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17 ISBN 978-88-548-9009-1 euro 24,00 Re-It 17 Territori interni Aracne Territori interni è il diciasettesimo volume della collana Re-cycle Italy. La collana restituisce intenzioni, risultati ed eventi dell’o- monimo programma triennale di ricerca – finanziato dal Mini- stero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – che vede coinvolti oltre un centinaio di studiosi dell’architettura, dell’urba- nistica e del paesaggio, in undici università italiane. Obiettivo del progetto Re-cycle Italy è l’esplorazione e la definizione di nuovi cicli di vita per quegli spazi, quegli elementi, quei brani della città e del territorio che hanno perso senso, uso o attenzione. Il libro contribuisce al paradigma Re-cycle definendo in che modo esso possa essere applicato a specifiche condizioni territo- riali, come i territori interni, declinando i contorni epistemologici, gli strumenti progettuali e le applicazioni territoriali della piani- ficazione integrata per lo sviluppo sostenibile dei territori carat- terizzati da cicli di vita rurali alimentati dai metabolismi culturali e ambientali. Gli Autori, insieme alle voci che contribuiscono allo sviluppo del tema, chiariscono in che modo l’integrazione tra le strategie di sviuppo territoriale, la tutela delle risorse culturali e paesaggistiche, i paradigmi ecomonici, gli aspetti imprenditoriali e quelli della valutazione strategica in campo ambientale creano un milieu di integrazione delle voci dello sviluppo, in territori “in- terni” che hanno perso la continuità dei cicli di vita che ne hanno costituito per secoli armatura di identità e sviluppo. Viene proposto quindi un progetto di territorio fatto dalla ricu- citura di cicli insediativi e produttivi dei territori dei Sicani, una delle aree previste dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne, attraverso politiche attive di interazione delle attività didattiche e di ricerca universitaria con le azioni di sviluppo locale. Il libro raccoglie anche gli esiti del Master Universitario di secondo livel- lo in “Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile” svolto nell’anno accademico 2013-2014 a Bivona presso il Polo Universi- tario di Ricerca di Bivona e Santo Stefano Quisquina per l’energia, l’ambiente e le risorse del territorio. TERRITORI INTERNI

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17

ISBN 978-88-548-9009-1

euro 24,00

Re-It17

Territori interniAracne

Territori interni è il diciasettesimo volum

e della collana Re-cycle

Italy. La collana restituisce intenzioni, risultati ed eventi dell’o-m

onimo program

ma triennale di ricerca – finanziato dal M

ini-stero dell’Istruzione, dell’U

niversità e della Ricerca – che vede

coinvolti oltre un centinaio di studiosi dell’architettura, dell’urba-nistica e del paesaggio, in undici università italiane. O

biettivo del progetto R

e-cycle Italy è l’esplorazione e la definizione di nuovi cicli di vita per quegli spazi, quegli elem

enti, quei brani della città e del territorio che hanno perso senso, uso o attenzione.

Il libro contribuisce al paradigma R

e-cycle definendo in che m

odo esso possa essere applicato a specifiche condizioni territo-riali, com

e i territori interni, declinando i contorni epistemologici,

gli strumenti progettuali e le applicazioni territoriali della piani-

ficazione integrata per lo sviluppo sostenibile dei territori carat-terizzati da cicli di vita rurali alim

entati dai metabolism

i culturali e am

bientali. Gli A

utori, insieme alle voci che contribuiscono allo

sviluppo del tema, chiariscono in che m

odo l’integrazione tra le strategie di sviuppo territoriale, la tutela delle risorse culturali e paesaggistiche, i paradigm

i ecomonici, gli aspetti im

prenditoriali e quelli della valutazione strategica in cam

po ambientale creano

un milieu di integrazione delle voci dello sviluppo, in territori “in-

terni” che hanno perso la continuità dei cicli di vita che ne hanno costituito per secoli arm

atura di identità e sviluppo.Viene proposto quindi un progetto di territorio fatto dalla ricu-citura di cicli insediativi e produttivi dei territori dei Sicani, una delle aree previste dalla Strategia N

azionale per le Aree Interne,

attraverso politiche attive di interazione delle attività didattiche e di ricerca universitaria con le azioni di sviluppo locale. Il libro raccoglie anche gli esiti del M

aster Universitario di secondo livel-

lo in “Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile” svolto

nell’anno accademico 2013-2014 a B

ivona presso il Polo U

niversi-tario di R

icerca di Bivona e Santo Stefano Q

uisquina per l’energia, l’am

biente e le risorse del territorio.

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TERRITORI INTERNI

PER LO SVILUPPO CIRCOLARE: METODOLOGIE, APPROCCI, APPLICAZIONI PER NUOVI

MAURIZIO CARTADANIELE RONSIVALLE

LA PIANIFICAZIONE INTEGRATA

CICLI DI VITA

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Progetto grafico di Sara Marini e Vincenza Santangelo

Copyright © MMXVARACNE editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, 1500040 Ariccia(06) 93781065

ISBN 978-88-548-9009-1

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore.

Il volume contiene ricerche condotte nell'ambito del PRIN 2011 "Re-cycle Italy. Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio", del Laboratorio di Sviluppo Locale | SicaniLab di Bivona e del Master di II livello in Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile del Territorio

I edizione: dicembre 2015

3

PRIN 2013/2016PROGETTI DI RICERCA DI INTERESSE NAZIONALE

Unità di RicercaUniversità IUAV di VeneziaUniversità degli Studi di TrentoPolitecnico di MilanoPolitecnico di TorinoUniversità degli Studi di GenovaUniversità degli Studi di Roma“La Sapienza”Università degli Studi di Napoli “Federico II”Università degli Studi di PalermoUniversità degli Studi “Mediterranea” di Reggio CalabriaUniversità degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-PescaraUniversità degli Studi di Camerino

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PRIN 2013/2016PROGETTI DI RICERCA DI INTERESSE NAZIONALE

Unità di RicercaUniversità IUAV di VeneziaUniversità degli Studi di TrentoPolitecnico di MilanoPolitecnico di TorinoUniversità degli Studi di GenovaUniversità degli Studi di Roma“La Sapienza”Università degli Studi di Napoli “Federico II”Università degli Studi di PalermoUniversità degli Studi “Mediterranea” di Reggio CalabriaUniversità degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-PescaraUniversità degli Studi di Camerino

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Progetto grafico di Sara Marini e Vincenza Santangelo

Copyright © MMXVARACNE editrice int.le S.r.l.

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via Quarto Negroni, 1500040 Ariccia(06) 93781065

ISBN 978-88-548-9009-1

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore.

Il volume contiene ricerche condotte nell'ambito del PRIN 2011 "Re-cycle Italy. Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio", del Laboratorio di Sviluppo Locale | SicaniLab di Bivona e del Master di II livello in Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile del Territorio

I edizione: dicembre 2015

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PRIN 2013/2016PROGETTI DI RICERCA DI INTERESSE NAZIONALE

Unità di RicercaUniversità IUAV di VeneziaUniversità degli Studi di TrentoPolitecnico di MilanoPolitecnico di TorinoUniversità degli Studi di GenovaUniversità degli Studi di Roma“La Sapienza”Università degli Studi di Napoli “Federico II”Università degli Studi di PalermoUniversità degli Studi “Mediterranea” di Reggio CalabriaUniversità degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-PescaraUniversità degli Studi di Camerino

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PRIN 2013/2016PROGETTI DI RICERCA DI INTERESSE NAZIONALE

Unità di RicercaUniversità IUAV di VeneziaUniversità degli Studi di TrentoPolitecnico di MilanoPolitecnico di TorinoUniversità degli Studi di GenovaUniversità degli Studi di Roma“La Sapienza”Università degli Studi di Napoli “Federico II”Università degli Studi di PalermoUniversità degli Studi “Mediterranea” di Reggio CalabriaUniversità degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-PescaraUniversità degli Studi di Camerino

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INDICE

INTRODUZIONE

I territori dell'innovazione locale: dalla ricerca allo sviluppo sperimentale

Maurizio Carta, Daniele Ronsivalle

RE-CYCLING INNER LAND: PARADIGMI E PROSPETTIVE

Innovazione, Circolarità e Sviluppo Locale. La sfida dei territori interni

Maurizio Carta

Lo sviluppo locale non è un'ovvietà, non è un luogo comune

Giovanni Panepinto

Zero esternalità per la pianificazione integrata. La valutazione strategica

per la tutela e la valorizzazione delle risorse culturali, paesaggistiche e

ambientali dei territori interni

Daniele Ronsivalle

SVILUPPO LOCALE: METODOLOGIA E PROCESSI

La prospettiva “rurbana” nello sviluppo regionale: risorse, opportunità e

nodi per le aree interne della Sicilia

Ignazio Vinci

Marginalità e sviluppo locale: il caso di Bivona

Vincenzo Provenzano

Il Ruolo del Paesaggio e del Patrimonio Culturale per la Valorizzazione

del Territorio

Alessandra Badami

INDICE

10

22

36

42

54

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INDICE

INTRODUZIONE

I territori dell'innovazione locale: dalla ricerca allo sviluppo sperimentale

Maurizio Carta, Daniele Ronsivalle

RE-CYCLING INNER LAND: PARADIGMI E PROSPETTIVE

Innovazione, Circolarità e Sviluppo Locale. La sfida dei territori interni

Maurizio Carta

Lo sviluppo locale non è un'ovvietà, non è un luogo comune

Giovanni Panepinto

Zero esternalità per la pianificazione integrata. La valutazione strategica

per la tutela e la valorizzazione delle risorse culturali, paesaggistiche e

ambientali dei territori interni

Daniele Ronsivalle

SVILUPPO LOCALE: METODOLOGIA E PROCESSI

La prospettiva “rurbana” nello sviluppo regionale: risorse, opportunità e

nodi per le aree interne della Sicilia

Ignazio Vinci

Marginalità e sviluppo locale: il caso di Bivona

Vincenzo Provenzano

Il Ruolo del Paesaggio e del Patrimonio Culturale per la Valorizzazione

del Territorio

Alessandra Badami

INDICE

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Il territorio dei Monti Sicani. Il sistema delle risorse territoriali

per l'attivazione di politiche di sviluppo locale

Annalisa Contato, Marilena Orlando

Filiera della conoscenza, innovazione ed imprenditorialità

Umberto La Commare

RI-PENSARE I MONTI SICANI: APPLICAZIONI E SPERIMENTAZIONI DI PIANIFICAZIONE INTEGRATA

Permanenze, resistenze, adattamenti. Il riciclo e la "lentezza"

come strategie di metamorfosi per i Sicani

Barbara Lino

La greenway dei Sicani

Andrea Carubia, Francesco Gravanti, Emanuele MessinaMaria Teresa Pollara, Pietro Sardina

Le stazioni del gusto: coesione territoriale e opportunità di sviluppo

Salvatore Cimino, Giorgio Cuccia

La VAS come strumento per la progettazione sostenibile

Luca Torrisi

Riferimenti bibliografici

Note Biografiche

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104

116

128

170

202

230

238

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«Una Sicilia interna, rurale, un territorio montagnoso di insediamenti di ritrazione, di difesa, che possono dirsi di tipo medievale, ma che sono anche di suggestione memoriale da parte di coloni, di immigrati, che vanno dagli arcaici Elimi, ai Musulmani, ai Lombardi, Tedeschi, Ebrei, Greco-Albanesi. […] Un crogiolo, un punto di convergenza di varie civiltà,

una dimora vitale in cui sono fiorite e da cui sono partite […] straordinarie personalità»(Vincenzo Consolo, 2007)

Nel percorso dal paese al paesaggio che Pietro Camporesi descrive partendo dalla comparsa del “soggetto” paesaggio nell’arte umanistica e rinascimentale, non più neutro fondale ma ormai co-protagonista della rappresentazione artistica, viene compiuto un processo di selezione, necessario e funzionale alla definizione stessa di paesaggio ed alla sua rappresentazione, a partire dal concetto di paese.“Il paese – scrive l’autore – è il territorio, lo spazio vissuto, il luogo della vita quotidiana, il mondo materiale, scomposto e disordinato, che comprende il bello e il brutto, l’ozio e il lavoro, la gioia e la fatica. (...) Il paesaggio emerge dal paese come parte di territorio rappresentato, esteticamente percepito, nobilmente raffigurato” (Camporesi, 1999).Tale attività selettiva, indispensabile alla costruzione del concetto di

IL RUOLO DEL PAESAGGIO E DEL PATRIMONIO CULTURALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

Alessandra Badami

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«Una Sicilia interna, rurale, un territorio montagnoso di insediamenti di ritrazione, di difesa, che possono dirsi di tipo medievale, ma che sono anche di suggestione memoriale da parte di coloni, di immigrati, che vanno dagli arcaici Elimi, ai Musulmani, ai Lombardi, Tedeschi, Ebrei, Greco-Albanesi. […] Un crogiolo, un punto di convergenza di varie civiltà,

una dimora vitale in cui sono fiorite e da cui sono partite […] straordinarie personalità»(Vincenzo Consolo, 2007)

Nel percorso dal paese al paesaggio che Pietro Camporesi descrive partendo dalla comparsa del “soggetto” paesaggio nell’arte umanistica e rinascimentale, non più neutro fondale ma ormai co-protagonista della rappresentazione artistica, viene compiuto un processo di selezione, necessario e funzionale alla definizione stessa di paesaggio ed alla sua rappresentazione, a partire dal concetto di paese.“Il paese – scrive l’autore – è il territorio, lo spazio vissuto, il luogo della vita quotidiana, il mondo materiale, scomposto e disordinato, che comprende il bello e il brutto, l’ozio e il lavoro, la gioia e la fatica. (...) Il paesaggio emerge dal paese come parte di territorio rappresentato, esteticamente percepito, nobilmente raffigurato” (Camporesi, 1999).Tale attività selettiva, indispensabile alla costruzione del concetto di

IL RUOLO DEL PAESAGGIO E DEL PATRIMONIO CULTURALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

Alessandra Badami

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paesaggio, tutt’altro che consistere in un processo riduttivo, implica di “prestare attenzione agli aspetti qualitativi del territorio e dell’ambiente, alla composizione unitaria della natura e delle opere dell’uomo, alla bellezza e all’armonia degli insediamenti” (Gaeta et alii, 2013): in definitiva, comporta il “pensare il mondo come paesaggio” (Lanzani, 2011).Potremmo, pertanto, pensare al paesaggio come indicatore complesso di qualità, non solo a livello descrittivo e percettivo ma anche, e soprattutto come sottolinea la Convezione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000), in considerazione delle “importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale” che ne esplicitano anche la funzione di “risorsa favorevole all’attività economica”.La definizione fornita dalla Convenzione tende ad evidenziare la doppia natura del paesaggio, in quanto fenomeno naturale ed antropico che si origina dalla continua interrelazione delle due componenti e tiene conto che i paesaggi evolvono col tempo, per l’effetto di forze naturali e per l’azione degli esseri umani. Sottolinea, ugualmente, l’idea che il paesaggio forma un tutto, i cui elementi naturali e culturali vengono considerati simultaneamente, facendo entrare in gioco anche la dimensione percettiva, non solo del singolo abitante quanto piuttosto della cultura della popolazione interessata.Il paesaggio, che “è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana”1, può essere definito, quindi, come sintesi delle condizioni sociali, territoriali, ecologiche di un territorio e della popolazione che lo abita e pertanto è necessario che esso venga “salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato”2.

Il paesaggio dei Monti SicaniEsiste una Sicilia che pochi conoscono davvero: la Sicilia agreste, con la resilienza del lavoro dei campi, della pastorizia e della pesca, delle antiche tradizioni che permangono anche per l’isolamento dalle più veloci direttrici di traffico, che ancora oggi conserva caratteristiche demo-etno-antropologiche originali. A questa Sicilia appartiene l’area dei Sicani, situata nel territorio in cui si incontrano le province di Palermo e di Agrigento, nella zona sud-occidentale della regione tra i fiumi Belice e Carboy, tra le Valli dello Jato e del Platani e i rilievi dei Monti Sicani; un

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contesto “marginale”, tangente ma esterno alle aree più intensamente antropizzate e urbanizzate e che, anche grazie a tale “marginalità”, è uno dei più autentici, nonché tra i più interessanti dal punto di vista naturalistico e culturale, paesaggi della Sicilia agreste.L’alto valore ambientale del territorio ha motivato l’istituzione, nel 1997, di tre Riserve Naturali Orientate (RNO Monte Genuardo e S. Maria del Bo-sco, RNO Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, RNO Monte Carcaci), alle quali nel 2000 si è aggiunta la RNO di Monte Cammarata. La prima è caratterizzata da lenti e imponenti movimenti franosi che, associandosi all’azione di erosione superficiale delle rocce, ha portato alla formazione di immensi blocchi rocciosi e disarticolati. Sulla superficie del Monte Ge-nuardo, massiccio carbonatico formatosi per la lenta sovrapposizione di sedimenti fossili su fondali marini antichissimi risalenti al Trias superiore (Era Secondaria) e progressivamente attraverso le varie fasi climatiche e tettoniche sino ai sedimenti di argille e calcareniti più recenti, affiorano le pillow lavas, depositi di lave sottomarine dovute ad attività eruttive risa-lenti a circa 135 milioni di anni fa (Giurassico-Cretaceo inferiore). Anche la vegetazione che ricopre le montagne ha conservato l’aspetto naturalistico originario delle antiche foreste che popolavano l’isola caratterizzate da Quercus ilex, Quercus virgiliana, Sorbus aria e Acer campestre e, nel sotto-bosco, Paeonia mascula e Bonannea graeca.La Riserva dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio è di grandissimo interesse sotto il profilo geologico poiché contiene i sedimenti fossiliferi più antichi della Sicilia, affioramenti rocciosi3 risalenti all’epoca del Per-miano, tra cui la Pietra di Salomone e la Pietra dei Saraceni oggetto delle ricerche effettuate dal paleontologo Gaetano Giorgio Gemmellaro, pubbli-cate nel 1890, e che hanno dato origine alla collezione di fossili esposta al Museo Paleontologico Gemmellaro dell’Università degli Studi di Palermo. Altri siti di rilevante interesse geologico sono il Vallone Acque Bianche, dove gli strati calcarei da orizzontali diventano repentinamente verticali, e Pizzo Castellazzo, dove è presente una colata lavica che si estende tra Croce del Gallo e Burgio.Sul Monte Carcaci, composto prevalentemente da rocce calcaree formate-si in un lungo periodo dal Triassico al Miocene dell’era Quaternaria, una serie di ambienti significativi come aree umide, boschi e boscaglie na-turali, praterie, ambienti rupestri ed arbusteti di prugnolo, rosa canina, caprifoglio mediterraneo, rovo comune e asparago spinoso, resi intricati

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paesaggio, tutt’altro che consistere in un processo riduttivo, implica di “prestare attenzione agli aspetti qualitativi del territorio e dell’ambiente, alla composizione unitaria della natura e delle opere dell’uomo, alla bellezza e all’armonia degli insediamenti” (Gaeta et alii, 2013): in definitiva, comporta il “pensare il mondo come paesaggio” (Lanzani, 2011).Potremmo, pertanto, pensare al paesaggio come indicatore complesso di qualità, non solo a livello descrittivo e percettivo ma anche, e soprattutto come sottolinea la Convezione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000), in considerazione delle “importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale” che ne esplicitano anche la funzione di “risorsa favorevole all’attività economica”.La definizione fornita dalla Convenzione tende ad evidenziare la doppia natura del paesaggio, in quanto fenomeno naturale ed antropico che si origina dalla continua interrelazione delle due componenti e tiene conto che i paesaggi evolvono col tempo, per l’effetto di forze naturali e per l’azione degli esseri umani. Sottolinea, ugualmente, l’idea che il paesaggio forma un tutto, i cui elementi naturali e culturali vengono considerati simultaneamente, facendo entrare in gioco anche la dimensione percettiva, non solo del singolo abitante quanto piuttosto della cultura della popolazione interessata.Il paesaggio, che “è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana”1, può essere definito, quindi, come sintesi delle condizioni sociali, territoriali, ecologiche di un territorio e della popolazione che lo abita e pertanto è necessario che esso venga “salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato”2.

Il paesaggio dei Monti SicaniEsiste una Sicilia che pochi conoscono davvero: la Sicilia agreste, con la resilienza del lavoro dei campi, della pastorizia e della pesca, delle antiche tradizioni che permangono anche per l’isolamento dalle più veloci direttrici di traffico, che ancora oggi conserva caratteristiche demo-etno-antropologiche originali. A questa Sicilia appartiene l’area dei Sicani, situata nel territorio in cui si incontrano le province di Palermo e di Agrigento, nella zona sud-occidentale della regione tra i fiumi Belice e Carboy, tra le Valli dello Jato e del Platani e i rilievi dei Monti Sicani; un

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contesto “marginale”, tangente ma esterno alle aree più intensamente antropizzate e urbanizzate e che, anche grazie a tale “marginalità”, è uno dei più autentici, nonché tra i più interessanti dal punto di vista naturalistico e culturale, paesaggi della Sicilia agreste.L’alto valore ambientale del territorio ha motivato l’istituzione, nel 1997, di tre Riserve Naturali Orientate (RNO Monte Genuardo e S. Maria del Bo-sco, RNO Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, RNO Monte Carcaci), alle quali nel 2000 si è aggiunta la RNO di Monte Cammarata. La prima è caratterizzata da lenti e imponenti movimenti franosi che, associandosi all’azione di erosione superficiale delle rocce, ha portato alla formazione di immensi blocchi rocciosi e disarticolati. Sulla superficie del Monte Ge-nuardo, massiccio carbonatico formatosi per la lenta sovrapposizione di sedimenti fossili su fondali marini antichissimi risalenti al Trias superiore (Era Secondaria) e progressivamente attraverso le varie fasi climatiche e tettoniche sino ai sedimenti di argille e calcareniti più recenti, affiorano le pillow lavas, depositi di lave sottomarine dovute ad attività eruttive risa-lenti a circa 135 milioni di anni fa (Giurassico-Cretaceo inferiore). Anche la vegetazione che ricopre le montagne ha conservato l’aspetto naturalistico originario delle antiche foreste che popolavano l’isola caratterizzate da Quercus ilex, Quercus virgiliana, Sorbus aria e Acer campestre e, nel sotto-bosco, Paeonia mascula e Bonannea graeca.La Riserva dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio è di grandissimo interesse sotto il profilo geologico poiché contiene i sedimenti fossiliferi più antichi della Sicilia, affioramenti rocciosi3 risalenti all’epoca del Per-miano, tra cui la Pietra di Salomone e la Pietra dei Saraceni oggetto delle ricerche effettuate dal paleontologo Gaetano Giorgio Gemmellaro, pubbli-cate nel 1890, e che hanno dato origine alla collezione di fossili esposta al Museo Paleontologico Gemmellaro dell’Università degli Studi di Palermo. Altri siti di rilevante interesse geologico sono il Vallone Acque Bianche, dove gli strati calcarei da orizzontali diventano repentinamente verticali, e Pizzo Castellazzo, dove è presente una colata lavica che si estende tra Croce del Gallo e Burgio.Sul Monte Carcaci, composto prevalentemente da rocce calcaree formate-si in un lungo periodo dal Triassico al Miocene dell’era Quaternaria, una serie di ambienti significativi come aree umide, boschi e boscaglie na-turali, praterie, ambienti rupestri ed arbusteti di prugnolo, rosa canina, caprifoglio mediterraneo, rovo comune e asparago spinoso, resi intricati

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da piante lianose e sarmentose, spesso provviste di spine ad uncini che li hanno preservati dalla brucatura, caratterizzano e modellano il paesaggio vegetale.La tutela della sommità del Monte Cammarata, che con i suoi 1.578 metri d’altitudine è la vetta più alta del sistema montuoso dei Sicani, ha permes-so di salvaguardare le oltre 150 specie erbacee, di cui diverse rappresenta-no rari endemismi (Anthemis punctata var. incana, Senecio siculus, Bivonea lutea, Salvia argentea, Iris pseudopumila), e la comunità avifaunistica, alta-mente diversificata, di cui fanno parte rare specie di falconiformi.

Il Parco Naturale Regionale dei Monti SicaniL’alta percentuale nel territorio di aree soggette a vincolo ambientale e le particolari connotazioni naturalistiche e paesaggistiche hanno succes-sivamente posto le basi per l’avvio dell’istituzione del quinto – in ordine cronologico – Parco Naturale Regionale, che ha visto la sua definitiva isti-tuzione nel gennaio 2015 dopo un annoso iter giudiziario. L’area del parco coinvolge i territori di 12 Comuni appartenenti alle province di Palermo e Agrigento: Bivona, Burgio, Cammarata, Castronovo di Sicilia, Chiusa Scla-fani, Contessa Entellina, Giuliana, Palazzo Adriano, Prizzi, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Sambuca di Sicilia; come parco inter-provinciale, la sede dell’Ente Parco è sdoppiata presso Palazzo Adriano per la provincia di Palermo e presso Bivona per quella di Agrigento.Nel suo complesso, il Parco Naturale dei Monti Sicani comprende rilie-vi calcarei che presentano singolarità geologiche di rilevante interesse scientifico e paesaggistico e ambienti e microclimi la cui complessità fa-vorisce una grande varietà di flora e fauna: le specie vegetali censite sono circa 700, delle quali una quarantina endemiche. Il territorio si differenzia dal tradizionale paesaggio agricolo dell’entroterra insulare per la com-presenza, in un territorio relativamente piccolo, di numerosi laghi: il Lago Favara presso Burgio, il Lago Gammauta presso Palazzo Adriano, il Lago di Prizzi, il Lago Fanaco presso Castronovo. Il bacino artificale di Prizzi, insieme a quello di Gammauta, è compreso nel grande complesso del fiume Sosio realizzato tra il 1937 e il 1942, formato da tre impianti in se-rie. Tutti i bacini artificiali nel tempo sono divenuti stazioni di sosta degli uccelli migratori, oltre che risorsa fondamentale dell’agricoltura locale; ad oggi, però, le comunità locali non hanno ancora saputo sviluppare una industria turistica attorno al notevole potenziale dei bacini. Nelle aree na-

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turali protette sono inoltre presenti poche strutture turistico-ricettive, tra cui il Centro Didattico Case Gebbia e le aree attrezzate Menta, Savochello e Buonanotte.Nel territorio del Parco sono presenti emergenze architettoniche sia all’in-terno dei centri urbani, sia in contesti extraurbani; questi ultimi (come l’Abbazia di Santa Maria del Bosco o il Santuario di Santa Rosalia alla Qui-

squina) intessono relazioni di particolare valore paesaggistico con il con-testo ambientale nel quale sono inseriti. Altre emergenze architettonico-paesaggistiche sono il Santuario di Rifesi, Pizzo Castellazzo, il Santuario di

S. Adriano, il Castello di Cristia che insiste sulla profonda gola del Listi d’u

firriatu, il Santuario della Madonna del Balzo, il Castello federiciano a pianta pentagonale di Giuliana, le rovine del Castello di Calatamauro e il Castello

Margana.Tra i reperti archeologici di maggiore rilievo è l’antica città di Adranon, insediamento greco-punico risalente agli inizi del V secolo a.C., che si estende su un territorio collinoso e ondulato che avanza a terrazza ver-so sud-ovest; i reperti fittili, bronzei e marmorei sono esposti al Museo Archeologico Palazzo Panitteri di Sambuca di Sicilia. Antistante la città di Prizzi è il sito archeologico di Hippana sulla Montagna dei Cavalli, conte-nente uno dei più importanti teatri antichi in pietra ancora da scavare. Gli scavi archeologici nel territorio hanno inoltre restituito i Decreti di Entella

e Nakone, oggi conservati al Museo Archeologico Regionale di Palermo Antonino Salinas, che costituiscono fonti originali di eccezionale valore do-cumentario testimonianti le tradizioni e le regole sociali, urbanistiche e commerciali delle antiche civiltà sicane, elime e greche stanziatesi in Si-cilia, come la concessione dell’isopolitia, il privilegio della proedria, il pro-cesso del sinecismo, nonché informazioni sulle coltivazioni dei terreni e le unità di capacità (medimni) delle derrate agricole.Nel territorio sono presenti le piccole città rurali di Palazzo Adriano, fon-data come colonia di profughi albanesi, scelta dal regista Giuseppe Tor-natore come scenografia del film Nuovo Cinema Paradiso e sede di un’in-teressante Collezione Paleontologica; Bivona, conosciuta soprattutto per la produzione della pesca bianca riconosciuta come IGP e per l’artigianato legato alle sedie di legno; Burgio, nota per le ceramiche di antica tradi-zione, le fonderie di campane e i portali artistici; la comunità arbëreshë di Contessa Entellina; Cammarata, paese agricolo che sorge sopra una rupe scoscesa (689 m s.l.m.), sul quale svetta il castello dalla “torre mozza”,

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da piante lianose e sarmentose, spesso provviste di spine ad uncini che li hanno preservati dalla brucatura, caratterizzano e modellano il paesaggio vegetale.La tutela della sommità del Monte Cammarata, che con i suoi 1.578 metri d’altitudine è la vetta più alta del sistema montuoso dei Sicani, ha permes-so di salvaguardare le oltre 150 specie erbacee, di cui diverse rappresenta-no rari endemismi (Anthemis punctata var. incana, Senecio siculus, Bivonea lutea, Salvia argentea, Iris pseudopumila), e la comunità avifaunistica, alta-mente diversificata, di cui fanno parte rare specie di falconiformi.

Il Parco Naturale Regionale dei Monti SicaniL’alta percentuale nel territorio di aree soggette a vincolo ambientale e le particolari connotazioni naturalistiche e paesaggistiche hanno succes-sivamente posto le basi per l’avvio dell’istituzione del quinto – in ordine cronologico – Parco Naturale Regionale, che ha visto la sua definitiva isti-tuzione nel gennaio 2015 dopo un annoso iter giudiziario. L’area del parco coinvolge i territori di 12 Comuni appartenenti alle province di Palermo e Agrigento: Bivona, Burgio, Cammarata, Castronovo di Sicilia, Chiusa Scla-fani, Contessa Entellina, Giuliana, Palazzo Adriano, Prizzi, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Sambuca di Sicilia; come parco inter-provinciale, la sede dell’Ente Parco è sdoppiata presso Palazzo Adriano per la provincia di Palermo e presso Bivona per quella di Agrigento.Nel suo complesso, il Parco Naturale dei Monti Sicani comprende rilie-vi calcarei che presentano singolarità geologiche di rilevante interesse scientifico e paesaggistico e ambienti e microclimi la cui complessità fa-vorisce una grande varietà di flora e fauna: le specie vegetali censite sono circa 700, delle quali una quarantina endemiche. Il territorio si differenzia dal tradizionale paesaggio agricolo dell’entroterra insulare per la com-presenza, in un territorio relativamente piccolo, di numerosi laghi: il Lago Favara presso Burgio, il Lago Gammauta presso Palazzo Adriano, il Lago di Prizzi, il Lago Fanaco presso Castronovo. Il bacino artificale di Prizzi, insieme a quello di Gammauta, è compreso nel grande complesso del fiume Sosio realizzato tra il 1937 e il 1942, formato da tre impianti in se-rie. Tutti i bacini artificiali nel tempo sono divenuti stazioni di sosta degli uccelli migratori, oltre che risorsa fondamentale dell’agricoltura locale; ad oggi, però, le comunità locali non hanno ancora saputo sviluppare una industria turistica attorno al notevole potenziale dei bacini. Nelle aree na-

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turali protette sono inoltre presenti poche strutture turistico-ricettive, tra cui il Centro Didattico Case Gebbia e le aree attrezzate Menta, Savochello e Buonanotte.Nel territorio del Parco sono presenti emergenze architettoniche sia all’in-terno dei centri urbani, sia in contesti extraurbani; questi ultimi (come l’Abbazia di Santa Maria del Bosco o il Santuario di Santa Rosalia alla Qui-

squina) intessono relazioni di particolare valore paesaggistico con il con-testo ambientale nel quale sono inseriti. Altre emergenze architettonico-paesaggistiche sono il Santuario di Rifesi, Pizzo Castellazzo, il Santuario di

S. Adriano, il Castello di Cristia che insiste sulla profonda gola del Listi d’u

firriatu, il Santuario della Madonna del Balzo, il Castello federiciano a pianta pentagonale di Giuliana, le rovine del Castello di Calatamauro e il Castello

Margana.Tra i reperti archeologici di maggiore rilievo è l’antica città di Adranon, insediamento greco-punico risalente agli inizi del V secolo a.C., che si estende su un territorio collinoso e ondulato che avanza a terrazza ver-so sud-ovest; i reperti fittili, bronzei e marmorei sono esposti al Museo Archeologico Palazzo Panitteri di Sambuca di Sicilia. Antistante la città di Prizzi è il sito archeologico di Hippana sulla Montagna dei Cavalli, conte-nente uno dei più importanti teatri antichi in pietra ancora da scavare. Gli scavi archeologici nel territorio hanno inoltre restituito i Decreti di Entella

e Nakone, oggi conservati al Museo Archeologico Regionale di Palermo Antonino Salinas, che costituiscono fonti originali di eccezionale valore do-cumentario testimonianti le tradizioni e le regole sociali, urbanistiche e commerciali delle antiche civiltà sicane, elime e greche stanziatesi in Si-cilia, come la concessione dell’isopolitia, il privilegio della proedria, il pro-cesso del sinecismo, nonché informazioni sulle coltivazioni dei terreni e le unità di capacità (medimni) delle derrate agricole.Nel territorio sono presenti le piccole città rurali di Palazzo Adriano, fon-data come colonia di profughi albanesi, scelta dal regista Giuseppe Tor-natore come scenografia del film Nuovo Cinema Paradiso e sede di un’in-teressante Collezione Paleontologica; Bivona, conosciuta soprattutto per la produzione della pesca bianca riconosciuta come IGP e per l’artigianato legato alle sedie di legno; Burgio, nota per le ceramiche di antica tradi-zione, le fonderie di campane e i portali artistici; la comunità arbëreshë di Contessa Entellina; Cammarata, paese agricolo che sorge sopra una rupe scoscesa (689 m s.l.m.), sul quale svetta il castello dalla “torre mozza”,

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mentre sull’altro versante del monte, chiamato anche Gemini (gemello), sorge il paese di San Giovanni Gemini, anch’esso comune agricolo; Santo Stefano di Quisquina, resa celebre per l’eremo di Santa Rosalia; Castrono-vo, insediamento urbano fondato a metà strada tra Akragas e Himera di cui rimangono abitazioni trogloditiche lungo le sponde del fiume Platani riconducibili al popolo sicano, fortificato con un castello normanno suc-cessivamente trasformato in chiesa ed arricchito da fontane pubbliche di notevole interesse (Fonte Rabato, Fonte Regio, Fonte Kassar); Prizzi, il co-mune più alto del parco dei Sicani a mille metri di altezza, noto per l’Abbal-lu di li diavoli (manifestazione folkloristico-religiosa delle festività pasqua-li); Contessa Entellina, fondata da un gruppo di profughi albanesi sfuggiti ai Turchi intorno alla metà del Quattrocento e che ancora oggi mantiene vivi i costumi e le tradizioni greco-bizantini; Bisacquino, città natale di Frank Capra, la cui origine risale al casale arabo Busackuin (Bu=molto, sakrin=acque), città dalle molte acque; la medievale Giuliana, sorta attor-no al castello federiciano, tuttora in ottimo stato di conservazione; Chiusa Scalfani, stazione intermedia dell’attraversamento nord-sud della Sicilia occidentale con la sua frazione S. Carlo costruita per jus aedificandi; Sam-buca di Sicilia, fondata dagli arabi alle pendici del Monte Genuardo, oggi sulle sponde del bacino artificiale del Lago Arancio.Tra le finalità dell’istituzione del parco è la promozione della tipicità di alcuni prodotti locali, come i formaggi, le carni, i prodotti agricoli e

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dell’artigianato che accomunano e caratterizzano questo ambito interno della Sicilia. Nell’area sono già stati condotti esperimenti di aggregazione cooperativistica (l’istituzione di un distretto turistico e di consorzi per la valorizzazione dei formaggi e delle carni locali) che tuttavia non sono ancora riusciti a generare un significativo incremento delle aziende locali.

Il Paesaggio: una “proprietà all’orizzonte”Occorre tuttavia ricordare che lo strumento del Piano del Parco, concepito per la salvaguardia del patrimonio ambientale e solo in subordine delegato alla valorizzazione dei beni culturali del contesto territoriale, avendo inoltre competenza solo all’interno del perimetro del Parco, nei fatti non può costituire un documento di riferimento per una visione ampia di pianificazione del territorio rivolta ad un virtuoso connubio tra tutela e trasformazione, ovvero capace di conciliare – attraverso la selezione e l’individuazione dei caratteri connotanti e configuranti del paesaggio intesi quali invarianti non negoziabili – le esigenze della conservazione con le necessità di uno sviluppo ecosostenibile e il dovere di contribuire con creatività alla costruzione dei paesaggi della contemporaneità.Negli intenti della L. 431/85, i parchi e le riserve naturali erano infatti ricompresi tra le 11 categorie territoriali di cui il Piano Paesistico avrebbe dovuto definire ruoli, vincoli e funzioni in una visione territoriale d’insieme, dando concretezza al vincolo paesistico dal quale, per norma

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mentre sull’altro versante del monte, chiamato anche Gemini (gemello), sorge il paese di San Giovanni Gemini, anch’esso comune agricolo; Santo Stefano di Quisquina, resa celebre per l’eremo di Santa Rosalia; Castrono-vo, insediamento urbano fondato a metà strada tra Akragas e Himera di cui rimangono abitazioni trogloditiche lungo le sponde del fiume Platani riconducibili al popolo sicano, fortificato con un castello normanno suc-cessivamente trasformato in chiesa ed arricchito da fontane pubbliche di notevole interesse (Fonte Rabato, Fonte Regio, Fonte Kassar); Prizzi, il co-mune più alto del parco dei Sicani a mille metri di altezza, noto per l’Abbal-lu di li diavoli (manifestazione folkloristico-religiosa delle festività pasqua-li); Contessa Entellina, fondata da un gruppo di profughi albanesi sfuggiti ai Turchi intorno alla metà del Quattrocento e che ancora oggi mantiene vivi i costumi e le tradizioni greco-bizantini; Bisacquino, città natale di Frank Capra, la cui origine risale al casale arabo Busackuin (Bu=molto, sakrin=acque), città dalle molte acque; la medievale Giuliana, sorta attor-no al castello federiciano, tuttora in ottimo stato di conservazione; Chiusa Scalfani, stazione intermedia dell’attraversamento nord-sud della Sicilia occidentale con la sua frazione S. Carlo costruita per jus aedificandi; Sam-buca di Sicilia, fondata dagli arabi alle pendici del Monte Genuardo, oggi sulle sponde del bacino artificiale del Lago Arancio.Tra le finalità dell’istituzione del parco è la promozione della tipicità di alcuni prodotti locali, come i formaggi, le carni, i prodotti agricoli e

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dell’artigianato che accomunano e caratterizzano questo ambito interno della Sicilia. Nell’area sono già stati condotti esperimenti di aggregazione cooperativistica (l’istituzione di un distretto turistico e di consorzi per la valorizzazione dei formaggi e delle carni locali) che tuttavia non sono ancora riusciti a generare un significativo incremento delle aziende locali.

Il Paesaggio: una “proprietà all’orizzonte”Occorre tuttavia ricordare che lo strumento del Piano del Parco, concepito per la salvaguardia del patrimonio ambientale e solo in subordine delegato alla valorizzazione dei beni culturali del contesto territoriale, avendo inoltre competenza solo all’interno del perimetro del Parco, nei fatti non può costituire un documento di riferimento per una visione ampia di pianificazione del territorio rivolta ad un virtuoso connubio tra tutela e trasformazione, ovvero capace di conciliare – attraverso la selezione e l’individuazione dei caratteri connotanti e configuranti del paesaggio intesi quali invarianti non negoziabili – le esigenze della conservazione con le necessità di uno sviluppo ecosostenibile e il dovere di contribuire con creatività alla costruzione dei paesaggi della contemporaneità.Negli intenti della L. 431/85, i parchi e le riserve naturali erano infatti ricompresi tra le 11 categorie territoriali di cui il Piano Paesistico avrebbe dovuto definire ruoli, vincoli e funzioni in una visione territoriale d’insieme, dando concretezza al vincolo paesistico dal quale, per norma

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di legge, non discendono specifici divieti o regolamenti.Nei Piani Paesaggistici di ultima generazione, in applicazione del D.Lgs. 42/2004 che recepisce la Convenzione Europea del Paesaggio, si intende compiere il passaggio dal paese al paesaggio, dove il paesaggio non rimane sfondo inerme delle trasformazioni del territorio o viene recintato in una tutela di settore avulsa dal territorio come in una rappresentazione di genere: il paesaggio, rivendicando la sua capacità di rappresentare l’esito di un processo storicizzato di interazione tra uomo e natura, diviene “strumento analitico fecondo proprio in quanto labirinto interpretativo, intriso di progettualità e immerso in un orizzonte intenzionale” (Gambino, 1996).È nella dimensione del paesaggio che si trovano le chiavi di interpretazione patrimoniale del territorio, capaci di compiere una lettura integrata dei diversi scenari diacronici che le analisi tematiche restituiscono; tesi di fondo adottata, ad esempio, dal Piano Paesistico Territoriale della Regione Puglia (uno dei primi piani di ultima generazione redatti e approvati ai sensi dell’aggiornamento legislativo, sotto la responsabilità della Giunta Regionale e curato dall’Assessorato all’Assetto del Territorio con la consulenza di Alberto Magnaghi) che, assumendo tale visione complessa e interpretativa del paesaggio, affianca alle descrizioni analitiche e strutturali del territorio le interpretazioni statutarie al fine di individuare gli ambiti di paesaggio come identità coevolutive di lunga durata nel territorio.Le analisi del territorio vengono lette per singoli contesti territoriali di particolare valenza culturale (paesaggi antropici, paesaggi dell’acqua, contesti topografici stratificati, etc.), sia sincronicamente come vassoi topografici di relazione tra più contesti, sia infine diacronicamente come stratigrafie di relazioni e di significato nell’uso del territorio. Dalle figure territoriali e paesaggistiche, unità minime di scomposizione analitica e progettuale riconoscibili per la specificità dei caratteri morfotipologici che persistono nei diversi cicli di territorializzazione, e attraverso le descrizioni strutturali di sintesi, si perviene all’interpretazione identitaria e statutaria dalla quale derivare le regole di riproducibilità statutarie dei paesaggi, in una visione eco-evolutiva del paesaggio impostata su obiettivi di qualità paesaggistica ampiamente concertati e condivisi con la popolazione interessata.La pianificazione paesaggistica, potente strumento per comprendere il paesaggio come esito storicizzato del processo coevolutivo uomo-natura,

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dal paesaggio stesso deve saper derivare le regole per la sua riproducibilità, regole che sono già insite nei paesaggi e che oggi occorre rappresentare e condividere in modo più esplicito. Già nel 1836 Ralph Waldo Emerson, filosofo americano, descriveva il paesaggio nella sua qualità di proprietà all’orizzonte, ovvero come sintesi delle azioni individuali dell’uomo sulla natura: “L’incantevole paesaggio che ho visto questa mattina è senza dubbio costituito da venti o trenta fattorie. Miller possiede questo campo, Locke quell’altro e Manning il bosco più in là. Nessuno di loro, però, possiede il paesaggio. Vi è una proprietà all’orizzonte che non appartiene a nessuno, se non a colui il cui occhio è capace di assemblare le parti in un tutto, cioè il poeta. È questa la parte migliore delle fattorie di quegli uomini, a cui tuttavia nessun atto di proprietà dà diritto” (Emerson, 1836).

1. Convenzione Europea del Paesaggio, Firenze, 2000.2. Ibidem.3. Le rocce sono costituite da foraminiferi (organismi microscopici dai gusci calcarei

inconfondibili), spugne, briozoi, brachiopodi (molluschi bivalvi), ammoniti, trilobiti e ostracodi, tutti animali marini vissuti in un braccio dell’arcaico oceano Tetide, progenitore del Mediterraneo attuale, che si incuneava nel continente della Pangea prima che venisse frammentato nei continenti attuali.

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di legge, non discendono specifici divieti o regolamenti.Nei Piani Paesaggistici di ultima generazione, in applicazione del D.Lgs. 42/2004 che recepisce la Convenzione Europea del Paesaggio, si intende compiere il passaggio dal paese al paesaggio, dove il paesaggio non rimane sfondo inerme delle trasformazioni del territorio o viene recintato in una tutela di settore avulsa dal territorio come in una rappresentazione di genere: il paesaggio, rivendicando la sua capacità di rappresentare l’esito di un processo storicizzato di interazione tra uomo e natura, diviene “strumento analitico fecondo proprio in quanto labirinto interpretativo, intriso di progettualità e immerso in un orizzonte intenzionale” (Gambino, 1996).È nella dimensione del paesaggio che si trovano le chiavi di interpretazione patrimoniale del territorio, capaci di compiere una lettura integrata dei diversi scenari diacronici che le analisi tematiche restituiscono; tesi di fondo adottata, ad esempio, dal Piano Paesistico Territoriale della Regione Puglia (uno dei primi piani di ultima generazione redatti e approvati ai sensi dell’aggiornamento legislativo, sotto la responsabilità della Giunta Regionale e curato dall’Assessorato all’Assetto del Territorio con la consulenza di Alberto Magnaghi) che, assumendo tale visione complessa e interpretativa del paesaggio, affianca alle descrizioni analitiche e strutturali del territorio le interpretazioni statutarie al fine di individuare gli ambiti di paesaggio come identità coevolutive di lunga durata nel territorio.Le analisi del territorio vengono lette per singoli contesti territoriali di particolare valenza culturale (paesaggi antropici, paesaggi dell’acqua, contesti topografici stratificati, etc.), sia sincronicamente come vassoi topografici di relazione tra più contesti, sia infine diacronicamente come stratigrafie di relazioni e di significato nell’uso del territorio. Dalle figure territoriali e paesaggistiche, unità minime di scomposizione analitica e progettuale riconoscibili per la specificità dei caratteri morfotipologici che persistono nei diversi cicli di territorializzazione, e attraverso le descrizioni strutturali di sintesi, si perviene all’interpretazione identitaria e statutaria dalla quale derivare le regole di riproducibilità statutarie dei paesaggi, in una visione eco-evolutiva del paesaggio impostata su obiettivi di qualità paesaggistica ampiamente concertati e condivisi con la popolazione interessata.La pianificazione paesaggistica, potente strumento per comprendere il paesaggio come esito storicizzato del processo coevolutivo uomo-natura,

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dal paesaggio stesso deve saper derivare le regole per la sua riproducibilità, regole che sono già insite nei paesaggi e che oggi occorre rappresentare e condividere in modo più esplicito. Già nel 1836 Ralph Waldo Emerson, filosofo americano, descriveva il paesaggio nella sua qualità di proprietà all’orizzonte, ovvero come sintesi delle azioni individuali dell’uomo sulla natura: “L’incantevole paesaggio che ho visto questa mattina è senza dubbio costituito da venti o trenta fattorie. Miller possiede questo campo, Locke quell’altro e Manning il bosco più in là. Nessuno di loro, però, possiede il paesaggio. Vi è una proprietà all’orizzonte che non appartiene a nessuno, se non a colui il cui occhio è capace di assemblare le parti in un tutto, cioè il poeta. È questa la parte migliore delle fattorie di quegli uomini, a cui tuttavia nessun atto di proprietà dà diritto” (Emerson, 1836).

1. Convenzione Europea del Paesaggio, Firenze, 2000.2. Ibidem.3. Le rocce sono costituite da foraminiferi (organismi microscopici dai gusci calcarei

inconfondibili), spugne, briozoi, brachiopodi (molluschi bivalvi), ammoniti, trilobiti e ostracodi, tutti animali marini vissuti in un braccio dell’arcaico oceano Tetide, progenitore del Mediterraneo attuale, che si incuneava nel continente della Pangea prima che venisse frammentato nei continenti attuali.

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progetto, Milano: Edizioni Ambiente Scaglione P. (2012), Cities in nature: ecourbanism, landscape, architecture, Trento: ListSecchi B. (2013), La città dei ricchi e la città dei poveri, Bari: Editori LaterzaSolinas M., Olivieri L., D'antoni (2006), Formazione e Aggiornamento per la Sostenibilità nel

turismo, Roma: Centro Studi CTSSommariva E. (2014), Creating city: Agricoltura urbana strategie per la città resiliente, Trento: ListSpallino B. (1996), Le ferrovie a scartamento ridotto della Sicilia occidentale: linea Lercara –

Magazzolo, tratta Filaga – Magazzolo, tesi dell’Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Architettura, relatore Balsamo M., Palermo, a.a. 1995/1996Tiezzi E., Marchettini N. (1999), Che cos’è lo sviluppo sostenibile? Le basi scientifiche della so-

stenibilità e i guasti del pensiero unico, Roma: Donzelli

Page 25: 17...Agrigento, nella zona sud-occidentale della regione tra i fiumi Belice e Carboy, tra le Valli dello Jato e del Platani e i rilievi dei Monti Sicani; un 77 contesto “marginale”,

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Toccolini A., Fumagalli N., Senes G. (2004), Progettare i percorsi verdi, Rimini: Maggioli EditoreTorrisi L. (2015) La VAS come strumento per la progettazione sostenibile, tesi dell’Università degli Studi di Palermo, Scuola Politecnica, Master di II livello in Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile, relatore Ronsivalle D., Palermo, a.a. 2013/2014Trigilia C. (2010) La costruzione sociale dell’innovazione. Firenze: Firenze University Press Trombino G. (2010), Presentazione, in I. Vinci (a cura di), Pianificazione strategica in contesti fragili, Firenze: AlineaValenti L. (1925), Le miniere di zolfo in Sicilia, Torino: Fratelli BoccaVinci I. (2010), “I piani strategici siciliani: interpretazioni di territorio ed orientamenti proget-tuali” (con A. Giampino e V. Todaro), in Vinci I. (a cura di), Pianificazione strategica in contesti fragili, Firenze: AlineaVinci I. (2014), “Can regions have spatial strategies without spatial plans? Evidences from the case of Sicily”, in Vinci (ed.), in The spatial strategies of Italian regions, Milano: Franco AngeliVinci I. (2015), “Verso lo scenario ‘rurban’: forme plurali del progetto in Europa per una nuova alleanza tra città e campagna”, in Scienze del Territorio, vol. 3, pp. 301-310Webster K. (2015), The circular economy: a wealth of flows, Ellen MacArthur Foundation Pu-blishingZandonai F. (2014), L’impatto della rigenerazione. Gestione e accountability delle stazioni impre-senziate affidate da RFI a soggetti nonprofit, Rapporto di Ricerca, Trento: Euricse

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DOCUMENTIINTELI (2011), Creative-based Strategies in Small and Medium-sized Cities: Guidelines for Lo-cal Authorities, Óbidos MunicipalityDPS - Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (2013), Strategia nazionale per le Aree interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance. Accordo di Partenariato 2014-2020, RomaDPS - Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (2014), Strategia nazionale per le Aree interne. Accordo di Partenariato 2014-2020. Sezione 1°, RomaUVAL (2014), Strategia nazionale per le aree interne: definizione, obiettivi, strumenti e gover-nance, Materiali Uval: Documenti, n. 31, RomaPiani d’azione per l’energia sostenibile, P.A.E.S. “Monti Sicani e Valle del Platani”, 2015Piani d’azione per l’energia sostenibile, P.A.E.S. “Città a rete Madonie - Termini”, 2015Istat (2011a), Censimento della popolazione e delle abitazioni, Roma: IstatIstat (2011b), Censimento dell’agricoltura, Roma: IstatIstat (2011c), Censimento dell’industria e dei servizi, Roma: IstatRegione Siciliana, Assessorato Beni Culturali e dell’Identità Siciliana (1999), Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico RegionaleRegione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste (2000), Il distretto rurale di Monti Sicani, Palermo

NORMATIVEDirettiva 2001/2/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 - Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente (Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee L 197 del 21 luglio 2001) Direttiva 2008/1/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008 sulla preven-zione e la riduzione integrate dell’inquinamento (Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea L 24/8 del 29 gennaio 2008) Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152: Norme in materia ambientale. (GU n.88 del 14-4-2006 - Suppl. Ordinario n. 96 )Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4: Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale" (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 24 del 29 gennaio 2008 - Suppl. Ordinario n. 24/L)Decreto Presidenziale 8 luglio 2014, n. 23: Regolamento della valutazione ambientale strategi-ca (VAS) di piani e programmi nel territorio della Regione Siciliana (Gazzetta Ufficiale Regione Sicilia n. 39 del 19 settembre 2014)Delibera 6 giugno 2014 n.119 della Giunta Regionale Siciliana: Regolamento della valutazione ambientale strategica (VAS) di piani e programmi nel territorio della Regione siciliana

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Toccolini A., Fumagalli N., Senes G. (2004), Progettare i percorsi verdi, Rimini: Maggioli EditoreTorrisi L. (2015) La VAS come strumento per la progettazione sostenibile, tesi dell’Università degli Studi di Palermo, Scuola Politecnica, Master di II livello in Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile, relatore Ronsivalle D., Palermo, a.a. 2013/2014Trigilia C. (2010) La costruzione sociale dell’innovazione. Firenze: Firenze University Press Trombino G. (2010), Presentazione, in I. Vinci (a cura di), Pianificazione strategica in contesti fragili, Firenze: AlineaValenti L. (1925), Le miniere di zolfo in Sicilia, Torino: Fratelli BoccaVinci I. (2010), “I piani strategici siciliani: interpretazioni di territorio ed orientamenti proget-tuali” (con A. Giampino e V. Todaro), in Vinci I. (a cura di), Pianificazione strategica in contesti fragili, Firenze: AlineaVinci I. (2014), “Can regions have spatial strategies without spatial plans? Evidences from the case of Sicily”, in Vinci (ed.), in The spatial strategies of Italian regions, Milano: Franco AngeliVinci I. (2015), “Verso lo scenario ‘rurban’: forme plurali del progetto in Europa per una nuova alleanza tra città e campagna”, in Scienze del Territorio, vol. 3, pp. 301-310Webster K. (2015), The circular economy: a wealth of flows, Ellen MacArthur Foundation Pu-blishingZandonai F. (2014), L’impatto della rigenerazione. Gestione e accountability delle stazioni impre-senziate affidate da RFI a soggetti nonprofit, Rapporto di Ricerca, Trento: Euricse

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DOCUMENTIINTELI (2011), Creative-based Strategies in Small and Medium-sized Cities: Guidelines for Lo-cal Authorities, Óbidos MunicipalityDPS - Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (2013), Strategia nazionale per le Aree interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance. Accordo di Partenariato 2014-2020, RomaDPS - Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (2014), Strategia nazionale per le Aree interne. Accordo di Partenariato 2014-2020. Sezione 1°, RomaUVAL (2014), Strategia nazionale per le aree interne: definizione, obiettivi, strumenti e gover-nance, Materiali Uval: Documenti, n. 31, RomaPiani d’azione per l’energia sostenibile, P.A.E.S. “Monti Sicani e Valle del Platani”, 2015Piani d’azione per l’energia sostenibile, P.A.E.S. “Città a rete Madonie - Termini”, 2015Istat (2011a), Censimento della popolazione e delle abitazioni, Roma: IstatIstat (2011b), Censimento dell’agricoltura, Roma: IstatIstat (2011c), Censimento dell’industria e dei servizi, Roma: IstatRegione Siciliana, Assessorato Beni Culturali e dell’Identità Siciliana (1999), Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico RegionaleRegione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste (2000), Il distretto rurale di Monti Sicani, Palermo

NORMATIVEDirettiva 2001/2/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 - Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente (Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee L 197 del 21 luglio 2001) Direttiva 2008/1/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008 sulla preven-zione e la riduzione integrate dell’inquinamento (Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea L 24/8 del 29 gennaio 2008) Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152: Norme in materia ambientale. (GU n.88 del 14-4-2006 - Suppl. Ordinario n. 96 )Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4: Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale" (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 24 del 29 gennaio 2008 - Suppl. Ordinario n. 24/L)Decreto Presidenziale 8 luglio 2014, n. 23: Regolamento della valutazione ambientale strategi-ca (VAS) di piani e programmi nel territorio della Regione Siciliana (Gazzetta Ufficiale Regione Sicilia n. 39 del 19 settembre 2014)Delibera 6 giugno 2014 n.119 della Giunta Regionale Siciliana: Regolamento della valutazione ambientale strategica (VAS) di piani e programmi nel territorio della Regione siciliana

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NOTE BIOGRAFICHE

Maurizio Carta (Palermo 1967) è professore ordinario di urbanistica e pianificazione territoriale presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Plaermo. È Presidente della Scuola Politecnica dell'Università degli Studi di Palermo. Esperto di pianificazione urbana e territoriale, pianificazione strategica e rigenerazione urbana, ha redatto piani urbanistici, paesaggistici e strategici. Per le sue ricerche è invitato a tenere lezioni e conferenze in numerose università ed istituzioni italiane ed estere. È il responsabile delle Smart Planning Lab per la progettazione delle città intelligenti. È autore di più di 200 pubblicazioni, tra i libri più recenti: Creative City (2007), Governare l'evoluzione (2009), Reimagining Urbanism (2014).

Daniele Ronsivalle (Catania 1975), architetto e PhD in Pianificazione Territoriale e Urbanistica presso l’Università degli Studi di Palermo, è ricercatore presso il Dipartimento di Architettura. I suoi interessi di ricerca riguardano la pianificazione urbana, l’innovazione nel rapporto tra paesaggio e identità culturale e le nuove frontiere della pianificazione urbana: infrastrutture e uso del territorio, riciclo urbano e qualità della vita, sviluppo urbano e territoriale in crescita lenta. È componente e responsabile operativo dello Smart Planning Lab del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Palermo, in cui si occupa delle questioni dell'innovazione urbana legata alla smart city e allo sviluppo locale dei territori. Si occupa di valutazione e pianificazione strategica legata alla riqualificazione delle risorse territoriali, ambientali e paesaggistiche. È autore di numerose pubblicazioni sui temi della relazione tra paesaggio e pianificazione territoriale tra cui Ri-generare il paesaggio (2007). Ha lavorato negli ultimi anni anche a progetti di ricerca sui temi della rigenerazione dei waterfront urbani europei e mediterranei a partire dalle quali, con Maurizio Carta, ha realizzato il volume "The Fluid City Paradigm" che uscirà nel 2016 per i tipi di Springer Verlag.

Alessandra Badami (Palermo 1967), PhD in Pianificazione Urbana e Territoriale, è professore associato di Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Palermo. Conduce ricerche sulla valorizzazione del patrimonio culturale territoriale e sui processi di rinnovamento urbano per lo sviluppo economico e sociale e la riqualificazione delle città.

Andrea Carubia (Bergamo 1989) si laurea con lode all’Università degli Studi di Palermo in Ingegneria dei Sistemi Edilizi nel 2014 con una tesi di Restyling Energetico su edifici residenziali. Nel 2015 consegue il titolo di Esperto in Pianificazione integrata per lo Sviluppo Sostenibile. Dal 2014 inizia l’attività di libera professione e collabora con diversi studi in Sicilia.

Salvatore Cimino (Palermo 1974) è architetto e pubblicista. In qualità di landscape designer, ha collaborato a progetti per concorsi di architettura nazionali ed internazionali, mentre, come giornalista, ha redatto parecchi articoli su temi di attualità, società e cultura. Inoltre ha contribuito alla stesura di scritti e progetti relativi a diversi siti monumentali e archeologici, come la Villa del Casale di Piazza Armerina, Morgantina e Solunto.

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Annalisa Contato (Palermo 1982), architetto, ingegnere edile, esperto in Valorizzazione e gestione dei centri storici minori e PhD in Pianificazione Urbana e Territoriale, è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo e il Polo Universitario di Ricerca di Bivona e Santo Stefano Quisquina. I suoi interessi di ricerca si focalizzano sui temi del policentrismo, urban networks, smart city e sviluppo locale.

Giorgio Cuccia (Palermo 1987) laureato in Architettura presso l’Università di Palermo ed esperto in Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile. È stato cultore della materia presso il Laboratorio di Costruzione dell’Architettura dell’Università di Palermo. Vincitore del Concorso URBANPROMOGIOVANI2, con il Progetto di Rigenerazione Urbana del Waterfront di Palermo. Dal 2012 svolge la libera professione e collabora con studi di architettura e di ingegneria impiantistica.

Francesco Gravanti (Palermo 1983) si laurea all’Università degli Studi di Palermo in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale. Ha svolto stage presso enti pubblici nell’ambito della pianificazione urbanistica. Dal 2014 svolge la libera professione collaborando con lo studio di architettura e urbanistica del Prof. Urbani. Nel 2015 consegue il titolo di Esperto in Pianificazione integrata per lo sviluppo sostenibile.

Umberto La Commare (Palermo 1956) ingegnere meccanico, è professore ordinario di Tecnologie e Sistemi di lavorazione presso il DICGIM dell’Università degli studi di Palermo, dove tiene i corsi di Gestione della Produzione Industriale e di Gestione dell’Innovazione Tecnologica per il Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale. Le attività di ricerca negli ultimi anni si sono concentrate sui temi della tech-entrepreneurship e dal giugno 2003, su delega del Rettore, è Presidente del Consorzio ARCA, l’incubatore d’impresa dell’Università di Palermo.

Barbara Lino (Palermo 1980), architetto e PhD in Pianificazione Urbana e Territoriale, è ricercatore presso l'Università degli Studi di Palermo. I suoi interessi di ricerca si focalizzano sui temi della rigenerazione urbana, i contesti marginali e lo sviluppo locale. Tra le più recenti pubblicazioni: Periferie in trasform-azione. Riflessioni dai “margini” delle città (2013).

Emanuele Messina (Palermo 1986) è Pianificatore territoriale e Ricercatore di “Psicologia del turismo e marketing relazionale” all’interno dello IEMEST di Palermo. Nel 2015 consegue con lode il Master in Pianificazione Integrata per lo sviluppo sostenibile. Dal 2014 segue esperienze di pianificazione partecipata in Sicilia e svolge attività di ricerca e sviluppo, euro-progettazione e consulenze su temi quali innovazione e pianificazione urbana.

Marilena Orlando architetto, PHD in Pianificazione Urbana e Territoriale e docente a contratto di Sistemi Informativi Territoriali per l’urbanistica. Le esperienze di ricerca, a partire dallo studio di approcci metodologici innovativi a supporto del recupero dei centri storici, si sono estese al tema della rigenerazione urbana. Dal 2009 si occupa di sviluppo locale con particolare attenzione al ruolo degli indicatori come strumenti analitici e valutativi per l’avvio di strategie di azione locale.Dal 2014, in qualità di tecnologo presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo e il Polo Universitario di Ricerca di Bivona e Santo Stefano Quisquina, svolge attività di ricerca sullo sviluppo locale nelle aree interne al fine di individuare possibili strategie di rigenerazione rurale/urbana alimentate dalle risorse culturali e creative presenti.

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NOTE BIOGRAFICHE

Maurizio Carta (Palermo 1967) è professore ordinario di urbanistica e pianificazione territoriale presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Plaermo. È Presidente della Scuola Politecnica dell'Università degli Studi di Palermo. Esperto di pianificazione urbana e territoriale, pianificazione strategica e rigenerazione urbana, ha redatto piani urbanistici, paesaggistici e strategici. Per le sue ricerche è invitato a tenere lezioni e conferenze in numerose università ed istituzioni italiane ed estere. È il responsabile delle Smart Planning Lab per la progettazione delle città intelligenti. È autore di più di 200 pubblicazioni, tra i libri più recenti: Creative City (2007), Governare l'evoluzione (2009), Reimagining Urbanism (2014).

Daniele Ronsivalle (Catania 1975), architetto e PhD in Pianificazione Territoriale e Urbanistica presso l’Università degli Studi di Palermo, è ricercatore presso il Dipartimento di Architettura. I suoi interessi di ricerca riguardano la pianificazione urbana, l’innovazione nel rapporto tra paesaggio e identità culturale e le nuove frontiere della pianificazione urbana: infrastrutture e uso del territorio, riciclo urbano e qualità della vita, sviluppo urbano e territoriale in crescita lenta. È componente e responsabile operativo dello Smart Planning Lab del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Palermo, in cui si occupa delle questioni dell'innovazione urbana legata alla smart city e allo sviluppo locale dei territori. Si occupa di valutazione e pianificazione strategica legata alla riqualificazione delle risorse territoriali, ambientali e paesaggistiche. È autore di numerose pubblicazioni sui temi della relazione tra paesaggio e pianificazione territoriale tra cui Ri-generare il paesaggio (2007). Ha lavorato negli ultimi anni anche a progetti di ricerca sui temi della rigenerazione dei waterfront urbani europei e mediterranei a partire dalle quali, con Maurizio Carta, ha realizzato il volume "The Fluid City Paradigm" che uscirà nel 2016 per i tipi di Springer Verlag.

Alessandra Badami (Palermo 1967), PhD in Pianificazione Urbana e Territoriale, è professore associato di Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Palermo. Conduce ricerche sulla valorizzazione del patrimonio culturale territoriale e sui processi di rinnovamento urbano per lo sviluppo economico e sociale e la riqualificazione delle città.

Andrea Carubia (Bergamo 1989) si laurea con lode all’Università degli Studi di Palermo in Ingegneria dei Sistemi Edilizi nel 2014 con una tesi di Restyling Energetico su edifici residenziali. Nel 2015 consegue il titolo di Esperto in Pianificazione integrata per lo Sviluppo Sostenibile. Dal 2014 inizia l’attività di libera professione e collabora con diversi studi in Sicilia.

Salvatore Cimino (Palermo 1974) è architetto e pubblicista. In qualità di landscape designer, ha collaborato a progetti per concorsi di architettura nazionali ed internazionali, mentre, come giornalista, ha redatto parecchi articoli su temi di attualità, società e cultura. Inoltre ha contribuito alla stesura di scritti e progetti relativi a diversi siti monumentali e archeologici, come la Villa del Casale di Piazza Armerina, Morgantina e Solunto.

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Annalisa Contato (Palermo 1982), architetto, ingegnere edile, esperto in Valorizzazione e gestione dei centri storici minori e PhD in Pianificazione Urbana e Territoriale, è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo e il Polo Universitario di Ricerca di Bivona e Santo Stefano Quisquina. I suoi interessi di ricerca si focalizzano sui temi del policentrismo, urban networks, smart city e sviluppo locale.

Giorgio Cuccia (Palermo 1987) laureato in Architettura presso l’Università di Palermo ed esperto in Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile. È stato cultore della materia presso il Laboratorio di Costruzione dell’Architettura dell’Università di Palermo. Vincitore del Concorso URBANPROMOGIOVANI2, con il Progetto di Rigenerazione Urbana del Waterfront di Palermo. Dal 2012 svolge la libera professione e collabora con studi di architettura e di ingegneria impiantistica.

Francesco Gravanti (Palermo 1983) si laurea all’Università degli Studi di Palermo in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale. Ha svolto stage presso enti pubblici nell’ambito della pianificazione urbanistica. Dal 2014 svolge la libera professione collaborando con lo studio di architettura e urbanistica del Prof. Urbani. Nel 2015 consegue il titolo di Esperto in Pianificazione integrata per lo sviluppo sostenibile.

Umberto La Commare (Palermo 1956) ingegnere meccanico, è professore ordinario di Tecnologie e Sistemi di lavorazione presso il DICGIM dell’Università degli studi di Palermo, dove tiene i corsi di Gestione della Produzione Industriale e di Gestione dell’Innovazione Tecnologica per il Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale. Le attività di ricerca negli ultimi anni si sono concentrate sui temi della tech-entrepreneurship e dal giugno 2003, su delega del Rettore, è Presidente del Consorzio ARCA, l’incubatore d’impresa dell’Università di Palermo.

Barbara Lino (Palermo 1980), architetto e PhD in Pianificazione Urbana e Territoriale, è ricercatore presso l'Università degli Studi di Palermo. I suoi interessi di ricerca si focalizzano sui temi della rigenerazione urbana, i contesti marginali e lo sviluppo locale. Tra le più recenti pubblicazioni: Periferie in trasform-azione. Riflessioni dai “margini” delle città (2013).

Emanuele Messina (Palermo 1986) è Pianificatore territoriale e Ricercatore di “Psicologia del turismo e marketing relazionale” all’interno dello IEMEST di Palermo. Nel 2015 consegue con lode il Master in Pianificazione Integrata per lo sviluppo sostenibile. Dal 2014 segue esperienze di pianificazione partecipata in Sicilia e svolge attività di ricerca e sviluppo, euro-progettazione e consulenze su temi quali innovazione e pianificazione urbana.

Marilena Orlando architetto, PHD in Pianificazione Urbana e Territoriale e docente a contratto di Sistemi Informativi Territoriali per l’urbanistica. Le esperienze di ricerca, a partire dallo studio di approcci metodologici innovativi a supporto del recupero dei centri storici, si sono estese al tema della rigenerazione urbana. Dal 2009 si occupa di sviluppo locale con particolare attenzione al ruolo degli indicatori come strumenti analitici e valutativi per l’avvio di strategie di azione locale.Dal 2014, in qualità di tecnologo presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo e il Polo Universitario di Ricerca di Bivona e Santo Stefano Quisquina, svolge attività di ricerca sullo sviluppo locale nelle aree interne al fine di individuare possibili strategie di rigenerazione rurale/urbana alimentate dalle risorse culturali e creative presenti.

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Giovanni Panepinto (1961) è Sindaco di Bivona, Deputato Regionale e principale animatore del territorio dei Sicani.È stato segretario comunale nel 1994 e nel 2000 segretario comunale generale fino al 2002, anno in cui assume l’incarico di Segretario generale e Direttore Generale del Comune di Favara (AG).Consigliere comunale a Bivona (1983/1993), Sindaco della stessa città (1993/2002 e dal 2007 a oggi), deputato regionale (dal 2006 ad oggi) e componente della commissione Bilancio, è stato coordinatore responsabile del Patto Territoriale Generalista “Magazzolo – Platani” e del Patto Territoriale Agricolo “Magazzolo – Platani.” Attualmente è presidente della S.MA.P spa (Società per lo sviluppo del Magazzolo Platani), soggetto responsabile dei Patti territoriali Magazzolo Platani.

Maria Teresa Pollara (Palermo 1987) si laurea all’Università degli Studi di Palermo in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale. Inizia a collaborare in uno studio di Architettura e come consulente nel comune di Ficarazzi. Consegue il titolo di Esperta in Pianificazione Integrata per lo sviluppo sostenibile nel 2015, occasione che le permette di collaborare a un progetto Transnazionale “O.R.I. del Mediterraneo” PSR Sicilia 2007/2013.

Vincenzo Provenzano è professore associato di economia applicata presso l’Università di Palermo dove insegna economia regionale; svolge attività di ricerca nel campo degli aspetti reali e finanziari dello sviluppo regionale e locale. Visiting Scholar presso la Northestern University è componente di organizzazioni scientifiche nazionali e internazionali.

Pietro Sardina (Palermo 1987) si laurea con lode nel corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale presso l’Università degli Studi di Palermo. In seguito consegue con lode il master di II livello in Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile. Da circa sei mesi collabora con lo studio di architettura e urbanistica “IDEA Urbana”, per la redazione di piani e programmi inerenti il campo dei trasporti.

Luca Torrisi (Catania 1987) si laurea con lode (2013) in Architettura presso l’Università degli Studi di Palermo con una tesi sulla rigenerazione urbana; tematica che ha seguito anche partecipando al Concorso URBANPROMOGIOVANI2 (2010), risultando vincitore e al workshop Roma 20-25: nuovi cicli di vita della metropoli (2015). E’ esperto in Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile (2014). Svolge ricerche sulla pianificazione del governo del territorio e collabora con studi professionali.

Ignazio Vinci, Architetto, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Pianificazione urbana e territoriale all’Università di Palermo e una specializzazione in sviluppo locale presso il Formez. Insegna Urbanistica nel corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura della Scuola Politecnica di Palermo, dov’è titolare di un laboratorio di laurea e delegato per l’internazionalizzazione ed il programma Erasmus. Svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Architettura, occupandosi del fenomeno urbano in Italia ed in Europa, di analisi ed interpretazione di politiche di rigenerazione urbana e sviluppo locale, di innovazione nelle politiche e negli strumenti di governo del territorio. È stato consulente di diverse municipalità ed agenzie pubbliche nella progettazione, accompagnamento e valutazione di piani e programmi per lo sviluppo territoriale. È autore di oltre cento pubblicazioni tra libri, saggi ed articoli in riviste nazionali ed internazionali.

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Finito di stampare nel mese di gennaio del 2016dalla tipografia «la Cromografica S.r.l.»

00156 Roma – via Tiburtina, 912per conto della «Aracne editrice int.le S.r.l.» di Ariccia (RM)