1 INFLAZIONE, DISOCCUPAZIONE E ASPETTATIVE. 2 Nel breve periodo la società deve confrontarsi con la...
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INFLAZIONE, DISOCCUPAZIONE E ASPETTATIVE
2
Nel breve periodo la società deve confrontarsi con la alternativa:
controllo della disoccupazione espandendo la domanda aggregata, ma a costo di maggiore inflazione
controllo dell’inflazione contraendo la domanda aggregata, ma a costo di maggiore disoccupazione
La curva di Phillips
3
figu
ra d
ella
cu
rva
di P
hill
ips
Tasso di disoccupazione (percentuale)
0 4 7
Tasso diinflazione
(percentuale annua)
B
A
6
2
Curva di Phillips
Curva di Phillips
4
La politica monetaria e quella fiscale possono modificare la curva di domanda aggregata, spostando la posizione dell’economia lungo la curva di Phillips
Curva che si limita a mostrare le possibili combinazioni corrispondenti agli spostamenti di breve periodo della curva di domanda aggregata lungo la curva di offerta aggregata di breve periodo
Lo scambio inflazione / disoccupazione (The Tradeoff Between Inflation and Unemployment)
5
E nel lungo periodo?
Nel 1968, Milton Friedman e Edmund Phelps, indipendentemente, pubblicarono lavori in cui si nega la validità della curva di Phillips nel lungo periodo
Vale la relazione moneta inflazione, ma non quella moneta crescita (e quindi occupazione)
6
rela
zio
ni n
el l
. p
erio
do
La crescita dell’offerta di moneta determina il tasso d’inflazione ma, indipendentemente da questo, il tasso di disoccupazione tende a collocarsi al proprio livello naturale
Di conseguenza la curva di Phillips di lungo periodo è verticale
7
curv
a n
el l
. p
erio
do
1
Curva di Phillips nel lungo periodo
Tasso di disoccupazione
0 Tasso naturale di disoccupazione
Tasso di inflazione
B
Curva di Phillips di lungo periodo
Inflazione elevata
AInflazione moderata
2. … ma nel lungo periodo la disoccupazione rimane al suo tasso naturale
1. Se la banca centrale aumenta il tasso di crescita dell’offerta di moneta, il tasso di inflazione aumenta …
8
La politica monetaria espansiva muove l’economia da A (bassa inflazione) a B (alta inflazione) senza modificare il tasso di disoccupazione
Significato di “naturale” per tasso di disoccupazione: fuori dalla possibilità di controllo da parte della politica monetaria
L’evidenza storica conferma questa ipotesi
9
curv
a n
el l
. p
erio
do
2.1
Domanda aggregata e curva di Phillips nel lungo periodo
Tasso naturale di disoccupazione
Curva di Phillips di lungo periodo
0
La curva di Phillips
Tasso diinflazione
B
A
Tasso naturale di produzione
0
P2
P1
Domanda aggregata, AD1
Offerta aggregata di lungo periodo
Modello di domanda e offerta aggregata
Livello dei prezzi
AD2
10
curv
a n
el l
. p
erio
do
2.2
Domanda aggregata e curva di Phillips nel lungo periodo
B
A
0
P2
P1
1. Un aumento dell’offerta di moneta fa aumentare la domanda aggregata …
AD2
Curva di Phillips di lungo periodo
La curva di Phillips
Tasso diinflazione
Offerta aggregata di lungo periodo
Modello di domanda e offerta aggregata
Livello dei prezzi
Tasso naturale di disoccupazione
0Tasso naturale di produzione
Domanda aggregata, AD1
11
curv
a n
el l
. p
erio
do
2.3
Domanda aggregata e curva di Phillips nel lungo periodo
B
A
0
P2
P1
2. … e il livello dei prezzi …
Curva di Phillips di lungo periodo
La curva di Phillips
Tasso diinflazione
Offerta aggregata di lungo periodo
Modello di domanda e offerta aggregata
Livello dei prezzi
1. Un aumento dell’offerta di moneta fa aumentare la domanda aggregata …
AD2Domanda
aggregata, AD1 Tasso naturale di disoccupazione
0Tasso naturale di produzione
12
curv
a n
el l
. p
erio
do
2.4
Domanda aggregata e curva di Phillips nel lungo periodo
3. … il tasso di inflazione aumenta …
B
A
0
P2
P1
2. … e il livello dei prezzi …
Curva di Phillips di lungo periodo
La curva di Phillips
Tasso diinflazione
Offerta aggregata di lungo periodo
Modello di domanda e offerta aggregata
Livello dei prezzi
1. Un aumento dell’offerta di moneta fa aumentare la domanda aggregata …
AD2Domanda
aggregata, AD1 Tasso naturale di disoccupazione
0Tasso naturale di produzione
13
curv
a n
el l
. p
erio
do
2.5
Domanda aggregata e curva di Phillips nel lungo periodo
4. …ma disoccupazione e produzione rimangono fisse al loro livello naturale
3. … il tasso di inflazione aumenta …
B
A
0
P2
P1
Curva di Phillips di lungo periodo
La curva di Phillips
Tasso diinflazione
Offerta aggregata di lungo periodo
Modello di domanda e offerta aggregata
1. Un aumento dell’offerta di moneta fa aumentare la domanda aggregata …
AD2Domanda
aggregata, AD1 Tasso naturale di disoccupazione
0Tasso naturale di produzione
Livello dei prezzi
2. … e il livello dei prezzi …
14
un
a s
inte
si
In sintesi;
• Friedman e Phelps: non c’è correlazione tra inflazione e disoccupazione nel lungo periodo
• Phillips, Samuelson e Solow: c’è correlazione tra inflazione e disoccupazione, sulla base dei dati del passato
Friedman e Phelps: riconciliazione tra macroeconomia classica (neutralità della moneta, con effetti solo sull’inflazione) e dati
15
azi
on
e n
el b
reve
, e
ffe
tti n
el l
un
go
L’azione a breve termine può avere un successo temporaneo e quindi una politica monetaria espansiva può avere effetto reale nel breve periodo, riducendo la disoccupazione
. . . ma nel lungo periodo la disoccupazione ritorna al suo livello naturale
con una nuova variabile nell’analisi: l’inflazione attesa
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asp
ett
ativ
e n
el b
. p
erio
do
Nel breve periodo le aspettative sono date; pertanto modificazione della moneta ( e dei prezzi) spiegano l’inclinazione della curva di offerta e determinano spostamenti della curva di domanda
Nel lungo periodo le aspettative si adeguano al tasso di inflazione determinato dalla politica monetaria (dalla banca centrale) con i salari e i prezzi che si adeguano (la vischiosità è di breve periodo), l’offerta aggregata è verticale e gli spostamenti della domanda aggregata generano solo variazione dei prezzi
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spo
sta
me
nto
c.
di P
hill
ips
1
Tasso di disoccupazione
0 Tasso naturale di disoccupazione
Tasso diinflazione
B
Curva di Phillips di lungo periodo
ACurva di Phillips di breve
periodo con inflazione attesa moderata
Moneta ++ curva di domanda a destra inflazione effettiva++ [più grande di quella attesa] minore disoccupazione
18
spo
sta
me
nto
c.
di P
hill
ips
2
0
CB
A
inflazione attesa ++ [uguale a effettiva] ritorno alla curva di offerta di lungo periodo disoccupazione naturale
Tasso diinflazione Curva di Phillips
di lungo periodo
Curva di Phillips di breve periodo con inflazione
attesa moderata
Curva di Phillips di breve periodo con inflazione
attesa elevata
Tasso di disoccupazione
Tasso naturale di disoccupazione
19
in f
orm
ule
In formula:
attesa inflazioneeffettiva inflazione
ionedisoccupaz nat. tassoionedisoccupaz Tasso
a
a dipende dall’inclinazione della curva di offerta aggregata di breve periodo
La differenza nella parentesi è nulla nel lungo periodo (positiva nel breve, nel nostro caso)
20
an
ni 1
96
1- 6
8
Tasso di disoccupazione (percentuale)
Tasso di inflazione(percentuale annua)
1968
1966
19611962
1963
1967
19651964
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
2
4
6
8
10
Curva di Phillips negli anni ’60 negli USA
21
an
ni 1
96
1- 7
3
Tasso di disoccupazione
(percentuale)
1973
1966
1972
1971
19611962
1963
1967
1968
19691970
19651964
1 2 3 4 5 6 7 8 9 100
2
4
6
8
10
La rottura all’inizio degli anni ’70 (con politica fiscale – spesa pubblica per la guerra Vietnam – e con la crescita di M2 per tenere bassi i tassi), dati USA
Tasso di inflazione(percentuale annua)
22
an
ni 1
97
2- 8
1
Tasso di inflazione(percentuale)
Tasso didisoccupazione
1972
19751981
1976
19781979
1980
1973
1974
1977
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
2
4
6
8
10
Gli effetti, sino all’inizio degli anni ’80, dati USA
23
asp
ett
ativ
e r
azi
on
ali
La teoria delle aspettative razionali (gli individui utilizzano in modo ottimale tutte le informazioni di cui dispongono, incluse quelle sulle politiche perseguite dal governo, nel decidere) suggerisce che il sacrificio possa essere più piccolo di quello stimato
(La teoria è dovuta a Robert Lucas, Thomas Sargent, Robert Barro e altri)
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La teoria delle aspettative
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Per F. e P. è l’inflazione attesa a determinare l’operato della curva di Phillips e il ritorno all’equilibrio di lungo periodo dipende dalla velocità con cui gli attori dell’economia percepiscono l’inflazione effettiva e modificano quella attesa
Per la teoria delle aspettative razionali, nota la politica perseguita dal governo, l’adattamento alle aspettative è istantaneo e quindi le stime sulla misura del “sacrificio” sono eccessive
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Il dibattito sulla curva di Phillips e la politica monetaria
• Negli anni 70, la teoria delle aspettative razionali e la definizione del concetto di “incoerenza temporale” hanno reso molto più evidente l’impossibilità di sfruttare il trade-off della curva di Phillips tradizionale
• Si è dunque sempre più avvalorato il risultato teorico che la curva di Phillips non potesse che essere verticale nel lungo periodo e, secondo alcuni, anche nel breve periodo.
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Il dibattito sulla curva di Phillips e la politica monetaria
• Aspettative razionali sono quelle in base a cui gli agenti economici non commettono mai errori di natura sistematica e conoscono il modo di funzionamento dell’economia
Et(Pt+1)= Pt+1 + g
• Dove g è una variabile stocastica con media pari a zero
• Se la politica monetaria tenterà ripetutamente di ingannare i lavoratori facendo scendere i salari reali per incrementare l’occupazione, i lavoratori incorporeranno tale tentativo sistematico nelle proprie aspettative di prezzo. da qui l’importanza della credibilità e reputazione della banca centrale.
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Il dibattito sulla curva di Phillips e la politica monetaria
• L’incoerenza temporale (Kidland, Prescott, 1974) rafforza queste considerazioni.
• Un percorso di politica economica è incoerente temporalmente se, pur essendo ottimale al tempo dell’annuncio, in un periodo successivo diviene ottimale deviarne il corso (e quindi non più credibile).
• Ad esempio, se la BC annuncia una politica monetaria volta alla stabilità dei prezzi e viene creduta dagli agenti economici, diviene in seguito ottimale deviare dal rigore monetario per aumentare l’occupazione (infatti, i salari nominali saranno stati fissati ad un livello moderato, e basterà aumentare l’inflazione sopra il livello atteso per aumentare occupazione e prodotto)
• Se i lavoratori capiscono questo meccanismo, una politica monetaria anti inflazionistica sarà difficilmente credibile conclusione: sono necessari strumenti per aumentare la credibilità della Banca centrale
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Il dibattito sulla curva di Phillips: la teoria quantitativa della moneta
• Dietro l’idea della verticalità della curva di Phillips vi è essenzialmente la teoria quantitativa della moneta:
Ms * v = P * Q
• Questa identità (il valore del PIL domestico è pari alla circolazione monetaria complessiva) acquista significato nel momento in cui si assume che esiste un livello di Q di equilibrio (corrispondente al NAIRU), sia esso di pieno impiego (teoria neoclassica) sia esso di sotto-occupazione (teoria keynesiana)
• In tale ipotesi, considerando costante o prevedibile v, si evince un nesso diretto tra massa monetaria e livello dei prezzi.
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Il modello di Barro Gordon
• Il modello di Barro-Gordon (1979) rappresenta una sintesi efficace delle problematiche discusse.
• Esso unisce le preferenze delle autorità di politica economica (attraverso le curve di indifferenza) e le aspettative degli agenti (attraverso le curve di Phillips di breve periodo)
31Un
P
I1I2I3
Utilità cresce
Il modello di Barro Gordonle preferenze delle autorità di politica monetaria
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Il modello di Barro Gordonle preferenze delle autorità di politica monetaria
Un
P
I1I2I3
Preferenze Wet (prone a Infl)Un
P
I1
I2
I3
Preferenze Hard-nosed (avverse a Infl)
A parità di diminuzione della disoccupazione sono disposto ad accettare un aumento dei prezzi più grande nel caso wet che nel caso hard-nosed
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Il modello di Barro Gordonl’equilibrio
Un
P
I1
I2
I3
Ph1
Ph2
Ph3
Il punto di equilibrio non è univoco.
In linea di principio esso si situa nel punto di tangenza tra la curva di indifferenza più bassa e la curva di Phillips corrispondente al NAIRU (punto A)
NAIRU
A
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Il modello di Barro Gordonl’equilibrio
Un
P
I1
I2
I3
Ph1
Ph2
Ph3
Tuttavia, il punto A non è stabile perché U è inferiore al NAIRU.Il salario reale è fuori linea rispetto alle aspettative inflazionistiche dei lavoratori.Questi cercheranno di recuperare potere di acquisto facendo salire W, e quindi P, e aumentare U fino al punto B e poi C (posti su Curve di indifferenza a utilità inferiore)
NAIRU
AB
C
Curva di stabilizza
zione
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Il modello di Barro Gordonl’equilibrio
Un
P
I1
I2
I3
Ph1
Ph2
Ph3
Una banca centrale dotata di sufficiente reputazione potrà cercare di portare l’equilibrio in D (dove U=NAIRU e l’utilità è inferiore che in A ma superiore che in C).
Questo è potenzialmente instabile perché la BC è “tentata” di creare inflazione e spostarsi in A dove l’utilità è maggiore e il pubblico potrebbe non credere alla sua reputazione anti-inflazionistica.
NAIRU
AB
C
D
36
Il modello di Barro Gordoncaratteristiche delle curve di stabilizzazionee
Un
P
NAIRU
Preferenze della società
Banchiere conservatore sul target
(target conservative)
Banchiere conservatore sul peso assegnato alla disoccupazione (weight
conservative)
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Conclusioni principali sui modelli esaminati
• Nel lungo periodo, i tentativi di utilizzo del trade-off della curva di Phillips portano a perdite di welfare e accelerazione dell’inflazione
• Sempre nel lungo periodo, l’inflazione è un fenomeno prevalentemente monetario
• La politica monetaria ha una tendenza intrinseca all’inflazione (distorsione inflazionistica o inflationary bias)
• Tanto maggiore è la reputazione anti-inflazionistica delle autorità di politica monetaria tanto più si può smorzare questa inflationary bias.
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• La politica monetaria è uno strumento più adatto a controllare i prezzi che non a manovrare l’occupazione.
• L’esercizio della politica monetaria sotto il controllo dei governi la espone a maggiore tentazioni anti-inflazionistiche rispetto ad una Banca centrale indipendente
Conclusioni principali sui modelli esaminati
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Conclusioni principali sui modelli esaminati
Il controllo governativo sulla politica monetaria aumenta le tentazioni inflazionistiche, perché:
• Per motivi elettorali, il governo è tentato di espandere l’occupazione nel breve periodo anche se solo temporaneamente
• La brevità del ciclo elettorale implica un tasso di sconto che valuta poco i benefici di lungo periodo di una politica anti-inflazionistica e molto i benefici di breve periodo di una politica che crea inflazione per diminuire temporaneamente la disoccupazione
• Per la sua posizione finanziaria, il governo è sottoposto alla tentazione di stampare moneta per finanziare il deficit e di creare inflazione per abbattere il valore reale del debito.
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Conclusioni principali sui modelli esaminati
• Pertanto, la politica monetaria europea viene affidata ad una banca centrale dotata di notevole indipendenza, sancita a livello costituzionale.
• Ad essa viene inoltre assegnato l’obiettivo prioritario di stabilità dei prezzi.
• Questo combinato disposto porta anche empiricamente ad una minore inflazione (purché vi sia un adeguato clima socio-politico)
• Come per i criteri di convergenza, questi assetti istituzionali furono il riflesso della preoccupazione tedesca di venire “contagiati” dall’alta tendenza inflazionistica degli altri paesi euro
41
Conclusioni principali sui modelli esaminati
Si noti che:• Fatta salva la stabilità dei prezzi, la politica monetaria deve
perseguire gli altri obiettivi come quelli relativi all’occupazione– Ma è dubbio che la BCE abbia interpretato compiutamente
questa specificazione
• La stabilità dei prezzi è un obiettivo prioritario per la politica monetaria ma è allo stesso livello degli altri obiettivi per l’Unione nel suo complesso (art. 2 del TUE)