Post on 29-Jun-2020
Ruolo e funzioni dell’insegnante di sostegno
per promuovere ambienti inclusivi
Raffaella Negri – Carla Raimondo
Secondo incontro UST TORINO
CONSAPEVOLEZZA
CENTRALITA’ DELLA QUALITA’
Relazione educativa
Potenziamento cognitivo
Classe come ambiente di
apprendimento
Insegnanti di sostegno
Insegnanti curriculari
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Relazione educativa
• Ascolto • Osservazione • Intervento sulla
classe mediatore
• Comunicazione
Potenziamento cognitivo
• Margine di miglioramento
• Mediazione di professionisti
• Intervento su bambino/ragazzo e ambiente
Ambiente di apprendimento
• Partecipazione attiva
• Contesto inclusivo Sensibilizzazione didattica inclusiva
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
INSEGNANTE DI SOSTEGNO E’
“L’insegnante di sostegno è quello assegnato alla scuola per interventi individualizzati di natura integrativa in favore della generalità degli alunni ed in particolare per coloro che presentano specifiche difficoltà di apprendimento”
“..gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità…delle classi in cui opeano, partecipano alla programmazione educativa e didattica ed all’elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, di classe e dei collegi dei docenti.
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Cosa fa l'insegnante di sostegno? (II) -Realizza progetti per la riduzione dell'handicap; -Predisporre percorsi e strumenti adeguati alla valorizzazione delle potenzialità dell'uomo; -Coordina gli interventi delle figure di sostegno; -Collabora con le attività educative e didattiche della classe; -Promuove gli apprendimenti di ogni allievo disabile e non -Facilita nel contesto scolastico lo sviluppo delle amicizie;
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Cosa fa l'insegnante di sostegno? (III) -Cura il rapporto con le altre scuole per il passaggio in altre scuole e per la realizzazione di progetti di integrazione dell'alunno disabile; -Cura i rapporti per l'orientamento professionale; -Partecipa alle operazioni di valutazione per tutti gli alunni della classe; -Partecipa alle disposizioni delle prove degli esami; -sollecita e coordina la raccolta di materiale documentario e informativo relativo all'inclusione, - ecc, ecc*. *Tratto da Gasapri P., Sandri P.(2010) Inclusione e diversità. Teorie e itinerari
progettuali per una rinnovata didattica speciale. Milano, FrancoAngeli
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Le figure professionali a sostegno della persona con handicap Partiamo dalla centralità della persona La complessità dell'individuo necessita una logica di reti di sostegni* Per lavorare in rete è fondamentale la circolazione delle informazioni in modo rapido e snello* *Tratto da Gaspari P., Sandri P.(2010) Inclusione e diversità. Teorie e itinerari progettuali per una rinnovata didattica speciale. Milano, FrancoAngeli
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Chi si prende cura del disabile? (I) -Insegnante di sostegno; -Collaboratore scolastico; -Educatore (OSE: Operatore Socio- Educativo); -Assistente; -Mediatore Specializzato (Interpreti LIS o Braille per disabilità sensoriali); -Neuropsichiatra infantile;
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Chi si prende cura del disabile? (II) -Psicologo;
-Riabilitatore;
-Educatore/Educatore Professionale;
-Operatori specializzati in attività specifiche
riabilitative ed educative, ad esempio
arteterapia o pet therapy;
-Allenatore;
-Genitori; -Parenti, prossimi e persone della comunità
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Un obiettivo comune -La rete educativa-professionale a servizio del disabile -Diverse figure e diverse competenze a confronto -Numerosi contributi e possibilità -Un obiettivo comune a tutti: l'integrazione della persona disabile
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Partecipazione attiva Di tutti gli studenti Di tutti i docenti
curriculari e di sostegno
Di tutto il personale della
scuola
Qualità del servizio
Diventano partecipi del processo di
apprendimento
Classe come laboratorio
Insegnando democrazia e libertà di scelta con attività interattive
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
UN ESEMPI DI SENSIBILIZZAZIONE: IL PROGETTO «INTEGRIAMOCI»
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Contesto inclusivo
Obiettivo:
favorire l’inclusione
all’interno della classe
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
COSTRUZIONE DI UNA RETE SOCIALE NEL CONTESTO SCOLASTICO SOSTENENDO
I COMPAGNI
I DOCENTI DEL CDC
I GENITORI
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Sensibilizzare i compagni
• Visionare un film • Visionare cortometraggi e
cartoni animati • Giochi/attività che in
modo pratico spieghino ai bambini/ragazzi cosa vuol dire avere una disabilità
• Discussioni, questionari, brain storming visualizzato
• Costruzione materiale con i compagni
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Sensibilizzare il Consiglio di Classe
Consiglio di classe prima dell’inizio della scuola per: Spiegare le caratteristiche principali del disturbo in quel bambino/a o ragazzo/a mediante Discussione dialogo documenti vademecum
AMBITO DIFFICOLTA’ STRATEGIE SUGGERITE
ATTENZIONE
Impiegano in
genere un tempo
lungo nel
rispondere a
stimoli e domande,
in quanto, nella
loro mente,
analizzano ogni
particolare sotto i
diversi punti di
vista prima di
esporsi
Non dovrebbero essere aiutati o
interrotti, in quanto il loro
ragionamento riparte ogni volta
dall’inizio e il processo diventa molto
faticoso e lungo. Bisogna aspettare le
loro risposte in silenzio.
Spesso si
concentrano sui
particolari,
perdendo di vista il
contesto globale
Bisogna spesso riportarli al contesto
generale, utilizzando possibilmente
immagini associate a concetti,
soprattutto se questi sono astratti.
Spesso
interrompono il
contatto oculare
per prestare
attenzione,
dandoci
erroneamente
l’idea che stiano
pensando ad altro
Non chiedere loro di guardarci, ma
parlare con discorsi concisi e il più
possibile legati ad aspetti concreti.
Alla fine si può chiedere loro di
ripetere e/o riassumere quanto detto
per essere sicuri che abbiano capito
(difficile che facciano domande di
chiarimento)
ESEMPIO DI una parte di un
VADEMECUM PER INSEGNANTI
Sensibilizzare le famiglie
Visione di film/cortometraggi/ spezzoni di documentari Discussione successiva messaggi da veicolare
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
ESEMPIO DI FILMATO DA VISIONARE CON I COMPAGNI E INSEGNANTI
RORY HOY AUTISM AND M
su youtube versione in italiano
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
DIDATTICA INCLUSIVA
L’adulto-mediatore deve
intervenire sul singolo
individuo e sull’ambiente
che lo circonda.
II potenziamento cognitivo
si può ritenere il risultato
dell’incontro tra
caratteristiche
dell’individuo e
caratteristiche del contesto
in cui vive.
L’intervento educativo non
è mai sicuro dei
risultati, che dipendono
in gran parte dal
soggetto, vero
protagonista del
cambiamento.
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Cosa deve costruire il docente
UTILIZZO DI FACILITATORI (strategie visive, rinforzi, strategie ludiche, personalizzazione materiali……)
autonomia
motivazione
manualità
consapevolezza
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
La potenze del «visivo»
LA MAPPA MENTALE
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
MAPPA CONCETTUALE molto più complessa in quanto costruita su nodi concettuali
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
RICETTE IN LINGUA STRANIERA CON IMMAGINI In questo caso il bambino/ragazzo, da solo o con l’aiuto di un docente e/o di un compagno, disegna le immagini che gli permettono di ricordarsi le parole chiave o le frasi in lingua straniera
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
LE ISTRUZIONI: il bambino/ragazzo svolge compiti, anche complessi, utilizzando istruzioni scritte o disegnate e si svincola così dal prompt del docente di sostegno
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
I LAPBOOK: si tratta di lavori su argomenti disciplinari specifici che vogliono però raggiungere contemporaneamente anche obiettivi trasversali, come la progettazione di un lavoro.
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Come la risorsa compagno diventa parte integrante della didattica
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Peer to peer
Il compagno
tutor
Cooperative learning
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Il cooperative learning https://didatticapersuasiva.com/didattica/che-cose-jigsaw-e-come-si-applica
LA CARTA DI IDENTITA’: la classe viene divisa in gruppi e, all’interno
di ogni gruppo, ogni studente ha un ruolo ben preciso (es. verbalista, coordinatore, gestore del tempo, gestore del layout, gestore del materiale..). L’obiettivo è predisporre un cartellone su un argomento ben definito, creando un percorso logico utilizzando solo immagini e titoli ritagliati da riviste e quotidiani. Tutti i gruppi spiegheranno poi la logica del proprio percorso a tutta la classe nella fase di intergruppo.
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Affrontare i comportamenti problema
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Osservare per capire E definire
un piano di azione
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
PREVEDIBILITA’
programmazione
Timer visivo
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Lunedi 14
dicembre
Martedì 15
dicembre
Mercoledì 16
dicembre
Giovedì 17
dicembre
Venerdì 18
dicembre
8,20
–
9,20
EDUCAZIONE
FISICA- palestra
Tuta da
ginnastica
FRANCESE
Lab.
Linguistico
Non serve il
quaderno
LAVORO IN
PICCOLO
GRUPPO
Aula 2 gruppo
di socialità
INGLESE
Lab linguistico
Portare il libro
LAVORO
INDIVIDUALE
Aula 2
cartellone
9,20
-
10,15
EDUCAZIONE
FISICA – palestra
Tuta da
ginnastica
LAVORO IN
PICCOLO
GRUPPO
aula 2
(orientamento)
LAVORO
INDIVIDUALE
Aula 10
Lab. euro
RICEVIMENTO
Lab di
ricevimento
Quadernone
settore viola
BIOLOGIA
Aula 10
Quadernone
settore
arancione
INTERVALLO DALLE 10,15 ALLE 10,25
10,25
–
11,20
ALIMENTAZIONE
Aula 10
Quadernone
settore giallo
Scheda 6 e 7
ITALIANO
Aula 2 giochi
con i compagni
di classe
ITALIANO
AULA 10
Quadernone
settore bianco
Libro cap. 1 e
domande
LAVORO
INDIVIDUALE
Lab
informatica: la
storia per
immagini
LAVORO
INDIVIDUALE
Aula 2
Laboratorio
sulle storie
sociali
11,20
–
12,15
LAVORO IN
PICCOLO
GRUPPO aula 2
giochi didattici
ITALIANO
Aula 10
Quadernone
settore bianco
Scheda
racconto
STORIA
AULA
Quadernone
settore bianco
Scheda 5
LAVORO
INDIVIDUALE
Aula 2 uso
motori di
ricerca su IPAD
LAVORO
INDIVIDUALE:
Lab. Di
ricevimento
schede
guidate
INTERVALLO DALLE 12,15 ALLE 12,25
12,25
–
13,20
RELIGIONE
aula 10
visione del film
L’ultimo
imperatore
CUCINA/SALA
Cucina n. 2
piano terra:
divisa
Assistente: Ida
FRANCESE
AULA 10
Quadernone
settore grigio
Scheda 10
LAVORO IN
PICCOLO
GRUPPO
Aula 2
Costruisco una
storia
INGLESE
Aula 2
Attività di
gruppo
13,20
–
14,20
MATEMATICA
Aula 10
Quadernone
settore rosa-
schede 1/2
CUCINA/SALA
Cucina n. 2
piano terra:
divisa
Assistente:Ida
LAVORO
INDIVIDUALE:
aula 10
giochi
numerici
MATEMATICA
Aula 10
Quadernone
settore rosa –
scheda3/4
FRANCESE
Aula 10
Quadernone
settore blu
orario di Andrea – valutazione differenziata – 12 ore di sostegno (azzurro chiaro)
Esempio di programmazione in prima – secondaria di secondo grado
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Token economy: contratto educativo Permette di stabilire a priori le regole del comportamento (es. non si può urlare più di due volte) Permette la contrattazione del «premio» finale (rinforzo), che può essere ricontrattato ma deve essere immediato
REGOLE ESPLICITATE CHIARAMENTE E VISIBILI
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Possibili interventi dei docenti:
• Ignorare il comportamento (se il comportamento non è pericoloso per il ragazzo e per gli altri)
• Time out: si interrompe l’azione e l’interazione positiva con l’allievo
• Comportamenti alternativi (da rinforzare)
• Costo della risposta: subire le conseguenze dell’azione
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Attività ludiche L’introduzione del gioco in ambito riabilitativo pone il bambino come protagonista attivo anziché attore passivo Il gioco può essere utilizzato come attività
inclusiva e integrativa tra un bambino disabile e un gruppo di normodotati
Nella scelta o costruzione del gioco bisogna partire dalle capacità del bambino/ragazzo disabile
Durante il gioco il bambino/ragazzo va incoraggiato e sostenuto ma deve mantenere una sua autonomia per aumentare così la sua autostima
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Scale e automobili
Un gioco sulle competenze trasversali
1
2 3 4 5
6
7 8 9 10
11
12 13 14 15
16
17 18 19 20
21
22 23 24 25
ARRIVO
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
Questo è un gioco per un piccolo gruppo o per tutta la classe suddivisa in gruppi. Si avanza tirando il dado e tutte le volte che ci si ferma su una scala si sale fino in cima, mentre quando si arriva su un’automobile si tira nuovamente il dado. Il docente potrà poi inserire in ogni casella l’immagine dell’attività da svolgere in base al grado e ordine di scuola, al gruppo classe ed alla disabilità del bambino/ragazzo da includere (si tratta comunque sempre di attività ludica su abilità trasversali.
IL MEMORY DELLE EMOZIONI
prof.ssa Carla RAIMONDO e Raffaella NEGRI
I docenti si mettono in gioco, come ho fatto io nelle foto a fianco, e vengono fotografati con espressioni facciali rappresentanti alcune amozioni che il bambino/ragazzo sa riconoscere. Ogni foto viene stampata in duplice copia e ogni bambino/ragazzo deve individuare le foto uguali a due a due (memory) e dire a che emozione si riferiscono
comunicare significa trasmettere non solo
informazioni,
(livello dei contenuti),
ma anche sensazioni, emozioni, sentimenti,
vissuti, ruoli, ecc.
( livello relazionale)
IL MESSAGGIO
prof.ssa Carla RAIMONDO
Per facilitare la comunicazione
Faccio attenzione al contesto culturale dell’interlocutore
Faccio attenzione al feedback, l’informazione di ritorno
Sono flessibile e disponibile a modificare il messaggio se non compreso
Faccio attenzione ad atteggiamenti e comportamenti non verbali
Utilizzo un linguaggio condiviso
prof.ssa Carla RAIMONDO
Ma cosa hai capito???
ciò che conta non è tanto ciò che diciamo, quanto
piuttosto ciò che il nostro interlocutore decodifica,
nessun messaggio viene ricevuto in neutralità:
ogni persona ha una sua storia, un suo stato culturale,
esperienze, ricordi, aspettative e motivazioni diverse;
proprio per questo, il messaggio può subire una
immediata e profonda trasformazione
alcuni messaggi possono addirittura essere ignorati in
base alla dissonanza cognitiva tramite la selezione.
prof.ssa Carla RAIMONDO
Dissonanza cognitiva
Questa teoria nasce da una constatazione del senso comune:
l’uomo tende in generale ad essere coerente con se stesso nel
modo di pensare e di agire
quando i pensieri, le emozioni o il comportamento sono in conflitto
tra loro l'individuo prova disagio e tende a eliminare quelli in
contraddizione.
In altri termini ogni persona può tollerare soltanto un minimo
numero di discrepanze nella sua identità, cercando di ridurre le
cognizioni dissonanti e rafforzare quelle consonanti.
prof.ssa Carla RAIMONDO
In tali circostanze, cioè in presenza di un’incoerenza,
si verifica uno stato di disagio psicologico.
Nella teoria elaborata da Festinger, l’incoerenza è definita
dissonanza.
prof.ssa Carla RAIMONDO
La dissonanza cognitiva può essere ridotta in
tre modi diversi:
cambiando l'ambiente in cui vive l'individuo
modificando il comportamento
modificando il proprio mondo cognitivo (cambiando opinione, atteggiamento, aggiungendo nuove informazioni, sfuggendo ad altre informazioni, ecc.)
prof.ssa Carla RAIMONDO
Una nota versione di
dissonanza cognitiva è
espressa nella favola di Esopo
La volpe e l'uva, nella quale la
dissonanza fra il desiderio
dell'uva e l'incapacità di
arrivarvi, conduce la volpe alla
conclusione che "tanto l'uva è
acerba".
prof.ssa Carla RAIMONDO
LA PERCEZIONE SELETTIVA
la percezione selettiva fa sì che ascolto e ricordo
avvengano in maniera tale che, informazioni, percezioni, sensazioni, emozioni,
non siano in contrasto con il sistema di riferimento e di valori dell’interlocutore, ovvero trattengo solo gli elementi di conferma a me e alla mia immagine
del mio mondo
prof.ssa Carla RAIMONDO
FACCIAMO ALLORA DUE SOMME
PER UNA COMUNICAZIONE EFFICACE
PRESTO ATTENZIONE ALLA PERSONA:
Mantengo il contatto oculare
Osservo il modo di presentarsi, le espressioni del
volto, lo sguardo, la postura della persona
Ascolto il suo tono di voce, le parole usate
prof.ssa Carla RAIMONDO
PRESTO ATTENZIONE AI CONTENUTI:
chi?, cosa?, quando?, dove?, come? perché?
(mi permette di raccogliere gli elementi
fondamentali dell’esperienza dell’altro)
faccio attenzione ai temi ricorrenti
prof.ssa Carla RAIMONDO
Do’ informazioni in modo accessibile alla capacità di
comprensione della persona (utilizzo di un linguaggio
condiviso)
Verifico la comprensione attraverso il feedback
Faccio attenzione anche alla comunicazione non
verbale mia e dell’altro
Sono disponibile a sospendere i giudizi per ascoltare
l’altro e quindi comunicare in modo efficace.
prof.ssa Carla RAIMONDO
Anche i silenzi, l’indifferenza, la passività e l’inattività sono forme
di comunicazione al pari delle altre, poiché portano con sé un
significato e soprattutto un messaggio al quale gli altri
partecipanti all’interazione non possono non rispondere.
prof.ssa Carla RAIMONDO
il silenzio è una potente forma di comunicazione
può avere diversi significati:
può, infatti, essere percepito come facilitante,
permissivo,
seducente,
imbarazzato …
prof.ssa Carla RAIMONDO
il silenzio può veicolare anche
rispetto e partecipazione: ad es. nel caso di un dolore quando la parola può essere
vissuta come superflua o
commiseratoria
prof.ssa Carla RAIMONDO
PRIMO ASSIOMA
NON SI PUÒ NON COMUNICARE
ogni comportamento è comunicazione
non è possibile non manifestare un comportamento
quindi è impossibile non comunicare
prof.ssa Carla RAIMONDO
Per Watzlawick:
Ci troviamo in presenza di un
processo di comunicazione
tutte le volte
che …
prof.ssa Carla RAIMONDO
il COMPORTAMENTO
di una persona o di un animale si impone all’attenzione di un’altra
persona o di un altro animale
prof.ssa Carla RAIMONDO
FISICO il luogo in cui si comunica
TEMPORALE il momento in cui si comunica
STORICO in relazione ai rapporti pre esistenti tra gli interlocutori
PSICOLOGICO il livello di empatia
RELAZIONALE il tipo di relazione (simmetrica o complementare)
IL CONTESTO
prof.ssa Carla RAIMONDO
FEEDBACK
- I tre aspetti del feedback:
• quello che ho osservato,
• quello che decido di restituire alla persona,
• il modo in cui lo faccio.
- Il feedback come innesco di salti di qualità e di processi
di sviluppo personali: guardare la persona che si ha
davanti e chiedersi quale è il suo salto di qualità.
- Il feedback che favorisce lo sviluppo: “tu puoi crescere e
stare meglio” e quello che lo inibisce: “tu non vai bene”.
- Restituire valore alla persona ed alle sue migliori
capacità: la ricerca delle “pepite”.
prof.ssa Carla RAIMONDO
FEEDBACK
- Spingere la persona a bypassare i propri limiti, essendo
solidali con il suo salto di qualità, mettendole la “rete”.
- Si ha davanti una persona “tutta intera” con un suo mondo
emotivo.
- La tecnica: evitare di conversare e di scambiarsi opinioni; la
comunicazione incisiva come propedeutica a quella
generativa; la pro-vocazione come tecnica.
- Le paure dei due soggetti: chi riceve il feedback ha timore
della critica e di non essere all’altezza, chi lo dà teme di ferire
e può sentirsi inadeguato alla situazione
prof.ssa Carla RAIMONDO
Documenti fondamentali per la
riflessione - Dichiarazione Universale dei Diritti del
Fanciullo
(Vedi http://www.onuitalia.it/diritti/indinf.html)
- Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti
delle persone con disabilità (vedi
http://www.governo.it/backoffice/allegati/42085 -5202.pdf)
prof.ssa Carla RAIMONDO