Post on 06-Apr-2016
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5-7 dicembre 2014a cura dell’associazione LAP
CoCA archivio biblioteca arti contemporanee
Sotto Choc, primo e unico esperimento di evento off che
riguarda il cioccolato di Modica. Il CoCA, archivio biblioteca arti
contemporanee, propone uno spazio alternativo allo zucchero
e alla pasta amara, la frenesia del preparativo e l’alienazione
da mercato all’aperto. Una serie di interventi – proiezioni mute,
dj box, interventi fotosintetici – l’unico luogo della città dove
il cioccolato non c’è. Si gira comunque intorno alla famosa
barretta tracciandone la presenza in altre esperienze come il
cinema e il raccordo di nuove idee. Soltanto per chi ama la
sensazione del riverbero e del desiderio. Sotto Choc declina
il retrogusto, sensazione che sta in bilico tra la furbizia e la
dialettica, notizie non confermate parlano dell’imminente
cioccolato al gusto di BigBabol. La grande consapevolezza è
che il cioccolato da solo è uno strumento d’attrazione parziale.
È comune desiderio di molti suggerire futuri strumenti per
costruire seduzioni e contenuti locali permanenti. Il cioccolato
dovrebbe eccitare la creatività e stimolare la mente verso un
“dolce stato”, ma attualmente siamo tutti sotto choc: frastornati
ma in attesa di una città moderna.
PigBox di Alessandro Mignemi e Dj Deeper (Francesco Branca)
In tempi di austerity dove i “tagli” sono all’or-dine del giorno spetta alle amministrazioni scegliere cosa sia meno importante e cosa è suscettibile di essere “tagliato”. Le ammi-nistrazioni sia nazionali che locali sembrano dirci che alla cultura ed in particolare all’arte si puó rinunciare.Con il dispositivo Pig Box il visitatore che vuole contribuire alle attività dell’archivio biblioteca è invitato a inserire una moneta nel salvada-naio illuminato di fronte alla postazione dei dj: ad ogni monetina inserita suonerá una can-zone selezionata o composta da Dj Deeper.
Famelici e voracidi Andrea Scarfò
Bocche spalancate nell’atto di addenta-re una (finta) barretta di cioccolato che fa da “tetto” al fotogramma. Il tetto è ciò che protegge dalle intemperie al prezzo dell’impossibilità di vedere il cielo, le stelle La cioccolata forse accontenta solo un biso-gno istantaneo alla persona (desiderio, voglia) e alla città (disoccupazione, sempre troppa).
No Moussedi Ass. Cult. LAP
“No Mousse”, LAP,
bandiera No Muos usata,
legno, plexiglass, colla, acrilico
bianco, 48x27x6 cm, Modica,
2014
L’idea di trasformare la bandiera
del “No Muos” nell’oggetto “No
Mousse” deriva nell’immediato
da un’assonanza. La somiglianza
dei due composti ha inoltre
raccolto opinioni e critiche del
popolo su un movimento che ha lottato e continua ad opporsi
ad un mostro. Un movimento che nel lungo periodo è anche
apparso come una forma di sfogo di massa di generiche
frustrazioni diffuse. Il popolo siciliano non subisce soltanto
il sopruso di un’antenna letale già programmata da tempo,
ma ferite altrettanto mortali e forse meno evidenti. L’idea
di comprimere la bandiera ripercorre la compressione dello
stesso movimento che da un certo punto in poi ha battuto la
strada del marketing visuale, il mero posizionamento delle
bandiere sul tabellone-gioco
da tavola-territorio rivolgendo
scarsa attenzione alle altre ferite
di cui sopra o nei confronti di
altro tipo di movimenti di lotta
culturale. All’interno di questo
contesto-opera-trasformazione
il termine mousse rappresenta
un prodotto leggero, edulcorato
e inconsistente anche se
ottenuto dalla commistione di
materie prime importanti ma
che frullate insieme diventano impalpabili. No Mousse è
l’indicazione di un rammarico relativo ad una causa legittima
che dovrebbe diffondersi come unanime movimento contro il
sopruso generale in atto in Sicilia e in altri luoghi senza cedere
alle seduzioni della protesta ma diventare un atteggiamento
civico quotidiano.
Chocchezze
Il cioccolato stimola le endorfinesolleva l’umorecrea dipendenzariempie i vuotiè buonoquello di Modica è famosola melagranaSalvatore QuasimodoIl Baroccola retorica è dolcemente comodail presepe
Mariangela Schiavo
Dolci domande: chissà perchè una città che produce cioc-colata è cosi poco eccitata di se stessa? Forse ci limitiamo a produrre e non consumia-mo?. L’economia del ciocco-lato rientra nell’economia del-la proposta culturale e il resto delle attività “culturali” pub-bliche quali sono? Una buo-na tazza di cioccolato caldo in un Museo Cittadino(d’Arte)
potrebbe essere un momento distensivo o eccitante? Ab-biamo caffè e cioccolato, ma il resto dove si nasconde?
Francesco Lucifora
“Spacchettando le confezioni notiamo subito quanto visiva-mente sia particolare il cioc-colato modicano; molto scu-ro e massiccio ha un aspetto “grezzo” e basta spezzare la tavoletta per rendersi conto della sua composizione gra-nulosa e friabile.Al palato il Cioccolato di Modica regala un turbine di sensazioni; basta assaggiar-ne un pezzetto per mettere in moto la macchina dei nostri sensi. A contatto della lingua e delle mucose si avverte una sensazione astringente e, mentre ce ne rendiamo conto, il cioccolato comin-cia a sgranarsi e a scioglier-
si liberando tutti i sapori che racchiude. Questa bontà modicana non è mai dolcis-sima, anzi. Il gusto è deciso e soprattutto persistente e al primo assaggio in assoluto potrebbe lasciare interdetti, ma basta pazientare qualche istante per godere di un pia-cevole e persistente retro-gusto carico di aromi”. Nella splendida cornice barocca della “contea” di Modica sia-mo lieti di darvi il benvenu-to all’ormai consueto evento annuale che celebra il “mi-tico” cioccolato e che attrae gente da tutto il mondo... è questo (secondo voi) che rende Modica rilevante nel-la cultura contemporanea? Oppure è un rimedio antide-pressivo per un sistema cul-turalmente depresso?
Ilaria Caruso Alessandro Mignemi
A scuola quando si studiano i paesi, le regioni, le città alla voce economia si apprendono le materie prime e i prodotti di quel territorio.L’economia di Modica ruota in-torno al cioccolato.Materie prime: nulla.Ma della cultura non se ne par-la mai a scuola! Dei libri, sui libri di scuola non se ne parla mai. Delle mostre, degli artisti, della gente aperta, quelle non sono risorse, sono scarti da dimen-ticare dove neanche esiste una fermata del bus.Non si pensa che è grazie alla cultura che i commercianti possono vendere la loro squi-sitissima cioccolata. Non ci si arriva mica a capire che se si aumenta l’offerta culturale la città cresce tutta. Mica si sta a notare quanti giovani disoccu-pati qualificati, capaci e demo-ralizzati ci siano in città.Mica la cultura è una risorsa...
Andrea Scarfò
Orde di turisti golosi ed interessati ai segreti dell’ “ormai famoso” cioccolato di Modica invadono la no-stra cittá che si trasforma per qualche giorno in vetri-na a cielo aperto del pro-dotto più caratteristico e rappresentativo di Modica. Ma a noi piacerebbe che fosse conosciuta non solo per questo… che ben ven-gano i turisti… troveranno anche dell’altro proprio ad uno degli ingressi princi-pali della cittá… una vol-ta piacevolmente choc-cati potranno tranquillamente riprendere il loro percorso alla ricerca del famoso pro-dotto tipico locale.
Francesco Branca
Se in un sogno notturno Modica fosse invasa dal cioccolato, si assistereb-
be ad un’opera d’arte effi-mera: le case, le botteghe, le cose e le persone, tutti ricoperti. Verrebbero chia-mati eserciti di umani per contrastarne l’invasione, mangiarne e leccarne ogni piccolo pezzo e fermare questa alienazione. Dopo estenuanti tentativi, ci si ri-corderebbe che il cioccola-to ha una data di scadenza e, probabilmente, al primo sole caldo si scioglierebbe, perderebbe forma alla vista, consistenza al tatto, sapore sulla lingua. La pioggia lo dissolverebbe. Cosa avreb-bero prodotto l’invasione e l’esercito? Al risveglio, frastornati, andremmo dal nostro terapeuta che ci of-frirebbe dapprima un cioc-colatino, perché, in fondo, siamo sotto choc.
Serena Carpinteri
Proiezioni mute / / video public wall di spezzoni cinematograficidi Ass. Cult. LAP
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971) Pane e Cioccolata (1973)Come l’acqua e il cioccolato (1992) Forrest Gump (1994)Chocolat (2000)La fabbrica di cioccolato (2005)
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