1 CAMPI ELETTRICI STATICI (o ELETTROSTATICA) teoria · L’energiadi un campo elettrostatico in un...
Transcript of 1 CAMPI ELETTRICI STATICI (o ELETTROSTATICA) teoria · L’energiadi un campo elettrostatico in un...
2
L’elettrostatica studia i campi dovuti a cariche elettriche
(sorgenti) a riposo (fisse nello spazio).
L’elettrostatica studia il campo più semplice, ma ha una
importanza fondamentale per comprendere i modelli
elettromagnetici più complessi e generali.
Sono basati sulla elettrostatica la spiegazione di molti fenomeni
naturali come:
✓ fulmini (lightining), effetto corona, St. Elmo fire, grain
explosion
✓ I principi di diverse applicazioni industriali come:
l’oscilloscopio, ink-jet printer, xerografy e electret
microphone
Elettrostatica
3
La teoria dei campi elettrostatici è finalizzata a definire le relazioni
che legano tra loro:
• la distribuzione delle cariche sui conduttori e dielettrico
interposto
• la configurazione geometrica e la natura dei conduttori e
dielettrici
• le differenze di potenziale fra i conduttori
• la distribuzione del campo nel dielettrico.
Si tratta essenzialmente della risoluzione di un problema
all’equilibrio.
L’elettrostatica
4
la studio del campo elettrostatico è fondamentale per determinare:
•la capacità fra conduttori C
•La rigidità dielettrica (gradiente massimo di isolamento),
•il valore del campo fra le placche di deflessione in un
oscilloscopio
•la schermatura della griglia di un tubo a vuoto
•il campo agente su elettroni e lacune di un transistore
•la forza di accelerazione che agisce su un elettrone in un cannone
elettronico.
Elettrostatica
La carica elettrica (q o Q) a è una proprietà fondamentale della
materia ed esiste come multiplo positivo o negativo della carica
elettrica elementare di un elettrone [C] 1060.1 19e
Carica elettrica
Si definisce densità di carica volumica la quantità di carica in un
volume infinitesimo v :
In alcune situazioni fisiche una quantità di carica q può essere
identificata con un elemento di superficie s o di linea l , in questi
casi si definisce la densità di carica superficiale s :
o la densità di carica lineare l :
][C/m Δv
Δqlimρ
3
0Δv
][C/m Δs
Δqlimρ
2
0Δss
[C/m] Δl
Δqlimρ
0Δll
5
[A] o [C/s] dt
dqI
S
sdJI
J
Corrente elettrica
6
Perciò J misura la quantità di corrente che fluisce attraverso l’unità
di superfice ed è misurata in A/m2.
7
Lo sviluppo dell’elettrostatica inizia con la legge di Coulomb,
espressa dalla relazione:
Q1 e Q2 sono di dimensioni trascurabili rispetto alla distanza di
separazione R12, ha:
• il modulo proporzionale al prodotto delle cariche e inversamente
proporzionale alla distanza R12,
• la direzione lungo la linea di connessione delle cariche e
• il verso tale che le cariche di natura diversa si attraggono e le
cariche uguali si respingono.
N R
Q QK a F
2
12
21R12 12
R12 R12
+Q1+Q2
+Q1
-Q2
12F
12F
12F
12F
Legge di Coulomb
8
E
q 0 lim
q
N
C
FE
Il caso più semplice si ha per campo elettrostatico dovuto ad una
carica q fissa nello spazio vuoto e illimitato
Campo Elettrico
2
0
q V
4 ε mRE
R
R RE a a
ത𝐄 ha la stessa direzione della forza
elettrostatica che agisce sulla carica
test
9
Campo Elettrico
Campo elettrostatico nel punto P dovuto ad una carica q non
localizzata nell’origine:
9
3
R R'
R R'
l'espressione del campo diventa:
R R'
4 R R'
Pq
o
q V
m
P
a
E
E
q
o
x
y
z
RPqa'RR
'R
Pds
2
4 'qP
o
qa
R R
PE
'
3'
1
1 V
4 m
kn k
P
kok
q R R
R R
ECampo elettrico dovuto a un
insieme discreto di cariche
q1, q2,,…,qn:
10
S
2 2o S'
ρ1 V C ds' con
4π R m m
RE a
2 3
0 V'
1 ρ dv' V C con
4 R m m
RΕ a
Campo Elettrico
✓ Superficie finita:
✓ Lunghezza finita:
✓ Volume finito:
Il campo dovuto a una distribuzione continua di carica di densità si può ottenere integrando (sovrapponendo) i contributi di ciascuna
carica elementare dq:
2
4 o
dqd
πε R RE a
2 2o S'
ρ1 V C d ' con
4π R m m
RE a
11
vuoto nel tàpermettivi la é ε
volumica carica di densità la é ρ :dove
ε
ρEE div I)
00
0EE rot II)
Proprietà del Campo Elettrico nel vuoto
12
Il I° postulato esprime analiticamente che il flusso del campo
elettrico elettrico che passa attraverso una superficie chiusa é
esattamente uguale alle cariche contenute in quella superficie
diviso ε0.
Proprietà del Campo Elettrico nel vuoto
sdEdv ESV
0Sε
QsdE
dv ρε
1dv E
ε
ρEE div
V0V0
Da cui:
Per il teorema della divergenza
che rappresenta la legge di Gauss : il flusso totale di un campoelettrico nel vuoto attraverso una superficie chiusa è uguale allacarica totale racchiusa nella superficie diviso 0.
14
Il II° postulato esprime, come si può verificare empiricamente che:
❖ L’energia di un campo elettrostatico in un dato istante dipende
solo dal valore e dalla posizione delle cariche in quell’istante e
non dipende da come esse si sono evolute.
❖ Facendo percorrere ad una carica un percorso chiuso, non si
compie nessun lavoro (proprietà conservativa del campo
elettrostatico)
Analiticamente questi concetti possono essere espressi da:
E 0
Proprietà del Campo Elettrico nel vuoto
S C
E ds E dl 0
applicando il teorema di Stokes si ha:
15
Un altro modo per dire che il campo è irrotazionale è che
l’integrale lineare del campo lungo un qualunque percorso chiuso
è uguale a zero, ossia è indipendente dal percorso e dipende solo
dai punti estremi del percorso:
P1
P2
C1
C2
1
2
2
1
21
ldEldE
0ldEldE
P
P
P
P
CC
Proprietà del Campo Elettrico nel vuoto
17
C curva alla tangende della direzione nella V di variazione la è ldV
dVdzz
Vdy
y
Vdx
x
V
dzaz
Vadya
y
Vadxa
x
Va
dzaz
Vadya
y
Vadxa
x
Va
dzaz
Vadya
y
Vadxa
x
Va
dzadyadxaVz
Va
y
Va
x
VadlV
dzadyadxadl V,z
ay
ax
aV
zzyzxz
zyyyxy
zxyxxx
zyxzyx
zyxzyx
Potenziale Elettrico
18
Poiché le grandezze scalari sono più facili da trattare rispetto a
quelle vettoriali, si definisce il potenziale elettrico scalare V tale
che:
e a calcolare il campo attraverso l’operatore gradiente.
Significato fisico: equivale al lavoro fatto per trasportare una
carica unitaria da un punto a distanza infinita alla posizione del
punto P del campo, in senso contrario alla direzione del campo
(contro il campo elettrico):
VE
V
P
PP ldEVVV
Potenziale Elettrico
Per convenzione si assume V∞=0
19
La differenza di potenziale tra i punti P1 e P2 è il lavoro fatto per
trasportare una carica unitaria da un punto P1 ad un altro P2 del
campo, in senso contrario a quello del campo:
Esso non dipende dal percorso, ma solo dalle posizioni dei puntiE
P1
P2C1
C2
2
1
2 1
N m o V
C
P
P
W JV V E dl
q C
Differenza di potenziale
21
Lungo le linee equipotenziali la differenza di potenziale è nulla, in
quanto la forza di campo non compie nessun lavoro essendo la
forza perpendicolare al trattino dl in ciascun punto.
Lungo il percorso P1- P3 il lavoro è uguale a zero
Lungo il percorso P3-P2 il lavoro è diverso da zero.
Potenziale Elettrico
q
P1
P2
P3
V(P1)=V(P3)>V(P2):
•da P3 a P2 è campo elettrico a compie
lavoro
•da P2 a P3 dobbiamo compiere lavoro
contro il campo elettrico
•Per portare una carica dal ∞ a P3
dobbiamo compiere un lavoro maggiore
di quello necessario per portarla in P2
22
✓ Il potenziale elettrico in un punto P, a distanza R, dovuto ad
una carica puntiforme q, riferito all’infinito, si può determinare
dalla equazione:
2 2
0 0
10
4 4 4 4
R R R
R R
o o
q q qV E d R a a dR dR V
R R πε R πε R
Potenziale Elettrico
✓ La differenza di potenziale tra due punti P2 e P1 alla distanza
R2 e R1 rispettivamente dalla carica q è:
N
k
k 1o
q1V V
4π R k
Se abbiamo un sistema di cariche
q1, q2,,…,qn
2 2
21 22 11 1 0 2 1
1 1
4 4
P R
P PP R
o
q qV V V E d R dR V
R πε R R
Se q è positiva e R2>R1 VP2<VP1
Se q è negativa e R2>R1 VP2>VP1
✓ Superficie finita:
23
✓ lunghezza finita:
V dv' R
ρ
4π
1V
V'0
V ds' R
ρ
4π
1V
S'0
S
V dl' R
ρ
4π
1V
L'
l
0
Potenziale Elettrico
✓ Volume finito:
Il potensiale dovuto a una distribuzione continua di carica di
densità si può ottenere integrando (sovrapponendo) i contributi
di ciascuna carica elementare dq:
con 4 o
dqdV dq ρ dv'
πε R
24
forma differenziale Forma integrale
Legge di Gauss nel vuoto
0ε
ρE
0S
QsdE
0E 0ldEC
0S
QsdE
Postulati dell’elettrostatica nel vuoto
25
La classificazione dei materiali in base alle loro proprietà
elettriche è la seguente:
•conduttori
•semiconduttori
• isolanti o dielettrici
Tutti questi materiali sono composti da atomi.
La rappresentazione schematica del modello atomico è di un
nucleo di cariche positive con le cariche negative degli elettroni
che orbitano intorno.
Materiali nei campi elettrostatici
26
Nei conduttori gli elettroni delle orbite più esterne sono
debolmente vincolati alle loro orbite e migrano facilmente da un
atomo all’altro.
Negli isolatori o dielettrici in condizioni normali sono vincolati
fortemente alle loro orbite ed è necessario applicare un campo
esterno perché gli elettroni migrino.
Le proprietà elettriche dei semiconduttori stanno tra quelle dei
conduttori e quelle degli isolatori, essi possiedono un numero
limitato di cariche mobili libere.
Materiali nei campi elettrostatici
27
Un conduttore può essere caricato per contatto o per
induzione.
In condizioni di equilibrio:
✓ se un conduttore è stato caricato negativamente gli elettroni
in eccesso si portano in superficie
✓ se un conduttore è stato caricato positivamente gli atomi
sprovvisti degli elettroni sottratti si trovano in superficie.
Conduttori carichi nei campi elettrostatici
28
Conduttore carico per induzione
Si consideri un campo elettrostatico, generato da due corpi
conduttori carichi A (con carica +Q) e B (con carica -Q) e sia
C un conduttore, non caricato in precedenza.
BA
C+Q -Q
-
-
-
+
+
+-q +q
Conduttori carichi nei campi elettrostatici
La superficie esterna del conduttore C partono e arrivano linee
di forza (o di flusso) in numero uguale, essendo nulle le somme
delle cariche indotte positive +q e negative -q.
29
Conduttore carico per contato
Se si considerano due (o più conduttori) collegati da un filo
conduttore ideale, essi avranno lo stesso potenziale
QRR
RQ e Q
RR
RQ QQQ
21
22
21
1121
Q1 Q2
R1
R2
Conduttori nei campi elettrostatici
1 2 1 21 2 1 2
0 1 0 2 1 2
2
1 1 1
2
2 2 2
1 2 1 2 1 1
2 1 2 1 2 2
1 1 V V
4 4
4per superficie sferica con densità superficiale di carica
4
dal momento che
Q Q Q QV se V
R R R R
Q R
Q R
R E R E
R E R E
In generale: la densità di carica e il campo elettrico sono
inversamente proporzionali al raggio di curvatura
se
31
In condizioni di equilibrio:
0E
0ρ
Conduttori carichi nei campi elettrostatici
Le cariche sulla superficie del conduttore sono fisse: ciò equivale
a dire che le componenti tangenziali del campo elettrico sono
nulle:
✓ Il campo in tutti i punti della superficie del conduttore risulta
ovunque normale alla superficie.
✓ In condizioni statiche la superficie di un conduttore è una
superficie equipotenziale.
✓Poiché E=0 in tutti i punti all’intero del conduttore si ha lo
stesso potenziale elettrico V.
All’interno del conduttore
32
Se si considera in un conduttore (carico) cavo una circuitazione l
che taglia la superficie interna nei punti A e B, si ha: nel tratto
AB d i l interna al conduttore il campo Econd=0. Se di ipotizza
per assurdo una distribuzione di cariche sulla superficie interna
del conduttore la circuitazione del campo elettrico risulterebbe:
0 A
B
cavità
A
B
cavità
B
A
cond
l
ldE 0ldE ldEldE
Schermo elettrostatico
in contraddizione con la
proprietà di conservatività del
campo. Perciò non ci può essere
distribuzione di carica nella
superfice interna del conduttore
cavo.
A B+
+
+
-
-
-
33
Si consideri un corpo conduttore 1 all’interno del conduttore
cavo 2. Poiché non ci possono essere cariche sulla superficie
interna di una cavità, il campo nella cavità deve essere nullo.
Quindi se un conduttore è cavo il campo elettrico all’interno di
esso è nullo e il potenziale è costante in tutti i punti del
conduttore, ma anche in quelli interni alla cavità, ossia
l’involucro metallico può essere adoperato per sottrarre la parte
di spazio da esso delimitata, all’influenza di campi elettrici
esterni (schermo elettrostatico).
Schermo elettrostatico
1
2
34
Superficie di separazione tra un conduttore e lo spazio vuoto
Componente tangenziale del campo
si calcoli la circuitazione del campo elettrostatico lungo il contorno abcda, avente:
• larghezza: ab=cd=w
• altezza: bc=da= h con h0 (contributi nullo dei tratti bc e da)
• Il campo nullo nel conduttore (tratto della circuitazione cd)
a
b
cd
w
h conduttore
spazio vuoto
s
EnnEaS
0E 0 ΔwEldEldE tt
ababcda
Condizioni al contorno
35
la componente normale del campo:
si applica il teorema di Gauss, considerando una superficieGaussiana, con la superficie superiore nello spazio vuoto equella inferiore nel conduttore (come riportato in figura).
Nella superficie di separazione tra il conduttore e lo spaziovuoto:
•la componente tangenziale del campo è nulla
•la componente normale del campo è uguale alla densità dicarica superficiale diviso per la permettività dello spazio vuoto.
0
sn
0
sn
S
E
S ΔS EsdE
0S
QE d s
Condizioni al contorno
36
Quando un conduttore è posto in un campo elettrostatico, questo
fa si che gli elettroni all’interno del conduttore si muovano in
direzione opposta a quella del campo e le cariche positive in
direzione concorde con quella del campo. Le cariche si
distribuiranno sulla superficie esterna del conduttore in maniera
tale:
• creare un campo indotto all’interno del conduttore tale da
annullare il campo esterno
• annullare il campo in direzione tangenziale alla sua superficie
Quando le cariche raggiungono una condizione di equilibrio, il
conduttore è di nuovo un corpo equipotenziale
0E t o
snE
Conduttori nei campi elettrostatici
37
I dielettrici ideali non contengono cariche libere. Quando un
corpo dielettrico è posto all’interno di un campo elettrostatico,
non ci sono cariche libere indotte che si muovono da un atomo
all’altro come nei conduttori.
Poiché i dielettrici contengono cariche vincolate queste agiscono
sul campo elettrico.
Un campo elettrico agisce sul dielettrico in due modi diversi:
1. polarizzazione per deformazione elettronica
2. polarizzazione per orientamento.
Dielettrici nel campo elettrostatico
38
Polarizzazione per deformazione elettronica:
consiste in uno spostamento relativo delle orbite
degli elettroni periferici degli atomi rispetto al
nucleo e nella loro deformazione.
Dielettrici nel campo elettrostatico
Polarizzazione per orientamento
Si presenta in quei dielettrici in cui le molecole
costituiscono dei bipoli, ma in assenza di campo
esterno, per l’agitazione termica, il materiale risulta
macroscopicamente neutro. In presenza di un campo
esterno i dipoli si orientano contrastando e
modificando il campo elettrico sia all’interno che
all’esterno del materiale dielettrico.
In entrambi i casi il campo prodotto dai dipoli
elettrici è di segno contrario al campo principale
esterno.
39
Alcuni materiali dielettrici: electrets conservano una polarizzazione
permanente anche quando il campo si annulla, ossia cessa la causa che
ha generato la polarizzazione.
Questi materiali si ottengono ponendo certe cere o materiali plastici in
un campo elettrico, dopo averli precedentemente scaldati.
Gli electrets sono materiali che presentano un comportamento analogo
ai magneti permanenti e hanno trovato una importante applicazione nei
microfoni ad alta fedeltà.
Dielettrici nel campo elettrostatico
40
Per analizzare l’effetto macroscopico dei dipoli indotti, sidefinisce un vettore di polarizzazione o momento elettricospecifico :
• nv é il numero delle molecole per unità di volume
• il numeratore è la somma dei momenti indotti dei bipoli
contenuti in un volume elementare v, d è l’asse del dipolo
P
kp =qd
21
0 lim
m
C
v
p
P
vn
k
k
v
+
-d
punto
Ra R
θkp
Momento elettrico specifico
41
21
0 lim
m
C
v
p
P
vn
k
k
vP
Punto
+
-d
Ra
R
θk
p
Δv
generico bipolo
contenuto nel volume Δv
Il momento del dipolo
di un volume elementare
dv’ è:
pd
'dvPpd
Momento elettrico specifico
42
Con un procedimento analogo alla definizione del potenziale
dovuto a una distribuzione di carica elementare volumica:
il potenziale elettrostatico dovuto un volume elementare dv’ è :
Il potenziale dovuto al dielettrico polarizzato in un volume finito
V’ sarà:
dove R è la distanza dal punto stabilito dal baricentro del volume
v’
R R
2 2
0 0
a P adV dv '
4π R 4π R
d p
R
2
0 v'
1 P aV dv '
4π R
2
4
rk
o
p a V V
πε R
Il Contributo al potenziale nel
generico punto dal singolo dipolo k è:
Momento elettrico specifico
43
L’intensità del campo elettrico dovuto a una data distribuzione
di cariche in un dielettrico è diversa da quella dello dovuta a
cariche libere nello vuoto.
In presenza di un dielettrico si deve tenere conto della
distribuzione di cariche in esso presenti, perciò il postulato
dell’elettrostatica diventa:
densità volumica delle cariche libere
p densità volumica di polarizzazione.
Pρ con ρρε
1E pp
o
ρ PE ρ PE ε ε
P
ε
ρE :cui da oo
oo
Momento elettrico specifico
44
Per tener conto anche delle sorgenti distribuite nello spazio sorge
l’esigenza di introdurre una delle quattro grandezze fondamentali
per lo studio dei campi elettrostatici:
la densità di flusso elettrico o spostamento elettrico
L’unità di misura dello spostamento elettrico ഥ𝐷 nel S.I. è [C m-2]
(ossia la stessa dimensione della polarizzazione ത𝑃)
Nel caso più generale applicando il principio di sovrapposizione
degli effetti lo spostamento elettrico è espresso dalla somma di
due termini:
1. rappresenta lo spostamento proprio nel vuoto
2. lo spostamento dovuto alla polarizzazione della materia.
D
Eo
P
ρ PEo
2m
C PED o
Spostamento Elettrico specifico
45
L’uso del vettore ഥ𝐷 consente di legare, attraverso l’operatore
divergenza, il campo elettrico e la distribuzione delle cariche libere
in qualsiasi mezzo, senza la necessità di tener conto esplicitamente
della polarizzazione del vettore ത𝑃 o della densità di polarizzazione
di carica libera (di difficile valutazione):
Questa relazione insieme al postulato:
Rappresentano le due equazioni fondamentali dei campi
elettrostatici in un mezzo qualsiasi, dovuti ad una distribuzione a
sorgenti di qualsiasi forma.
30m
C ρD)PE (
m
V 0E
Modello elettrostatico
46
La forma integrale partendo dalla relazione:
si ottiene facendo l’integrale volumico di entrambi i membri:
da cui, applicando il teorema della divergenza:
Questa è l'espressione generale della legge di Gauss:
il flusso totale del vettore ഥ𝐷 attraverso da una qualunque
superficie chiusa, è uguale alla carica libera totale racchiusa dalla
superficie.
3m
C ρD
C dv ρdv DVV
C QsdDS
Modello elettrostatico
47
Se il dielettrico è isotropo e per esso valgono relazioni lineari, la
polarizzazione è direttamente proporzionale all’intensità del
campo dielettrico esterno che la induce, e la costante di
proporzionalità χe è indipendente dalla direzione del campo:
Un mezzo dielettrico è
• lineare se è indipendente dalla intensità del campo
• omogeneo se è indipendente dalle coordinate spaziali.
Un mezzo si dice mezzo semplice quando è omogeneo, lineare e
isotropo e per esso la suscettività χe è costante.
χ e
χ e
0 e
e
P ε χ E
con χ ( adimensionale)
suscettività elettrica
E
Dielettrici lineari ed isotropi
48
Se il dielettrico è isotropo, sostituendo l’espressione di
in funzione della suscettibilità, nella relazione:
si ottiene:
con:
definita permettività assoluta o permettività e
quantità adimensionale chiamata permettività relativa o costante dielettrica del mezzo.
2om
C PEεD
2roeoeoom
C EεEεε Eχ1εE χεEεD
m
F εεε ro
e 1ε
εε
or
EχεP eo
Dielettrici lineari ed isotropi
49
Se il dielettrico è isotropo: con
essendo:
Si può scrivere:
La legge di Gauss è utile per determinare il campo elettrico in condizioni di simmetria.
2m
C EεD
m
F εεε ro
QsdE QsdDSS
Legge di Gauss per i dielettrici lineari ed isotropi
C Q
sdE S
Modello elettrostatico generale
Le proprietà elettriche del mezzo determinano le relazioni tra il
vettore spostamento elettrico e il campo .
Se il mezzo è lineare, isotropo e omogeneo, è valida la semplice
relazione costitutiva: dove la permettività ε =ε0 εr è uno
scalare.
Quando una carica test q fissa è posta in un punto all’interno di
una regione di spazio dove è presente un campo elettrico ,
questa è sottoposta ad una forza elettrica , che dipende dal
valore del campo e dalla carica:
50
0E
ρD
D E
ED
E
eF
[N]. EqF e
51
Per i materiali anisotropi la costante dielettrica varia con la
direzione del campo e i vettori hanno generalmente
direzioni diverse e la permettività è un tensore. In forma
matriciale:
E ed D
z
y
x
333231
232221
131211
z
y
x
E
E
E
εεε
εεε
εεε
D
D
D
Costante dielettrica
Per i cristalli le coordinate di riferimento possono essere scelte
secondo le direzioni degli assi del cristallo così che i termini della
della matrice della permettività diversi da quelli della diagonale
risultino nulli. I mezzi aventi tali proprietà (ij=0 per ij) sono
detti biassiali (biaxial). Se 1 = 2 , il mezzo è detto uniassiale
(uniaxial). Se 1 = 2 = 3, il mezzo è detto isotropo.
52
Quando il campo elettrico è molto forte attrae fuori dalle molecole
gli elettroni che accelerati collidono violentemente con la struttura
molecolare, causando dislocazioni permanenti e danni alla
materia.
Si verifica un effetto valanga di ionizzazione dovuto alle collisioni
e il materiale dielettrico diventa conduttore e si possono avere
elevate correnti.
Questo fenomeno si chiama rottura del dielettrico.
La rigidità dielettrica del materiale è l’intensità del campo
elettrico che un materiale dielettrico può sostenere, senza che si
verifichi la rottura del dielettrico.
Per l’aria, alla pressione atmosferica, la rigidità dielettrica èkV
3 mm
Rigidità dielettrica
53
Materiale Costante dielettrica Rigidità dielettrica V/m
Aria (pres. atmosferica) 1.0 3×106
Olio minerale 2.3 15×106
Carta 2÷4 15×106
Polistirolo 2.6 20×106
Gomma 2.3 ÷4 25×106
Vetro 4 ÷ 10 30 ×106
Mica 6 200 ×106
Rigidità dielettrica
54
Forma differenziale Forma integrale
Espressione generale della Legge di Gauss
Legge di Gauss per i dielettrici isotropi
0C
ldE
30m
C ρD)PE ( C QsdD
S
C QsdDS
m
V 0E
C S
QsdE
m
C EεD
2
Postulati dell’Elettrostatica
Dielettrico non omogeneo: si consideri una interfaccia tra due mezzi
lineari ed isotropi:
Per determinate la relazione tra le componenti tangenziali del
campo sul contorno si calcola la circuitazione del vettore lungo il
percorso elementare abcda e trascurando i contributi nei tratti
bc = da =h ≈ 0. 55
a
b
cd
w
h mezzo 2
s
mezzo 1
h
S
2D
1D
2E
1E
1na
2na
1
2
E
E
Condizioni al contorno del campo elettrostatico
56
Questo implica che:
che dice che la componente tangenziale del campo è continua
attraverso l’interfaccia.
Se i due mezzi hanno rispettivamente permettività 1 e 2 si ha:
1t 2tE E [V/m]
E
2
2t
1
1t
ε
D
ε
D
21 1t 2t
abcda
E dl E dw E dw E Δw E Δw 0
b d
a c
Condizioni al contorno del campo elettrostatico
E 0 E 0dl
57
Per determinate la relazione tra le componenti normali del campo
sul contorno si applica la legge di Gauss a un cilindretto elementare
con una base nel mezzo 1 e una nel mezzo 2, come riportato in figura.
L’altezza del cilindretto sia trascurabile per cui, applicando la legge
di Gauss, si ha:
dove versori uscenti e rispettivamente normali alle
superfici dei mezzi 1 e 2. Dalla precedente relazione si ottiene che:
n1 n2 n11 2 1n 2n SD ds D a D a ΔS a D ΔS ρ ΔS
S
D
n2n1 ae a
S
2
2n 1nD D ρ [C/m ]
Condizioni al contorno del campo elettrostatico
1 2
ds ds ds
S s s
D D D Q
La relazione: dice che la componente normale diഥ𝐷 è discontinua attraverso l’interfaccia, dove è presente una
carica superficiale e l’entità della discontinuità è uguale alla
densità superficiale di carica. Se i due mezzi hanno
rispettivamente permettività 1 e 2 si ha :
Se il mezzo 2 è un conduttore ഥ𝐷2=0, e l’equazione precedente
diventa:
che diventa: quando il mezzo 1 è lo spazio libero.
58
S1n 2nD D ρ
2
1n 1 1n SD ε E ρ [C/m ]
Sn
o
ρE
ε
S
2
2 2n 1 1nE E ρ [C/m ]
Condizioni al contorno del campo elettrostatico
59
se i due dielettrici sono in contatto senza che ci siano cariche
libere nella interfaccia, S = 0;
In questo caso il campo devia allontanandosi dalla normale alla
superficie, nel mezzo con permettività più elevata.
Riassumendo, in generale per i campi elettrostatici devono essere
soddisfate le seguenti condizioni al contorno:
• componenti tangenziali:
• componenti normali:
1t 2t 2 2
1n 2n
1 2 1 1
D D tanD D e
tan
2t1t EE
S
211ρDDan
1t 2t
1 2
1n 2n
D Dpoichè tan e tan
D D
Condizioni al contorno del campo elettrostatico
60
Un conduttore in un campo elettrostatico è un corpo equipotenziale e
le cariche che giacciono nel conduttore, si distribuiscono sulla sua
superficie in modo tale che il campo elettrico all’interno di esso si
annulli.
Se si aumenta il potenziale V di un fattore k, aumenta anche il
campo dello stesso fattore essendo:
ma poiché:
si ha che necessariamente aumenta la densità di carica e perciò la
carica totale Q. Dunque Q e V aumentano proporzionalmente, e il
loro rapporto rimane invariato. Si può scrivere:
VE
n
o
aε
ρE S
Q CU
Capacità
61
C = Q/U, è chiamata capacità del corpo conduttore isolato: essaè la carica elettrica che deve essere aggiunta al corpo perottenere un incremento unitario del potenziale elettrico.
C si misura in [C/V] o [F] (farad).
Definiamo condensatore un componete elettromagneticocostituito da due conduttori, di forma arbitraria, separati dalvuoto o da un mezzo dielettrico. Le linee di campo elettrico:
• hanno origine in corrispondenza delle cariche positive eterminano sulle cariche negative
• sono perpendicolari alle superfici dei conduttori
Le superfici dei conduttori sono superfici equipotenziali.
Capacità e condensatori
62
Quando un generatore di tensione U12 viene collegato tra i due
conduttori, si ha un trasferimento di carica, con un addensamento di
carica +Q in un conduttore e –Q sull’altro come riportato in figura.
La capacità del condensatore sarà espressa in funzione della
differenza di potenziale tra i due conduttori:
+
U12
+Q-Q
++
+
+
+
++
+
+
+
-
12
QC [F]
U
Capacità e condensatori
63
La capacità di un condensatore è una proprietà fisica di un sistema
di due conduttori, essa dipende dalla geometria dei conduttori e
dalla permettività del mezzo interposto tra loro: essa non dipende ne
dalla carica Q, ne dalla differenza di potenziale U12.
Un condensatore ha un valore di capacità anche quando non gli
viene applicata alcuna carica o differenza di potenziale.
Dalla relazione:
Si può intuire che la capacità C si può determinare in due modi:
• assumendo una U12 e determinando Q in funzione di U12
• assumendo una Q e determinando U12 in funzione di Q.
12
QC [F]
U
Capacità e condensatori
64
Procedura generale per la determinazione della capacità C
1. Stabilire il sistema di coordinate appropriato in base alla
geometria del condensatore (coordinate cartesiane, cilindriche e
sferiche)
2. Assumere una distribuzione di cariche +Q e –Q sui conduttori
3. Determinare in funzione della carica Q per mezzo della
legge di Gauss (o altre relazioni):
1. Determinare la U12 calcolando l’integrale (*):
2. Determinare infine C calcolando il rapporto:
(*) integrando dal conduttore carico con –Q sino a quello carico con +Q
E
ε
QsdE
S
ldEU1
212
12U
QC
Capacità e condensatori
65
Esso è costituito da due armature piane di area A separate da uno
spessore d di dielettrico uniforme di permettività .
Per questa configurazione geometrica, il sistema di riferimento più appropriato è quello
cartesiano.
y
+ + ++
+ + +
--- -- - -
E
d
++
-- x
permettività del dielettrico
S
Qρ
S
o
Condensatore piano
Sulle due armature siano uniformemente
distribuite le cariche +Q e - Q rispettivamente,
con densità di carica uniforme :
66
Trascurando l’effetto ai bordi, il campo si può ritenere costante
all’interno del dielettrico:
Condensatore piano
da cui. La capacità è:
• legata ad e alle dimensioni A e d del condensatore e
• indipendente da Q e U12.
2
121
00
dy d
y yy
Q QU E dl a a dy d
A A
d
εA
U
QC
12
y
QE a
A perciò
1
1 1
S
Q QE ds
ε εn n
S
E ds E A
67
Si considerino più conduttori in un sistema isolato come in
figura. Le posizioni dei conduttori sono arbitrarie e uno dei
conduttori può rappresentare la terra (V=0).
Se su ciascun conduttore è presente una carica Qi, questa inciderà
sul potenziale di ciascun corpo. Poiché la relazione tra la carica e
il potenziale è lineare, è possibile scrivere il sistema di equazioni
che legano i potenziali Vi degli N conduttori alle cariche Qi. In
forma matriciale:
3
2
1N
Capacità nei sistemi multiconduttore
V pQ
68
dove p è una matrice di coefficienti pij con i=1,… N e j= 1,… N,
chiamati coefficienti di potenziale, che dipendono:
✓ dalla forma e posizione dei conduttori e
✓ dalla permettività εij del mezzo interposto tra i conduttori
Il sistema di equazioni precedente può essere invertito per esprimere
le cariche in funzione dei potenziali:
dove c è una matrice di coefficienti costanti i cui valori dipendono
solo dai valori di pij e V è il vettore dei potenziali sei singoli
conduttori quando gli latri sono collegati a terra.
I coefficienti cij con i=j, sono chiamati coefficienti di capacità
I coefficienti cij con i≠j, sono chiamati coefficienti di induzione
Capacità nei sistemi multiconduttore
Q cV
69
Se esiste una carica positiva Qi sull’i-esimo conduttore, Vi sarà
positivo, ma la carica indotta Qj sull’j-esimo conduttore sarà
necessariamente di segno opposto, quindi:
• i coefficienti di capacità cii sono > 0 ( positivi)
• i coefficienti di induzione cij sono < 0 (negativi).
32
i N
+Qi
-QN
-Q2 -Q3
Vi>0
Capacità nei sistemi multiconduttoreI coefficienti di capacità, sono pari al rapporto tra le cariche Qi e il
potenziale Vi dell’i-esimo conduttore, quando tutti gli altri
assumono potenziale V=0 (collegati a terra).
70
L’uso di uno schermo elettrostatico rappresenta una tecnica per
ridurre la capacità di accoppiamento tra corpi conduttori. Si
consideri un corpo conduttore 1 all’interno di uno schermo
conduttore 2 collegato a terra (assume il potenziale di terra) e un
terzo corpo conduttore 3.
Il campo elettrico all’interno del conduttore 2 è nullo, ossia
l’involucro metallico 2 può essere adoperato per sottrarre
all’influenza di campi elettrici esterni la parte di spazio da esso
delimitata.
21
3
Capacità nei sistemi multiconduttore
71
Le proprietà dello schermo elettrostatico possono essere dedotte
anche dalla definizione generale di capacità nei sistemi con n
conduttori. Infatti per il caso illustrato
Q1= C10V1+ C12 (V1-V2)+ C13(V1-V3)
ponendo V2 = 0 (potenziale di riferimento di terra) si ha:
Q1= C10V1+ C12V1+ C13(V1-V3)
Se Q1= 0, non c’è campo elettrico all’interno dello schermo 2;
quindi il corpo 1 e lo schermo 2 hanno lo stesso potenziale, V1=V2=
0. affinché
C13V3=0
la capacità di accoppiamento C13 deve essere nulla in quanto V3 é
arbitrario. Ciò significa che una variazione di V3 non influisce su la
Q1 e viceversa.
Capacità nei sistemi multiconduttore
Q2 è sottoposta ad una forza di repulsione
radiale ത𝐹 dovuta al campo generato da Q1
RR4π
QQ F 12
212o
12
12R
Q2 +Q1 +
P2
F
Energia elettrostatica
12 2 2 2 2 2
o 12
QW Q ( ) Q V =Q
4π RV P
Per portare una carica Q2 positiva dall’infinito in P2 (lentamente
affinché possano ritenersi trascurabili sia l’energia cinetica che gli
effetti di radiazione), in senso contrario alla direzione del campo, è
necessario applicare una forza uguale e contraria a quella
esercitata dal campo. Perciò, il lavoro per richiesto per portare Q2
in P2 è:
Dove V2 è il potenziale elettrostatico in P2 dovuto a Q1 posta a
distanza R12
P1
73
Poiché il campo elettrostatico è conservativo il lavoro W è
indipendente dal percorso fatto per portare le carica Q2 e Q1 a
distanza reciproca R12
Indichiamo con W1 il lavoro necessario a portare Q1 in P1 ad una
distanza R12 da Q2:
21 1 1 1
o 12
Q W Q V =Q
4π R
Dove V1 è il potenziale elettrostatico
in P1 dovuto a Q2 posta a distanza
R12
Energia elettrostatica
2 12 1 1 2 1 1 2 2
o 12 o 12
Q Q1 1 1 1W=W W Q Q Q V Q V
2 4π R 2 4π R 2 2
74
Si supponga che un’altra carica Q3 sia portata dall’infinito in un punto
che dista R13 da Q1 e R23 da Q2, sarà richiesta una quantità di lavoro:
l’energia potenziale immagazzinata nell’assemblare le tre cariche Q1,
Q2, e Q3
Che può essere scritta:
Energia elettrostatica
23
2
13
1333
44 R
Q
R
QQVQW
oo
1 3 2 31 2
12 13 234 4 4new
o o o
Q Q Q QQ QW W W
R R R
3 32 1 1 21 2 3
0 12 0 13 0 12 0 23 0 13 0 23
1[ ]
2 4 4 4 4 4 4new
Q QQ Q Q QW Q Q Q
R R R R R R
1 1 2 2 3 3
1
2newW QV Q V Q V
75
Estendendo la procedura per n cariche discrete localizzate in N punti:
In presenza di una distribuzione di cariche continua di densità ,
l’espressione della We, valida per una distribuzione di cariche discrete,
deve essere modificata sostituendo all’operatore di sommatoria
l’operatore di integrazione:
•V è il potenziale nel punto dove la densità di carica è e
•v’ è il volume della regione dove sono distribuite le cariche ossia la
regione dove esiste.
J ρVdv'2
1W
V'
e
J V Q 2
1W
N
1k
kke
Energia elettrostatica
76
L’unità di misura della energia prevista dal sistema
internazionale (joule [J]), è troppo grande per la fisica delle
particelle elementari, per cui si utilizza l’elettronvolt [eV].
Un elettronvolt è l’energia cinetica ΔE acquistata da un elettrone
libero, la cui carica è 1.6 10-19 J, quando è accelerato da un
differenza di potenziale elettrico di ΔV =1 V nel vuoto.
J 101.60 eV 1 19
joule101.6 volt1coulomb101.6ΔVqΔE 1919
Energia elettrostatica
77
In base ala relazione: essendo
si può scrivere:
Applicando le proprietà del calcolo vettoriale:
quindi
Per un volume abbastanza grande R∞ e V0
ρD e
v'
1W ρVdv J
2
e
v'
1W Vdv J
2D
e
V' V' V'
1 1 1 1W (VD)dv D dv D ds D E dv
2 2 2 2s
V V
( ) (VD) - DD V V
Energia elettrostatica
e
V'
1W D E dv
2
78
Inoltre se il mezzo è lineare: , l’energia può essere espressa in
funzione di una sola grandezza di campo:
Si può anche definire la densità di energia elettrostatica we, come
l’argomento dell’integrale:
3
22
e
V'
ee
m
J
ε
D
2
1 E ε
2
1 ED
2
1 w
:cui da J dvwW
ED
J dv D
2
1 dvE
2
1W
V'
2
V'
2e
Energia elettrostatica
79
Un metodo per il calcolo delle forze agenti su un corpo sottoposto alle
azioni di un in un campo elettrostatico, è quello basato sul principio
dello spostamento virtuale (o principio dei lavori virtuali) applicato ai
2 diversi casi:
1. Sistema isolato che non può avere scambi di energia con
l’esterno, quindi le cariche sono costanti (Qtot=cost);
2. Sistema non isolato di corpi conduttori collegati rispettivamente a
potenziali fissi (morsetti di batterie), per cui i loro potenziali sono
mantenuti costanti (V=cost) a spese di una energia fornita
dall’esterno. In questo caso il sistema ha uno scambio di energia
con l’esterno.
Forza elettrostatica
80
Si immagini che le forze elettriche abbiano indotto uno spostamento
elementare dl in uno corpo sottoposto alla azione del campo
(spostamento virtuale), per cui il lavoro meccanico compiuto sarà:
1. Se il sistema è isolato, il lavoro meccanico è fatto a spese della
energia elettrostatica immagazzinata dal sistema, perciò:
2. Se il sistema non isolato, affinché i potenziali rimangano costanti,
il lavoro meccanico è compiuto da sorgenti esterne, perciò:
dW F dl
e QdW dW F dl
Forza elettrostatica
e VdW dW F dl
Dove ത𝐹𝑄 è la forza elettrostatica nel caso di cariche costanti, e ത𝐹𝑉 è forza elettrostatica nel caso di potenziali costanti.
81
Poiché, in generale, la variazione differenziale di uno scalare dovuta alla
variazione di posizione dl è uguale al prodotto scalare del gradiente
dello scalare per dl:
1. nel caso di sistema è isolato
2. nel caso di sistema non isolato
dW W dl
N
Qe
Qe
e e
dW F dlF W
dW W dl
Forza elettrostatica
N
Ve
Ve
e e
dW F dlF W
dW W dl
Dove ത𝐹𝑄 è la forza elettrostatica nel caso di cariche costanti, e ത𝐹𝑉è forza elettrostatica nel caso di potenziali costanti.
82
Se il corpo è vincolato a ruotare intorno ad un asse, per esempio
l’asse z, il lavoro meccanico fatto dal sistema per una rotazione
virtuale angolare d sarà:
Dove TZ è la componente lungo z della coppia agente sul corpo.
Con una procedura analoga a quella seguita per le forze, si giunge
alle espressioni della componente z della coppia elettrostatica per
una rotazione virtuale angolare d:
zdW T d
mN
e
zQ
WT
forze elettrostatica
N meV z
WT
Ipotesi di potenziali costanti
Ipotesi di cariche costanti
83
Dal confronto delle espressioni delle forze e delle coppie nei due casi si
vede come l’unica differenza nelle espressioni, è il segno:
• nel primo caso (sistema isolato con le cariche costanti), il lavoro è
stato fatto a spese della energia elettrostatica del sistema
• nel secondo caso (sistema non isolato con i potenziali costanti), il
lavoro è stato fatto grazie all’energia fornita da un sistema esterno.
Ve
F W N
e
V z
WT N m
e
Q z
WT N m
Carica costanteSistema isolato
Potenziale costanteSistema non isolato
Q eF W [N]
Forze elettrostatiche
84
I problemi elettrostatici riguardano lo studio degli effetti delle
cariche elettriche fisse.
La risoluzione di tali problemi richiede la determinazione:
• del potenziale elettrico V e quindi del campo: (noto ρ)
• della distribuzione delle cariche elettriche (noto V).
VE
Soluzioni di problemi elettrostatici
Nei mezzi lineari ed isotropi, se è nota la distribuzione delle
cariche elettriche ρ possono essere determinati l’intensità del
campo elettrico e quindi il potenziale elettrico V, essendo:
In diversi problemi pratici non è nota l’esatta distribuzione delle
cariche e le formule studiate per determinare queste grandezze non
possono essere applicate in maniera diretta.
e E=-s
QE d s V
85
Partendo dalle due equazioni fondamentali della elettrostatica valide
per ogni mezzo :
per la irrotazionalità del vettore campo elettrico ത𝐸, si può definire un
potenziale elettrico V tale che:
In un mezzo isotropo e lineare dunque:
dalla relazione precedente si ottiene l’espressione dell’equazione di
Poisson:
E 0
D ρ
VE
D εE
ε
ρV
2
Equazione di Poisson
D ρ ε V -ρ
86
La risoluzione della equazione di Poisson comporta la risoluzione
di una equazione differenziale alle derivate parziali lineare del
secondo ordine. Essa risulta calcolabile in ogni punto dello spazio,
dove esistono le derivate parziali del secondo ordine della funzione
V(x,y,z).
In coordinate cartesiane il laplaciano (o la divergenza del gradiente)
di V:
L’equazione di Poisson per l’elettrostatica assume la forma:
2
V x y z x y z
V V VV a a a a a a
x y z x y z
22
2
2
2
2
2
m
V
ε
ρ
z
V
y
V
x
V
Equazione di Poisson
87
Possono essere utilizzate anche le espressioni:
• in coordinate cilindriche:
• in coordinate sferiche:
2
2
2
2
2
2
z
VV
r
1
r
Vr
r
1V
2
2
222
2
2
2 V
sinR
1Vsin
sinR
1
R
VR
RR
1V
Equazione di Poisson
88
L’equazione di Poisson:
permettere di risolvere i problemi elettrostatici nei quali non è nota
tutta la distribuzione della carica, ma è nota solo la carica distretta
in alcuni punti dello spazio e il potenziale di alcuni corpi
conduttori.
Nei punti del campo di un mezzo omogeneo e isotropo, nei quali
non è presente alcuna carica, ossia: = 0 l’equazione di Poisson si
riduce alla Equazione di Laplace:
Con questa equazione è possibile risolvere problemi relativi a
campi elettrostatici dovuti a un insieme di conduttori mantenuti a
potenziali diversi (condensatori).
0V2
Equazione di Poisson e Laplace
2
V
89
In molti casi semplici si ottiene la soluzione dei problemi
elettrostatici attraverso l’integrazione diretta delle equazioni di
Laplace o di Poisson. Nei casi più complicati possono essere usati
altri metodi di risoluzione.
Teorema della unicità
La soluzione della equazione di Poisson (o per il caso
particolare di Laplace) che soddisfa le condizioni al contorno
date, è unica.
questo significa che una volta trovato un potenziale che soddisfa
l'equazione per le condizioni al contorno assegnate, allora il campo
elettrico è univocamente determinato.
Equazione di Poisson e Laplace
90
Poiché le superfici equipotenziali sono perpendicolari alle
superfici equiflusso, si può applicare ai campi il principio di
dualità:
Se un campo ha come superfici equipotenzali le superfici che
sono equiflusso di un secondo campo, come conseguenza diretta,
le equipotenziali di questo secondo campo risultano le equiflusso
del primo.
Ciò consente di applicare direttamente i risultati ricavati per una
certa configurazione (per esempio con il contorno formato da
equipotenziali), ad una configurazione duale (con lo stesso
contorno formato da equiflusso).
Equazione di Poisson e Laplace
91
Esempio: La condizione
di potenziale nullo sul
piano è soddisfatta se
invece del piano
conduttore si pone in y=-
d una carica immagine
uguale e opposta.
Metodi di risoluzione di problemi elettrostatici
-Q
+QP(x,y,z) R+
R-o
d
-d
y
x
z
1. Metodo delle immagini:
le condizioni sulle superfici di contorno possano essere stabilite
attraverso delle opportune cariche immagine equivalenti e le
distribuzioni del potenziale possa possano essere determinate in
maniera semplice.
92
2. Metodi analitici: Si usano quando la frontiera (o contorno) del
dominio in esame e la distribuzione delle sorgenti sono semplici.
✓ boundary-value problems:
• di Dirichlet: nei quali il valore del potenziale é definito in
qualunque punto del contorno;
• di Neumann: nei quali la derivata normale del potenziale é
definita in ogni punto del contorno;
• mixed boundary-value (problemi vincolati al contorno misti)
nei quali il potenziale é definito su alcuni contorni e la
derivata normale del potenziale é definito nei contorni
rimanenti
✓metodo della separazione delle variabili
V(x,y,z)=X(x)Y(y) Z(z)
Metodi di risoluzione di problemi elettrostatici
93
Metodi numerici✓ metodo delle differenze finite
✓ metodo degli elementi finiti
Si usano nei casi in cui la frontiera del dominio e la distribuzione
delle sorgenti è complessa. In questi casi i problemi possono essere
risolti in modo approssimato riconducendo il problema integro-
differenziale in esame ad un problema algebrico.
Metodi di risoluzione di problemi elettrostatici