare,è possibile richiedere i modulipresso la scuola primaria diTagliuno.

Il gruppo genitori dell’ oratorioquest’ anno ha voluto proporreun’ idea nuova e curiosa per ilgiorno di carnevale.Il paese e’ stato diviso in 4 rioni,ciascuno dei quali doveva presen-tarsi alla sfilata con un tema legato ad un colore preciso,questo non e’ mai stato postocome un vincolo per nessuno,quindi ognuno era comunquelibero di vestirsi a suo piacimento.Il rione S.Salvatore di coloreRosso ha presentato il tema di “SAN VALENTINO “ , il rioneCastello di colore blu ha avutocome tema “ IL CIRCO “, il rioneS. Rocco di colore verde ha proposto “ I FLINSTONES “ e ilrione Falconi era dipinto interamente di colore GIALLO !!!! Abbiamo potuto notare con grande ammirazione, l’entusiasmodella gente nel vestire il proprio

quartiere di bandierine, bandiero-ne, strisce e striscioni , con commenti simpatici che lasciavano

intendere una sana e divertentecompetizione fra rioni.La nostra Scuola Materna si è presentata col tema di “ PINOC-CHIO ” sfilando con un bellissimocarro ma soprattutto con i simpatici bambini e genitori vestitidei vari personaggi della fiaba.Crediamo che questo nuovomodo di vivere il carnevale siamolto positivo e che possa crescere di anno in anno portando in sfilata sempre piùgente, più voglia di fare e piùcuriosità anche fra i rioni.Ci teniamo a sottolineare cheQueste giornate devono esserepreparate con spirito positivo evissute con serenità da parte ditutti cercando di far vivere ainostri figli dei bei momenti diaggregazione.

Gruppo genitori oratorio

DIARIO ORATORIO

DIARIO ORATORIO

Evviva il Carnevale

18 Indialogo n. 200

Il pubblico freme, la folla è in delirio, chi sarà quest’ anno il vincitore del grande spettacolodella corrida?Il numero dei concorrenti non èelevato come la loro qualità, masiamo sicuri che sarà un successone.Finalmente l’entrata del presenta-tore Giovanni che, come ognigrande presentatore che si rispetti, entra in scena con le suedue bellissime vallette Chiara eValentina.I primi concorrenti della nuovaedizione della corrida sono duecantanti campagnoli D.O.C che cisorprendono con un duetto diDONNA FELICITA’.A seguire due splendidi balletticreati e interpretati da due gruppidi ragazzine di quinta elementaree di prima media sulle note di AVOLAR e BAD ROMANCE.Ora la volta di un nuovo numero:ZELIGADO una commedia divertente messa in scena dalleragazzine di seconda media piùcariche che mai per farci ridere.La serata continua con un “ballet-to” interpretato da due splendidesignorine e due “Putaege” che cihanno fatto cantare e sorrideresulle note di una canzone tuttabergamasca.Alla fine di queste 5 performanceè arrivato il momento della pausa,prima di ricominciare a ridere ecantare insieme.Ed ecco che si ricomincia e un’insolita entrata di 3 acrobaticircensi fa spuntare un grande sorriso sul volto di ognuno tramite acrobazie all’insegna del

divertimento, un numero con ipiatti, uno sul filo, uno con unpedana di lancio ed è già la voltadi un altro gruppo.Un’allegra musichetta fa da sottofondo alla scenetta della“Scuola d’inglese” e subito, tramiteun gioco di parole,le risate delpubblico iniziano a farsi sentire manon è ancora abbastanza per raggiungere l’apice del diverti-mento.La soluzione sarebbe solo una edè proprio in quel momento cheessa si fa viva!L’entrata sul palco di un curiosoconcorrente lascia tutti senzafiato; il suo numero consiste nell’imitazione dei comportamen-ti e dei versi di strani animali il suonome è: Roberto. Sì, proprio cosi,il famigerato Roberto Baldelli lì sulpalco della corrida pronto alasciarci senza parole. Le sue imitazioni sono varie: vanno dalpesce spada all’elefante, dal serpente alla scimmia, insomma

una vera performance da espertodegli animali!Dopo questa esibizione ora toccaal pubblico fare qualcosa ed è quiche la folla va in delirio: è arrivatal’ora della tombola! I premi vengo-no assegnati ai vincitori e la luce siabbassa ancora una volta, tuttisono pronti per la conclusionedello spettacolo e una bizzarracanzone li coglie di sorpresa: tuttii concorrenti sono sul palco pronti a un’esibizione all’unisonosulle note di MOTO MOTO.Concluso il balletto,il grande pre-sentatore con le sue vallette chia-ma i finalisti e decreta il vincitore.Chi sarà mai quel concorrenteche avrà dilettato il pubblico tantoda meritarsi il premio? Beh, larisposta è una sola e porta ilnome di Roberto Baldelli. Stupiti ono il vincitore è proprio lui ilmagnifico imitatore,lui che con lesue imitazioni è riuscito a farci rag-giungere l’apice del divertimento!Arrivederci e all’anno prossimo!

DIARIO ORATORIO

Corrida 2010CChhiiaarraa ee LLaauurraa

19Indialogo n. 200

DIARIO ORATORIO

GRUPPO SPORTIVO ORATORIO TAGLIUNO

PPUULLCCIINNII

SSCCUUOOLLAA CCAALLCCIIOO

20 Indialogo n. 200

...VOLLEY

MMIINNII AALLLLIIEEVVEE

SSCCUUOOLLAA VVOOLLLLEEYY

21Indialogo n. 200

DIARIO ORATORIO

GGIIOOVVAANNIISSSSIIMMEE

22 Indialogo n. 200

DIARIO ORATORIO

Festa degli anniversari di matrimonioLLee ccooppppiiee ddii ssppoossii ddeellllee qquuaallii qquueesstt’’aannnnoo rriiccoorrrree iill

1100°° -- 1155°° -- 2200°° -- 2255°° -- 3300°° -- 3355°° -- 4400°° -- 4455°° -- 5500°° -- 5555°° -- 6600°°aannnniivveerrssaarriioo ddii mmaattrriimmoonniioo ssoonnoo ccoorrddiiaallmmeennttee iinnvviittaattee

aadd uunnaa SS.. MMeessssaa ddii rriinnggrraazziiaammeennttoo

Domenica 2 maggio 2010 alle ore 10.00

Seguirà un pranzo organizzato dalla Parrocchia nel BAR DELL’ORATORIO

LLee ccooppppiiee iinntteerreessssaattee ssoonnoo pprreeggaattee ddii iissccrriivveerrssii iill ppiiùù pprreessttoo ppoossssiibbiilleepprreessssoo iill ppaarrrrooccoo ddoonn PPiieettrroo ((TTeell.. 003355 884477002266))

Lunedì 26 aprile alle ore 20.30 in sala parrocchiale avrà luogo una breve riunioneper preparare la cerimonia

DIARIO ORATORIO

Tutto par te da un sogno, ilsogno che Dio fa per noi e sudi noi: come in cielo, così interra! Sembra che il Cre-Grest2009 non sia mai finito e che,per tutto un anno, il cielo nonabbia mai voluto farsi dimenti-care; ora questo stesso cieloscende e si impasta con laterra e gli uomini. Il tema diquest'anno permette diriprendere e dare continuitàall'esperienza estiva intrapresalo scorso anno.Il r ischio però è quello di

incappare in un doppione ,oppure quello di perdersi nel-l'immensità di questo argo-mento: per questo come lecoordinate terrestr i ci per-mettono di orientarci, anchein questo spazio vogliamodarci alcuni punti fermi, alcunipunti cardinali, per individuarela strada e non smarrire labussola. Il punto di par tenza siispira al sottotitolo "Come incielo, così in terra": quantevolte lo ripetiamo recitando ilPadre nostro, quante volte ci

siamo chiesti cosa significhifare tutto quello che c'è incielo, qui in terra ... La rispostasta nel sogno di Dio, quelsogno forse ambizioso, didonare agli uomini una terrache sia r iflesso e specchiodella bellezza del cielo, quelcielo che illumina, che con lesue stelle ci guida, che segna ilpassaggio del tempo. E ditutto questo Dio vuole farcene dono.

NNoorrdd:: llaa tteerrrraa ccoommee ddoonnoo È soprattutto la Bibbia che ciconduce a scoprire il sensodella terra come un dono diDio e non come qualcosa dicui gli uomini debbano sentirsiproprietari. La terra, con ilcielo, è un elemento simbolicoirrinunciabile alla elaborazionedella r ivelazione giudaicaprima, e cristiana poi; si pre-senta moltissime volte nellaBibbia. Troviamo la rappresen-tazione della terra fin dalleprime pagine nel racconto diGenesi: si esordisce con l'ordi-ne cosmico che orienta unsopra e un sotto: "In principio

IL TEMA PER IL CRE-GREST 2010

“SOTTOSOPRA” COME IN CIELO, COSÌ IN TERRA

In verità, in verità vi dico:se il chicco di grano caduto in terra non muore,

rimane solo;se invece muore, produce molto frutto.

Giovanni 12, 24

23Indialogo n. 200

a cura di Don Matteo Perini

Dio creò il cielo e la terra"(Gn 1,1). Cielo e terra sonolegati intrinsecamente: uno èdefinito a par tire dall'altro eviceversa. E la terra, creata daDio, diventa il dono affidatoall'uomo costituito suo custo-de.La terra accompagna tutta lavicenda dei Patriarchi, fino allaquestione centrale della TerraPromessa. E poi, ancora, nellagestione della terra ormairicevuta si r ivelerà la fede delpopolo di Israele . Nei libr isapienziali, la terra è elementomisterioso: quando Dio par laa Giobbe lo sfida a conosceree spiegare i misteri della terrae del mondo.Nella vicenda di Gesù la terraè il luogo dell'incarnazione.L'inno di san Paolo ai Filippesiricorda che l'abbassamento diGesù fin nelle profondità dellaterra, sarà la vera ragione dell' innalzamento del suostesso nome.Dio ci r icorda che ci ha dona-to la terra non per dominar la,ma per custodir la, non peresserne padroni, ma peresserne ospiti e quindi ladovremo restituire. Che cosaci resta allora, che compor ta-mento dovremmo avere setanto non ne siamo i posses-sori? Molti al giorno d'oggir isolverebbero dicendo "lasfrutto fin che posso"! Maquesto non realizzerebbe ilsogno di Dio: trasformare la

terra in un po' di cielo!

SSuudd:: aallllaa rriicceerrccaa ddii uunnaa cceerrttaaaarrmmoonniiaa Potremmo allora prendereun'altra direzione e farci gui-dare verso un altro puntofermo: quante volte associamoal cielo il paradiso, e quantevolte abbiamo pensato all'ar-monia che vi regna? Se pensia-mo alla terra, che cosa possia-mo ritrovare di quell'armonia?Molto più di quello che vedia-mo! L'armonia è creata da piùcomponenti, l'armonia è uninsieme di note, una diversadall'altra, che insieme peròriescono a creare una melo-dia. Le persone prima di tuttosono una diversa dall'altra, maquando si uniscono e si accor-dano sono capaci di crearegrandi cose , di creare unamusica buona e gradevole .

Siamo spesso convinti cheaffinché idee e progetti si realizzino, chi è coinvolto ladebba pensare nello stessomodo: non è questo che possiamo chiamare armonia;essa piuttosto è la r icercacostante e coraggiosa di mettere insieme le diversità.Tra l'altro quest'anno l'attenzione internazionale si concentra sulla biodiversità,intesa come ricchezza di vitasulla terra. Batteri e balene,fiori e foreste tropicali, tantoper citare solo alcuni elementidella biodiversità della Terra,le immense var ietà delleforme viventi che rende ilnostro pianeta unico.Un modo quindi per combat-tere la perdita di biodiversitàè quello dello sviluppo sostenibile , cioè di quellaforma di sviluppo che non

DIARIO ORATORIO

24 Indialogo n. 200

compromette la possibilità divita sulla terra alle futuregenerazioni, preser vando laqualità e la quantità del patri-monio e delle riser ve naturali.

OOvveesstt:: ssoottttoossoopprraa Sotto il cielo, sopra la terra. Èun po' la nostra condizione.Non solo fisica, però: la logicadel vangelo ci insegna a ribal-tare ciò che più spontanea-mente viene alla mente degliuomini. La legge del più for te,non è la legge di Dio: "Harovesciato i potenti dai troni,ha innalzato gli umili" . Ai piccoli appar tiene il regno deicieli : come aiutare i nostr ibambini e ragazzi a scoprireche solo una cer ta disponibi-lità del cuore permetterannoloro di trasformare la terra inun'anticipazione del cielo? E come aiutare i grandi a r itrovare i l cuore del bambino di fronte alla propria

vita su questa terra?

EEsstt:: uunnaa ssttoorriiaa ddaa ccoossttrruuiirree La terra è, soprattutto per icristiani, il luogo della manife-stazione di Dio: nella storia esulla terra di Palestina avvienel'incarnazione di Gesù, il piùgrande evento dove Dio par lae si fa conoscere. Cosicchénoi non par liamo più soltantodella ricerca di Dio da par tedegli uomini (idea suggeritabene dal tema del cielo), mapar liamo anche di un intrec-cio, dove la vita di Dio siincrocia con quella degli uomini, la sua presenza

percorre le strade di questomondo e le parole di Dio si espr imono attraverso il linguaggio degli uomini.La terra è il luogo dove pog-giano i nostri piedi - e dunquedove viviamo, ci muoviamo -ma è anche l'estensione, lediverse regioni, paesi, territoriabitati. È il pianeta dove sisvolgono la vita e la storia dell'umanità. Se il tema delcielo poteva essere definitocome immenso, la terra di persé non è una realtà "immensa":al contrario ha dei confini bendelimitati. Pur vasta, è unospazio più fissato. Eppure iltema rimane grande: perché laterra è grande in quantoluogo della nostra vita, luogodove si svolge la nostra esi-stenza e dove possiamo sperimentare l'immensità di Dio.La storia degli uomini non haaltro per svolgersi. Per realiz-zare sulla terra il sogno di Dio.

DATE DEL CRE 2010-- 2211 GGiiuuggnnoo:: IINNIIZZIIOO

-- 1166 LLuugglliioo:: FFIINNEE

-- 1177 LLuugglliioo:: SSEERRAATTAA FFIINNAALLEE

AAppppuunnttaammeennttii ppeerr aanniimmaattoorrii ee aaddoolleesscceennttii-- 1177 // 2244 // 3311 MMAAGGGGIIOO -- 77 GGIIUUGGNNOO,, oorree 2200::3300:: in Oratorio: Corsi di formazione ADO

-- 1144 // 1155 // 1166 // 1177 // 1188 GGIIUUGGNNOO,, ddaallllee oorree 0099::0000 aallllee 1122::0000:: in Oratorio: PREPARAZIONE CRE

DIARIO ORATORIO

25Indialogo n. 200

SCUOLA DELL’INFANZIA / 1

Celebrazione dellaXXXII giornata per la vita

Domenica 7 febbraio i bambinidella Scuola dell’Infanzia e le lorofamiglie si sono uniti allaComunità Parrocchiale e allefamiglie dei neobattezzati percelebrare, come ogni anno, lagiornata per la vita.A chiesa gremita, la funzione si èsvolta in un’atmosfera gaia e altempo stesso intensa grazie allapartecipazione attiva delle variecomponenti dell’Assemblea chehanno animato i diversi momenti.I bambini con i loro canti hannoallietato il momento iniziale efinale; i genitori, le insegnanti, inonni e ancora i bambini si sonoresi protagonisti nella liturgia cheha coinvolto tutti con i suoi ritialtamente simbolici. Alla benedi-zione dell’acqua, elemento dipurificazione e sorgente di vita, eall’aspersione dei fedeli, sonoseguiti la celebrazione della luce

rappresentata da Cristo Risortoche guida il nostro cammino, ilrinnovo delle promesse battesi-mali e la presentazione dei doni.L’acqua, la fiamma ardente, i bulbinella terra, i fiocchi della nascita ele ostie consacrate nella lorosemplicità sono così fortementeevocativi che anche i bambini,attraverso il silenzio e l’ascolto,

hanno dimostrato di cogliere laprofondità dei significati.Le Parole della liturgia ci hannorichiamato alla sacralità della vita,di ogni vita, hanno incoraggiatonoi genitori che mescoliamo lenostre mani con quelle di Dioper improntare la vita, hannoresponsabilizzato noi cristiani adessere portatori di una culturadella vita e per la vita, secondo lospirito evangelico.Le Parole che abbiamo ascoltatoe l’esperienza di Comunità cheabbiamo vissuto hanno certa-mente fatto bene a tutti, dal piùpiccino al più anziano, perché cihanno dato forza nuova nell’af-frontare ogni giorno quel grandeimpegno che è custodire conamore la vita, con i suoi imman-cabili spazi di fragilità.Al termine della gioiosa funzione,per i bambini in dono un vasettodi primule, da nutrire e curareproprio come la vita.

26 Indialogo n. 200

- Carnevale è quando c’è la festa!- Sì, è una festa coi coriandoli, laschiuma e le stelle filanti…- I coriandoli si buttano e le stellefilanti si “soffiano”.- Io ho spruzzato le bombolette aimiei amici!- A Carnevale bisogna mettere ilcostume: io di Biancaneve, io diPower Ranger,io quello diTitty…c’è anche l’Uomo Ragno, ildiavolo, il cagnolino della Carica

dei 101…- Anche le Winx e le principesse- Io mi vesto di Zorro, mi metto labenda e faccio i baffi.- I vestiti di Carnevale sono belli,lisci o ruvidi.- La mia mamma a Carnevale fa lefrittelle…- La mia, compera le chiacchere.- Quando è Carnevale “si respiral’aria”…- I bambini si sono travestiti da

fatina o da Pinocchio o da grilloparlante…e anche i papà e lemamme si sono travestiti!!!!- A Carnevale si possono fare lecose belle…abbiamo fatto anchela mascherina!- Però ci sono anche i bambini chetirano le “ bombette”!!!- La maestra ha il vestito dapagliaccio con la parrucca ricciolo-na…!!!!

SCUOLA DELL’INFANZIA / 2

Racconto il CarnevaleIInntteerrvviissttaa aaii bbaammbbiinnii ee aallllee bbaammbbiinnee ddeellllaa ssccuuoollaa ddeellll’’iinnffaannzziiaa

27Indialogo n. 200

La pubblicità è l'anima del commercio, così recitava HenryFord tempo fa, sicuramente perun uomo d'affari è la verità manon per chi la pubblicità la fasenza avere un tornaconto.Non siamo impazziti e la dimostrazione lo sono gli sponsor,che con il loro aiuto vi permetto-no di leggere questo giornalino.Loro sanno che i benefici cheotterranno dall' acquisto di unpiccolo spazio di pubblicità sonominimi; ciò nonostante lo comprano, lo fanno disinteressata-mente per poter sostenere edaiutare la redazione del giornalino.Queste poche righe, sono statepensate e scritte, con l'intento diringraziare tutti questi amici che

da anni aiutano "In Dialogo" adessere sempre presente nellenostre case.Li ringraziamo per la loro genero-sità, perché ogni volta che si entranei loro negozi, studi o uffici sonosempre pronti ad accoglierti conun sorriso, anche se conosconogià lo scopo della "visita".E' soprattutto grazie al loro aiutoche la distribuzione è arrivata acirca millecinquecento copie,infatti la spesa che riusciamo afinanziare con la pubblicità copreuna parte dei costi di stampa. Ilresto è finanziato con i fondi dellaparrocchia.Volete anche voi contribuire allaraccolta dei fondi per "In Dialogo",ma non sapete come? Magari non

tutti sanno che vicino all'uscitaprincipale della Chiesa c'è propriouna cassetta che raccoglie tutte leofferte per il giornale.Basterebbero pochi euro all'annoda parte di ciascuno di noi per poter consentire al nostrogiornale di essere indipendente.Se invece siete interessati a pubblicizzare la vostra società,questi sono i numeri che potetecontattare:

- Don Pietro Natali 035 847026 - Don Matteo Perini 035 847119 - Mariano Cabiddu 035 847503

Ancora un grazie di cuore a tutti,sperando che siate sempre piùnumerosi.

La PubblicitàMMaarriiaannoo CCaabbiidddduu

REDAZIONE

SCUOLA DELL’INFANZIA / 2

28 Indialogo n. 200

Inizia con questo articolo il per-corso “Stranieri ma concittadini”:un secondo cammino di riflessio-ne che il Centro Diocesano per laPastorale Sociale intende destina-re ai nostri Lettori, proponendouna riflessione attorno alle temati-che della giustizia, del confronto edell’incontro tra popoli e culture.Come ciascuno di voi potrà constatare nella propria realtàquotidiana, la società italiana varapidamente evolvendosi: la presenza di significative pluralitàetniche si colloca nella tradizionedi molteplicità religiosa e culturaleaffermatasi all’interno dell’Epocamoderna e contemporanea. Nellavariegata realtà del nostro tempo,la questione della multiculturalitàdiviene, invero, terreno fondanteper il dibattito tra differenziatisaperi e correnti di pensiero.La nostra società, sempre piùsegnata da processi migratori, èforzata ad interrogarsi anzituttosulla sua stessa identità: la conoscenza reciproca e l’incontrodelle diverse tradizioni di fedecostituiscono, invero, attivitàessenziali e fondanti qualsivogliarete sociale e collettiva.Riflettere attorno all’incontro tra ipopoli è una questione indubbia-mente pregnante ed urgente, chechiama ciascun Cristiano a pren-dere posizione, a farsi portatore

di testimonianza del Vangelo,nell’accoglienza dello Straniero edel Diverso.La fede cristiana si connota perl’accettazione, il rispetto e l’incon-tro con l’Altro. Ciò implica che siripensino attivamente le matrici

del nostro Essere, oltrepassando ilimiti localistici e accogliendo,inversamente, una nuova unità fraterna.La grande sfida che ci vede oggigiorno attori protagonisti delnostro futuro sociale è il ricono-scimento dell’Altro, nel rispetto enell’aiuto reciproco: oltrepassare iconflitti, i contrasti e le diatribecostituisce l’unica via percorribileal fine di costruire un’autenticasocietà globale, insegnamento diFratellanza tra gli uomini.Questo nuovo percorso ci permetterà di dialogare con lerealtà Parrocchiali cercando dipromuovere alcuni spunti di

riflessione: crediamo fortementeche l’impegno di ciascuno, ancheall’interno delle nostre Parrocchiee delle realtà di vita collettiva,possa costituire la matrice fonda-mentale per un cambiamentosociale tanto oneroso quantonecessario.Speranzosi che il nostro contribu-to possa costituire una risorsa pertutti coloro che vorranno farnebuon uso, apriamo una possibileriflessione attraverso le parole diPapa Giovanni Paolo II: «Pur tradifficoltà e incertezze, ogni uomosinceramente aperto alla verità eal bene, con la luce della ragione enon senza il segreto influsso dellagrazia, può arrivare a riconoscerenella legge naturale scritta nelcuore il valore sacro della vitaumana dal primo inizio fino al suotermine, e ad affermare il diritto diogni essere umano a vedere sommamente rispettato questosuo bene primario. Sul riconosci-mento di tale diritto si fonda l'umana convivenza e la stessacomunità politica». (GiovanniPaolo II, Enciclica Evangelium Vitaedel 25 Marzo 1995)

Il nostro indirizzo:[email protected] è a disposizione per unoscambio continuo di idee e pensieri, non esitate a contattarci.

RUBRICHE

La bellezza del creato

CENTRO DIOCESIANO PER LA PASTORALE SOCIALE

Stranieri ma Concittadini

A cura di Claudia Proserpio per il Centro Diocesano per la Pastorale Sociale - www.pastoralesocialebg.it

29Indialogo n. 200

RUBRICHE

Storie di casa nostra

E ancora noi si continuava a cam-minare in silenzio, passando peraltre strade, superando macerie,sempre derisi e segnati a dito.Finalmente ecco il Lager, era buio,avevamo camminato per oltredieci chilometri eravamo stanchi,affamati, depressi, qualcuno dolo-rava, altri masticavano parole insilenzio.Ci fecero fermare dinanzi al can-cello. Alcune sentinelle andaronoa parlare con il comandante delcampo che si trovava al cancello inattesa. Questi si dirige verso dinoi, cammina per tutto il lato delplotone, guardandoci bene,poi rifà l'altro lato e si ferma proprio davanti ad un Sergente(Domenico Lusetti di Pontevico,Brescia n.1908) lo squadra benecon la pila, lo afferra e lo trascina

sotto il lampione dell'entrata eurlando come un matto, cominciaa batterlo con un tubo di gomma,così dove capita. Il poveretto sicopre il viso, con le mani ma poicade a terra. Viene trascinato inparte per far passare il plotone.Noi svelti, in fila indiana passiamodavanti la finestra dei cucinieriprendiamo la razione, il solitomestolo di rape fumanti, poi dicorsa in baracca. Più tardi a quat-tro di noi fu ordinato di andare alcancello a prendere il poveroSergente, ritirare per lui il rancioed aiutarlo a distendersi sullabranda.Un grande ostacolo era anche lalingua, quando parlavano i tede-schi, non si capiva niente. AlSergente era stato detto, almomento dell'uscita dalla fabbri-

ca, di ordinare a noi soldati dicamminare svelti e zitti, ma ilSergente ben annuendo con latesta, non aveva capito niente.Noi in baracca, sfiniti con faccepallide e stravolte, piedi dolenti emalandati in tutto il corpo ci but-tammo sulla branda a dormire,così vestiti. Eravamo paralizzatidalla paura di vivere a lungo, così.E questo fu il nostro primo giornodi lavoro in fabbrica, tantissimi altrine seguirono. Sveglia alle 3,30,un'ora per lavarci, dividerci unmattone di pane da un chilo incinque, più un dado di margarina atesta e comporsi in plotonedavanti alla baracca.Quattro sentinelle più il marescial-lo capo, facevano la conta e l'ap-pello, poi s'apriva il cancello efuori. Camminare per più di dieci

DUE ANNINEI LAGER NAZISTI

CCAAPPIITTOOLLOO VVIIII

Corrado Ghirardini

30 Indialogo n. 200

chilometri arrivare in fabbrica edessere per le ore sei sul posto dilavoro. Lavorare sino alle sei disera, ri¬comporre il plotone nelcortile della fabbrica e via ancoraquasi undici chilometri a piedi.Arrivati al campo ritirare unagavetta di rape e carote fumantipoi in baracca.Verso le nove arri-vavano con dei fischietti (comequelli degli arbitri di calcio) ad inti-mare il silenzio assoluto.Ma dopo una quarantina di giornile nostre condizioni fisiche eranoallo stremo ed i tedeschi capironoche in queste condizioni nonpotevamo rendere sul lavoro eperciò decisero di usare tre grossicamion per il nostro trasporto infabbrica e ritorno.Purtroppo nel frattempo, tantimiei compagni hanno dovuto soc-combere. Dei duecento che era-vamo ne mancavano una ventinaall'appello. Alla mattina alla sveglianon riuscivano a stare in piedi,pauro¬samente magri, alcuni

rimanevano in branda per qualche giorno, gli altri andavanoall'Ospedale - dicevano - ma noisapevamo bene che quei poveriEroi non ritornavano più fra noi.Certo che non fare più venti chi-lometri al giorno a piedi, era unagran cosa, questo ci permetteva didormire un'ora in più e di ritorna-re un'ora prima alla sera.Ma ormai eravamo ridotti male,miseri pezzenti magri e bruttifuori, ma dentro nell'intimo eraancora peggio, non c'era piùdignità, onestà educazione. Si liti-gava spesso, ognuno cercava disopravvivere rubando al compa-gno ogni cosa che si poteva cam-biare con un pezzo di pane.

…. Così quasi ogni giorno si veri-ficarono dei furti. Il derubato,disperato, inveiva e picchiava ilsospetto ladro, miserabile comelui, allora intervenivano altri e suc-cedeva un inferno, un scenariodantesco botte, urla, pianti e paro-lacce fra un branco di animali conla voce umana.lo mi attorcigliavo con le miecoperte in branda, abbracciandoquasi quel poco che avevo anco-ra, tutto legato con lo spago o fildi ferro in modo che quando dor-mivo avrei sentito il ladro.Venne il freddo e in quelle grandipianure verso il mar Baltico soffia-va sempre un vento gelido cheentrava dentro le nostre poverevesti.Gli allarmi aerei erano sempre piùfrequenti.Di giorno avevamo l'ordine discendere nei sotterranei delnostro capannone stesso, di notteinvece dovevamo rimanere in

baracca. Sparavano a vista a chitentava di uscire dalla baracca. Acausa di ciò si dormiva moltomeno, senza dire che causavanomolto disagio perché ben essen-do lontani dalla città, qualchebomba arrivava vicino ed alcunivetri crollavano e poveretti, coloroche erano vicini, perché entravaun soffio continuo di vento gelido.E purtroppo ritornarono anche ipidocchi, non avevamo pace ne digiorno ne di notte, era un grattagratta continuo. Il nostro corpopoco a poco si copriva di piaghet-te. Non avevamo indumenti diricambio, il nostro corredo milita-re era ridotto alla sola divisa,anche questa mal concia.Lavarci e lavare la maglia, mutandee camicia non era facile, il tempoera poco, l’acqua era lontana e neusciva poca e gelida, il saponesembrava una scaglia di gesso. Poiera un litigare per asciugare qual-cosa a ridosso della stufa accesanel mezzo dello stanzone.In queste condizioni, imperava labronchite, la polmonite e poi l'ad-dio alla vita che si chiedeva a voltesenza rimpianto.Capitavano, anche spesso, dei vio-lenti bombardamenti in città onelle vicinanze, per questo motivoalla mattina non arrivavano icamion, allora sveglia un' oraprima, e via a piedi in fabbrica.I malati aumentavano e anche imorti che spesso morivano inbranda, durante la notte, da soli. Icadaveri venivano portati ai lava-toi e distesi su di un tavolaccio, poipassava un furgone a prenderli echissà dove li portava. Questosuccedeva perche i malati, cioècoloro che alla mattina si metteva-

RUBRICHE

31Indialogo n. 200

no in dispar te nel corridoio,venivano subito guardati dalmaresciallo Capo, alcuni ritorna-vano in branda, designati al ripo-so per un giorno e due. Gli altrivenivano condotti all'ospedale(dicevano) ma siccome mai nes-suno ritornava indietro, alloras'aveva paura di andare all'ospe-dale e si preferiva rimanere inbranda e andare in cielo con ilconforto dei compagni.Il lettore si meraviglierà di code-sto mio realismo nel raccontodei fatti, ma credetemi veramen-te era così. Regnava un'atmosfe-ra di delirio e di morte tantoche a metà dicembre del '43 iduecento dell'Hanomag eranoridotti a 160. Quaranta ragazzigiovani mancavano all'appello.Fu per questo motivo che unasera, trovammo con gioia, nellenostre baracche quaranta nostriconnazionali prigionieri; prove-nienti dalla sede di Fallimgbostel,per riportare a duecento i lavo-ratori della Hanomag. Quantavoglia di sapere, noi da loro eloro da noi, ma purtroppo nullasi sapeva su quello che si deside-rava ardentemente sapere: noti-zie sull'andamento della guerra.Per tutto il resto, c'era poco dadire, bastava guardare noi eintorno a noi.Avevano un buon'amico cheparlava bene il tedesco e vera-mente si è molto impegnato perspiegare la nostra dolorosasituazione e qualcosa ottenne:diedero la famosa giunta, allasera, mezzo mestolo di rape-carote e qualche patatina, in piùdella solita razione. Alla domeni-ca, la sveglia veniva spostata alle

ore sette, la solita distribuzionedel pane, poi tutti insieme allapulizia del proprio stanzone edella stessa baracca dal di fuori,ancora parte di noi a turnodovevano pulire le latrine, i lava-toi, mentre altri strappavanol'erba nel cortile. Quando tuttoera finito, il comandante Capopassava in rassegna e se era beneseguito, avevamo tutto il pome-riggio a riposo in baracca.Con ciò l'ambiente del Campoera il solito: fame paura e morteimperavano.Nel giro di tre giorni sono mortitre cari amici della mia stessacamerata: Belluni di Bergamo silamentava, era una mattina senzai camion, si doveva andare infabbrica a piedi, chiedeva undottore. I tedeschi dicevano chenon aveva voglia di lavorare.L'hanno preso, trascinato fuorimezzo nudo, portato ai lavatoi espruzzato d'acqua gelida, ilpoveretto non si è più alzato daterra. Allora hanno capito chenon fingeva.

La stessa mattina anche Vinossidi Prato non rispondeva all'ap-pello, sono andati a vedere incamerata l'hanno trovato mortosul castello, aveva le mani incroce sul petto.Alla sera nel rientrare al campo,a piedi, l'amico Colombo Alcidedi Milano non poteva più cam-minare e si faceva sostenere danoi. Una sentinella lo ha presoper il petto gridandoli di cammi-nare davanti a lui, ma dopo alcu-ni passi, cade a terra, allora vieneripetutamente colpito con il cal-cio del fucile dove capita. Il gio-vane eroe non parla più, vieneordinato a due di noi di portar-lo al campo, spirò strada facen-do. Lo abbiamo por tato sultavolaccio del lavatoio, lo abbia-mo spogliato delle vesti e divisefra chi aveva bisogno. Le abbia-mo messo le mani in croce sulpetto e pianto come se fosse unfratello nostro. Era buono e gen-tile con tutti, diceva sempre: saràquello che Dio vorrà.

RUBRICHE

32 Indialogo n. 200

JANE E LA DISGRAZIA DI LADY SCARGRAVELE INDAGINI DI JANE AUSTENStephanie Barron - Ed.Tea

RUBRICHE Marina Fratus

Chi ama il giallo storico troverà moti-vo di interesse nella serie di libri diStephanie Barron, di puro intratteni-mento ma assai gradevole, che haper protagonista una fittizia JaneAusten nelle vesti di investigatrice.JJaannee ee llaa ddiissggrraazziiaa ddii LLaaddyy SSccaarrggrraavvee,,primo titolo della serie, è un’ "imita-zione" ben riuscita nelle atmosfere enei dialoghi ottocenteschi di unasituazione che l'autrice di Orgoglio epregiudizio avrebbe anche potutoeffettivamente vivere: dichiaratamen-te non vera, dunque, ma plausibile.

Proprio la famosa scrittrice inglese invisita dall'amica Isobel Payne,Contessa di Scargrave, si trova testi-mone di una tragedia: il marito diLady Isobel, il Conte Frederick, coltoda un improvviso malore, muore inpoco tempo. Un biglietto accusa lamoglie di omicidio e di adulterio. E da

qui cominciano i guai e toccherà allagiovane Austen improvvisarsi detecti-ve per scoprire la verità Il racconto sisvolge in forma di diario, scritto daJane Austen medesima tra il 1802 e il1803 e contenente alcune lettereinviate all'amica Cassandra.Il piacere della lettura di un giallo benimbastito si arricchisce della “riprodu-zione” della prosa della Austen: fluen-te, elegante, graziosa, brillante, riccadel bon ton e dello spirito del tempo.

Stephanie Barron è laureata in Storiadell’Europa e appassionata della vitae delle opere di JJaannee AAuusstteenn. Con lesue conoscenze del periodo e dota-ta di una buonissima inventiva laBarron ha scritto una serie di“mystery” che hanno appunto comeprotagonista Jane Austen, le cuiavventure si svolgono nell’Inghilterradel Diciottesimo secolo. In questa

serie di romanzi l’autrice, oltre ad unanarrazione molto intrigante, è indub-biamente abile nel rendere vero eplausibile il personaggio di JaneAusten e le doti che hanno fattodella Austen un grande scrittrice.

Furbo il signor Volpe è uno dei tito-li di Roald Dahl forse meno cono-sciuti al grande pubblico, ma in cuil’autore mette come sempre sullapagina la sua grande ironia e la suacapacità di affascinare i lettori inuna storia dove un gruppo di ani-mali si batte contro la speculazionecon le armi dell’intelligenza e dell’in-ventiva. Il signor Volpe e la sua fami-glia rischiano di morire di fame:sono il vero flagello dei pollai deidintorni e tre disonesti contadini

hanno deciso di mettere in piazzatutte le armi disponibili - fucili, ruspee quant’altro - per impedire loro larazzia di galline e per far apparire ilSignor Volpe come un ladro appro-fittatore. Eppure il Signor Volpe hain mente un piano strategico perorganizzare un banchetto per volpi,donnole, tassi, conigli e talpe esoprattutto un modo per procac-ciarsi cibo all’infinito senza correrepericoli.

Angolo libri Per grandi…

FURBO IL SIGNOR VOLPERoald Dahi - Ed. Nord-Sud

…e piccini

33Indialogo n. 200

Per il duecentesimo numero di‘In dialogo’ è inevitabile cheanch’io mi guardi un po’indietro negli anni. Lo faccio incrociando tra di loro le miedue rubriche, ‘ndialèt e zioBarba.Che c’entra lo pseudonimo

‘zio Barba’ con il dialetto?C’entra sì, eccome: lo scelsipropr io pensando al suo significato nell’uso dialettale:‘o l s io Barba’ nell ’antica cultura contadina non era semplicemente uno zio chepor tava la barba, ma più

specificamente lo scapolo(oggi si dice ‘single’, ma a menon piace affatto) che nellatradizionale famiglia allargatarimaneva in casa per assumereanch’egli un ruolo utile, quellodel ‘saggio della tr ibù’ chemagari era un po’ strambo, ma

RUBRICHE Ezio Marini

‘N DialetA PROPOSITO DEL DUECENTESIMO NUMERO…

MADÒNA MÉLA BARBA L’È BIANCA

34 Indialogo n. 200

sapeva espr imere qualchebuona idea sulla vita in modopiù libero e originale che nongli altr i membri della famiglia,più condizionati dai r ispettivilegami ed impegni; la barbapoteva rappresentare appuntoquella grande liber tà e quellapiccola sapienza, una barba unpo’ da barboso e un po’ dabarbone, un po’ da barbuto eun po’ da barbino, che lo scapolo si permetteva di farcrescere senza le obiezioniestetiche o amator ie di fidanzate e di mogli invadenti.Con questa motivazione – provare a diventare ‘ol siobarba’ della famiglia di Tagliuno – nell ’apr ile del 1991 mi presentai davanti alla scr ivania di don AntonioGuarnieri, il curato dell’epoca,oggi parroco a Ghisalba, chemi aveva invitato a collaborarestabilmente al giornalino parrocchiale, nel quale, il meseprecedente, era comparsa unamia poesia, ‘Di Pasqua e diprimavera, che iniziava così:

Di Pasqua e di pr imaveracome puoi sfior ire

proprio tu solo,fratello in ginocchio?

Fratello r iversono non è questo

il giorno di morire,

anche se non ci vediormai più

e le dita sono rotte di terratroppo tardi tesealle primule vicine

e le narici abbattute carezzanoil profumo dell’erba nuova

e ti sogni ancoramendicante di poco.

No non è oggi il giornofratello raccolto

con tutte le mie braccia:di Pasqua è il giornoe di pr imavera…’ .

Una poesia ogni tanto, sì, maun ar ticolo tutti i mesi, per untipo incostante come me…Cominciai comunque. ‘ZioBarba’ esordì con un titolosentimentale: ‘Ah, Tagl iuno’ ,un’intonazione di amore edelusione al tempo stesso: Civoleva la Madonna – scrivevo– per rompere l ’assedio ,r idonarci un pezzo di strada,farci reincontrare, farci cammi-nare insieme. Tutte cose norma-lissime, ma non per noi. E ora lohai visto finalmente anche tu, iltuo paese. Finora er i r iuscito aveder lo soltanto salendo qual-che volta in collina, su per ilCoren fino al Piglièto, e ti eraapparso raccolto in armoniaattorno al la compatta navedella sua chiesa. Ma r idisceso incentro, pàf, i l tuo paese si

era puntualmente sbrindellatocome un palloncino alla focosacarezza di un mozzicone disigaretta, e tale era stato il tuodispiacere, che gli automobilistiincolonnati su via dei Mille, alvederti ingobbito lungo il mar-ciapiede, ti avevano chiesto daifinestr ini ‘scusi, si sente male?’,e tu:’Ah, Tagliuno!’… .Diciannove anni dopo, i lnostro ‘Ah, Tagliuno!’ come lointoniamo? Qualcuno pensaforse che sia migliorato i l bell’ambientino in cui ci toccadi vivere? Per non ingannarmi,non salgo più in coll ina.Stamattina, piuttosto, ho vagato sulla brina che i pochiimprigionati campi tra Tagliunoe Grumello ancora donavanoall ’ incanto , mentre invanocercavo il mio paese.Intanto la barba, inverno dopoinverno, si è fatta come quellabr ina, ormai sempre più bianca. Ho continuato a raccontare stor ie , e i mieisuperiori si sono sempre fidatidi me: da don Antonio a donMatteo, passando per donGiacomo e don Paolo, per donPietro e don Rosino, per donMassimo e don Tarcisio e donPietro ancora, nessuno mi hamai tolto una riga di liber tà. Infamiglia anche lo scapolone hafatto la sua piccola par te.

RUBRICHE

35Indialogo n. 200

Una sera di breve neve, perdistrazione restai chiusonell'Istituto. Amore sì, ma nontanto da passarci la notte intera -pensai frugandomi più volte allavana ricerca di un telefonino chemi sbrogliasse la situazione.L'avevo certamente dimenticatoin macchina. Allora decisi di scoprire, per una volta nella vita,com'è di notte la nostra adoratascuola. Spensi la luce e misprofondai in cattedra cullato daun silenzio gioioso. Davanti ai banchi apparentemente deserti eilluminati soltanto da una torcia diluna, mormorai a memoria unlento appello, al quale tutti gliassenti risposero con un grandesorriso. Appoggiai un gomito albracciolo sinistro, dimenticandoche era rotto. Che voglia di torna-re tra i banchi! C'era un postovuoto, era per me. Mi ci infilai: maquale cattedra, quella seggiola erapiù importante, anche senza brac-

cioli. 'Ezio!' - era la voce del miovecchio maestro Giavarini. Mi rialzai di scatto, ma nell'aula non lotrovai. E neppure nell'atrio. Chevoglia di tornare tra gli sgabelli! Mirincantucciai allora sullo sgabelloche troneggiava umilmente nelcelebre angolino del terzo piano:ma quale seggiola, quello sgabelloera più importante, anche senzabraccioli né schienale. Merito diMaria, che un tempo l'aveva recuperato dall'oblìo di un riposti-glio utilizzandolo come sicuroappoggio per pulire i vetri e poi loaveva messo a tacita disposizioneper le soste meditative dei tantiviandanti dell'istruzione che incrociando l'atrio in inquiete traversate vi trovano asilo e conforto senza distinzioni di clas-se, grado, lingua e religione: tuttisono uguali davanti allo sgabello, ilnostro incomparabile sgabello,vanto dell'Istituto, nobile strumen-to di sostegno universale senza

uguali in tutto il panorama dellescuole medie superiori d'Italia.Addossato alla parete ancora tiepida di calorifero, mi addor-mentai come sullo sgabello nellanicchia del focolare all'ascolto delnonno Giuseppe che mi narraval'interminabile storia della vecchiadi Livorno. Così sognai un altrosgabello, quello sul quale sedeva lanonna Giacomina per mungere laPomer e la Romana, che facevanorisuonare i primi sprizzi bianchicome l'alba contro il fondo delsecchio di metallo: zin-zin, zin-zin,zin-zin... Finché, al delicato rintoccare di questo poppabilecampanello, affamatissimo mirisvegliai nel chiarore di un nuovogiorno di scuola. Il latte, colandonel bicchierino di plastica chenostalgicamente mi stavo chinan-do a spiare sotto la pancia deldistributore automatico, non faceva più zin-zin. Me lo bevvi lentamente, a conclusione di quella notte rigenerante: era pursempre il migliore alimento pertutti noi, alunni di sgabello.Prima che aprissero le porte,sollevai lo sgabello contro il cieloche gli trascolorava dietro: su dilui, più grande di ogni cattedra, piùgrande di ogni seggiola, su di lui,confidente dei pensieri degliuomini, conoscitore dei piedi diDio, su di lui leggero, leggera siposava anche l'ultima luna.

RUBRICHE Ezio Marini

Zio BarbaLO SGABELLO E LA LUNA

36 Indialogo n. 200

Sono tutte domande che spessoci poniamo quando sui giornali oal telegiornale leggiamo o vedia-mo crude immagini di incidentistradali, che spesso coinvolgonopersone “non colpevoli”, conmorti e feriti.

SSttaattiissttiicchhee iinn bbrreevvee

Periodo di riferimento: AAnnnnoo 22000077,,diffuso il: 20 novembre 2008Ogni giorno in Italia si verificanoin media 633 incidenti stradali,che provocano la morte di 14persone e il ferimento di altre893.Nel complesso, nell’anno 2007sono stati rilevati 230.871 inci-denti stradali, che hanno causatoil decesso di 5.131 persone,mentre altre 325.850 hannosubito lesioni di diversa gravità.Rispetto al 2006, si riscontra unadiminuzione del numero degliincidenti (-3,0%) e dei feriti (-2,1%) e un calo più consistente

del numero dei morti (-9,5%).L’analisi dell’incidentalità nellungo termine mostra unacostante riduzione della gravitàdegli incidenti, evidenziata dal-l’indice di mortalità (numero dimorti ogni 100 incidenti), che siattesta al 2,2% nel 2007 controil 2,8% del 2000, e dall’indice digravità, che passa da 1,9 a 1,6decessi ogni 100 infortunati Dati ISTAT Istituto Nazionale diStatistica

Periodo di riferimento: AAnnnnoo 22000088,,diffuso il: 13 novembre 2009Ogni giorno in Italia si verificanoin media 598 incidenti stradali,che provocano la morte di 13persone e il ferimento di altre849. Nel complesso, nell'anno2008 gli incidenti stradali rilevatisono stati 218.963. Essi hannocausato il decesso di 4.731 per-sone, mentre altre 310.739hanno subito lesioni di diversagravità.

La verbalizzazione degli incidentistradali assume il valore massi-mo per gli incidenti rilevati dallaPolizia municipale, che operafondamentalmente all'internodelle città; tale valore rappresen-ta il 64,9% del totale degli inci-denti, mentre le verbalizzazionirilevate dalla Polizia stradale edai Carabinieri rappresentano,rispettivamente, il 19,4% e il15,4% degli incidenti.Tra il 2000 e il 2008 si è registra-to un calo del 14,6% per quantoriguarda il numero di incidenti,del 13,7% per i feriti e del 33,0%per il numero di morti in inci-dente. Va sottolineato che, nellostesso arco di tempo, il parcoveicolare è cresciuto del 17,7%.Nello stesso periodo si è regi-strata una costante riduzionedella gravità degli incidenti, evi-denziata dall’indice di mortalità(numero di morti ogni 100 inci-denti), che si attesta al 2,2% nel2008 contro il 2,8% del 2000, e

RUBRICHE Claudio Modina

Il vigile amicoMA QUANTI SINISTRI STRADALI

SI VERIFICANO IN ITALIA ANNUALMENTE?

QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE?COME POSSIAMO EVITARLI?

QUALI SONO LE CONSEGUENZE?

37Indialogo n. 200

dall’indice di gravità, che passada 1,9 a 1,5 decessi ogni 100infortunati .

Dati ISTAT Istituto Nazionale diStatistica

RUBRICHE

Riporto per opportuna cono-scenza alcuni dati, sempre relati-vi all'ultimo anno disponibile,suddivisi per categoria di veicolicoinvolti e tipologia del sinistro .

Se ogni automobilista rispettassele norme del Codice della stra-da, sicuramente ci sarebbero

meno incidenti, potenzialmentezero, in quanto il Codice dellaStrada è stato studiato pergarantire la massima sicurezzadella circolazione. Alla base diogni sinistro c'è una violazione alCodice, più o meno grave, mache comunque comporta il veri-ficarsi dell'evento con una con-

seguenza sempre imprevedibile.Rispettare il Codice significaridurre al minimo gli incidenti.Chi rispetta il Codice purtropponon è immune da chi non lorispetta. Spesso in un sinistrostradale vengono coinvolti vei-coli che procedono regolarmen-te, rispettosi delle norme, che

38 Indialogo n. 200

RUBRICHE

39Indialogo n. 200

RUBRICHE

grazie a qualche “balordo” spes-so ne riportano le conseguenzapeggiori. La tabella successiva,sempre riferita a dati ISTAT,indica quali sono le principalicause di sinistri. Lascio al lettoretrarre le dovute considerazioni.Di seguito riporto le conclusionitratte a seguito di uno studiosulle conseguenze dei sinistristradali, effettuato dalla “FEDERATION EUROPEENNEDES VICTIMES DE LA ROUTE”

La sofferenza evidenziata daquesta ricerca mostra una pro-porzione sempre crescente nellenostre società di vite devastate acausa della violenza sulle strade.Ciò che difficilmente si ricono-sce da chi di dovere, incluso ilsistema giudiziario, è che quantisono privati di una persona carao resi invalidi da un incidentestradale sono spesso colpiti inmodo permanente, come lefamiglie delle vittime di altri tipi

di violenza e di strage. Eppureancora non c'è quasi aiuto, nonc'è comprensione adeguata perle vittime e le famiglie delle vitti-me della violenza stradale.Lo scopo di questo studio è sottolineare gli urgentissimi bisogni delle vittime e delle lorofamiglie, e proporre misure ingrado di alleviare le loro sofferenze, di prevenire la discriminazione e l'ingiustizia edi limitare il declino della loroqualità e del loro livello di vita.Sono state identificate questenecessità e queste soluzioni:C'è un bisogno immediato diaccesso all'informazione circa lecircostanze dell'incidente, i diritti, i procedimenti legali(comprese le inchieste), i rapporti con le compagnie diassicurazione, le cause civili, leforme di aiuto e le organizzazio-ni di vittime, e le consulenze.Informazioni simili dovrebberoessere contenuti in opuscoli

consegnati alle vittime dalla polizia, e messi a libera disposi-zione nei servizi di emergenza,ospedali, tribunali ecc. Alcuneorganizzazioni di vittime già nedistribuiscono, su scala ridotta.I costi di stampa e distribuzionedovrebbero essere sostenuti daspecifiche agenzie governative,che dovrebbero varare anche unprogramma di formazione rivolto a tutti coloro che vengo-no abitualmente in contatto conle vittime della violenza stradale.La polizia dovrebbe informareregolarmente le vittime/le famiglie dei par ticolari e dell'evoluzione dei loro casi”.C'è urgente bisogno di aiutoemotivo, pratico e legale.Si suggerisce la creazione diCENTRI DI ASSISTENZA per levittime, dove esse possano ricevere assistenza/consulenzanei campi della legge, della medicina e della psicologia.Le organizzazioni volontariedelle vittime dovrebbero ricevere sovvenzioni governativeper il loro lavoro di supporto.In caso di morte o di lesionigravi dovrebbe essere garantitoimmediatamente dopo l'inciden-te l'ausilio di un avvocato,responsabile degli interessi dellavittima e/o dei suoi parenti.

Tratto da: FEVR, l'impatto dellamorte e dell'infortunio sulla strada. Ricerca sulle principalicause della caduta di qualità dellavita e di livello di vita che subiscono le vittime degli incidentistradali e le loro famiglie.

40 Indialogo n. 200

Era il 24 marzo del 1980 emonsignore stava celebrandola messa nella cappella dell'hospitalito, l 'ospedaledelle Suore della DivinaProvvidenza, a San Salvador,dove viveva. Celebrava l'eucar istia delle sei del pomer iggio. Mentre iniziaval'offer torio, una pallottola locolpì al cuore. Istintivamentesi aggrappò all'altare , rove-sciandosi addosso tutte leostie da consacrare. Cadde aipiedi del crocifisso in unapozza di sangue , quasi gl idicesse: Oscar, ora la vittimasei tu. "Sentire con la chiesa"era il suo motto di vescovo.Chiesa, il suo popolo, che amae vuol ser vire. Innamorato di

Cristo e dei suoi fino allospargimento del sangue.La sua gente da subito ne hafatto l'icona del pastore che

spende la propria vita in dife-sa dei più deboli e dei poveri.E lo ha proclamato santo.Dal 1996 è approdato a Roma

RUBRICHE a cura di Sergio Lochis

Oscar Romero: non Santo subito!IInn mmoorrttee ddii OOssccaarr AArrnnuullffoo RRoommeerroo

Rassegna Stampa

AA 3300 aannnnii ddaallllaa ssuuaa mmoorrttee,, aanncchhee NNiiggrriizziiaa,, ccoommee ttaannttii ssuuooii aammiiccii,,vvuuoollee rriiccoorrddaarree OOssccaarr RRoommeerroo,,

aarrcciivveessccoovvoo ddii SSaann SSaallvvaaddoorr,, uucccciissoo ddaaggllii ssqquuaaddrroonnii ddeellllaa mmoorrtteedduurraannttee llaa cceelleebbrraazziioonnee ddeellllaa mmeessssaa..

41Indialogo n. 200

il suo processo di canonizza-zione, dopo la chiusura dellafase diocesana. Postulatoredella causa è mons. VincenzoPaglia, vescovo di Terni edespressione della Comunità disant'Egidio. Indossa la croceche Romero por tava almomento della mor te. In pas-sato aveva lasciato intendereche le pratiche procedevanospedite. Ed invece i tempi del"processo" sembrano dilatarsiall'infinito. È lecito chiedersiperché. Possibili speculazioni estrumentalizzazioni politiche?Resistenze da par te dei setto-ri tradizionalisti che ritengonoRomero r ivoluzionar io edestremista, figura controversae conflittiva, dimentico delladiplomazia, vescovo di frontie-ra e di lotta, politico, insom-ma? Ma lui chiedeva semplice-mente di applicare la dottrinasociale della chiesa, r itenutadal potere troppo aper ta equindi tacciato di comunista.Doveroso ricordare che nonsapeva granché di politica; e dimarxismo quasi nulla.A lui interessava solo la gentedel Salvador per la quale altronon pretendeva che giustizia epace. Il legame tra le due,Romero lo sottolineava fonda-to sul Concilio e il magistero.Aveva capito che la chiesa,ovunque, non solo in AmericaLatina o in Salvador, doveva

annunciare il vangelo (si defi-niva il "catechista" del suopopolo) sulla via della giustiziae della pace, due termini chesi legano se si par te dall'atten-zione ai più poveri e ai piùdeboli, come appare in tutte lepagine della Scr ittura. La persona dei poveri e deglioppressi che per lui oltre cheesseri umani erano "divini, inquanto Gesù disse di loro chetutto ciò che si fa ad essi eglilo considera fatto a sé".Insomma, una passione senzaconfini per la sor te dei poveriche è elemento ineliminabiledella Tradizione della chiesache da sempre riconosce lapredilezione del povero comescelta stessa di Dio. Ricorrevaa sant'Agostino e Tommasod'Aquino per giustificare chi sisollevava contro la tiranniasanguinar ia. Citava laPopulorum progressio. E perdire che "il vero peccato è l'in-giustizia sociale" non riprende-va forse gli scritti di Ambrogiocontro l'oppressione deipoveri e quelli del profetaNeemia sull'usura e lo sfruttamento? Ma sembra non bastare.Le sue omelie raccontavano itragici fatti della settimana, lesofferenze che il popolo, icontadini, i catechisti, i sacer-doti subivano. Elencava gliabusi spaventosi che il popolo

subiva; uccisioni, rapimenti,tor ture, sparizioni, distruzionedi case e campi...tutte coseche spezzavano davvero il suocuore di uomo e di pastore.Sembrano pesare su di luiancora le sue ultime visiteromane piene di incompren-sioni. Non basta che si ispiras-se al suo amico e consolatore,il vescovo argentino EduardoFrancisco Pironio che Paolo VIfarà cardinale nel '76, nel cuipensiero incontrava una formulazione della teologiadella liberazione molto ade-rente al vangelo e alla dottrinasociale della chiesa. Ma pursempre di teologia della liberazione si tratta e...non vabene. Bisogna a tutti i costi"spiritualizzare" la sua figura.Puntando i r iflettori in manie-ra esclusiva sui suoi interessispirituali e la sua vita interio-re, fatta di rosari, devozione alSacro Cuore e alla Madonna,

RUBRICHE

42 Indialogo n. 200

preghiera, sacramenti, medita-zione .. . i l pr imo Romero,insomma, quello "conservato-re", che piaceva al potere, efarne spar ire i l secondo,quello che per soli tre anni èstato arcivescovo di SanSalvador, "conver tendosi" aCristo, cer to, ma anche al suopopolo che l'assassinio dell'amico e prete gesuitaRutilio Grande gli aveva fattoriscoprire. Davanti al cadaveredell'amico si disse che dovevaseguirne i passi.

Spiritualità cer to, ma quella diRomero è stata par ticolar-mente calata nella realtà. Unafede vissuta come impegno acostruire la pace, fondata sullasolidarietà e la giustizia. Mai siè rifugiato in un mondo irrea-le , per icolo frequente nellastoria della chiesa e tipicodelle persone spirituali, quelleche come diceva Péguy "sicco-me non sono della terra,credono di essere del cielo;poiché non amano gli uomini,credono di amare Dio".Come tanti altr i sacerdotidell'America Latina Romero fuucciso da persone che si dice-vano cristiane e che vedevanoin lui un nemico dell'ordinesociale occidentale . Bisognar iconoscere e concludere:Romero mar tire della societàoccidentale cristiana. E qui, il

discorso sulle radici cristianedell'Occidente ci por terebbelontano...Naturalmente lui, monseñor,dal cielo dove si trova avràcer to la pazienza di sorrideree di aspettare che noi, suoisostenitor i così diver si , ci mettiamo d'accordo. Lui hasempre creduto in Dio, la cuigloria è la vita e la liberazionedegli oppressi. E non dimenti-ca di aver detto: "Se mi uccidono risorgerò nel popolosalvadoregno. Un vescovomorirà, ma la chiesa di Dio,che è il popolo, non moriràmai".

In Africa Romero ha avuto isuoi emuli : Chr istopheMunzihirwa, l'arcivescovo

gesuita di Bukavu e dal giornodella sua mor te noto come "ilRomero d'Africa"; il domeni-cano Pierre Claverie, francesed'Algeria, vescovo di Orano;l'arcivescovo di Gitega(Burundi) Joachim Ruhuna.Tutti uccisi nel 1996, perchéschierati dalla par te della giustizia e per la vita.Qualcuno aveva suggerito cheper acclamazione il Sinodoafricano celebratosi a Romanell'ottobre scorso li procla-masse "beati". Non se n'è fattonulla. Ma i vescovi d'Africanon mancano cer to di esempidi loro fratelli fedeli al popolodi Dio fino alla mor te. E lagente non ha bisogno di Romaper considerar li santi.

Nigrizia - 24/03/2010

RUBRICHE

43Indialogo n. 200

RUBRICHE a cura di Sergio Lochis

PPIICCAAFFLLOORRE' uno zucchero semiraffinato, ottenuto dal succo di canne da zucchero.Ha colore ambrato oro; il suo delicato sapore dolce con leggero sentore di miele non sovrasta gli aromi a cui si abbina; è un’ottima alternativa allo zucchero bianco nella prepara-zione di dolci e per usi di cucina dal gusto delicato. Non è sbiancato chimicamente.Viene prodotto in Paraguay dalla Cooperativa Manduvirà, progetto che coinvolge oltre 825famiglie.

Consumo criticoTratto dal sito www.altromercato.it

Prodotti Equo-solidali

Tutto lo zucchero Altromercato

DDUULLCCIITTAAE' uno zucchero integrale che non subisce raffinazione alcuna trattenendo interamente i principi nutritivi che normalmente si perdono nella raffinazione.Conserva tutti i valori nutrizionali ed è ricco di sali minerali, in particolare di ferro.E’ disponibile in confezione di 500 g e 1kg.E’ tipico dell’Ecuador e viene prodotto da Copropap e giunge in Europa nel circuito del commercio equo solidale tramite MCCH, organizzazione nata con l’obbiettivo di migliorare irapporti di scambio e commercializzazione dei prodotti nella città e nella campagna notoriamente nelle mani di pochi grandi monopoli.

MMAASSCCOOBBAADDOOE' uno zucchero integrale che non subisce raffinazione alcuna trattenendo interamente i principi nutritivi che normalmente si perdono nella raffinazione.Ha colore scuro e aspetto non cristallino, sapore intenso ed un lieve retrogusto di liquirizia.E’ disponibile in confezione di 500 g e 1kg.Viene prodotto da Panay Fair Trade Center nelle Filippine, organizzazione il cui obbiettivo ècreare opportunità di lavoro nelle aree rurali e urbane per le popolazione più disagiate.

LLoo zzuucccchheerroo iinntteeggrraallee aallttrroommeerrccaattoo ((MMaassccoobbaaddoo ee DDuullcciittaa))Lo zucchero integrale di canna Altromercato è 100% estratto di canna da zucchero, lavorato nei cosi detti mulinicon un metodo artigianale e semplice. Si spremono le canne per mezzo di rulli fino ad estrarne il succo. Lo sciroppo denso così ottenuto viene dapprima lasciato sedimentare e poi concentrato per evaporazione dell’acqua, utilizzando come combustible i residui di canna (bagassa).Lo zucchero di canna integrale trattiene così tutti i principi nutritivi che normalmente si perdono nella raffinazione dello zucchero bianco.E’ infatti ricco di Sali minerali, in particolare di calcio, magnesio e fosforo, elementi molto importanti per una dietaequilibrata.Tutti i passaggi rispettano principi di agricoltura biologica.Il colore scuro e l’aspetto pastoso dello zucchero di canna sono dovuti alla naturale presenza di melassa(fruttosio, glucosio, sali minerali, vitamine e proteine).Le due diverse varietà della gamma Altromercato sono Mascobado e Dulcita. Il loro profilo organolettico è interessante e cambia con l’origine, così abbiamo un sentore di miele nello zucchero Dulcita dell’Ecuador e rileviamo un leggero gusto di liquirizia nello zucchero Mascobado delle Filippine.

44 Indialogo n. 200

Via Lega Lombarda, 10/12 - Grumello del Monte (BG)Tel. 035-848067/035-4425566 - Fax 035-4425134

www.faisrl.net - [email protected]

Telefono: 035.847040 - 035.911306 - 035.935359

Uffici e Stabilimento:Via Molinaretti, 38 - 24060 Castelli Calepio (Bg)

Tel. 030 7435068 - Fax 030 7349392

Castel-Belts s.r.l.c i n t u r e e a c c e s s o r i

Uffici e Stabilimento:Via Molinaretti, 22 - 24060 Castelli Calepio (Bg)

Tel. 030 7435622 r.a. - Fax 030 7435623Uff. Comm.: e-mail: [email protected]

Castel-plast-fashion s.r.l.bigiotteria e accessori per abbigliamento

Via L. Lotto, 1 - Tel. e Fax 035.847138Castelli Calepio (BG)

Baldelli Giovanni PietroCristallerie - Porcellane - Articoli regalo

Elettrodomestici - Casalinghi - BomboniereLista Nozze

CANCELLI E RECINZIONI IN FERRO BATTUTO,INFERIATE E CANCELLETTI ANTISCASSO,

GRIGLIATI ZINCATI, PORTE, PORTONI E PARETI REI,PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE SOPPALCHI E SCALE,

PORTONI INDUSTRIALI E SEZIONALI, BASCULANTI.

SERRAMENTI IN ALLUMINIO CIVILI E INDUSTRIALI, FACCIATE CONTINUE, PENSILINE, PARETI MOBILI E BOX UFFICI.

IMPIANTI IDRAULICI, SOLARI, GEOTERMICI, RISCALDAMENTO A RADIATORI E A PAVIMENTO,

CLIMATIZZAZIONE, IRRIGAZIONE GIARDINO.

arti grafiche faiv di Tasca IvanGrumello del Monte (BG) - Via Telgate, 46 (loc. Campagna)Tel. e Fax 035 4491214 - E-mail: [email protected]

CENTROLASER s.r.l.Grumello del Monte (BG) - Via delle Marine 13 - 15

Tel. 035 831898 - Fax 035 833012www.centro-laser.it - [email protected]

A.S. CASTELLESE CALCIOTel. 333 4695582 - 328 7974339

MARCATURA E TAGLIO LASER

Via B. Bertoli, 6/R - Castelli Calepio (BG)Cell. 347 8777983 - mail: [email protected]

· Progettazione architettonica· Rendering

· Certificazione energetica

Arch. Pagani Nora

AA+

CLASSEENERGETICA

BCDEFG

Onoranze FunebriF.lli Ruggeri

S.N.C. - DI MODINA GIOVANNI & C.Castelli Calepio (Bg) - Traversa n. 1 di Viale Industria n. 29

Tel. 035 847356 - Fax 035 847907

CO.FERTRANCERIA MECCANICA

Castelli Calepio (BG) - Via Paghera, 7Telefono 035 847433 (2 linee) - Fax 035 847380

Vicolo Rasetto, 2 - 24060 Tagliuno di Castelli CalepioTel / Fax 035.847758

Calcinate (BG) - Via Ninola, 34Tel. 035 4423299 - Fax 035 4423302

www.fertil.it - e-mail: [email protected]

Dottor ALESSANDRO AIELLODottor ALESSANDRO AIELLO

Amministrazioni Condominialie Gestione Affitti

PERLETTI AUTOSERVIZI S.r.l.GRUMELLO DEL MONTE (Bg) - Via della Molinara, 24

Tel. 035 832700 - Fax 035 4420529 - Tel. Abit. 035 831235www.perlettibus.it - E-mail: [email protected]

SISTEMA QUALITÀCERTIFICATO

UNI EN ISO 9001:2000N° I 022

AUTORIPARAZIONI

BELOTTI snc di Belotti Giancarlo & C.

Centro revisioni - Auto MotoSoccorso stradale - Gommista

Via dei Mille, 186 - Castelli Calepio - Tel. 035 830293 - [email protected]

MINUTERIEMETALLICHE TORNITEVEZZOLI VIRGILIO SrlCividino di Castelli Calepio (Bg)

Via molinaretti, 11Tel. 030 7438918 - Fax 030 7438967e-mail: [email protected]

s.r.l.

C.P. GOM s.r.l.GUARNIZIONI IN GOMMA

24060 Castelli Calepio (Bg) - Via Badie, 8Tel. e Fax 030 7438870 - [email protected]

CERTIFICATO N.CERTIFICATE N.SQG

I I P

801

VENDITA - ASSISTENZA NUOVO E USATO

GHIRARDELLI S.r.l.Architettura - Ingegneria - Costruzioni

a Tagliuno in Via Dante Alighieri Quadrilocale piano primo - Trilocale piano terra

Box auto singoli

VENDESENZA MEDIAZIONI

CHIAMA IL 328 2126262