UMAB€¦ · 1 UMAB Unione dei Medici Agopuntori Bresciani Scuola Superiore di Agopuntura IV Corso...
Transcript of UMAB€¦ · 1 UMAB Unione dei Medici Agopuntori Bresciani Scuola Superiore di Agopuntura IV Corso...
1
UMAB
Unione dei Medici Agopuntori Bresciani
Scuola Superiore di Agopuntura
IV Corso biennale di Agopuntura Auricolare
AGOPUNTURA AURICOLARE in ernia discale
lombare extraforaminale
Relatore :
Dr. Giancarlo Bazzoni
Correlatore:
Dr. Antonio Losio/Dr.Sergio Perini
Candidato:
Dr. Maurizio Ricci
Anno Accademico 2013/2014
2
Auricoloterapia in ernia discale lombare extraforaminale.
INTRODUZIONE
L’ernia del disco lombare sintomatica può essere causa di lombalgia, un disturbo
che nei paesi occidentali colpisce il 90% degli adulti nel corso della loro vita e che
rappresenta un frequente motivo di limitazione funzionale più o meno invalidante
al di sotto dei 45 anni di età. Si tratta della seconda causa assoluta di accesso a
valutazione medica. Di questa enorme popolazione di pazienti con lombalgia
meno del 5% presenta sintomi da conflitto radicolare e di questi solo l’1-3% avrà
evidenza radiologica di un’ernia discale.
Oltre l’85% dei pazienti con un’ernia discale sintomatica vedra’ migliorare i
propri sintomi in circa 6 settimane dall’esordio senza chirurgia [Fager CA, Surg
Neurol, 1994].
Le indicazioni alla chirurgia precoce o urgente non si sono modificate nel corso
degli anni ovvero: la presenza di una sindrome della cauda equina, l’acuto
sviluppo di un deficit motorio o la presenza di una grave sindrome dolorosa
resistente a qualsiasi altro trattamento antalgico conservativo.
Le ernie discali si manifestano più spesso tra i 30 ed i 50 anni, quando il nucleo
centrale è ancora ben idratato e gelatinoso. Con l’età il rischio di formazione di
ernie si riduce. La prevalenza nel corso della vita di ernia del disco lombare è stata
stimata pari all’1-3% nei paesi occidentali. Nel 1999 l’indagine ISTAT sullo stato
di salute in Italia segnala che l’8,2% della popolazione ha riferito di essere affetto
da «lombosciatalgia» (7,3% maschi e 9,3% femmine).
CENNI DI ANATOMIA
Per comprendere cosa sia un’ernia discale si deve prima conoscere la struttura
anatomica della colonna vertebrale.
3
Il rachide in tutta la sua estensione è il centro dell'equilibrio, del collegamento del
cervello con i 5 organi di senso, i quattro arti, i legamenti, le ossa i muscoli e gli
Zang-fu.
Grazie all'azione dei muscoli, dei legamenti e delle capsule articolari, siamo in
grado di stare in piedi e muoverci in tutte le direzioni.
L'eleganza e la bellezza del movimento, dipendono fondamentalmente dalla
cooperazione tra vertebre, articolazioni, legamenti e muscoli.
In Medicina tradizionale cinese la colonna ha la funzione di: 1) contenere il
midollo; 2) dare solidità; 3) permettere qualunque movimento.
La colonna vertebrale è costituita da 32-33 vertebre (7 cervicali, 12 toraciche e 5
lombari, 5 sacrali e 3-4 coccigee). Ogni vertebra è numerata con un numero
crescente dall’alto verso il basso, C1-C2-C3…C7-T1-T2-T3…T12-L1-L2-L3-L4-
L5-S1… l’ultima vertebra lombare, denominata L5, è posta sopra la prima
vertebra dell’osso sacro, denominata S1. Tra una vertebra e l’altra sono interposti
i dischi intervertebrali, che sono nominati attraverso il numero e la sede della
vertebra soprastante e sottostante. Ad esempio il disco C4-C5 è il disco compreso
tra la quarta e la quinta vertebra cervicale, mentre il disco compreso tra la quarta e
la quinta vertebra lombare si chiamerà disco L4-L5.
Nella maggior parte dei casi, l’ernia del disco si verifica nella regione lombare (il
95% in L4-L5 e L5-S1), seguita dalla regione cervicale (il più delle volte C5-C6,
C6-C7) e quindi dalla toracica per solo 0,15-4,0% dei casi. I dischi toracici sono
infatti molto stabili e le ernie in questa regione sono piuttosto rare.
4
La funzione del disco intervertebrale è quella di garantire una stabilità dinamica
del rachide, consentendo un sostegno ed una distribuzione del carico. Il disco è
costituito da una parte centrale detta nucleo polposo ed una periferica detta anello
fibroso o più comunemente “anulus”. Il nucleo polposo può degenerare attraverso
una riduzione della quota di proteoglicani e quindi disidratarsi. Questo determina
una maggiore suscettibilità al traumatismo del disco intervertebrale unitamente
all’aumento eccessivo della pressione intradiscale sotto carico.
5
L’anello fibroso pur lacerato per lo stress meccanico, non si rompe in molti casi
ed il disco rimane integro sebbene deformato: si parla allora di protrusione discale
o bulging. Quando invece l’anello fibroso si rompe, si parla di ernia discale.
Volendo essere molto precisi si dovrebbe evitare di parlare di ernia discale in
molti casi. La più corretta denominazione comune a tutte le deformazioni del
disco dovrebbe essere protrusione discale. A sua volta la protrusione è distinta in
protrusione armonica o circonferenziale (bulging) quando il disco è allargato in
tutta la sua circonferenza (come una gomma sgonfia); e protrusione focale quando
il disco presenta una deformazione in un solo punto. Quest’ultima condizione è
quella chiamata comunemente ernia discale e che determina il conflitto con la
radice nervosa adiacente.
Esiste una ricca nomenclatura per descrivere le anomalie del disco intervertebrale
[Jensen et al. N Engl J Med,1994] [Fardon DF, Milette PC. Nomenclature and
classification of lumbar disc pathology. Spine 2001; 26: E93-E113.], i seguenti
termini sono i piu’ condivisi:
− Degenerazione: iniziale disidratazione del nucleo polposo, riduzione di
altezza del disco stesso, non è presente estensione di materiale discale oltre
i limiti anatomici. Si tratta della condizione piu’ spesso responsabile del
cosiddetto low back pain.
− “Bulging”: circonferenziale estensione simmetrica del disco oltre i limiti
del piano vertebrale.
− Protrusione: focale ed asimmetrica estensione del materiale discale oltre il
piano vertebrale con evidente continuità con il disco, tale condizione puo’
determinare conflitto radicolare ed essere difficilmente distinguibile
dall’ernia discale.
− Ernia: franca estensione del materiale focalmente oltre l’interspazio
discale, può essere espulsa quando il frammento erniato è disgiunto dal
disco, può essere migrata quando supera in senso cranio-caudale i limiti
dell’interspazio
6
RM lombosacrale scansioni sagittali.
A sinistra differenti gradi di disidratazione discale. Al centro ernia discale L5-S1, a destra voluminosa
ernia discale L4-L5.
Sul piano assiale, l’ernia del disco e la protrusione, in base a come l’abbiamo
definita, potrà essere prevalentemente mediana o paramediana da un lato, potrà
occupare il forame prossimalmente (ernia pre-foraminale/foraminale) oppure
distalmente (ernia extraforaminale).
7
TC lombosacrale a sinistra ed RM lombosacrale scansioni assiali.
A sinistra ernia discale pre-foraminale-foraminale sinistra. Al centro ernia foraminale destra; a destra
voluminosa ernia extraforaminale destra.
CLINICA
L’anamnesi e l’esame clinico del paziente con lombalgia e/o dolore radicolare
devono essere orientati prima di tutto a identificare i casi in cui i sintomi possono
dipendere da malattie sistemiche, infiammatorie, neoplastiche o infettive che
coinvolgono il rachide. Nei pazienti che presentano, oltre al dolore lombare
irradiato o meno, i cosiddetti “semafori rossi” si deve prestare estrema attenzione:
− deficit neurologico esteso e/o progressivo;
− anamnesi positiva per tumore, calo ponderale non spiegabile, astenia
protratta;
− febbre;
− dolore ingravescente continuo a riposo e notturno;
8
− traumi recenti, assunzione protratta di cortisonici, osteoporosi;
− quadro clinico della sindrome della cauda equina con anestesia a sella in
regione perineale, ritenzione o incontinenza urinaria e/o fecale, ipostenia
bilaterale degli arti inferiori;
Talvolta viene riferito un momento preciso in cui i sintomi sono iniziati, ma non è
una regola assoluta. Non sempre inoltre viene riferito un particolare movimento
causativo quale uno sforzo in flessione del rachide o semplicemente un
movimento repentino dello stesso dalla posizione di riposo.
Classicamente il paziente affetto da ernia discale lombare lamenta una
lombosciatalgia (L4-L5, L5-S1) o una lombocruralgia (L2-L3, L3-L4)
monolaterale. Sebbene sia possibile un coinvolgimento bilaterale, (ad es. ernie
discali mediane voluminose) questa evenienza è piuttosto rara. Alcuni pazienti
lamentano solo dolore cruralgico o sciatalgico e non riferiscono una componente
lombalgica se non come una sensazione di indolenzimento o contrattura. Per
sciatalgia, si intende un dolore irradiato all’arto inferiore lungo il decorso
sensitivo del nervo sciatico composto dalle radici L4 (in parte), L5 e S1. Per
cruralgia s’intende un dolore irradiato alla coscia anteriore o anteromediale fino al
ginocchio (L2, L3, parte di L4). Il dolore ischialgico o sciatico è riferito nelle
zone (dermatomeri) innervate dalle radici L4(parte), L5 e S1 compresse dall'ernia.
Un'ernia paramediana destra L4-L5 comprimerà la radice di L5 e provocherà
dolore e, eventualmente, alterata sensibilità cutanea nella zona irradiata da L5.
Talvolta viene riferita la sola lombalgia. Questo è il caso di ernie discali contenute
o sottolegamentose mediane o paramediane in cui non vi è un coinvolgimento
delle strutture radicolari. Il dolore sarebbe quindi di origine puramente
legamentosa (dissecazione e scollamento del legamento longitudinale posteriore)
o anulare (rottura dell’anulus). La lombalgia rappresenta talvolta l’esordio clinico
della patologia a cui segue la radicolalgia. Il dolore è generalmente accentuato dai
movimenti del rachide (flessione soprattutto), dai colpi di tosse, dallo starnutire,
dal ponzare e dalla manovra di Valsalva. Un’altra presentazione possibile è la
cosiddetta “sciatica paralizzante” in cui il segno prevalente è la difficoltà a
9
deambulare a causa dell’invalidante deficit muscolare. Infine la sintomatologia
può esordire con una “sindrome della cauda equina” e cioè un coinvolgimento
multiradicolare associato a gravi compromissioni neurologiche sfinteriche
(incapacità a trattanere urine e feci) e la classica anestesia a sella.
Una postura antalgica (al fine di evitare il dolore) è spesso riscontrabile,
soprattutto nella fase acuta della patologia. Talvolta il paziente è obbligato a letto
con anche e ginocchia flesse allo scopo di detendere le strutture nervose.
L’ernia del disco può comprimere a tal punto le strutture nervose da provocare un
deficit della sensibilità cutanea o un deficit muscolare. Il deficit muscolare può
variare da una semplice ipostenia (mancanza di forza) di un singolo muscolo
dell’arto inferiore ad una paralisi completa di più muscoli. Spesso al deficit
muscolare si associa un deficit neurologico sensitivo a livello del dermatomero
della radice interessata dall’ernia.
Come è noto esiste una corrispondenza anatomica e funzionale tra determinate
radici nervose, singoli muscoli, zone di alterata sensibilità cutanea e dolore
irradiato. Le regole che caratterizzano la distribuzione nervosa metamerica e
dermatomerica all’arto inferiore sono complesse a causa di una fitta rete
anastomotica(di interconnessione) che le strutture nervose subiscono prima di dar
luogo alle terminazioni periferiche. E’ possibile una certa variabilità
interpersonale. Di fatto ogni muscolo dell’arto inferiore è innervato da più di una
radice lombare sebbene sia sempre riconoscibile una radice prevalente. E’
comunque possibile risalire con grande probabilità alla radice nervosa compressa
analizzando la forza dei singoli muscoli dell’arto inferiore. La sensibilità cutanea
dell’arto inferiore, come è stato detto, viene anch’essa alterata dalla compressione
delle strutture nervose. Varie distribuzioni dermatomeriche sono state descritte
negli anni. L’alterazione della sensibilità cutanea può comportare aree di
anestesia(nessuna sensazione al tatto), di ipoestesia(poca sensazione al tatto), di
parestesia(formicolio) o di disestesia (sensazione irradiata di dolore urente-
pungiforme alla palpazione delle zone cutanee di alterata sensibilità).
10
11
DIAGNOSI
Considerata l’elevata frequenza di remissione del quadro clinico spontanea o a
seguito di trattamenti conservativi, nei casi in cui non siano presenti i semafori
rossi, si raccomanda di attendere almeno 4-6 settimane dall’insorgenza dei
sintomi prima di effettuare gli accertamenti di diagnostica per immagini. TC e
RM si equivalgono in termini di accuratezza diagnostica, ma la RM ha il
vantaggio di non esporre il paziente al rischio radiologico e dare un maggiore
dettaglio dei tessuti molli. La radiografia della colonna non è indicata come esame
di routine in pazienti con dolore radicolare, salvo che in caso di sospetta frattura
vertebrale o di sospetta spondilite. Non si raccomanda l’effettuazione di routine
dei test elettrofisiologici. Lo studio RX in dinamica puo’ essere utile nei casi in
cui si sospetti una instabilita’ vertebrale (per esempio nei casi di recidiva).
TERAPIA
I trattamenti utilizzati per l’ernia del disco lombare sintomatica includono gli
interventi di discectomia, gli interventi mini-invasivi quali la chemonucleolisi,
compresa l’ozonoterapia, le iniezioni di farmaci epidurali e i trattamenti
conservativi. Vi è buona evidenza che la discectomia standard sia più efficace
rispetto al trattamento conservativo per la risoluzione del dolore ma l’effetto è
limitato nel tempo e tende ad annullarsi a quattro anni dall’intervento. La
microdiscectomia è di efficacia pari alla discectomia standard. Non vi sono prove
sufficienti sull’efficacia della discectomia percutanea automatizzata e degli
interventi con laser o con coblazione. Considerando che l’effetto della discectomia
a distanza di tempo è sovrapponibile ai trattamenti conservativi e che le ernie
discali si riassorbono guarendo spontaneamente con elevata frequenza, è
fondamentale che il paziente sia informato esaustivamente sulla storia naturale
della condizione, sulla migliore efficacia limitata nel tempo del trattamento
12
chirurgico rispetto ai trattamenti conservativi, sui rischi legati all’intervento
chirurgico e sulle alternative terapeutiche.
Discectomia o microdiscectomia
Si tratta dell’asportazione del frammento erniato con parziale discectomia per via
interlaminare, puo’ essere associata a seconda dei casi a foraminotomia Questa
procedura non è esente da complicanze intra e postoperatorie temibili, quali la
discite, il danno alle radici nervose, le complicanze vascolari immediate o tardive
e l’instabilità vertebrale.
Gli studi di coorte retrospettivi basati sui dati del sistema informativo ospedaliero
condotti in Finlandia su pazienti operati per ernia del disco lombare stimano rischi
cumulativi di reintervento a nove anni pari al 18,9% e di interventi successivi
dopo il primo reintervento a dieci anni pari al 25,1%.Il rischio di reintervento in
una coorte retrospettiva di 993 pazienti operati di microdiscectomia è risultato
pari al 7,9% a dieci anni. Altre fonti riportano che i tassi di reintervento dopo
chirurgia del disco lombare variano ampiamente dal 3% al 15%. I tassi di
reintervento a uno e dieci anni, calcolati dal Registro nazionale svedese per la
chirurgia della colonna lombare, dove sono state registrate 27.500 operazioni tra il
1987 e il 1999, sono risultati pari rispettivamente al 5% e al 10%. Questi tassi
sono diminuiti del 40% nel tempo, durante il periodo dello studio. Nel Registro
nazionale svedese il tasso di mortalità a 30 giorni è stimato pari a 0,5 per 1.000 e
l’incidenza delle complicanze pari a 2,7% per la discectomia convenzionale e a
5,8% per la microdiscectomia.
Artrodesi
Procedure chirurgiche che prevedono l’impianto di mezzi di sintesi come
l’artrodesi posteriore o postero-laterale, PLIF (poste-lateral interbody fusion) ed
altri interventi come la protesi di disco non possono essere considerati nella
13
terapia dell’ernia del disco in quanto l’indicazione è strettamente legata alla
presenza di instabilità vertebrale documentata come può accadere in caso di
ripetute discectomie per ernia del disco.
AURICOLOTERAPIA
Le radici dell’auricoloterapia si perdono nella notte dei tempi, già ai tempi di
Ippocrate IV sec a.c. si incideva il padiglione auricolare per l'impotenza, e in
tempi più recenti nel X secolo Avicenna incideva il padiglione posteriore
dell'orecchio per il mal di testa.
Nel 1637 un medico portoghese Zacutus Lusitanus descrive l’utilità delle
cauterizzazioni dell’orecchio nel trattamento delle nevralgie del nervo sciatico.
L'auricoloterapia nasce in Francia negli anni Cinquanta grazie alle illuminanti
intuizioni del medico transalpino Paul Nogier e attualmente è studiata con un
approccio scientifico (auricoloterapia correlata alla risonanza magnetica
funzionale cerebrale) in un apposito Diploma inter-universitario (DIU) nelle
università francesi. Alla scuola francese si è affiancata anche quella cinese che
grazie al grosso numero di pazienti disponibili ha ampliato notevolmente le
conoscenze sulle indicazioni
14
terapeutiche e ha definito in maniera più precisa gli ambiti di azione specifici. Il
principio base di questa disciplina è che a livello del padiglione auricolare
(microsistema orecchio rappresentativo del macrosistema uomo) sia presente una
qualche forma di mappa della rappresentazione di strutture e funzioni
dell'organismo, in un rapporto bidirezionale sia diagnostico che terapeutico. Già
agli inizi degli anni Cinquanta Paul Nogier ipotizzò che a livello dell'antelice vi
fosse la rappresentazione della colonna vertebrale e più in generale che a livello
del padiglione auricolare esistesse una rappresentazione somatotopica di tutto
l'organismo, raffigurando nella forma dell'orecchio l'immagine di un feto
rovesciato.
Somatotopia auricolare della colonna vertebrale
La colonna vertebrale si proietta lungo l’antelice partendo dal basso (incisura
antitragale) con la corrispondenza dell’atlante e risale, vertebra per vertebra, tutto
l’antelice fin sotto la plica della radice dell’elice dove troviamo il
coccige. Trattare a livello di C1 è importante per lo sblocco della rotazione del
capo e le nevralgie di pertinenza del nervo grande occipitale. Va trattata anche
nelle artrosi cervicali e nelle cefalee della base con proiezione anteriore. Il punto
zero è il centro dell’equilibrio elettrico dell’orecchio. Rappresenta la proiezione
del plesso solare. Il suo trattamento aumenta la soglia di sensibilità al dolore e
facilita la ricerca di punti patologici sull’orecchio. Utile per ottenere la lisi degli
spasmi viscerali e del diaframma. Si nota una maggiore efficacia degli aghi sui
punti dell’orecchio dominante; il destro nei destrimani, il sinistro nei mancini
(Sembianti G. trattato di riflessoterapia agopuntura 1980, p.523).
I punti auricolari possono essere stimolati sia con l'infusione di aghi che con la
stimolazione elettrica transcutanea tramite appositi apparecchi elettrostimolatori.
Per valutare l’efficacia della terapia auricolare, utilizzeremo una scala lineare
denominata VAS ( scala analogica visiva ), che rappresenta l’ampiezza del
dolore che il paziente avverte.
15
Questa scala va da un valore minimo di 1 che rappresenta l’assenza di dolore ad
un valore massimo di 10 che rappresenta il peggior dolore immaginabile.
16
CASE REPORT
ANAMNESI:
Donna 73 anni
Normotipo
Destrimane corretta
Ex fumatrice
Allergia alle punture di insetto
DM tipo II in Tp con Metforal e Glicazide
Ipertensione arteriosa in Tp con Triatec
1997 intervento chirurgico di protesi di spalla sx per periartrite degenerativa
1998 intervento chirurgico di laminectomia e asportazione di ernia discale L4/L5
Da circa 1 anno la paziente lamenta dolore acuto a livello lombare che si estende
alla natica sx e lungo la faccia anterolaterale della coscia sx.e formicolio che ne
limita la deambulazione facendola zoppicare. [ VAS 8 ]
INDAGINI ESEGUITE
RMN lombosacrale che evidenzia ernia extraforaminale L2/L3.
TERAPIA ESEGUITA
Numero due infiltrazioni a distanza di quindici giorni, l’una dall’altra, delle
faccette articolari con Naropina e Kenacort.
Terapia medica con Lyrica e Arcoxia, tutto ciò ha portato a una diminuzione della
sintomatologia acuta ma attualmente, circa dieci giorni dall’ultima infiltrazione,
persiste dolore intenso con formicolio a livello della natica sx. e lungo la coscia
sx. e l’andatura permane zoppicante.[ VAS 6 1 SEDUTA
17
DIAGNOSI AURICOLARE
➢ Ispezione: n.n.
➢ Elettrica: 4 punti Funzionali ( P0, Shen Men, Allergico, Thalamus,
Jerome)
➢ Baroestesica: trovati 4 punti Dolorosi a livello del ramo inferiore
dell’Antelice ( punti della colonna vertebrale: mappa francese e cinese ) ne
scelgo 2 quelli a più bassa resistenza.
TERAPIA
❖ Stimolazione elettrica del punto Zero qualche secondo, a bassa frequenza [
4Hz-1min ] i punti funzionali e ad alta frequenza [15Hz-2min] i punti
neuroriflessi
❖ Posizionati N 7 aghi semipermanenti Pyonex 4 gialli e 3 blu su orecchio
sinistro
18
• Allergico
• Shen Men
• Punti Neuroriflessi
• Thalamus
• Jerome
NOTE: Al termine della seduta la paziente riferisce di sentirsi l’arto “meno
pesante, meno tensione muscolare“.
Permane il dolore che è inalterato.
Il formicolio alla natica e lungo la coscia sinistra è scomparso.
La deambulazione è ancora zoppicante.
19
Due giorni dopo la paziente riferisce che il dolore lombosacrale si è ridotto
lievemente , non più formicolio, andatura prevalentemente zoppicante a brevi
tratti lineare. [ VAS 5 ]
Dopo sette giorni rimozione aghi.
Ottavo giorno II seduta.
2 SEDUTA
DIAGNOSI AURICOLARE
➢ Ispezione: n.n.
➢ Elettrica: 4 punti Funzionali (Shen Men, Allergico, Thalamus,
Neuroendocrino )
➢ Baroestesica: trovati 2 punti Dolorosi a livello del ramo inferiore
dell’Antelice ( punti della colonna vertebrale: mappa francese e cinese )
TERAPIA
❖ Posizionamento aghi seiring ( 0,20 x15) per 10 min
❖ Posizionamento N 7 aghi semipermanti Pyonex 4 gialli 3 blu su orecchio
sinistro
20
•Allergico
•Shen Men
•Punti Neuroriflessi
•Thalamus
•Neuroendocrino
NOTE: Al termine della seduta la paziente riferisce di aver avuto un lieve
beneficio.
Dopo due giorni conferma un lieve miglioramento del dolore. [ VAS 4 ]
Dopo sette giorni rimozione degli aghi con ulteriore miglioramento della
sintomatologia, il dolore alla natica e così come lungo la gamba si è ridotto
ulteriormente, il formicolio è assente e l’andatura è pressoché lineare. [ VAS 3/4 ]
Ottavo giorno 3 seduta.
21
3 SEDUTA
DIAGNOSI AURICOLARE
➢ Ispezione: n.n.
➢ Elettrica: : 4 punti Funzionali (Shen Men, Allergico, Thalamus,
Neuroendocrino )
➢ Baroestesica: trovati 3 punti Dolorosi a livello del ramo inferiore
dell’Antelice ( punti della colonna vertebrale: mappa francese e cinese ) ne
scelgo 2 quelli a più bassa resistenza
TERAPIA AURICOLARE
❖ Stimolazione elettrica punto Zero qualche secondo, punti Funzionali ( 4
Hz x 1 min ) e punti Neuroriflessi ( 15 Hz x 2 min )
❖ Posizionati N 7 aghi Pyonex semipermanti 4 verdi, 3 blu
22
NOTE: Al termine della seduta la paziente riferisce che il dolore lungo la gamba
sinistra sembra essersi ulteriormente attenuato.
In tarda serata riferisce di sentire tanto dolore in due punti dove sono stati
posizionati gli aghi semipermanenti e nota anche rossore della cute interessata, per
cui gli consiglio di rimuoverli.
Precisamente sono il Neuroendocrino e un punto Neuroriflesso della colonna.
Dopo due giorni la paziente riferisce che la situazione dolore non è cambiata ma
rimane stazionaria. [ VAS 3 ]
Dopo sei giorni la paziente mi riferisce che il dolore lombare è aumentato di
intensità soprattutto alla notte quando è sdraiata è tornato il formicolio e si è
accentuato anche il dolore lungo la gamba soprattutto durante la deambulazione. [
VAS 4 ].
Dopo sette giorni rimozione degli aghi rimasti.
Ottavo giorno 4 seduta.
23
4 SEDUTA
DIAGNOSI AURICOLARE
➢ Ispezione : n.n.
➢ Elettrica: 4 punti Funzionali (Shen Men, Allergico, Thalamus,
Neuroendocrino )
➢ Baroestesica: trovati 2 punti Dolorosi a livello del ramo inferiore
dell’Antelice ( punti della colonna vertebrale: mappa francese e cinese )
TERAPIA
❖ Stimolazione elettrica punto Zero qualche secondo, punti Funzionali ( 4
Hz x 1 min ) e punti Neuroriflessi ( 15 Hz x 2 min )
❖ Posizionati N 7 aghi Pyonex semipermanti 4 verdi, 3 blu
NOTE: Al termine della seduta la paziente riferisce di aver già giovamento del
trattamento.
Dopo due giorni vi è un ulteriore miglioramento della sintomatologia soprattutto
quella notturna, riesce a riposare tutta la notte senza svegliarsi dal dolore, il
formicolio è scomparso nuovamente e durante la deambulazione il livello del
dolore rimane inalterato. [ VAS 3 ]
Dopo sei giorni situazione stazionaria discreto controllo del dolore localizzato
prevalentemente in zona lombare, assente alla gamba, lieve alla natica per cui
decidiamo di vederci dopo quindici giorni e di lasciare gli aghi in sede un po’ più
a lungo e rimuoverli il quattordicesimo giorno.
Quindicesimo giorno 5 seduta.
24
5 SEDUTA
DIAGNOSI AURICOLARE
➢ Ispezione : n.n.
➢ Elettrica: 4 punti Funzionali (Shen Men, Allergico, Thalamus,
Neuroendocrino )
➢ Baroestesica: trovati 1 punto Doloroso a livello del ramo inferiore
dell’Antelice ( punti della colonna vertebrale: mappa francese e cinese )
TERAPIA
❖ Stimolazione elettrica punto Zero qualche secondo, punti Funzionali ( 4
Hz x 1 min ) e punti Neuroriflessi ( 15 Hz x 2 min )
❖ Posizionati N 6 aghi Pyonex semipermanti 4 gialli , 2 blu
NOTE: Al termine della seduta la paziente riferisce di stare discretamente bene è
scomparso il dolore alla natica e lungo la gamba sinistra, il formicolio è assente,
l’andatura è lineare, permane sempre un lieve fastidio in zona lombare che si
accentua in determinate posture. [ VAS 2 ].
Decidiamo di mantenere gli aghi in sede per quindici giorni e vederci dopo un
mese
Attualmente la paziente si sottopone una volta al mese a sedute di auricoloterapia,
il protocollo utilizzato è : Shen Men, Thalamus, Allergico, Neuroendocrino e
punti Dolorosi.
Il dolore acuto rimane un ricordo convive con un lieve fastidio lombare [ VAS 1]
che tende ad accentuarsi in prossimità delle sedute cioè a circa 10-15 giorni dalla
rimozione degli aghi [ VAS 2/3 ].
25
Giorno 0 ( VAS 8 )
Giorno 2 ( VAS 5 )
Giorno 20 ( VAS 3 )
Giorno 26 ( VAS 3 )
Giorno 31 ( VAS 2 )
26
CONCLUSIONI DEL CASO
In 40 giorni circa di trattamento vi è stato un calo del VAS da 8 a 2 pari a più del
60% di riduzione della sintomatologia dolorosa.
La scelta di shiftare il punto Jerome, utilizzato per le sue capacità antitensive
muscolari, miorilassanti e sedative in situazioni di stress emozionale, al punto
Neuroendocrino che predilige la componente neuropatica del dolore ha contribuito
in maniera positiva sulla discesa del VAS e quindi sulla riduzione della
sintomatologia dolorosa.
Dopo 130 giorni il VAS è pressoché costante a 1 ma, con l’allungarsi dello spazio
morto, cioè il periodo che va dal giorno in cui vengono rimossi gli aghi e il giorno
della seduta, la VAS aumenta talvolta a 2/3.
Ciò significa che la paziente risulta ancora dipendente all’auricoloterapia.
Attualmente la paziente si sottopone ad sedute ogni 35-40 giorni.
27
BIBLIOGRAFIA
• Sembianti G. - Trattato di Riflessoterapia Agopuntura 1980
• Fazio C. Loeb C. - Neurologia - Società Editrice Universo 1996
• Bazzoni G. - Conoscere l’Auricoloterapia - Zeropiù & Starbene 2009
• Sponzilli O. - Auricoloterapia - Tecniche Nuove 2013
• Keskimaki I, Seitsalo S, Osterman H, Rissanen P. Reoperations after
lumbar disc surgery. Spine 2000; 25: 1500-8.
• Osterman H, Sund R, Seitsalo S, Keskimaki I. Risk of multiple
reoperations after lumbar discectomy: a population-based study. Spine
2003; 28: 621-7.
• Gaston P, Marshall RW. Survival analysis is a better estimate of recurrent
disc herniation. J Bone Jt Surg Ser B 2003; 85: 535-7.
• Vucetic N. Clinical diagnosis of lumbar disc herniation. Outcome
predictors for surgical treatment [thesis/dissertation]. Stockholm:
Karoinska Institutet, 1997.
• Suk KS, Lee H, Moon S, Kim N. Recurrent lumbar disc herniation, results
of operative management. Spine 2001; 26: 672-6.
• Jansson KA, Nemeth G, Granath F, Blomqvist P. Surgery for herniation of
a lumbar disc in Sweden between 1987 and 1999. J Bone Joint Surg 2004;
86: 841-7.
• Stromqvist B, Jonsson B, Fritzell P, Hagg O, Larsson BE, Lind B. The
Swedish National Register for Lumbar Spine Surgery. Acta Orthop Scand
2001; 72: 99-106.
28
INDICE
▪ Introduzione pag 2
▪ Cenni di anatomia pag 2
▪ Clinica pag 7
▪ Diagnosi pag 11
▪ Terapia pag 11
▪ Auricoloterapia pag 13
▪ Case report pag 16
▪ Bibliografia pag 27
▪ Indice pag 28