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PROVINCIA DI IMPERIA __________________________________________________________________________________________________________________
ASSESSORATO ALL’AMBIENTE
PIANO PROVINCIALE DELLA GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI URBANI
INDIRIZZI PIANIFICATORI
Ultimo aggiornamento: ottobre 2002 VOLUME II
Studio Dott. Ing. Paolo Turbiglio Dott. Ing. Paolo Turbiglio Via Cuneo, 3 – Mondovì (CN) Tel./Fax. 0174-42582/42863 e-mail: paolo.turbiglio@mtrade.com
in collaborazione con: Dott. Ing. Luca Gautero Dott. Ing. Gian Luca Rolfo
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Indice I
Indice
1 SINTESI DELL'INDAGINE CONOSCITIVA (VOLUME I) 1
1.1 POPOLAZIONE RESIDENTE IN PROVINCIA DI IMPERIA (1991-1996) 1
1.2 PRESENZE TOTALI DI TURISTI NEGLI ANNI 1995 - 96 1
1.3 DATI QUANTITATIVI SUI RIFIUTI URBANI 1
1.3.1 Il quadro delle conoscenze 1
1.3.2 Quantità di RSU conferiti in discarica nella Regione Liguria 1
1.3.3 Realtà imperiese 2
1.3.4 Correlazione della quantità di rifiuti prodotti mensilmente e l'afflusso turistico (anno 1996) 3
1.4 I RIFIUTI SOLIDI URBANI RACCOLTI IN MODO DIFFERENZIATO 4
1.5 CARATTERISTICHE QUALITATIVE DEGLI RSU 5
1.5.1 Composizione merceologica dei rifiuti lordi nella Provincia di Imperia (anno 1996) 5
1.6 RIFIUTI SPECIALI ASSIMILABILI AGLI URBANI 6
1.6.1 Dati quantitativi 6
1.6.2 Dati qualitativi 6
1.7 LA FRAZIONE ORGANICA DERIVANTE DALLE "GRANDI UTENZE" 7
1.7.1 Scarti derivanti da attività di giardinaggio pubbliche o private 7
1.7.2 Frazione organica derivante dall'attività di ristorazione collettiva 7
1.8 I FANGHI DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE 8
1.9 I FLUSSI DA TRATTARE 8
1.9.1 Estrapolazioni della produzione lorda di rifiuti urbani all'anno 2009 8
1.9.2 Le quantità in gioco 9
1.9.3 I materiali presenti nei flussi da trattare 10
1.9.4 Valutazione dell'oscillazione stagionale della produzione di rifiuti nella Provincia di Imperia 19
1.9.5 Conclusioni 19
2 PRODUZIONE DI RIFIUTI NELL'ANNO 1999 20
3 PIANIFICAZIONE PROVINCIALE DELLA GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI SOLIDI
URBANI 30
3.1 PREMESSA 30
3.2 DEFINIZIONE DELL'AMBITO OTTIMALE DI GESTIONE E DEI COMPRENSORI 30
3.3 PIANIFICAZIONE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA 31
3.3.1 Indicazioni generali 31
3.3.2 Obiettivi e impostazione generale della raccolta differenziata 33
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Indice II
4 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DELLA
PROVINCIA DI IMPERIA 55
4.1 ANDAMENTO STAGIONALE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI NEI COMUNI
DELLA PROVINCIA 55
4.2 RACCOLTA DIFFERENZIATA MULTIMATERIALE 58
4.2.1 Organizzazione del sistema di raccolta multimateriale 59
4.2.2 Descrizione delle operazioni di trasporto e separazione del multimateriale 60
4.3 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DI CARTA E CARTONE 61
4.4 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DELLA FRAZIONE ORGANICA E DEL VERDE 63
4.4.1 La frazione organica 63
4.4.2 La frazione verde 68
4.5 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI BENI DUREVOLI 69
4.6 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI INGOMBRANTI 70
4.7 RIFIUTI TESSILI, CUOIO E PELLI 71
4.8 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI PERICOLOSI (PILE ESAURITE,
FARMACI SCADUTI, CONTENITORI T E/O F) 71
4.9 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA NEI COMUNI MINORI DELLA PROVINCIA DI IMPERIA 72
4.10 ALTRE PRESCRIZIONI 76
4.10.1 Impiego di prodotti riciclati all'interno degli Uffici Pubblici 76
4.10.2 Sviluppo della raccolta differenziata presso gli Enti Pubblici 77
4.10.3 Valorizzazione del compost 77
5 IL SISTEMA IMPIANTISTICO A SUPPORTO DELLA GESTIONE INTEGRATA
DEI RIFIUTI URBANI 78
5.1 PREMESSA 78
5.2 AREE ECOLOGICHE (n° 15) 81
5.3 CENTRI DI CONFERIMENTO (n° 3) 86
5.4 IMPIANTO DI STOCCAGGIO, SEPARAZIONE E NOBILITAZIONE (n° 1) 89
5.4.1 Impianto di separazione del multimateriale 90
5.4.2 Impianto di cernita della carta e cartone 91
5.4.3 Impianto di lavorazione degli ingombranti e dei beni durevoli 91
5.5 IMPIANTI DI SEPARAZIONE SECCO-UMIDO, STABILIZZAZIONE E COMPOSTAGGIO DELLA
FORSU, IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE 92
5.5.1 Impianto di compostaggio della frazione organica raccolta in modo differenziato 100
5.5.2 Linea di biostabilizzazione aerobica della frazione organica derivante dalle operazioni di
trattamento nell'impianto di separazione secco-umido. 102
5.5.3 Localizzazione impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio
della FORSU (n° 2) 103
5.5.4 Localizzazione dell’impianto di termovalorizzazione in Provincia di Imperia (n° 1) 105
5.6 DISCARICHE PER INTERRAMENTO CONTROLLATO 106
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Indice III
5.7 PERIODO TRANSITORIO E SUA DURATA 112
5.8 SISTEMA INTEGRATO DELLA GESTIONE RIFIUTI: SITUAZIONE A REGIME 119
5.9 GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI E DEI RIFIUTI INERTI 122
6 GESTIONE UNITARIA DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI 124
6.1 FORME DI GESTIONE UNITARIA 124
7 ANALISI DEI COSTI E DEI BENEFICI DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATA
DEI RIFIUTI URBANI 128
7.1 PREMESSA 128
7.2 I COSTI DI INVESTIMENTO 131
7.3 COSTI DI COSTRUZIONE E DI GESTIONE 132
7.4 ANALISI COSTI-BENEFICI DEL SISTEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI 135
8 CRITERI DI INDIVIDUAZIONE DELLE AREE IDONEE E NON IDONEE ALLA
LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI 140
8.1 INTRODUZIONE 140
8.2 CRITERI GENERALI 141
8.3 CRITERI PER L'INSERIMENTO DEGLI IMPIANTI DI GESTIONE RIFIUTI IN AREE
PRODUTTIVE O DESTINATE AD IMPIANTI TECNOLOGICI 143
8.3.1 Fattori escludenti 143
8.3.2 Fattori penalizzanti 144
8.3.3 Fattori preferenziali 144
8.4 CRITERI PER L'INDIVIDUAZIONE DELLE AREE FUNZIONALI ALLA LOCALIZZAZIONE DEGLI
IMPIANTI DI SMALTIMENTO E RECUPERO DEI RIFIUTI - INSEDIAMENTI IN AREE NON
INDUSTRIALI 145
8.4.1 Fattori escludenti 145
8.4.2 Fattori penalizzanti 145
8.4.3 Fattori preferenziali 145
8.5 CRITERI INTEGRATIVI PER LE SINGOLE TIPOLOGIE DI IMPIANTO 146
8.5.1 Discariche di 1° categoria e 2° categoria tipo B e C 146
8.5.2 Discariche di 2° categoria tipo A per inerti 147
8.5.3 Impianti di termoutilizzazione 147
8.5.4 Impianti a tecnologia complessa 148
8.5.5 Centri di conferimento per la raccolta differenziata 149
8.6 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DI IDONEITÀ E NON IDONEITÀ DI LOCALIZZAZIONE
DEGLI IMPIANTI NEI SITI PROPOSTI 149
8.6.1 Impianti per la gestione dei rifiuti solidi urbani 154
8.6.2 Impianti per la gestione dei rifiuti speciali 156
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Indice IV
9 SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE 157
9.1 APPROCCIO METODOLOGICO ALLO STUDIO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEL
PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI 157
9.1.1 Struttura 158
9.1.2 Indicatori 158
9.2 ANALISI DI SOSTENIBILITÀ DEL PIANO E DEGLI SCENARI 160
9.2.1 Riduzione della produzione di rifiuti 160
9.2.2 Riduzione del volume dei rifiuti. 161
9.2.3 Recupero di materia 162
9.2.4 Recupero energetico 165
9.2.5 Impatto aria 168
9.2.6 Impatto acqua 170
9.2.7 Impatto suolo 170
9.2.8 Trasporto 172
9.2.9 Accettabilità sociale 173
9.2.10 Costi 174
9.2.11 Eventi incidentali 177
9.3 VALUTAZIONE DELLE SCELTE TECNOLOGICHE 177
9.4 VALUTAZIONE DEGLI SCENARI 180
9.5 PESO DEGLI INDICATORI 181
9.5.1 Applicazione del modello 182
9.6 STUDIO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEI SITI PROPOSTI 183
9.6.1 Valutazione dei pesi degli indicatori 185
9.6.2 Applicazione del modello 187
10 SISTEMA TARIFFARIO E INCENTIVANTE 197
10.1 LA NUOVA TARIFFA RIFIUTI PREVISTA DAL D. LGS. N. 22/1997 197
10.1.1 Riferimento normativo 197
10.2 DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA 201
10.2.1 Costi per la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani e ripartizione tra i Comuni 203
10.2.2 Costi per i servizi di trattamento e smaltimento e ripartizione tra i Comuni 204
10.2.3 La tariffa per il cittadino 205
10.3 SISTEMI INCENTIVANTI 212
11 AZIONI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA POPOLAZIONE 215
12 MONITORAGGIO DEL PROGRAMMA PROVINCIALE 218
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Indice V
13 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE NON IDONEE ALLA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI:
RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA 219
14 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DI IDONEITÀ E NON IDONEITA'
DEI STI PROPOSTI 223
14.1 Premesse 223
14.2 Centro di Conferimento Ventimigliese (A) 225
14.2.1 “COMUNE DI CAMPOROSSO” (già esistente) 225
14.2.2 “COMUNE DI VENTIMIGLIA – Località Rio Ciapagni” 228
14.3 Centro di Conferimento Sanremese (B) 231
14.3.1 “COMUNE DI SANREMO - CIUVIN” 231
14.3.2 “COMUNE DI SANREMO - TRASCA” 234
14.3.3 “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli” 237
14.3.4 “COMUNE DI SANREMO – Località Cava Bianchi” 240
14.3.5 “COMUNE DI SANREMO – Loc. San Pietro” (attuale stazione di trasferimento RSU) 243
14.4 Centro di Conferimento Imperiese (C) 246
14.4.1 “COMUNE DI CHIUSANICO – Località Brughi” 246
14.4.2 “COMUNE DI IMPERIA – EX MATTATOIO” (già esistente) 249
14.4.3 “COMUNE DI IMPERIA – Località Caramagna” 252
14.4.4 “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue” 254
14.4.5 “COMUNE DI IMPERIA – Località Ponticelli” 257
14.5 Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n° 1) 260
14.5.1 “COMUNE DI SANREMO - CIUVIN” 260
14.5.2 “COMUNE DI SANREMO - TRASCA” 263
14.5.3 “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli” 266
14.5.4 “COMUNE DI SANREMO – Località Cava Bianchi 268
14.6 Impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio FORSU (n° 2) 270
14.6.1 “COMUNE DI VENTIMIGLIA – Località Rio Ciapagni” 270
14.6.2 “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi” 273
14.6.3 “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli” 276
14.6.4 “COMUNE DI TAGGIA – Costa dei Frati” 279
14.6.5 “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue” 281
14.6.6 “COMUNE DI IMPERIA - Località Ponticelli” 283
14.6.7 “COMUNE DI IMPERIA – Località Caramagna” 285
14.7 Termovalorizzatore 287
14.7.1 “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi” 287
14.7.2 “COMUNE DI BADALUCCO – Località Vallone dei Morti” 290
14.7.3 “COMUNE DI CESIO - Località Cartari” 293
14.8 Discarica di 1° e 2° categoria di tipo B e C 296
14.8.1 “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi” 296
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Indice VI
14.8.2 “COMUNE DI PERINALDO – Località Morga” 299
14.8.3 “COMUNE DI BADALUCCO – Località Vallone dei Morti” 302
14.8.4 “COMUNE DI TAGGIA – Località Costa dei Frati” 305
14.8.5 “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue” 308
14.8.6 “COMUNE DI CASTELLARO / POMPEIANA – Località Prato Grande” 311
15 IPOTESI DI GESTIONE DELLA PARTE FINALE DEL SISTEMA DI SMALTIMENTO DEI
RIFIUTI IN TERRITORI FUORI PROVINCIA 315
15.1 Proposta di collaborazione per un accordo interprovinciale con la Provincia di Savona 315
15.2 Cooperazione transfrontaliera con la Communauté d'Agglomération de la Riviera Française (C.A.R.F.) 315
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 1
1 Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)
1.1 Popolazione residente in Provincia di Imperia (1991-1996)
1991 1992 1993 1994 1995 1996 D1991-96
Provincia di Imperia 213.587 216.788 217.655 217.653 216.996 217.039 +1.61 %
1.2 Presenze totali di turisti negli anni 1995 - 96
Presenze
alberghiere
Presenze extra
alberghiere Totale Presenze
Incremento
annuo %
1995 3.030.714 1.193.035 4.223.749
1996 2.907.268 1.209.769 4.117.037 -2.5 %
1997 2.972.075 1.158.635 4.130.710 + 000%
1.3 Dati quantitativi sui rifiuti urbani
1.3.1 Il quadro delle conoscenze
Le informazioni relative alla produzione di rifiuti solidi urbani della Provincia di Imperia si sono
basate sui dati forniti dalla Regione Liguria e sulla campagna di monitoraggio attivata in occasione
della redazione del presente Piano Provinciale.
I dati abbracciano un arco temporale che va dal 1994 al 1997.
1.3.2 Quantità di RSU conferiti in discarica nella Regione Liguria
RSU conferiti in discarica [t] RSU conferiti in discarica [t] RSU conferiti in discarica [t] Provincia
1994 1995 1996
Genova 427.100 413.700 413.900
Imperia 111.000 117.250 116.280
La Spezia 100.350 105.000 105.750
Savona 155.500 158.900 158.500
Regione
Liguria 793.950 794.850 796.426
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 2
1.3.3 Realtà imperiese
In base alle quantità di rifiuto prodotte dai singoli Comuni della Provincia di Imperia (residuo +
raccolta differenziata - anno 1996), è possibile notare come più dell’80% della produzione
complessiva provinciale di rifiuti sia imputabile unicamente a otto Comuni:
� Sanremo
� Imperia
� Ventimiglia
� Bordighera
� Taggia
� Diano Marina
� San Bartolomeo a mare
� Vallecrosia
Più del 90% della produzione complessiva dei rifiuti urbani è invece imputabile a 15 Comuni; oltre
ai già citati si aggiungono i Comuni di:
� Ospedaletti
� Camporosso
� Riva Ligure
� Santo Stefano a mare
� Cervo
� San Lorenzo a mare
� Diano Castello
Per questo motivo si è concentrata l’attenzione dell’analisi principalmente su questi quindici
Comuni.
Secondo i dati raccolti, nel periodo 1995-97 si è registrata una sostanziale stabilità della quantità
totale di rifiuti lordi prodotti nella Provincia di Imperia:
Anno di riferimento Quantità totale di RSU prodotti
[t/anno]
Incremento percentuale all’anno
precedente
1995 120.149
1996 120.097 0.000%
1997 121.2011 001%
1 Per quanto riguarda la quantità lorda di rifiuti prodotti nel 1997 (residuo + raccolta differenziata), il dato è ricavato
sulla base delle informazioni ottenute dagli impianti di smaltimento (rifiuti smaltiti) e dall’analisi a campione svolta al
fine di determinare l’entità della raccolta differenziata nell’anno 1997.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 3
1.3.3.1 Produzione lorda di RSU nei singoli comprensori di smaltimento (anno 1996)
Il Piano di Organizzazione dei Servizi di Smaltimento della Regione Liguria ha suddiviso la
Provincia di Imperia in tre differenti Comprensori al fine di gestire, in ciascuna di queste zone, in
maniera organica e unitaria, il ciclo dei rifiuti:
• Comprensorio Ventimigliese (A);
• Comprensorio Sanremese (B);
• Comprensorio Imperiese (C).
Comprensorio previsto dal P.O.S.S.R. Produzione lorda2 annua di RSU [t]
Comprensorio Ventimigliese (A) 29.847
Comprensorio Sanremese (B) 46.782
Comprensorio Imperiese (C) 43.468
Totale Provincia di Imperia 120.097
1.3.4 Correlazione della quantità di rifiuti prodotti mensilmente e l’afflusso turistico (anno 1996)
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
700000
800000
900000
Gen Fe
b
Mar Ap
r
Mag Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov Dic
Anno 1996
Pres
enze
di t
uris
ti
7000
8000
9000
10000
11000
12000
13000
Qua
ntità
di r
ifiut
i sm
altit
i [t]
turisti rifiuti
Fattore di correlazione:0.90
2 Per produzione lorda si intende la somma della quantità di rifiuti smaltiti in discarica e di quelli raccolti in modo
differenziato. La produzione lorda, pertanto, rappresenta la quantità totale di rifiuti prodotti.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 4
La figura illustra le quantità di rifiuti che nel 1996 sono stati conferiti mensilmente alla discarica di
Ponticelli dai vari Comuni della Provincia; si osserva che la quantità di rifiuti smaltiti varia da mese
a mese seguendo un andamento che ricalca quello della presenza di turisti.
1.4 I rifiuti solidi urbani raccolti in modo differenziato
Anno RSU raccolti in modo differenziato
[t] % sulla quantità lorda di rifiuti prodotti
1995 2.899 2.42 %
1996 3.500 2.90 %
1997 5.0793 4.20 %
Materiale Quantità [t/anno]
1995 1996 1997
Vetro 1.609 1.640 2.149
Carta 1.156 1.714 2.655
Plastica 128 136 259
Alluminio 0,13 0,93 1,3
Farmaci Scaduti 2,3 5,56 8,0
Pile 3,6 4,8 6,9
Totale 2.899 3.500 5.079
3 Valore ricavato da indagine a campione fatta nei Comuni più rappresentativi della Provincia di Imperia.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 5
1.5 Caratteristiche qualitative degli RSU
1.5.1 Composizione merceologica dei rifiuti lordi nella Provincia di Imperia (anno 1996)
Comprensorio A: VentimiglieseRSU smaltiti Raccolta differenziata Totale % in peso
Carta 6942.3 591.0 7533.3 27.1%Vetro 2403.1 485.0 2888.1 10.4%Materie plastiche 2670.1 58.0 2728.1 9.8%Metalli 1602.1 0.4 1602.4 5.8%Frazione organica 7476.3 7476.3 26.9%Frazione non recuperabile 5500.5 5500.5 19.8%Pile 53.4 0.7 54.1 0.2%Farmaci 53.4 0.5 53.9 0.2%Totale 26701.2 1135.6 27836.8
Comprensorio B: SanremeseRSU smaltiti Raccolta differenziata Totale % in peso
Carta 12671.7 477.0 13148.7 26.3%Vetro 4386.4 735.0 5121.4 10.2%Materie plastiche 4873.7 19.0 4892.7 9.8%Metalli 2924.2 0.0 2924.2 5.9%Frazione organica 13646.5 13646.5 27.3%Frazione non recuperabile 10039.9 10039.9 20.1%Pile 97.5 1.2 98.6 0.2%Farmaci 97.5 1.6 99.1 0.2%Totale 48737.4 1233.8 49971.2
Comprensorio C: ImperieseRSU smaltiti Raccolta differenziata Totale % in peso
Carta 10160.9 646.0 10806.9 26.9%Vetro 3517.2 420.0 3937.2 9.8%Materie plastiche 3908.0 58.0 3966.0 9.9%Metalli 2344.8 0.6 2345.4 5.8%Frazione organica 10942.5 10942.5 27.2%Frazione non recuperabile 8050.6 8050.6 20.0%Pile 78.2 3.0 81.1 0.2%Farmaci 78.2 3.4 81.6 0.2%Totale 39080.5 1131.0 40211.4
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 6
1.6 Rifiuti speciali assimilabili agli urbani
1.6.1 Dati quantitativi
Comprensorio Quantità di RSAU prodotti [t] Percentuale sul totale
Ventimigliese (A) 566 9%
Sanremese (B) 2.578 41%
Imperiese (C) 3.145 50%
Totale 6.289 100%
Produzione complessiva di RSAU suddivisa per Comprensori (1996)
Comprensorio Quantità di RSAU raccolti in modo
differenziato [t]
Ventimigliese (A) 99
Sanremese (B) 154
Imperiese (C) 142
Totale 395
Quantità di RSAU raccolta in modo differenziato suddivisa per comprensori (1996) [dati stimati]
1.6.2 Dati qualitativi
Frazione % in peso
Organico 5.9
Legno 29.5
Carta e cartone 27.2
Vetro 4.0
Plastica 15.1
Metalli 5.0
Tessili, pelli, cuoio 8.8
Inerti 4.5
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Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 7
1.7 La frazione organica derivante dalle “grandi utenze”
1.7.1 Scarti derivanti da attività di giardinaggio pubbliche o private
Il quantitativo totale annuo di frazione organica derivante da attività di giardinaggio pubbliche o
private prodotta nell’intera provincia di Imperia è pari a circa 5.400 t.
A tale quantità deve essere aggiunto il contributo del mercato floricolo di Sanremo pari a 1.260 t di
cui, però, solamente il 90% composto da scarti vegetali.
In totale, quindi, gli scarti vegetali presenti nel territorio provinciale imperiese ammontano a circa
6.500 ton di cui circa 2.500 presenti nel Comune di Sanremo.
1.7.2 Frazione organica derivante dall’attività di ristorazione collettiva
La quantità di frazione organica derivante dall’attività alberghiera è stata ricavata a livello
comunale sulla base del numero di posti letto alberghieri presenti mentre quella derivante da altre
attività di ristorazione extra alberghiere si è fatto riferimento alla popolazione residente.
La quantità totale di frazione organica prodotta dalla sola attività di ristorazione collettiva ammonta
a circa 5.860 tonnellate all’anno.
Nello specifico, i Comuni ove tale quantità annua raggiunge circa le 100 t risultano essere i
seguenti:
• Sanremo 1654,6 ton
• Imperia 974,9 ton
• Ventimiglia 663,2 ton
• Diano Marina 578,5 ton
• Bordighera 388,3 ton
• Taggia 379,5 ton
• San Bartolomeo al Mare 173,7 ton
• Vallecrosia 169,9 ton
• Camporosso 109,5 ton
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 8
• Ospedaletti 100,7 ton
e rappresentano il 90% dell’intera quantità di frazione organica prodotta dalla sola attività di
ristorazione collettiva (i primi quattro Comuni raggiungono circa il 65 % della quantità totale).
1.8 I fanghi di depurazione delle acque reflue
Nel 1996 sono state conferite in discarica circa 2.100 ton di fanghi mentre nel 1997 tale quantità si è
notevolmente ridotta a 780 ton. Tale decremento è imputabile quasi esclusivamente alla netta
diminuzione di fanghi smaltiti dal depuratore di Sanremo.
1.9 I flussi da trattare
Ottenuti i dati conoscitivi necessari ai nostri fini, è utile fare un riepilogo schematico in cui
convergano tutte le diverse informazioni acquisite per le diverse tipologie di rifiuto considerate nel
corso dell’analisi effettuata.
1.9.1 Estrapolazioni della produzione lorda di rifiuti urbani all’anno 2009
1.9.1.1 Rifiuti solidi urbani
Il dimensionamento degli impianti necessari alla realizzazione del sistema integrato di gestione dei
rifiuti urbani richiede una valutazione della produzione futura dei rifiuti.
Sulla base della sostanziale stabilità della produzione lorda di rifiuti, della pressoché costante
presenza turistica registrata nel periodo 1991-97, considerato il leggero incremento demografico
registrato negli ultimi anni, si è ritenuto di considerare un tasso di crescita della produzione di
rifiuti differenziato nel tempo e pari a:
� anni 1997 - 2000: 1.2 %
� anni 2001 - 2003: 1.1 %
� anni 2004 - 2009: 0.9 %.
Il decremento percentuale nel tempo è perché si ritiene che, con il progredire degli anni, la
coscienza ambientale della popolazione aumenterà sempre più, sensibilizzata anche dalle normative
europee e nazionali che già vanno nella stessa direzione.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 9
1.9.1.2 Rifiuti speciali assimilabili agli urbani
In considerazione del fatto che gli imballaggi terziari dal 1° gennaio 1998 non sono più immessi nel
normale circuito di raccolta dei rifiuti urbani (D. Lgs. 22/1997 art. 43), si ipotizza un decremento
della quantità di RSAU pari a 10 % per l’anno 1998, e una sostanziale stabilità per gli anni
successivi (-0.5 % annuo dal 1999).
1.9.2 Le quantità in gioco
Per una corretta gestione del problema rifiuti è fondamentale giungere alla separazione dei vari
flussi e quindi al trattamento di un materiale caratterizzato da proprietà specifiche che richiede
tecnologie e tecniche appropriate.
Una volta diversificati i flussi di provenienza, occorre avere un’idea delle quantità totali da gestire:
vengono riportati, per ogni comprensorio, i quantitativi di rifiuti da trattare previsti per il prossimo
futuro, suddivisi per categoria di appartenenza.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 10
Ventimigliese SanremeseAnno RSU lordi Rifiuti ing. RSAU lordi [t] Tot rifiuti RSU lordi Rifiuti ing. RSAU lordi [t] Tot rifiuti
[t] [t] [t] [t] [t] [t] [t] [t]1999 28851 1933 1127 31911 45182 3027 2027 502362000 29198 1956 1121 32275 45724 3064 2017 508052001 29519 1978 1115 32612 46227 3097 2007 513312002 29844 2000 1110 32953 46735 3131 1997 518642003 30172 2022 1104 33298 47250 3166 1987 524022004 30443 2040 1099 33582 47675 3194 1977 528462005 30717 2058 1093 33869 48104 3223 1967 532942006 30994 2077 1088 34158 48537 3252 1958 537462007 31273 2095 1082 34450 48974 3281 1948 542032008 31554 2114 1077 34745 49414 3311 1938 546632009 31838 2133 1071 35043 49859 3341 1928 55128
Imperiese ProvinciaAnno RSU lordi Rifiuti ing. RSAU lordi [t] Tot rifiuti RSU lordi Rifiuti ing. RSAU lordi [t] Tot rifiuti
[t] [t] [t] [t] [t] [t] [t] [t]1999 42003 2814 2478 47295 116036 7774 5632 1294432000 42507 2848 2465 47820 117429 7868 5604 1309002001 42975 2879 2453 48307 118720 7954 5576 1322502002 43447 2911 2441 48799 120026 8042 5548 1336162003 43925 2943 2429 49297 121347 8130 5520 1349972004 44321 2969 2417 49707 122439 8203 5492 1361352005 44719 2996 2404 50120 123541 8277 5465 1372832006 45122 3023 2392 50538 124653 8352 5438 1384422007 45528 3050 2380 50959 125774 8427 5410 1396122008 45938 3078 2369 51384 126906 8503 5383 1407932009 46351 3106 2357 51813 128049 8579 5356 141984
Quantità totale di rifiuti da trattare previste per il prossimo futuro nella Provincia di Imperia
1.9.3 I materiali presenti nei flussi da trattare
Utilizzando i dati quantitativi e quelli qualitativi ricavati per le varie categorie di rifiuti, si può
giungere alla determinazione dei materiali presenti nei rifiuti ed alla loro entità negli anni a venire.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)
11
Materiale
1999 2000
2001 2002
2003 2004
2005 2006
2007 2008
2009
Carta e cartone
7808 7902
7989 8076
8165 8239
8313 8388
8463 8539
8616 Farm
aci 56
57 57
58 58
59 60
60 61
61 62
Metalli
1661 1681
1699 1718
1737 1752
1768 1784
1800 1816
1833 O
rganico 7749
7842 7928
8015 8103
8176 8250
8324 8399
8475 8551
Pile 56
57 57
58 59
59 60
60 61
61 62
Plastica 2828
2861 2893
2925 2957
2984 3010
3038 3065
3092 3120
Vetro
2993 3029
3063 3096
3130 3159
3187 3216
3245 3274
3303 Frazione non recuperabile
5701 5769
5833 5897
5962 6016
6070 6124
6179 6235
6291
rifiuti urbani lordi [t]
Totale
28851 29198
29519 29844
30172 30443
30717 30994
31273 31554
31838 C
arta e cartone 306
305 303
302 300
299 297
296 294
293 291
Inerti 51
50 50
50 50
49 49
49 49
48 48
Legno 332
331 329
327 326
324 322
321 319
318 316
Metalli
56 56
56 55
55 55
55 54
54 54
54 O
rganico 66
66 66
65 65
65 64
64 64
64 63
Plastica 170
169 168
168 167
166 165
164 163
163 162
Tessili, pelli, cuoio 99
99 98
98 97
97 96
96 95
95 94
Vetro
45 45
45 44
44 44
44 44
43 43
43
RSA
U lordi [t][
Totale
1127 1121
1115 1110
1104 1099
1093 1088
1082 1077
1071 Inerti
387 391
396 400
404 408
412 415
419 423
427 Legno
870 880
890 900
910 918
926 934
943 951
960 M
etalli 522
528 534
540 546
551 556
561 566
571 576
Plastica 135
137 138
140 142
143 144
145 147
148 149
Vetro
19 20
20 20
20 20
21 21
21 21
21
Rifiuti
ingombranti [t]
Totale
1933 1956
1978 2000
2022 2040
2058 2077
2095 2114
2133
Tabella 1-1: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com
prensorio (A): dato disaggregato per flussi di provenienza
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)
12
M
ateriale 1999
2000 2001
2002 2003
2004 2005
2006 2007
2008 2009
Carta e cartone
11889 12031
12164 12297
12433 12544
12657 12771
12886 13002
13119 Farm
aci 90
91 92
93 94
95 95
96 97
98 99
Metalli
2644 2676
2705 2735
2765 2790
2815 2840
2866 2892
2918 O
rganico 12339
12487 12624
12763 12903
13019 13137
13255 13374
13494 13616
Pile 89
90 91
92 93
94 95
96 97
98 98
Plastica 4424
4477 4526
4576 4626
4668 4710
4752 4795
4838 4882
Vetro
4631 4686
4738 4790
4842 4886
4930 4974
5019 5064
5110 Frazione non recuperabile
9078 9187
9288 9390
9493 9579
9665 9752
9839 9928
10017
rifiuti urbani lordi [t]
Totale
45182 45724
46227 46735
47250 47675
48104 48537
48974 49414
49859 C
arta e cartone 551
549 546
543 541
538 535
532 530
527 524
Inerti 91
91 90
90 89
89 89
88 88
87 87
Legno 598
595 592
589 586
583 580
577 575
572 569
Metalli
101 101
100 100
99 99
98 98
97 97
96 O
rganico 120
119 118
118 117
117 116
115 115
114 114
Plastica 306
305 303
302 300
299 297
296 294
293 291
Tessili, pelli, cuoio 178
178 177
176 175
174 173
172 171
171 170
Vetro
81 81
80 80
79 79
79 78
78 78
77
RSA
U lordi [t][
Totale
2027 2017
2007 1997
1987 1977
1967 1958
1948 1938
1928 Inerti
605 613
619 626
633 639
645 650
656 662
668 Legno
1362 1379
1394 1409
1425 1437
1450 1463
1477 1490
1503 M
etalli 817
827 836
845 855
862 870
878 886
894 902
Plastica 212
214 217
219 222
224 226
228 230
232 234
Vetro
30 31
31 31
32 32
32 33
33 33
33
Rifiuti
ingombranti [t]
Totale
3027 3064
3097 3131
3166 3194
3223 3252
3281 3311
3341
Tabella 1-2: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com
prensorio (B): dato disaggregato per flussi di provenienza
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)
13
M
ateriale 1999
2000 2001
2002 2003
2004 2005
2006 2007
2008 2009
Carta e cartone
11201 11335
11460 11586
11713 11819
11925 12032
12141 12250
12360 Farm
aci 85
86 87
87 88
89 90
91 92
92 93
Metalli
2431 2460
2487 2514
2542 2565
2588 2611
2635 2659
2682 O
rganico 11341
11477 11604
11731 11860
11967 12075
12183 12293
12404 12515
Pile 84
85 86
87 88
89 90
90 91
92 93
Plastica 4111
4160 4206
4252 4299
4337 4376
4416 4456
4496 4536
Vetro
4407 4460
4509 4559
4609 4650
4692 4734
4777 4820
4863 Frazione non recuperabile
8344 8444
8537 8631
8726 8804
8884 8963
9044 9126
9208
rifiuti urbani lordi [t]
Totale
42003 42507
42975 43447
43925 44321
44719 45122
45528 45938
46351 C
arta e cartone 674
671 667
664 661
657 654
651 647
644 641
Inerti 112
111 110
110 109
109 108
108 107
107 106
Legno 731
727 724
720 716
713 709
706 702
699 695
Metalli
124 123
123 122
121 121
120 120
119 118
118 O
rganico 146
145 145
144 143
143 142
141 140
140 139
Plastica 374
372 370
369 367
365 363
361 359
358 356
Tessili, pelli, cuoio 218
217 216
215 214
213 212
211 209
208 207
Vetro
99 99
98 98
97 97
96 96
95 95
94
RSA
U lordi [t][
Totale
2478 2465
2453 2441
2429 2417
2404 2392
2380 2369
2357 Inerti
563 570
576 582
589 594
599 605
610 616
621 Legno
1266 1282
1296 1310
1324 1336
1348 1360
1373 1385
1397 M
etalli 760
769 777
786 795
802 809
816 824
831 838
Plastica 197
199 202
204 206
208 210
212 214
215 217
Vetro
28 28
29 29
29 30
30 30
31 31
31
Rifiuti
ingombranti [t]
Totale
2814 2848
2879 2911
2943 2969
2996 3023
3050 3078
3106
Tabella 1-3: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com
prensorio (C): dato disaggregato per flussi di provenienza
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)
14
M
ateriale 1999
2000 2001
2002 2003
2004 2005
2006 2007
2008 2009
Carta e cartone
30897 31268
31612 31960
32311 32602
32895 33191
33490 33792
34096 Farm
aci 230
233 235
238 241
243 245
247 249
252 254
Metalli
6736 6817
6891 6967
7044 7107
7171 7236
7301 7367
7433 O
rganico 31429
31806 32156
32509 32867
33163 33461
33762 34066
34373 34682
Pile 229
232 235
237 240
242 244
246 249
251 253
Plastica 11362
11498 11625
11753 11882
11989 12097
12206 12315
12426 12538
Vetro
12031 12175
12309 12445
12582 12695
12809 12924
13041 13158
13277 Frazione non recuperabile
23123 23400
23657 23918
24181 24398
24618 24839
25063 25289
25516
rifiuti urbani lordi [t]
Totale
116036 117429
118720 120026
121347 122439
123541 124653
125774 126906
128049 C
arta e cartone 1532
1524 1517
1509 1501
1494 1486
1479 1472
1464 1457
Inerti 253
252 251
250 248
247 246
245 243
242 241
Legno 1661
1653 1645
1637 1628
1620 1612
1604 1596
1588 1580
Metalli
282 280
279 277
276 275
273 272
271 269
268 O
rganico 332
331 329
327 326
324 322
321 319
318 316
Plastica 850
846 842
838 834
829 825
821 817
813 809
Tessili, pelli, cuoio 496
493 491
488 486
483 481
479 476
474 471
Vetro
225 224
223 222
221 220
219 218
216 215
214
RSA
U lordi [t][
Totale
5632 5604
5576 5548
5520 5492
5465 5438
5410 5383
5356 Inerti
1555 1574
1591 1608
1626 1641
1655 1670
1685 1701
1716 Legno
3498 3540
3579 3619
3659 3692
3725 3758
3792 3826
3861 M
etalli 2099
2124 2148
2171 2195
2215 2235
2255 2275
2296 2316
Plastica 544
551 557
563 569
574 579
585 590
595 601
Vetro
78 79
80 80
81 82
83 84
84 85
86
Rifiuti
ingombranti [t]
Totale
7774 7868
7954 8042
8130 8203
8277 8352
8427 8503
8579
Tabella 1-4: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nella Provincia di Im
peria: dato disaggregato per flussi di provenienza
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)
15
M
ateriale [t] 1999
2000 2001
2002 2003
2004 2005
2006 2007
2008 2009
Carta e cartone
8114 8206
8292 8378
8466 8538
8610 8684
8758 8832
8908
Farmaci
56 57
57 58
58 59
60 60
61 61
62
Frazione non recuperabile 5701
5769 5833
5897 5962
6016 6070
6124 6179
6235 6291
Inerti 437
442 446
450 454
457 461
464 468
471 475
Legno 1202
1211 1219
1227 1235
1242 1249
1255 1262
1269 1276
Metalli
2239 2265
2289 2313
2338 2358
2379 2399
2420 2441
2462
Organico
7815 7908
7994 8081
8169 8241
8314 8388
8463 8538
8614
Pile 56
57 57
58 59
59 60
60 61
61 62
Plastica 3133
3168 3200
3232 3265
3292 3320
3347 3375
3403 3431
Tessili, pelli, cuoio 99
99 98
98 97
97 96
96 95
95 94
Vetro
3058 3094
3127 3161
3195 3223
3251 3280
3309 3338
3367
Totale 31911
32275 32612
32953 33298
33582 33869
34158 34450
34745 35043
Tabella 1-5: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com
prensorio (A): dato onnicomprensivo
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)
16
M
ateriale [t] 1999
2000 2001
2002 2003
2004 2005
2006 2007
2008 2009
Carta e cartone
12440 12580
12709 12841
12973 13082
13193 13304
13416 13529
13644
Farmaci
90 91
92 93
94 95
95 96
97 98
99
Frazione non recuperabile 9078
9187 9288
9390 9493
9579 9665
9752 9839
9928 10017
Inerti 697
703 710
716 723
728 733
738 744
749 755
Legno 1960
1974 1986
1998 2011
2021 2031
2041 2051
2062 2072
Metalli
3563 3604
3642 3680
3719 3751
3784 3816
3849 3882
3916
Organico
12458 12606
12742 12881
13020 13136
13253 13370
13489 13609
13730
Pile 89
90 91
92 93
94 95
96 97
98 98
Plastica 4942
4996 5046
5097 5148
5190 5233
5276 5319
5363 5407
Tessili, pelli, cuoio 178
178 177
176 175
174 173
172 171
171 170
Vetro
4742 4797
4849 4901
4954 4997
5041 5085
5130 5175
5220
Totale 50236
50805 51331
51864 52402
52846 53294
53746 54203
54663 55128
Tabella 1-6: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com
prensorio (B): dato onnicomprensivo
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)
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M
ateriale [t] 1999
2000 2001
2002 2003
2004 2005
2006 2007
2008 2009
Carta e cartone
11875 12006
12127 12250
12374 12476
12579 12683
12788 12894
13001
Farmaci
85 86
87 87
88 89
90 91
92 92
93
Frazione non recuperabile 8344
8444 8537
8631 8726
8804 8884
8963 9044
9126 9208
Inerti 674
681 686
692 698
703 707
712 717
722 727
Legno 1997
2009 2019
2030 2041
2049 2058
2066 2075
2084 2093
Metalli
3315 3352
3387 3422
3458 3488
3517 3547
3577 3608
3639
Organico
11487 11623
11748 11875
12004 12110
12217 12325
12433 12543
12654
Pile 84
85 86
87 88
89 90
90 91
92 93
Plastica 4682
4732 4778
4824 4871
4910 4949
4989 5028
5069 5109
Tessili, pelli, cuoio 218
217 216
215 214
213 212
211 209
208 207
Vetro
4534 4587
4636 4685
4735 4777
4818 4860
4903 4946
4989
Totale 47295
47820 48307
48799 49297
49707 50120
50538 50959
51384 51813
Tabella 1-7: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com
prensorio (C): dato onnicomprensivo
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)
18
Materiale [t]
1999 2000
2001 2002
2003 2004
2005 2006
2007 2008
2009
Carta e cartone
32429 32792
33128 33469
33813 34096
34382 34670
34962 35256
35553
Farmaci
230 233
235 238
241 243
245 247
249 252
254
Frazione non recuperabile 23123
23400 23657
23918 24181
24398 24618
24839 25063
25289 25516
Inerti 1808
1826 1842
1858 1874
1888 1901
1915 1929
1943 1957
Legno 5160
5194 5224
5255 5287
5312 5337
5362 5388
5414 5441
Metalli
9116 9221
9318 9416
9515 9597
9679 9763
9847 9932
10017
Organico
31761 32136
32485 32837
33193 33487
33784 34083
34385 34690
34998
Pile 229
232 235
237 240
242 244
246 249
251 253
Plastica 12757
12895 13023
13153 13285
13392 13501
13611 13722
13834 13948
Tessili, pelli, cuoio 496
493 491
488 486
483 481
479 476
474 471
Vetro
12334 12478
12612 12747
12884 12997
13111 13225
13341 13458
13577
Totale 129443
130900 132250
133616 134997
136135 137283
138442 139612
140793 141984
Tabella 1-8: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nella Provincia di Im
peria: dato onnicomprensivo
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 19
1.9.4 Valutazione dell’oscillazione stagionale della produzione di rifiuti nella Provincia di Imperia
Tenuto conto che la Provincia di Imperia è caratterizzata da un considerevole flusso turistico, si è
proceduto alla definizione di una metodologia per il calcolo della quantità di rifiuti prodotti
mensilmente in ciascun Comune. Al fine di tenere conto della stagionalità, per la determinazione
del metodo, sono stati utilizzati i dati relativi alle quantità di rifiuti smaltiti da ciascun Comune alla
discarica di Ponticelli nel 1996. Per ciascun Comune della Provincia è stato calcolato il rapporto tra
il quantitativo di rifiuti conferito in un determinato mese e il valore medio mensile della quantità
totale di rifiuti conferiti nell’anno 1996 (vedasi paragrafo 3.5 del Volume I – Indagine conoscitiva).
I coefficienti ricavati possono essere utilizzati per calcolare, per qualsiasi anno e per qualsiasi mese,
la quantità di rifiuto prodotto nel singolo Comune della Provincia di Imperia.
1.9.5 Conclusioni
Considerando i dati di previsione di produzione rifiuti nei vari Comprensori della Provincia di
Imperia e le informazioni circa la composizione dei medesimi, si è giunti alla determinazione dei
flussi complessivi da trattare, suddivisi per materiali costituenti; a questi quantitativi andranno
applicate le percentuali di recupero e raccolta differenziata imposte per Legge per le diverse
categorie di rifiuto. Va detto che le informazioni a disposizione hanno consentito di elaborare un
possibile scenario di evoluzione nel tempo delle quantità di rifiuto da trattare e, soprattutto, delle
qualità prodotte. A causa però della mancanza di una serie storica affidabile, l’analisi dovrà essere
monitorata ed eventualmente aggiornata a mano a mano che le informazioni relative alla gestione
dei rifiuti nella Provincia di Imperia risulteranno sempre più consistenti. Per questo motivo, e con il
fine di tarare il “modello” matematico così costruito, nel capitolo successivo si sono confrontati i
dati teorici ricavati con il “modello” con i valori consuntivi dell’anno 1999 relativi al quantitativo
complessivo di rifiuti urbani prodotto ed al valore percentuale di raccolta differenziata ottenuto
(Fonti: Settore Tutela Ambiente Provincia di Imperia e Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente Ligure A.R.P.A.L.).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 20
2 Produzione di rifiuti nell’anno 1999
Nel Volume I - Indagine conoscitiva - del presente Piano sono riportati i dati di produzione dei
rifiuti urbani reperiti tramite indagine diretta condotta sul territorio provinciale per gli anni ‘94-97,
sulla base dei quali si è costruito un “modello” matematico per la determinazione dei volumi di
produzione futura. L'analisi viene in questo capitolo integrata con la verifica della produzione di
rifiuti urbani nell'anno 1999, anche a taratura del “modello matematico” di riferimento.
I dati relativi alla produzione di rifiuti dell’anno 1999 sono stati desunti mettendo a confronto la
campagna di monitoraggio che annualmente il Settore Tutela Ambiente della Provincia di Imperia
compie presso i Comuni e le Comunità Montane, con il MUD 2000 per l’anno 1999 fornito
dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure ARPAL – Sezione Regionale del
Catasto Rifiuti (dati "bonificati").
Nelle seguenti tabelle 2.1-2.2-2.3-2.4 si riporta su scala provinciale e distintamente per i tre
Comprensori Ventimigliese (A), Sanremese (B) e Imperiese (C), il raffronto tra i dati del Settore
Tutela Ambiente della Provincia di Imperia e quelli del MUD 2000 reperiti presso l’ARPAL.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O
ttobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 21
Tabella 2.1 - Q
uantità di rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata nell'anno 1999 nella Provincia di Im
peria (ton)
DATI FO
RN
ITI DAL SETTO
RE TU
TELA AMB
IENTE D
ELLA PRO
VINC
IA DI IM
PERIA
DATI FO
RN
ITI DALL'AG
ENZIA R
EGIO
NALE PER
LA PRO
TEZION
E D
ELL'AMB
IENTE LIG
UR
E - ARPAL
TOTALE
TOTALE
TOTALE
TOTALE
TOTALE
TOTALE
N.
CO
MU
NE C
ARTA E
CAR
TON
E VETRO
METALLI PLASTIC
A LEGN
O B
ATTERIE
E PILE FAR
MAC
I ING
OM
B.
VERD
E ALTR
OD
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF.%
R.D
.D
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF. %
R.D
. C
ARTA E
CAR
TON
E VETR
O
PLASTICA
ALTRO
1 AIR
OLE
0.01 1.25
8.00 0.01
-- 0.01
0.01 0.90
-- --
10.18 230.69
240.86 4.22
-- 207.70
207.70 --
-- --
-- --
2 APR
ICALE
4.60 8.40
-- 1.70
-- --
-- 22.00
-- --
36.70 232.50
269.20 13.63
-- 232.60
232.60 --
-- --
-- --
3 AQ
UILA
D’AR
RO
SCIA
-- 3.00
-- --
-- --
-- --
-- --
3.00 71.65
74.65 4.02
6.00 72.36
78.36 7.66
0.00 3.00
0.00 3.00
4 AR
MO
--
-- 0.15
-- --
-- --
-- --
-- 0.15
40.90 41.05
0.37 --
41.49 41.49
--
--
5 AU
RIG
O
-- 1.00
2.52 --
-- --
-- --
-- 1.76
5.28 118.72
124.00 4.26
5.30 118.70
124.00 4.27
0.00 1.00
0.00 4.30
6 B
ADALU
CC
O
-- 8.40
5.78 --
-- --
-- --
-- --
14.18 545.16
559.34 2.54
28.40 546.20
574.60 4.94
0.00 8.40
0.00 20.00
7 B
AJARD
O
-- 4.80
-- --
-- --
-- --
-- --
4.80 156.58
161.38 2.97
4.80 156.60
161.40 2.97
0.00 4.80
0.00 0.00
8 B
OR
DIG
HER
A 303.67
247.10 122.16
26.77 --
3.83 0.43
0.46 --
214.76 919.18
7 622.59 8 541.77
10.76 2 122.00
7 622.60 9 744.60
21.78 303.70
247.10 26.80
1 544.40
9 B
OR
GH
ETTO
D’AR
RO
SCIA
-- --
-- --
-- --
-- --
-- --
0.00 170.80
170.80 0.00
-- 168.94
168.94 --
-- --
-- --
10 B
OR
GO
MAR
O
-- 17.00
6.28 --
-- --
-- --
-- 2.54
25.82 297.74
323.56 7.98
25.80 297.70
323.50 7.98
0.00 17.00
0.00 8.80
11 C
AMPO
RO
SSO
174.58 79.32
74.66 35.37
-- 0.45
0.18 2.02
247.43 --
614.01 2 396.46
3 010.47 20.40
-- 2 339.50
2 339.50 --
-- --
-- --
12 C
ARAVO
NIC
A --
6.00 4.56
-- --
-- --
-- --
-- 10.56
10.08 20.64
51.16 10.60
100.80 111.40
9.52 0.00
6.00 0.00
4.60
13 C
ARPASIO
--
3.60 6.28
-- --
-- --
-- --
-- 9.88
72.70 82.58
11.96 3.60
73.70 77.30
4.66 0.00
3.60 0.00
0.00
14 C
ASTELLARO
--
6.30 0.90
-- --
-- --
-- --
-- 7.20
302.36 309.56
2.33 7.20
302.40 309.60
2.33 0.00
6.30 0.00
0.90
15 C
ASTELVITTOR
IO
-- 3.00
5.28 --
-- --
-- --
-- --
8.28 214.94
223.22 3.71
-- 213.10
213.10 --
-- --
-- --
16 C
ERIAN
A --
19.10 --
-- --
-- --
-- --
-- 19.10
463.20 482.30
3.96 22.10
463.20 485.30
4.55 1.00
19.00 0.00
2.10
17 C
ERVO
5.14
19.60 51.40
5.60 --
-- 0.01
2.80 --
77.76 162.31
1 044.96 1 207.27
13.44 162.30
1 139.60 1 301.90
12.47 5.10
19.60 5.60
132.00
18 C
ESIO
-- 3.20
7.25 --
-- --
-- --
-- --
10.45 89.29
99.74 10.48
-- 89.30
89.30 --
-- --
-- --
19 C
HIU
SANIC
O
-- 8.50
0.10 --
-- --
-- --
-- --
8.60 208.35
216.95 3.96
-- 208.40
208.40 --
-- --
-- --
20 C
HIU
SAVECC
HIA
-- 6.00
-- --
-- --
-- --
-- --
6.00 177.30
183.30 3.27
6.00 177.30
183.30 3.27
6.00
0.00
21 C
IPRESSA
6.34 11.40
5.92 3.40
-- 0.02
-- 0.52
-- --
27.60 612.42
640.02 4.31
27.10 640.00
667.10 4.06
6.30 11.40
3.40 6.00
22 C
IVEZZA 2.72
6.60 9.04
1.52 --
-- --
0.70 --
-- 20.58
175.26 195.84
10.51 19.90
195.80 215.70
9.23 2.70
6.60 1.50
9.10
23 C
OSIO
D
’ARR
OSC
IA --
4.50 1.80
-- --
-- --
-- --
-- 6.30
97.90 104.20
6.05 6.30
98.91 105.21
5.99 0.00
4.50 0.00
1.80
24 C
OSTAR
AINER
A --
-- --
-- --
-- --
-- --
-- 0.00
376.70 376.70
0.00 --
376.70 376.70
-- --
-- --
--
25 D
IANO
AREN
TINO
9.90
5.50 5.50
2.24 --
-- --
-- --
-- 23.14
258.55 281.69
8.21 23.10
258.50 281.60
8.20 9.90
5.50 2.20
5.50
26 D
IANO
CASTELLO
--
4.80 --
-- --
-- --
-- --
-- 4.80
857.70 862.50
0.56 --
859.00 859.00
-- --
-- --
--
27 D
IANO
MAR
INA
239.63 149.50
-- 68.96
-- 1.08
0.10 --
-- 15.20
474.47 6 510.52
6 984.99 6.79
933.60 6 510.50
7 444.10 12.54
239.60 149.50
69.00 475.50
28 D
IANO
SAN
PIETRO
--
19.10 11.70
3.30 --
-- --
1.68 --
-- 35.78
457.95 493.73
7.25 35.80
457.90 493.70
7.25 0.00
19.10 3.30
13.40
29 D
OLC
EACQ
UA
4.72 28.82
-- 2.08
-- 0.01
0.00 --
-- 0.52
36.15 764.50
800.65 4.52
-- 764.50
764.50 --
-- --
-- --
30 D
OLC
EDO
--
10.50 3.90
-- --
-- --
-- --
-- 14.40
512.30 526.70
2.73 10.50
512.30 522.80
2.01 0.00
10.50 0.00
0.00
31 IM
PERIA
745.18 426.92
742.54 70.84
-- 22.78
2.89 20.89
729.01 253.38
3 014.43 20 035.94
23 050.37 13.08
2 783.60 20 076.40
22 860.00 12.18
580.70 426.90
94.00 1 682.00
32 ISO
LABO
NA
1.56 --
-- 1.00
-- 0.01
0.01 --
-- --
2.58 308.39
310.97 0.83
-- 320.00
320.00 --
-- --
-- --
33 LU
CIN
ASCO
--
2.00 1.80
-- --
-- --
-- --
-- 3.80
69.10 72.90
5.21 2.00
69.10 71.10
2.81 0.00
2.00 0.00
0.00
34 M
END
ATICA
-- 0.60
-- --
-- --
-- --
-- --
0.60 82.95
83.55 0.72
0.60 83.64
84.24 0.71
0.00 0.60
0.00 0.00
35 M
OLINI D
I TRIO
RA
-- 5.10
-- --
-- --
-- 3.10
-- --
8.20 301.16
309.36 2.65
8.20 301.20
309.40 2.65
0.00 5.10
0.00 3.10
36 M
ON
TALTO
-- 6.00
1.88 --
-- --
-- --
-- --
7.88 123.02
130.90 6.02
15.80 123.00
138.80 11.38
0.00 6.00
0.00 9.80
37 M
ON
TEGR
OSSO
PIAN
LATTE --
0.60 --
-- --
-- --
-- --
-- 0.60
47.70 48.30
1.24 0.60
47.46 48.06
1.25 0.00
0.60 0.00
0.00
38 O
LIVETTA SAN
MIC
HELE
-- 9.90
0.48 --
-- --
-- --
-- --
10.38 176.36
186.74 5.56
-- 176.40
176.40 --
--
39 O
SPEDALETTI
1.62 34.70
8.50 1.20
5.64 0.38
0.16 1.01
30.93 25.20
109.34 2 818.00
2 927.34 3.74
49.00 2 818.50
2 867.50 1.71
1.60 34.70
1.20 11.50
40 PER
INALD
O
2.63 2.90
-- 1.44
-- --
-- --
-- 15.83
22.80 258.02
280.82 8.12
-- 258.00
258.00 --
-- --
-- --
41 PIETR
ABR
UN
A --
10.00 --
-- --
-- --
-- --
-- 10.00
175.26 185.26
5.40 --
175.30 175.30
-- --
-- --
--
42 PIEVE D
I TECO
--
15.00 --
-- --
-- --
-- --
-- 15.00
463.40 478.40
3.14 15.00
464.01 479.01
3.13 0.00
15.00 0.00
0.00
43 PIG
NA
0.40 1.25
0.87 --
-- --
-- --
-- --
2.52 241.62
244.14 1.03
-- 241.60
241.60 --
-- --
-- --
44 PO
MPEIAN
A --
12.30 --
-- --
-- --
5.68 1.67
-- 19.65
316.24 335.89
5.85 19.70
317.90 337.60
5.84 0.00
12.30 0.00
7.40
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O
ttobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 22
45 PO
NTED
ASSIO
-- 62.00
8.22 --
-- --
-- --
-- --
70.22 919.00
989.22 7.10
-- 919.00
919.00 --
-- --
-- --
46 PO
RN
ASSIO
-- 9.00
-- --
-- --
-- --
-- --
9.00 208.75
217.75 4.13
-- 205.79
205.79 --
-- --
-- --
47 PR
ELA’ --
2.00 8.02
-- --
-- --
-- --
-- 10.02
177.50 187.52
5.34 10.20
177.50 187.70
5.43 0.00
2.00 0.00
8.20
48 R
ANZO
--
8.50 2.64
-- --
-- --
-- --
-- 11.14
180.20 191.34
5.82 19.60
183.22 202.82
9.66 0.00
8.50 0.00
11.10
49 R
EZZO
0.50 2.00
4.00 --
-- --
-- --
-- --
6.50 136.15
142.65 4.56
-- 134.09
134.09 --
-- --
-- --
50 R
IVA LIGU
RE
6.00 42.00
2.55 3.58
1.70 0.25
0.15 3.20
-- --
59.43 1 573.00
1 632.43 3.64
37.20 1 660.70
1 697.90 2.19
0.00 37.20
0.00 0.00
51 R
OC
CH
ETTA N
ERVIN
A 2.90
-- --
0.89 --
-- --
-- --
1.15 4.94
121.00 125.94
3.92 --
179.50 179.50
-- --
-- --
--
52 SAN
B
ARTO
LOM
EO AL
MAR
E 100.27
60.14 110.43
19.40 --
0.92 --
9.36 --
-- 300.52
2 999.83 3 300.35
9.11 397.50
2 999.80 3 397.30
11.70 100.30
60.10 19.40
217.70
53 SAN
BIAG
IO
DELLA C
IMA
5.42 1.20
4.00 1.96
-- --
-- --
-- --
12.58 348.97
361.55 3.48
-- 349.00
349.00 --
-- --
-- --
54 SAN
LOR
ENZO
AL M
ARE
47.00 --
-- 15.00
-- --
-- --
-- 0.12
62.12 908.00
970.12 6.40
181.20 905.20
1 086.40 16.68
74.50 0.00
14.50 92.20
55 SAN
REM
O
1 450.56 932.76
689.88 103.25
605.56 40.56
2.14 15.86
1 817.04208.10
5 865.71 32 456.27
38 321.98 15.31
5 194.10 32 456.30
37 650.40 13.80
1 236.50 952.80
93.10 2 911.70
56 SAN
TO STEFAN
O
AL MAR
E 4.60
27.07 11.76
2.10 1.20
0.16 0.03
2.44 --
-- 49.36
1 490.65 1 540.01
3.21 24.30
1 490.70 1 515.00
1.60 4.60
2.10 2.10
15.50
57 SEB
OR
GA
1.00 5.00
0.03 7.00
-- --
-- 6.00
-- --
19.03 173.00
192.02 9.91
13.00 173.00
186.00 6.99
1.00 5.00
7.00 0.00
58 SO
LDAN
O
0.01 --
0.01 0.00
-- --
-- --
-- --
0.02 268.30
268.31 0.01
-- 268.30
268.30 --
-- --
-- --
59 TAG
GIA
295.85 359.56
153.75 28.42
71.99 3.52
0.33 --
784.05 53.21
1 750.68 7 354.72
9 105.40 19.23
2 006.50 7 354.70
9 361.20 21.43
295.90 359.60
284.20 1 066.80
60 TER
ZOR
IO
-- 4.20
1.00 --
-- --
-- --
-- --
5.20 60.52
65.72 7.91
4.20 60.50
64.70 6.49
0.00 4.20
0.00 0.00
61 TR
IOR
A --
4.80 0.90
-- --
-- --
6.52 --
-- 12.22
282.56 294.78
4.15 --
275.50 275.50
-- --
-- --
--
62 VALLEB
ON
A 1.52
18.20 4.98
2.71 --
0.11 0.62
-- --
-- 28.14
320.11 348.25
8.08 55.70
320.10 375.80
14.82 1.50
18.20 2.70
33.30
63 VALLEC
RO
SIA 80.55
73.80 --
25.55 --
0.17 0.40
1.63 --
6.85 188.95
3 474.48 3 663.43
5.16 --
3 474.50 3 474.50
-- --
-- --
--
64 VASIA
-- 5.50
6.18 --
-- --
-- --
-- --
11.68 139.46
151.14 7.73
11.70 139.50
151.20 7.74
0.00 5.50
0.00 6.20
65 VEN
TIMIG
LIA 73.14
192.10 274.29
-- 28.08
0.26 0.04
31.42 --
0.18 599.51
13 563.42 14 162.93
4.23 --
12 537.00 12 537.00
-- --
-- --
--
66 VESSALIC
O
-- 4.50
-- --
-- --
-- --
-- --
4.50 104.40
108.90 4.13
4.50 104.88
109.38 4.11
0.00 4.50
0.00 0.00
67 VILLA FAR
ALDI
-- 4.00
-- --
-- --
-- --
-- --
4.00 203.00
207.00 1.93
-- 197.50
197.50 --
-- --
-- --
-- C
.M. IN
TEMELIA
-- --
-- --
-- --
-- --
-- --
-- --
-- --
338.50 --
338.50 --
-- --
-- 338.50
TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE
CAR
TA E C
ARTO
NE VETR
O M
ETALLI PLASTICA LEG
NO
BATTER
IE E PILE
FARM
ACI IN
GO
MB
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DE
ALTRO
DIFF.
RSU
R
SU + DIFF.
% R
.D.
DIFF.
RSU
R
SU + DIFF.
% R
.D.
CAR
TA E C
ARTO
NE
VETRO
PLASTIC
AALTR
O
TO
TALI 3 572.01
3 031.89 2 371.88 435.29
714.17 74.52
7.50 138.19
3 610.13876.56
14 832.14 117 971.20
132 803.34 11.17
14 653.10 117 285.09
131 938.19 11.11
2 864.90 2 511.80
630.00 8 646.40
%
R.D
. DELLE SIN
GO
LE FRAZIO
NI
2.69 2.28
1.79 0.33
0.54 0.06
0.01 0.10
2.72 0.66
2.17 1.90
0.48 6.55
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O
ttobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 23
Tabella 2.2 - Q
uantità di rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata nell'anno 1999 nel C
omprensorio A (ton)
DATI FO
RN
ITI DALLA PR
OVIN
CIA D
I IMPER
IA D
ATI FOR
NITI D
ALL'AGEN
ZIA REG
ION
ALE PER LA PR
OTEZIO
NE
DELL'AM
BIEN
TE LIGU
RE - AR
PAL TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE N
. C
OM
UNE
CAR
TA E C
ARTO
NE
VETRO
METALLI
PLASTICA LEG
NO
BATTER
IE E PILE
FARM
ACI
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OM
B.
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EALTR
OD
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF. % R
.D.
DIFF.
RSU
R
SU + DIFF.
% R
.D.
CAR
TA E C
ARTO
NE
VETRO
PLASTIC
AALTR
O
1 AIR
OLE
0.01 1.25
8.00 0.01
-- 0.01
0.01 0.90
-- --
10.18 230.69
240.86 4.22
-- 207.70
207.70 --
-- --
-- --
2 APR
ICALE
4.60 8.40
-- 1.70
-- --
-- 22.00
-- --
36.70 232.50
269.20 13.63
-- 232.60
232.60 --
-- --
-- --
3 B
OR
DIG
HER
A 303.67
247.10 122.16
26.77 --
3.83 0.43
0.46 --
214.76919.18
7 622.59 8 541.77
10.762 122.00
7 622.60 9 744.60
21.78 303.70
247.10 26.80
1 544.40
4 C
AMPO
RO
SSO
174.58 79.32
74.66 35.37
-- 0.45
0.18 2.02
247.43--
614.01 2 396.46
3 010.47 20.40
-- 2 339.50
2 339.50 --
-- --
-- --
5 C
ASTELVITTOR
IO
-- 3.00
5.28 --
-- --
-- --
-- --
8.28 214.94
223.22 3.71
-- 213.10
213.10 --
-- --
-- --
6 D
OLC
EACQ
UA
4.72 28.82
-- 2.08
-- 0.01
0.00 --
-- 0.52
36.15 764.50
800.65 4.52
-- 764.50
764.50 --
-- --
-- --
7 ISO
LABO
NA
1.56 --
-- 1.00
-- 0.01
0.01 --
-- --
2.58 308.39
310.97 0.83
-- 320.00
320.00 --
-- --
-- --
8 O
LIVETTA SAN
MIC
HELE
-- 9.90
0.48 --
-- --
-- --
-- --
10.38 176.36
186.74 5.56
-- 176.40
176.40 --
0.00 0.00
0.00 --
9 PER
INALD
O
2.63 2.90
-- 1.44
-- --
-- --
-- 15.83
22.80 258.02
280.82 8.12
-- 258.00
258.00 --
-- --
-- --
10 PIG
NA
0.40 1.25
0.87 --
-- --
-- --
-- --
2.52 241.62
244.14 1.03
-- 241.60
241.60 --
-- --
-- --
11 R
OC
CH
ETTA N
ERVIN
A 2.90
-- --
0.89 --
-- --
-- --
1.15 4.94
121.00 125.94
3.92 --
179.50 179.50
-- --
-- --
--
12 SAN B
IAGIO
DELLA
CIM
A 5.42
1.20 4.00
1.96 --
-- --
-- --
-- 12.58
348.97 361.55
3.48 --
349.00 349.00
-- --
-- --
--
13 SEB
OR
GA
1.00 5.00
0.03 7.00
-- --
-- 6.00
-- --
19.03 173.00
192.02 9.91
13.00 173.00
186.00 6.99
1.00 5.00
7.00 0.00
14 SO
LDAN
O
0.01 --
0.01 0.00
-- --
-- --
-- --
0.02 268.30
268.31 0.01
-- 268.30
268.30 --
-- --
-- --
15 VALLEB
ON
A 1.52
18.20 4.98
2.71 --
0.11 0.62
-- --
-- 28.14
320.11 348.25
8.08 55.70
320.10 375.80
14.82 1.50
18.20 2.70
33.30
16 VALLEC
RO
SIA 80.55
73.80 --
25.55 --
0.17 0.40
1.63 --
6.85 188.95
3 474.48 3 663.43
5.16 --
3 474.50 3 474.50
-- --
-- --
--
17 VEN
TIMIG
LIA 73.14
192.10 274.29
-- 28.08
0.26 0.04
31.42 --
0.18 599.51
13 563.4214 162.93
4.23 --
12 537.00 12 537.00
-- --
-- --
--
-- C
.M. IN
TEMELIA
-- --
-- --
-- --
-- --
-- --
-- --
-- --
338.50 --
338.50 --
-- --
-- 338.50
TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE
CAR
TA E C
ARTO
NE
VETRO
METALLI
PLASTICA LEG
NO
BATTER
IE E PILE
FARM
ACI
ING
OM
B.
VERD
EALTR
OD
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF. % R
.D.
DIFF.
RSU
R
SU + DIFF.
% R
.D.
CAR
TA E C
ARTO
NE
VETRO
PLASTIC
AALTR
O
TO
TALI 656.70
672.24 494.75
106.48 28.08
4.85 1.69
64.43 247.43
239.292 515.94
30 715.3333 231.27
7.57 2 529.20
29 677.40 32 206.60
7.85 306.20
270.30 36.50
1 916.20
% R
.D. DELLE
SING
OLE FR
AZION
I 1.98
2.02 1.49
0.32 0.08
0.01 0.01
0.19 0.74
0.72
0.95
0.84 0.11
5.95
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O
ttobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 24
Tabella 2.3 - Q
uantità di rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata nell'anno 1999 nel C
omprensorio B
(ton)
DATI FO
RN
ITI DALLA PR
OVIN
CIA D
I IMPER
IA D
ATI FOR
NITI D
ALL'AGEN
ZIA REG
ION
ALE PER LA PR
OTEZIO
NE
DELL'AM
BIEN
TE LIGU
RE - AR
PAL TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALETO
TALE TO
TALE N
. C
OM
UNE
CAR
TA E C
ARTO
NE VETR
O
METALLI
PLASTICA LEG
NO
BATTER
IE E PILE
FARM
ACI
ING
OM
B.
VERD
E ALTR
OD
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF.%
R.D
. D
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF. %
R.D
. C
ARTA E
CAR
TON
E VETR
O
PLASTICA
ALTRO
1 B
ADALU
CC
O
-- 8.40
5.78 --
-- --
-- --
-- --
14.18 545.16
559.34 2.54
28.40 546.20
574.60 4.94
0.00 8.40
0.00 20.00
2 B
AJARD
O
-- 4.80
-- --
-- --
-- --
-- --
4.80 156.58
161.38 2.97
4.80 156.60
161.40 2.97
0.00 4.80
0.00 0.00
3 C
ARPASIO
--
3.60 6.28
-- --
-- --
-- --
-- 9.88
72.70 82.58
11.96 3.60
73.70 77.30
4.66 0.00
3.60 0.00
0.00
4 C
ERIAN
A --
19.10 --
-- --
-- --
-- --
-- 19.10
463.20 482.30
3.96 22.10
463.20 485.30
4.55 1.00
19.00 0.00
2.10
5 M
OLINI D
I TRIO
RA
-- 5.10
-- --
-- --
-- 3.10
-- --
8.20 301.16
309.36 2.65
8.20 301.20
309.40 2.65
0.00 5.10
0.00 3.10
6 M
ON
TALTO LIG
UR
E --
6.00 1.88
-- --
-- --
-- --
-- 7.88
123.02 130.90
6.02 15.80
123.00 138.80
11.38 0.00
6.00 0.00
9.80
7 O
SPEDALETTI
1.62 34.70
8.50 1.20
5.64 0.38
0.16 1.01
30.93 25.20
109.34 2 818.00
2 927.34 3.74
49.00 2 818.50
2 867.50 1.71
1.60 34.70
1.20 11.50
8 SAN
REM
O
1 450.56 932.76
689.88 103.25
605.56 40.56
2.14 15.86
1 817.04 208.10
5 865.71 32 456.27
38 321.98 15.31
5 194.1032 456.30
37 650.40 13.80
1 236.50 952.80
93.10 2 911.70
9 TAG
GIA
295.85 359.56
153.75 28.42
71.99 3.52
0.33 --
784.05 53.21
1 750.68 7 354.72
9 105.40 19.23
50 7 354.70
9 361.20 21.43
295.90 359.60
284.20 1 066.80
10 TR
IOR
A --
4.80 0.90
-- --
-- --
6.52 --
-- 12.22
282.56 294.78
4.15 --
275.50 275.50
-- --
-- --
--
TOTALE
TOTALE
TOTALE
TOTALE
TOTALE
TOTALE
CAR
TA E C
ARTO
NE VETR
O
METALLI
PLASTICA LEG
NO
BATTER
IE E PILE
FARM
ACI
ING
OM
B.
VERD
E ALTR
OD
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF.%
R.D
. D
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF. %
R.D
. C
ARTA E
CAR
TON
E VETR
O
PLASTICA
ALTRO
TO
TALI 1 748.03
1 378.82 866.97
132.87 683.19
44.46 2.63
26.49 2 632.02
286.51 7 801.99
44 573.3752 375.36
14.90 7 332.50
44 568.90 51 901.40
14.13 1 535.00
1 394.00 378.50
4 025.00
%
R.D
. DELLE SIN
GO
LE FRAZIO
NI
3.34 2.63
1.66 0.25
1.30 0.08
0.01 0.05
5.03 0.55
2.96 2.69
0.73 7.76
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O
ttobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 25
Tabella 2.4 - Q
uantità di rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata nell'anno 1999 nel C
omprensorio C
(ton)
DATI FO
RN
ITI DALLA PR
OVIN
CIA D
I IMPER
IA D
ATI FOR
NITI D
ALL'AGEN
ZIA REG
ION
ALE PER LA PR
OTEZIO
NE
DELL'AM
BIEN
TE LIGU
RE - AR
PAL TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE N
. C
OM
UNE
CAR
TA E C
ARTO
NE
VETRO
M
ETALLI PLASTIC
A LEGN
O B
ATTERIE
E PILE FAR
MAC
I IN
GO
MB
. VER
DE
ALTRO
DIFF.
RSU
R
SU + DIFF. %
R.D
.D
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF. %
R.D
. C
ARTA E
CAR
TON
E VETR
O
PLASTICA
ALTRO
1 AQ
UILA
D’AR
RO
SCIA
-- 3.00
-- --
-- --
-- --
-- --
3.00 71.65
74.65 4.02
6.00 72.36
78.36 7.66
0.00 3.00
0.00 3.00
2 AR
MO
--
-- 0.15
-- --
-- --
-- --
-- 0.15
40.90 41.05
0.37 --
41.49 41.49
-- 0.00
0.00 0.00
--
3 AU
RIG
O
-- 1.00
2.52 --
-- --
-- --
-- 1.76
5.28 118.72
124.00 4.26
5.30 118.70
124.00 4.27
0.00 1.00
0.00 4.30
4 B
OR
GH
ETTO
D’AR
RO
SCIA
-- --
-- --
-- --
-- --
-- --
0.00 170.80
170.80 0.00
-- 168.94
168.94 --
-- --
-- --
5 B
OR
GO
MAR
O
-- 17.00
6.28 --
-- --
-- --
-- 2.54
25.82 297.74
323.56 7.98
25.80 297.70
323.50 7.98
0.00 17.00
0.00 8.80
6 C
ARAVO
NIC
A --
6.00 4.56
-- --
-- --
-- --
-- 10.56
10.08 20.64
51.1610.60
100.80 111.40
9.52 0.00
6.00 0.00
4.60
7 C
ASTELLARO
--
6.30 0.90
-- --
-- --
-- --
-- 7.20
302.36 309.56
2.33 7.20
302.40 309.60
2.33 0.00
6.30 0.00
0.90
8 C
ERVO
5.14
19.60 51.40
5.60 --
-- 0.01
2.80 --
77.76 162.31
1 044.96 1 207.27
13.44162.30
1 139.60 1 301.90
12.47 5.10
19.60 5.60
132.00
9 C
ESIO
-- 3.20
7.25 --
-- --
-- --
-- --
10.45 89.29
99.74 10.48
-- 89.30
89.30 --
-- --
-- --
10 C
HIU
SANIC
O
-- 8.50
0.10 --
-- --
-- --
-- --
8.60 208.35
216.95 3.96
-- 208.40
208.40 --
-- --
-- --
11 C
HIU
SAVECC
HIA
-- 6.00
-- --
-- --
-- --
-- --
6.00 177.30
183.30 3.27
6.00 177.30
183.30 3.27
0.00 6.00
0.00 0.00
12 C
IPRESSA
6.34 11.40
5.92 3.40
-- 0.02
-- 0.52
-- --
27.60 612.42
640.02 4.31
27.10 640.00
667.10 4.06
6.30 11.40
3.40 6.00
13 C
IVEZZA 2.72
6.60 9.04
1.52 --
-- --
0.70 --
-- 20.58
175.26 195.84
10.5119.90
195.80 215.70
9.23 2.70
6.60 1.50
9.10
14 C
OSIO
D
’ARR
OSC
IA --
4.50 1.80
-- --
-- --
-- --
-- 6.30
97.90 104.20
6.05 6.30
98.91 105.21
5.99 0.00
4.50 0.00
1.80
15 C
OSTAR
AINER
A --
-- --
-- --
-- --
-- --
-- 0.00
376.70 376.70
0.00 --
376.70 376.70
-- --
-- --
--
16 D
IANO
AREN
TINO
9.90
5.50 5.50
2.24 --
-- --
-- --
-- 23.14
258.55 281.69
8.21 23.10
258.50 281.60
8.20 9.90
5.50 2.20
5.50
17 DIAN
O C
ASTELLO
-- 4.80
-- --
-- --
-- --
-- --
4.80 857.70
862.50 0.56
-- 859.00
859.00 --
-- --
-- --
18 D
IANO
MAR
INA
239.63 149.50
-- 68.96
-- 1.08
0.10 --
-- 15.20
474.47 6 510.52
6 984.99 6.79
933.60 6 510.50
7 444.10 12.54
239.60 149.50
69.00 475.50
19 D
IANO
SAN
PIETRO
--
19.10 11.70
3.30 --
-- --
1.68 --
-- 35.78
457.95 493.73
7.25 35.80
457.90 493.70
7.25 0.00
19.10 3.30
13.40
20 D
OLC
EDO
--
10.50 3.90
-- --
-- --
-- --
-- 14.40
512.30 526.70
2.73 10.50
512.30 522.80
2.01 0.00
10.50 0.00
0.00
21 IM
PERIA
745.18 426.92
742.54 70.84
-- 22.78
2.89 20.89
729.01253.38
3 014.43 20 035.94
23 050.37 13.08
2 783.60 20 076.40
22 860.00 12.18
580.70 426.90
94.00 1 682.00
22 LU
CIN
ASCO
--
2.00 1.80
-- --
-- --
-- --
-- 3.80
69.10 72.90
5.21 2.00
69.10 71.10
2.81 0.00
2.00 0.00
0.00
23 M
END
ATICA
-- 0.60
-- --
-- --
-- --
-- --
0.60 82.95
83.55 0.72
0.60 83.64
84.24 0.71
0.00 0.60
0.00 0.00
24 M
ON
TEGR
OSSO
PIAN
LATTE --
0.60 --
-- --
-- --
-- --
-- 0.60
47.70 48.30
1.24 0.60
47.46 48.06
1.25 0.00
0.60 0.00
0.00
25 PIETR
ABR
UN
A --
10.00 --
-- --
-- --
-- --
-- 10.00
175.26 185.26
5.40 --
175.30 175.30
-- --
-- --
--
26 PIEVE D
I TECO
--
15.00 --
-- --
-- --
-- --
-- 15.00
463.40 478.40
3.14 15.00
464.01 479.01
3.13 0.00
15.00 0.00
0.00
27 PO
MPEIAN
A --
12.30 --
-- --
-- --
5.68 1.67
-- 19.65
316.24 335.89
5.85 19.70
317.90 337.60
5.84 0.00
12.30 0.00
7.40
28 PO
NTED
ASSIO
-- 62.00
8.22 --
-- --
-- --
-- --
70.22 919.00
989.22 7.10
-- 919.00
919.00 --
-- --
-- --
29 PO
RN
ASSIO
-- 9.00
-- --
-- --
-- --
-- --
9.00 208.75
217.75 4.13
-- 205.79
205.79 --
-- --
-- --
30 PR
ELA’ --
2.00 8.02
-- --
-- --
-- --
-- 10.02
177.50 187.52
5.34 10.20
177.50 187.70
5.43 0.00
2.00 0.00
8.20
31 R
ANZO
--
8.50 2.64
-- --
-- --
-- --
-- 11.14
180.20 191.34
5.82 19.60
183.22 202.82
9.66 0.00
8.50 0.00
11.10
32 R
EZZO
0.50 2.00
4.00 --
-- --
-- --
-- --
6.50 136.15
142.65 4.56
-- 134.09
134.09 --
-- --
-- --
33 R
IVA LIGU
RE
6.00 42.00
2.55 3.58
1.70 0.25
0.15 3.20
-- --
59.43 1 573.00
1 632.43 3.64
37.20 1 660.70
1 697.90 2.19
0.00 37.20
0.00 0.00
34 S B
ARTO
LOM
EO
AL MAR
E 100.27
60.14 110.43
19.40 --
0.92 --
9.36 --
-- 300.52
2 999.83 3 300.35
9.11 397.50
2 999.80 3 397.30
11.70 100.30
60.10 19.40
217.70
35 SAN
LOR
ENZO
AL M
ARE
47.00 --
-- 15.00
-- --
-- --
-- 0.12
62.12 908.00
970.12 6.40
181.20 905.20
1 086.40 16.68
74.50 0.00
14.50 92.20
36 SAN
TO STEFAN
O
AL MAR
E 4.60
27.07 11.76
2.10 1.20
0.16 0.03
2.44 --
-- 49.36
1 490.65 1 540.01
3.21 24.30
1 490.70 1 515.00
1.60 4.60
2.10 2.10
15.50
37 TER
ZOR
IO
-- 4.20
1.00 --
-- --
-- --
-- --
5.20 60.52
65.72 7.91
4.20 60.50
64.70 6.49
0.00 4.20
0.00 0.00
38 VASIA
-- 5.50
6.18 --
-- --
-- --
-- --
11.68 139.46
151.14 7.73
11.70 139.50
151.20 7.74
0.00 5.50
0.00 6.20
39 VESSALIC
O
-- 4.50
-- --
-- --
-- --
-- --
4.50 104.40
108.90 4.13
4.50 104.88
109.38 4.11
0.00 4.50
0.00 0.00
40 VILLA FAR
ALDI
-- 4.00
-- --
-- --
-- --
-- --
4.00 203.00
207.00 1.93
-- 197.50
197.50 --
-- --
-- --
TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE TO
TALE
C
ARTA E
CAR
TON
E VETR
O
METALLI
PLASTICA LEG
NO
BATTER
IE E PILE
FARM
ACI
ING
OM
B.
VERD
EALTR
OD
IFF. R
SU
RSU
+ DIFF. % R
.D.
DIFF.
RSU
R
SU + DIFF.
% R
.D.
CAR
TA E C
ARTO
NE
VETRO
PLASTIC
AALTR
O
TO
TALI 1 167.28
980.83 1 010.16
195.94 2.90
25.21 3.18
47.27 730.68
350.764 514.21
42 682.50 47 196.71
9.56 4 791.40
43 038.79 47 830.19
10.02 1 023.70
847.50 215.00
2 705.20
%
R.D
. DELLE SIN
GO
LE FRAZIO
NI
2.47 2.08
2.14 0.42
0.01 0.05
0.01 0.10
1.55 0.74
2.14 1.77
0.45 5.66
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 26
Il confronto dimostra un sostanziale allineamento, sia per quanto riguarda la produzione totale di
rifiuti "tal quali", che per la raccolta differenziata.
I valori di produzione totale dei rifiuti della Provincia di Imperia nell’anno 1999 sono stati quindi
confrontati con il valore calcolato con il “modello matematico” costruito nel Volume I. Il dato della
Provincia di Imperia è risultato maggiore di 2,60 punti percentuali rispetto al valore calcolato con il
“modello”, mentre il dato ARPAL è risultato più elevato di 1.93 punti percentuali. L’esiguità degli
scostamenti tra produzione effettiva e teorica dimostra la corretta taratura del “modello” costruito
per il calcolo dei valori futuri di produzione dei rifiuti, a tutto l’anno 2009.
Comprensori della
Provincia di
Imperia
Produzione lorda
annua di RSU
prevista dal “modello”
nell’anno 1999
[ton]
(rif. par. 1.9.2)
Produzione
lorda annua
effettiva di RSU
nell’anno 1999
[ton]
(Fonte Provincia
di Imperia)
Scostamento
percentuale
Produzione lorda
annua effettiva di
RSU nell’anno
1999 [ton]
(Fonte ARPAL)
Scostamento
percentuale
Ventimigliese (A): 31 911 33 231.27 + 4.14 % 32 206.60 + 0.93 %
Sanremese (B): 50 236 52 375.36 + 4.26 % 51 901.40 + 3.32 %
Imperiese (C): 47 295 47 196.71 - 0.21% 47 830.19 + 1.13 %
Totale Provincia 129 442 132 803.34 + 2.60 % 131 938.19 + 1.93 %
Tabella 2.5: Confronto tra le produzioni lorde annue di RSU dell’anno 1999 a previsione (“modello”) e a consuntivo (Dati della Provincia di Imperia e ARPAL)
La percentuale di rifiuti raccolta in maniera differenziata nell’anno 1999, attuando un sistema non
ancora correttamente pianificato e differentemente organizzato nei Comuni della provincia di
Imperia (come risulta evidente analizzando i risultati raggiunti in ogni singolo Comprensorio), si è
attestata su di un valore leggermente superiore all’11%.
Dai 49 comuni che attuavano il servizio della raccolta differenziata nel 1995, si è passati a 63
comuni nel 1996, e a 65 comuni del 1999 sul totale di 67 comuni della Provincia (97%). In tre
comuni (Camporosso, Sanremo e Taggia) la percentuale di raccolta differenziata ha superato il
valore del 15% (obiettivo minimo imposto dal D.Lgs. 22/97 per l’anno 1999); in altri tre comuni si
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 27
è superato il 13% (Apricale, Cervo, Imperia); in 5 comuni (Bordighera, Carpasio, Civezza, San
Bartolomeo al Mare, Seborga) si sono raggiunti valori prossimi o superiori al 10%.
Comprensori della
provincia di Imperia
Rifiuti raccolti in modo
differenziato nell’anno 1999
[ton]
Produzione lorda annua
effettiva di RSU nell’anno 1999
[ton]
Percentuale
R.D.
Ventimigliese (A): 2 515.94 33 231.27 7.57 %
Sanremese (B): 7 801.99 52 375.36 14.90 %
Imperiese (C): 4 514.21 47 196.71 9.56 %
Totale Provincia 14 832.14 132 803.34 11.17%
Tabella 2.6: Percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata sulla produzione annua effettiva di RSU nel 1999 (Fonte Provincia di Imperia)
Comprensori della
provincia di Imperia
Rifiuti raccolti in modo
differenziato nell’anno 1999
[ton]
Produzione lorda annua
effettiva di RSU nell’anno 1999
[ton]
Percentuale
R.D.
Ventimigliese (A): 2 529.20 32 206.60 7.85 %
Sanremese (B): 7 332.50 51 901.40 14.13 %
Imperiese (C): 4 791.40 47 830.19 10.02 %
Totale Provincia 14 653.10 131 938.19 11.11%
Tabella 2.7: Percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata sulla produzione annua effettiva di RSU nel 1999 (Fonte ARPAL)
Il buon risultato percentuale raggiunto soprattutto dai suoi due principali comuni, Sanremo e
Taggia, porta il Comprensorio Sanremese (B) ad essere pressoché allineato rispetto all’obiettivo
dato dal D. Lgs. 22/97 per l’anno 1999 (15%); su scala provinciale la percentuale diminuisce per il
risultato ancora insoddisfacente dei Comprensori Ventimigliese (A) ed Imperiese (C).
L’analisi dei dati è stata eseguita anche confrontando, per ogni frazione merceologica, la
percentuale di raccolta differenziata raggiunta nell’anno 1999 (dati A.R.P.A.L.) in rapporto ai
quantitativi complessivi in gioco (Tabella 2-8). Si può notare come la raccolta differenziata abbia
raggiunto buoni valori per il vetro (23.9 %), i metalli (25.4%), le batterie e le pile (27.9%), il verde
(38.6%, tenendo conto del mercato dei fiori di Sanremo); discreti valori percentuali per la carta e il
cartone (10.7%) e il legno (13.7%); valori insufficienti soprattutto per la plastica (3.3%) e per i
farmaci scaduti (2.8%); risultati nulli per la raccolta dell'organico. I risultati ottenuti sono
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 28
evidentemente legati anche al sistema organizzativo in essere (si notino i risultati sensibilmente
differenti ottenuti in ogni Comprensorio), alla mancanza di una corretta pianificazione, alla
mancanza di impianti finali dedicati al ricevimento delle specifiche frazioni di rifiuto. Quest'ultima
carenza è particolarmente sentita per ciò che attiene la raccolta differenziata dell'organico.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O
ttobre 2002
Produzione di rifiuti nell’anno 1999 29
Frazione Area interessata
Totale RSU
prodotti
[t]
Quantità della singola
frazione presente nei R
SU prodotti [t]
Totale materiale
proveniente da RD
[t]
Obiettivo raggiunto
dalla RD
(%)
Carta/cartone
Tutto l'Ambito Territoriale O
ttimale
131 938,1932 985
3 529.9010.7
Vetro Tutto l'Am
bito Territoriale Ottim
ale 131 938,19
12 5342 995.29
23.9Plastica
Tutto l'Ambito Territoriale O
ttimale
131 938,1912 930
430.043.3
Organico putrescibile
Tutto l'Ambito Territoriale O
ttimale
131 938,1923 353
-Verde
Tutto l'Ambito Territoriale O
ttimale
131 938,199.236
3 566.5538.6
Metalli
Tutto l'Ambito Territoriale O
ttimale
131 938,199 236
2 343.2525.4
Legno Tutto l'Am
bito Territoriale Ottim
ale 131 938,19
5 146705.55
13.7Tessili, pelli, cuoio
Tutto l'Ambito Territoriale O
ttimale
131 938,19528
-Batterie e pile
Tutto l'Ambito Territoriale O
ttimale
131 938,19264
73.6227.9
Farmaci scaduti
Tutto l'Ambito Territoriale O
ttimale
131 938,19264
7.412.8
Inerti Tutto l'Am
bito Territoriale Ottim
ale 131 938,19
1 847-
Altro Tutto l'Am
bito Territoriale Ottim
ale 131 938,19
865.98Frazione non recuperabile Tutto l'Am
bito Territoriale Ottim
ale 131 938,19
23 616-
Ingombranti
Tutto l'Ambito Territoriale O
ttimale
131 938,199 235
135.511.5
Totale rifiuto prodotto (ton):
131 938,19
Totale rifiuto raccolto in m
odo differenziato (ton): 14 653.10
Totale rifiuto raccolto in modo indifferenziato (ton):
117 285.09
Percentuale di raccolta su totale prodotto (%):
11.11
Tabella 2-8: Obiettivi di raccolta differenziata raggiunti in Provincia di Im
peria nell'anno 1999 (Fonte ARPAL)
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 30
3 Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani
3.1 Premesse
Il presente Piano Provinciale si pone l’obiettivo di individuare indirizzi di governo e strumenti per
la gestione dei rifiuti urbani intesa come filiera comprendente la raccolta, il trasporto, il recupero e
lo smaltimento finale. In accordo con i nuovi indirizzi normativi (art. 5 del D. Lgs. 22/97), la
gestione dei rifiuti urbani non può più essere concepita senza una differenziazione mirata dei flussi
di raccolta (raccolta differenziata e conferimenti separati) e dei flussi di smaltimento; non sono più
proponibili sistemi organizzativi legati alla raccolta dei rifiuti in modo indifferenziato, né sistemi di
smaltimento legati a singole tecnologie progettate per il rifiuto “tal quale” e al collocamento in
discarica del rifiuto raccolto in modo indifferenziato. Dal 22 agosto 2002 infatti, è consentito
smaltire in discarica solo rifiuti inerti, rifiuti individuati da specifiche norme tecniche e rifiuti
residuali delle operazioni di riciclaggio, di recupero e di smaltimento di cui ai punti D2, D8, D9,
D10 e D11 dell’allegato B al D. Lgs. 22/97.
La presente pianificazione quindi, ha lo scopo di definire il sistema di gestione integrata dei rifiuti
urbani inteso come l’insieme delle attività, delle strutture e degli interventi, interconnessi tra di loro,
atti ad ottimizzare tutte le fasi della gestione dei rifiuti. In tale prospettiva, la raccolta differenziata e
i conferimenti separati vanno intesi come il primo indispensabile anello del sistema che sarà
costituito da una serie di impianti tecnologici di selezione, trattamento e smaltimento, e da strutture
di servizio sulla cui base sarà organizzata e modulata la raccolta. Al fine di ottimizzare la gestione
integrata dei rifiuti, le fasi di progettazione e realizzazione di impianti e strutture e la fase di
organizzazione della raccolta devono procedere, piuttosto che in termini sequenziali, in parallelo.
3.2 Definizione dell’ambito ottimale di gestione e dei comprensori
Il D. Lgs. n° 22/1997, all’art. 23, richiede l’identificazione dell’“ambito ottimale di gestione dei
rifiuti urbani”: la normativa regionale ha identificato come Ambito ottimale l’intero territorio della
Provincia di Imperia. Sotto il profilo gestionale, ai sensi della L. R. 18/99 e del D. Lgs. 22/97, con
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 31
Conferenza permanente dei Comuni, alla presenza dei rappresentanti dei Comuni aventi la
maggioranza degli abitanti residenti nella Provincia di Imperia, si è optato per la “Convenzione”: la
decisione è stata ribadita dalla maggioranza dei Comuni (n° 35 Comuni per 113.236 abitanti su
213.587).
Ai fini della razionalizzazione della gestione dei rifiuti urbani e in sintonia con la pianificazione
regionale, all’interno dell’Ambito ottimale vengono individuati tre Comprensori:
� Comprensorio Ventimigliese (A);
� Comprensorio Sanremese (B);
� Comprensorio Imperiese (C).
La suddivisione dei Comuni nei tre Comprensori rispecchia fedelmente quella definita dal Piano di
Organizzazione dei Servizi di Smaltimento Regionale.
I Comprensori, così individuati, sono finalizzati all’organizzazione dei seguenti servizi:
� la raccolta differenziata con la gestione dei conferimenti separati, la raccolta ordinaria e il
trasporto;
� la gestione delle strutture di supporto (aree ecologiche, Centri di Conferimento e sistema di
raccolta differenziata per i Comuni minori);
� la gestione del trasporto e dei conferimenti agli impianti tecnologici di selezione, trattamento,
nobilitazione e smaltimento.
3.3 Pianificazione della raccolta differenziata
3.3.1 Indicazioni generali
Le frazioni oggetto di pianificazione della Raccolta Differenziata sono le seguenti:
� carta e cartone;
� vetro;
� plastica;
� legno;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 32
� tessili, cuoio e pelli;
� metalli;
� frazione organica;
� frazione verde derivante da operazioni di sfalcio e manutenzioni;
� rifiuti ingombranti e beni durevoli;
� rifiuti urbani pericolosi (RUP);
� inerti da utenze private, ecc.
Le modalità di raccolta di ciascuna di queste frazioni saranno indicate dettagliatamente nei paragrafi
successivi.
I criteri generali per l’organizzazione a livello provinciale della raccolta differenziata sono i
seguenti:
a) organizzazione della raccolta differenziata e dei conferimenti separati a seconda delle varie
utenze, al fine di ottimizzare gli interventi;
b) realizzazione di una rete di strutture di supporto alla raccolta differenziata;
c) organizzazione della raccolta differenziata e dei conferimenti separati che coinvolgono
un’estensione territoriale tale da consentire determinate economie di scala;
d) definizione di opportune “economie di scopo” per i soggetti coinvolti nella raccolta differenziata
in modo tale che ciascun soggetto impegnato nel sistema (utenti, raccoglitori, recuperatori,
Comuni, ecc.) possa anche ricevere benefici (essenzialmente economici) connessi alla sua
partecipazione alla raccolta differenziata;
e) approccio cautelativo all’eccessiva proliferazione di cassonetti sul suolo pubblico: le raccolte
con contenitori stradali vanno limitate e razionalizzate mentre vanno promossi i flussi controllati
(conferimenti in aree ecologiche, raccolte porta a porta, su appuntamento…);
f) attenta valutazione della possibilità di raccolta multimateriale della frazione secca (vetro,
plastica e metalli), con successiva selezione in impianti di trattamento, al fine di semplificare la
“gestione” domestica dei materiali oggetto di raccolta differenziata oltre che di garantire
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 33
standards qualitativi buoni (per effetto della successiva selezione) dei materiali da destinare al
recupero;
g) creazione di un osservatorio informatico sulla raccolta differenziata che ne permetta di
monitorare i risultati, il rispetto degli obiettivi e gli eventuali punti critici;
h) pianificazione di apposite attività di sensibilizzazione della popolazione alla corretta gestione
dei rifiuti.
3.3.2 Obiettivi e impostazione generale della raccolta differenziata
3.3.2.1 Pianificazione nazionale e regionale
3.3.2.1.1 DECRETO LEGISLATIVO N.22/97 (DECRETO RONCHI)
Il D. Lgs. 22/1997 impone, per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti urbani sul
territorio nazionale, obiettivi percentuali (indici di riduzione) rispetto ai rifiuti prodotti da
raggiungere in ogni ambito territoriale ottimale (art. 24). Anche per il territorio della Provincia di
Imperia gli obiettivi di legge sono dunque i seguenti:
� 15 % entro il 1999;
� 25 % entro il 2001;
� 35 % dal 2003.
3.3.2.1.2 PREVISIONI DI RACCOLTA DEL “PIANO REGIONALE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI”
Il Piano della Regione Liguria della raccolta differenziata dei rifiuti del 26.11.1996 (vedasi Volume
I – Indagine conoscitiva), antecedente al decreto Ronchi, individuava i seguenti obiettivi di raccolta
(Tabella 3-1).
Frazione % in peso sui rifiuti % in peso su frazioneProvincia di Imperia
[t/anno]
Imballaggi 3.5 10 4.095
Ingombranti 4 50 4.680
Frazione organica 4.5 15 5.265
Vetro 3 60 3.510
Totale 15 -- 17.550
Tabella 3-1 Obiettivi di raccolta previsti dal Piano Regionale di raccolta differenziata.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 34
La percentuale di materiale raccolto sulla quantità di rifiuto prodotto ipotizzata era pari al 15%.
3.3.2.1.3 ACCORDO DI PROGRAMMA
Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale del 19 novembre 1998, la Regione Liguria, sulla
base dell’accordo di programma stipulato con i Comuni della Provincia di Imperia e la Provincia
stessa, ha definito determinati obblighi nel campo della gestione dei rifiuti urbani.
L’accordo di programma prevede che:
� per l’ambito provinciale sia realizzato su un’unica area un impianto di recupero a cui andranno
conferiti tutti i rifiuti solidi urbani dei Comuni della Provincia di Imperia che consenta:
a) la produzione di C.D.R. (combustibile derivato dai rifiuti) che deve rispettare le
condizioni, le prescrizioni e le norme tecniche di cui al D.M. 05.02.1998;
b) il compostaggio dell’organico da raccolta differenziata, sempre nel rispetto del D.M.
05.02.1998, di potenzialità non inferiore alle quantità previste nel piano regionale della
raccolta differenziata (5.265 ton.);
c) il trattamento aerobico di biostabilizzazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani
derivante dalle operazioni di trattamento operate per produrre C.D.R.;
� gli Enti Locali devono garantire risultati immediati di raccolta differenziata attivando un sistema
capillare mirato a conseguire nei prossimi anni gli obiettivi indicati dal D. Lgs. n. 22/1997, e i
Comuni dell’ambito entro sei mesi dal raggiungimento dell’accordo devono raggiungere
prefissate quote di raccolta differenziata;
� l’affidamento della realizzazione dell’impianto avvenga mediante Appalto Concorso con
apposita gara da bandirsi entro 2 mesi dall’accordo;
� vi sia l’assunzione dell’onere da parte del soggetto assegnatario dell’utilizzazione del C.D.R. e
del compost di qualità prodotto fornendo la documentazione necessaria ad assicurare l’utilizzo;
� i soggetti partecipanti all’accordo assumano in sede di conferenza dei servizi entro 60 giorni
dalla conclusione della gara stessa, in relazione alle rispettive competenze, i provvedimenti
inerenti il progetto dell’impianto o degli impianti risultanti dalla gara;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 35
� l’intero processo procedurale si concluda entro 18 mesi dall’accordo.
La Regione Liguria ha intimato, pertanto:
� ai Comuni dei Comprensori Ventimigliese (A) e Sanremese (B):
a) di attivare entro 3 mesi (febbraio 1999) la raccolta differenziata delle frazioni nobili di
rifiuti (carta, vetro, plastica, legno, metalli) al fine di conseguire l’obiettivo del 20% di
raccolta entro il 31.08.1999;
b) di attivare entro 6 mesi (maggio 1999) la raccolta differenziata della frazione organica dei
rifiuti al fine di conseguire l’obiettivo del 20% di raccolta entro il 31.12.1999;
c) di attivare entro 3 mesi (febbraio 1999) la raccolta differenziata degli imballaggi primari
in aggiunta agli obblighi di raccolta differenziata delle frazioni ai cui punti precedenti al
fine di conseguire l’obiettivo del 20% in peso da avviare al riciclaggio entro il 31.12.1999;
� alla Comunità Montana Intemelia di completare, entro il 30 giugno 1999, le opere del centro di
conferimento per la raccolta differenziata in Comune di Camporosso, a cui fanno capo i Comuni
della C. M. stessa;
� al Comune di Sanremo di realizzare entro il 31 dicembre 1999 per il Comprensorio Sanremese
(B) un centro di conferimento per la raccolta differenziata;
� alla Provincia di Imperia:
a) entro 18 mesi dall’ordinanza (maggio 2000), di completare le procedure di gara e di
attivare e concludere tutte le procedure e le azioni necessarie affinché l’impianto entri in
esercizio ed entro lo stesso termine venga assicurato l’utilizzo del C.D.R. prodotto;
b) l’adozione di procedure accelerate e prioritarie per la realizzazione del centro di
conferimento di rifiuti solidi urbani derivanti da raccolta differenziata per il comprensorio
Sanremese (B);
c) di assicurare e controllare: il rispetto del raggiungimento delle quote di raccolta
differenziata nei termini previsti dal D. Lgs. 22/1997; l’avviamento e l’incremento da
parte dei Comuni della raccolta differenziata dei rifiuti ed in particolare entro tre mesi
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 36
(febbraio 1999) dall’ordinanza la raccolta differenziata delle frazioni nobili dei rifiuti ed
entro sei mesi (maggio 1999) la raccolta differenziata della frazione umida;
d) di verificare la possibilità del conferimento della frazione umida presso gli impianti
esistenti nel territorio provinciale e censire a livello provinciale la richiesta di compost di
qualità;
Viene, inoltre, prorogata per i Comuni appartenenti ai Comprensori Ventimigliese (A) e Sanremese
(B), per un periodo di 18 mesi, lo smaltimento dei rifiuti urbani presso la discarica di Collette
Ozotto.
L’analisi degli obiettivi di raccolta definiti dal decreto regionale del 19.11.1998 con accordo di
programma permette di determinare la percentuale di raccolta differenziata (rapporto tra le quantità
in peso di materiale raccolto in maniera differenziata e rifiuto totale prodotto) prevista nella
Regione Liguria al 31.08.1999 (Tabella 3-2) e al 31.12.1999 (Tabella 3-3):
Scadenza 31.8.1999 Raccolta differenziata delle frazioni: carta, plastica, vetro, legno e metalli
Frazione
Quantità presente nei
rifiuti prodotti nel 1999
nella Provincia di Imperia
[t]
% di frazione che il
Decreto Regionale prevede
di recuperare in modo
differenziato
Quantità recuperata [t]
Carta 32.429 20% 6.486
Vetro 12.334 20% 2.467
Plastica 12.757 20% 2.551
Metalli 9.116 20% 1.823
Legno 5.160 20% 1.032
Totale 14.359
Produzione lorda di rifiuti urbani nel 1999: 129.443 t
Prodotto raccolto in modo differenziato: 14.359 t
Tabella 3-2 Percentuale di raccolta differenziata al 31.08.1999: 11%
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 37
Scadenza 31.12.1999 Raccolta differenziata delle frazioni: carta, plastica, vetro, legno, metalli e frazione organica
Frazione
Quantità presente nei
rifiuti prodotti nel 1999
nella Provincia di Imperia
[t]
% di frazione che il
Decreto Regionale prevede
di recuperare in modo
differenziato
Quantità recuperata [t]
Carta 32.429 20% 6.486
Vetro 12.334 20% 2.467
Plastica 12.757 20% 2.551
Metalli 9.116 20% 1.823
Legno 5.160 20% 1.032
Frazione organica 31.761 20% 6.352
Totale 20.711
Produzione lorda di rifiuti urbani nel 1999: 129.443 t
Prodotto raccolto in modo differenziato: 20.711 t
Tabella 3-3 Percentuale di raccolta differenziata al 31.12.1999: 16%
Al termine dell’anno 1999, il Decreto Regionale prevedeva quindi di raccogliere in modo
differenziato una quantità di rifiuti analoga a quella prevista dall’obiettivo della normativa
nazionale (D. Lgs. 22/97: 15 % entro il 1999).
L’accordo di programma ha portato ad indire un Appalto Concorso per la realizzazione e gestione
di un impianto di lavorazione e trattamento dei rifiuti urbani, con produzione in ultimo di
combustibile derivato dai rifiuti (C.D.R.), organico stabilizzato, compost di qualità. Nel mese di
giugno 2001 la Commissione preposta alla valutazione delle offerte ha concluso ufficialmente che
nessuna delle tre ditte ammesse all’appalto concorso dispone dei requisiti previsti dal Bando. La
Giunta Provinciale ha preso atto ufficialmente del risultato della gara.
Il presente piano provinciale di smaltimento dei rifiuti tiene dunque in conto l’evoluzione dello
scenario, basandosi anche sulle direttive dell’Art. 4.4.2 del Piano Regionale dei rifiuti approvato
con Delibera C.R. n° 17 del 29/02/2000.
L’abbandono della linea impiantistica per la produzione del C.D.R., dipende da fattori di carattere
tecnico, economico ed amministrativo.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 38
Sulla base soprattutto delle esperienze estere, il Ministero dell’Ambiente ha emanato il D.M.
05.02.1998 “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate, ai sensi
degli art. 31 e 33 del D. Leg. 22/97”, con il quale viene normata la produzione, previa attività di
recupero, di un R.D.F. ad alta qualità (il C.D.R.), con potere calorifico minimo di 15.000 KJ/Kg, e
con bassi contenuti di rifiuti minerali pericolosi (in particolare mercurio e cloro).
Di fatto, ancorché siano sorti in Italia alcuni piccoli impianti che producono C.D.R. alla luce del
D.M. succitato, gli stessi stentano ad essere attivi anche per l’incompletezza delle normative sui
campionamenti e sulle verifiche della qualità del C.D.R., per le difficoltà a rispettare i limiti
strettissimi relativi al contenuto di sostanze pericolose, perché di fatto non sono disponibili impianti
adatti all’utilizzo di tale tipologia di combustibile, per i costi conseguenti.
L’Unione Europea ha emanato la Direttiva Europea 2000/76/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 04/12/2000 sull’incenerimento dei rifiuti (pubblicata il 28/12/2000) che gli stati
membri dovranno obbligatoriamente adottare entro 2 anni dalla sua pubblicazione. La sua filosofia
essenziale è costituita “dall’abbandono di norme specifiche che regolano la qualità dei rifiuti
all’ingresso degli inceneritori, definendo invece in modo netto ed essenziale le caratteristiche di
esercizio delle camere di combustione degli inceneritori, e della immissione degli inquinanti
attraverso i fumi in atmosfera”.
Secondo questa direttiva, i rifiuti da incenerire vengono suddivisi in 2 classi:
• rifiuti ordinari;
• rifiuti pericolosi.
Pertanto, la camera di combustione dell’inceneritore, dovrà essere realizzata in modo tale che:
• per i rifiuti ordinari, raggiunga in continuo 850 °C;
• per i rifiuti pericolosi, raggiunga in continuo 1.100 °C.
La stessa direttiva precisa (art. 6-C.1) che l’eventuale pre-trattamento dei rifiuti in ingresso deve
essere funzionale esclusivamente al raggiungimento di questi parametri.
Pertanto, si dovranno operare due valutazioni in merito alla definizione dei rifiuti da incenerire:
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 39
• come renderli omogenei, indipendentemente dalla frazione organica in essi contenuta;
• se sia o meno conveniente pre-trattare i rifiuti in modo da eliminare la frazione che li
rende “pericolosi”, piuttosto che bruciarli direttamente a 1.100 °C.
Il Piano della Regione Liguria (D.C.R. n. 17 del 29.02.2000) non contiene alcuna previsione
pianificatoria sull’impiego e la destinazione del C.D.R., pur considerandolo tra le ipotesi
pianificatorie-impiantistiche. Lo stesso Piano, lasciando la possibilità di scelta sull’incenerimento
del “tal quale” ovvero della frazione secca separata dalla frazione umida, segnala però lo scarso
successo sul mercato italiano delle poche iniziative legate al C.D.R.
Per tutte le motivazioni esposte, quindi, l’indirizzo finale della presente pianificazione è l’ipotesi
prevista dal Piano Regionale di separazione della frazione secca dalla frazione umida del rifiuto
indifferenziato, con termovalorizzazione della frazione secca e smaltimento a discarica, o meglio
l’utilizzo per bonifiche o recuperi ambientali, della frazione organica stabilizzata. Questo avvallato
anche dal fatto che con tale sistema rimarrà possibile l’eventuale ripresa della frazione secco-
leggera per la sua trasformazione in C.D.R. nel caso si aprissero effettive prospettive di mercato.
Conseguentemente, l’accordo di programma stipulato nel 1998 dall’Amministrazione Provinciale di
Imperia con i Comuni della Provincia di Imperia, deve ritenersi a tutti gli effetti superato a seguito
del nuovo indirizzo pianificatorio espresso, ai sensi degli artt. 29 e ss. della L.R. 18/99, dalla
Provincia con il presente atto. Va comunque ricordato che le parti del menzionato accordo di
programma relative alla raccolta differenziata sono state riprese e fatte proprie dal presente Piano.
3.3.2.2 Programmazione provinciale
3.3.2.2.1 OBIETTIVI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Sulla base degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dalla normativa nazionale, il Piano
Provinciale deve prevedere di raggiungere all’anno 2003 la percentuale di raccolta differenziata, per
l’intero ambito territoriale ottimale, pari al 35%. I grafici seguenti rappresentano il trend temporale
teorico, secondo le prescrizioni di Legge, dell’incremento della raccolta differenziata in Provincia di
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 40
Imperia (Figura 3-1) e dell’interazione tra la raccolta differenziata e il rifiuto residuale da trattare
presso impianti dedicati (Figura 3-2).
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
Anno
Indi
ci d
i rid
uzio
ne (%
)
Figura 3-1 Trend temporale del programma di raccolta differenziata della Provincia di Imperia
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
1999 2000 2001 2002 2003
[t]
Figura 3-2 Trend temporale tra le quantità di materiale raccolto in maniera differenziata e del rifiuto tal quale
Nel presente piano viene adottato un sistema di raccolta differenziata capace di raggiungere
l’obiettivo del 35% al 2003 su scala provinciale così come richiesto dalla Legge, con
completamento e taratura nell’anno 2004; il sistema è impostato sulla raccolta delle frazioni secche
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 41
riciclabili quali la carta, il cartone, il vetro, la plastica, i metalli, il legno, i RUP, e altre frazioni
minori sia con la raccolta domiciliare (ad esempio, carta e cartone), che con cassonetti stradali
dedicati; il sistema è integrato con la raccolta del verde pubblico e privato, e dell’organico prodotto
dalle grandi utenze, quali ristoranti, mense, negozi ortofrutticoli, mercati, ecc.
Nella Tabella 3-4 vengono riportate per ogni frazione di rifiuto interessata dalla raccolta
differenziata e secondo le principali filiere di produzione, gli intervalli percentuali che permettono
di raggiungere l’obiettivo minimo del 35% di raccolta differenziata su scala provinciale nell’anno
2003.
Frazione merceologica Filiera di produzione Organizzazione della raccolta differenziata
Obiettivo di raccolta
% Vetro Utenze domestiche,
produttive e terziario
Cassonetti stradali (dedicati e multimateriale), centri di
conferimento, area ecologica, raccolta presso grandi utenze, raccolta
su appuntamento
50-70
Carta e cartone Utenze domestiche e terziario Cassonetti stradali dedicati, centri di conferimento, area ecologica,
raccolta su appuntamento, raccolta presso grandi utenze
40-60
Plastica Utenze domestiche,
produttive e terziario
Cassonetti stradali (dedicati e multimateriale), centri di
conferimento, area ecologica, raccolta presso grandi utenze, raccolta
su appuntamento
25-35
Organico
putrescibile
Grandi utenze (ristoranti,
mense, mercati, negozi, ecc.)
Sistema di raccolta dedicato 30-40
Verde Operazioni di sfalcio e
manutenzione dei giardini
pubblici e scarti provenienti
dai cimiteri
Centri di conferimento, area ecologica e servizio di raccolta
dedicato
85-95
Operazioni di sfalcio e
manutenzione dei giardini
privati
Centri di conferimento, area ecologica, raccolta su appuntamento 50-70
Metalli Utenze domestiche,
produttive e terziario
Cassonetti stradali (dedicati e multimateriale), centri di
conferimento, area ecologica, raccolta su appuntamento
25-35
Legno Utenze domestiche,
produttive e terziario
Centri di conferimento, area ecologica, raccolta su appuntamento 25-35
Tessili, pelli, cuoio Utenze domestiche,
produttive e terziario
Contenitori stradali dedicati, centri di conferimento, area ecologica,
raccolta su appuntamento
10-30
Batterie e pile Utenze domestiche,
produttive e terziario
Contenitori stradali dedicati, area ecologica, centri di conferimento,
raccolta su appuntamento
25-35
Farmaci scaduti Utenze domestiche e terziario Cassonetti stradali dedicati, centri di conferimento, area ecologica 25-35
Inerti Utenze domestiche Area ecologica 5-15
Tabella 3-4 Obiettivi di recupero di ogni singola frazione all’anno 2003
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 42
Con riferimento alle tabella 1-8 del capitolo 1, che riporta le quantità delle frazioni merceologiche
che compongono i rifiuti "tal quali" della Provincia di Imperia, e alla produzione di rifiuti totale
prevista per il 2003, in Tabella 3-5 sono state determinate le quantità in peso di ogni frazione
ipotizzando che solamente il 50% dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani (RSAU) confluirà al
servizio pubblico di raccolta (vedasi Tabella 1-4). Per quanto concerne la produzione dei rifiuti
speciali assimilabili agli urbani (RSAU), l’art. 10 del D. Lgs. 22/1997 prescrive che “gli oneri
relativi alle attività di smaltimento dei rifiuti speciali sono a carico del detentori. Il produttore dei
rifiuti speciali assolve i propri obblighi di smaltimento con le seguenti priorità:
a) autosmaltimento dei rifiuti;
b) conferimento dei rifiuti a terzi autorizzati;
c) conferimento dei rifiuti ai soggetti che gestiscono il servizio pubblico di raccolta dei rifiuti
urbani, con i quali sia stipulata apposita convenzione;
d) esportazione dei rifiuti”.
Le previsioni indicano per l’anno 2003 una produzione di rifiuti speciali assimilabili agli urbani pari
a circa 5.520 ton (Tabella 1-8): il 50% della produzione è dunque stimato in 2.760 ton annue.
A mano a mano che le informazioni relative alla produzione di rifiuti urbani e speciali assimilabili
agli urbani risulteranno essere aggiornate e più affidabili, il sistema di gestione integrata dei rifiuti
urbani dovrà essere oggetto di ritaratura e rimodellazione in base alla effettiva situazione che si
verrà a creare.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 43
Frazione merceologica Composizione merceologica (%) Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)
Vetro 9.5 12.563 Carta e cartone 25.0 33.060
Plastica 9.8 12.960 Organico putrescibile 17.7 23.406
Verde 7.0 9.257 Metalli 7.0 9.257 Legno 3.9 5.157
Tessili, pelli, cuoio 0.4 530 Batterie e pile 0.2 264
Farmaci scaduti 0.2 264 Inerti 1.4 1.851
Frazione non recuperabile 17.9 23.671 TOTALE 100% 132.240
Tabella 3-5 Quantità in peso delle frazioni merceologiche presenti nei rifiuti da trattare all’anno 2003
E’ possibile notare come più dell’80% della produzione complessiva provinciale di rifiuti urbani sia
imputabile unicamente a 8 Comuni sui 67 che compongono la Provincia di Imperia: Sanremo,
Imperia, Ventimiglia, Bordighera, Taggia, Diano Marina, San Bartolomeo al mare, Vallecrosia. Più
del 90% della produzione complessiva di rifiuti urbani sia imputabile a 15 Comuni; oltre ai già citati
si aggiungono i Comuni di Ospedaletti, Camporosso, Riva Ligure, Santo Stefano al mare, Cervo,
San Lorenzo al mare, Diano Castello. I quindici Comuni hanno una produzione annua complessiva
di rifiuti urbani prossima o superiore a 1.000 tonnellate e sono situati lungo la costa.
Con tale premessa, la raccolta differenziata è stata pianificata in maniera differente per i Comuni
della provincia aventi produzione complessiva di rifiuti urbani prossima o superiore a 1.000
ton/anno, rispetto a quelli con produzione inferiore. In particolare, per i Comuni definiti maggiori,
trattandosi di comuni costieri (alta concentrazione di alberghi, ristoranti, ecc.), verrà attivata anche
la raccolta differenziata della frazione organica presso le grandi utenze.
Il raggiungimento dell’obiettivo di legge del 35% di raccolta differenziata, sulla base anche
dell’esperienza maturata a livello nazionale, è infatti possibile solo attuando anche la raccolta
differenziata della frazione organica putrescibile. La pianificazione così come organizzata ne
prevede quindi la raccolta dalle grandi utenze dei Comuni maggiori; risultati anche migliori si
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 44
potrebbero raggiungere estendendo la raccolta della frazione organica anche alle utenze domestiche,
con sistema dedicato caratterizzato però da alti costi di gestione. La raccolta domiciliare della
frazione organica potrà comunque essere eventualmente adottata, sempre nei maggiori Comuni,
presso le aree a forte concentrazione residenziale, a seguito di valutazioni organizzative ed
economiche mirate, e previa sperimentazione preliminare in quartieri pilota.
Nei Comuni minori, che rappresentano solamente il 10% della produzione complessiva di rifiuti
urbani della Provincia, la raccolta dell’organico non verrà attivata e gli obiettivi per le altre frazioni
merceologiche si immaginano più contenuti per le difficoltà di organizzazione del servizio sul
territorio. I dati quantitativi riportati in Tabella 3-5 possono essere suddivisi in funzione della
differenziazione tra Comuni maggiori e minori, ottenendo le seguenti tabelle 3-6 e 3-7.
Frazione merceologica Composizione merceologica (%) Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)
Vetro 9.5 11.307 Carta e cartone 25.0 29.754
Plastica 9.8 11.664 Organico putrescibile 17.7 21.065
Verde 7.0 8.331 Metalli 7.0 8.331 Legno 3.9 4.641
Tessili, pelli, cuoio 0.4 477 Batterie e pile 0.2 238
Farmaci scaduti 0.2 238 Inerti 1.4 1.666
Frazione non recuperabile 17.9 21.304 TOTALE 100% 119.016
Tabella 3-6 Quantità in peso delle frazioni merceologiche presenti nei rifiuti da trattare all’anno 2003 nei Comuni con produzione di rifiuti solidi urbani prossima o superiore a 1.000 ton/anno
Frazione merceologica Composizione merceologica (%) Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)
Vetro 9.5 1.256 Carta e cartone 25.0 3.306
Plastica 9.8 1.296 Organico putrescibile 17.7 2.341
Verde 7.0 926 Metalli 7.0 926 Legno 3.9 516
Tessili, pelli, cuoio 0.4 53 Batterie e pile 0.2 26
Farmaci scaduti 0.2 26 Inerti 1.4 185
Frazione non recuperabile 17.9 2.367 TOTALE 100% 13.224
Tabella 3-7 Quantità in peso delle frazioni merceologiche presenti nei rifiuti da trattare all’anno 2003 nei Comuni con produzione di rifiuti solidi urbani inferiore a 1.000 ton/anno
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 45
Alle singole quantità di frazione merceologica si applicano gli obiettivi di raccolta differenziata
pianificati diversamente per i Comuni con produzione prossima o superiore a 1.000 ton/anno e con
produzione inferiore, ottenendo di conseguenza le quantità di ogni singola frazione merceologica
raccolte in maniera differenziata e da avviare al recupero (Tabella 3-8 e Tabella 3-9).
Frazioni Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)
Obiettivo di raccolta differenziata previsto
(%)
Quantità in peso recuperato (ton/a)
Vetro 11.307 60 6.784 Carta e cartone 29.754 50 14.877
Plastica 11.664 30 3.499 Organico putrescibile 21.065 35 7.373
Verde 8.331 75 6.248 Metalli 8.331 30 2.499 Legno 4.641 30 1.392
Tessili, pelli, cuoio 477 20 95 Batterie e pile 238 30 71
Farmaci scaduti 238 30 71 Inerti 1.666 10 166
Frazione non recuperabile 21.304 / / TOTALI 119.016 43.075
Percentuale di raccolta differenziata raggiunto (%) 36.2
Tabella 3-8 Obiettivo di raccolta differenziata per l’anno 2003 nei Comuni con produzione totale di rifiuti urbani prossima o superiore a 1.000 ton/anno
Frazioni Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)
Obiettivo di raccolta differenziata previsto
(%)
Quantità in peso recuperato (ton/a)
Vetro 1.256 60 754 Carta e cartone 3.306 50 1.653
Plastica 1.296 30 389 Organico putrescibile 2.341 / /
Verde 926 75 695 Metalli 926 30 278 Legno 516 30 155
Tessili, pelli, cuoio 53 20 11 Batterie e pile 26 30 8
Farmaci scaduti 26 30 8 Inerti 185 10 19
Frazione non recuperabile 2.367 / / TOTALI 13.224 3.970
Percentuale di raccolta differenziata raggiunto (%) 30.0
Tabella 3-9 Obiettivo di raccolta differenziata per l’anno 2003 nei Comuni con produzione totale di rifiuti urbani inferiore a 1.000 ton/anno
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Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 46
Sulla base dei dati riportati nella Tabella 3-8 e Tabella 3-9, a livello provinciale la raccolta
differenziata raggiungerà pertanto i risultati di Tabella 3-10:
Frazioni Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)
Quantità in peso recuperato (ton/a)
Obiettivo di raccolta differenziata previsto
(%) Vetro 12.563 7.538 60
Carta e cartone 33.060 16.530 50 Plastica 12.960 3.888 30
Organico putrescibile 23.406 7.373 31.5 Verde 9.257 6.943 75 Metalli 9.257 2.777 30 Legno 5.157 1.547 30
Tessili, pelli, cuoio 530 106 20 Batterie e pile 264 79 30
Farmaci scaduti 264 79 30 Inerti 1.851 185 10
Frazione non recuperabile 23.671 / / TOTALI 132.240 46.516
Percentuale di raccolta differenziata (arrotondato) (%) 35.0
Tabella 3-10 Obiettivo di raccolta differenziata per l’anno 2003 nella Provincia di Imperia
In sostanza, il sistema così come concepito permette di raggiungere l’obiettivo di Legge del 35% di
raccolta differenziata all’anno 2003 su scala provinciale, ammettendo risultati inferiori per i
Comuni minori e sulle piccole aree.
Nel grafico della Figura 3-3 è rappresentato il confronto tra la curva dello sviluppo temporale della
raccolta differenziata secondo gli obiettivi di Legge indicati dal Decreto Ronchi (D. Lgs. 22/97) e la
curva della evoluzione della raccolta differenziata pianificata fino all’anno 2003 nella Provincia di
Imperia. Partendo dai dati storici relativi agli anni 1997 (4%) e 1999 (11%), si prevede lo stesso
trend di crescita fino all’anno 2002, con il raggiungimento a quel momento della percentuale di
raccolta differenziata pari al 23%. Sulla base delle considerazioni precedentemente esposte, il
valore del 30% di raccolta differenziata verrà raggiunto potenziando e organizzando al meglio la
raccolta della frazione secca e del verde attuando il sistema già descritto. Il raggiungimento
dell’obiettivo di Legge del 35% sarà solo possibile attivando anche la raccolta della frazione
organica dalle grandi utenze dei Comuni maggiori. La pianificazione così organizzata implica la
necessità di trattare la frazione organica in impianti di compostaggio dedicati. Il sistema integrato di
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 47
gestione dei rifiuti ne prevede la realizzazione in parallelo alla realizzazione degli impianti di
separazione secco-umido; la loro realizzazione potrà però essere eventualmente anticipata per
disporre di uno sbocco per il prodotto su territorio provinciale.
4,0%
35,0%
30,0%
15,0%
25,0%
12,5%
19,0%
23,0%
11,0%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005Anno
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ANDAMENTO DI LEGGE
ANDAMENTO STORICO
ANDAMENTO PRESUNTO
ANDAMENTO DI PIANIFICAZIONE
Figura 3-3 Raffronto tra gli obiettivi di legge e gli andamenti reali e previsti fino al 2003 del programma di raccolta differenziata della Provincia di Imperia
3.3.2.2.2 ORGANIZZAZIONE NELL’AMBITO OTTIMALE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Sulla base del contenuto dell’art. 24 del D. Lgs. n. 22/1997, che assume gli obiettivi della raccolta
differenziata dell’ambito territoriale ottimale, si è esclusa la necessità di raggiungere gli stessi
obiettivi su scala comunale o su piccole aree, in quanto penalizzerebbe i Comuni minori della
provincia a carattere principalmente rurale e montano, le aree a bassa produzione di rifiuti e quelli
maggiormente decentrati. Si prevede quindi di raggiungere detti obiettivi nel complesso dell’ambito
territoriale ottimale, coincidente con l’intero territorio della Provincia di Imperia.
Per ogni tipologia di Comune quindi, differenziando quelli con produzione di rifiuti urbani
superiore o prossima a 1.000 ton/anno da quelli con produzione inferiore, e per ciascuna frazione di
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 48
rifiuto recuperabile, sono state definite le modalità di raccolta differenziata che meglio si adattano
alla realtà locale.
� I Comuni la cui produzione annua di rifiuti urbani è prossima o supera le 1.000 tonnellate
con proiezione al 2003, sono:
- per il Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia e
Camporosso, per una popolazione complessiva di circa 50.000 abitanti e una
produzione lorda annua di rifiuti urbani di circa 30.000 ton;
- per il Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia e Ospedaletti, per una
popolazione complessiva di circa 73.200 abitanti e una produzione lorda annua di
rifiuti urbani di circa 50.000 ton;
- per il Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, S. Bartolomeo a Mare,
Riva Ligure, S. Stefano a Mare, Cervo, S. Lorenzo a Mare e Diano Castello, per una
popolazione complessiva di circa 61.300 abitanti e una produzione lorda annua di
rifiuti urbani di circa 40.500 ton.
Per questi Comuni si prevede di organizzare come segue la raccolta differenziata sul territorio:
� attivazione della raccolta domiciliare della carta e del cartone presso le utenze domestiche e
le utenze extradomestiche (commercio, uffici, artigiani, ecc.);
� raccolta della frazione organica putrescibile dalle grandi utenze quali i ristoranti, le mense, i
mercati; solamente nei Comuni principali è possibile prevedere anche la raccolta
differenziata da utenze domestiche, previa l’attivazione di progetti pilota volti alla verifica
dell’analisi costi – benefici;
� raccolta multimateriale di vetro, plastica e metalli dalle utenze domestiche e quelle
extradomestiche (bar, ristoranti, mense, ecc.) mediante campane stradali
“TRIMATERIALE”; la raccolta di queste frazioni potrà essere anche organizzata mediante
l’adozione di campane dedicate ad ogni singola frazione al fine di ottenere risultati migliori,
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 49
in particolare nei Comuni ovvero nelle aree urbane dove non esistano problematiche legate
alla disponibilità di spazi e di trasporto.
I seguenti Comuni saranno anche serviti direttamente da “aree ecologiche”, ossia aree attrezzate
con possibilità di conferimento diretto da parte degli utenti:
- Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia e
Camporosso, coincidente con l’attuale Centro di Conferimento;
- Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia, Ospedaletti;
- Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, San Bartolomeo a mare, Santo
Stefano a mare, San Lorenzo a mare, Pieve di Teco, Chiusanico, Vasia.
Si precisa che la società Eco Imperia S.p.A. di Imperia, con comunicazione n. 407 datata 30
luglio 2001 indirizzata all’Amministrazione Provinciale di Imperia, ha richiesto l’inserimento
dell’area sita in località Brughi in Comune di Chiusanico e l’ex mattatoio di Imperia tra i
potenziali siti di localizzazione del Centro di Conferimento del Comprensorio (C) Imperiese.
Nell’estate 2002 inoltre, i Comuni di Vallecrosia, Sanremo, San Lorenzo a mare, Vasia, le
Comunità Montane Intemelia e Valle Argentina e Armea, e la società Eco Imperia S.p.A. hanno
inoltrato richiesta alla Regione Liguria per l’ottenimento di finanziamenti legati al DOCUP
Obiettivo Liguria 2000-2006 al fine di realizzare aree ed isole ecologiche.
Presso le aree ecologiche gli utenti potranno conferire i seguenti materiali:
� carta e cartone;
� vetro;
� plastica;
� frazione verde derivante da operazioni di sfalcio pubblico o privato e manutenzioni;
� metalli;
� legno;
� tessili, cuoio e pelli;
� rifiuti ingombranti e beni durevoli;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 50
� rifiuti urbani pericolosi (RUP);
� inerti da utenze private, ecc.
� Nei Comuni della Provincia ove la produzione annua di rifiuti urbani è inferiore a 1.000
ton/anno, si prevede invece la raccolta differenziata di specifiche frazioni di rifiuto (carta e
cartone, vetro, plastica, alluminio, pile e farmaci scaduti) mediante l’attivazione di raccolte
su appuntamento. Si è ritenuto di privilegiare questa metodologia operativa di raccolta
differenziata per i centri dell’entroterra imperiese in alternativa alla realizzazione di
specifiche aree ecologiche intercomunali per i seguenti principali motivi:
� la popolazione residente nei Comuni considerati è prevalentemente anziana cosicché
l’ipotesi di un conferimento ad un’area ecologica intercomunale distante, in alcuni casi, una
decina di chilometri dall’abitato risulta essere alquanto irrazionale;
� le aree ecologiche intercomunali presentano costi di realizzazione e gestione superiori a
quelli previsti per la gestione mediante automezzi.
Un ulteriore vantaggio, è rappresentato dalla possibilità di procedere “in itinere” alla modifica e
taratura dell’intero sistema di raccolta differenziata senza stravolgimenti del sistema.
Ovviamente, nel caso in cui in certe realtà locali se ne valuti la relativa convenienza, è possibile
procedere alla realizzazione di apposite aree ecologiche intercomunali ovvero isole ecologiche
comunali in alternativa al sistema proposto.
3.3.2.2.3 L’IMPIANTISTICA
Gli obiettivi indicati dinanzi potranno essere conseguiti a seguito dell’organizzazione del sistema di
raccolta differenziata in tutto l’ambito ottimale che prevede:
� il potenziamento e l’estensione della raccolta di carta, cartone, plastica e vetro e di tutte le altre
frazioni merceologiche secche sull’intero territorio provinciale;
� l’avvio nei principali Comuni della raccolta differenziata domiciliare della carta e cartone;
� l’avvio nei principali Comuni della raccolta del vetro, della plastica e dei metalli attraverso la
multimateriale ovvero contenitori stradali dedicati;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 51
� l’avvio su tutto il territorio provinciale della raccolta differenziata della frazione verde derivante
da operazioni di sfalcio pubblico o privato e dalla manutenzione, dai mercati, dai negozi, ecc.;
� l’avvio nei principali Comuni della raccolta differenziata della frazione organica putrescibile
proveniente dalle grandi utenze (mercati, attività di ristorazione, mense, ecc.) ed eventualmente
da utenze domestiche, previa l’attivazione di progetti pilota volti alla verifica dell’analisi costi –
benefici;
� l’organizzazione su tutto il territorio provinciale della raccolta dei rifiuti ingombranti e dei beni
durevoli.
Tutto ciò unitamente alla definizione di specifici sistemi incentivanti al contenimento della
produzione dei rifiuti urbani. L’ottenimento dei risultati previsti dipenderà anche dalla realizzazione
del sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani, nel seguito
sintetizzato. La tempistica di realizzazione del sistema impiantistico previsto tiene conto del periodo
transitorio che, come definito dalla L.R. 08/02, non può essere superiore a quattro anni a partire
dalla data di adozione dello schema di piano (la Provincia di Imperia ha adottato il Piano
Provinciale di gestione dei rifiuti urbani con deliberazione n° 97 del 12 dicembre 2001).
Entro fine anno 2003:
� rete di aree ed isole ecologiche a supporto della raccolta differenziata;
� Centri di Conferimento (n° 1 per ogni Comprensorio) del materiale raccolto;
� un impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione per le frazioni raccolte in modo
differenziato;
� una eventuale linea per il compostaggio della frazione organica raccolta in maniera
differenziata.
Entro fine anno 2004:
� due impianti di separazione secco-umido con stabilizzazione della frazione organica al servizio
del territorio provinciale (Comprensori Ventimigliese (A), Sanremese (B) e Imperiese (C)); ogni
impianto sarà dotato di una linea separata dedicata al trattamento della frazione organica
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 52
raccolta in maniera differenziata per la produzione del compost di qualità. Al fine di ottimizzare
e bilanciare gli impianti e le discariche di supporto sul territorio provinciale, si prevede la
suddivisione dei Comuni appartenenti ai tre Comprensori tra i due impianti, così da avere
necessità di trattamento e smaltimento pressoché equivalenti.
Entro fine anno 2005:
� un impianto di termovalorizzazione della frazione secca, con smaltimento delle scorie e delle
ceneri in discarica dedicata, individuata in sito tra quelli scelti come potenzialmente idonei dalla
pianificazione; un lotto di nuova discarica dovrà essere predisposto per ricevere anche parte
dell’organico stabilizzato in uscita da ogni impianto di separazione secco-umido. Lo scenario
descritto, valido nell’ipotesi di realizzazione del termovalorizzatore in Provincia di Imperia,
potrebbe mutare nel caso di attivazione delle previsioni del “Protocollo di intesa per il
trattamento dei rifiuti solidi urbani e speciali assimilati” tra la Provincia di Imperia e la
Communautè d’Agglomeration de la Riviera Française (C.A.R.F.) di Mentone (Francia) che
prevede un “parternariato transfrontaliero” tra la Provincia di Imperia e l’Ambito est delle Alpi
Marittime (Francia) (vedasi capitolo 15) tra cui la realizzazione del termovalorizzatore su
territorio francese. Altra ipotesi alternativa è l’accordo con la Provincia di Savona per la
realizzazione del termovalorizzatore sul territorio savonese. Le ipotesi sopra citate, potrebbero
anche diventare complementari in quanto la frazione secca dei rifiuti prodotti sul territorio
provinciale potrebbe essere inviata parte in Francia (ad esempio, Comprensori (A) e (B)) e parte
in Provincia di Savona (ad esempio, Comprensorio (C)).
Nel caso di accordo con la Francia, sul territorio provinciale imperiese troverebbero solamente
collocazione le discariche per l’interramento confinato dei prodotti di scarto degli impianti di
lavorazione dei rifiuti residui e differenziati, della frazione organica stabilizzata non impiegata
per recuperi ambientali e bonifiche, e delle scorie e ceneri di ritorno dal termovalorizzatore
ubicato in territorio francese. Nel caso di accordo con la Provincia di Savona invece, sul
territorio provinciale imperiese troverebbero collocazione solamente le discariche per
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 53
l’interramento confinato dei prodotti di scarto degli impianti di lavorazione dei rifiuti residui e
differenziati e della frazione organica stabilizzata non impiegata per recuperi ambientali e
bonifiche. Fino a regime del nuovo sistema impiantistico, varranno le prescrizioni pianificatorie
del regime transitorio.
Lo scenario pianificato riprende in via prioritaria una delle ipotesi di cui al paragrafo 4.5 (“Gli
scenari sul territorio ligure”) del Piano Regionale di gestione dei rifiuti. Il paragrafo riporta che in
fase di elaborazione del Piano Provinciale è possibile prevedere integrazioni tra diverse Province
limitrofe, al fine di ottimizzare il dimensionamento e verificare la localizzazione degli impianti più
impegnativi dal punto di vista tecnologico ed economico quali i termovalorizzatori. L’ipotesi trova
la sua giustificazione economica nella opportunità di ammortizzare i costi di costruzione e di
gestione degli impianti su maggiori quantità di rifiuto trattato, e la sua giustificazione ambientale
nella minore compromissione del territorio se si orienterà su territori provinciali caratterizzati da più
probabile facilità di reperimento di siti idonei (morfologia, vocazione industriale, distanze dagli
insediamenti turistici, …).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 54
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Figura 3-4 Il sistem
a integrato di gestione dei rifiuti urbani per la Provincia di Imperia all’anno 2006
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 55
4 Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia
Nel presente capitolo sono riportate le indicazioni di base relative all’organizzazione della raccolta
differenziata delle diverse frazioni merceologiche, in particolare per i maggiori comuni della
provincia (produzione annua di rifiuti urbani superiore o prossima a 1.000 ton). Sono definiti,
inoltre, alcuni parametri utili al dimensionamento di massima delle raccolte differenziate.
L’analisi è stata condotta con riferimento alla produzione di rifiuti all’anno 2003 nel quale è
previsto il raggiungimento del 35% di raccolta differenziata, nel rispetto della legislazione vigente.
4.1 Andamento stagionale della produzione di rifiuti urbani nei Comuni della Provincia
Preso atto dell’elevata vocazione turistica della provincia di Imperia, nelle Tabelle 4-1, 4-2 e 4-3 è
stato ricavato, sulla base dei coefficienti di stagionalità (vedasi Volume I – Indagine conoscitiva), il
quantitativo mensile massimo di rifiuti prodotto da ciascun Comune della Provincia all’anno 2003.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 56
Comune Indice stagionalità mensile massimo
Produzione lorda annua di rifiuti [t]
Produzione massima mensile lorda di rifiuti [t]
AIROLE 1.430 162 19 APRICALE 1.371 253 29 BORDIGHERA 1.353 9.360 1.055 CAMPOROSSO 1.183 2.374 234 CASTEL VITTORIO 1.437 180 22 DOLCEACQUA 1.352 753 85 ISOLABONA 1.371 245 28 OLIVETTA SAN MICHELE 1.704 133 19 PERINALDO 1.404 266 31 PIGNA 1.380 423 49 ROCCHETTA NERVINA 1.464 136 17 SAN BIAGIO DELLA CIMA 1.474 233 29 SEBORGA 1.371 156 18 SOLDANO 1.474 139 17 VALLEBONA 1.474 342 42 VALLECROSIA 1.206 3.892 391 VENTIMIGLIA 1.194 13.814 1.374
Tabella 4-1 Previsione di quantità lorda di rifiuti prodotti in ciascun Comune del Comprensorio Ventimigliese (A) nell’anno 2003
Comune Indice stagionalità mensile massimo
Produzione lorda annua di rifiuti [t]
Produzione massima mensile lorda di rifiuti [t]
BADALUCCO 1.423 440 52 BAIARDO 1.733 215 31 CARPASIO 1.423 145 17 CERIANA 1.448 492 59 MOLINI DI TRIORA 1.423 359 43 MONTALTO LIGURE 1.423 174 21 OSPEDALETTI 1.444 2.451 295 SAN REMO 1.135 37.702 3.565 TAGGIA 1.169 9.122 889 TRIORA 1.423 406 48
Tabella 4-2 Previsione di quantità lorda di rifiuti prodotti in ciascun Comune del Comprensorio Sanremese (B) nell’anno 2003
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 57
Comune Indice stagionalità
mensile massimo Produzione lorda annua di
rifiuti [t] Produzione massima
mensile lorda di rifiuti [t] AQUILA DI ARROSCIA 1.688 75 11 ARMO 1.688 43 6 AURIGO 1.618 125 17 BORGHETTO D'ARROSCIA 1.688 186 26 BORGOMARO 1.279 293 31 CARAVONICA 1.626 107 14 CASTELLARO 1.371 298 34 CERVO 2.026 1.118 189 CESIO 1.365 88 10 CHIUSANICO 1.360 204 23 CHIUSAVECCHIA 1.481 157 19 CIPRESSA 1.520 684 87 CIVEZZA 1.564 201 26 COSIO DI ARROSCIA 1.688 108 15 COSTARAINERA 1.634 379 52 DIANO ARENTINO 1.312 276 30 DIANO CASTELLO 1.562 891 116 DIANO MARINA 1.740 6387 926 DIANO SAN PIETRO 1.094 508 46 DOLCEDO 1.264 512 54 IMPERIA 1.201 23.323 2.334 LUCINASCO 1.350 64 7 MENDATICA 1.688 91 13 MONTEGROSSO PIAN LATTE
1.688 49 7
PIETRABRUNA 1.336 168 19 PIEVE DI TECO 1.688 490 69 POMPEIANA 1.378 268 31 PONTEDASSIO 1.144 751 72 PORNASSIO 1.688 218 31 PRELA' 1.599 193 26 RANZO 1.688 188 26 REZZO 1.688 144 20 RIVA LIGURE 1.455 2.090 253 SAN BARTOLOMEO AL MARE
1.823 3.926 596
SAN LORENZO AL MARE 1.597 1.016 135 SANTO STEFANO AL MARE
1.566 1.647 215
TERZORIO 1.719 108 15 VASIA 1.505 169 21 VESSALICO 1.688 105 15 VILLA FARALDI 1.331 222 25
Tabella 4-3 Previsione di quantità lorda di rifiuti prodotti in ciascun Comune del Comprensorio Imperiese (C) nell’anno 2003
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 58
4.2 Raccolta differenziata multimateriale
La raccolta multimateriale prevede di unificare la raccolta stradale delle frazioni vetro, plastica,
metalli mediante il conferimento in unica campana delle bottiglie e flaconi in vetro e plastica, e
delle lattine di alluminio o banda stagnata (metalli).
L’impiego dell’unico contenitore permette di limitare il numero di campane da installare sul
territorio rispetto al servizio impostato sull’effettuazione di raccolte stradali monomateriali delle
diverse frazioni. Si riducono così i problemi di inserimento nel contesto urbano in particolare nei
centri storici delle città, con una migliore efficienza del servizio. Anche il compito del singolo
utente risulta facilitato dal poter conferire contemporaneamente più materiali riciclabili in un’unica
campana.
Secondo studi di settore, tale tipologia di raccolta permette di incrementare significativamente la
quantità di materiale raccolto rispetto ad un sistema di raccolta differenziata monomateriale; per
contro, il sistema multimateriale obbliga ad una selezione meccanica e manuale a valle, da
effettuare nei centri di trattamento di cui si dirà nel seguito. I sistemi di lavorazione sono comunque
ormai collaudati, e consentono il conseguimento di accettabili livelli qualitativi a costi contenuti. La
raccolta multimateriale risulta dunque il sistema preferenziale per la raccolta delle frazioni
merceologiche citate.
Questi tipi di rifiuti non comportano problemi igienici dovuti alla loro degradazione, ed è quindi
possibile raccogliere queste frazioni merceologiche utilizzando contenitori posizionati sul suolo
pubblico e prevedere periodi di raccolta e accumulo anche medio-lunghi. Inoltre, se
opportunamente dimensionato, questo sistema di raccolta permette di raggiungere un buon
compromesso tra le rese di intercettazione e i costi necessari per sostenere il servizio.
In alternativa, soprattutto nei Comuni ove non esistono problematiche di spazi e di trasporto, la
raccolta delle frazioni vetro, plastica e metalli potrà essere anche effettuata utilizzando i classici
contenitori stradali monomateriali.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 59
L'estensione del sistema di raccolta domiciliare al recupero di vetro, plastica e metalli in forma
multimateriale o separata, dovrà essere valutata sulla base dei risultati ottenuti per le singole
frazioni. Per aumentare infatti i recuperi degli imballaggi primari in plastica, potrebbe rendersi
opportuno estendere la raccolta anche ad altre tipologie oltre ai contenitori in plastica per liquidi.
Questa estensione dovrà essere di volta in volta valutata tenendo conto anche del conseguente
aumento dei costi di raccolta e selezione.
4.2.1 Organizzazione del sistema di raccolta multimateriale
La raccolta multimateriale avviene con campane analoghe a quelle utilizzate per la raccolta del
vetro aventi un’elevata capacità specifica (3-3.3 m3), in modo da limitarne il numero sul territorio e
le frequenze di svuotamento.
La distribuzione delle campane sul territorio è attuata prevedendo l’installazione di un numero in
grado di consentire una densità (indice di diffusione) di almeno una campana ogni 300-400 abitanti
nelle aree con densità abitativa medio-alta, e ogni 250 abitanti nelle aree a densità minore.
L’obiettivo è quello di limitare, nei concentrici principali, la distanza tra utenti e campana ad un
massimo di 200-300 m.
E’ opportuna la fornitura in uso di campane ad utenze specifiche, che dispongano di aree private
(cortili, aree recintate, ecc.), e che siano generatrici di quantitativi significativi di vetro e/o plastica
e/o metalli. Le campane devono avere aperture che facilitino il conferimento; in alternativa possono
essere utilizzati bidoni, da porre all’esterno a cura dell’utente in occasione del passaggio dello
svuotamento.
Nelle vicinanze dei contenitori destinati alla raccolta differenziata è opportuno posizionare un
cassonetto per i rifiuti indifferenziati.
Per la garanzia della qualità della frazione raccolta, occorre che la documentazione informativa
sulla raccolta differenziata inviti gli utenti a svuotare preventivamente i contenitori in vetro e
plastica dal contenuto.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 60
La frequenza di raccolta va definita in base ai quantitativi che si stima vengano conferiti in ogni
contenitore e alla volumetria degli stessi, con l’avvertenza di considerare, in via cautelativa, un
volume utile massimo pari indicativamente al 75 % di quello effettivo, in modo da evitare un
riempimento eccessivo dello stesso, con rischi di traboccamento del materiale conferito dagli utenti.
Un valore indicativo di peso specifico del multimateriale può essere pari a circa 0.08 t/m3.
Il materiale raccolto verrà inviato al centro di conferimento del relativo comprensorio, dal quale,
dopo trasferimento, mediante l’impiego di mezzi di capienza maggiore dovrà essere trasportato
all’impianto provinciale di stoccaggio, separazione e nobilitazione.
La raccolta multimateriale dovrà essere sia sviluppata nei seguenti Comuni:
� Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia, Camporosso.
� Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia, Ospedaletti.
� Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, San Bartolomeo a Mare, Riva Ligure,
Santo Stefano a Mare, Cervo, San Lorenzo a Mare, Diano Castello.
Per gli altri Comuni della Provincia è prevista una raccolta su appuntamento (vedasi paragrafo 4.9)
con un numero di abitanti serviti pari a circa il 16 % dell’intera popolazione e l’intercettazione di
circa il 10 % della quantità totale di rifiuti prodotti nella provincia (il Comune che produce più
rifiuti, tra quelli esclusi dalla raccolta differenziata capillare, è quello di Pontedassio, che
rappresenta ca. lo 0.6% della quantità totale di rifiuti prodotti in Provincia – Tab. 3-6 del Volume I).
Come verrà illustrato più dettagliatamente in un successivo paragrafo (vedasi paragrafo 5.2),
l’intero territorio provinciale sarà servito da specifiche aree ecologiche, ovvero appositi automezzi
per i Comuni minori, ove l’utente potrà conferire il materiale con un incentivo tariffario.
4.2.2 Descrizione delle operazioni di trasporto e separazione del multimateriale.
Il materiale indistinto proveniente dalla raccolta multipla è composto per l’80% del suo volume
dalla frazione plastica, assai leggera e volatile. Tutte le operazioni connesse con la sua
movimentazione, dallo svuotamento dei contenitori stradali, allo stoccaggio temporaneo presso i
Centri di Conferimento, necessitano quindi di particolare attenzione, al fine di evitare dispersione di
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 61
materiali nell’ambiente. Per questa motivazione, gli automezzi adibiti al servizio di raccolta
dovranno essere idoneamente “coperti”, così come i box di stoccaggio (a titolo puramente
indicativo, i cassoni dei veicoli adibiti al servizio di raccolta, che hanno una cubatura di circa 30 m3,
possono contenere dalle 2 alle 2.5 tonnellate di multimateriale).
Il processo di selezione dei materiali presso l’impianto dedicato prevede una prima cernita e relativa
eliminazione delle impurità presenti; successivamente i contenitori in plastica e metallo (banda
stagnata e alluminio) vengono separati per mezzo di un processo di aspirazione dai contenitori in
vetro, che verranno inviati ai centri di recupero.
I contenitori in plastica e metallo vengono quindi separati tra loro mediante l’impiego di
selezionatrici magnetiche; con selezionatrici a correnti indotte avviene infine la separazione tra
contenitori metallici magnetici e amagnetici.
In questo modo si ottengono flussi monomateriale dei contenitori in vetro, dei contenitori di
plastica, dei contenitori in metallo magnetico (banda stagnata), dei contenitori in metallo
amagnetico (alluminio).
In funzione del processo di selezione e dell’elevato grado di purezza ottenuto all’impianto, tutti i
materiali separati possono essere avviati per la loro valorizzazione a impianti di recupero dedicati.
Nei casi particolari di scarsa domanda da parte del mercato, i materiali costituiti dalle frazioni
altamente combustibili potranno essere destinati al termovalorizzatore finale, con probabili vantaggi
sotto l’aspetto economico del sistema integrato.
4.3 La raccolta differenziata di carta e cartone
La modalità ritenuta più efficace per la raccolta della carta è quella “porta a porta” (raccolta a
domicilio); altri sistemi, quali l’impiego di contenitori stradali, non sono, generalmente, in grado di
garantire rendimenti sufficientemente elevati. Può comunque essere intesa come raccolta a
domicilio quella eseguita con conferimento effettuato nelle immediate vicinanze della sede
dell’utente, e comunque alla stessa distanza a cui è abitualmente offerto il normale servizio di
raccolta del rifiuto residuo.
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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 62
Il materiale raccolto col sistema porta a porta, risulta possedere qualità migliori rispetto a quello che
si riesce a recuperare mediante l’impiego di cassonetti stradali rionali; senza la necessità di alcuna
selezione a valle, il prodotto di regola rientra nella categoria B della classificazione CEPAC-BIR
per il riciclaggio della carta.
La raccolta domiciliare classica prevede il ritiro a domicilio della carta, con il passaggio a scadenze
fisse di addetti dotati di appositi automezzi quali autocompattatori, eventualmente supportati da
piccoli mezzi (motocarri). Il materiale raccolto viene prima inviato al Centro di Conferimento del
relativo Comprensorio e poi al centro di stoccaggio, separazione e nobilitazione provinciale per la
cernita.
E’ previsto di sviluppare la raccolta differenziata della carta a domicilio nei seguenti Comuni:
� Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia, Camporosso.
� Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia, Ospedaletti.
� Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, San Bartolomeo a Mare, Riva Ligure,
Santo Stefano a Mare, Cervo, San Lorenzo a Mare, Diano Castello.
Estrema importanza riveste l’integrazione con la raccolta a domicilio della carta e degli imballaggi
di cartone presso le utenze produttrici presenti sul territorio comunale, quali uffici pubblici e privati,
scuole, attività terziarie, ecc.. La raccolta presso le scuole potrà avere anche un importante ruolo
educativo. Per gli altri Comuni della provincia dovrà essere promosso il conferimento, da parte
delle utenze specifiche, degli imballaggi di cartone ai Centri di Conferimento del Comprensorio di
appartenenza, ovvero, per i Comuni serviti, alle rispettive aree ecologiche, eventualmente mediante
meccanismi di divieto e incentivi concertati con le Associazioni di categoria. Tutto il territorio
provinciale sarà servito da specifiche aree ecologiche, o automezzi operanti su appuntamento
(Comuni minori), ove l’utente potrà conferire il materiale beneficiando di un incentivo tariffario.
L’art. 23 della Legge n. 179 del 31/07/2002 ha apportato alcune modifiche al D. Lgs. 22/97, e in
particolare elimina l’obbligo del conferimento al servizio pubblico degli imballaggi primari.
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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 63
Si suggerisce infine la possibilità di forme di incentivazione per gruppi o associazioni di
volontariato, al fine di attuare raccolte su appuntamento anche nei Comuni minori non compresi
nell’elenco indicato. Prassi in sintonia con quanto previsto dall’art. 21 del D. Lgs. 22/19971.
4.4 La raccolta differenziata della frazione organica e del verde
4.4.1 La frazione organica
Sulla base dei buoni risultati già ottenuti in varie esperienze attuate, si prevede l’attivazione della
raccolta differenziata della frazione organica rivolta alle “grandi utenze” (attività di ristorazione,
mercati, negozi ortofrutticoli e dei fiori, ecc.). Previa sperimentazione preliminare, la raccolta
differenziata della frazione organica potrà essere estesa anche alle utenze domestiche (verifica
costi–benefici).
La raccolta di tale frazione, come dimostrato nel paragrafo del presente volume, è necessaria per il
raggiungimento dell’obiettivo dettato dal “Ronchi” al 2003 (35%). Necessità per altro dimostrata
anche attraverso l’esperienza dei principali Comuni della Provincia.
In base alle caratteristiche morfologiche e insediative della Provincia di Imperia, considerata la
ridotta presenza di insediamenti, la contenuta produzione di rifiuti e la disponibilità di spazi aperti
in una specifica porzione del territorio, si ritiene economico attivare la raccolta differenziata della
frazione organica unicamente nei seguenti Comuni presso le grandi utenze (e in subordine presso le
utenze domestiche):
� Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia, Camporosso
� Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia, Ospedaletti
� Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, San Bartolomeo a Mare, Riva Ligure,
Santo Stefano a Mare, Cervo, San Lorenzo a Mare, Diano Castello.
1 “Nell’attività di gestione dei rifiuti urbani, i Comuni si possono avvalere della collaborazione delle associazioni di
volontariato e della partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni”.
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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 64
La raccolta della frazione putrescibile richiede impianti di compostaggio tecnologicamente idonei
(fase di biossidazione accelerata al chiuso, aspirazione forzata, trattamento delle arie di processo,
rompisacchi, linea di arricchimento…). Attualmente non esistono impianti di tale tipologia nella
Provincia di Imperia; il piano ne prevede la realizzazione, eventualmente anticipata per disporre di
uno sbocco in loco per il prodotto.
Inizialmente sarà, quindi, consigliato avviare unicamente iniziative propedeutiche di raccolta
differenziata della frazione organica su scala limitata, di tipo sperimentale, in particolare per le
utenze domestiche per la verifica dei costi–benefici.
Dal punto di vista operativo, la raccolta differenziata della frazione putrescibile dovrà attenersi ai
seguenti criteri generali:
• priorità assoluta alla raccolta differenziata dell’organico presso le grandi utenze, quali ristoranti,
negozi ortofrutticoli, mense, ospedali (solo i rifiuti organici assimilati agli urbani), ecc.;
l’organico dovrà essere conferito in contenitori appositamente destinati allo scopo e forniti
direttamente alle utenze; i contenitori dovranno essere trasferiti a bordo strada in occasione dei
passaggi del servizio di svuotamento;
• in via subordinata, e comunque previa sperimentazioni puntuali ed analisi costi–benefici, è
prevista la possibilità della raccolta differenziata presso le utenze domestiche, che dovrà essere
necessariamente anticipata da una capillare azione di sensibilizzazione ed informazione dei
nuclei familiari, mediante pubblicazioni specifiche o, meglio, attraverso un contatto diretto
“porta a porta”, realizzato anche da cooperative con personale qualificato. Questa azione di
promozione e di avvio, comprendente anche la consegna di un contenitore domestico per i rifiuti
organici e un set di sacchetti biodegradabili a ciascuna famiglia, comporterà necessariamente un
maggiore investimento iniziale, compensato però da un numero limitato di conferimenti
impropri e quindi da una più elevata qualità del materiale conferito. Il conferimento degli scarti
organici avverrà in sacchetti di plastica compostabile, i quali saranno immessi in bidoni aventi
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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 65
orientativamente volumetrie di 120÷240 l, a seconda della densità abitativa e della frequenza di
raccolta. I bidoni saranno collocati preferibilmente all’interno dei cortili degli stabili, o
all’interno delle recinzioni condominiali, e trasferiti a bordo strada a cura degli utenti (o di loro
incaricati) in occasione dei passaggi del servizio di svuotamento, per ridurre al minimo il rischio
di conferimenti impropri. Per le aree ad elevata intensità abitativa, lo spostamento all’esterno
potrà anche essere effettuato dal personale addetto alla raccolta. Questa modalità consentirebbe
anche di associare un meccanismo di attribuzione delle quantità conferite e di relativo sgravio
tariffario. La frequenza di svuotamento potrebbe essere settimanale-bisettimanale nei mesi
invernali e bisettimanale-trisettimanale nei mesi più caldi;
� dal punto di vista organizzativo, si potrà pensare ad un unico sistema di raccolta con bidoni o
cassonetti e autocompattatore per l’eventuale utenza domestica e le grandi utenze. Un sistema
dedicato (benne o cassoni) andrà, invece, previsto solo eccezionalmente per particolari utenze
(aziende di lavorazione dell’ortofrutta, mercato dei fiori, ecc.);
� compatibilmente con i volumi disponibili di stoccaggio nei cassonetti, a mano a mano che la
raccolta differenziata della frazione organica prenderà forma, dovrà essere valutata l’opportunità
di diminuire la frequenza della raccolta della frazione indifferenziata (“tal quale”), teoricamente
privata della parte umida putrescibile, fino ad una volta la settimana;
� la presenza, spesso consistente, delle frazioni non compostabili quali la plastica e il vetro nei
rifiuti prodotti dai mercati ambulanti, anche quando prevalentemente alimentari, determina
l’esigenza di operare una suddivisione tra i rifiuti organici putrescibili, il legno, le frazioni
cartacee e gli altri rifiuti. Le cassette di legno, così come gli imballaggi cartacei, possono anche
essere avviati al compostaggio: si tratterà di definire, caso per caso, la loro destinazione
ottimale.
La raccolta differenziata dei rifiuti mercatali verrà effettuata mediante collocamento di appositi
contenitori (benne e/o cassonetti). Ai fini della valorizzazione del rifiuto organico prodotto nei
mercati, si rende indispensabile prevedere la collocazione, nei pressi dei mercati, di campane o
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contenitori per il recupero del vetro. Parallelamente, così come per tutte le iniziative di raccolta
differenziata, occorrerà avviare un’azione di informazione e sensibilizzazione degli utenti
(commercianti ambulanti) e di disposizione di obblighi e sanzioni (aggiornamento del
Regolamento comunale inerente la raccolta dei rifiuti). Il materiale organico raccolto sarà
prioritariamente inviato direttamente ai previsti impianti provinciali di compostaggio, nel
momento in cui saranno attivi. In alternativa, per motivi di organizzazione del servizio di
raccolta, il materiale potrà essere conferito temporaneamente ai Centri di Conferimento.
4.4.1.1 L’autocompostaggio
Nei Comuni “minori” si prevede l’incentivazione dell’autocompostaggio, ovvero la produzione e
l’utilizzo diretto da parte dei privati cittadini di compost.
Il compostaggio domestico consiste nell’effettuazione del processo di biossidazione, che costituisce
il compostaggio, in un piccolo cumulo o in un contenitore a campana in plastica comunemente
chiamato composter, dotato di accorgimenti per una buona areazione, il passaggio di organismi utili
dal terreno, l’impossibilità di accesso da parte di animali indesiderati, nel quale vengono immessi
gli avanzi di cucina, all’incirca ogni 2 giorni, e gli scarti dell’orto e del giardino.
Sono compostabili:
� gli scarti di frutta e verdura;
� i gusci d’uovo sminuzzati;
� la cellulosa (carta da cucina, fazzoletti di carta);
� gli scarti di cibo;
� i trucioli di legno;
� i fondi di caffè e i filtri di tè;
� le ramaglie e il legno purché sminuzzati;
� i fiori recisi;
� le foglie e gli sfalci d’erba;
� la lettiera di piccoli animali;
� le fibre naturali.
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All’inizio occorre immettere nel composter uno strato di terriccio o di compost che funga da
inoculo dei microrganismi agenti del processo, quindi si inseriscono gli scarti organici, rispettando
una giusta proporzione tra i materiali asciutti e quelli umidi, in modo da mantenere una adeguata
presenza d’aria la quale garantisce una corretta trasformazione e l’assenza di odori sgradevoli.
Qualora applicata, questa tecnica consente di evitare l’immissione nel ciclo dei rifiuti di non meno
del 30% del quantitativo globale di rifiuti urbani prodotto oggi dalle utenze domestiche che
partecipano all’attività. A titolo puramente cautelativo, la quantità di rifiuti che si potrebbe
eliminare allo smaltimento mediante la realizzazione di questa attività non è stata considerata nella
definizione degli obiettivi di raccolta differenziata. Se si ipotizzasse la partecipazione da parte del
60% della popolazione dei Comuni non coinvolti dalla raccolta differenziata della frazione organica
sarebbe possibile ridurre il quantitativo di rifiuti al 2003 di circa 1.400 ton/anno. E’ quindi una
soluzione che è consigliabile promuovere in tutte le realtà in cui sia applicabile.
Affinché la diffusione del compostaggio domestico possa avvenire in modo proficuo, occorre che
siano attuati una serie di interventi:
� campagne informative sull’impiego ed eventuale assistenza telefonica;
� contributo all’acquisto.
Non si ritengono ottimali le forme di incentivazione quali l’assegnazione del composter in
comodato gratuito, poiché non garantisce una sufficiente motivazione all’utilizzo concreto, o la
semplice riduzione immediata della tariffa sui rifiuti, poiché dovrebbe essere anch’essa
accompagnata da un controllo sull’effettivo impiego. La riduzione della tariffa, eventualmente,
potrebbe avvenire in un secondo tempo, previa valutazione degli effetti dell’iniziativa del
compostaggio domestico.
La fornitura alle famiglie può prevedere un kit composto da:
� composter;
� pattumiera per gli scarti organici;
� ammendante “inoculo”.
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Il costo per un contenitore da 250 litri (famiglia di 3-4 persone, giardino fino a 150 m2) è
dell’ordine di 80,00-100,00 Euro.
La prassi promozionale dell’erogazione di un contributo all’acquisto su acquisti collettivi è da
ritenersi estremamente idonea.
E’ assai importante che si attui un monitoraggio dei risultati dell’utilizzo dei composter,
eventualmente mediante l’invio di appositi questionari.
Un aspetto da non sottovalutare dell’autocompostaggio è rappresentato, oltre che dall’effetto
benefico sulla riduzione di rifiuti, dal forte messaggio educativo che induce la popolazione alla
“cultura del riutilizzo”: il singolo cittadino acquisisce coscienza e consapevolezza che può agire in
prima persona nella riduzione dei rifiuti.
4.4.2 La frazione verde
Per frazione verde si intende il materiale di sfalcio, potature, ramaglie, foglie purché non raccolte
mediante spazzamento, derivante dalla manutenzione ordinaria e straordinaria di aree verdi,
giardini, argini, ecc., pubbliche, ad uso pubblico o private a cui si aggiungono gli scarti derivanti
dall’attività floricola.
Si tratta, perciò, di materiali in parte già avviati per flussi omogenei (operazione di manutenzione
del verde effettuata da operatori professionali o da personale dei Comuni, mercato dei fiori, ecc.),
per i quali è possibile operare, in modo relativamente semplice, la trasformazione in fertilizzante
(ammendante e componente di substrati), mediante il trattamento di compostaggio, e quindi il loro
sostanziale recupero. Il compostaggio dei materiali derivanti dalla manutenzione del verde, infatti,
proprio per le specifiche caratteristiche fisiche e chimiche dei materiali di partenza, comporta una
grande semplificazione dei problemi rispetto al trattamento di altre matrici organiche, quali fanghi,
altre frazioni dei rifiuti urbani, deiezioni zootecniche, ecc.., sia dal punto di vista dell’impatto
ambientale, sia da quello della destinazione del compost prodotto, sia da quelli organizzativi e
tecnologici della gestione del processo di trasformazione.
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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 69
Dal punto di vista operativo, la frazione derivante dagli interventi di manutenzione di tipo
professionale (tutta la frazione pubblica, quella derivante dal mercato dei fiori e parte di quella
privata) dovrà essere inviata obbligatoriamente ai Centri di Conferimento presenti in ciascun
Comprensorio.
Il flusso di verde proveniente dalla manutenzione “fai da te” del verde privato (essenzialmente
utenza domestica) assume in parecchie realtà dimensioni non sottovalutabili. In questo caso le
Amministrazioni comunali, a fronte di un’articolata proposta di soluzioni alternative, dovranno
imporre il divieto di smaltimento dei rifiuti verdi nei cassonetti per la raccolta del rifiuto
indifferenziato (variazione dei Regolamenti comunali per la gestione dei rifiuti).
Le soluzioni alternative che possono essere offerte ai cittadini sono le seguenti:
� conferimento dei rifiuti verdi nel circuito della raccolta differenziata (aree ecologiche comunali
o intercomunali e Centri di Conferimento del Comprensorio);
� compostaggio domestico mediante composter.
E’ evidente che le azioni dovranno essere sempre accompagnate da una corretta campagna di
informazione degli utenti.
4.5 La raccolta differenziata dei beni durevoli
Ai sensi dell’art. 44 del D. Lgs. 22/1997, “i beni durevoli per uso domestico che hanno esaurito la
loro durata operativa devono essere consegnati ad un rivenditore contestualmente all’acquisto di un
bene durevole di tipologia equivalente, ovvero devono essere conferiti alle imprese pubbliche o
private che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani (o agli appositi centri di
raccolta individuati dal Governo con appositi Accordi di programma) a cura del detentore”.
In fase di prima applicazione, i beni durevoli sono:
− frigoriferi, surgelatori, congelatori, condizionatori d’aria;
− televisori;
− computer, accessori per l’informatica, fotocopiatrici;
− lavatrici e lavastoviglie;
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− impianti stereo e casse di amplificazione.
La relativa raccolta differenziata dovrà essere realizzata con tre modalità integrate:
� conferimento da parte degli utenti dei beni durevoli alle aree ecologiche comunali o
intercomunali e ai Centri di Conferimento;
� raccolta per appuntamento (trimestrale);
� raccolta su chiamata per beni di elevate dimensioni: frigoriferi, lavastoviglie, ecc.
I materiali così raccolti saranno inviati ai Centri di Conferimento del relativo Comprensorio per il
trasbordo su automezzi più capienti e il successivo invio all’impianto provinciale di stoccaggio,
separazione e nobilitazione.
4.6 La raccolta differenziata dei rifiuti ingombranti
I rifiuti ingombranti costituiscono una quota significativa dei rifiuti urbani (circa il 6% in peso) per
la quale è indispensabile attivare la relativa raccolta differenziata al fine di:
� limitare i rischi di dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti (CFC, oli, metalli pesanti,
ecc.)
� evitare l’abbandono sul territorio e l’insorgere di discariche abusive;
� recuperare i quantitativi presenti di materiali riciclabili (ferro, legno, plastica, vetro, ecc.);
� ottimizzare i servizi di raccolta ordinaria dei rifiuti urbani.
La relativa raccolta differenziata dovrà essere realizzata con tre modalità integrate:
� conferimento da parte degli utenti dei rifiuti ingombranti alle aree ecologiche comunali o
intercomunali e ai Centri di Conferimento;
� raccolta per appuntamento (trimestrale);
� raccolta su chiamata per rifiuti di elevate dimensioni: frigoriferi, lavastoviglie, mobili, ecc.
I materiali così raccolti saranno inviati ai Centri di Conferimento del relativo Comprensorio per il
trasbordo su automezzi più capienti e il successivo invio all’impianto provinciale di stoccaggio,
separazione e nobilitazione.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 71
4.7 Rifiuti tessili, cuoio e pelli
Per la raccolta dei rifiuti tessili, cuoio e pelli, oltre all’attività promosse e gestite dalle
organizzazioni caritatevoli e umanitarie, si prevede il conferimento anche presso le aree ecologiche
e i Centri di Conferimento e poi al centro di stoccaggio, separazione e nobilitazione provinciale. Per
il recupero e la valorizzazione degli scarti tessili, sia attraverso la selezione e valorizzazione degli
indumenti usati riutilizzabili come tali, sia attraverso la selezione delle fibre per il loro riciclo,
saranno attivate successive azioni dirette alla realizzazione di accordi col sistema delle industrie
tessili.
4.8 La raccolta differenziata dei rifiuti urbani pericolosi (pile esaurite, farmaci scaduti,
contenitori T e/o F)
La raccolta di rifiuti urbani pericolosi (RUP)2 deve essere potenziata ed estesa al fine di conseguire i
più elevati livelli di recupero. Tale raccolta ha il fine di minimizzare i pericoli di contaminazione
dei flussi di rifiuti da trattare presso gli impianti di smaltimento.
Il sistema di raccolta prevede l’impiego di un sistema integrato di contenitori stradali e contenitori
presso il luoghi di acquisto (per le pile: rivendite e supermercati, per i farmaci: le farmacie). Si deve
prevedere, inoltre, la possibilità per gli utenti di conferire il materiale alle aree ecologiche comunali
e intercomunali ovvero ai Centri di Conferimento. I materiali raccolti verranno poi inviati al centro
di stoccaggio separazione nobilitazione provinciale.
Per le pile esaurite andrà promossa anche la raccolta nelle scuole; lo stoccaggio avverrebbe in
semplici vaschette di plastica.
La raccolta differenziata dei contenitori T e/o F potrà avvenire unicamente mediante la consegna
alle aree ecologiche, ovvero agli automezzi adibiti alla raccolta differenziata per i Comuni minori,
mentre è sconsigliato l’impiego di contenitori stradali per questo genere di raccolte.
2 Con l’entrata in vigore del D. Lgs. 22/1997, cade la definizione di rifiuti urbani pericolosi operata dal DPR 915/1982;
in questa sede si impiega tale nomenclatura per definire l’insieme di materiali costituiti da pile esaurite, farmaci scaduti
e contenitori T e/o F.
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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 72
Si raccomanda la pianificazione di una campagna di sensibilizzazione e informazione del cittadino
mirata a renderlo cosciente dei danni che un conferimento non appropriato dei rifiuti pericolosi
produce all’intero ecosistema.
Anche al fine di rendere più efficiente e meno problematico il processo di trattamento del rifiuto
indifferenziato, è necessario che i rifiuti urbani pericolosi siano conferiti separatamente. Nella
Tabella 4-4 sono indicati i più comuni rifiuti urbani pericolosi.
Pitture, vernici e solventi
Prodotti fotochimica
Svernicianti e diluenti Prodotti per il trattamento e la
conservazione del legno
Pesticidi e antiparassitari Erbicidi, fungicidi e pesticidi Olio del motore di automobili
Liquido antigelo Cere e lubrificanti per auto Batterie per auto
Detersivi e candeggianti Deodoranti e rinfrescanti
dell’atmosfera
Addolcenti e indurenti di acqua
Prodotti chimici per piscine Tubi fluorescenti Rilevatori di fumo
Tabella 4-4 Principali rifiuti urbani pericolosi
4.9 La raccolta differenziata nei Comuni minori della Provincia di Imperia
Per i Comuni “minori” della Provincia di Imperia, indicati nelle Tabelle 4-5, 4-6 e 4-7, è prevista
l’organizzazione di una raccolta differenziata effettuata su appuntamento.
Poiché la Comunità Montana Intemelia ha ricevuto in passato un contributo pubblico per la
realizzazione di un’area attrezzata per la raccolta differenziata, attualmente operativo, i Comuni ad
essa appartenenti confluiranno a detta area in alternativa alla raccolta differenziata su
appuntamento.
Per i Comuni indicati in Tabella 4-8, a causa della sostanziale vicinanza con centri dotati di area
ecologica, si prevede una raccolta differenziata presso tali aree.
Comune Produzione annua di rifiuti [t]
Produzione mensile massima [t]
AIROLE 162 19 OLIVETTA SAN MICHELE 133 19 Totale 295 38
Tabella 4-5: Elenco Comuni minori appartenenti al Comprensorio Ventimigliese (A)
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
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Comune Produzione annua di rifiuti [t]
Produzione mensile massima [t]
CERIANA 492 59 BADALUCCO 440 52 TRIORA 406 48 MOLINI DI TRIORA 359 43 MONTALTO LIGURE 174 21 CARPASIO 145 17 Totale 2231 271
Tabella 4-6: Elenco Comuni minori appartenenti al Comprensorio Sanremese (B)
Comune Produzione annua di
rifiuti [t] Produzione mensile
massima [t] PONTEDASSIO � 751 72 DOLCEDO � 512 54 CASTELLARO 298 34 BORGOMARO 293 31 POMPEIANA 268 31 VILLA FARALDI 222 25 PORNASSIO 218 31 PRELA' 193 26 RANZO 188 26 BORGHETTO D'ARROSCIA 186 26 CHIUSAVECCHIA 157 19 REZZO 144 20 AURIGO 125 17 COSIO DI ARROSCIA 108 15 TERZORIO 108 15 CARAVONICA 107 14 VESSALICO 105 15 MENDATICA 91 13 CESIO 88 10 AQUILA DI ARROSCIA 75 11 LUCINASCO 64 7 MONTEGROSSO PIAN LATTE 49 7 ARMO 43 6 Totale 5411 644
Tabella 4-7: Elenco Comuni minori appartenenti al Comprensorio Imperiese (C). ����Per i Comuni di Pontedassio e di Dolcedo, occorrerà valutare la possibilità di realizzare delle miniaree ecologiche a servizio comunale.
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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 74
Comuni Area ecologica a cui conferiscono
Pigna, Dolceacqua, Perinaldo, Apricale, Isolabona, Castel
Vittorio, Seborga, Rocchetta Nervina
Camporosso
Soldano, San Biagio della Cima Vallecrosia
Cervo S. Bartolomeo al mare
Vallebona Bordighera
Costarainera, Pietrabruna, Cipressa, Civezza S. Lorenzo al mare
Diano Castello, Diano S. Pietro, Diano Arentino Diano Marina
Riva Ligure Santo Stefano al mare
Tabella 4-8: Comuni minori serviti da aree ecologiche
Tale raccolta sarà organizzata prevedendo l’impiego di automezzi appositamente attrezzati che, con
frequenza settimanale (in alcuni casi addirittura bisettimanale) si posizioneranno per un’intera
giornata in aree ben definite del capoluogo comunale (piazza, via principale) e consentiranno ai
residenti il conferimento separato delle frazioni: carta e cartone, vetro, plastica, latte di alluminio,
pile e farmaci scaduti, tessili, ecc..
L’area di stazionamento dovrà essere individuata da ogni singolo Comune e dovrà risultare in zona
centrale e bene accessibile ai pedoni.
L’operatore addetto (che svolge anche la funzione di autista del mezzo) avrà il compito di ricevere
il materiale, pesarlo e rilasciare al conferitore apposita ricevuta (ovvero registrazione su badge) utile
al fine delle agevolazioni tariffarie.
L’addetto, inoltre, ha anche il compito di svuotare le eventuali campane della raccolta differenziata
(al massimo una per frazione di rifiuto) che sono state installate sul territorio comunale allo scopo di
agevolare le persone impossibilitate al conferimento su appuntamento.
Si ritiene di privilegiare la presente metodologia di raccolta differenziata per i centri dell’entroterra
imperiese in alternativa alla realizzazione di specifiche aree ecologiche intercomunali per i seguenti
principali motivi:
� la popolazione residente nei Comuni considerati è prevalentemente anziana cosicché l’ipotesi di
un conferimento ad un’area ecologica intercomunale distante, in alcuni casi, una decina di
chilometri dall’abitato risulta essere alquanto irrazionale;
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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 75
� le aree ecologiche intercomunali presentano costi di realizzazione e gestione superiori a quelli
previsti per la gestione mediante automezzi.
L’utilizzo di stazioni ecologiche automatiche e semi-automatiche mobili o fisse non viene ritenuta
idonea soluzione in quanto poco affidabili, prive di un presidio che possa scongiurare manomissioni
e atti vandalici, poco utilizzate da parte della popolazione anziana.
Ovviamente, nel caso in cui in certe realtà locali se ne valuti la relativa convenienza, è possibile
procedere alla realizzazione di apposite aree ecologiche intercomunali, eventualmente supportate da
isole ecologiche, in alternativa al sistema proposto. Come ad esempio la Comunità Montana
Intemelia che a seguito dell’ottenimento di contributi pubblici, ha realizzato un’area ecologica in
comune di Camporosso a supporto dei Comuni ad essa appartenente, ovvero la società Ecoimperia
S.p.A. che per i Comuni delle Comunità Montane dell’Olivo e della Valle Arroscia ha richiesto
finanziamenti DOCUP 2000 per la realizzazione di un’area ecologica e isole ecologiche di
supporto.
Dal punto di vista organizzativo, in una prima fase di sperimentazione, al fine di non incidere
notevolmente sui costi, è ipotizzabile l’impiego di due automezzi a servizio dei Comprensori
Ventimigliese (A) e Sanremese (B) e due per il Comprensorio Imperiese (C).
Nei Comuni caratterizzati da una produzione di rifiuti alquanto ridotta, è possibile pianificare una
raccolta su appuntamento con frequenza bisettimanale, ovvero limitata ad una mezza giornata.
Sulla base dei risultati conseguiti nella prima fase sperimentale, sarà possibile ipotizzare l’impiego
di ulteriori automezzi, ovvero il dilazionamento o l’incremento della frequenza di raccolta.
Un ulteriore vantaggio fornito da questa metodologia di raccolta, infatti, è rappresentato dalla
possibilità di procedere “in itinere” alla modifica e taratura dell’intero sistema di raccolta
differenziata senza che tutto ciò richieda enormi stravolgimenti.
Per quanto concerne la raccolta differenziata dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli presso i
comuni dell’entroterra imperiese, si prevede di realizzare una raccolta su chiamata. L’utente che
necessiti di smaltire tale tipologia di rifiuto dovrà telefonare al Centro di Conferimento del
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 76
Comprensorio di appartenenza per definire il giorno in cui l’automezzo preposto passerà a ritirare il
rifiuto.
Anche in questo caso, non si è optato per la realizzazione di apposite aree comunali per il
conferimento di rifiuti ingombranti e dei beni durevoli al fine di evitare che queste, come molte
volte accade, si trasformino in “pseudo” discariche abusive.
Ovviamente, affinché questa tipologia di raccolta differenziata abbia successo, è necessario che, a
seconda delle varie competenze, tutti gli Enti (Comune, Provincia, Corpo Forestale dello Stato) si
attivino al fine di divulgare ai cittadini tale opportunità.
In fase di attivazione della presente pianificazione si potrà valutare la possibilità di collocare, in
ciascun Comune, per una intera giornata, a frequenze definite, un contenitore scarrabile per il
conferimento dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli.
Per quanto concerne la frazione verde derivante da operazioni di sfalcio privato, si dovrà
incentivare l’autocompostaggio. La frazione derivante dallo sfalcio del verde pubblico dovrà essere
trasportata al Centro di Conferimento del Comprensorio di appartenenza.
4.10 Altre prescrizioni
Sulla base di esperienze maturate in altre realtà nazionali, ad integrazione e complemento di quanto
già indicato, nelle pagine seguenti il Piano Provinciale propone alcune modalità aggiuntive al fine
di promuovere e incentivare la raccolta differenziata che potrebbero essere sviluppate coinvolgendo
Enti Locali, operatori economici, ecc.
4.10.1 Impiego di prodotti riciclati all’interno degli uffici pubblici
Presso uffici pubblici dell’Amministrazione della Provincia di Imperia, dei Comuni della provincia,
degli enti, aziende ed istituti, facenti capo agli Enti Locali Pubblici, potrebbe essere proposto
l’utilizzo di carta e cartone per imballaggi provenienti totalmente o prevalentemente dal riciclo in
misura pari a circa il 50% del fabbisogno annuo complessivo. Analogamente, in quota parte rispetto
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 77
al fabbisogno complessivo, potrebbe essere incentivato l’utilizzo di cartucce e nastri per stampanti
di tipo rigenerato, come per tutti gli accessori esauribili per l’informatica.
Le Amministrazioni e gli Enti locali interessati dovranno provvedere a modificare i capitolati di
appalto per le forniture dei beni di consumo.
4.10.2 Sviluppo della Raccolta Differenziata presso gli Enti Pubblici
Nelle mense e nei punti di ristoro delle Amministrazioni e degli Enti pubblici si potrebbe limitare
l’utilizzo di contenitori e stoviglie a usa e getta. Inoltre si potrebbe incentivare la Raccolta
Differenziata degli imballaggi primari in carta, plastica, vetro ed alluminio, e della frazione
organica.
Negli uffici pubblici potrà essere organizzata la Raccolta Differenziata della carta e del cartone,
degli imballaggi primari in vetro, plastica ed alluminio, dei prodotti esauribili dell’informatica.
4.10.3 Valorizzazione del compost
Mediante una campagna informativa mirata, potrebbe essere promosso e incentivato l’utilizzo di
compost di qualità prodotto negli impianti provinciali previsti dalla pianificazione presso:
� aree verdi, parchi e giardini di competenza dell’Amministrazione Provinciale e dei
comuni;
� aree inquinate, siti degradati, aree demaniali in cui sono previste opere di bonifica e
di recupero ambientale soggetti ad autorizzazioni da parte degli Enti pubblici.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 78
5 Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani
5.1 Premessa
Un sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani necessita della definizione delle modalità di
gestione delle varie frazioni componenti il rifiuto e della pianificazione e progettazione dei relativi
impianti di supporto.
Mentre per quel che concerne il primo punto si demanda ai capitoli precedenti, per la pianificazione
e progettazione degli impianti di supporto vengono di seguito riportate le linee generali relative
all’impiantistica di cui il presente piano di gestione integrata dei rifiuti necessita.
La pianificazione provinciale prevede la realizzazione di aree ecologiche comunali e intercomunali
e in subordine isole ecologiche atte al conferimento da parte degli utenti delle diverse frazioni di
rifiuto. Il materiale proveniente dalle varie raccolte differenziate verrà inviato ai Centri di
Conferimento dei relativi tre Comprensori (n° 1 Centro di Conferimento per ogni Comprensorio)
per una prima selezione e per la razionalizzazione dei trasporti: da qui, il materiale selezionato verrà
inviato all’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (unico per l’intero ambito ottimale).
Sono quindi previsti, in linea con quanto indicato dal Piano Regionale, due impianti di separazione
secco-umido con stabilizzazione e compostaggio della FORSU, con invio della frazione secca in un
impianto di termovalorizzazione. In questo scenario, sono destinati a discarica gli scarti di selezione
provenienti dai trattamenti della raccolta differenziata e del rifiuto residuo, le scorie e le ceneri del
termovalorizzatore, oltre ad una parte di frazione organica stabilizzata proveniente dagli impianti di
stabilizzazione; per la restante parte si ipotizza l’utilizzo in recuperi ambientali e bonifiche.
Lo scenario descritto, valido nell’ipotesi di realizzazione del termovalorizzatore in Provincia di
Imperia, potrebbe mutare nel caso di attivazione delle previsioni del “Protocollo di intesa per il
trattamento dei rifiuti solidi urbani e speciali assimilati” tra la Provincia di Imperia e la
Communautè d’Agglomeration de la Riviera Française (C.A.R.F.) di Mentone (Francia) che
prevede un “parternariato transfrontaliero” tra la Provincia di Imperia e l’Ambito est delle Alpi
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 79
Marittime (Francia) (vedasi capitolo 15) tra cui la realizzazione del termovalorizzatore su territorio
francese. Altra ipotesi alternativa è l’accordo con la Provincia di Savona per la realizzazione del
termovalorizzatore sul territorio savonese. Le ipotesi sopra citate potrebbero anche diventare
complementari, in quanto la frazione secca dei rifiuti urbani prodotti sul territorio provinciale
potrebbe essere inviata parte in Francia (ad esempio Comprensori (A) e (B)) e parte in Provincia di
Savona (ad esempio, Comprensorio (C)).
Nel caso di accordo con la Francia, sul territorio provinciale troverebbero solamente più
collocazione le discariche per l’interramento confinato dei prodotti di scarto degli impianti di
lavorazione dei rifiuti residui e differenziati, della frazione organica stabilizzata non impiegata per
recuperi ambientali e bonifiche, e delle scorie e ceneri di ritorno dal termovalorizzatore ubicato in
territorio francese. Nel caso di accordo con la Provincia di Savona invece, sul territorio provinciale
imperiese troverebbero collocazione solamente le discariche per l’interramento confinato dei
prodotti di scarto degli impianti di lavorazione dei rifiuti residui e differenziati e della frazione
organica stabilizzata non impiegata per recuperi ambientali e bonifiche.
Gli scenari citati sono previsti nell’ottica del contenuto del paragrafo 4.5 (“Gli scenari sul territorio
ligure”) del Piano Regionale di gestione dei rifiuti nel quale si ipotizza la possibilità di prevedere
integrazioni tra diverse Province limitrofe per ottimizzare il dimensionamento e diversificare la
localizzazione degli impianti. Sia sotto il profilo ambientale che sotto il profilo energetico (e quindi
dei costi) il Piano Regionale di gestione dei rifiuti auspica infatti sinergie tra ambiti territoriali
limitrofi, con la concentrazione del fabbisogno di smaltimento su pochi impianti di
termodistruzione ad alta resa energetica. L’ipotesi di trovare accordi sovraprovinciali è anche
motivata dalla obiettiva maggiore difficoltà di reperire sul territorio della provincia di Imperia siti
idonei alla realizzazione di un termovalorizzatore (morfologia, viabilità di servizio, vocazione
turistica, scarsa industrializzazione, ecc.) rispetto ad altri territori limitrofi. La verifica sulla
fattibilità di tale soluzione dovrà comunque essere condotta in tempi ragionevoli, fissando una
scadenza oltre la quale si dovrà optare per la soluzione di un unico impianto di termovalorizzazione
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 80
realizzato sul territorio della Provincia di Imperia (indicativamente dicembre 2003). Per la
localizzazione di tale impianto in Provincia di Imperia si rimanda al paragrafo 5.5 dove vengono
indicati i siti potenzialmente ritenuti idonei dalla pianificazione.
Nella Figura 5-1 è stato schematicamente illustrato il flusso integrato dei rifiuti tra le diverse
componenti del sistema impiantistico pianificato secondo le ipotesi sopra riportate.
Nei successivi paragrafi vengono quindi fornite le indicazioni utili per la definizione dell’intero
sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani della Provincia di Imperia.
Si precisa che la tipologia indicata per ciascun impianto e l’organizzazione ipotizzata sono
schematiche e di solo riferimento, lasciando allo sviluppo della progettazione futura di ogni
impianto il compito di trovare le soluzioni di dettaglio più adatte.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 81
Aree ecologiche
Raccolta dimultimateriale e
cartaRaccolta diff.
Comuni minori
Raccolta diff.frazione organicaComuni maggiori
Rifiutoindifferenziato
Centri di conferimento (n. 3)
razionalizzazione dei trasportiprima lavorazione
Tutte le f razioni “secche” raccolte in modo differenziato
Frazione organicaFrazione verde Rifiuto indifferenziato (*)
Scarti
(*) Si prevede la possibilità di fare confluire i rifiuti raccolti in modo indifferenziato ai centri di conferimento realizzando stazioni di trasferimento al fine di ottimizzare i volumi trasportati e quindi i costi.(**) La frazione organica stabilizzata può trovare impiego in interventi di recupero ambientale ovvero bonifiche; per questo motivo si ipotizza di conferire in discarica solamente il 50% della FOS prodotta.
Impianti di separazione secco/umido con lineadi trattamento frazione organica provenientedalla R.D. (ovvero umido e verde a impianto
di compostaggio dedicato) - (n. 2)
Frazione organica stabilizzata(**):
Scorie e ceneri:discarica
(50%)
Scarti:discaricaDiscarica
Figura 5-1: Schematizzazione dei flussi tra le diverse componenti del sistema impiantistico provinciale
5.2 Aree ecologiche (n° 15)
Le aree ecologiche sono punti polivalenti di raccolta in cui, in presenza di personale addetto, sia
privati cittadini, sia operatori del commercio e dell’artigianato, possono conferire rifiuti destinati al
recupero o ad uno smaltimento controllato.
Queste strutture dovranno disporre di:
� area per conferimento dei materiali riciclabili (carta e cartone, vetro, plastica, metalli, ecc.);
� area per il conferimento di pile e farmaci e di eventuali rifiuti pericolosi;
� area per il conferimento dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 82
� spazi di movimentazione dei materiali;
� servizi a disposizione degli operatori.
Presso tali aree ecologiche, gli utenti potranno conferire quindi i seguenti materiali:
� carta e cartone;
� vetro;
� plastica;
� frazione verde derivante da operazioni di sfalcio pubblico o privato e manutenzioni;
� legno;
� tessili, cuoio e pelli;
� rifiuti ingombranti e beni durevoli;
� rifiuti urbani pericolosi (pile, batterie e farmaci scaduti);
� inerti da utenze private, ecc.
La presenza di un sistema di pesatura delle frazioni conferite potrà garantire l’attivazione di
opportuni strumenti di incentivazione degli utenti, quali agevolazioni tariffarie e/o concorsi a premi.
Le aree ecologiche saranno aperte ad orari prefissati. La durata complessiva dell'apertura
(comunque non inferiore a 12 ore settimanali) dipenderà fortemente dalla localizzazione e quindi
dalla possibilità di interagire in modo sinergico con altri servizi. Al fine di non appesantire i costi di
gestione, il personale dedicato al presidio delle stazioni potrebbe essere rappresentato da obiettori di
coscienza, lavoratori di cantieri socialmente utili, pensionati ecc. Potrebbe anche essere affidata
totalmente la gestione a strutture di volontariato. Condizione essenziale sarà una preventiva
preparazione delle persone coinvolte (formazione) ed una buona motivazione soggettiva verso i
compiti assegnati.
Dovranno essere previste aree ecologiche a servizio almeno dei Comuni aventi una produzione
annua di rifiuti urbani che si avvicina o supera le 1.000 ton. Ad esse si aggiunge, al fine di una
migliore ottimizzazione dei trasporti, l’area ecologica di Pieve di Teco che funge da catalizzatore
del materiale proveniente dalla raccolta differenziata su appuntamento effettuata mediante
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 83
automezzo. In base ai criteri sopra enunciati ed ai progetti territoriali già avviati dai singoli Comuni
e dalle Comunità Montane, i Comuni che in linea di massima dovranno dotarsi di aree ecologiche
saranno:
• Comprensorio Ventimigliese (A) (n° 4 aree ecologiche):
- Area ecologica di Ventimiglia
Bacino di utenza: Comune di Ventimiglia.
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 13.800 ton.
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 1.370 ton.
- Area ecologica di Camporosso
Bacino di utenza: Comune di Camporosso e Dolceacqua1, con tutti i Comuni appartenenti alla
C.M. Intemelia.
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 6.000 ton.
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 580 ton.
- Area ecologica di Bordighera
Bacino di utenza: Comune di Bordighera e Vallebona.
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 9.700 ton.
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 1.100 ton.
- Area ecologica di Vallecrosia
Bacino di utenza: Comune di Vallecrosia, Soldano, San Biagio della Cima.
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 4.300 ton.
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 440 ton.
• Comprensorio Sanremese (B) (n° 3 aree ecologiche):
- Area ecologica di Sanremo
1 Il Comune di Dolceacqua presenta una produzione annua di rifiuti (ca 750 ton) tale da non permettere la realizzazione
di un’area ecologica individuale ovvero la raccolta su appuntamento mediante automezzo si ipotizza, pertanto, di servire
detto Comune mediante la condivisione dell’area ecologica di Camporosso.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 84
Bacino di utenza: Comune di Sanremo.
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 37.700 ton.
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 3.565 ton.
- Area ecologica di Taggia
Bacino di utenza: Comune di Taggia, con tutti i Comuni appartenenti alla C.M. Argentina e
Armea
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 11.400 ton
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 1.150 ton
- Area ecologica di Ospedaletti
Bacino di utenza: Comune di Ospedaletti
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 2.450 ton.
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 295 ton
• Comprensorio Imperiese (C) (n° 8 aree ecologiche):
- Area ecologica di Santo Stefano a Mare
Bacino di utenza: Comuni di Santo Stefano al Mare e Riva Ligure.
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 3.750 t
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 470 t
- Area ecologica di San Lorenzo a Mare
Bacino di utenza: Comune di San Lorenzo a Mare, Costarainera, Pietrabruna, Cipressa,
Civezza.
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 2.450 ton.
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 320 ton
- Area ecologica di Imperia in abbinamento all’area ecologica di Chiusanico:
Bacino di utenza: Comune di Imperia, con tutti i Comuni appartenenti alla C.M. dell’Olivo e
dell’Alta Valle Arroscia
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 28.200 ton
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 85
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 2.900 ton
- Area ecologica di Diano Marina
Bacino di utenza: Comuni di Diano Marina, Diano Castello, Diano Arentino e Diano San
Pietro
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 8.100 ton
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 1.120 ton
- Area ecologica di San Bartolomeo a Mare
Bacino di utenza: Comuni di San Bartolomeo a Mare e Cervo
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 5.050 ton.
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 790 ton.
- Area ecologica di Pieve di Teco
Bacino di utenza: Comune di Pieve di Teco a cui si aggiunge il materiale raccolto su
appuntamento nei Comuni di Aquila di Arroscia, Armo, Borghetto d'Arroscia, Cosio di
Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pornassio, Ranzo, Rezzo, Vessalico. Tale area
ecologica, dunque, funge anche da stazione di trasferimento per l’ottimizzazione dei trasporti
del materiale al centro di conferimento Comprensoriale.
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 1.700 ton
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 240 ton
- Area ecologica di Vasia
Bacino di utenza: Comune di Vasia
Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 169 ton.
Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 21 ton.
Tenuto conto delle quantità di rifiuti urbani prodotti, le aree ecologiche di Ventimiglia, Bordighera,
Sanremo, Taggia, Imperia e Diano Marina potranno essere suddivise in due o più aree al fine di una
migliore gestione e distribuzione capillare sul territorio.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 86
Presso le aree ecologiche, sarà inoltre possibile prenotare telefonicamente il servizio di raccolta a
domicilio dei rifiuti ingombranti di volumetria elevata.
Nei centri storici dei Comuni della Provincia di Imperia, in alternativa alla collocazione delle
campane ed alla raccolta domiciliare della carta, è possibile localizzare delle specifiche mini-aree o
isole ecologiche (gazebo custodito, avente dimensioni pari a circa 20 m2) in grado di raccogliere il
materiale differenziato. Ovviamente, tali aree dovranno essere caratterizzate da un buon impatto
visivo e paesistico.
5.3 Centri di Conferimento (n° 3)
In accordo con la normativa regionale, si prevede la realizzazione di tre Centri di Conferimento,
uno per ciascun Comprensorio della provincia di Imperia. I possibili siti di localizzazione
individuati sono i seguenti:
• Comprensorio Ventimigliese (A)
- Comune di Camporosso: area adiacente al Torrente Nervia, nella quale è già stato realizzato
ed è attualmente operativo il “centro raccolta differenziata rifiuti urbani del Comprensorio
Intemelio”;
- Comune di Ventimiglia: area in località “Ciapagni”, in adiacenza alla Strada Statale n° 20
della Val Roia e del Colle di Tenda;
• Comprensorio Sanremese (B)
- Comune di Sanremo: area in località “Ciuvin”, in valle Armea, dove il Centro di
Conferimento potrebbe essere abbinato all’impianto di stoccaggio, separazione e
nobilitazione al fine di minimizzare i costi di gestione e per sfruttare possibili sinergie. Si
rimanda quindi al contenuto del paragrafo 5.4;
- Comune di Sanremo: area in località “Trasca”, in valle Armea; anche in questo caso il
Centro di Conferimento potrebbe essere abbinato all’impianto di stoccaggio, separazione e
nobilitazione per le stesse motivazioni;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 87
- Comune di Sanremo: area in località “San Pietro”, in valle Armea, già oggetto di studio per
la localizzazione di un centro per il trasferimento dei rifiuti e valorizzazione dei rifiuti
riciclabili;
- Comune di Taggia: località “Colli”, area che ha ospitato in passato una discarica di inerti;
- Comune di Sanremo: area “Cava Bianchi”, sito attualmente in fase di recupero ambientale.
• Comprensorio Imperiese (C)
- Comune di Chiusanico: località “Brughi”, dove la società EcoImperia S.p.A., con
comunicazione Prot. GG/as n. 407 datata 30 luglio 2001 indirizzata all’Amministrazione
Provinciale di Imperia, ha richiesto il suo inserimento nei potenziali siti di localizzazione del
Centro di raccolta e trattamento della raccolta differenziata; la stessa società, per lo stesso
sito, nell’estate 2002 ha inoltrato richiesta alla Regione Liguria per l’ottenimento di
finanziamenti legati al DOCUP Obiettivo 2 Liguria 2000-2006;
- Comune di Imperia: area dell’ex mattatoio cittadino, sull’argine destro del Torrente Impero,
oggi sede del centro di lavorazione dei rifiuti riciclabili della società Eco Imperia S.p.A.. La
scelta dell’area è anche già citata comunicazione Prot. GG/as n. 407 datata 30 luglio 2001
della Eco Imperia S.p.A indirizzata all’Amministrazione Provinciale di Imperia, nella quale
oltre alla località “Brughi” di Chiusanico, ha richiesto l’inserimento dell’area nei potenziali
siti di localizzazione del centro di raccolta e trattamento della raccolta differenziata.
- Comune di Imperia: area in località “Caramagna”, su un pianoro di fondovalle a nord
dell’abitato;
- Comune di Cipressa: area in località “Pian del Bue”, attualmente ospitante una cava di
materiale inerte;
- Comune di Imperia: località “Ponticelli”, sulla piana posta a valle della discarica RSU
attualmente in fase di coltivazione.
Tali strutture svolgono più funzioni tra loro integrate:
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 88
� Centro di Conferimento dei materiali raccolti in modo differenziato all’interno del
Comprensorio di pertinenza (carta e cartone, plastica, vetro, ingombranti e beni durevoli,
frazione verde, rifiuti urbani pericolosi, legno, metalli, tessili, cuoio e pelli, frazione organica,
ecc.)
� stazione di trasferimento dei rifiuti raccolti in modo differenziato al fine di razionalizzare i
trasporti verso l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione.
Il centro dovrà consentire pertanto lo stoccaggio del materiale raccolto in modo differenziato
all’interno del Comprensorio. Il materiale dovrà essere trasbordato su mezzi aventi volumetria
maggiore e inviato all’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione. La frazione verde
conferita presso il Centro di Conferimento dovrà essere ridotta di pezzatura mediante biotrituratore
mobile, caricata su mezzi aventi volumetria elevata e trasferita all’impianto di compostaggio
dedicato. Per potere gestire al meglio la fase di compostaggio della frazione verde, è necessario che
i singoli materiali (ramaglie, foglie, erba, ecc.) non vengano tra loro miscelati.
Il Centro di Conferimento deve prevedere la seguente impiantistica:
� sistema di pesatura;
� zone di carico e scarico;
� pala gommata, ragno, cassoni per la movimentazione dei materiali;
� spazi di movimentazione e viabilità interna;
� area per conferimento dei materiali riciclabili;
� area per il conferimento di pile e farmaci e di eventuali rifiuti pericolosi;
� area per il conferimento dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli;
� biotrituratore per lo sminuzzamento della frazione verde di diversa pezzatura2;
� locali o aree di servizio e di controllo per gli operatori;
2 Si consiglia l’impiego per l’intero ambito di uno o due biotrituratori mobili che serviranno tutti i Centri di
Conferimento ed eventualmente alcune aree ecologiche che necessitino di ridurre la volumetria della frazione verde da
conferire al Centro di Conferimento.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 89
� impianto idrico e sistema antincendio;
� rete di raccolta delle acque meteoriche e degli eventuali percolati;
� impianto elettrico e di illuminazione;
� recinzione, barriera alberata e sistemazioni esterne.
Il Centro di Conferimento potrebbe essere anche impiegato come stazione di trasferimento del
rifiuto indifferenziato al fine di razionalizzare i trasporti verso i previsti impianti di separazione
secco-umido e stabilizzazione della FORSU. La tecnologia più semplice, potrebbe essere costituita
da una tramoggia dalla quale si alimenta un caricatore in grado di immettere i rifiuti, in pressione, in
container di grande capacità (40-50 m3) facilmente trasportabili, ovvero l’utilizzo di semirimorchi
compattanti (walking floor) con capacità di 70 m3. Sebbene, conseguentemente dell’avvio della
raccolta differenziata della frazione organica, il rifiuto tal quale non contenga più rilevanti porzioni
di frazione putrescibile, si evidenzia la necessità di effettuare le operazioni di trasferimento
rispettando le più rigorose cautele in campo igienico.
Particolare cura dovrà essere dedicata agli aspetti di corretto inserimento dei Centri di Conferimento
nel tessuto urbano non solo per quanto riguarda l’accessibilità, ma anche per l’aspetto estetico; in
questa prospettiva la Regione Liguria ha bandito un concorso di idee per la progettazione
architettonica e funzionale di queste strutture. Tale concorso ha dato luogo ad un progetto vincitore
che può essere considerato il progetto tipo da seguire per la realizzazione dei centri.
5.4 Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n° 1)
All’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione confluiranno tutti i materiali raccolti nella
Provincia di Imperia in modo differenziato, ad eccezione dell’organico e della frazione verde.
Il centro dovrà prevedere:
− un impianto di separazione del multimateriale;
− un impianto per la cernita di carta e cartone;
− un impianto per la lavorazione degli imballaggi e beni durevoli;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 90
− un’area per lo stoccaggio dei materiali (carta, plastica, vetro, metalli, legno, tessili, cuoio e pelli,
RUP, ecc.) in attesa del ritiro da parte dei vari recuperatori.
Per ospitare l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione dei rifiuti si sono individuati siti
baricentrici rispetto all'ambito ottimale coincidente con il territorio provinciale e, pertanto, ubicati
nel Comprensorio Sanremese (B); la scelta definitiva sulla sua localizzazione viene demandata
all’Autorità d’Ambito al momento della sua costituzione (ATO):
- Comune di Sanremo: area in località “Ciuvin”, in valle Armea;
- Comune di Sanremo: area in località “Trasca”, in valle Armea;
- Comune di Taggia: località “Colli”, area che ha ospitato in passato una discarica di inerti;
- Comune di Sanremo: area “Cava Bianchi”, attualmente in fase di recupero ambientale.
I siti hanno anche caratteristiche e dimensioni tali da permettere di insediare l’impianto di
stoccaggio, separazione e nobilitazione ed il Centro di Conferimento del Comprensorio Sanremese
(B). Nelle Tavole del Volume III – Cartografia relativa al sistema integrato della raccolta
differenziata – nei siti “Ciuvin” e “Trasca” sono state rappresentate in maniera schematica le ipotesi
relative all’insediamento del solo impianto oggetto del presente paragrafo, ovvero dello stesso
assieme al Centro di Conferimento, ipotesi che permetterebbe di razionalizzare i servizi e quindi
ridurre i costi.
Si segnala che sull’area in località “Ciuvin” di Bussana di Sanremo, sede un tempo di una discarica
di inerti esaurita, nel luglio 2001 il “Consorzio Imperiese per la nobilitazione dei rifiuti” ha
proposto all’Amministrazione Provinciale di Imperia di costruire e gestire ai sensi degli artt. 27 e 28
del D. Lgs. 22/97 un impianto di recupero di materia prima secondaria da raccolta differenziata.
Si riportano di seguito alcune indicazioni relative all’organizzazione di massima di ogni sezione
dell’impianto.
5.4.1 Impianto di separazione del multimateriale
L’impianto dovrà consentire la separazione delle frazioni:
� vetro;
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 91
� plastica;
� metalli (alluminio, banda stagnata).
La potenzialità dell’impianto dovrà essere pari a circa 11.000 ton/anno3 e dovrà tenere conto dei
picchi stagionali. Il materiale di scarto non recuperabile derivante dal processo di selezione dovrà
essere inviato all’impianto di smaltimento finale.
5.4.2 Impianto di cernita della carta e cartone
L’impianto di selezione del multimateriale potrebbe essere realizzato in modo tale da ospitare anche
un centro di cernita della carta e cartone raccolti in modo differenziato sul territorio provinciale.
Tale cernita, effettuata sostanzialmente a mano, consentirà di eliminare eventuali impurità
(materiale non cartaceo, sacchetti, ecc.) presenti all’interno del materiale e permetterà la
separazione del cartone dal resto della carta.
Tale soluzione impiantistica è fortemente suggerita perché, con l’aumentare delle quantità di carta
che verrà raccolta sul territorio nazionale, solamente il materiale che godrà di determinati requisiti
di qualità potrà avere un mercato e permettere eventuali ricavi dalla sua vendita.
Con riferimento agli obiettivi di raccolta differenziata di tabella 3-10, l’impianto dovrà avere una
potenzialità di circa 17.000 ton/anno.
5.4.3 Impianto di lavorazione degli ingombranti e dei beni durevoli
L’impianto di selezione e recupero degli ingombranti sarà costituito da una piattaforma con
capannone per la selezione manuale e meccanica, la separazione dei materiali ferrosi e dei beni
oggetto di riciclaggio (compressori, radiatori, ventilatori, trasformatori, interruttori, …), la selezione
della frazione tessile, legnosa, cartacea e plastica, il compattamento e l’invio a recupero delle quote
recuperabili di rifiuto.
3 Tale valore deriva dall’ipotesi che nell'anno 2003, circa il 20 % di vetro, plastica e metalli recuperati nei Comuni ove è
attiva la raccolta multimateriale siano conferiti presso le rispettive aree ecologiche.
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 92
Tenendo conto di una ricuperabilità ipotizzata al 60%, con riferimento alla tabella 1-4, la
potenzialità dell’impianto dovrà essere pari a circa 5.000 ton/anno.
Un aspetto da non sottovalutare è rappresentato dai CFC (clorofluorocarburi) contenuti nei
frigoriferi e nei congelatori. E’ opportuno che vengano avviati contatti con le apposite strutture che
si occupano di estrarre i gas dagli apparecchi al fine di potere stipulare apposite convenzioni. In tal
modo sarebbe notevolmente agevolato il recupero di tali rifiuti.
5.5 Impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio della FORSU,
impianto di termovalorizzazione.
A seguito delle conclusioni a cui è giunta la Commissione preposta alla valutazione delle offerte
relative all’Appalto Concorso di cui all’Accordo di Programma della delibera della G.R.
19.11.1998, con esclusione dalla gara e dal relativo procedimento delle tre ditte concorrenti alla
costruzione e gestione dell’impianto di trattamento finale con produzione di C.D.R., il tema in
oggetto è stato riesaminato con riferimento anche ai contenuti del Piano Regione Liguria di gestione
dei rifiuti approvato con D.C. n. 17 in data 29/02/2000.
Per l’individuazione dei possibili scenari, il Piano Regionale di gestione rifiuti esamina alcune tra le
tecnologie disponibili, escludendo quelle per le quali non si dispone ad oggi di sufficienti elementi
di valutazione, ovvero quelle che sono ancora in fase di sperimentazione.
L’esame sul territorio regionale è stato compiuto avendo come riferimenti geografici della
situazione di gestione dei rifiuti gli ambiti coincidenti con le quattro province liguri (Genova, La
Spezia, Imperia, Savona).
Sono state valutate in modo specifico cinque possibili combinazioni tecnologiche per ciascuna
provincia:
a) termovalorizzazione del rifiuto “tal quale” e smaltimento delle scorie;
b) impianto di separazione secco-umido, stabilizzazione dell’umido, termovalorizzazione del
secco e smaltimento dell’umido trattato in discarica e delle scorie;
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 93
c) impianto di separazione secco-umido, stabilizzazione dell’umido, termovalorizzazione del
secco e dell’umido trattato e smaltimento delle scorie;
d) impianto di produzione CDR, trattamento dell’umido, recupero del CDR, e smaltimento
dell’umido in discarica e delle scorie;
e) impianto di produzione CDR, trattamento dell’umido, recupero del CDR e
termovalorizzazione dell’umido trattato e smaltimento delle scorie.
Gli scenari così ipotizzati sono stati tarati sulle situazioni provinciali all’anno 2003, con quantitativi
di rifiuti raccolti in modo differenziato in percentuale al 35% per le componenti merceologiche
quali carta, vetro, plastica, metalli, ingombranti, rifiuti verdi, organico, nel rispetto delle previsioni
di legge dettate dal D. Lgs. 22/97 (Decreto Ronchi).
Con riferimento alla specifica situazione della Provincia di Imperia, la discarica viene oggi
utilizzata come unica tecnologia di smaltimento per l’89% dei rifiuti tal quali prodotti (dato riferito
alla raccolta differenziata dell’anno 1999: 11% - vedasi capitolo 2 del presente volume).
La tabella 5-1 di seguito riportata è estratta dal Piano Regionale di gestione dei rifiuti, e definisce
per la provincia di Imperia il fabbisogno di impianti di smaltimento a seconda delle scelte
tecnologiche che si possono adottare nell’ipotesi che venga conseguito l’obiettivo di una raccolta
differenziata pari al 35% nell’anno 2003. Rispetto ai dati riportati dal Piano Regionale, i dati sono
stati modificati inserendo i quantitativi arrotondati calcolati all’anno 2003 con il “modello”
costruito al paragrafo 1.9 del presente Volume relativo ai flussi di rifiuti da trattare in Provincia di
Imperia.
IMPERIA Situazione
attuale Scenari al 2003 con raccolta differenziata al 35%
Sistemi di preparazione Impianto di separazione secco-umido Impianto di selezione del CDR
Sistemi di smaltimento Discarica Termovalor. Termovalor. del secco e
umido trattato a discarica
Termovalor. del secco e umido
trattato
Termovalor. del CDR e umido
trattato a discarica
Termovalor. del secco e umido
trattato Ton Ton Ton Ton Ton Ton
Totale a smaltimento 135.000 87.750 87.750 87.750 87.750 87.750 Termovalorizzatore t/anno - 87.750 52.500 63.000 26.300 39.000 Fabbisogno impianto t/365 - 240 144 173 72 107
Discarica t/anno 135.000 30.700 30.000 21.000 43.500 32.500 Fabbisogno di discariche
t/365 370 84 82 58 120 89
Tabella 5-1: fabbisogno di impianti di smaltimento con raccolta differenziata pari al 35% nell’anno 2003
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 94
N.B. In analogia con la filosofia del Piano Regionale, il dimensionamento degli impianti per soddisfare il fabbisogno
giornaliero è stato ricavato come t (anno)/365, sebbene nel calcolo dell’attività effettiva degli impianti debbano essere
considerati i periodi di fermo per manutenzione, le festività ed altri fattori peculiari di ogni tipo di impianto. Il dato
specifico va inteso quindi in senso statistico ed è da ritenersi sottostimato.
Con riferimento ai valori della tabella, gli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti risultano
dimensionati diversamente a seconda delle fasi di pretrattamento che si vogliono adottare:
a) termovalorizzazione: le caratteristiche degli impianti di preselezione possono essere
variabili, pertanto ai fini del calcolo del fabbisogno degli impianti non è stato
computato il quantitativo recuperato da tali sistemi; qualora per la termovalorizzazione
si utilizzasse un processo di pirolisi, la percentuale relativa alle ceneri e alle scorie si
ridurrebbe sensibilmente;
b-c) impianti di separazione secco-umido: nel caso di termovalorizzazione della sola
frazione secca, la quantità è circa il 60% del rifiuto “residuo” prodotto; qualora la
frazione umida stabilizzata derivante dai sistemi di separazione venga anch’essa
destinata a recupero energetico, ai quantitativi suddetti si dovrà aggiungere un ulteriore
12%;
d-e) impianti di produzione CDR: andrà a termovalorizzazione il 30% del rifiuto
“residuo”; qualora la frazione umida stabilizzata derivante dai sistemi di separazione
venga destinata anch’essa a recupero energetico, ai quantitativi suddetti si dovrà
aggiungere un ulteriore 15%.
Il fabbisogno di discariche a supporto del sistema impiantistico varia anch’esso in funzione del
quantitativo di ceneri e scorie prodotti nel processo di termovalorizzazione, oltre che dalla scelta di
processo e quindi della destinazione della frazione umida stabilizzata (nelle ipotesi b e c ):
a) termovalorizzazione dei rifiuti: sono destinate a discarica le scorie rappresentanti il
25%, più un ulteriore 5% di ceneri volanti che devono subire un processo di
inertizzazione per il successivo smaltimento finale in discarica di 2° Categoria; le
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ceneri pesanti sono state ipotizzate, in via prudenziale, destinate a discarica, ma
potrebbero essere avviate a riutilizzo secondo le disposizioni del D.M. 05/02/1998;
b-c) termovalorizzazione a valle di un impianto di separazione secco-umido: sono
destinati a discarica scarti da selezione per il 12%, scorie e ceneri per il 10%, oltre
all’eventuale umido trattato per il 12%;
d, e) termovalorizzazione a valle di un impianto di produzione CDR: sono destinati a
discarica scarti da selezione per il 30%, scorie e ceneri per il 4.5%, l’eventuale umido
trattato per il 15%; se si utilizzasse come sistema di termovalorizzazione un processo
di pirolisi, le percentuali relative alle scorie e alle ceneri si ridurrebbero sensibilmente.
Mantenendo la filosofia del Piano Regionale di gestione dei rifiuti, nella tabella 5.2 successiva è
illustrato il possibile scenario della Provincia di Imperia con relativa quantificazione del fabbisogno
di impianti all’anno 2003, con raccolta differenziata al 35% secondo l’obiettivo di Legge dettato
dal D. Lgs. 22/97 (Decreto Ronchi):
Imperia: fabbisogno di smaltimento 240 t/365 Impianti Termoutilizzo Secco CDR
Descrizione Pretrattamento
Umido trattato a discarica
Umido trattato a termoval.
Umido trattato a discarica
Umido trattato a termoval.
N t/365 N. t/365 N. t/365 N. t/365 N. t/365 N. t/365 Un termoutilizzatore e una discarica - Termoutilizzatore 1 240
Discarica 1 84 Un impianto di separazione secco-umido o CDR, quindi un termoutilizzatore più discarica
1 240
Termoutilizzatore 1 144
1 173
1 72
1 107
Discarica 1 82 1 58 1 120 1 89 Due impianti di selezione secco-umido o CDR, quindi un termoutilizzatore che serve entrambi più discarica
2 120 Termoutilizzatore 1 144 1 173 1 72 1 107
Discarica 1 82 1 58 1 120 1 89
Tabella 5-2: scenario della provincia di Imperia con quantificazione del fabbisogno di impianti all’anno 2003
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 96
Il Piano Regionale dello smaltimento dei rifiuti auspica che in fase di elaborazione dei Piani
Provinciali si promuovano integrazioni tra diverse province, per ottimizzare il dimensionamento e
diversificare la localizzazione di impianti. Con riferimento alla specifica situazione della Provincia
di Imperia:
- la previsione di produzione dei rifiuti a tutto l’anno 2003, al netto del 50% dei rifiuti speciali
assimilabili agli urbani che si ipotizza vengano smaltiti direttamente dai produttori, al
raggiungimento dell’obiettivo D. Lgs. 22/97 per la raccolta differenziata del 35%, è pari a
circa 132.200 ton/anno complessive, delle quali 85.930 ton/anno di rifiuto residuo da avviare
a impianto di trattamento e 46.270 ton/anno di rifiuti raccolti in maniera differenziata;
- l’ipotesi del Piano Regionale (paragrafo 4.5) per la realizzazione in Provincia di Imperia di
due impianti di trattamento dei rifiuti con selezione secco–umido con stabilizzazione e
compostaggio della FORSU, termovalorizzazione della frazione secca e smaltimento in
discarica di parte della frazione organica stabilizzata (parte può essere utilizzata per recuperi
ambientali e bonifiche) pare essere la più idonea se riferita alle quantità di rifiuti prodotti ed
ai flussi complessivi da trattare, significativi rispetto all’ipotesi di concentrazione in unico
impianto, ma non tali da giustificare sotto il profilo tecnico ed economico la realizzazione di
n° 3 impianti di trattamento coincidenti con i tre Comprensori di ambito provinciale;
- l’ipotesi di invio dei prodotti in uscita dagli impianti di separazione secco-umido ad un unico
impianto di termovalorizzazione, per motivazioni legate anche al trasporto delle frazioni
lavorate, giustifica la scelta di dedicare a termovalorizzazione la sola frazione secca
destinando a discarica, ovvero a interventi di recupero ambientale e bonifica, la frazione
organica stabilizzata (“compost grigio”); la validità di tale scelta risulta ancor più
significativa nell’ipotesi di realizzare un termovalorizzatore a servizio di più Province.
Con le premesse illustrate, la scelta di pianificazione dell’ambito provinciale di Imperia è la
seguente :
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 97
• n° 2 impianti per la separazione secco–umido, stabilizzazione e compostaggio della
FORSU con smaltimento finale in discarica della frazione organica stabilizzata (ovvero
suo utilizzo in recuperi ambientali e bonifiche), invio della frazione secca a
termoutilizzazione presso impianto dedicato realizzato al servizio della Provincia di
Imperia ovvero di ambiti provinciali e sovraprovinciali limitrofi; in alternativa,
l’impianto di separazione secco-umido con stabilizzazione e compostaggio della frazione
organica potrà essere unico a servizio di tutto il territorio provinciale.
Con riferimento allo schema di flusso di Figura 5-2, i quantitativi in gioco all’anno 2003 sono i
seguenti:
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~ 43.000 t/a (da destinare a discarica)
Figura 5-2: Schema di flusso all’anno 2003 della Provincia di Imperia
Residuo (65%) 85.930 t/a
In discarica gli scarti di
selezione 3.200 t/a
Rifiuti Solidi Urbani132.200 t/a
In discarica gli scarti di
selezione 4.230 t/a
Separazione Secco/Umido85.930 t/a
In discarica le scorie e le ceneri
dell’inceneritore 17.400 t/a
In discarica gli scarti di selezione
9.580 t/a
TermovalorizzazioneSecco
58.000 t/a
Stabilizzazione Umido
18.350 t/a
Riciclo31.970 t/a
(frazioni secche)
Raccolta Differenziata (35%)46.270 t/a
Compostaggio14.300 t/a
(organico, verde)
Perdite diProcesso
4.350 t/a
Recupero 28.770 t/a
FOS 8.500 t/a
(compost "grigio”)
Compost5.720 t/a (di qualità)
In discarica gli scarti di selezione
4.350 t/a
Perdite di Processo 5.500 t/a
In discarica il 50% della FOS
prodotta 4.250 t/a
38.760 t/a
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 99
• Produzione complessiva rifiuti “tal quali”: 132.200 ton/anno
• Obiettivo percentuale raccolta differenziata: 35%
• Quantitativo rifiuti raccolto in maniera differenziata: 46.270 ton/anno
• Quantitativo rifiuti agli impianti secco-umido: 85.930 ton/anno (pari a 235ton/365)
• Quantitativo dimensionamento singolo impianto: 85.930 ton/anno:2 ≅ 43.000 ton/anno
(pari a 118 t/365)
• Prodotti in uscita da ogni singolo impianto secco-umido e dalla lavorazione della R.D.:
- frazione secca (al termoutilizzatore): 29.000 ton/anno
- scorie e ceneri del termovalorizzatore (a discarica): 8.700 ton/anno
- frazione organica stabilizzata (“compost grigio”): 4.250 ton/anno
si ipotizza di conferire a discarica il 50% della FOS prodotta, destinando
la porzione rimanente a recuperi ambientali e bonifiche (2.125 ton/anno)
- scarti di selezione imp. secco-umido (a discarica): 4.790 ton/anno
- scarti di selezione FOS (a discarica): 2.175 ton/anno
- compost di qualità (a riutilizzo): 2.860 ton/anno
- scarti di selezione imp. compostaggio (a discarica): 2.115 ton/anno
- raccolta differenziata (a recupero): 28.770 ton/anno
- scarti di lavorazione della raccolta differenziata: 3.200 ton/anno
• Prodotti in uscita complessivamente dai due impianti secco umido e dalla lavorazione della R:D:
- frazione secca (al termoutilizzatore): 58.000 ton/anno
- scorie e ceneri del termovalorizzatore (a discarica): 17.400 ton/anno
- frazione organica stabilizzata (“compost grigio”): 8.500 ton/anno
si ipotizza di conferire a discarica il 50% della FOS prodotta, destinando
la porzione rimanente a recuperi ambientali e bonifiche (4.250 ton/anno)
- scarti di selezione imp. secco-umido (a discarica): 9.580 ton/anno
- scarti di selezione FOS (a discarica): 4.350 ton/anno
- compost di qualità (a riutilizzo): 5.720 ton/anno
- scarti di selezione imp. compostaggio (a discarica): 4.230 ton/anno
- raccolta differenziata (a recupero): 28.770 ton/anno
- scarti di lavorazione della R.D. (a discarica) 3.200 ton/anno
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 100
Si fa notare che i dati sopra indicati riguardano la produzione di rifiuti all’anno 2003 di tutto
l’Ambito ottimale coincidente con la Provincia di Imperia calcolati col “modello” costruito nel
Volume I – Indagine conoscitiva. Nell’ottica della pianificazione, la situazione descritta dovrà
essere criticamente rivalutata negli anni nel caso di variazioni in più o in meno della produzione
complessiva di rifiuti urbani.
5.5.1 Impianto di compostaggio della frazione organica raccolta in modo differenziato
Sulla base degli obiettivi di raccolta differenziata della frazione organica previsti al 2003, si prevede
una potenzialità complessiva di impianto di compostaggio della frazione organica pari a circa
14.300 ton/anno; dovranno essere tenuti in conto i picchi stagionali e il materiale prodotto dovrà
rispettare i criteri imposti dal D.M. del 05.02.1998 (compost di qualità).
Al fine di garantire un rapporto ottimale di aerazione (porosità libera non inferiore al 25-30 %) nella
produzione di compost di qualità derivante dal trattamento della frazione putrescibile, è necessario
infatti che siano aggiunti a quest’ultima quantità pressoché simile gli scarti derivanti dalle
operazioni di sfalcio (frazione verde e legno).
Al fine di potere giungere alla realizzazione di una miscela di alimentazione ottimale per l’impianto
di compostaggio è necessario, quindi incentivare e promuovere tutte le iniziative possibili atte anche
alla raccolta differenziata della frazione verde.
All’impianto di compostaggio della frazione organica, in base alle necessità produttive, potranno
essere eventualmente convogliati, dopo approfondite analisi, i fanghi derivanti dalla depurazione
delle acque reflue.
Per il trattamento della frazione organica con produzione di compost di qualità si è previsto:
• linee dedicate nei previsti impianti di separazione secco–umido; sulla base dei quantitativi
effettivamente raccolti, e seguendo l’evoluzione della raccolta differenziata, si potrà valutare
l’opportunità di concentrare per motivi economici il trattamento dell’organico su linee dedicate
presso solo un impianto secco-umido;
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 101
5.5.1.1 Compostaggio frazione verde
La quantità di frazione verde raccolta in maniera differenziata eventualmente eccedente a quanto
necessario per ottenere una miscela ottimale nell’impianto di compostaggio della frazione organica,
è destinata a uno specifico impianto di compostaggio della frazione verde.
L’impianto di compostaggio della frazione verde è costituito da area recintata e controllata nella
quale effettuare le fasi di stoccaggio, selezione, sfibratura/triturazione, maturazione biologica in
cumuli di sfalci, potature, foglie ed altro materiale ligno-cellulosico.
L’impianto, in linea di massima deve prevedere:
� spazi per la raccolta e lo stoccaggio distinti per singoli materiali;
� zone di scarico e carico;
� pala gommata, ragno, cassoni per la movimentazione dei materiali;
� sistema di alimentazione, vagliatura ed estrazione dei materiali;
� deferrizzatore;
� biotrituratore per lo sminuzzamento di materiali di diversa pezzatura;
� macchine rivoltatrici dei cumuli;
� zone di maturazione biologica in cumulo dei materiali miscelati;
� impianto idrico e sistema antincendio;
� rete di raccolta delle acque meteoriche e degli eventuali percolati;
� impianto elettrico e di illuminazione;
� recinzione, barriera alberata e sistemazioni esterne.
Per ragioni economiche e di corretta gestione è auspicabile che il compostaggio dell’organico
raccolto in maniera differenziata e la sola linea di compostaggio della frazione verde siano ospitate
nello stesso impianto, atteso che alla seconda linea andrebbe destinata la sola quantità di frazione
verde in eccedenza dalla prima linea.
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5.5.2 Linea di biostabilizzazione aerobica della frazione organica derivante dalle operazioni di
trattamento nell’impianto di separazione secco umido.
Al fine di minimizzare l’impatto ambientale e in particolare per le emissioni odorose, il volume
occupato, il percolato e il biogas producibile, il materiale umido separato nella fase di prima
lavorazione degli impianti secco-umido dovrà essere sottoposto ad un processo di stabilizzazione
della frazione biodegradabile.
Per quel che riguarda la quota di materiale organico putrescibile si prevede un sistema di
trattamento di tipo aerobico con insufflazione d’aria. La presente pianificazione prevede di inviare a
discarica il 50% della frazione organica stabilizzata prodotta e di impiegare la restante in recuperi
ambientali e bonifiche.
La produzione di un materiale stabilizzato consente di:
� abbattere il grado di fermentescibilità del materiale;
� aumentare il potere calorifico (allontanamento d’acqua dalla massa): da qui l’eventuale utilizzo
presso l’impianto di termovalorizzazione);
� limitare la presenza di composti fitotossici.
Adottando un processo di stabilizzazione aerobica convenzionale, si può ritenere che, partendo da 1
kg di materiale derivante dalla selezione (composto per il 65-70 % di umidità e per il rimanente 30-
35 % da materiale organico secco e qualche impurità costituita da carta, plastica, tessili, legno)
avente un PCI pari a 1.300 kcal/kg, si possa giungere a 0.5 kg di materiale a più elevato PCI (circa
3.500-4.000 kcal/kg) e con umidità notevolmente inferiore, sfruttando in parte l’essiccazione
naturale e in parte il processo esotermico di biossidazione.
Il processo di biostabilizzazione inoltre, comporta una rilevante perdita in massa di sostanza da
inviare a discarica e/o movimentare, una riduzione del volume occupato, una maggiore
comprimibilità della sostanza ottenuta (diminuzione di circa l’80% del volume iniziale) e una minor
produzione di percolato e biogas, con conseguente contrazione dei costi di gestione della discarica,
(anche nella fase di post-chiusura).
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L’impianto dovrà essere in grado di trattare circa 20.000 ton/anno di materiale tenendo conto delle
variabilità stagionali.
5.5.3 Localizzazione impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio della
FORSU (n° 2).
Per ciò che attiene la localizzazione dei previsti impianti di separazione secco-umido con
stabilizzazione e compostaggio della FORSU sul territorio provinciale, tenuto conto delle
produzioni relative di rifiuti dei tre Comprensori Ventimigliese (A), Sanremese (B) e Imperiese (C),
della morfologia del territorio provinciale, si ipotizza la realizzazione di:
• n° 2 impianti di separazione secco–umido con stabilizzazione e compostaggio della
FORSU al servizio del territorio provinciale (Comprensori Ventimigliese (A), Sanremese
(B), e Imperiese (C)).
Al fine di ottimizzare e bilanciare tali impianti e le discariche di supporto sul territorio provinciale,
si prevede la suddivisione dei Comuni appartenenti ai tre Comprensori tra i due impianti, così da
avere necessità di trattamento e smaltimento pressoché equivalenti.
In alternativa e in linea con quanto previsto dal Piano Regionale, l’impianto di separazione secco-
umido con stabilizzazione e compostaggio della frazione organica potrà essere unico a servizio di
tutto il territorio provinciale.
Per ospitare gli impianti, si sono individuati i seguenti siti sulla base dei criteri di localizzazione
indicati dal Piano Regionale.
• Comprensorio Ventimigliese (A):
- Comune di Ventimiglia: area in località “Ciapagni”, in adiacenza alla Strada Statale n° 20
della Val Roia e del Colle di Tenda;
- Comune di Ventimiglia-Camporosso: area in località “Vallone dei Lodi”, a breve distanza
dalla Strada Statale n° 20 della Val Roia e del Colle di Tenda, in corrispondenza della
bretella di collegamento con l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia.
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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 104
• Comprensorio Sanremese (B):
- Comune di Taggia: località “Colli”, area che ha ospitato in passato una discarica di inerti;
- Comune di Taggia: località “Costa di Frati”, in un area posta sul crinale tra le valli Armea e
Argentina.
• Comprensorio Imperiese (C):
- Comune di Cipressa: area in località “Pian del Bue”, attualmente ospitante una cava di
materiale inerte;
- Comune di Imperia: località “Ponticelli”, sulla piana posta a valle della discarica RSU
attualmente in fase di coltivazione;
- Comune di Imperia: area in località “Caramagna”, su un pianoro di fondovalle a nord
dell’abitato;
La localizzazione definitiva degli impianti potrà essere condizionata soprattutto dall'ubicazione del
termovalorizzatore, e dalla opportunità che i siti di impianto separazione secco-umido,
stabilizzazione e compostaggio della FORSU dispongano o meno di discariche per lo smaltimento
degli scarti di selezione e della frazione organica stabilizzato non utilizzata in interventi di recupero
ambientale ovvero di bonifica. Nel caso la scelta ricada sulla realizzazione di un termovalorizzatore
al servizio di più ambiti ottimali localizzato su territorio provinciale diverso da quello imperiese, dal
punto di vista dei costi sarebbe opportuno che ogni sito di impianto separazione secco-umido
disponesse di caratteristiche idonee per la collocazione anche di discariche di supporto per lo
smaltimento degli scarti della sola frazione organica stabilizzata (le ceneri e le scorie in uscita dal
termovalorizzatore andranno in questo caso smaltite in discarica dedicata possibilmente prossima a
quest’ultimo impianto). Nel caso invece si optasse per la realizzazione del termovalorizzatore in
Provincia di Imperia, decisa la sua collocazione sarà necessario valutare sotto il profilo ambientale
ed economico la collocazione più opportuna delle discariche, in questo caso organizzate in lotti
dedicati anche allo stoccaggio definitivo delle ceneri e delle scorie oltre che allo stoccaggio
definitivo degli scarti di selezione e dell’organico stabilizzato nella quota parte necessaria.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 105
5.5.4 Localizzazione dell’impianto di termovalorizzazione in Provincia di Imperia (n° 1)
L’ipotesi auspicabile è la realizzazione di un unico impianto di termovalorizzazione al servizio
anche di ambiti limitrofi, come previsto dal paragrafo 4.5 del Piano Regionale di gestione dei rifiuti
(“Gli scenari sul territorio ligure”), che ipotizza possibilità di integrazioni tra diverse Province per
ottimizzare il dimensionamento e diversificare la localizzazione degli impianti.
La realizzazione di questa soluzione integrata, che è finalizzata a migliorare in termini economici ed
organizzativi il sistema di gestione dei rifiuti urbani, comporta la necessità che l’operazione
avvenga in un’ottica di concertazione tra Enti, in particolare attraverso gli strumenti dell’Art. 26
della L. R. 18/89 che prevede :
- per esigenze tecniche o di efficienza nella gestione dei rifiuti urbani, le Province
possono prevedere gestioni anche a livello sub-provinciale, purché anche in tali ambiti
sia superata la frammentazione nella gestione;
- la definizione di accordi tra Province può prevedere un sistema integrato tra ambiti che
corrisponda a criteri di salvaguardia ambientale e più efficace ed economica gestione
dei rifiuti solidi urbani.
L’Amministrazione Provinciale di Imperia dovrà quindi procedere nella definizione mediante gli
opportuni strumenti degli aspetti amministrativi che permettano di perseguire tale soluzione in
contraddittorio con altre Amministrazioni Provinciali o altri Enti interessati (Provincia di Savona e
Francia). Al fine di evitare situazioni di emergenza, si dovrà fissare un termine ultimo di possibile
definizione ufficiale di tale accordo (indicativamente dicembre 2003), termine oltre il quale sarà
necessario ed opportuno procedere nella localizzazione dell’impianto di termoutilizzazione sul
territorio della Provincia di Imperia.
I siti ritenuti idonei per ospitare l’impianto di termovalorizzazione sono i seguenti.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 106
• Comprensori Ventimigliese (A):
- Comune di Ventimiglia-Camporosso: area in località “Vallone dei Lodi”, a breve distanza
dalla Strada Statale n° 20 della Val Roia e del Colle di Tenda, in corrispondenza della
bretella di collegamento all’autostrada A10 Genova-Ventimiglia;
• Comprensori Sanremese (B):
- Comune di Badalucco: località “Vallone dei Morti”, valle trasversale alla Valle Oxentina;
• Comprensori Imperiese (C):
- Comune di Cesio: area in località “Cartari”, a sud-est della frazione “Cartari” e a nord del
Comune di Cesio;
Le motivazioni alla base della scelta finale della localizzazione dovranno essere criticamente e
puntualmente esaminate tenendo in conto la scelta di localizzazione degli impianti di separazione
secco-umido e delle discariche di supporto all’intero sistema impiantistico. In ogni caso, le
valutazioni di dettaglio sull’idoneità di ogni sito, sulla base anche delle più recenti indicazioni delle
norme vigenti in materia, dovranno essere condotte sentite le Amministrazioni Comunali
direttamente interessate.
5.6 Discariche per interramento controllato
Per lo smaltimento finale della frazione organica stabilizzata, nel caso non venga destinata ad altri
utilizzi quali recuperi ambientali e bonifiche, degli scarti di selezione dei rifiuti indifferenziati e
differenziati e delle scorie e delle ceneri del termovalorizzatore, è prevista la realizzazione di nuove
discariche ad interramento controllato.
Il Piano Regionale di Gestione rifiuti indica i criteri di idoneità e non per la localizzazione di
discariche sulla base della seguente classificazione:
1. Discariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C;
2. Discariche di 2° Categoria tipo A per inerti.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 107
Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato mediante la Direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26
aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti la seguente classificazione di categoria di discariche
(art. 4):
- discarica per rifiuti pericolosi;
- discarica per rifiuti non pericolosi;
- discarica per rifiuti inerti.
Inoltre, l’articolo 6 della medesima Direttiva, definisce i rifiuti ammissibili nelle varie discariche,
precisando che agli Stati membri è dato il compito di provvedere affinché:
a) solo i rifiuti trattati vengano collocati a discarica: tale disposizione può applicarsi ai rifiuti
inerti, il cui trattamento non è tecnicamente possibile, o a qualsiasi altro rifiuto il cui
trattamento non contribuisca a prevedere misure, procedure e orientamenti volti a prevenire
o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative dell’ambiente, riducendo la quantità dei
rifiuti o i rischi per la salute umana o l'ambiente;
b) solo i rifiuti pericolosi che soddisfano i criteri fissati a norma dell'allegato II alla direttiva
siano destinati ad una discarica per rifiuti pericolosi;
c) le discariche per i rifiuti non pericolosi possano essere utilizzate:
i) per i rifiuti urbani;
ii) per i rifiuti non pericolosi di qualsiasi altra origine conformi ai criteri di ammissione dei
rifiuti nelle discariche per rifiuti non pericolosi fissati a norma dell'allegato II alla direttiva;
iii) per i rifiuti pericolosi stabili e non reattivi (ad esempio solidificati, vetrificati, ecc.), con
un comportamento del colaticcio equivalente a quello dei rifiuti non pericolosi di cui al
punto ii), conformi ai pertinenti criteri di ammissione dei rifiuti fissati a norma dell'allegato
II alla direttiva. Tali rifiuti pericolosi non possono essere depositati in aree destinate ai rifiuti
non pericolosi biodegradabili;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 108
d) le discariche per rifiuti inerti siano utilizzate esclusivamente per rifiuti inerti.
Per la realizzazione delle discariche di supporto agli impianti pianificati si dovranno tenere conto
delle indicazioni di cui sopra in relazione alla tipologia di rifiuti che si andrà a smaltire in maniera
definitiva.
Con le premesse illustrate nel paragrafo 5.5 e con la pianificazione scelta per l’ambito provinciale di
Imperia, il fabbisogno di volumetria netta di discarica con riferimento ai dati di produzione di rifiuti
all’anno 2003 di tutto l’Ambito ottimale calcolato col “modello” costruito nel Volume I – Indirizzi
pianificatori, risulta il seguente:
• Necessità di volumi netti di discarica a servizio degli impianti:
- produzione complessiva impianti:
scorie e ceneri dal termovalorizzatore: (17.400 ton/anno : 0.90 ton/mc) = 19.350 mc/anno
frazione organica stabilizzata (50%): (4.250 ton/anno : 0,75 ton/mc) = 5.670 mc/anno
scarti di selezione imp. secco-umido (9.580 ton/anno : 0.90 ton/mc) = 10.650 mc/anno
scarti di selezione FOS: (4.350 ton/anno : 0.90 ton/mc) = 4.850 mc/anno
scarti di selezione imp. compostaggio: (4.230 ton/anno : 0.90 ton/mc) = 4.700 mc/anno
scarti di lavorazione della R.D: (3.200 ton anno : 0.90 ton/mc) = 3.555 mc/anno
Totale: ≈ 49.000 mc/anno
margine del 10% ≈ 5.000 mc/anno
TOTALE COMPLESSIVO: ≈ 54.000 mc/anno
(pari a circa 148 mc/365)
I siti di localizzazione delle discariche di supporto di cui al punto 1, individuati attraverso i criteri
indicati dal Piano Regionale, sono i seguenti:
• Comprensorio Ventimigliese (A):
- Comune di Perinaldo: località “Morga”, sito contenuto anche nel “Progetto Obiettivo –
Individuazione siti per discariche di inerti” redatto dal Settore Pianificazione e Difesa del
Territorio della Provincia di Imperia;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 109
- Comune di Camporosso: località “Vallone dei Lodi”, a breve distanza dalla Strada Statale
n° 20 della Val Roia e del Colle di Tenda, in corrispondenza della bretella di collegamento
all’autostrada A10 Genova-Ventimiglia;
• Comprensorio Sanremese (B):
- Comune di Badalucco: località “Vallone dei Morti”, valle trasversale alla Valle Oxentina;
- Comune di Taggia: località “Costa dei Frati”, in un area posta sul crinale tra le valli Armea e
Argentina.;
• Comprensorio Imperiese (C):
- Comune di Cipressa: località “Pian del Bue”, attualmente ospitante un sito di cava di
materiale inerte;
- Comune di Castellaro/Pompeiana: località “Prato Grande”, a nord dei Comuni di Castellaro
e Pompeiana, in prossimità del Monte Croce.
Nelle tabelle 5-3 e 5-4 seguenti e nella figura 14-1 di pagina 314, si riassume la possibile
ripartizione impiantistica nella Provincia di Imperia.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 110
Tabella 5-3: ripartizione impiantistica nella Provincia di Imperia
COMUNE LOCALITA’ IMPIANTI COMPRENSORIO (A) CAMPOROSSO - Centro di conferimento
VENTIMIGLIA Rio Ciapagni
Centro di conferimento Separazione secco-umido,
stabilizzazione e compostaggio FORSU
VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO Vallone dei Lodi
Separazione secco-umido, stabilizzazione e
compostaggio FORSU Termovalorizzatore Discarica di 1° e 2°
categoria di tipo B e C
PERINALDO Morga Discarica di 1° e 2°
categoria di tipo B e C COMPRENSORIO (B) SANREMO San Pietro Centro di conferimento
SANREMO Ciuvin Centro di conferimento
Stoccaggio, separazione e nobilitazione
SANREMO Trasca Centro di conferimento
Stoccaggio, separazione e nobilitazione
SANREMO Cava Bianchi Centro di Conferimento
Stoccaggio, separazione e nobilitazione
TAGGIA Colli
Centro di Conferimento Stoccaggio, separazione e
nobilitazione Separazione secco-umido,
stabilizzazione e compostaggio FORSU
TAGGIA Costa dei Frati
Separazione secco-umido, stabilizzazione e
compostaggio FORSU Discarica di 1° e 2°
categoria di tipo B e C
BADALUCCO Vallone dei Morti Termovalorizzatore Discarica di 1° e 2°
categoria di tipo B e C COMPRENSORIO (C) IMPERIA Ex mattatoio Centro di conferimento
IMPERIA Ponticelli
Centro di conferimento Separazione secco-umido,
stabilizzazione e compostaggio FORSU
IMPERIA Caramagna
Centro di conferimento Separazione secco-umido,
stabilizzazione e compostaggio FORSU
CIPRESSA Pian del Bue
Centro di conferimento Separazione secco-umido,
stabilizzazione e compostaggio FORSU
Discarica di 1° e 2° categoria di tipo B e C
CHIUSANICO Brughi Centro di conferimento
CASTELLARO/POMPEIANA Prato Grande Discarica di 1° e 2° categoria di tipo B e C
CESIO Cartari Termovalorizzatore
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Il sistema im
piantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 111
C
ENTR
O D
I CO
NFER
IMEN
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(n° 3 , n° 1 per Com
prensorio) STO
CC
AGG
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AZION
E, N
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di 1° e 2° CATEG
OR
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CO
MU
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SITO
CO
MU
NE
SITO
CO
MU
NE
SITO
CO
MU
NE
SITO
CO
MU
NE
C
amporosso
Cam
porosso
Vallone dei Lodi
Ventimiglia /
Cam
porosso Vallone dei Lodi (3)
Ventimiglia /
Cam
porosso Vallone dei Lodi (3)
Ventimiglia /
Cam
porosso
C
iapagni (1) Ventim
iglia
C
iapagni (1) Ventim
iglia
M
orga (1) (3) Perinaldo
A
C
olli (1) Taggia
Colli (1)
Taggia C
olli Taggia
Vallone dei Morti (3)
Badalucco Vallone dei M
orti (3)Badalucco
C
iuvin Sanrem
o C
iuvin Sanrem
o C
osta dei Frati Taggia
Costa dei Frati
Taggia
Trasca
Sanremo
Trasca Sanrem
o
C
ava Bianchi (1) (2) Sanrem
o C
ava Bianchi (1) (2) Sanrem
o
B
San Pietro Sanrem
o
Ex m
attatoio Im
peria
Pian del Bue (1)
Cipressa
Cartari
Cesio
Pian del Bue (1) C
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Brughi
Chiusanico
Ponticelli (4) Im
peria
Prato G
rande (3) C
astellaro / Pom
peiana
Ponticelli (4)
Imperia
Caram
agna Im
peria
Pian del Bue (1)
Cipressa
C
Caram
agna Im
peria
N
OTE
(1) Siti individuati dal "PR
OG
ETTO O
BIETTIVO - Individuazione siti per discariche di inerti", approvato con D
elibera n° 8 del 16/02/98.
C
olli ha esaurito la sua capacità. Un progetto coordinato potrebbe prevedere la risagom
atura di un sito con inerti e quindi il suo riutilizzo come area di im
pianto.
(2) Il sito di C
ava Bianchi è in fase di recupero ambientale.
(3)
I siti sono stati ridimensionati rispetto allo STU
DIO
GALLI-SIBILLA-TEI tenendo conto della segnalata esistenza di zone in frana ovvero altre problem
atiche.
(4) E' la piana posta a valle e indipendente dalla discarica di 1° categoria; sito indicato dallo STU
DIO
GALLI-SIBILLA-TEI.
Per i siti indicati dallo STUD
IO G
ALLI-SIBILLA-TEI, si è effettuata la verifica di compatibilità adottando i criteri dettati dal Piano di G
estione dei Rifiuti approvato con D
.C. R
egione Liguria n° 17 del 29 luglio 2000
Tabella 5-4: ripartizione impiantistica nella Provincia di Im
peria
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 112
5.7 Periodo transitorio e sua durata
Al momento dell’ultima stesura della presente pianificazione, la situazione degli impianti
autorizzati per lo smaltimento finale dei rifiuti urbani sul territorio della Provincia di Imperia risulta
la seguente:
• discarica di Collette Ozotto in Comune di Sanremo al servizio dei Comprensori Ventimigliese
(A) e Sanremese (B):
- con Provvedimento Dirigenziale n° 128 del 19/05/2000 l’Amministrazione della
Provincia di Imperia, ai sensi dell’Art. 7.2 del Piano Regionale di gestione dei rifiuti,
ha concesso una prima proroga di gestione della discarica fino alla data 19/05/2002;
- con Provvedimento Dirigenziale n° 68 del 16/05/2002, l’Amministrazione della
Provincia di Imperia ha nuovamente prorogato la gestione dal 20-05-2002 al 30-06-
2002, e comunque fino all’esaurimento della volumetria residua stimata pari 12.500
mc;
- con Ordinanza n° 01 del 08-05-2002, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs, n° 22/97 e
dell’art. 43 della L.R. 18/99, il Presidente della Provincia di Imperia ha ordinato
l’ampliamento della discarica per il proseguimento dello smaltimento di RSU per
una volumetria di abbancamento pari a 39.300 mc., fino a tutto il 09-11-2002.
• discarica di Ponticelli in Comune di Imperia al servizio del Comprensorio Imperiese (C):
- con Provvedimento Dirigenziale n° 192 del 18/07/2000, l’Amministrazione della
Provincia di Imperia, ai sensi dell’Art. 7.2 del Piano Regionale di gestione dei rifiuti,
ha concesso una prima proroga di gestione della discarica fino alla data 18/07/2002;
- con Ordinanza n° 02 del 18-07-2002, ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. N° 22/97 e
dell’art. 43 della L.R. 18/99, il Presidente della Provincia di Imperia ha ordinato la
realizzazione un abbancamento provvisorio di RSU per una volumetria complessiva
pari a 15.000 mc. (compreso il materiale di ricopertura), per un massimo di 5 mesi a
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 113
partire dal 19-07-2002 (19-12-2002); l’abbancamento provvisorio dovrà
successivamente essere smaltito in forma definitiva secondo le seguenti modalità:
a) in caso di approvazione di un progetto di ampliamento, all’interno della discarica,
senza alcun onere a carico della Provincia di Imperia;
b) in caso di mancata approvazione di un progetto di ampliamento, in altra discarica
individuata dalla stessa società a seguito semplice richiesta della Provincia, senza
alcun onere a carico della Provincia di Imperia.
Per entrambe le discariche le scadenze delle autorizzazioni in essere non sono dunque tali da
permettere di attuare la pianificazione provinciale del sistema integrato senza ricadere in situazioni
di emergenza, con particolare riferimento ai tempi di costruzione dei due previsti impianti di
selezione secco-umido con stabilizzazione e compostaggio della FORSU, e soprattutto dei tempi di
costruzione del termoutilizzatore finale al quale dovrà essere inviata la frazione secca in uscita dagli
impianti.
Tenendo dunque conto dei tempi necessari per l'approvazione del presente Piano, dei tempi relativi
alla definizione ufficiale degli eventuali accordi tra diversi ambiti provinciali (Savona) e
sovraprovinciali (Francia) per la costruzione del termovalorizzatore, dei tempi di progettazione,
costruzione e messa in avviamento e collaudo del termovalorizzatore, si può ragionevolmente
supporre che il momento conclusivo dell'attuazione della pianificazione, possa coincidere con
l'inizio dell’anno 2006. Fino a quella data, il sistema mancherà quindi della destinazione finale
pianificata per la frazione secca prodotta dagli impianti di separazione secco-umido.
La pianificazione provinciale prevede invece il raggiungimento dell’obiettivo di Legge per la
raccolta differenziata pari al 35% a fine anno 2003, con conseguente progressiva diminuzione dei
quantitativi di rifiuti residui da smaltire per effetto diretto della raccolta differenziata (il 35% dei
quantitativi di rifiuto prodotti dovrà trovare riutilizzo mediante sistemi di recupero e riciclaggio).
Fino alla indisponibilità del termoutilizzatore, rimarrà quindi la necessità di disporre di siti di
discarica adatti allo smaltimento finale del rifiuto residuo, ovvero della frazione secca nel caso di
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 114
suo successivo smaltimento finale in impianti dedicati e della frazione organica stabilizzata nel caso
non venga impiegata per recuperi ambientali e bonifiche.
Al momento della scadenza delle autorizzazioni vigenti per i due impianti di smaltimento di
Collette Ozotto e Ponticelli, si presenterà lo scenario riepilogato nella successiva tabella 5-5 per ciò
che attiene la necessità futura di volumi di discarica (per semplicità di calcolo, l'avvio del periodo
transitorio si considera dal 01/01/2003):
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Il sistema im
piantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 115
A
B
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D
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G
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I SELEZION
E
(ton/anno)
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(G+H
+I+L) + 10%
(mc/anno)
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A
STAB
ILIZZATA
+
CO
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RA
GIO
RN
ALIER
A 10%
)
(H) + 10%
(mc/anno )
2003 132.200
46.270 85.930
95.500 105.050
58.000 8.500
13.930 7.430
123.650 12.470
2004 133.400
46.690 86.710
96.350 106.000
58.530 8.580
14.055 7.500
124.770 12.580
2005 134.550
47.100 87.450
97.200 106.950
59.025 8.650
14.175 7.365
125.580 12.690
Tabella 5-5: scenario della Provincia di Imperia relativam
ente alla necessità di volumi di discarica nel periodo transitorio
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 116
L’ipotesi tabulata si basa sulle seguenti assunzioni:
- rispetto degli obiettivi di legge prefissati per la raccolta differenziata al 2003 (35%);
- peso specifico medio del rifiuto “tal quale” e “residuo” compattato in discarica: 0,90 ton/mc
(dato storico);
- peso specifico medio degli scarti di selezione: 0,90 ton/mc (dato di letteratura);
- peso specifico medio delle frazioni di rifiuto trattate (frazione secca e organico stabilizzato)
pari a 0,75 t/mc (dato di letteratura);
- frazione organica stabilizzata in uscita dagli impianti destinata tutta a discarica, al lordo
quindi di utilizzi per recuperi ambientali o bonifiche;
- produzione annua totale di rifiuti urbani al netto del 50% di rifiuti speciali assimilabili agli
urbani (il restante 50% è conferito direttamente dai produttori).
I valori calcolati sono relativi alle necessità complessive della Provincia di Imperia. Al fine di
ottimizzare e bilanciare gli impianti e le discariche di supporto sul territorio provinciale, si prevede
la suddivisione dei Comuni appartenenti ai tre Comprensori (Ventimigliese (A), Sanremese (B), ed
Imperiese (C)) tra gli impianti stessi, così da avere necessità di trattamento e smaltimento pressoché
equivalenti.
La lettura dei dati di tabella evidenzia i seguenti possibili scenari del periodo transitorio:
I° scenario :
- inizio attivazione impianti separazione secco umido, stabilizzazione e compostaggio
delle FORSU: anno 2006
- inizio attivazione impianto di termovalorizzazione anno 2006
- fabbisogno complessivo volume lordo di discariche al 2005:
(105.050 + 106.000 + 106.950) mc. + margine del 10% = 349.800 mc.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 117
E’ l’ipotesi nella quale tutta l’impiantistica del sistema di gestione va in funzione alla fine del
periodo transitorio e perciò dall’anno 2006; pertanto negli anni 2003, 2004 e 2005 vanno ancora in
discarica quantitativi di rifiuto residuo di caratteristiche equivalenti ai rifiuti “tal quali”.
II° scenario :
- inizio attivazione impianti separazione secco umido, stabilizzazione e compostaggio
delle FORSU: anno 2004
- inizio attivazione impianto di termovalorizzazione anno 2006
- fabbisogno complessivo volume lordo di discariche al 2005:
(105.050 + 124.770 + 125.580) mc. + margine del 10% = 390.940 mc.
Nei due siti di discarica al momento autorizzati sono in funzione impianti mobili di triturazione,
vagliatura e stabilizzazione della frazione organica; in via cautelativa si ipotizza quindi che
nell’anno 2003 vadano ancora in discarica quantitativi di rifiuto di volumetria comparabile ai rifiuti
“tal quali”. Per gli anni 2004 e 2005 andranno in discarica le due frazioni lavorate in uscita dagli
impianti separazione secco-umido pianificati e gli scarti di selezione del rifiuto residuo e
differenziato.
In questa ipotesi, l'eventuale riutilizzo del 50% della frazione organica stabilizzata in interventi di
bonifica o recupero ambientale ridurrebbe nel 2005 il fabbisogno complessivo di volume lordo di
discariche a:
(390.940) mc. – (12.580 x 50% + 12.690 x 50%) x 1.10 (margine) mc. ≈ 377.040 mc.
L'ipotesi più cautelativa da assumere nel periodo transitorio richiede quindi la disponibilità di una
volumetria complessiva pari a 400.000 mc., da suddividere potenzialmente tra i Comprensori
Ventimigliese (A) e Sanremese (B), e il Comprensorio Imperiese (C).
L’esame dei due scenari ipotizzati dimostra però l’opportunità in ogni caso di realizzare in tempi
rapidi i pianificati impianti di separazione secco-umido nella loro soluzione definitiva, in quanto:
- anche se sotto il profilo della necessità di volumetria di discarica le esigenze di
smaltimento di rifiuti trattati sono leggermente maggiori rispetto all’ipotesi di smaltimento
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 118
di rifiuti residuali (II° scenario: l’effetto positivo della riduzione dei volumi è parzialmente
vanificata dai minori pesi specifici delle frazioni di rifiuto separate e lavorate), sotto il
profilo della qualità ambientale (ridotte produzioni di biogas e percolato) e dei costi di
gestione e post gestione delle discariche, lo smaltimento di prodotti pressoché inertizzati è
certamente auspicabile;
- l’attivazione degli impianti di separazione secco-umido permetterebbe la ricerca di soluzioni
provvisorie fuori bacino per lo smaltimento della frazione secca in impianti di
termovalorizzazione autorizzati;
- è possibile organizzare soluzioni di stoccaggio provvisorio della frazione secca da riprendere
successivamente per l’invio ad impianto di termovalorizzazione, con conseguente recupero
di risorse oltre che di volumetrie di discarica;
- la frazione organica stabilizzata (“compost grigio”), se correttamente lavorata, potrebbe
trovare utilizzo in interventi di recupero ambientale sia presso gli attuali siti di discarica, sia
presso cave dismesse, con conseguente riduzione di necessità di volumi di discarica; in
questo senso i volumi di discarica precedentemente calcolati sono da considerare cautelativi.
Inoltre si segnala che:
- in data 14-08-2002 la società Idroedil S.r.l. ha presentato alla Provincia di Imperia il
progetto per la prosecuzione dell’attività di discarica controllata con recupero e
stabilizzazione della frazione organica fino a tutto dicembre 2005 per una volumetria di
circa 200.000 mc.;
- in data 23-02-2002 la società Ponticelli S.r.l. ha presentato alla Provincia di Imperia il
progetto di ampliamento della discarica per consentire lo smaltimento dei rifiuti residuali in
un nuovo lotto di discarica, previa lavorazione in impianto; la scadenza coinciderebbe con la
fine anno 2005 con una volumetria di circa 200.000 mc..
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 119
I due ampliamenti attualmente in fase di valutazione da parte degli enti preposti, garantirebbero di
coprire le necessità del periodo transitorio fino al completamento della pianificazione ed alla
realizzazione del sistema integrato.
In alternativa a tali discariche, anche nell'ottica di un futuro raccordo con la definitiva
pianificazione integrata, le esigenze di smaltimento nel periodo transitorio potrebbero essere
soddisfatte mediante l'anticipata realizzazione di discariche nei siti individuati dal presente piano
per il periodo "a regime" (vedasi paragrafo 5.6).
Come richiesto dalla Regione Liguria, è stata predisposta una graduatoria dei predetti siti sotto il
profilo della sostenibilità ambientale (vedasi paragrafo 9.6). Al riguardo, qualora si ritenesse di
avviare la realizzazione di una delle discariche di cui sopra, la Provincia ovvero, quando costituita,
l'Autorità d'Ambito provvederanno a individuare in maniera definitiva le priorità nella
localizzazione dei siti, tenuto anche conto della suddetta graduatoria di sostenibilità ambientale.
5.8 Sistema integrato della gestione rifiuti: situazione a regime
A partire dall’anno 2006, è previsto che il sistema della gestione integrata dei rifiuti vada a regime.
Saranno funzionanti ed operativi anche gli impianti di separazione secco-umido con stabilizzazione
e compostaggio della FORSU, oltre che il termovalorizzatore finale, e si presenterà quindi lo
scenario riepilogato nella successiva tabella per ciò che attiene le necessità future di fabbisogno di
volumi di discarica.
L’ipotesi tabulata si basa sulle seguenti assunzioni:
- ottenimento e mantenimento degli obiettivi minimi di legge prefissati per la raccolta
differenziata (35%);
- peso specifico medio degli scarti di selezione: 0,90 ton/mc (dato di letteratura);
- peso specifico medio delle frazioni di rifiuto trattate (frazione secca e organico stabilizzato)
pari a 0,75 t/mc (dato di letteratura);
- 50 % della frazione organica stabilizzata in uscita dagli impianti destinata a discarica, quindi
con parziale suo utilizzo in recuperi ambientali o bonifiche;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 120
- produzione annua totale di rifiuti urbani al netto del 50% di rifiuti speciali assimilabili agli
urbani (il restante 50% è conferito direttamente dai produttori).
I valori calcolati sono relativi alle necessità complessive della Provincia di Imperia dall’anno 2006
all’anno 2013; comprendendo il periodo transitorio, il calcolo tiene quindi conto della necessità di
volumi di discarica per un periodo temporale di 10 anni. Anche per il periodo a regime, al fine di
ottimizzare e bilanciare gli impianti e le discariche di supporto sul territorio provinciale, si prevede
la suddivisione dei Comuni appartenenti ai tre Comprensori (Ventimigliese (A), Sanremese (B), ed
Imperiese (C)) tra gli impianti stessi, così da avere necessità di trattamento e smaltimento pressoché
equivalenti.
La lettura dei dati di Tabella 5-6 evidenzia la seguente situazione:
- fabbisogno complessivo volume lordo di discariche al 2013:
(55.050 + 55.545 + 56.010 + 56.520 + 56.985 + 57.485 + 57.980 + 58.450) mc. +
margine del 10% ≈ 500.000 mc.
A partire dalla attivazione dell’intero sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani (2006) saranno
dunque destinate a discarica il 50 % della frazione organica stabilizzata, gli scarti di selezione dei
rifiuti indifferenziati e differenziati, le scorie e le ceneri del termovalorizzatore.
Nel caso in cui il 50% della frazione organica non trovasse ricollocazione in interventi di bonifica e
recupero ambientale, la volumetria complessiva di discarica necessaria nel periodo 2006-2013
sarebbe:
500.000 mc. + (6.400 + 6.460 + 6.515 + 6.570 + 6.630 + 6.690 + 6.745 + 6.800) mc. x 1.10
(margine) ≈ 558.000 mc.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Il sistema im
piantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 121
A
B
C
D
E F
G
H
I L
SMA
LTIMEN
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RIFIU
TI TRA
TTATI
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TI
“TAL Q
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LI”
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BITO
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(ton/anno)
RA
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EN-
ZIATA
(35% di B
)
(ton/anno)
RIFIU
TI RESID
UI
(65% di B
)
(ton/anno)
FRA
ZION
E SECC
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(t/anno)
FRA
ZION
E
OR
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A
STAB
ILIZZATA
(ton/anno)
RIFIU
TI RESID
UI:
SCA
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I SELEZION
E +
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TERM
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(ton/anno)
RIFIU
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SCA
RTI D
I SELEZION
E
(ton/anno)
VO
LUM
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LOR
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(RIFIU
TI TRA
TTATI
+ CO
PERTU
RA
GIO
RN
ALIER
A 10%
)
(50%F+G
+H) + 10%
(mc/anno)
VO
LUM
ETRIA
LOR
DA
(50% FR
AZIO
NE
OR
GA
NIC
A
STAB
ILIZZATA
+ CO
PERTU
RA
GIO
RN
ALIER
A 10%
)
(50%F) + 10%
(mc/anno )
2006 135.700
47.500 88.200
59.500 8.730
32.170 7.630
55.050 6.400
2007 136.900
47.900 89.000
60.040 8.810
32.460 7.700
55.545 6.460
2008 138.100
48.350 89.750
60.545 8.880
32.735 7.765
56.010 6.515
2009 139.300
48.750 90.550
61.085 8.960
33.030 7.835
56.520 6.570
2010 140.500
49.200 91.300
61.590 9.040
33.300 7.900
56.985 6.630
2011 141.700
49.600 92.100
62.130 9.120
33.590 7.970
57.485 6.690
2012 142.900
50.000 92.900
62.670 9.195
33.885 8.035
57.980 6.745
2013 144.100
50.450 93.650
63.175 9.270
34.160 8.100
58.450 6.800
Tabella 5-6: scenario della Provincia di Imperia relativam
ente alla necessità di volumi di discarica a regim
e fino all’anno 2013
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 122
5.9 Gestione dei rifiuti speciali e dei rifiuti inerti
Con riferimento al capitolo 6 del Volume I, al quale si rimanda per i dettagli, nelle seguenti tabelle
5-7 e 5-8 si riportano, per l’anno 1998 e 1999, i dati complessivi di produzione dei Rifiuti Speciali
suddivisi tra Rifiuti Speciali non pericolosi, Rifiuti Speciali pericolosi, e Rifiuti non meglio
specificati.
Produzione (ton.) Rifiuti Speciali non pericolosi 32.537,50 Rifiuti Speciali pericolosi 1.899,62 Rifiuto non specificato (codice CER formalmente errato) 1.049,75 TOTALE PRODUZIONE IN PROVINCIA DI IMPERIA 35.486,87
Tabella 5-7: Sintesi dei quantitativi dichiarati prodotti in Provincia di Imperia (anno 1998 – Fonte MUD ‘99)
Produzione (ton.) Rifiuti Speciali non pericolosi 23.207,36 Rifiuti Speciali pericolosi 1.634,31 Rifiuto non specificato (codice CER formalmente errato) 2.117,11 TOTALE PRODUZIONE IN PROVINCIA DI IMPERIA 26.985,79
Tabella 5-8: Sintesi dei quantitativi dichiarati prodotti in Provincia di Imperia (anno 1999 – Fonte MUD ‘00)
Alla luce della produzione annua complessiva di rifiuti speciali della Provincia di Imperia,
sostanzialmente limitata rispetto alle altre province liguri, sulla base delle indicazioni del Piano
Regionale e di quanto perseguito fino ad oggi, per lo smaltimento finale di tali rifiuti si prevedono
soluzioni centralizzate sovraprovinciali.
Per quanto riguarda i rifiuti inerti, l’Amministrazione Provinciale di Imperia, con Delibere n° 8 del
16/02/1998 e n° 57 del 30/06/2000, ha approvato ed adottato il “Progetto Obiettivo –
Individuazione siti per discariche di inerti” redatto dal Settore Pianificazione e Difesa del Territorio.
Il piano contiene la stima della produzione di inerti nella Provincia di Imperia per un periodo di 15
anni a partire dall’anno 1997. La previsione è stata calcolata, conformemente alle indicazioni del
Piano Regionale, sulla base della produzione di inerti conseguente alla realizzazione di grandi opere
stradali e ferroviarie (Aurelia bis, spostamento della linea ferroviaria, variante alla S.S. n° 28) e
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 123
sulla produzione teorica di inerti della popolazione residente. Lo studio, attualmente vigente,
contiene l’analisi per l’individuazione di siti idonei alla localizzazione di discariche per inerti,
indicando n° 19 siti potenziali ai quali si fa riferimento.
Nella tavola n. 18 del Volume III – Cartografia relativa al sistema integrato della raccolta
differenziata - sono inoltre rappresentate le zone non idonee alla localizzazione degli impianti di
gestione dei rifiuti redatta sulla base dei criteri indicati nel capitolo 8 del Piano Regionale.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati 124
6 Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati
6.1 Forme di gestione unitaria
Ai sensi dell’art. 23 del D. Lgs. 22/97 e s.m.i., le province assicurano all’interno degli ambiti
territoriali ottimali una gestione unitaria dei rifiuti urbani.
L’art. 23 del D. Lgs. 22/97 supera, in materia di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati avviati allo
smaltimento, il tradizionale livello comunale introducendo l’ambito territoriale ottimale entro il
quale deve essere svolto il servizio. L’ambito ottimale coincide di norma con il territorio
provinciale. La Legge Regionale 21 giugno 1999 n° 18, “Adeguamento delle discipline e
conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente, difesa del suolo ed energia”
stabilisce, all’art. 26, che gli ambiti territoriali ottimali (ATO) per l’organizzazione della gestione
dei rifiuti corrispondono al territorio delle province.
Altra novità introdotta dall’art. 23 del decreto legislativo sopra citato è il ruolo determinante
affidato alle province relativamente all’ambito territoriale ottimale ed alle modalità di cooperazione
fra i comuni compresi in ciascun ambito.
L’art. 27 della Legge Regionale 18/99, al comma 3, prevede che la provincia ratifichi la forma di
collaborazione tra i Comuni sulla base del pronunciamento di tanti comuni che rappresentino
almeno la metà più uno degli abitanti del territorio e la metà più uno dei comuni dell’ambito.
Per quanto riguarda la Provincia di Imperia, in data 07.02.2001 si è tenuta la Conferenza dei
Comuni per la costituzione dell’Ambito Territoriale Ottimale nella quale erano presenti n° 22
Comuni (rappresentativi di 162.524 abitanti su 213.587). In tale incontro tutti i presenti hanno
manifestato la volontà di scegliere, quale forma di cooperazione, la convenzione.
Con nota prot. n° 5.920 del 09.02.2001, la Provincia di Imperia ha trasmesso a tutti i Comuni il
verbale dell’incontro del 07.02.2001 invitando gli stessi a ratificare la decisione assunta in via
informale nella conferenza del 07.02.2001.
Nel periodo compreso tra il febbraio 2001 e il luglio 2001, n° 35 Comuni (vedasi Tabella 6-1) sui
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati 125
67 della Provincia di Imperia (per una popolazione rappresentata di 113.236 abitanti su 213.587)
hanno ratificato, come forma associativa, la convenzione.
Tabella 6-1
CCOOMMUUNNEE AATTTTOO NNUUMMEERROO EE DDAATTAA NNOOTTEE
Armo Delibera di Giunta 6 del 19.03.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Aurigo Delibera di Giunta 2 del 21.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Badalucco Delibera di Giunta 56 del 22.05.01 Scelta della convenzione
Bajardo Delibera di Giunta 32 del 06.04.01 Scelta della convenzione
Borgomaro Delibera di Giunta 28 del 02.04.01 Scelta della convenzione
Camporosso Delibera di Giunta 58 del 07.03.01
Caravonica Delibera di Giunta 10 del 28.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Castelvittorio Delibera di Giunta 13 del 14.03.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Ceriana Delibera di Giunta 22 del 27.03.01 Scelta della convenzione
Cervo Delibera di Giunta 34 del 09.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Chiusavecchia Delibera di Giunta 19 del 10.04.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Cipressa Delibera di Giunta 28 del 10.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Costarainera Delibera di Giunta 12 del 16.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Diano Castello Delibera di Giunta 03 del 22.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Diano Marina Delibera di Giunta 68 del 07.03.01 Rinvia la trattazione della pratica
Diano S. Pietro Delibera di Giunta 8 del 09.03.01 Scelta della convenzione
Lucinasco Delibera di Giunta 8 del 12.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Montalto Ligure Delibera di Giunta 48 del 23.05.01 Scelta della convenzione
Olivetta S. Michele Delibera di Giunta 55 del 29.05.01 Scelta della convenzione
Ospedaletti Delibera di Giunta 12 del 27.02.01 Scelta della convenzione
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati 126
CCOOMMUUNNEE AATTTTOO NNUUMMEERROO EE DDAATTAA NNOOTTEE
Pietrabruna Delibera di Giunta 2 del 24.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Pieve di Teco Delibera di Giunta 16 del 13.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Pigna Delibera di Giunta 36 del 12.03.01 Scelta della convenzione
Pornassio Delibera di Giunta 15 del 21.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Rezzo Delibera di Giunta 21 del 13.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Riva Ligure Delibera di Giunta 19 del 16.02.01 Scelta della convenzione
S. Bartolomeo Lettera Prot. 1718 del 09.02.01 Scelta della convenzione
San Biagio Delibera di Giunta 26 del 14.02.01 Scelta della convenzione
Sanremo Delibera di Consiglio 50 del 22.05.01 Scelta della convenzione. Richiesta di individuazione di sub-ambiti
Soldano Delibera di Giunta 29 del 27.02.01 Scelta della convenzione
Taggia Delibera di Consiglio 9 del 24.05.01 Scelta della convenzione
Triora Delibera di Giunta 17 del 16.02.01 Scelta della convenzione
Vallebona Delibera di Giunta 27 del 21.03.01 Scelta della convenzione
Vallecrosia Delibera di Giunta 14 del 21.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
Vessalico Delibera di Giunta 11 del 23.03.01 Ratifica del verbale del 07.02.01
L’articolo 23 del D. Lgs. 22/97 e s.m.i. non apporta novità sostanziali alle forme di gestione, che
restano quelle consentite dalla Legge 142/90 sull’ordinamento delle autonomie locali ed in
particolare quelle elencate dall’art. 22 della legge 142/90, sostituito dall’art. 113 del D. Lgs. 267/00
“Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”. Infatti, il comma 4 dell’art. 23 stabilisce
che i Comuni provvedono alla gestione dei rifiuti urbani mediante le forme, anche obbligatorie,
previste dalla Legge 8 giugno 1990 n° 142 come integrata dall’art. 12 della Legge 23 dicembre 1992
n° 498, ed il comma 5 stabilisce che le province coordinano sulla base della legge regionale adottata
ai sensi della legge 142/90 le forme e i modi di cooperazione tra gli enti locali ricadenti nel
medesimo ambito ottimale.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati 127
Importanti innovazioni in materia di assetto dei servizi pubblici sono state introdotte dall’art. 35
della Legge 448/01 (finanziaria 2002) che ha sostituito l’art. 113 Testo Unico ed ha introdotto l’art.
113 bis. Le novità introdotte dall’art. 35 della Legge 448/01 costituiscono, tuttavia, un quadro ancora
in movimento in attesa del regolamento attuativo che avrebbe dovuto essere emanato entro il 30
giugno 2002.
L’art. 35 distingue i servizi pubblici locali (definiti dall’art. 112 del Testo Unico come servizi che
hanno per oggetto la produzione di beni e attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo
sviluppo economico e civile delle comunità locali) in due categorie: servizi con rilevanza industriale
e servizi privi di rilevanza industriale.
Quanto alle forme di gestione dei rifiuti in ambito provinciale, le relative scelte non potranno che
essere adottate dall'A.T.O. sulla base della normativa vigente, valutando la possibilità di affidare il
servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani a soggetti pubblici ovvero a società a prevalente capitale
pubblico
Non è escluso, peraltro, che l'A.T.O., unifichi il modello gestionale, così innovando rispetto alla
situazione esistente.
Va, in ogni caso precisato che, al fine di contribuire a individuare un'efficiente organizzazione dei
segmenti della gestione dei rifiuti, la Provincia, nell'esercizio dei poteri di cui all'art. 24, comma 1,
lett. b), L.R. 18/1999, ha già attivato l'effettuazione di uno studio volto a individuare idonea/e
forma/e alternativa/e di gestione rispetto a quelle attuali, tenendo conto dei principi contenuti sia nel
D. Lgs. 22/1997, sia nell'art. 35 della Legge 448/2001.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 128
7 Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani
7.1 Premessa
I sistemi integrati di gestione dei rifiuti urbani sono costituiti da diverse fasi appartenenti al ciclo di
vita dei rifiuti che formano tra loro complesse interazioni.
La validità e la convenienza di tali sistemi può essere analizzata mediante una quantificazione dei
costi e degli aspetti ambientali ad essi collegati.
L’analisi degli aspetti economici della gestione dei rifiuti non è affatto semplice soprattutto quando,
oltre agli aspetti meramente finanziari, si prendono in considerazione anche quelli ambientali e
sociali.
Se si considerano unicamente i costi industriali, ovvero quelli sostenuti dalle aziende che svolgono
il servizio, è fuori dubbio che la gestione dei rifiuti impostata secondo i criteri del D. Lgs. n.
22/1997 determina, in generale, un incremento dei costi. Tale affermazione risulta essere ancor più
valida nel caso della incidenza della sola raccolta differenziata.
Dai dati di letteratura si stima infatti, che per una quota di raccolta differenziata pari al 35% vi
possa essere un incremento dei costi complessivi di raccolta fino al 60 %. Una corretta valutazione
deve considerare i costi del sistema di raccolta e trasporto (contenitori e veicoli speciali, stazioni di
trasbordo), i costi di trattamento per la trasformazione in materie seconde, i costi di
commercializzazione ed i guadagni per la vendita delle materie seconde. Quanto più differenziate
sono le componenti dei rifiuti raccolti separatamente, tanto più alti sono i costi del sistema di
raccolta e bassi i costi del trattamento, e viceversa. Si può anche dire che quanto più è comodo il
sistema per il cittadino, tanto più alti sono i costi di raccolta.
Temporaneamente i guadagni ricavati dalla vendita di determinate materie seconde possono
superare le spese di raccolta, trattamento e commercializzazione. Ciò si può verificare quando le
materie prime sul mercato internazionale sono più care, ed anche quando vengono raccolte modeste
quantità di materiali usati, in modo che la bassa offerta determina prezzi alti.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 129
In generale si deve dunque osservare che il bilancio puramente monetario del riciclaggio dei rifiuti
mediante raccolta differenziata può anche rivelare vantaggi modesti o nulli. Tuttavia si deve evitare
di trarre affrettate conclusioni negative, poiché esistono vantaggi che non possono essere facilmente
monetizzati, quali:
− il risparmio di materie prime e quindi di risorse naturali;
− una vita più lunga delle discariche esistenti;
− la riduzione delle emissioni dagli impianti di termodistruzione;
− la riduzione dei costi di smaltimento;
− l’eliminazione dello smaltimento ordinario dei rifiuti pericolosi;
− i benefici culturali e ambientali;
− ecc..
In definitiva, il riciclaggio serve a migliorare l’ambiente, e tutto ciò ha un costo che si deve pagare;
d’altra parte, il vantaggio monetario di soluzioni di smaltimento tradizionale si riduce
continuamente a motivo delle prescrizioni più severe, della scarsità dei siti disponibili, degli elevati
costi post-esercizio.
Si può anche affermare che, introducendo in forma generalizzata il riciclaggio dei rifiuti urbani
mediante raccolta differenziata, il bilancio complessivo dello smaltimento è destinato a migliorare
anche in termini monetari nella misura in cui migliora l’organizzazione e la pianificazione.
Nonostante i vantaggi ecologici e sociali della raccolta differenziata sopra indicati, si deve tendere a
ridurne i costi mediante le seguenti misure:
• i contenitori speciali dovrebbero essere collocati in modo da poter essere svuotati con un
impegno minimo di manodopera, pur tenendo conto anche di altri criteri (difesa dai rumori,
sicurezza del traffico, quadro paesistico, accessibilità per il pedone);
• numero, volume ed intervallo di vuotatura dei contenitori dovrebbero essere decisi in modo tale
che in ogni viaggio possano essere raccolte quantità il più elevato possibile di materiali,
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 130
evitando di lasciare contenitori pieni.
Nei conti economici della raccolta differenziata compare poi una variabile assai aleatoria, che può
influenzarli in misura determinante: il mercato dei materiali raccolti.
Dalla raccolta differenziata di tipo sistematico derivano con continuità rilevanti quantità di materiali
che devono essere correntemente immessi sul mercato. Una reazione alla riduzione della domanda
mediante la riduzione dell’offerta, per mantenere alti i prezzi, è difficilmente possibile. E’ in genere
preferibile assicurarsi il ritiro di tutti i materiali raccolti mediante contratti a lunga scadenza a prezzi
medi, rinunciando magari ai prezzi temporaneamente più alti.
In particolare, per quanto riguarda gli imballaggi, occorre tenere conto dei risultati della trattativa
tra il CONAI (Consorzio che raggruppa produttori e utilizzatori degli imballaggi) e l’ANCI
(rappresentante dei Comuni) per la determinazione del corrispettivo da versare ai Comuni stessi per
la raccolta differenziata. L’art. 23 della Legge n. 179 del 31/07/2002, inoltre ha apportato alcune
modifiche al D. Lgs. 22/97, eliminando l’obbligo del conferimento al servizio pubblico degli
imballaggi primari.
E’ utile ricordare che, per alcuni dei materiali ottenibili dal trattamento dei rifiuti orientato al
recupero, i mercati di riferimento sono tuttora “virtuali” come, del resto, sono virtuali le effettive
possibilità di utilizzazione e di riciclaggio nei processi produttivi.
La seguente analisi fa riferimento all’ipotesi più cautelativa sotto il profilo economico, ossia
all’ipotesi di realizzare il termovalorizzatore nella Provincia di Imperia. Il risultato dell’analisi
socio-economica di tale ipotesi dimostra ulteriormente l’auspicabilità della soluzione che preveda la
realizzazione di un unico termovalorizzatore al servizio di più ambiti sovraprovinciali.
Poiché il limite principale dell’ipotesi esaminata è il basso quantitativo di rifiuti prodotti dal
territorio della Provincia di Imperia sui quali ammortizzare i costi di impianto e di gestione dei
servizi, è certo che l’ampliamento del bacino comprendente anche i territori di altri ambiti
comporterebbe notevoli vantaggi sotto il profilo dei costi.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 131
7.2 I costi di investimento
Nella Tabella 7-1 sono illustrati i costi di massima di investimento che si prevede di sostenere per la
realizzazione di tutte le infrastrutture pianificate. Nelle analisi effettuate non si sono considerati gli
eventuali finanziamenti pubblici (vedasi ad esempio i finanziamenti DOCUP Obiettivo 2 Liguria
2000-2006) perché di difficile quantificazione in quanto fortemente dipendenti dal sito di
localizzazione degli impianti, dall’ente realizzatore, dal momento di realizzazione, e da altri fattori
attualmente non ipotizzabili. Le stesse considerazioni possono essere fatte anche per le spese di
acquisizione delle aree di localizzazione degli impianti, in quanto dipendenti dal periodo di
acquisizione, dalla localizzazione, ecc..
I costi delle infrastrutture di Piano sono stati differenziati rispettivamente in costi relativi alle opere
civili (O.C.), agli impianti (I.) e ai macchinari (M.); si è ritenuto opportuno effettuare questa
differenziazione per tenere conto dei diversi periodi di ammortamento delle strutture.
INFRASTRUTTURA NUMERO COSTO
UNITARIO [migliaia di Euro]
COSTO COMPLESSIVO [migliaia di Euro]
COSTO UNITARIO [milioni di Lire –
arrotondati]
COSTO COMPLESSIVO [milioni di Lire –
arrotondati] Aree ecologiche a supporto della raccolta differenziata 15 150 O.C. = 2250 290 O.C. = 4350
Biotrituratori mobili 2
40 M. = 80 78 M. = 156
Centri di Conferimento (N.B.: la stima tiene conto dell’attuale esistenza del centro di Camporosso, che dovrà comunque essere integrato e parzialmente riorganizzato; inoltre, seppur in parte già operativo, per il centro dell’ex mattatoio di Imperia si è considerata la sua realizzazione ex novo)
3 n° 2 = 335 n° 1 = 210
O.C. = 620 I. = 55 880 M. = 205
n° 2 = 650 n° 1 = 405
O.C. = 1200 I. = 107 1705 M. = 398
Centro di stoccaggio, separazione e nobilitazione, con smaltimento in discarica degli scarti di selezione
1
5150 O.C. = 3630 I.= 520 5150 M. = 1000
9972
O.C. = 7030 I.= 1006 9972 M. = 1936
Impianti di separazione secco-umido, con smaltimento in discarica degli scarti di selezione
2 1385 O.C. = 730 I. = 1820 2770 M. = 220
2680 O.C. = 1413 I. = 3525 5363 M. = 425
Impianti di stabilizzazione della FORSU, con smaltimento in discarica degli scarti di selezione e del 50% della FOS
2 1055 O.C. = 1240 I. = 695 2110 M. = 175
2043 O.C. = 2400 I. = 1346 4086 M. = 340
Impianti di compostaggio della FORSU, con smaltimento in discarica degli scarti di selezione
2 1940 O.C. = 1810 I. = 1290 3880 M. = 780
3755 O.C. = 3505 I. = 2498 7513 M. = 1510
Termovalorizzatore e smaltimento in discarica delle scorie e delle ceneri 1
37500
O.C. = 9000 I. = 24500 37500 M. = 4000
72610
O.C. = 17425 I. = 47440 72610 M. = 7745
Discariche fino al 2013 - 2.580 O.C. = 2.580 4.995 O.C. = 4.995 Totale 57.200 110.750
Tabella 7-1 Costi d'investimento per la realizzazione delle infrastrutture e impianti a supporto del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani della Provincia di Imperia
L’investimento complessivo è dunque pari a circa 57.200.000 Euro, di cui 37.500.000 Euro (circa il
66%) per il solo termovalorizzatore
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 132
Al totale così calcolato è necessario aggiungere gli investimenti delle attività promozionali e di
informazione, che è possibile quantificare nell’ordine del 1÷1.5% degli investimenti complessivi.
Di conseguenza l’investimento complessivo è stimabile nell’ordine di 58.000.000 Euro.
Nei costi di investimento non sono state considerate le voci relative all’acquisto delle campane
stradali ovvero dei mezzi a supporto della raccolta differenziata per i Comuni minori poiché si
ritiene conveniente, ancor più in questa fase in cui la gestione dei rifiuti urbani è soggetta ad ampi e
veloci mutamenti tecnologici e legislativi, ipotizzare il pagamento di un canone di locazione.
7.3 I costi di costruzione e di gestione
L’analisi dei costi di costruzione e di gestione è stata effettuata, per ciascuno degli impianti previsti,
considerando gli oneri di ammortamento nonché i costi vivi di gestione. Per i primi, la quota di
ammortamento annua è stata considerata adottando le seguenti ipotesi:
� Periodo di ammortamento opere civili: 33 anni
� Periodo di ammortamento impianti: 10 anni
� Periodo di ammortamento macchinari: 7 anni
� Tasso di interesse 8%
� Manutenzione ordinaria e degli impianti, escludendo eventi accidentali di grande rilevanza, ecc.
• Aree ecologiche (n° 15)
Costi medi per ciascuna area ecologica
Personale: 30.0 mila Euro
Manutenzione e consumi: 5.5 mila Euro
Ammortamento: 4.5 mila Euro
Totale: 40.0 mila Euro
Presso le aree ecologiche si ipotizza vengano conferiti gli sfalci pubblici e privati, i rifiuti
ingombranti e i beni durevoli, il legno e circa il 20% dell’intera quantità di carta, plastica, vetro
raccolti in modo differenziato.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 133
La quantità totale di frazioni che quindi si ipotizza vengano conferite presso le aree ecologiche
dell’intera Provincia di Imperia risulta essere pari a circa 15.000 ton.
Il costo unitario annuo che si ottiene è dunque pari a circa 0.040 Euro/kg (pari a circa 77 £/kg).
• Centri di conferimento (n° 3)
Costo medio per ciascun Centro di Conferimento
Personale, manutenzione e consumi (incluso biotrituratori) 178.0 mila Euro
Ammortamento (incluso biotrituratori): 22.0 mila Euro
Totale: 200.0 mila Euro
La quantità totale di materiale che, annualmente, viene conferita al Centro di Conferimento risulta,
a livello provinciale, pari a 128.000 ton (l’intera produzione di rifiuti urbani, ad eccezione della
frazione organica raccolta in modo differenziato che in questo caso si considera inviata direttamente
all’impianto di compostaggio)1.
Il costo unitario che si ricava è pari, quindi, a circa 0.0047 Euro/kg (pari a circa 9 £/kg)..
• Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n°1)
Personale: 950.0 mila Euro
Manutenzione e consumi: 740.0 mila Euro
Ammortamento: 310.0 mila Euro
Totale: 2000.0 mila Euro
Considerando che, annualmente, l’impianto deve trattare circa 33.000 ton di multimateriale,
ingombranti, carta e cartone, il costo unitario di trattamento è pari a circa 0.0606 Euro/kg (pari a
circa 117 £/kg).
• Raccolta differenziata presso i Comuni minori
Costo di gestione di 8 automezzi con 1 operatore: 600.0 mila Euro
1 Si ricorda che, al fine di razionalizzare i trasporti (e quindi i relativi costi), nel Centro di Conferimento è prevista una
stazione di trasferimento dei rifiuti indifferenziati. Tale procedura, molto probabilmente, non verrà attuata per il
Comprensorio Sanremese (B), nel caso in cui l’impianto di trattamento e smaltimento, sia realizzato in questo
Comprensorio. A titolo cautelativo, nella presente analisi dei costi quest’ultima eventualità non è stata presa in
considerazione.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 134
Considerando che la quantità di materiale che si prevede di recuperare è pari a circa 4.000 ton/anno,
il costo unitario è pari a circa 0.15 Euro/kg (pari a circa 290 £/kg).
• Impianti di separazione secco-umido (n°2)
Costo medio per ciascun impianto
Personale, manutenzione e consumi (costi di gestione): 570.0 mila Euro
Ammortamento: 120.0 mila Euro
Totale: 690.0 mila Euro
Considerando che, annualmente, ogni impianto deve trattare circa 44.100 ton di rifiuti
indifferenziati, il costo unitario di trattamento è pari a 0.0156 Euro/kg (pari a circa 30 £/kg)..
• Impianti di stabilizzazione della FORSU (n°2)
Costo medio per ciascun impianto
Personale, manutenzione e consumi (costi di gestione): 200.0 mila Euro
Ammortamento: 130.0 mila Euro
Totale: 330.0 mila Euro
Considerando che, annualmente, ogni impianto deve trattare circa 9.500 ton di FORSU selezionata,
il costo unitario di trattamento è pari a 0.035 Euro/kg (pari a circa 67 £/kg)..
• Impianti di compostaggio della FORSU (n°2)
Costo medio per ciascun impianto
Personale, manutenzione e consumi (costi di gestione): 210.0 mila Euro
Ammortamento: 295.0 mila Euro
Totale: 505.0 mila Euro
Considerando che, annualmente, ogni impianto deve trattare circa 7.340 ton di FORSU selezionata,
il costo unitario di trattamento è pari a 0.0688 Euro/kg (pari a circa 133 £/kg).
• Impianto di termovalorizzazione (n°1)
Personale, manutenzione e consumi (costi di gestione): 4420.0 mila Euro
Ammortamento: 3300.0 mila Euro
Introiti da vendita di energia (prezzo di mercato) - 1600.0 mila Euro
Totale senza vendita di energia: 7720.0 mila Euro
Totale con vendita di energia: 6120.0 mila Euro
Considerando che, annualmente, l’impianto deve trattare circa 59.500 ton di frazione secca, il costo
unitario di trattamento è pari a circa 0.130 Euro/kg (pari a circa 251 £/kg) nel caso non venga
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 135
venduta l’energia prodotta, circa 0.103 Euro/kg (pari a circa 199 £/kg) nel caso di vendita
dell’energia prodotta.
7.4 Analisi costi-benefici del sistema di gestione dei rifiuti urbani
La valutazione dei benefici indotti dal sistema di gestione dei rifiuti urbani proposto in questo Piano
è soggetta alle tipiche difficoltà che insorgono nella valorizzazione dei beni immateriali quali la
“qualità ambientale” o la “consapevolezza ambientale”.
In questa sede ci si è limitati a valutare i benefici conseguenti dall’attuazione del Piano sulla base
dei seguenti elementi:
− risparmio sui costi di smaltimento;
− risparmio sui costi di raccolta e trasporto.
L’analisi dei costi è stata eseguita con riferimento a un quantitativo di rifiuto “tal quale” prodotto
sul territorio provinciale equivalente nei due scenari ipotizzati (situazione ante Piano e situazione
Piano a regime).
Per la situazione ante Piano, i costi unitari di raccolta dei rifiuti “tal quali” applicati sono stati
desunti analizzando criticamente l’indagine di mercato eseguita attraverso la campagna di
monitoraggio, mentre per i costi unitari di smaltimento si sono assunte le tariffe più recenti
applicate dalle società che gestiscono attualmente le due discariche autorizzate in Provincia di
Imperia.
Per la situazione del Piano a regime, i costi unitari di trattamento nei vari impianti sono stati ottenuti
dividendo i rispettivi costi annui di ammortamento e gestione per la quantità di materiale trattata
(vedasi punto 7.3), verificate criticamente con esperienze maturate in altre analoghe realtà nazionali
ovvero attraverso indagini di mercato. I quantitativi assunti per le frazioni merceologiche raccolte in
maniera differenziata sono quelli ottenuti applicando alla produzione complessiva di rifiuti urbani le
percentuali di raccolta delle varie frazioni indicate nel capitolo 3.
Inoltre, per la frazione vetro, in entrambe le situazioni è stato assunto un costo nullo di raccolta in
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 136
quanto approssimativamente compensato dal ricavo ottenuto dal riciclo delle diverse frazioni.
Per lo smaltimento delle parti non recuperabili, alle quantità degli scarti provenienti dalla selezione
dei rifiuti differenziati e residui e alle quantità delle scorie e delle ceneri prodotte dal
termovalorizzatore sono state applicati valori di letteratura valutati in maniera critica.
I risultati dell’analisi sono illustrati nella seguente Tabella 7-2.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistem
a di gestione integrata dei rifiuti urbani 137
Tabella 7-2 Analisi dei costi del sistema di gestione dei rifiuti urbani della Provincia di Im
peria
AN
TE PIANO
PIAN
O A R
EGIM
E
Quantità
Costo unitario 1
Costo annuo 1
Costo unitario 2
Costo annuo 2
Quantità
Costo unitario
Costo annuo
t/anno
£/kg M
ilioni£ £/kg
Milioni£
t/anno £/kg
Milioni£
22.391
22.391
25.165 R
esiduo 120.628
165 19.904
165 19.904
88.200 165
14.553 R
accolta differenziata (dei Com
uni maggiori, per piano a regim
e) 15.072
0
43.470
Vetro
3.079 165
508 165
508 989
0 0
Multim
ateriale 0
0 0
0 0
11.000 165
1.815 C
arta e cartone 3.630
165 599
165 599
15.015 242
3.634 Plastica
442 165
73 165
73 515
242 125
Organico putrescibile
0 0
0 0
0 7.460
400 2.984
Verde 3.667
165 605
165 605
6.319 242
1.529 Legno
725 165
120 165
120 1.403
242 340
Metalli
2.410 165
398 165
398 358
242 87
Tessili, pelli, cuoio 0
165 0
165 0
98 242
24 Batterie e pile
76 165
13 165
13 71
242 17
Farmaci scaduti
7 165
1 165
1 71
242 17
Inerti 0
0 0
0 0
171 242
41 Altro
1.036 165
171 165
171
0
0
1.169
Raccolta differenziata (dei C
omuni m
inori, per piano a regime)
4.030
Vetro \
\ \
\ \
761 290
221 C
arta e cartone \
\ \
\ \
1.685 290
489 Plastica
\ \
\ \
\ 395
290 115
Verde \
\ \
\ \
701 290
203 Legno
\ \
\ \
\ 159
290 46
Metalli
\ \
\ \
\ 282
290 82
Tessili, pelli, cuoio \
\ \
\ \
12 290
3 Batterie e pile
\ \
\ \
\ 8
290 2
Farmaci scaduti
\ \
\ \
\ 8
290 2
Inerti \
\ \
\ \
19 290
6
2) RIC
ICLAG
GIO
0
0
3.621 Trasporto (30 km
) 15.072
\ \
\ \
47.500 6
285 Vetro
3.079 \
\ \
\ 1.750
0 0
Multim
ateriale 0
\ \
\ \
11.000 117
1.287 C
arta e cartone 3.630
\ \
\ \
16.700 117
1.954 Plastica
442 \
\ \
\ 910
9 8
Organico putrescibile
0 \
\ \
\ \
\ \
Verde 3.667
\ \
\ \
7.020 9
63 Legno
725 \
\ \
\ 1.562
9 14
Metalli
2.410 \
\ \
\ 640
9 6
Tessili, pelli, cuoio 0
\ \
\ \
110 9
1 Batterie e pile
76 \
\ \
\ 79
9 1
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistem
a di gestione integrata dei rifiuti urbani 138
Farmaci scaduti
7 \
\ \
\ 79
9 1
Inerti 0
\ \
\ \
190 9
2 Altro
1.036 \
\ \
\
3) C
OM
POSTAG
GIO
2.070 Trasporto (40 km
)
14.680 8
117 Trattam
ento
14.680 133
1.952 C
onferimento com
post a utenze/utile
5.870 0
0
4) SEPARAZIO
NE SEC
CO
-UMID
O E STAB
ILIZZAZION
E UMIDO
4.615
Trasporto (40 km)
88.200
8 706
Separazione secco-umido
88.200
30 2.646
Stabilizzazione frazione organica
18.850 67
1.263 C
onferimento FO
S per recuperi ambientali e bonifiche/utile
4.365
0 0
5) TER
MO
VALOR
IZZAZION
E
12.317 Trasporto (40 km
)
59.500 8
476 Trattam
ento
59.500 251
14.935 Vendita energia
59.500
-52 -3.094
6) SM
ALTIMEN
TIO IN
DISC
ARIC
A
25.030
27.744
7.105 R
esiduo 120.628
207,5 25.030
230 27.744
0 140
0 Scarti da riciclaggio
3.285
140 460
Scarti da compostaggio
4.345
140 608
Scarti da separazione secco-umido
9.850
140 1.379
Scarti da stabilizzazione umido
4.470
140 626
FOS (50%
)
4.365 140
611 Scarti da term
ovalorzzazione (scorie)
14.875 160
2.380 Scarti da term
ovalorizzazione (ceneri)
2.975 350
1.041
QU
ANTITA' TO
TALE RIFIU
TI SOLID
I UR
BANI
135.700
135.700
QU
ANTITA' TO
TALE RIFIU
TI RESID
UI
120.628
88.200
QU
ANTITA' TO
TALE RAC
CO
LTA DIFFER
ENZIATA
15.072
47.500
% R
D
11,11
35,00
CO
STO C
OM
PLESSIVO (M
ilioni£)
47.421
50.135
56.061 C
OSTO
UN
ITARIO
(£/kg)
349
369
413
C
OSTO
ADD
IZION
ALE TOTALE 1 (M
ilioni£)
8.641 C
OSTO
ADD
IZION
ALE TOTALE 2 (M
ilioni£)
5.926 C
OSTO
CO
MPLESSIVO
(MigliaiaEuro)
24.490,76
25.892,49
28.953,23
CO
STO U
NITAR
IO (Euro)
0,18
0,19
0,21
CO
STO AD
DIZIO
NALE TO
TALE 1 (MigliaiaEuro)
4.462,47
CO
STO AD
DIZIO
NALE TO
TALE 2 (MigliaiaEuro)
3.060,74
SCO
STAMEN
TO %
DA SITU
AZION
E ATTUALE 1
18,2
SCO
STAMEN
TO %
DA SITU
AZION
E ATTUALE 2
11,8
N
OTE: L'analisi dei costi è stata eseguita con riferim
ento a un quantitativo di rifiuto "tal quale" prodotto in Provincia equivalente per i due scenari
L'analisi dei costi è stata eseguita in lire; in fondo sono riportate le conversioni in Euro
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 139
I risultati ottenuti attraverso l’analisi dovranno essere verificati nel momento in cui tutti i costi
unitari non saranno più “virtuali” e quando saranno noti i risultati della trattativa tra il CONAI e
l’ANCI per la determinazione del corrispettivo da versare ai Comuni stessi per la raccolta
differenziata degli imballaggi. E’ utile, infine, sottolineare che la pianificazione genererà evidenti
vantaggi ambientali e sociali quali, ad esempio, il risparmio di materie prime e quindi di risorse
naturali, l’eliminazione dello smaltimento ordinario dei rifiuti pericolosi e i benefici culturali.
L’analisi eseguita, con riferimento alle recenti tariffe di smaltimento applicate, comporta un
incremento dei costi complessivi tra la situazione Ante piano e quella con Piano a regime,
rispettivamente pari a circa 4.462 migliaia di Euro, circa il 18.0%, e pari a circa 3.060 migliaia di
Euro, circa il 12.0%. Il risultato dell’analisi dimostra ulteriormente l’auspicabilità della soluzione
che preveda la realizzazione del termovalorizzatore al servizio di più ambiti.
Nella valutazione dei costi si dovrà tenere conto che, come definito dall’articolo 23, comma e) della
L. 179/02, il regime di privativa previsto dal comma 1 dell’articolo 21 del D. L.gs. 22/97, dal 1°
gennaio 2003 non si applicherà più relativamente alle attività di recupero dei rifiuti urbani e
assimilati.
Inoltre, si potrà tenere conto della Deliberazione della G. R. n. 191 del 08/03/2002 ”Approvazione
del regolamento di attuazione dell’articolo 40 della L.R. 18/99 inerente l’applicazione dell’onere di
servizio ad alcune tipologie di rifiuti” che regolamenta l’individuazione delle tipologie di impianti
di gestione rifiuti per i quali è dovuto un onere di servizio annuale da parte dei gestori degli impianti
ai Comuni ove tali impianti sono situati.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 140
8 Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti
8.1 Introduzione
L’articolo 22 del D. Lgs 22/97 e le successive modifiche ed integrazioni prevede che vengano
indicati i criteri per la localizzazione degli impianti di gestione o smaltimento dei rifiuti, e
specificatamente:
• le condizioni ed i criteri tecnici in base ai quali, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia,
gli impianti per la gestione dei rifiuti, ad eccezione delle discariche, possono essere localizzati
nelle aree destinate ad insediamenti produttivi;
• i criteri per l’individuazione, da parte delle Province, delle aree non idonee alla localizzazione
degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, nonché per l’individuazione dei luoghi o
impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti.
Sulla base dei criteri sotto esposti, è compito delle Province individuare localizzazioni di dettaglio
per gli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti, tenendo altresì in debito conto le indicazioni del
Piano di Coordinamento di cui all’art. 20 della L. 267/00. Le Province devono indicare inoltre le
aree idonee e non idonee del loro territorio per la realizzazione dei restanti impianti di gestione
rifiuti.
L’approccio metodologico che si intende utilizzare per individuare i criteri di localizzazione come
richiesto dall’art. 22 del D. Lgs. 22/97 è supportato dai numerosi studi che la Regione ha nel tempo
intrapreso per individuare i siti idonei all’insediamento di impianti per lo smaltimento dei rifiuti.
Il procedimento di individuazione di siti idonei (e non) attraverso la sovrapposizione di cartografie
tematiche escludenti, è già stato a suo tempo utilizzato per la redazione del “Piano Regionale di
organizzazione dei servizi di smaltimento” approvato con deliberazione n. 145 del 29/12/1992,
nonché per il “Progetto integrato per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nell’ambito della
Provincia di Imperia” e per l’individuazione dei siti idonei per l’insediamento degli autodemolitori.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 141
I criteri vengono fissati prendendo in considerazione i diversi fattori che evidenziano il grado di
fattibilità degli interventi, ed in particolare:
• fattori escludenti che precludono la localizzazione di impianti;
• fattori penalizzanti che rendono necessari ulteriori approfondimenti per valutare la
realizzabilità degli interventi in relazione agli specifici usi del suolo e alle caratteristiche
morfologiche dell’area specialmente nell’ambito della stesura di cartografie con differenti gradi
di suscettività alla localizzazione;
• fattori preferenziali che per le loro caratteristiche intrinseche dovrebbero favorire la
realizzazione degli impianti.
Si ritiene altresì necessario riportare le principali definizioni in quanto utili per meglio comprendere
i successivi criteri.
• impianto di gestione dei rifiuti: il D. Lgs. 22/97 intende per “gestione” la raccolta, il trasporto, il
recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni nonché il
controllo delle discariche e degli impianti di smaltimento dopo la chiusura; dalla definizione si
può evincere che per impianto di gestione si intendono tutti i sistemi di smaltimento e recupero
dei rifiuti, definitivo e non, tra gli altri le discariche e gli inceneritori;
• impianto di smaltimento dei rifiuti: operazioni previste nell’allegato B del D. Lgs. 22/97;
• impianto di recupero dei rifiuti: operazioni previste nell’allegato C del D. Lgs. 22/97.
Nella individuazione dei siti destinati ai differenti impianti tecnologici della pianificazione
provinciale si è dunque fatto riferimento ai criteri del seguito riportati.
8.2 Criteri generali
L’inserimento in zone a destinazione produttiva (Industriale o Artigianale) o finalizzate ad Impianti
Tecnologici degli impianti di gestione e trattamento dei rifiuti, ad esclusione delle discariche, è
ritenuto criterio preferenziale di localizzazione.
E’ dunque possibile la localizzazione in zone diverse da quelle destinate ad attività produttive o ad
impianti tecnologici tenendo conto dei criteri individuati al successivo paragrafo 8.4.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 142
Al di là delle procedure di valutazione dell’impatto ambientale, che devono essere seguite nei casi
previsti per legge, lo strumento operativo da adottarsi può essere rappresentato dallo studio organico
d’insieme da approvarsi contestualmente al progetto dell’impianto stesso, secondo quanto già
previsto dalle norme di attuazione del vigente PTCP (art. 84 e 85).
In linea generale si può affermare pertanto che le nuove localizzazioni dovrebbero interessare le
zone che gli strumenti urbanistici in vigore hanno destinato agli impianti produttivi o agli impianti
tecnologici.
Pare opportuno fare osservare come la compresenza di funzioni commerciali congiuntamente
all’artigianato o all’industria, non deve essere vista come fattore di incompatibilità ma, al contrario,
soprattutto per gli impianti di conferimento selettivo, come un vantaggio in termini di minori oneri
per il conferimento e come una ulteriore garanzia per la qualità dell’impianto.
Ove non sia possibile localizzare gli impianti di recupero e smaltimento nelle zone di cui sopra,
nonché individuare siti idonei alla realizzazione di discariche, dovranno essere ricercate zone che
rispettino i requisiti indicati dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico che, agli Art. 83, 84
e 85 delle Norme di Attuazione, stabilisce che impianti di trattamento dei rifiuti e discariche
possono essere realizzati in aree che non siano soggette al regime normativo “Conservazione” per
qualsiasi assetto considerato, né in quelle soggette al regime di “Mantenimento” che siano al
contempo ricomprese in un sistema di aree di interesse naturalistico ambientale.
Per quanto concerne la possibilità di localizzare impianti per la gestione dei rifiuti nelle zone
agricole, occorrerà effettuare una valutazione caso per caso in ordine a:
- presenza di idonee condizioni di stabilità;
- condizioni di degrado paesistico superabili o attenuabili con la realizzazione dell’impianto;
- interferenze alle visuali più ricorrenti dai percorsi storici ovvero da quelli che rivestono
interesse sotto il profilo turistico;
- possibilità di attuare interventi correttivi e mitigazioni;
- condizioni progettuali ed operative per il ripristino del sito alla cessazione dell’attività.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 143
8.3 Criteri per l’inserimento degli impianti di gestione rifiuti in aree produttive o destinate ad
impianti tecnologici.
8.3.1 Fattori escludenti
Non sono idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento:
1) zone di “Conservazione” come definite dal PTCP o di “Mantenimento” ove comprese nei
sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani
(PU) e valori d’immagine (IU);
2) le aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione
ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L. R.
9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela
degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1);
3) le aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile
(200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle
caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del D.P.R. 236/88 e successive modifiche e
integrazioni;
4.1) le aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio
redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993;
4.2) le aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina
delle attività di protezione civile in ambito regionale”;
4.3) le aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei
provvedimenti regionali attuativi del D. L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del
rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione
Campania” convertito con Legge 267/98 e successive modificazioni;
5) le aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti,
cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti, e siti di importanza storica e paesistica.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 144
8.3.2 Fattori penalizzanti
Si intendono fattori penalizzanti:
1) zone sottoposte al regime normativo dal “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che
vegetazionale come da art. 64 e 71 del PTCP;
2) aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L. R. 14/90 relativamente alla
localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle
discariche;
3) aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per
l’approvvigionamento idropotabile;
4) zone gravate da usi civici.
5) zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di
comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica;
8.3.3 Fattori preferenziali
Devono essere favorite le localizzazioni degli interventi in zone destinate dagli strumenti urbanistici
ad attività produttive o impianti, e quindi dotate delle pertinenti condizioni in termini di
accessibilità, servizi e compatibilità paesistica.
In generale la localizzazione ottimale deve garantire le seguenti condizioni:
1) aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad
impianti tecnologici;
2) dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile,
disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati;
3) baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con
l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto;
4) inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave
dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone
definite dal PTCP come TRZ e, in subordine Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 145
5) affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione;
6) idonea distanza da edifici residenziali;
7) zone con aree di contorno all’impianto di dimensioni tali da permettere la realizzazione di
opere di mitigazione.
8.4 Criteri per l’individuazione delle aree funzionali alla localizzazione degli impianti di
smaltimento e recupero dei rifiuti – insediamenti in aree non industriali.
8.4.1 Fattori escludenti
Non sono idonei alla localizzazione degli impianti, tra cui le discariche, le zone con le
caratteristiche fisiche ed urbanistiche di cui al precedente punto 8.3.1; relativamente alla
realizzazione delle discariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C, si aggiungono le aree
carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L. R. 14/90, che nel paragrafo precedente
erano considerati come fattori penalizzanti.
8.4.2 Fattori penalizzanti
Costituiscono fattori penalizzanti alla localizzazione degli impianti, tra cui le discariche, le zone che
presentano caratteristiche fisiche ed urbanistiche simili a quelle riportate nel punto relativo ai
“Fattori penalizzanti” relativo ai “Criteri per l’inserimento degli impianti di gestione rifiuti in aree
produttive o destinate ad impianti tecnologici” (punto 8.3.2).
8.4.3 Fattori preferenziali
Nell’ambito delle zone non individuabili nel precedente paragrafo 8.3 relativo ai “Criteri per
l’inserimento degli impianti di gestione rifiuti in aree produttive o destinate ad impianti tecnologici”
e pertanto non destinabili urbanisticamente a Zona Produttiva o ad Impianti Tecnologici,
costituiscono fattori preferenziali per la localizzazione degli impianti e delle discariche gli stessi
fattori precedentemente individuati al già citato paragrafo (punto 8.3.3).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 146
8.5 Criteri integrativi per le singole tipologie di impianto
In aggiunta a quanto precedentemente indicato, vengono di seguito stabiliti i fattori escludenti,
penalizzanti e preferenziali specifici per le singole tipologie di impianto.
8.5.1 Discariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C
8.5.1.1 Fattori escludenti
1) Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L. R. 14/90 (come già indicato al
punto 8.4.1).
2) Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per
approvvigionamento idropotabile.
3) Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo
“centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71 è delimitato, per
ciascun centro o nucleo abitato, dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate
con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri
edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di
urbanizzazione.
8.5.1.2 Fattori penalizzanti
1) Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione,
fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc)
2) Aree agricole di pregio quali le culture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in
terre irrigue.
3) Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc) tali
da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il
tombinamento dei corpi idrici superficiali.
8.5.1.3 Fattori preferenziali
1) Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti
etc.).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 147
2) Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimazione delle acque esclusivamente
mediante opere superficiali.
3) Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate e non più
in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa
(argilliti, argilloscisti ecc.).
8.5.2 Discariche di 2° categoria tipo A per inerti
8.5.2.1 Fattori penalizzanti
1) Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90.
2) Aree agricole di pregio quali le culture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in
terre irrigue.
3) Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc) tali
da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente il
tombinamento dei corpi idrici superficiali.
8.5.2.2 Fattori preferenziali
1) Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimazione delle acque esclusivamente
mediante opere superficiali.
2) Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave dimesse.
3) Tra le cave dismesse dovranno essere privilegiate quelle presenti nelle aree di affioramento di
rocce ofiolitiche (rocce verdi) come individuate nel “Piano di protezione dell’ambiente dai
pericoli derivanti dall’amianto” approvato con deliberazione del Consiglio Regionale 105/96.
8.5.3 Impianti di termoutilizzazione
Si riportano i criteri di scelta per la eventuale localizzazione sul territorio provinciale di impianti di
termoutilizzazione.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 148
8.5.3.1 Fattori penalizzanti
1) Condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove
condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza.
8.5.3.2 Fattori preferenziali
1) Zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse;
2) Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale;
3) Sostituzione di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al
fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente;
4) Impianti di termodistruzione già esistenti;
5) Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed energia.
8.5.4 Impianti a tecnologia complessa
Si riportano i criteri di scelta per la eventuale localizzazione sul territorio provinciale di impianti a
tecnologia complessa, tra cui i termoutilizzatori.
8.5.4.1 Fattori escludenti
1) Aree con presenza di “centri edificati”, che non possono garantire il permanere di una fascia
di rispetto di almeno 100 metri fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi
(verificare per gli impianti che implicano un’aia di maturazione esterna). Nel caso in cui gli
impianti prevedono un’aia di maturazione esterna, tale distanza dovrà essere adeguatamente
aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 metri. Il centro edificato, come
definito dalla Legge 865/71 è delimitato, per ciascun centro o nucleo abitato, dal perimetro
continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono
essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne,
anche se interessate dal processo di urbanizzazione.
8.5.4.2 Fattori penalizzanti
1) Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per
approvvigionamento idropotabile e aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della
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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 149
L.R. 14/90, se il sedime dell’impianto delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta
impermeabilizzato artificialmente.
8.5.4.3 Fattori preferenziali
1) Zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse;
2) Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio.
8.5.5 Centri di Conferimento per la raccolta differenziata
8.5.5.1 Fattori preferenziali
Al fine di indirizzare le attività di progettazione e realizzazione dei Centri di Conferimento, si
individuano i seguenti criteri:
• i centri devono essere concepiti come strutture al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le
fasce territoriali di entroterra, con alta frammentazione amministrativa;
• la realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità
Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse
fanno capo;
• l’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di
trattamento del materiale congruente con gli obiettivi della raccolta differenziata indicati nel D.
Lgs. 22/97;
• luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi
pubblici di richiamo della popolazione;
• l’impianto deve avere buona accessibilità.
8.6 Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità di localizzazione degli impianti nei
siti proposti
Con riferimento al contenuto del capitolo 8 del Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Liguria,
l’indirizzo adottato per analizzare la possibile localizzazione degli impianti si basa su alcuni
principi fondamentali che tengono conto dei seguenti aspetti socio-economici:
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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 150
• salvaguardia ambientale, basata sul concetto del minimo impiego di risorse territoriali e
paesistico-ambientali, con particolare attenzione per le aree già compromesse o degradate dal
punto di vista ambientale, sociale ed economico, tenuto conto della particolare morfologia del
territorio ligure di ponente e nella fattispecie della provincia imperiese, dove al mare si
succedono immediatamente la collina e la montagna;
• l’impiego, subordinatamente a miglioramenti tecnologici e impiantistici, di aree attualmente già
utilizzate per le stesse finalità, dove in passato sono stati già impiegati finanziamenti pubblici e
risorse tecnologiche;
• riconversione di siti attualmente compromessi o degradati, che da aree improduttive
passerebbero ad aree produttive oggetto di opere di recupero ambientale, con conseguente
beneficio anche a livello sociale in quanto si tutelerebbe l’ambiente non antropizzato,
l’immagine del paesaggio, l’igiene e la salute degli abitanti;
• impiego di siti ubicati in aree prossime alla viabilità principale e attualmente già serviti da
strade di accesso idonee o potenzialmente idonee a seguito di impiego di risorse economiche
contenute;
• localizzazione in siti nei quali sono già previsti dagli strumenti di programmazione interventi di
miglioramento, messa in sicurezza e riqualificazione ambientale (arginature, regimentazioni
idrauliche, ecc) che prescindono dalla realizzazione o meno degli impianti di trattamento rifiuti;
• l’adozione di scelte progettuali che mirino al corretto inserimento ambientale, e in particolare
all’impiego di opere di mitigazione visiva.
L’applicazione dei principi esposti nella localizzazione dei siti di impianto, rende il Piano
Provinciale anche strumento applicativo di recupero dell’ambiente e di contenimento delle risorse
economiche, privilegiando il riutilizzo alla ricerca e all’impiego di nuove risorse.
Il sistema, così come pianificato, è caratterizzato sia da un fabbisogno di trattamento che da un
fabbisogno di smaltimento finale dei rifiuti urbani prodotti nell’ambito territoriale ottimale
coincidente con il territorio provinciale.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 151
Le tipologie di impianto di trattamento e di smaltimento necessarie, sono state suddivise in base alla
classificazione dei rifiuti che vanno a trattare o a ricevere per lo smaltimento finale, come di seguito
indicato:
A) Impianti per la gestione di Rifiuti Solidi Urbani e Assimilabili agli Urbani
1. Centro di conferimento (n° 3 ; 1 per ogni Comprensorio)
2. Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione dei rifiuti (n° 1).
3. Impianti di separazione secco-umido con stabilizzazione e compostaggio della FORSU
(n° 2).
4. Termovalorizzatore (n° 1).
5. Discarica di 1° Categoria.
B) Impianti per la gestione di Rifiuti Speciali
6. Discarica di 2° categoria di tipo B e C
7. Discarica di 2° categoria di tipo A per inerti
Sono state costruite due tabelle rispettivamente per il gruppo A e per il gruppo B con la finalità di
mettere in correlazione la tipologia di impianto con i criteri di idoneità ovvero di non idoneità alla
loro localizzazione che il Piano Regionale indica e differenzia nei fattori escludenti, penalizzanti e
preferenziali. Con riferimento alla numerazione sopra assegnata, i fattori escludenti risultano gli
stessi per le seguenti categorie di impianto:
1-2
3-4
5-6
7
Si è inoltre verificata la presenza e l’ubicazione sul territorio provinciale di attività industriali
soggette a pericolo di incidenti rilevanti, riscontrando due depositi di gpl siti in Comune di Taggia,
in regione Licheo, e in Comune di Imperia in frazione Sant’Agata, entrambi notevolmente lontani
dai siti di localizzazione degli impianti ipotizzati. Oltre ai fattori indicati dal Piano Regionale, si è
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 152
anche tenuto conto delle aree interessate dalle “Misure di salvaguardia per i siti interessati da
proposta Siti di Importanza Comunitaria (pSIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS)” ai sensi della
Delibera della Giunta Regionale n° 646 del 8 giugno 2001 (aree che risultano tutt’oggi in fase di
riesame).
I dati contenuti nelle tabelle consentono di individuare per quali caratteristiche un‘area risulta
idonea ovvero non idonea all’insediamento di un impianto di trattamento o di smaltimento dei rifiuti
secondo il criterio seguente. Per ogni sito ritenuto potenzialmente idoneo per la localizzazione di un
impianto di gestione dei rifiuti, il successivo studio di compatibilità ambientale dovrà essere svolto
secondo i criteri dettati dalle vigenti normative ambientali e comunque prendendo come riferimento
un territorio di estensione circolare avente un raggio di almeno 2.0 kmq. (area vasta).
Per la fase più delicata del processo di localizzazione quale la scelta finale dei siti, per le cui
valutazioni di dettaglio sulla base anche delle recenti indicazioni delle norme vigenti in materia
dovranno essere condotte di concerto con le Amministrazioni Comunali, le Comunità Montane, le
Autorità d’Ambito, gli Enti locali, le Associazioni, ecc. direttamente interessate, si è ritenuto
opportuno introdurre una scala di valutazione non vincolante ed a titolo indicativo, col fine di
limitare il numero di alternative ed agevolare la fase di comparazione.
Il modello di studio costruito che si può applicare ad ogni sito di impianto si basa in prima battuta
nell’individuazione dei siti che risultano esclusi dalla non idoneità alla localizzazione degli impianti
(fattori escludenti). Successivamente si valutano le caratteristiche penalizzanti e preferenziali che
contraddistinguono i siti con riferimento alla tipologia di impianto di trattamento o smaltimento da
ospitare, indicando le prescrizioni da adottare al fine di minimizzare gli eventuali fattori
penalizzanti (vedasi tabella successiva).
PRESCRIZIONE P1 Verifica della presenza di residenza stabile, la cui distanza minima nel caso di discariche è pari a 200 m P2 Ricostruzione dell'andamento dei venti dominanti, al fine di realizzare apposite schermature, preferenzialmente
arboree, aventi la funzione di limitare gli impatti rumore, odore, diffusione delle polveri, con verifiche analitiche e simulazioni preventive della creazione di eventuali impatti
P3 Identificazione delle principali viste paesaggistiche, con controllo dell'elemento verticale P4 Identificazione delle principali viste paesaggistiche al fine di realizzare apposite schermature preferenzialmente
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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 153
arboree, aventi la finalità di attenuazione dell'impatto visivo P5 Particolare attenzione alla sistemazione delle aree interessate sia in fase di esercizio che a fine impianto, con
indicazione della destinazione finale dell’area (recupero ambientale finale) P6 Valutazione della presenza di aree a destinazione prato stabile, da considerare non idonee P6 Valutazione della presenza di aree destinate a coltivazione di pregio, da considerare non idonee P7 Preventiva valutazione dei materiali ammissibili al trattamento o allo smaltimento finale P8 Valutazione, se già non esistente, dell’opportunità di installare strumentazione di controllo e di monitoraggio delle
falde acquifere e/o del suolo P9 Verifica dello stato attuale delle arginature, della portata media dei corsi d'acqua e delle loro variazioni rispetto alle
quote del piano campagna circostante, e verifica delle opere di adeguamento necessarie e gia previste nelle pianificazioni competenti
P10 Verifica delle condizioni morfologiche e topografiche locali, al fine di valutare la non idoneità delle aree particolarmente depresse e quelle poste tra corsi d'acqua ravvicinati
P11 Pavimentazione dei piazzali di manovra e di stoccaggio e opportuna regimentazione delle acque meteoriche con predisposizione di sistemi di intercettazione e di smaltimento delle acque di prima pioggia
P12 Sistemazione dei luoghi mediante l’utilizzo di materiali e vegetazione del posto, con particolare attenzione alla conformazione naturale originaria e a quella delle aree adiacenti
Tenendo conto solamente dei fattori preferenziali e penalizzanti, si sono individuate cinque fasce di
priorità secondo le quali è possibile suddividere i siti individuati per la localizzazione degli impianti
in “gruppi omogenei” di valutazione.
La ricerca dei siti più idonei può pertanto essere effettuata sulla base di una graduatoria di priorità,
considerando le fasce di priorità ordinate dalle più alte a quelle più basse secondo lo schema
indicato nel seguito.
FASCIA PRIORITA’ DESCRIZIONE
A Alta N° di fattori penalizzanti = 0 N° di fattori preferenziali ≥ 1
B Medio-alta N° di fattori penalizzanti = 0 N° di fattori preferenziali = 0
C Media N° di fattori penalizzanti ≤ 3 N° di fattori preferenziali ≥ 1
D Bassa N° di fattori penalizzanti ≤ 3 N° di fattori preferenziali = 0
E Molto bassa N° di fattori penalizzanti > 3 N° di fattori preferenziali ≥ 0
Nei seguenti paragrafi si riportano le schede riassuntive contenenti, per ogni tipologia di impianto, i
fattori da tenere in conto per la valutazione della loro localizzazione sul territorio.
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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 154
8.6.1 Impianti per la gestione dei rifiuti solidi urbani
Centri di Conferimento
Stoccaggio separazione e nobilitazione
Separazione secco-umido,
stabilizzazione e compostaggio
FORSU
Termovalo-rizzatore
Discarica di 1° Categoria
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica.
ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A6 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione
/ / / / ESCLUDENTE
A7 Aree con presenza di “centri edificati”, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
/ / ESCLUDENTE ESCLUDENTE /
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
PENALIZZANTE P2-P4-P5-P12
PENALIZZANTE P2-P4-P5-P12
PENALIZZANTE P2-P4-P5-P12
PENALIZZANTE P2-P3-P4-P5-P12
PENALIZZANTE P2-P3-P4-P5-P8-
P12
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
PENALIZZANTE P9
PENALIZZANTE P9
PENALIZZANTE P9
PENALIZZANTE P9
ESCLUDENTE
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
PENALIZZANTE P8-P11
PENALIZZANTE P8-P11
PENALIZZANTE P8-P11
PENALIZZANTE P8-P11
ESCLUDENTE
B4 Zone gravate da usi civici PENALIZZANTE DA P1 A P12
PENALIZZANTE DA P1 A P12
PENALIZZANTE DA P1 A P12
PENALIZZANTE DA P1 A P12
PENALIZZANTE DA P1 A P12
B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5
PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5
PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5
PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5
PENALIZZANTE P1-P2-P3-P4-P5
B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza
/ / / PENALIZZANTE P2-P3
/
B7 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con / / / / PENALIZZANTE
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 155
elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)
P8
B8 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue
/ / / / PENALIZZANTE P1-P6-P7-P8
B9 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali
/ / / / PENALIZZANTE P9-P10
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE (anche contigue ad
esse)
/
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE
C6 Idonea distanza da edifici residenziali PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
C7 Zone con aree di contorno all’impianto di dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
C8 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
PREFERENZIALE / / / /
C9 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
PREFERENZIALE / / / /
C10 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
PREFERENZIALE / / / /
C11 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
PREFERENZIALE / / / /
C12 Avere buona accessibilità PREFERENZIALE / / / / C13 Preesistenza di reti di monitoraggio per il
controllo ambientale / / / PREFERENZIALE /
C14 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente
/ / / PREFERENZIALE
/
C15 Impianti di termodistruzione esistenti / / / PREFERENZIALE
/
C16 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed energia
/ / / PREFERENZIALE
/
C17 Sedime costituito da roccia compatta e prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
/ / / / PREFERENZIALE
C18 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
/ / / / PREFERENZIALE
C19 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali
/ / / / PREFERENZIALE
C20 Aree a destinazione agricola / / PREFERENZIALE per impianti di compostaggio
/ /
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 156
8.6.2 Impianti per la gestione dei rifiuti speciali Discarica di 2° categoria
tipo A per inerti Discarica di 2° categoria
tipo B e C A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico
(PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88
ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto da strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica
ESCLUDENTE ESCLUDENTE
A6 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione
/ ESCLUDENTE
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
PENALIZZANTE P2-P4-P5-P12
PENALIZZANTE P2-P3-P4-P5-P8-P12
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
PENALIZZANTE P8-
ESCLUDENTE
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
PENALIZZANTE P8
ESCLUDENTE
B4 Zone gravate da usi civici PENALIZZANTE DA P1 A P12
PENALIZZANTE DA P1 A P12
B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5
PENALIZZANTE P1-P2-P3-P4-P5
B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza
/ /
B7 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)
/ PENALIZZANTE P8
B8 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue
PENALIZZANTE P1-P6-P7
PENALIZZANTE P1-P6-P7-P8
B9 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali
PENALIZZANTE P9-P10
PENALIZZANTE P9-P10
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
/ /
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
PREFERENZIALE PREFERENZIALE
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
PREFERENZIALE PREFERENZIALE
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
C6 Idonea distanza da edifici residenziali PREFERENZIALE PREFERENZIALE
C7 Zone con aree di contorno all’impianto di dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
PREFERENZIALE PREFERENZIALE
C8 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
/ /
C9 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
/ /
C10 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
/ /
C11 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
/ /
C12 Avere buona accessibilità / / C13 Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale / / C14 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine
di produrre un globale miglioramento dell’ambiente / /
C15 Impianti di termodistruzione esistenti / / C16 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed energia / / C17 Sedime costituito da roccia compatta e prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti,
ecc.)/ PREFERENZIALE
C18 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate, privilegiando quelle presenti nelle aree di affioramento di rocce ofiolitiche (rocce verdi) come individuate nel “Piano di protezione dell’ambiente dai pericoli derivanti dall’amianto” con deliberazione del Consiglio Regionale 105/96
PREFERENZIALE
PREFERENZIALE
C19 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali
PREFERENZIALE PREFERENZIALE
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 157
9 Sostenibilità ambientale
9.1 Approccio metodologico allo studio di sostenibilità ambientale del piano di gestione
dei rifiuti
Negli ultimi decenni si è assistito ad una variazione continua del significato di
"compatibilità/sostenibilità" della gestione dei rifiuti, passando dalla conservazione delle materie
prime e dell'energia, alla garanzia della sicurezza ambientale, per finire alla focalizzazione dei
problemi connessi con lo smaltimento, sempre più impegnativi a causa dell'aumento della quantità
e varietà dei rifiuti stessi.
In concreto una gestione dei rifiuti "sostenibile" dipende da una politica ambientale
responsabile in ogni settore del ciclo di vita dei rifiuti stessi, dalla produzione dei beni alla ricerca di
siti ottimali per la localizzazione degli impianti di trattamento e/o smaltimento.
Il piano di gestione dei rifiuti deve essere improntato su criteri di sostenibilità, seguendo da un lato
il D. Lgs. 22/97, che impone scelte nell'ottica di uno sviluppo sostenibile, e dall'altro le scelte
specifiche compiute dalla Regione Liguria, sia in merito ai contenuti sia in merito all'iter di
predisposizione del piano stesso.
Ci si è rifatti allo studio di sostenibilità effettuato nel Piano Regionale di gestione dei rifiuti, che
rappresenta un momento di verifica del piano e di estrinsecazione degli elementi di sostenibilità, e
costituisce un contributo in termini di dati e riflessioni sulla sostenibilità delle scelte, oltre che un
elemento di indirizzo a chi è dato il compito di effettuare le scelte impiantistiche e la pianificazione
di dettaglio del territorio.
L'analisi di sostenibilità propriamente detta deve essere elaborata in termini quantitativi.
Infatti a partire dai dati delle conferenze di Rio de Janeiro e di Kyoto, occorre calcolare l'effettivo
contenimento possibile in termini di CO2 e altri gas serra, oltre che valutare a quanto ammontino le
risorse disponibili ed in che misura l'uso che viene previsto intacchi il capitale naturale o si
mantenga nei termini del potenziale rinnovabile.
Data la difficoltà ad improntare l'analisi nei termini sopradescritti, nel Piano Regionale di gestione
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 158
dei rifiuti si è optato per l’elaborazione di un'analisi solo qualitativa su obiettivi autodeterminati a
livello regionale, e/o derivanti da norme statali. In questo modo è possibile indicare strategie
tendenti allo sviluppo sostenibile.
Un ulteriore aspetto della valutazione di sostenibilità deve essere affrontato passando al
livello di pianificazione provinciale, dove si devono utilizzare gli strumenti della compatibilità
ambientale. Pertanto le scelte generali di piano devono essere verificate in relazione al territorio
specifico su cui queste agiscono, e nel caso specifico nell’Ambito ottimale coincidente con il
territorio della Provincia di Imperia.
Per le verifiche sono state adottate metodologie consolidate tipo Valutazione di Impatto Ambientale
(VIA), con riferimento al livello di pianificazione ed alle scelte che hanno determinato la tipologia
impiantistica e la specifica individuazione dei siti.
9.1.1 Struttura
Lo studio di sostenibilità è indirizzato a:
1. far emergere i rapporti tra il piano e la sostenibilità ambientale in termini di congruenza
tra obiettivi, strategie e azioni;
2. confrontare gli scenari proposti dal piano secondo un principio di vantaggi/svantaggi; in
tal senso lo studio di sostenibilità costituisce una base conoscitiva per scelte
pianificatorie di livello provinciale trasparenti e consapevoli;
3. considerare e valutare gli impatti previsti dai differenti sistemi di smaltimento: occorre
evidenziare che il D. Lgs. 22/97 già impone scelte di metodo (raccolta differenziata
e recupero energetico rispetto alla discarica).
9.1.2 Indicatori
L’individuazione e l’uso di una serie di indicatori sposta il metodo dall'analisi compartimentale a
forme di analisi più integrata che valuta:
- processi ecosistemici propri dell'ecologia classica, che riguardano più di un comparto
(recupero energetico, recupero di materia);
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 159
- processi ambientali economici e sociali complessi (riduzione della produzione dei rifiuti);
- focalizzazione dei problemi sugli aspetti principali in modo anche circoscritto (impatti
aria; impatti acqua usi; impatti acqua inquinamenti).
Il Piano Regionale di gestione dei rifiuti ha scelto i seguenti indicatori:
• Riduzione della produzione di rifiuti;
• Riduzione del volume dei rifiuti;
• Recupero di materia;
• Recupero energetico;
• Impatto aria: emissioni;
• Impatto acqua: consumo;
• Impatto acqua: inquinamento;
• Impatto suolo: inquinamento;
• Impatto suolo: uso;
• Trasporto;
• Accettabilità sociale;
• Costi;
• Eventi incidentali.
Rispetto agli indicatori individuati, il piano si deve porre alcuni obiettivi quantitativi e qualitativi.
Parte di questi obiettivi discendono direttamente dalle indicazioni del D. Lgs. 22/97, in parte
devono essere valutati sulla base dei quantitativi di produzione di rifiuti e dei risultati attesi dalle
azioni del piano.
L’analisi condotta nel Piano Regionale di gestione dei rifiuti in chiave qualitativa, si è posta
l'obiettivo di fornire ai soggetti decisori gli obiettivi di qualità che contribuiscono alla sostenibilità
del piano oltre a elementi di valutazione sulle possibili alternative sia in chiave ambientale, che
territoriale, economica, sociale.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 160
La pianificazione provinciale deve mirare alla migliore soluzione possibile in quel momento per le
caratteristiche del territorio, per la qualità ambientale presente ed attesa, per la comunità, per i
costi.
9.2 Analisi di sostenibilità del piano e degli scenari
9.2.1 Riduzione della produzione di rifiuti
Il contenimento della produzione dei rifiuti è un criterio basilare per la politica di gestione.
Nell’ambito delle sue competenze il Piano Regionale di gestione dei rifiuti ha individuato azioni
finalizzate a questo obiettivo, che sono state riprese e sviluppate nella stesura del presente Piano
Provinciale.
Una pianificazione corretta ha infatti come obiettivo quello di condurre il sistema verso una
gestione a regime che eviti sia situazioni di emergenza che sovradimensionamenti degli impianti.
Per questo il Piano Provinciale prevede interventi, azioni, ed un sistema impiantistico volti alla
diminuzione dei quantitativi di rifiuti destinati allo smaltimento finale (raccolta differenziata,
impianti di recupero, selezione secco-umido, termovalorizzazione finale, ecc.).
Con riferimento al contenuto dei paragrafi precedenti, il Piano Provinciale ha quindi tenuto conto
dei risultati delle azioni per il contenimento della produzione dei rifiuti e
per la raccolta differenziata, individuando in proiezione i fabbisogni di impianti previsti per l’anno
2006 riferiti ai valori di produzione dei rifiuti.
In fase transitoria si sono previste soluzioni di copertura dell'attuale fabbisogno: sono state costruite
le tabelle di produzione complessiva dei rifiuti, oltre che della raccolta differenziata, al fine di
disporre in sede di progettazione degli impianti di elementi che consentano in maniera flessibile di
assorbire i quantitativi di oggi, e al tempo stesso di non essere messi in crisi dalle variazioni future.
Anche per questo motivo si è preso atto del risultato relativo alla raccolta differenziata raggiunto
nell’anno 1999 (ca. 11%) in Provincia di Imperia, inferiore all’obiettivo di Legge (15%), tarando
tutto il sistema impiantistico per il raggiungimento dell’obiettivo dei Legge del 35% a fine anno
2003. Si sono anche ipotizzati i tempi necessari per la realizzazione completa del sistema integrato
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 161
fino al termoutilizzatore finale (fine anno 2005), probabilmente più lunghi rispetto alla scadenza
dell’anno 2003 legata agli obbiettivi di raccolta differenziata.
In relazione alla produzione dei rifiuti si segnala per la Provincia di Imperia la situazione tipica di
tutta la Regione Liguria, per cui i valori di produzione pro-capite risultano più alti della media
nazionale. Occorre infatti valutare l'impatto del turismo, che comporta per quasi tutti i comuni un
notevole innalzamento della produzione pro-capite, oltre ad una dinamica dei flussi di produzione
legata ai mesi estivi.
Il Piano Provinciale ha tenuto conto di tali fattori, adottando strategie che indirizzano verso moderni
criteri e tecnologie, al fine di contenere gli impatti ambientali e l'aumento della produzione dei
rifiuti. Si cita ad esempio la scelta relativa al sistema di raccolta differenziata dell’organico dalle
grandi utenze (ristoranti, alberghi, mense, ecc.) in quanto frazione significativa nei rifiuti “tal
quali”, soprattutto nei mesi estivi. Linee dedicate al trattamento della sola frazione organica raccolta
in maniera differenziata possono garantire la produzione di compost di qualità che dovrebbe trovare
facile e ambita collocazione in Provincia di Imperia, a fronte delle numerose attività floricole
presenti.
Si evidenzia il peso delle azioni che la Regione Liguria ha già intrapreso ed intende
intraprendere mediante politiche ambientali, non tanto legate alla realizzazione di impianti, quanto
ad interventi ad ampio raggio che coinvolgano diversi attori sociali, ed implichino azioni rivolte alla
sensibilizzazione, alla formazione, alla ricerca scientifica e tecnologica.
9.2.2 Riduzione del volume dei rifiuti.
Sotto questo aspetto va evidenziato il ruolo determinante della raccolta differenziata:
il solo conseguimento dell'obiettivo del 35% di raccolta differenziata all’anno 2003 comporta una
riduzione notevole dei rifiuti destinati allo smaltimento finale (residuo), ed è questo l’obiettivo
primario del Piano Provinciale.
Dal punto di vista della riduzione del volume dei rifiuti destinati a smaltimento finale,
l'incenerimento rappresenta invece la tecnologia più consolidata: rispetto allo smaltimento in
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 162
discarica riduce il volume sino al 10% e la massa sino al 30%.
La soluzione dell'incenerimento associata a diverse forme di pretrattamento dei rifiuti, quale
la selezione secco-umido, presenta nel complesso una minor efficacia rispetto a questo indicatore,
in quanto la frazione umida separata e stabilizzata può avere
come destinazione finale la discarica stessa (se non viene impiegata per recuperi ambientali e
bonifiche). Diverso è il discorso relativo al trattamento dell’organico raccolto in modo differenziato,
destinato alla produzione di compost di qualità.
Va tuttavia sottolineato come la natura della frazione organica stabilizzata eventualmente da
smaltire in discarica (si è ipotizzato circa il 50% del totale), pone indubbiamente meno problemi di
natura ambientale rispetto allo smaltimento del rifiuto “tal quale”, in relazione alla minor quantità
di biogas e percolato che può produrre, e al fatto che una parte di tale materiale può essere utilizzato
nell'ambito della discarica stessa a scopo di ricoprimento giornaliero e recupero ambientale.
Il trattamento dell'umido ad ogni modo comporta una perdita in peso pari al 15% del rifiuto
totale e al 31% dell'umido selezionato.
La scelta del Piano Provinciale è quindi caduta sull’ipotesi di separazione della frazione secca dalla
frazione umida del rifiuto residuo, con smaltimento a discarica di parte dell’organico stabilizzato.
Nell’ipotesi di localizzazione dell’impianto di termovalorizzazione in territorio diverso da quello
della Provincia di Imperia, lo smaltimento in discarica della quota parte della frazione organica
stabilizzata limita il trasferimento su ruota tra le Province e gli Ambiti interessati della sola frazione
secca, con conseguente diminuzione di impatto e razionalizzazione delle risorse.
9.2.3 Recupero di materia
Obiettivo fondamentale del Piano Provinciale è quello di massimizzare il recupero di materia,
potenziando quindi la raccolta differenziata in conformità alle disposizioni del D. Lgs. 22/97.
Tenuto conto della situazione in essere, il Piano Provinciale si è posto come obiettivi di riciclaggio
il 35% entro l’anno 2003.
Inoltre il Piano Provinciale prevede specifiche azioni per potenziare la destinazione ad utilizzo del
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 163
compost verde e del compost di qualità da raccolta differenziata dell’organico, la destinazione della
frazione secca del rifiuto a termovalorizzazione con recupero energetico, lo sviluppo dei mercati
delle materie seconde e del compost.
Lo smaltimento in discarica dei rifiuti “tal quali” immobilizza tutti gli elementi presenti nel rifiuto
che possono subire processi di mineralizzazione e di cui è difficile prevedere le dinamiche (biogas,
percolato), sia in fase di esercizio che in fase di post-esercizio (minimo 30 anni).
La termovalorizzazione dei rifiuti rimette invece in circolo la materia, rendendola disponibile per i
cicli biogeochimici.
La materia che viene mobilizzata attraverso la termovalorizzazione può presentarsi però in
forme che vengono metabolizzate dai sistemi biologici e che sono dannose sia per fenomeni legati
al bioaccumulo, sia per effettiva tossicità. E' il caso ad esempio dei prodotti organici alogenati.
Rispetto a questi composti il problema può essere affrontato spingendo al massimo la
raccolta differenziata delle plastiche clorurate.
Occorre però tenere presente che le plastiche per loro natura costituiscono la frazione
merceologica a più alto potere calorifico. Una soluzione può anche essere portata dallo sviluppo di
tecnologie che consentano di trattenere al massimo i prodotti indesiderati della combustione.
Ponendo quindi in una scala ideale i sistemi di gestione adottabili rispetto a questo indicatore
risulta:
Sistema Giudizio Riciclaggio Ottimo Compostaggio anche a valle di impianto di separazione Ottimo Combustione in impianti industriali Buono Combustione per recupero energetico Buono Discarica Scarso
Tabella 9-1 Relativamente al compost si può sottolineare come questo costituisca un ammendante, e quindi
rivesta una funzione importante sia per arricchire suoli impoveriti, sia per contribuire alla
formazione di suoli ex-novo in caso di ripristini e riqualificazioni ambientali.
Tuttavia occorre distinguere tra il cosiddetto "compost di qualità", prodotto dagli scarti vegetali
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Sostenibilità ambientale 164
derivanti da raccolta differenziata di mercatali e/o di organico, e l’"organico stabilizzato" derivato
dalla separazione secco-umido in impianto dedicato del rifiuto residuo.
L’organico stabilizzato, infatti, (altrimenti detto “compost grigio”), non potendo essere raffinato
oltre una certa misura, presenta ancora una certa quantità di elementi che lo rendono inidoneo a
certe applicazioni.
Tenuto conto che l’organico stabilizzato può rappresentare la frazione più rilevante del compost
prodotto, occorre tener presente che:
• il compostaggio è una delle forme privilegiate e più antiche di riciclaggio, in quanto la
sostanza organica ritorna in circolo nel modo migliore per l'ecosistema, restituendo materia,
arricchendo strutturalmente il terreno, aumentandone la capacità di ritenzione idrica e
quindi la fertilità;
• può essere utile produrre “compost grigio” dalla frazione organica che non riesce ad essere
intercettata dalla raccolta differenziata per il recupero di aree degradate, soprattutto nei casi
in cui occorre produrre dei suoli ex-novo e nei quali è necessario molto materiale organico
da miscelare con le componenti sabbiose ed argillose;
• occorre tuttavia potenziare al massimo la raccolta differenziata dell'organico, in quanto
questo può consentire la produzione di compost di migliore qualità;
• occorre potenziare il mercato del compost e svilupparne l'utilizzo pubblico e privato;
• in considerazione dell'attuale quadro idrogeologico, in Regione Liguria dovrà in qualche
modo essere intrapresa una politica di generale salvaguardia dei suoli e dei soprassuoli, e
dovranno essere promossi ed incentivati interventi per aumentare la capacità idrica dei
suoli; il compost di qualità potrebbe trovare così un'utile collocazione.
Sulla base di tali considerazioni, il Piano Provinciale prevede la raccolta differenziata della
frazione organica dalle grandi utenze, con impianti dedicati o linee di impianti per la produzione
dei compost di qualità (“compost verde”). Prevede inoltre la realizzazione di n° 2 impianti di
separazione secco-umido del rifiuto residuo, con stabilizzazione della frazione organica separata da
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Sostenibilità ambientale 165
destinare a discarica ovvero a interventi di riqualificazione ambientale (cave dismesse, recupero
ambientale discariche chiuse, ecc.).
9.2.4 Recupero energetico
Il D. Lgs. 22/97 e il Piano Regionale considerano prioritario il recupero della materia, ma
impongono di associare sempre allo smaltimento e in particolare alla termovalorizzazione dei rifiuti
non riciclabili, il recupero energetico secondo un criterio gerarchico che tende a
recuperare dal rifiuto tutto il possibile. Il termovalorizzatore dedicato alla combustione della
frazione secca del rifiuto residuo ipotizzato dall’impiantistica proposta dal presente Piano, dovrebbe
avere dunque tali caratteristiche.
La produzione di energia va a sottrarsi all’energia prodotta da combustibili fossili; per tanto sarà
necessario rinegoziare i quantitativi di energia prodotti nella Provincia, come in tutta la
Regione.
9.2.4.1 Le tecnologie per il recupero energetico
Il trattamento termico si configura come un mezzo per il recupero del contenuto energetico
dei rifiuti solidi urbani.
Con il progresso della raccolta differenziata, l'arricchimento in materiali non putrescibili ed ad
alto contenuto energetico rafforza il ruolo di risorsa dei rifiuti urbani, che costituiscono quindi una
"risorsa energetica endogena".
Esistono diverse tecnologie per il recupero energetico dai RSU, ciascuna con un differente
stadio di sviluppo ed affidabilità:
• recupero attraverso l'incenerimento dei rifiuti (con o senza pretrattamento di
selezione);
• separazione della frazione a più elevato potere calorifico per utilizzarla come combustibile
alternativo (frazione secca o C.D.R.);
• trattamento termochimico (pirolisi e/o gassificazione) dei RSU “tal quali” o della frazione
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Sostenibilità ambientale 166
secca o del C.D.R. per la produzione di combustibili gassosi o liquidi;
• estrazione di biogas da discarica controllata.
Il Piano Provinciale è stato predisposto per soddisfare la seconda ipotesi, con separazione dal rifiuto
residuo della frazione a più elevato potere calorifico (frazione secca).
9.2.4.1.1 TERMOUTILIZZAZIONE DIRETTA
L'energia recuperabile tramite combustione in forni tradizionali, rappresenta solo una parte,
ancorché consistente, di quella potenzialmente disponibile a causa di limiti tecnologici e fisici che
vincolano l'entità del recupero.
In caso di produzione di energia elettrica si può attualmente raggiungere un rendimento
netto pari a circa il 20%; rendimenti più elevati (80% circa) sono ottenibili nel caso in
cui il vapore venga utilizzato come vettore termico. Un caso intermedio è rappresentato dalla
cogenerazione di energia elettrica e calore, tramite la quale sono conseguibili dei rendimenti
energetici complessivi netti dell'ordine del 65-70%.
Tali valori possono essere ulteriormente incrementati tramite l'adozione di cicli combinati
turbina a gas/turbina a vapore nei quali i gas di scarico dal turbogas sono utilizzati per il
surriscaldamento del vapore saturo prodotto dalla caldaia abbinata all'inceneritore e
successivamente utilizzati come fluido comburente per la combustione dei rifiuti. Con questo
sistema, al di là di complicazioni impiantistiche e gestionali che devono essere valutate caso per
caso, si possono potenzialmente conseguire rendimenti globali di conversione di energia termica in
energia elettrica dell'ordine del 35 %.
9.2.4.1.2 SCELTE TECNOLOGICHE ALTERNATIVE
L'adozione di tecnologie alternative (per esempio impianti a letto fluido, massificazione, ecc.)
richiede una fase di pretrattamento ed omogeneizzazione spinta.
Tale esigenza deriva non solo da motivi tecnologici, ma anche dalla necessità di
ottemperare ai restrittivi limiti alle emissioni fissati per gli impianti di trattamento termico di rifiuti.
L'adozione di tecnologie alternative deve scaturire anche da un bilancio economico tra maggior
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Sostenibilità ambientale 167
recuperi energetici conseguibili.
9.2.4.1.3 RECUPERO DI ENERGIA IN DISCARICA
Il biogas che si genera dalla digestione anaerobica dei rifiuti e che avviene spontaneamente in una
discarica è recuperabile solo in parte. Esso viene sviluppato in un ampio arco di tempo,
sfasato rispetto al periodo di coltivazione. La sua emissione cessa di essere significativa dopo circa
20 anni. Per via teorica, ma anche da dati di esercizio, è possibile valutare in 125 mc/ton la resa di
metano dei RSU (maggior componente del biogas, di cui costituisce oltre il 50% in volume), che in
termini di energia significa circa un milione kcal/ton, contro gli oltre 2 milioni kcal/ton disponibili
nel rifiuto (considerando il potere calorifico del metano pari a 8.500 kcal/Nmc).
Tale valore rappresenta il limite superiore dell'energia ricavabile mediante l'interramento di
RSU in discarica: gli attuali sistemi di captazione consentono, inclusa la fase successiva alla
coltivazione, un recupero di energia in termini di metano fino ad un massimo del 50%. La discarica
consente un recupero massimo del 25% del contenuto energetico del rifiuto originario.
Lo sfruttamento energetico effettivo è però ancora più limitato, in quanto le utenze capaci di
sfruttare il gas così prodotto devono essere localizzate in prossimità della discarica,
onde evitare gli aggravi economici connessi con lo stoccaggio ed il trasporto. Ne consegue che il
rendimento globale in termini di recupero di energia elettrica risulta essere anche in questa ipotesi,
inferiore al 9 %.
9.2.4.1.4 I DIVERSI SCENARI
Con riferimento alle scelte attuate nel Piano della Provincia di Imperia, si è valutato il possibile
recupero energetico derivante unicamente dalla termovalorizzazione. Nei dati riportati nella
successiva Tabella 9-2 non si tiene infatti conto dell'eventuale recupero derivante dal biogas
prodotto dei processi di fermentazione del materiale in discarica in quanto, smaltendo la sola
frazione organica stabilizzata, non è quantitativamente rilevante. La valutazione è stata elaborata
tenendo conto solo del potere calorifico inferiore (p.c.i.), in quanto le caratteristiche tecnologiche
dell'impianto sono determinanti per definire le rese energetiche. La Tabella 9-2 dà una valutazione
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Sostenibilità ambientale 168
qualitativa dei risultati legati al possibile recupero energetico:
RECUPERO ENERGETICO PROVINCIA DI IMPERIA
soluzione gestionale: impianto di separazione secco-umido e termovalorizzatore della sola frazione secca (anno 2003)
Termovalorizzazione t/anno 57.000
Fabbisogno impianto t/365 156
p.c.i. 3.100
Kcal*10^6/365 484
Tabella 9-2
La combustione solo della frazione secca presenta dunque un rendimento piuttosto modesto,
nonostante l'aumentato potere calorifico rispetto al rifiuto “tal quale”, per effetto del basso
quantitativo di rifiuti trattati.
Sotto il profilo del recupero energetico appare quindi significativa ed auspicabile la possibilità di
stabilire delle sinergie tra ambiti territoriali limitrofi, con la concentrazione del fabbisogno di
smaltimento su pochi impianti di termovalorizzazione ad alta resa energetica, e la realizzazione di
Centri di Conferimento e selezione del rifiuto dislocati sul territorio. Per questo il Piano Provinciale
ha ipotizzato che più Ambiti ottimali limitrofi promuovano iniziative volte alla realizzazione di un
unico impianto di termovalorizzazione; soprattutto per i conseguenti vantaggi economici, oltre che
di impatto sociale, che una tale scelta comporterebbe (previsione del paragrafo 4.5 “Gli scenari del
territorio ligure” del Piano Regionale di gestione dei rifiuti).
9.2.5 Impatto aria
Il Piano Provinciale si propone il contenimento dei gas serra in quanto, a fronte della ipotizzata
termovalorizzazione, occorre considerare i combustibili fossili sostituiti nella produzione di energia,
e i rifiuti sottratti alla discarica, con conseguente diminuzione del rilascio di metano.
A questo proposito occorre evidenziare che il potenziale serra del metano risulta 21 volte
superiore rispetto all'anidride carbonica; pertanto l'indirizzo della normativa statale adottato per
l'utilizzo preferenziale dell'incenerimento con recupero energetico a valle di una raccolta
differenziata spinta si configura come un sistema in linea con i principi della sostenibilità
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 169
ambientale. Riguardo emissioni di altra natura, si sono scelti nella pianificazione sistemi
impiantistici e gestionali atti alla loro massima riduzione. In linea generale si può comunque dire
che i limiti previsti per l'incenerimento consentono un contenimento rispetto sia a quelli delle attuali
centrali energetiche - con limiti in deroga - sia di altre forme di combustione - con limiti più elevati.
9.2.5.1 Le emissioni
Una valutazione corretta delle emissioni di un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti con
una linea di depurazione dei fumi dotata della migliore tecnologia disponibile, non può prescindere
dal considerare il confronto con le emissioni prodotte da altre attività che comportano il rilascio di
inquinanti nell'atmosfera. Questo può costituire un elemento importante per l'interpretazione del
significato ambientale dell'attività di termovalorizzazione dei rifiuti.
In particolare si può osservare che per i macroinquinanti della combustione (NOx, SOx,
CO e SOV) la termovalorizzazione, se ben condotta e controllata, non pone problemi particolari
rispetto all'impiego di combustibili convenzionali, e che anzi per NOx ed SOx l'energia prodotta
con gli RSU risulta più pulita. Resta invece da valutare il significato di emissioni di elevata tossicità
quali diossine e metalli pesanti, dal momento che anche le emissioni di IPA risultano largamente al
di sopra delle corrispondenti attribuibili al carbone ed all'olio nelle combustioni convenzionali.
Confrontando i fattori di emissione in atmosfera di ciascuna delle principali fonti conosciute
di diossine, cadmio, mercurio e piombo, il contributo dell'incenerimento può essere rilevante se le
tecnologie di controllo in fase di gestione non sono più che adeguate. Ciononostante, le tecnologie
di depurazione attuali e le rimozioni alla fonte di componenti dei rifiuti ricche di metalli pesanti
(raccolta differenziata) tendono ad allineare l'emissione all'ordine di grandezza delle combustioni
fisse di olio, carbone e legna, soprattutto per ciò che riguarda cadmio e piombo.
Un altro approccio all'interpretazione delle emissioni viene dal confronto, in termini di
concentrazione in atmosfera e di deposito al suolo, fra il contributo dell'impianto e la situazione di
fondo, di norma riferita ad aree caratterizzate. I contributi attesi da impianti realizzati secondo la
migliore tecnologia disponibile si collocano al livello delle presenze riscontrabili in aree remote
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 170
(intendendo con questo termine aree, anche abitate, situate a grande distanza da insediamenti
industriali) e, nel caso della diossina, largamente al di sotto di valori rilevati in aree rurali.
La combustione della sola frazione secca del rifiuto, rispetto alla combustione del rifiuto “tal quale”
e/o della frazione organica stabilizzata, dà ulteriori garanzie di corretta gestione di fondo per la
stabilità del prodotto da bruciare, ed anche per le maggiori temperature di combustione che si
raggiungono. La temperatura di combustione più elevata, con minori problemi di corrosione,
consente prestazioni migliori in termini di rendimento termico e recupero energetico, oltre che
maggiori garanzie di limitazione degli inquinanti.
9.2.6 Impatto acqua
1 ) Uso
Il consumo d'acqua negli impianti di termovalorizzazione è legato al raffreddamento e al sistema
di abbattimento delle emissioni. Rispetto al contenimento dei consumi idrici è opportuno che nella
progettazione degli impianti sia previsto il riutilizzo delle acque nelle diverse fasi dei cicli di
funzionamento.
2) Inquinamento
Mentre le discariche hanno essenzialmente impatti diretti sull’acqua, gli impianti di
termovalorizzazione presentano impatti associati alle ricadute.
Sovrapponendo in fase di valutazione di dettaglio le mappe relative alla diffusione delle emissioni
nell'atmosfera sull'area vasta alla carta idrologica e di qualità delle acque, si possono rilevare i
bacini più o meno interessati dalle ricadute.
E' importante considerare che in un torrente vanno a confluire gli apporti dei dilavamento di
aree di una certa dimensione; per questo nel considerare le ricadute e le loro interferenze sulla
qualità delle acque bisogna prendere in considerazione questo fenomeno di amplificazione della
concentrazione degli inquinanti.
9.2.7 Impatto suolo
1) Inquinamento
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 171
Nella termovalorizzazione i valori di concentrazione degli inquinanti possono essere direttamente
utilizzati per valutazioni sulla qualità dell'aria; sotto diverso profilo vanno considerate le
deposizioni al suolo.
Poiché i rilasci di inquinanti avvengono in quota, la deposizione per via secca (per la quale è
necessario il contatto del pennacchio con il suolo) è per brevi distanze dal camino da considerare
trascurabile rispetto a quella umida, sulla quale l'altezza del rilascio non ha influenza alcuna in
quanto determinata dalla pioggia che cadendo dilava tutta la colonna verticale compresa tra la base
della nuvola ed il suolo.
A distanze superiori a qualche chilometro, però, i valori di deposizione per via secca
diventano paragonabili a quelli per via umida.
Circa la deposizione per via umida i calcoli sono più complessi perché devono tenere conto
dell'impoverimento del pennacchio in funzione della distanza dal punto di rilascio, dei dati relativi
alla pioggia e di quelli relativi alle quantità depositate in relazione alla direzione del vento.
Sulla base di quanto sopra si può evidenziare come, anche ipotizzando un coefficiente di
allontanamento delle ricadute dal terreno per migrazione nel sottosuolo, ruscellamento, ecc., pari a
circa il 10% all'anno (valore in genere riportato per i terreni adibiti ad uso agricolo) nel corso degli
anni le quantità si accumulano, e possono essere raggiunti livelli di equilibrio fino a 10 volte
superiori alle quantità annue.
2) Occupazione
La soluzione che implica il minor quantitativo di rifiuto in discarica è la termovalorizzazione previa
separazione secco-umido, stabilizzazione della frazione organica e sua successiva combustione: tale
soluzione porta ad una riduzione sino al 24% del volume del rifiuto in ingresso. Va però considerato
che gli impianti di separazione secco-umido e stabilizzazione della frazione organica richiedono a
loro volta impegno di suolo.
La separazione della frazione organica e la sua stabilizzazione, se non è possibile ipotizzare una sua
destinazione diversa dalla discarica, non risulta conveniente dal punto di vista dell'occupazione del
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 172
suolo, in quanto riduce l'effetto della termovalorizzazione dei rifiuti e richiede ampi spazi per il
trattamento. Nel Piano Provinciale si è comunque adottata questa ipotesi ritenendo probabile ed
auspicabile la promozione dell’utilizzo della frazione organica stabilizzata anche per altri scopi
(recuperi ambientali di aree degradate).
9.2.8 Trasporto
La scelta degli ambiti territoriali impone bacini anche di dimensioni rilevanti, ma il
contenimento dei trasporti può essere colto grazie a scelte di localizzazione degli impianti
baricentriche rispetto al bacino di utenza e in modo che i diversi impianti dei sistema integrato non
siano reciprocamente troppo lontani.
In relazione alle potenzialità degli impianti e ai bacini di utenza degli stessi, è ragionevole
ipotizzare la presenza di un traffico veicolare di un certo rilievo, ma comunque di entità analoga a
quello già esistente relativo al trasporto dei rifiuti.
Al fine di realizzare il sistema di trasporto, il Piano Provinciale ipotizza l'esistenza di stazioni di
trasferimento presso i Centri di Conferimento nelle quali i rifiuti, scaricati dagli automezzi
compattatori, vengono sistemati su auto articolati per il conferimento agli impianti di separazione
secco-umido.
Se si escludono le aree più prossime agli impianti, l'impatto sul territorio della viabilità
indotta non è sicuramente rilevante, e comunque non dà luogo ad un aumento di traffico pesante
rispetto alla situazione attuale.
Con l’ipotesi del termovalorizzatore a servizio di più Ambiti ottimali, nasce l’esigenza del trasporto
della frazione secca tra i territori interessati.
Si è scelto anche per questo motivo di movimentare la sola frazione secca destinata al
termovalorizzatore finale, così da ridurre il traffico dei mezzi e limitare i possibili impatti dovuti ad
esempio al trasferimento su ruota di rifiuti “tal quali” o anche di frazione organica stabilizzata
(polveri).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 173
9.2.9 Accettabilità sociale
Rispetto all'accettabilità sociale, il Piano Provinciale propone l'adozione di metodologie di
coinvolgimento della popolazione nelle scelte mediante l'apertura di un confronto con gli Enti locali
ed i soggetti sociali presenti sul territorio. Sono obiettivi del Piano l'assicurazione costante della
trasparenza dei processi decisionali e la facilitazione della comprensione dei problemi tramite
l'informazione, la formazione e la sensibilizzazione.
Il metodo adottato si presenta in linea con i principi della sostenibilità, ed in particolare si
inserisce nell'ottica dell'Agenda XXI nel processo di condivisione e concertazione delle scelte
ambientali.
In Italia è sempre più difficile reperire siti idonei all'installazione di nuova impiantistica di
smaltimento rifiuti a causa dell'alta densità di popolazione e dell'alto valore paesaggistico e
turistico dei territori. Alle difficoltà tecniche ed oggettive si aggiunge l'opposizione crescente delle
popolazioni che, al di là di componenti emotive, è stata ed è alimentata dall'inadeguatezza
tecnologica degli impianti realizzati in passato, non che dalla scarsa credibilità attribuita
all'efficienza gestionale delle pubbliche amministrazioni.
Rispetto a questo indicatore l'analisi deve tenere in considerazione diversi ordini di problemi.
Da un lato la realizzazione di nuovi impianti induce generalmente la reazione dei cittadini
residenti in prossimità del sito prescelto: infatti l'area di ricaduta degli impatti diretti interessa in
modo pesante cittadini che si devono accollare l'onere di impianti che soddisfano bisogni di una
collettività più ampia.
Dall'altro anche la scelta di tecnologie "pulite" o "garantite" non è sufficiente a rendere
accettabile un impianto tecnologico, in quanto la sfiducia si sposta sul sistema di gestione e di
controllo da parte delle pubbliche amministrazioni nonché sulla correttezza dei comportamenti
della comunità.
Ai fini dell'accettabilità sociale occorre quindi spostare l'attenzione dal singolo impianto a tutto il
contesto territoriale individuato, adottando un approccio globale che non si ponga in termini di
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 174
indennizzo ma di valutazione della pressione complessiva che viene esercitata sul territorio.
Rispetto all'accettabilità sociale un elemento di valutazione può essere costituito dall'impatto
dovuto alla visibilità degli impianti valutato in relazione al contesto di elevato pregio paesaggistico
dell'intera Regione, caratterizzata peraltro da consistenti flussi turistici.
L'impatto degli impianti sull'occupazione e sull'economia della zona non può essere
considerato come elemento rilevante ai fini di questo indicatore.
E' possibile sviluppare ulteriormente l'analisi di questo indicatore in rapporto alle dimensioni
dell'area vasta interessata e ad aspetti legati alla sensibilizzazione ed informazione dei cittadini sia
nei confronti dell'accettazione degli impianti, sia riguardo comportamenti consapevoli e corretti
(raccolta differenziata, corretto conferimento dei rifiuti per tipologie, riduzione della produzione dei
rifiuti).
9.2.10 Costi
La valutazione dei costi delle diverse opzioni di smaltimento dei rifiuti è di
fondamentale importanza ai fini di una corretta pianificazione. La stima teorica dei costi richiede la
quantificazione di innumerevoli parametri a valle di una valutazione accurata dei rischi e dei
benefici associati alla scelta adottata.
La disamina di tutti gli scenari tiene conto delle seguenti considerazioni:
a) le condizioni di mercato per le frazioni recuperate non sono tali da aver prodotto in Regione
Liguria a tutt’oggi significative iniziative imprenditoriali nel settore della loro valorizzazione;
inoltre, l'incremento di offerta che si prevede venga a determinarsi da parte delle regioni limitrofe
rischia di penalizzare il rifiuto ligure (che presenta costi di raccolta oggettivamente superiori in
ragione della conformazione territoriale) per quanto riguarda l'accesso agli impianti di riciclaggio
presenti in Regione (vetrerie, cartiere, ecc);
b) in considerazione di quanto evidenziato ai punto precedente, appare opportuno proseguire ed
intensificare la politica di incentivazione al recupero, sia attraverso il sostegno economico per la
realizzazione di impianti finalizzati alla raccolta differenziata ed alla lavorazione delle frazioni
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 175
raccolte, sia promuovendo accordi commerciali di lungo periodo con i soggetti economici
interessati; solo in questo modo potranno essere ragionevolmente incrementate le possibilità di
cogliere gli obiettivi di raccolta posti dal D. Lgs. 22/97, e quindi di sottrarre effettivamente allo
smaltimento i flussi di rifiuti della raccolta differenziata;
c) in ogni caso appare opportuno, in una logica di pianificazione, garantire un certo margine di
sovradimensionamento degli impianti, oltre a quello specifico per ogni singolo impianto, in modo
da garantire comunque l'autosufficienza nello smaltimento;
d) la soluzione tecnologica che prevede la produzione di frazione secca, o ancor più di C.D.R. (da
utilizzare come combustibile in impianti convenzionali) ed il conferimento a discarica della frazione
organica stabilizzata è senza dubbio la migliore sotto il profilo dei costi aziendali: sono infatti
minimizzati i fabbisogni di investimento, e la messa in discarica del prodotto di scarto è la forma di
smaltimento più economica, sia dal punto di vista dei costi di investimento che di gestione;
l’opzione con produzione di C.D.R. è peraltro quella che presenta i maggiori rischi strategici,
essendo quella che massimizza il conferimento a discarica; più concreta è l’opzione con produzione
di frazione secca, che comporta la realizzazione di impianti dedicati, ma la garanzia del
funzionamento del sistema nel suo complesso;
e) per l'incenerimento dei rifiuti si dispone di una rilevante quantità di dati anche se, spesso,
scarsamente omogenei e condizionati dalla grande differenziazione dei contesti in cui tali
impianti sono stati realizzati ed eserciti; in linea generale, si può sottolineare che, analogamente al
contesto nazionale, la realizzazione di quattro (o cinque) impianti in Liguria, come previsto dal
Piano Regionale, necessari per incenerire tutti i rifiuti residui, al netto della raccolta differenziata,
avrebbe un impatto non indifferente dell'ordine dei 360 milioni di Euro in termini di costi di
investimento, mentre sarebbe penalizzante, sotto il profilo dei costi di gestione, se la disciplina delle
incentivazioni per la produzione di energia elettrica, di cui si attende l'emanazione, si rivelasse poco
interessante. In primo luogo si evidenzia che la realizzazione di un unico impianto di
termovalorizzazione al servizio di più Ambiti avrebbe una ricaduta economica positiva sia sotto il
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 176
profilo dell’investimento complessivo, che sotto l’aspetto gestionale, tenuto conto anche della più
corretta taratura dell’impianto (riferita alle quantità da trattare).
Tenendo presente anche sotto il profilo economico oltre che strategico generale, data la situazione
normativa e di mercato che si è delineata, che è opportuno perseguire la maggiore flessibilità
possibile del sistema, diversificando i "rischi economici" che sono inevitabili qualunque sia
l'opzione tecnologica che si adotta, appare opportuna una valutazione integrata degli scenari
proposti dal Piano Regionale di gestione dei rifiuti.
Per quanto riguarda il compost, la stima grossolana delle possibili utilizzazioni in settori
diversi da quello agricolo si può effettuare attribuendo in maniera proporzionale alla Liguria i valori
stimati da Federambiente su scala nazionale: si ottiene un quantitativo di 30.000 tonnellate/anno.
Tale quantitativo è congruente con la produzione "minima" di compost (ovvero quella derivante da
impianti di selezione delle Province di Imperia e Savona, più il Tigullio) che ammonta, secondo il
Piano Regionale a circa 28.000 ton; il Piano Provinciale di Imperia prevede di trattare circa 14.000
ton/anno di compost in impianti dedicati all’anno 2003.
A fronte di specifici programmi di utilizzazione della frazione organica stabilizzata (compost di
scarsa qualità), ottenibile da processi di selezione a valle (rispondente in ogni caso ai requisiti della
Deliberazione Interministeriale 27 Luglio 1984, di attuazione del D.P.R. 915/82), ad esempio per il
reimpianto ed il rimboschimento delle aree danneggiate dagli incendi o per la risistemazione
ambientale delle cave dismesse, i quantitativi potrebbero aumentare, giustificando a maggior
ragione la scelta di non inviare ad incenerimento tale prodotto.
Si precisa che per le utilizzazioni in agricoltura e per impieghi minori a scala locale si prevede
l'impiego del compost di qualità ottenuto dalla raccolta differenziata, i cui quantitativi rientrano
nelle quote-obiettivo fissate dalla norma.
La produzione e l’utilizzo invece del C.D.R. (combustibile derivato dai rifiuti) presenta, tra le altre,
due criticità fondamentali:
• la prima legata agli esiti delle sperimentazioni di combustione nella centrale ENEL di
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 177
Fusina (ad oggi l'unica dotata degli impianti di abbattimento necessari per la utilizzazione di
C.D.R.) ed ai tempi di adeguamento delle centrali liguri;
• la seconda, di ordine macroeconomico ed amministrativo, che dovrebbe prevedere di
"riservare" le centrali al C.D.R. prodotto in Liguria.
Le considerazioni sulle concrete difficoltà che incontra tale opzione ed il fatto che, ancora oggi,
oltre l'80% del C.D.R. prodotto dai 23 impianti che risultano operativi in Italia finisce in discarica,
rendono preferibili approcci assai prudenti; per cui si è optato per la produzione della sola frazione
secca.
9.2.11 Eventi incidentali
Dal punto di vista degli eventi incidentali, più si complicano e si moltiplicano le tecnologie che
vengono messe in atto, più si sommano le probabilità di eventi indesiderati.
L'utilizzo di tecnologie consolidate consente invece di valutare in modo più oggettivo il rischio
associato alle diverse operazioni con il relativo fattore di probabilità che l'evento si possa verificare.
Occorre anche tener conto delle operazioni di raccolta, trasporto, carico e scarico dei rifiuti nelle
diverse fasi del ciclo integrato.
L'esistenza di un certo tipo di rischio non deve però diventare motivo di esclusione di una scelta, ma
implica che, mediante un'analisi puntuale di tale rischio, possano essere prese tutte le misure
tecnologiche e procedurali che consentano di abbassare la probabilità che tale evento si verifichi,
anche dopo anni di gestione e manutenzione degli impianti.
Si ritiene che il sistema impiantistico scelto per la pianificazione provinciale sia di tipo semplice e
consolidato, e quindi tale da limitare la probabilità di eventi accidentali. Per ovvi motivi, il
passaggio da un termovalorizzatore per ogni Provincia ad un termovalorizzatore al servizio di più
Ambiti ridurrebbe ulteriormente le possibilità di eventi accidentali.
9.3 Valutazione delle scelte tecnologiche
In analogia al metodo adottato dal Piano Regionale di gestione dei rifiuti, si è elaborata la
valutazione dei singoli indicatori in modo quantitativo. In particolare:
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 178
• Riduzione del volume dei rifiuti: è stato valutato per ogni scenario il quantitativo di rifiuti
destinati a discarica; nel Piano Provinciale la valutazione è stata specificatamente elaborata per
l’Ambito Imperiese.
• Recupero energetico potenziale: valutato come potere calorifico specifico per quantità di
rifiuti destinati a termovalorizzazione.
• Recupero di materia: la valutazione è semi quantitativa, e lo scenario al 2003 risulta
preferibile all'attuale situazione a seguito del conseguimento degli obiettivi della raccolta
differenziata al 35% e dell'attivazione di politiche per la riduzione della produzione dei rifiuti; di
conseguenza il Piano Provinciale ha previsto uno scenario con impianti di recupero e selezione
e con produzione di compost in parte destinato a discarica o per recuperi ambientali e bonifiche,
e in parte ad utenza (compost di qualità), mantenendo di conseguenza un potenziale utilizzo sul
territorio.
• Impatto aria emissioni: la valutazione è semiquantitativa e, indipendentemente dalla
tecnologia adottata, si è tenuto conto delle emissioni in senso massivo, e pertanto si è valutato il
quantitativo di rifiuti destinato a termovalorizzazione nello scenario conseguente all’attuazione.
• Impatto acqua consumi: si è tenuto conto del consumo d'acqua negli impianti di
termovalorizzazione per raffreddamento, e pertanto i valori sono proporzionali al quantitativo di
rifiuti destinato a termovalorizzazione.
• Inquinamento acqua: è stato valutato in rapporto al quantitativo di rifiuti destinato a discarica
in quanto, pur in presenza di impianto di captazione e depurazione del percolato, il comparto
acqua è interessato dagli impatti della discarica.
• Inquinamento suolo: valgono le stesse considerazioni effettuate per il comparto acqua.
• Occupazione del suolo: il Piano Regionale di gestione dei rifiuti valuta i volumi dei rifiuti
destinati a discarica, diminuiti di un fattore relativo alla superficie del suolo occupata dagli
impianti di separazione; il fabbisogno calcolato all’anno 2003 per la Provincia di Imperia è pari
a 82 ton/365, per cui il punteggio assunto è 4.
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Sostenibilità ambientale 179
Fabbisogno discarica al t/365 Punteggio <50 5
50 – 100 4 100 – 150 3 150 – 200 2
>200 1 Tabella 9-3
Per il fabbisogno di impianti il valore determinato per la Provincia di Imperia è pari a 144 ton/365
all’anno 2003, per cui il fattore è assunto pari a 0.
Fabbisogno impianti al t/365 Fattore
<200 0 200 – 500 -1
>500 -2 Tabella 9-4
• Accettabilità sociale: in questo delicato comparto sono stati presi in considerazione i seguenti
fattori:
1. lo status quo è sempre preferito rispetto alla realizzazione di nuovi impianti;
2. la tecnologia ha una certa rilevanza, soprattutto se si tratta di tecnologie innovative e
pulite; gli impianti scelti nel Piano Provinciale sono di tipo tradizionale, collaudato, di poco
impatto, “puliti”;
3. le dimensioni degli impianti hanno una notevole rilevanza nella contrattazione sociale: sono
stati scelti impianti di taglia media, distribuiti equamente sul territorio;
4. non è stato considerato nella valutazione di questo indicatore il fattore costi di realizzazione,
di gestione e smaltimento rifiuti, già valutato in altro indicatore.
• Trasporti: è stato valutato il numero degli spostamenti e i quantitativi movimentati nello
scenario finale ipotizzato all’anno 2003.
• Costi: sono stati confrontati i costi rispetto ai diversi scenari possibili.
• Eventi incidentali: sono stati valutati considerando che ogni passaggio tecnologico aggiuntivo
alza la possibilità che si verifichi un evento non desiderato; non è stato in alcun modo
considerata la gravità possibile dell'evento.
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Sostenibilità ambientale 180
Nella Tabella 9-5 successiva sono presentati in sintesi i valori variabili da 1 a 5 attribuiti alla scelta
tecnologica adottata nel Piano della Provincia di Imperia rispetto agli indicatori individuati.
Il quadro è funzionale a evidenziare l'impatto relativo dei diversi scenari su ogni indicatore in
termini assoluti, indipendentemente, quindi, dal "peso" di ciascun indicatore.
Sostenibilità degli scenari Discarica Termo
utilizzatore Impianto secco umido e
termoutilizzatore CDR e termoutilizzatore
INDICATORI Situazione attuale Termovalor.
Termovalor. del secco
umido trattato in discarica
Termovalor. del secco e
umido trattato
Termovalor. del CDR
umido trattato in discarica
Termovalor. del CDR
umido trattato
Riduzione del volume dei rifiuti � ���� ��� ���� ��� ����
Recupero di materia � �� ���� ��� ���� ��� Impatto aria: emissioni ��� � ���� ��� ���� ��� Impatto acqua: consumo ����� � ���� ��� ���� ��� Impatto acqua: inquinanti � ���� ��� ���� ��� ���� Inquinamento del suolo �� ���� ��� ���� ��� ���� Occupazione del suolo � ���� ���� ���� �� ��� Recupero energetico � ����� ���� ���� ���� ���� Trasporto ���� ���� �� ��� �� ��� Costi ����� ���� ��� � ��� � Eventi inc. ���� ���� ��� ��� ��� ��� Accettabilità sociale ���� � ���� ��� ���� �
Tabella 9-5
Il valore attribuito ai singoli indicatori tiene conto dei fattori di contestualizzazione evidenziati nel
Piano Regionale di gestione di rifiuti: in particolare della ipotesi di avere un unico termoutilizzatore
al servizio di più ambiti.
9.4 Valutazione degli scenari
Al fine di individuare una gamma più ristretta rispetto alla totalità degli scenari ipotizzati, il Piano
Regionale di gestione dei rifiuti ha elaborato un modello che consente di valutarli in modo
complessivo.
L'applicazione del modello comporta:
• una valutazione più puntuale degli indicatori sulla base delle condizioni territoriali della
Provincia e delle possibilità di integrazione tra più ambiti;
• attribuzione di un peso agli indicatori, in modo tale da renderli confrontabili;
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Sostenibilità ambientale 181
• il calcolo, per somma pesata, dell'indice di efficacia di smaltimento di ciascuno scenario.
La valutazione dei possibili scenari passa anche attraverso l’analisi puntuale delle caratteristiche di
idoneità di ogni sito indicato nel presente Piano Provinciale come possibile per ospitare la
realizzazione dei previsti impianti:
- Centri di Conferimento;
- impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione;
- impianti di separazione secco–umido, stabilizzazione e compostaggio della FORSU;
- impianto di termovalorizzazione.
9.5 Peso degli indicatori
Il modello prevede di attribuire a ciascun indicatore un peso di valore compreso tra 1 e 5.
Nel caso della Provincia di Imperia sono stati assegnati i seguenti pesi, accettando quelli del Piano
Regionale:
Riduzione del volume dei rifiuti 3 Recupero di materia 2 Impatto aria: emissioni 4 Impatto acqua: consumi 1 Impatto acqua: inquinanti 4 Impatto suolo: inquinanti 4 Impatto suolo: occupazione 2 Recupero energetico 5 Trasporti 3 Costi 5 Eventi incidentali 3 Accettabilità sociale 5
Tabella 9-6
In funzione della natura strategica locale, si è dato particolare peso ai fattori legati agli inquinamenti
e al “Recupero energetico”, fattori a forte richiamo ambientale, oltre ai “Costi” ed alla
“Accettabilità sociale”, fattori legati alla particolare morfologia del territorio provinciale ed alla
pressoché totale mancanza di insediamenti di tipo industriale.
In analogia con il Piano Regionale di gestione dei rifiuti, sono stati quindi considerati tre separati
aspetti, e cioè:
A - ambientali (Riduzione dei volume dei rifiuti, Recupero di materia, Impatto aria
emissioni, Impatto acqua consumi, Inquinamento acqua, Inquinamento suolo, Occupazione
del suolo);
E - economici (Recupero energetico potenziale, Trasporti, Costi);
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Sostenibilità ambientale 182
S - sociali (Eventi incidentali, Accettabilità sociale).
Nel caso della Provincia di Imperia si è posto che i tre aspetti abbiano peso complessivo differente,
e cioè: Ambientali = 15, Economici = 10, Sociali = 10; in questo modo viene privilegiata la tutela
ambientale rispetto alle valutazioni di carattere economico e sociale. Si è così proceduto a
standardizzare i valori precedentemente attribuiti ai singoli indicatori, da cui sono risultati i seguenti
pesi standardizzati:
Peso standardizzato degli Indicatori Ambientali 2.25 Riduzione del volume dei rifiuti 1.50 Recupero di materia 3.00 Impatto aria: emissioni 0.75 Impatto acqua: consumi 3.00 Impatto acqua: inquinanti 3.00 Impatto suolo: inquinanti 1.50 Impatto suolo: occupazione 15 Totale
Tabella 9-7
Peso standardizzato degli Indicatori Economici 3.85 Recupero energetico 2.30 Trasporto 3.85 Costi 10 Totale
Tabella 9-8
Peso standardizzato degli Indicatori Sociali 3.75 Eventi incidentali 6.25 Accettabilità sociale 10 Totale
Tabella 9-9
9.5.1 Applicazione del modello.
Moltiplicando il peso dell'indicatore standardizzato per il valore attribuito per ciascun scenario, si
ottiene il contributo dell'indicatore alla valutazione dello scenario stesso: la somma dei contributi di
tutti gli indicatori consente pertanto di ottenere un valore indice definito "Efficacia relativa di
smaltimento dello scenario".
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Sostenibilità ambientale 183
Peso Peso
standar-dizzato
INDICATORI DI SOSTENIBILITA’
Termoutiliz-zatore e discarica
Impianti di separazione secco-umido o CDR, quindi un termoutilizzatore e una discarica
Secco-umido CDR umido in
discarica umido a termoutil.
umido in discarica
umido a termoutil.
3 2,25 Riduzione del volume dei rifiuti 4 3 (6.75) 4 (9.00) 3 (6.75) 4 (9.00)
2 1,50 Recupero di materia 2 4 (6.00) 3 (4.50) 4 (6.00) 3 (4.50) 4 3,00 Impatto aria: emissioni 1 4 (12.00) 3 (9.00) 4 (12.00) 3 (9.00) 1 0,75 Impatto acqua: consumi 1 4 (3.00) 3 (2.25) 4 (3.00) 3 (2.25)
4 3,00 Impatto acqua: inquinanti 4 3 (9.00) 4 (12.00) 3 (9.00) 4 (12.00)
4 3,00 Impatto suolo: inquinanti 4 3 (9.00) 4 (12.00) 3 (9.00) 4 (12.00)
2 1,50 Impatto suolo: occupazione 4 4 (6.00) 4 (6.00) 2 (3.00) 3 (4.50)
5 3,85 Recupero energetico 5 4 (15.40) 4 (15.40) 4 (15.40) 4 (15.40) 3 2,30 Trasporti 4 2 (4.60) 3 (6.90) 2 (4.60) 3 (6.90) 5 3,85 Costi 4 3 (11.55) 1 (3.85) 3 (11.55) 1 (3.85) 3 3,75 Eventi incidentali 4 3 (11.25) 3 (11.25) 3 (11.25) 3 (11.25) 5 6,25 Accettabilità sociale 1 4 (25.00) 3 (18.75) 4 (25.00) 1 (6.25) (119,55) (110.90) (116.55) (96.9)
Tabella 9-10
Il valore indice di “Efficacia relativa di smaltimento dello scenario” ipotizzato nella pianificazione
per la Provincia di Imperia è pari a 119,55 valore positivo, se comparato con i valori degli eventuali
scenari alternativi. Le sole alternative con impianto C.D.R. portano in teoria a indici comparabili,
ma per tutte le incertezze citate e descritte non si ritiene prudente ed opportuno adottarle. Il risultato
dell’analisi dimostra quindi la compatibilità ambientale dello scenario di pianificazione proposto
per la Provincia di Imperia.
9.6 Studio di sostenibilità ambientale dei siti proposti
In analogia a quanto già proposto nei precedenti paragrafi per la valutazione di sostenibilità
ambientale dei differenti scenari previsti dal Piano, nel presente paragrafo viene eseguita l’analisi di
sostenibilità dei siti proposti per la localizzazione degli impianti previsti dalla pianificazione. In
particolare, lo scopo è quello di arrivare ad ottenere un confronto sia quantitativo che qualitativo
dell’abbinamento sito + impianto tra le alternative proposte. L’analisi viene effettuata utilizzando
tra gli indicatori suggeriti dalla Regione Liguria nel Piano di Gestione dei Rifiuti approvato con
D.C. Regione Liguria n° 17 del 29/07/2000, quelli ritenuti più significativi e mirati alla valutazione.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 184
Gli indicatori scelti, suddivisi a seconda dei principali aspetti che caratterizzano la gestione dei
rifiuti, sono pertanto i seguenti:
ASPETTI AMBIENTALI
• Impatto aria – emissioni: parametro indipendente dalla tecnologia impiantistica adottata,
che tiene conto delle emissioni impattanti rispetto al territorio in cui l’impianto è
previsto;
• Impatto acqua – consumo: parametro che valuta il consumo di acqua nelle varie fasi di
lavorazione e trattamento dei rifiuti previste negli impianti di gestione rifiuti quali i
Centri di Conferimento, l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione del
materiale proveniente dalla raccolta differenziata, gli impianti di separazione secco-
umido con stabilizzazione e compostaggio della frazione organica, gli impianti per lo
smaltimento finale tra cui il termoutilizzatore e le discariche;
• Impatto acqua – inquinamento: parametro che tiene conto dell’incidenza delle emissioni
impattanti rispetto al territorio in cui l’impianto va a collocarsi;
• Impatto suolo – inquinamento: parametro per il quale valgono le stesse considerazioni
fatte per il punto precedente;
• Impatto suolo – occupazione: parametro che valuta le superfici occupate dall’impianto
ed i volumi dei rifiuti destinati a smaltimento.
ASPETTI ECONOMICI
• Recupero energetico: parametro valutato come potere calorifico specifico per quantità di
rifiuti destinati al termovalorizzazione ed anche in base alla presenza di utenze
potenzialmente servite da un eventuale circuito di teleriscaldamento; questo parametro è
considerato solamente per la scelta dei siti del termovalorizzatore;
• Trasporto: parametro che considera il numero degli spostamenti, la baricentricità del sito
rispetto alle varie utenze, la viabilità esistente. Il parametro trasporto è strettamente
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 185
correlato al parametro costi, visto che influisce sulla necessità o meno di migliorare a
viabilità esistente ovvero realizzare nuove strade;
• Costi: parametro che non tiene conto dei costi di realizzazione dell’impianto, in quanto
uguali relativamente al tipo di impianto esaminato e per ogni sito analizzato; tiene
invece conto delle opere al contorno necessarie all’insediamento degli impianti quali le
strade di accesso, la messa in sicurezza dei siti (ad esempio gli interventi previsti dai
piani di bacino, ecc.), le eventuali opere di bonifica del sito.
ASPETTI SOCIALI
• Eventi incidentali: parametro che considera l’aumento della possibilità che si verifichi
un evento incidentale ad ogni passaggio tecnologico ovvero ad ogni trasporto
aggiuntivo;
• Accettabilità sociale: per questo parametro, sono tenuti in considerazione alcuni fattori,
tenendone conto in maniera integrata su scala provinciale, tra cui:
o la preferibilità di integrare, ampliare o adattare impianti già esistenti rispetto alla
realizzazione di nuovi;
o la forte rilevanza e preferenza verso tecnologie innovative e “pulite”, ma già
collaudate ed affidabili;
o la dimensione degli impianti, parametro molto rilevante in sede di contrattazione
sociale, anche con riferimento all’ampiezza del bacino di utenza di competenza
dell’impianto.
9.6.1 Valutazione dei pesi degli indicatori
Al fine di individuare una serie ristretta di scelte preferibili rispetto a quelle individuate,
analogamente a quanto proposto dalla Regione Liguria, nel presente Piano Provinciale è stato
elaborato un “modello” che consente di valutare complessivamente i diversi siti tenendo conto del
previsto impianto, comportando una valutazione più mirata degli indicatori in funzione delle
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 186
condizioni territoriali della Provincia, e l’attribuzione ai vari indicatori di un peso al fine di renderli
confrontabili.
Il modello attribuisce ad ognun indicatore un peso compreso tra il valore minimo pari a 1 e quello
massimo pari a 5; il valore attribuito esprime direttamente il grado di importanza del parametro
considerato. I pesi addottati sono quelli proposti dal Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione
Liguria.
INDICATORI AMBIENTALI PESO
Impatto aria: emissioni 4
Impatto acqua: consumo 1
Impatto acqua: inquinamento 4
Impatto suolo: inquinamento 4
Impatto suolo: occupazione 2
TOTALE 15
INDICATORI ECONOMICI PESO
Recupero energetico 5
Trasporto 3
Costi 5
TOTALE 13
INDICATORI SOCIALI PESO
Eventi incidentali 3
Accettabilità sociale 5
TOTALE 8
Tabella 9-11 L’indicatore “Recupero energetico” viene preso in considerazione solamente nella valutazione dei
siti destinati alla localizzazione degli impianti di termovalorizzazione. Pertanto, il totale dei pesi
degli indicatori economici nella valutazione della localizzazione delle altre tipologie di impianti, è
pari a 8.
Per un’obiettiva valutazione delle scelte localizzative degli impianti, si è ritenuto opportuno
standardizzare i pesi degli indicatori assegnando agli indicatori Ambientali il valore 15, agli
indicatori Economici e Sociali il valore 10. In questo modo viene privilegiata la tutela ambientale
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 187
rispetto alle valutazioni di carattere economico e sociale. I pesi standardizzati degli indicatori
risultano pertanto essere i seguenti
INDICATORI AMBIENTALI PESO STANDARDIZZATO
Impatto aria – emissioni 4
Impatto acqua – consumo 1
Impatto acqua – inquinamento 4
Impatto suolo – inquinamento 4
Impatto suolo – occupazione 2
TOTALE 15
INDICATORI ECONOMICI
(per i siti destinati alla localizzazione del
termovalorizzatore)
PESO STANDARDIZZATO
Recupero energetico 3.8
Trasporto 2.4
Costi 3.8
TOTALE 10
INDICATORI ECONOMICI
(per i siti destinati alla localizzazione di altre
tipologie di impianto)
PESO STANDARDIZZATO
Trasporto 3.8
Costi 6.2
TOTALE 10
INDICATORI SOCIALI
PESO STANDARDIZZATO
Eventi incidentali 3.8
Accettabilità sociale 6.2
TOTALE 10
Tabella 9-12
9.6.2 Applicazione del modello
Per l’applicazione del “modello”, su ciascun sito da analizzare occorre moltiplicare il peso
dell’indicatore standardizzato per il rispettivo valore attribuito, ottenendo il contributo
dell’indicatore di sostenibilità in relazione alla valutazione del sito stesso. La somma dei contributi
di tutti gli indicatori consente di ottenere un valore di preferibilità del sito in funzione del tipo di
impianto cui viene destinato.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 188
Per l’assegnazione del valore, ad ogni singolo indicatore ambientale, fermo restando 1÷5 il range
dei valori attribuibili, si è proceduto nel seguente modo:
o Indicatori ambientali: a basso impatto viene attribuito un alto valore, ad alto impatto
viene attribuito un valore basso; ad esempio, ad impianti che comportano un
bassissimo impatto in atmosfera rispetto al territorio di ubicazione viene attribuito
all’indicatore il massimo valore, mentre un forte impatto sul suolo o sull’acqua
comporta all’indicatore l’attribuzione di un basso valore;
o Indicatori economici: ad alta componente di recupero energetico, relativamente al
termovalorizzatore, corrisponde un alto valore attribuito, mentre ad alti costi di
adeguamento e di sistemazione delle aree e della viabilità di collegamento ovvero ad
alto numero di movimentazioni e di trasferimenti, corrisponde un basso punteggio;
o Indicatori sociali: ad alta accettabilità sociale corrisponde un punteggio alto, mentre
ad alto rischio di incidenti ambientali legati alle diverse fasi di lavorazione dei rifiuti
corrisponde un basso punteggio.
E’ possibile inoltre, sulla base del contenuto del Piano Regionale, tenere conto delle situazioni già
esistenti sul territorio al fine di valutare le peculiarità o le sinergie sul territorio provinciale. Il
procedimento si basa sull’introduzione di alcuni valori correttivi, chiamati fattori di
contestualizzazione, da applicare ai valori assoluti attribuiti ad ogni singolo indicatore.
I fattori di contestualizzazione sono riportati nella seguente tabella.
FATTORI DI
CONTESTUALIZZAZIONE
ACCETTABILITA’
SOCIALE
EMISSIONI
IN
ATMOSFERA
CONSUMI
D’ACQUA
OCCUPAZIONE
DEL SUOLO
RECUPERO
ENERGETICO
COSTI TRASPORTI
Preesistenza di impianti idonei a
utilizzare CDR o frazione secca
(ad esempio centrali ENEL)
+1 +1 +1 +1 +1 +1
Impianti di termovalorizzazione
al servizio di più ambiti o sub
ambiti territoriali
+1 +1 +1 +1 +1 +1 -1
Presenza di più impianti nello
stesso ambito
+1
Più impianti di separazione
piccoli o a tecnologia innovativa
+1
Tabella 9-13
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 189
Nel seguito vengono riportate le tabelle applicative del “modello” per ogni tipologia di impianto in
relazione ai potenziali siti di localizzazione. Le tabelle riportano, per ogni sito, nella prima colonna i
punteggi assegnati ad ogni indicatore, nella seconda colonna i punteggi assegnati eventualmente
corretti mediante i fattori di contestualizzazione, nella terza colonna i pesi standardizzati, nella
quarta colonna il prodotto dei punteggi assegnati ad ogni indicatore per il peso standardizzato, la cui
somma indica il grado di preferibilità del sito.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale 190
- COMUNE DI CAMPOROSSO -
- COMUNE DI VENTIMIGLIA -
CIAPAGNI
PUNTEGGIO PUNTEGGIO
CORRETTO
PESO
STANDARD.
PREFERIBILITA‘
DEL SITO
PUNTEGGIO PUNTEGGIO
CORRETTO
PESO
STANDARD.
PREFERIBILITA‘
DEL SITO
INDICATORI AMBIENTALI
Impatto aria – emissioni 4 4 4 16 3 3 4 12
Impatto acqua – consumo 5 5 1 5 5 5 1 5
Impatto acqua –inquinamento 4 4 4 16 4 4 4 16
Impatto suolo – inquinamento 4 4 4 16 4 4 4 16
Impatto suolo – occupazione 3 3 2 6 3 3 2 6
INDICATORI ECONOMICI
Trasporto 3 3 3.8 11.4 2 2 3.8 7.6
Costi 4 4 6.2 24.8 2 2 6.2 12.4
INDICATORI SOCIALI
Eventi incidentali 3 3 3.8 11.4 3 3 3.8 11.4
Accettabilità sociale 4 4 6.2 24.8 4 4 6.2 24.8
TOTALE 131.4 111.2
Tabella 9-14: Centro di Conferimento del Comprensorio Ventimigliese (A)
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
Ottobre 2002
Sostenibilità ambientale
191
- CO
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issioni 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16
Impatto acqua – consum
o 5
5 1
5 5
5 1
5 5
5 1
5 5
5 1
5 5
5 1
5
Impatto acqua – inquinam
ento 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16
Impatto suolo – inquinam
ento 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16
Impatto suolo – occupazione
3 3
2 6
4 4
2 8
3 3
2 6
3 3
2 6
3 3
2 6
IND
ICA
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RI
EC
ON
OM
ICI
Trasporto
4
4 3.8
15.2 3
3 3.8
11.4 4
4 3.8
15.2 3
3 3.8
11.4 4
4 3.8
15.2
Costi
2 2
6.2 12.4
3 3
6.2 18.6
4 4
6.2 24.8
3 3
6.2 18.6
4 4
6.2 24.8
IND
ICA
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Eventi incidentali 3
3 3.8
11.4 2
2 3.8
7.6 3
3 3.8
11.4 3
3 3.8
11.4 4
4 3.8
15.2
Accettabilità sociale
3 3
6.2 18.6
3 3
6.2 18.6
3 3
6.2 18.6
4 4
6.2 24.8
2 2
6.2 12.4
TO
TA
LE
116.6
117.2
129.0
125.2
126.6
Tabella 9-15: Centro di Conferim
ento del Comprensorio Sanrem
ese (B)
(1) I siti sono per loro caratteristica idonei a ospitare assieme il C
entro di Conferim
ento del Com
prensorio Sanremese (B
) e l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione.
La graduatoria di merito, in quel caso, rim
ane la stessa riportata nel presente tabulato.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
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16
Impatto acqua – consum
o 5
5 1
5 5
5 1
5 5
5 1
5 5
5 1
5 5
5 1
5
Impatto acqua – inquinam
ento 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16
Impatto suolo – inquinam
ento 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16
Impatto suolo – occupazione
3 3
2 6
3 3
2 6
3 3
2 6
3 3
2 6
2 2
2 4
IND
ICA
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ICI
Trasporto
4
4 3.8
15.2 3
3 3.8
11.4 3
3 3.8
11.4 4
4 3.8
15.2 3
3 3.8
11.4
Costi
3 3
6.2 18.6
3 3
6.2 18.6
3 3
6.2 18.6
3 3
6.2 18.6
3 3
6.2 18.6
IND
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Eventi incidentali 3
3 3.8
11.4 3
3 3.8
11.4 3
3 3.8
11.4 3
3 3.8
11.4 3
3 3.8
11.4
Accettabilità sociale
3 3
6.2 18.6
3 3
6.2 18.6
2 2
6.2 12.4
2 2
6.2 12.4
3 3
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TO
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122.8
119.0
112.8
116.6
117.0
Tabella 9-16: Centro di Conferim
ento del Comprensorio Im
periese (C)
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
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Impatto aria – em
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4 4
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4 4
16
Impatto acqua – consum
o 5
5 1
5 5
5 1
5 5
5 1
5 5
5 1
5
Impatto acqua – inquinam
ento 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16
Impatto suolo – inquinam
ento 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16 4
4 4
16
Impatto suolo – occupazione
3 3
2 6
3 3
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3 3
2 6
IND
ICA
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Costi
3 3
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4 4
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4 4
6.2 24.8
IND
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Eventi incidentali 2
2 3.8
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4 3.8
15.2
Accettabilità sociale
3 3
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3 3
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4 4
6.2 24.8
2 2
6.2 12.4
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119.0
132.8
127.2
130.4
Tabella 9-17: Im
pianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione provinciale
NO
TA
: l’analisi è stata condotta ipotizzando nel C
omprensorio Sanrem
ese (B) l’abbinam
ento tra l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione e il relativo C
entro di Conferim
ento. L’analisi condotta sull’ipotesi di costruzione nei siti in esam
e del solo impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione com
porta la stessa graduatoria di merito.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
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12
Impatto acqua – consum
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4 1
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4 1
4
Impatto acqua – inquinam
ento 4
4 4
16 4
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4 4
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4 4
16
Impatto suolo – inquinam
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4 4
16
Impatto suolo – occupazione
2 2
2 4
4 4
2 8
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2 2
2 4
IND
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11.4
Costi
3 3
6.2 18.6
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2 2
6.2 12.4
IND
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Eventi incidentali 3
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11.4
Accettabilità sociale
4 4
6.2 24.8
4 4
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4 4
6.2 24.8
2 2
6.2 12.4
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122.0
129,6
130.0
99.6
Tabella 9-18: Im
pianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e com
postaggio della FORSU
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12
Impatto acqua – consum
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4 4
4 1
4
Impatto acqua – inquinam
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4 4
16
Impatto suolo – inquinam
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16
Impatto suolo – occupazione
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IND
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Costi
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6.2 12.4
IND
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Eventi incidentali 2
2 3.8
7.6 4
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15.2 3
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11.4
Accettabilità sociale
3 3
6.2 18.6
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2 2
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125.6
105.4
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
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16
Impatto acqua – consum
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2
Impatto acqua – inquinam
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4 4
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16
Impatto suolo – inquinam
ento 3
3 4
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3 4
12 3
3 4
12
Impatto suolo – occupazione
4 4
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IND
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Recupero energetico
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4
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Eventi incidentali 2
2 3.8
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11.4 3
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11.4
Accettabilità sociale
4 4
6.2 24.8
3 3
6.2 18.6
2 2
6.2 12.4
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112.2
103.4
87.6
Tabella 9-19: Im
pianto di termovalorizzazione
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori
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Impatto acqua – consum
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4 1
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Impatto acqua – inquinam
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IND
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Costi
2 2
6.2 12.4
2 2
6.2 12.4
3 3
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2 2
6.2 12.4
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3 3.8
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3 3.8
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3 3.8
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Accettabilità sociale
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16
Impatto acqua – consum
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4 1
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Impatto acqua – inquinam
ento 4
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4 4
16
Impatto suolo – inquinam
ento 3
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12
Impatto suolo – occupazione
4 4
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4 4
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Costi
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2 2
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Eventi incidentali 4
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Accettabilità sociale
3 3
6.2 18.6
3 3
6.2 18.6
TO
TA
LE
119.8
113.6
Tabella 9-20: D
iscariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C
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Sistema tariffario e incentivante 197
10 Sistema tariffario e incentivante
10.1 La nuova tariffa rifiuti prevista dal D. Lgs. n. 22/1997
10.1.1 Riferimento normativo
In base all'art. 49 del D. Lgs. n. 22/97 - "la tassa per lo smaltimento dei rifiuti di cui alla sezione II
del capo XVIII del titolo III del testo unico della finanza locale, approvato con regio decreto n.
1175 del 14/09/1931, come sostituito dall'art. 21 del D.P.R. n. 915 del 10/09/1982, ed al capo III del
D. Lgs. n. 507 del 15/11/1993, è soppressa a decorrere dal 1 gennaio 1999".1
I costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di qualunque natura o
provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche e soggette ad uso pubblico, sono coperti, a
partire dal 1 gennaio 1999 (vedasi nota 1), mediante l'istituzione di una tariffa.
Nel contesto delle finalità generali del decreto, la tariffa si pone come strumento economico di
attuazione del principio di "responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella
produzione, nella distribuzione, nell'utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti",
strumento economico di incentivazione di comportamenti degli utenti coerenti con gli obiettivi di
fondo del decreto stesso: riduzione dei rifiuti, massimizzazione del recupero, minimizzazione del
ricorso alla discarica.
10.1.1.1 I soggetti passivi
Ai sensi dell’articolo 49 comma 2 del D. Lgs. 22/97, i costi per i servizi relativi alla gestione dei
rifiuti urbani e dei rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche e
soggette ad uso pubblico, sono coperti dai Comuni mediante l'istituzione di una tariffa.
1 L’articolo 5, comma 2 del D.L. 2 novembre 1998 n. 376 titolato "Disposizioni urgenti in materia di finanza locale"
prevede che il termine del 1° gennaio 1999 sia differito al 1° gennaio 2000
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Sistema tariffario e incentivante 198
Pertanto la tariffa deve garantire al Comune il gettito necessario a coprire i costi per il servizio di
gestione delle seguenti tipologie di rifiuti:
a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile
abitazione;
b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla
lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'art. 21, comma 2, lettera g);
c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade
ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive
dei corsi d'acqua;
e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;
f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività
cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e).
In generale sono tenuti al pagamento della tariffa tutti coloro che occupano o conducano locali
ovvero aree scoperte ad uso privato non costituenti accessorio o pertinenza dei locali medesimi, a
qualsiasi uso adibiti, presenti sul territorio del Comune (art. 49 comma 3, D. Lgs. 22/97).
10.1.1.2 Applicazione e riscossione della tariffa
L’applicazione e la riscossione della tariffa è rimessa direttamente al soggetto gestore del servizio
(art. 49 commi 9 e 13, D. Lgs. 22/97). Ne deriva che nel nuovo ordinamento si determina un
rapporto dialettico tra ente locale che adotta la tariffa ed il gestore chiamato ad introitarne il gettito.
Tale rapporto deve essere disciplinato, ai sensi del comma 9 dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97, da una
convenzione e dal relativo disciplinare avente la funzione di regolamentare gli obblighi e le pretese
reciproche delle parti sotto il profilo economico oltre che operativo.
La riscossione volontaria e coattiva della tariffa può essere effettuata con l’obbligo del non riscosso
per riscosso, tramite ruolo secondo le disposizioni del Decreto del Presidente della Repubblica n°
602 del 29/09/1973 e del Decreto del Presidente della Repubblica n° 43 del 28/01/1988.
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Sistema tariffario e incentivante 199
10.1.1.3 Determinazione della tariffa
La tariffa deve essere determinata dagli enti locali in base alla tariffa di riferimento contenuta nel
decreto di attuazione, previsto dal comma 5 dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97, di approvazione del
“metodo normalizzato” che definisce le componenti dei costi e determina la tariffa di riferimento
(D.P.R. 158/99).
Nella determinazione concreta della tariffa, come nelle successive modulazioni, gli enti locali
devono tenere conto del piano finanziario degli interventi relativi al servizio di cui al comma 8
dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97.
Il piano finanziario prevede, tra l’altro, gli interventi da realizzare per la gestione del servizio, e le
risorse finanziarie necessarie; indica le strutture ed i beni disponibili. Al piano finanziario dovrebbe
essere allegata una relazione che specifichi i modelli gestionali e di organizzazione, i livelli di
qualità del servizio e che renda conto di eventuali scostamenti rispetto alle previsioni dell’anno
precedente, individuandone i motivi.
La tariffa così determinata deve coprire, a regime, tutti i costi di gestione del servizio di raccolta e
smaltimento dei rifiuti solidi urbani compresi quelli per lo spazzamento delle strade e delle aree
pubbliche che nella precedente disciplina erano coperti, in parte, da entrate diverse (D. Lgs.
507/93).
Stante la complessità del sistema tariffario, il D.P.R. 158/99 prevede un regime transitorio che
scagliona nel tempo la soppressione della tassa rifiuti e l’entrata in vigore della tariffa in ragione del
grado di copertura dei costi raggiunto dai Comuni nel 1999 e dalla dimensioni dell’Ente.
In sintesi:
- se il grado di copertura dei costi e superiore all’85%: 1 gennaio 2003;
- se il grado di copertura è compreso tra il 55% e l’85%: 1 gennaio 2005;
- se il grado di copertura è inferiore al 55%: 1 gennaio 2008;
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Sistema tariffario e incentivante 200
- ai Comuni che hanno una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti è consentito raggiungere il
grado di piena copertura dei costi entro il primo gennaio 2008, indipendentemente dal grado
di copertura dei costi raggiunto nel 1999.
10.1.1.4 Criteri per la determinazione della tariffa
La tariffa, ai sensi del comma 4 dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97, è composta da:
- una quota fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del servizio, riferite in
particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti;
- da una quota variabile, rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti, al servizio fornito, ed
all’entità dei costi di gestione.
In questo modo è assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio.
La parte fissa dovrà coprire, fra gli altri, i “costi indivisibili” come quelli dello spazzamento e
lavaggio delle strade e piazze pubbliche, i costi amministrativi dell’accertamento, della riscossione
e del controllo, i costi generali di gestione tra cui quelli per il personale, i costi d’uso di capitali
(ammortamenti, accantonamenti, remunerazione del capitale investito).
La parte variabile dovrà coprire, invece, i costi di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento dei
rifiuti urbani raccolti in modo indifferenziato, i costi della raccolta differenziata per materiale e del
successivo trattamento e riciclo.
La tariffa è anche articolata in fasce di utenza e territoriali (art. 49 comma 6 del D. Lgs. 22/97).
Per quanto riguarda le fasce d’utenza, la disciplina di attuazione contenuta nel recente decreto sul
“metodo normalizzato” della tariffa distingue le fasce di utenza domestica e non domestica,
disponendo che vengano ripartiti i costi complessivi del servizio fra i due tipi di utenza secondo
criteri razionali e comunque garantendo delle agevolazioni alle utenze domestiche, come anche
previsto dal comma 10 dell’articolo 49 dello stesso decreto.
A livello di articolazioni territoriali, la tariffa deve invece, essere determinata in riferimento alle
caratteristiche delle differenti zone del territorio comunale, con particolare riguardo alla
destinazione urbanistica ed alla densità abitativa.
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Sistema tariffario e incentivante 201
Nella modulazione della tariffa sono assicurate agevolazioni per le utenze domestiche e per la
raccolta differenziata delle frazioni umide e delle altre frazioni. Inoltre, il comma 14 dell’art. 49,
prevede l’applicazione di un coefficiente di riduzione determinato in base alla quantità di rifiuti
assimilati che il produttore dimostri di avere avviato a recupero
Le agevolazioni per le utenze domestiche, con particolare riferimento ai nuclei familiari, hanno
natura socio-economica in conformità al dettato costituzionale per cui la Repubblica agevola, con
misure anche economiche, la famiglia.
L’agevolazione in favore di chi attua la raccolta differenziata, attraverso l’abbattimento della parte
variabile della tariffa per un coefficiente determinato dell’ente locale, è finalizzata a promuovere la
raccolta differenziata e il riciclo di materiali con particolare riguardo per quelli di origine organica
che possono trovare un utile reimpiego in cicli produttivi. Non rileva la raccolta differenziata degli
imballaggi i cui costi di gestione sono a carico dei produttori e degli utilizzatori.
La nuova disciplina contenuta nell’art. 49 del D. Lgs. 22/97 e nel relativo decreto attuativo
mantiene in vita il tributo, a favore delle province, per l’esercizio delle funzione di tutela,
protezione e igiene dell’ambiente istituito dall’art. 19 del D. Lgs. N° 504 del 30 dicembre 1992:
viene lasciata inalterata la precedente normativa, limitandosi a precisare che nella determinazione
del tributo “ex art. 19 D. Lgs. n° 504 del 30 dicembre 1992” si deve prendere come parametro di
riferimento la nuova tariffa.
In base a quanto stabilito dall’art. 24 comma 2 del D. Lgs. 22/97, sulla tariffa andrà a gravare anche
il tributo speciale per il deposito dei materiali in discarica istituito dalla Legge n° 549 del 28
dicembre 1995.
10.2 Determinazione della tariffa
Come detto nei paragrafi precedenti, la tariffa prevista dalla vigente normativa si compone di una
quota fissa ed una quota variabile. La normativa di riferimento inoltre ha differenziato il calcolo
della tariffa a seconda del tipo d’utenza (domestica e non domestica).
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Sistema tariffario e incentivante 202
Per le utenze domestiche, la quota fissa è determinata in base al costo del servizio, per unità di
superficie, per il singolo gruppo familiare, rapportato all’ampiezza dei locali occupati; la quota fissa
così determinata viene corretta applicando un coefficiente di adattamento; il coefficiente di
adattamento tiene conto del numero dei componenti del nucleo familiare ed è differenziato per aree
geografiche ( Nord, Centro e Sud) ed è articolato in modo da privilegiare le famiglie più numerose e
le minori dimensioni dei locali. La quota variabile è determinata in base alla produzione dei rifiuti
della singola utenza così come definita dalla normativa di settore.
Per quanto riguarda le utenze non domestiche, la quota fissa è determinata in base al costo del
servizio, per unità di superficie, rapportato all’ampiezza dei locali occupati: la quota fissa così
determinata viene corretta in base ad un coefficiente moltiplicatore che indica la produzione dei
rifiuti connessa alla tipologia della attività produttiva; La quota variabile della tariffa è determinata
in base alla effettiva produzione di rifiuto delle utenze.
Il nuovo sistema, prevedendo una relazione tra costi che l’utente deve sostenere e quantità conferite
e consentendo una diversificazione in funzione dell’adesione a schemi di raccolta differenziata,
potrà costituire un potente incentivo allo sviluppo della raccolta differenziata e a politiche di
riduzione e minimizzazione del rifiuto.
Il nuovo sistema tariffario per contro, determinerà anche a parità di costi di gestione, un aumento
del carico tariffario medio dell’utenza, in quanto la normativa di settore prevede la copertura in
misura pari al 100% dei costi di gestione del servizio.
Fatto salvo il principio secondo il quale ai sensi del comma 8 dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97 la tariffa
è determinata dai Comuni in base al “metodo normalizzato” per la determinazione della tariffa di
riferimento, nei paragrafi che seguono sono indicati gli indirizzi generali per l’applicazione del
sistema tariffario dei rifiuti urbani nella Provincia di Imperia.
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Sistema tariffario e incentivante 203
10.2.1 Costi per la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani e ripartizione tra i Comuni
Considerato il carattere unitario di gestione del servizio di raccolta e trasporto su tutto il territorio
provinciale, si prevede una ripartizione del costo tra i vari Comuni regolata da un criterio oggettivo,
omogeneo, facilmente verificabile e tale da non penalizzare eccessivamente situazioni svantaggiate.
La ripartizione del costo di raccolta e trasporto può essere, indicativamente, realizzata secondo i
seguenti parametri:
♦ per i rifiuti raccolti in modo indifferenziato:
ripartizione dei costi in funzione della:
− quantità di rifiuti effettivamente raccolti in ciascun Comune;
− percorrenza interna a ciascun Comune.
♦ per i rifiuti raccolti in modo differenziato:
ripartizione dei costi in funzione della:
− quantità di materiale raccolto in maniera differenziata;
− tipologia di materiale raccolto.
Il costo sarà pertanto espresso, per ciascuna frazione raccolta, in €/kg di materiale raccolto.
Al fine di conseguire gli obiettivi previsti dal D. Lgs. n. 22/1997, ossia la riduzione della quantità di
rifiuti prodotti e incentivazione della raccolta differenziata, è necessario che la quota del costo
relativa alla raccolta dei rifiuti indifferenziati sia maggiorata in maniera tale da coprire una parte dei
costi della raccolta differenziata.
In tale modo si incentiva la riduzione della produzione dei rifiuti e l’aumento della raccolta
differenziata.
Secondo questi criteri i Comuni ove determinate raccolte differenziate non sono attive (es. frazione
organica) non parteciperanno alla suddivisione dei costi.
Affinché questo metodo sia attuabile è necessario che i mezzi adibiti alla raccolta siano muniti di
appositi pesa-rifiuti, ovvero che si proceda alla pesata dei rifiuti al momento in cui questi sono
trasbordati al centro di conferimento o all’impianto di compostaggio.
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Sistema tariffario e incentivante 204
10.2.2 Costi per i servizi di trattamento e smaltimento e ripartizione tra i Comuni
I costi per i servizi di trattamento e smaltimento devono essere ripartiti tra i vari Comuni della
Provincia di Imperia.
Poiché l’intero territorio provinciale è servito dai medesimi impianti di stoccaggio, separazione e
nobilitazione e di trattamento e smaltimento, la tariffa potrà essere omogeneamente stabilita in
funzione delle masse conferite (Euro/ton).
La tariffa base, conformemente alle indicazioni di legge, sarà definita sulla base del piano
finanziario elaborato per ciascun impianto previsto considerando:
− costi di realizzazione, gestione e ammortamento di tutti i servizi;
− eventuali accantonamenti per futuri interventi locali di bonifica;
− costi di svolgimento delle attività di controllo;
− ricavi dalla vendita dei materiali riutilizzati;
− ricavi dalla vendita di eventuale energia;
− eventuali costi di compensazione per i Comuni sede di impianto.
Al fine di incentivare la raccolta differenziata e il recupero dei rifiuti assimilabili si suggerisce di
differenziare la tariffa in funzione della tipologia di materiale trattato (se rifiuti indifferenziati,
multimateriale, frazione organica, frazioni omogenee, ecc.).
10.2.2.1 Ipotesi di programmazione del rifiuto per ciascun Comune
Al fine di agevolare e incentivare la riduzione della produzione di rifiuti e l’incremento della
raccolta differenziata e dei conferimenti separati, si suggerisce di definire, per ciascun Comune, una
quantità programmata di rifiuti indifferenziati a cui si applica la tariffa base che sarà maggiorata per
le quantità eccedenti.
Il valore della quantità programmata per ciascun Comune potrà essere determinata sulla base del
quantitativo lordo di rifiuto (indifferenziato + raccolta differenziata) generato nell’anno precedente
da ciascun Comune, calcolato come rifiuto pro-capite (sulla base degli abitanti dell’anno di
riferimento). Tale quantitativo di rifiuto sarà ricalcolato sulla base degli abitanti al 1° gennaio
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sistema tariffario e incentivante 205
dell’anno in corso e gli sarà detratta la quota di raccolta differenziata programmata nella presente
pianificazione.
Al quantitativo così ricavato, fino a oscillazioni di +5 % ovvero fino a 10 ton/anno, non si applica
una tariffa maggiorata di un coefficiente deciso dalla Conferenza dei rappresentanti.
Le quantità programmate dovranno, al termine dell’anno di riferimento, essere eventualmente
ritarate per tutti quei Comuni ove si è registrata un’ampia variazione di afflusso turistico rispetto
all’anno precedente.
Il metodo indicato nei paragrafi precedenti dovrà essere oggetto di una seria e attenta discussione
tra tutti i Comuni della Provincia di Imperia, e costituirà una attività della Conferenza dei
rappresentanti.
10.2.3 La tariffa per il cittadino
Un sistema tariffario maturo, così come stabilito dal D. Lgs. 22/1997, è compatibile con un
industria matura dei rifiuti che deve superare la frammentazione delle gestioni e le gestioni in
economia organizzando la gestione a scala di ambito territoriale ottimale ed affidando la gestione ad
un numero definito e limitato di soggetti caratterizzati da dimensioni e da capacità finanziarie
adeguate.
I sistemi tariffari di tipo “price cap”, inoltre, non sono applicabili alle gestioni in economia ed i
benefici di tali sistemi non sono apprezzabili in gestioni di piccole dimensioni.
Tali situazioni, quasi certamente, permarranno alla data del 1° gennaio 2000, prevista per l’avvio
del nuovo sistema tariffario. Ciò perché, evidentemente, l’organizzazione della gestione dei rifiuti
in ambito ottimale non potrà essere raggiunta in pochi mesi.
E’ possibile, pertanto, immaginare una fase che preveda un sistema tariffario transitorio capace di
introdurre subito alcuni aspetti fondamentali della nuova normativa (superamento della tassa, ruolo
incentivante della tariffa), rinviando gli altri aspetti al momento dell’affidamento della gestione di
ambito.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sistema tariffario e incentivante 206
E’ ipotizzabile pensare di introdurre un modello di calcolo di transizione tra la tassa e la tariffa
(misto numero di persone e m2 abitazione) che vincoli l’Amministrazione a dare un segnale forte di
volontà politica, per risolvere le problematiche legate alla gestione dei rifiuti urbani e che garantisca
anche una prima e più equa ridistribuzione dell’attuale tassa (metodo presuntivo).
Questo modo di procedere si ritiene necessario ed importante anche per due motivi:
a) impegna l’Amministrazione ad andare avanti nella giusta direzione, cioè quella di introdurre nel
breve/medio termine un nuovo sistema di gestione dei rifiuti urbani che consenta di affinare il
primo modello di transizione impostato su produttività medie statistiche;
b) consente un passaggio morbido tra tassa e tariffa, sia per quanto riguarda l’aspetto economico
che la risposta psicologica del contribuente. Consente, soprattutto, al Comune di fare un “check
up” e quindi una messa a punto delle banche dati comunali e delle relative strutture
amministrative per la gestione dei dati più graduale e diluita nel tempo, necessaria anche per la
futura emissione della fattura sulla base delle effettive quantità prodotte.
Come illustrato in precedenza, la tariffa è binomia ossia composta da una parte fissa e una variabile
in funzione della quantità di rifiuti prodotti.
Sulla base anche di risultati di studi condotti mediante indagine sperimentale su alcuni Comuni
italiani (vedasi paragrafo 10.2.3.1), la quota fissa che dovrebbe remunerare i cosiddetti "costi
indivisibili", come quelli di spazzamento e lavaggio delle strade, i costi amministrativi per la
riscossione ed il controllo, i costi generali di gestione, i costi comuni diversi e i costi d’uso di
capitali (ammortamenti, accantonamenti, remunerazione del capitale investito) potrebbe
rappresentare circa il 30÷40% dell’intero costo. Non si consiglia di adottare percentuali superiori
poiché cesserebbe il fine tariffario di incentivazione della riduzione della produzione di rifiuti.
A giudizio degli scriventi, il metodo che potrebbe essere adottato nella realtà della Provincia di
Imperia è quello cosiddetto “presuntivo a tariffazione parametrica con incentivazione della raccolta
differenziata”.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sistema tariffario e incentivante 207
La tariffa a peso, infatti, comporterebbe notevoli problemi quali, ad esempio, la necessità di munire
di lettori badge ogni bidone, evitare atti vandalici, evitare qualsiasi forma di manomissione o
smaltimenti impropri, garantire un sistema di pesatura affidabile, ecc.
Ciò non significa affatto che quest’ultima metodologia non debba essere mai attuata ma, in una
prima fase, a livello generale, è consigliabile adottare un metodo che, sebbene non possa avere la
pretesa di essere esatto, consente comunque di ridistribuire l’attuale tassa con criteri abbastanza
prossimi alla realtà delle cose (produzione media pro-capite).
Altre metodologie di tariffazione potranno essere sperimentate all’interno della realtà provinciale e,
in caso positivo, essere estese in tutti i Comuni.
Esistono differenti algoritmi di calcolo della tariffa secondo un metodo presuntivo. Le
caratteristiche principali di questa metodologia sono rappresentate dal fatto di suddividere le utenze
in due categorie contributive (utenza domestica e utenze non domestiche) le quali, eventualmente,
possono essere successivamente suddivise in sottocategorie.
10.2.3.1 Risultati di un’indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale sui rifiuti su sperimentazioni
concernenti il sistema di tariffazione
A titolo esemplificativo, si riportano i risultati ottenuti da un’indagine condotta dall’Osservatorio
nazionale sui rifiuti, in collaborazione con Federambiente, sulle sperimentazioni concernenti sistemi
di tariffazione attualmente in corso presso Comuni di varie dimensioni.
Secondo tale studio, la dimensione del Comune condiziona inevitabilmente la scelta di effettuare la
valutazione della quantità di rifiuti conferiti dalle utenze, indispensabile per determinare la parte
variabile della tariffa, sulla base di criteri presuntivi o attraverso sistemi puntuali, quali la pesatura o
il volume. In quest'ultimo caso, la dimensione del Comune influisce ulteriormente con riguardo alla
possibilità di effettuare la valutazione dei rifiuti conferiti per singola utenza (cosa che presuppone la
raccolta dei rifiuti porta a porta con tutto ciò che ne deriva in termini di organizzazione e di costi) o
per utenze aggregate secondo criteri che possono spaziare, a secondo della densità abitativa, dal
condominio alla circoscrizione, alla sezione elettorale.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sistema tariffario e incentivante 208
Sempre attingendo dall’indagine dell’Osservatorio Nazionale sui rifiuti, si riporta la sintesi dei
questionari predisposti dai Comuni che hanno in corso sperimentazioni concernenti sistemi tariffari
per i rifiuti urbani.
Tali dati potranno essere utili ai Comuni che, una volta approvato il metodo normalizzato per la
tariffa di riferimento, dovranno determinare il sistema tariffario.
Comune di BRESCIA - 190.000 abitanti
Modello di gestione adottato: la sperimentazione riguarda il 1998 ed è riferita alle sole utenze
domestiche. Il servizio è a cassonetto con autocarri addetti allo svuotamento dotati di sistema di
pesatura del singolo contenitore e di GPS per la sua localizzazione.
Percentuali di raccolta differenziata di partenza e obiettivo da raggiungere a1 termine della
sperimentazione: dal 30% al 36% circa.
Struttura della tariffa ( applicata a livello di simulazione): la quota fissa remunera i costi di impianto
e i costi indivisibili (ammortamenti e spese generali), dovrebbe coprire circa il 30% del costo
complessivo del servizio.
La quota variabile è destinata a coprire i costi di tutti i servizi. Come parametro di addebito è
adottata la produzione media pro capite cittadina con la previsione di bonus per quantità di rifiuti
conferiti al recupero che saranno accreditati in forma collettiva per zona tariffa, individuata nella
sezione elettorale.
Comune di SESTO FIORENTINO (FI) - 47.000 abitanti
Modello di gestione: la sperimentazione è in corso dal settembre 1996 e riguarda tutte le utenze. E'
previsto il monitoraggio continuo di peso e qualità dei materiali prelevati, l'identificazione degli
utenti che conferiscono rifiuti, la verifica del comportamento degli utenti in base alle quantità
conferite a raccolta differenziata.
Percentuali di raccolta differenziata e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione:
dal 18% al 32% attuale.
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Sistema tariffario e incentivante 209
Tariffa: nell'ambito del regolamento TARSU ex D. Lgs 507/93 sono previste incentivazioni per chi
partecipa alle iniziative di riduzione rifiuti che oscillano dal 15% al 45% del totale della tassa ed
agevolazioni per utenze domestiche che riducono alla fonte i propri rifiuti. Il gettito è suddiviso
rispettivamente per 1'87% e il 13% tra utenze domestiche e non domestiche e copre i costi di
raccolta e smaltimento, gli investimenti e gli ammortamenti.
Comune di CORREGGIO e SCANDIANO (Re) - 42.000 ab. in totale
Modello di gestione: la sperimentazione riguarda la primavera-estate 1998. Il servizio prevede
cassonetti indifferenziati e, in alcuni quartieri, la raccolta porta a porta di organico, secco
multimateriale e carta. I mezzi di raccolta sono attrezzati per la pesatura del rifiuto riciclabile
raccolto.
Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: dal 20% al 30%
Tariffa (applicata a livello di simulazione): la quota fissa copre il 35% circa dei costi ed è riferita
alla gestione passiva delle discariche, a parte dei costi di pulizia e spazzamento, agli ammortamenti
spese generali ed alla remunerazione del capitale investito.
La quota variabile copre il 65% dei costi ed è attribuita in ragione del numero dei componenti del
nucleo familiare per le utenze domestiche, alla superficie moltiplicata per un coefficiente di
produttività per le utenze produttive. È contemplato uno sconto per le utenze che raggiungano o
superino gli obiettivi di raccolta differenziata. La cifra totale a disposizione per lo sconto è uguale al
50% del mancato costo di smaltimento realizzato rispetto ad una raccolta differenziata pari al 25%.
Comune di MERANO - 33.850 abitanti - ed altri 80 Comuni della Provincia Autonoma
di BOLZANO - Alto Adige
Modello di gestione: è stato adottato dal 1995 e riguarda tutte le utenze. Il servizio si basa sulla
raccolta in bidoni personalizzati e sul conteggio del numero di svuotamenti.
Struttura della tariffa: I costi vengono coperti per il 30% della quota fissa e per il 70% della
variabile.
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Sistema tariffario e incentivante 210
La quota fissa copre tutti i costi fissi della raccolta interna ed esterna dei rifiuti, ed è addebitata alle
utenze domestiche in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare, alle attività
produttive in funzione dell'utilizzo di altri servizi offerti dal comune.
La quota variabile è riferita alle spese in proporzione al quantitativo di rifiuti effettivamente
prodotto dalla singola utenza.
Comuni di SOMMACAMPAGNA e SONA (VR) 26000 ab. in totale
Modello di gestione: la sperimentazione parte dal 1998 e riguarda utenze domestiche e produttive.
La raccolta del secco non riciclabile, dell'umido e dei riciclabili è a sacco a porta a porta. La
raccolta di ingombranti, verde, riciclabili e pericolosi avviene presso piazzole ecologiche.
Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: dal 15% al 35% garantito,
si punta al 50%.
Tariffa (applicata effettivamente a seguito di modifica del relativo regolamento): sarà composta,
almeno per il primo anno, per Sona per l'80% e per Sommacampagna per il 55% della parte fissa, e
coprirà complessivamente per Sona almeno il 60% e per Sommacampagna l'80% dei costi, nel
rispetto del principio di gradualità di cui al comma 10 dell'articolo 49 del D. Lgs 22.
La parte fissa sosterrà i costi generali dello smaltimento, i servizi di igiene urbana collettivi e i
servizi di gestione rifiuti relativi alle raccolte differenziate. Sarà coperta per il 75% a carico delle
utenze domestiche e per il 25% a carico delle utenze di attività per Sona, per Sommacampagna 59%
e 41%. I parametri di riferimento sono, per le utenze domestiche, la superficie ed il numero dei
componenti di ciascun nucleo familiare, per le utenze di attività la superficie moltiplicata per un
coefficiente di produttività.
La parte variabile è relazionata alla quantità di rifiuti prodotti dalla singola utenza e sarà riferita
soprattutto ai rifiuti comportanti un trattamento ambientalmente o economicamente più pesante
(frazione secca non riciclabile). È attribuita e corrisposta attraverso il costo di vendita del sacco.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sistema tariffario e incentivante 211
Comuni dei NAVIGLI (MI): ALBAIRATE, BESATE, BERNATE TICINO,
CASSINETTA DI LUGAGNANO, CUSAGO, MESERO, MORIMONDO, MOTTA
VISCONTI, OZZERO 24.200 ab. in totale
Modello di gestione: la sperimentazione parte da febbraio 1998. È prevista la vendita di sacchi, sui
quali ciascun utente dovrà apporre un cartellino con il proprio codice a barre, preventivamente
ritirato presso l'apposito ufficio al momento della stipula del contratto e successivamente almeno
una volta all'anno, unitamente ad un sistema di pesatura e alla tenuta di un formulario di trasporto
da parte degli addetti agli automezzi di raccolta.
Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: dal 40% al 65%.
Tariffa (applicata a livello di simulazione): La ripartizione dei costi totali tra utenze domestiche e
utenze di attività avviene attraverso parametri riferiti alla potenzialità di produrre rifiuti ed alla
qualità del servizio offerto (per utenze domestiche superficie in mq, numero componenti nucleo
familiare, ubicazione e categoria dell'abitazione; per utenze di attività superficie in mq, classe
merceologica, numero di addetti e ubicazioni ). La quota fissa incide per il 50% della tariffa, e copre
i costi di ammortamento degli investimenti, di gestione dell'ecocentro, 1'80% della raccolta e del
trasporto, di gestione degli uffici. La quota variabile copre il residuo 20% dei costi di raccolta e di
trasporto e i costi di smaltimento. È prevista una riduzione del 20% per chi pratica il compostaggio
domestico. È inoltre attribuito un punteggio per ogni unità di rifiuto differenziato conferito presso
l'ecocentro, con distribuzione tra gli utenti che hanno differenziato del risparmio ottenuto per il
mancato conferimento in discarica.
Comune di TORRE BOLDONE (BG) – 7.600 ab.
Modello di gestione: la sperimentazione è in vigore dal 1998 e prevede la raccolta differenziata a
domicilio di organico, carta, plastica, vetro, secco non riciclabile, metalli e lattine, stracci e
indumenti. È inoltre in funzione una piattaforma ecologica per carta, polistirolo, verde, cassette di
plastica, legno, ingombranti, metallo. Riguarda tutte le utenze.
Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: dal 45% all'80% circa.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sistema tariffario e incentivante 212
Tariffa (effettivamente applicata a seguito di modifica del regolamento, operativa dal gennaio
1998): le spese della raccolta differenziata, spazzamento stradale sono coperte da tariffa pro capite a
carico delle famiglie per il 70%, per il 30% con tariffa a mq per le utenze produttive.
Le spese per raccolta trasporto e smaltimento del rifiuto non riciclabile sono coperte con sacco a
pagamento (c.d. tariffa a volume), mentre le spese per lo smaltimento di rifiuti ingombranti non
riciclabili sono coperte dalla tariffa a peso, da corrispondere al momento del conferimento presso la
piattaforma.
Comune di MOGGIO UDINESE (UD) – 2.100 ab.
Modello di gestione: la sperimentazione partirà dal giugno 1998 e prevede il servizio a cassonetti,
piazzole ecologiche e un centro di raccolta polifunzionale. Saranno istituiti cassonetti personalizzati
dotati di transponder di trasmissione del codice personale, con sistema a bordo degli automezzi
addetti allo svuotamento in grado di comunicare i dati relativi alle pesate, sulla cui base saranno
emesse le bollette.
Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: al termine del primo anno
previsto il 30%.
Tariffa (applicata a livello di simulazione): la quota fissa è destinata a coprire i costi generali e i
costi connessi alla gestione dei rifiuti ed è ripartita in base al numero dei componenti del nucleo
familiare per le utenze domestiche e a1 tipo di attività economica per le utenze produttive.
La quota variabile è attribuita in base all'effettiva produzione di rifiuti in capo ad ogni famiglia o
attività produttiva.
10.3 Sistemi incentivanti
Nei paragrafi precedenti si è già fatto riferimento all’istituzione di sistemi incentivanti nei riguardi
della popolazione alla riduzione della produzione di rifiuti urbani e per lo sviluppo della raccolta
differenziata e del conferimento separato.
In particolare, è possibile ipotizzare due livelli di incentivazione.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sistema tariffario e incentivante 213
Il primo è direttamente commisurato ai quantitativi di rifiuti conferiti in forma differenziata, per cui
è possibile attivare forme di determinazione oggettiva quali la pesata presso le aree ecologiche o,
per i Comuni non serviti da queste strutture, presso gli specifici automezzi adibiti alla raccolta
differenziata.
Il secondo livello di incentivazione, attuabile a livello collettivo, è rivolto a quelle categorie o aree
urbane in cui si raggiungono determinati obiettivi di raccolta differenziata attraverso conferimenti
“non personalizzabili” come nel caso dei contenitori stradali.
Un ulteriore sistema incentivante può essere rappresentato dalla programmazione comunale della
quantità di rifiuto producibile di cui al paragrafo 10.2.2.1.
Nel momento in cui l’intero sistema di gestione dei rifiuti urbani proposto nel presente Piano sia
sperimentato e attuato, sarà possibile definire nuovi sistemi incentivanti aventi il fine di conseguire
gli obiettivi di riduzione e recupero dei rifiuti urbani previsti dal D. Lgs. 22/1997.
Qualsiasi sistema incentivante che sarà adottato dovrà soddisfare i seguenti criteri generali:
− l’incentivo economico prescelto dovrebbe essere in grado di mitigare la portata
dell’inquinamento e 1’impatto dell’uso delle risorse associato ai rifiuti urbani. Ciò costituisce il
principio dell’efficacia ambientale;
− il sistema incentivante dovrebbe fornire uno stimolo continuo alla ricerca di soluzioni
caratterizzate dal minor costo possibile. Ciò rappresenta il principio dell’efficienza economica;
− l’impatto dell’incentivo economico non dovrebbe essere regressivo in maniera significativa, e
cioè non dovrebbe addossare un onere sproporzionato sulle spalle delle componenti meno
abbienti della società. Ciò costituisce il principio di equità;
− il sistema incentivante dovrebbe presentare costi burocratici e di applicazione ridotti (e cioè
dovrebbe consentire di minimizzare le difficoltà pratiche di taratura, raccolta, monitoraggio e
controllo). Ciò rappresenta il principio amministrativo del1’efficacia dei costi;
− gli incentivi economici semplici e trasparenti sono più facilmente fatti propri dal sistema di
mercato e istituzionale esistente. Questo è il principio di accettabilità;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Sistema tariffario e incentivante 214
− I sistemi incentivanti scelti dovrebbero essere compatibili con gli obiettivi normativi e la
legislazione esistente a livello nazionale e comunitario
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Azioni di promozione e sensibilizzazione della popolazione 215
11 Azioni di promozione e sensibilizzazione della popolazione
Il conseguimento degli obiettivi pianificati dal presente Piano non può prescindere da una attenta,
valida e costante informazione della popolazione direttamente coinvolta nella gestione dei rifiuti
urbani.
Mediante un adeguato lavoro di sensibilizzazione, si può ottenere il risultato di ridurre il consumo
di rifiuti, aumentare la raccolta differenziata e il conferimento separato di prodotti pericolosi.
L’attuazione di un programma di raccolta differenziata richiede, come condizione essenziale, la
partecipazione fattiva degli utenti.
Tale partecipazione implica una modifica nelle abitudini e nei comportamenti connessi alla gestione
dei rifiuti prodotti in casa, nella aziende, negli uffici. E’ necessario, pertanto, che l’utente
consciamente od inconsciamente, compia un processo mentale che porti:
− alla consapevolezza del problema dei rifiuti;
− alla certezza di potere e dovere fare qualcosa in prima persona;
− alla fiducia nelle soluzioni operative che vengono proposte ed attivate;
In sinergia a questo percorso logico esiste la possibilità di agire sulla leva economica (maggiore
raccolta differenziata, minori costi) o su un sistema sanzionatorio (divieti di conferimento
indifferenziato di certi materiali).
Certamente, la soluzione che offre più garanzie è quella di un mix delle tre motivazioni (ambiente,
costo, obbligo), diversificato a seconda del target di utenza.
Per certi versi, la ricerca del consenso e della partecipazione degli utenti si può assimilare alla
promozione di un prodotto, e quindi, così come nel settore commerciale, vanno anche usate
adeguate tecniche di marketing.
Tra le azioni per la gestione della raccolta differenziata, a livello di ambito, dovrà, essere presente
una serie di interventi a largo spettro identificabili in:
− campagne di educazione ambientale e sensibilizzazione degli utenti;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Azioni di promozione e sensibilizzazione della popolazione 216
− interventi di formazione degli educatori e degli amministratori pubblici;
− interventi di informazione sulle modalità operative, sugli obiettivi e sui risultati del programma
di raccolta differenziata;
− iniziative di promozione.
Per l’attuazione di iniziative di sensibilizzazione ed informazione occorrerà instaurare una
collaborazione con le varie associazioni ambientaliste che possono garantire, oltre che una specifica
competenza, una buona ricaduta sul territorio ed una forte motivazione.
Particolare attenzione dovrà essere rivolta all’educazione ambientale ricercando sinergie con la
Regione Liguria, il Provveditorato agli Studi e le Direzioni didattiche proponendo indirizzi e
percorsi sul tema dei rifiuti urbani in stretto collegamento con la realtà locale.
Accanto all’attività di sensibilizzazione della popolazione scolastica dovrà essere sviluppata una
costante attività di informazione e aggiornamento rivolta verso gli insegnanti.
La Provincia dovrà, inoltre, promuovere delle campagne di sensibilizzazione ed informazione
rivolte alla popolazione.
Queste dovranno essere legate ad aspetti puntuali della gestione dei rifiuti urbani ed essere
fortemente finalizzate alla prevenzione della produzione di rifiuti ed alla promozione di
comportamenti e gesti richiesti agli utenti.
Infine, sarà molto importante la verifica sull’adozione, da parte dei soggetti istituzionali
responsabili della gestione del sistema integrato, di una procedura di informazione continua agli
utenti, con l’obiettivo di un loro coinvolgimento e di una loro responsabilizzazione.
I costi previsti dal presente Piano per le attività di informazione e sensibilizzazione possono essere
stimati in circa 70.000,00 Euro l’anno, pari a circa 1-1.5% dell’investimento complessivo ripartito
su 10 anni.
Occorre precisare che, anziché di costi, è più esatto parlare di investimenti poiché tali possono
essere considerate le uscite finanziarie per l’intervento di informazione pubblica se agli interventi di
spesa fanno seguito vere azioni di monitoraggio.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Azioni di promozione e sensibilizzazione della popolazione 217
Se nei sistemi complessi, come ad esempio le organizzazioni dei servizi sanitari, ormai è patrimonio
comune il fatto che la prevenzione sia meglio della cura, per gli utenti e per l’equilibrio dei costi e
ricavi delle prestazioni, altrettanto si può dire per la gestione dei rifiuti.
Occorre riuscire a “costruire” cittadini-utenti più informati educandoli a comportamenti corretti per
la raccolta differenziata ed il recupero dei rifiuti, urbani e di origine produttiva, creando, la
condizione per abbassare i costi, elevatissimi dal punto di vista ambientale, che a tutt’oggi è
necessario sostenere per lo smaltimento.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Monitoraggio del programma provinciale 218
12 Monitoraggio del programma provinciale
Al fine di potere verificare l’attuazione del presente Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani,
la Provincia, in congiunzione con il futuro Ufficio di segreteria, dovrà procedere alla realizzazione
di un apposito sistema informatico atto al monitoraggio dell’intero sistema di gestione dei rifiuti
urbani della Provincia di Imperia.
Annualmente, la Provincia e/o l’Ufficio di Segreteria e/o il gestore del servizio redigeranno una
relazione sul sistema di gestione dei rifiuti urbani che riporta i dati quantitativi del sistema di
raccolta, trattamento, smaltimento e riciclaggio e informazioni sulla qualità ambientale degli
impianti (rendimenti, qualità delle emissioni, residui e sottoprodotti, ecc…). Tale relazione è
presentata al Consiglio Provinciale e resta disponibile a tutti i cittadini. Tale relazione, inoltre,
verifica lo stato di attuazione sia degli obiettivi di raccolta differenziata sia delle realizzazioni
impiantistiche e valuta la capacità residua di smaltimento esistente.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica
219
13 Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica
Nel rispetto di quanto previsto all’articolo 20, comma 1 lettera e) del D. L.vo 22/97 (Decreto
Ronchi) e all’articolo 32, comma 2 lettera b) della L.R. 18/99, nel presente Piano Provinciale è stato
sviluppato un processo di rappresentazione cartografica dei criteri di individuazione delle aree
idonee e non idonee alla localizzazione di impianti di gestione dei rifiuti come indicato nel capitolo
8 del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (vedasi VOLUME III – Cartografia relativa al sistema
integrato della raccolta differenziata – Tavola n. 18).
Sono stati a tal fine considerati ed interpretati graficamente i “fattori escludenti” esplicitati dal
Piano Regionale di Gestione rifiuti approvato con Delibera di C.R. n. 17 del 29/02/2000 che
precludono la localizzazione di impianti; per alcuni dei criteri localizzativi sussistono elementi di
incertezza interpretativa, superabili con analisi di maggior dettaglio necessarie nella fase successiva
di specificazione attuativa della pianificazione.
La rappresentazione cartografica è stata condizionata dalla disponibilità delle informazioni su base
informatica georeferenziata; per l’elaborazione sono stati utilizzati i dati reperiti nel Sistema
Informativo del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Imperia, attualmente in fase
di avanzata elaborazione.
Per la costruzione dell’approccio cartografico si è redatta una carta cumulativa delle varie
informazioni corrispondenti ai criteri di “esclusione”, ottenendo un complessivo livello di
definizione delle aree “non idonee” alla localizzazione di impianti di gestione dei rifiuti.
Poiché il Piano Regionale riporta criteri integrativi di esclusione specificatamente riferiti alla
localizzazione di discariche di 1° categoria e di 2° categoria tipo B e C e impianti a tecnologia
complessa, sono state redatte due mappe cartografiche: una per i Centri di Conferimento, per
l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione, per gli impianto di separazione secco-umido
con stabilizzazione e compostaggio della FORSU, per il termovalorizzatore, l’altra per le
discariche..
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica
220
Si è inoltre ritenuto necessario inserire l’informazione grafica relativa alla distribuzione territoriale
delle aree di interesse naturalistico classificate (ZPS, in attuazione alla Direttiva “Uccelli”) o
classificande (proposte SIC, Siti di Interesse Comunitario, in attuazione alla Direttiva “Habitat”,
con esclusione degli ambiti marini) per le quali vige la disciplina di cui al D.P.R. 357/1997 e
D.G.R. n° 646 del 08.06.2001.
Nelle seguenti tabelle vengono esplicitate, per ognuno dei criteri d’esclusione indicati dal Piano
Regionale di Gestione Rifiuti, i dati utilizzati per la rappresentazione grafica (con le relative
limitazioni), fermo restando che la vigenza giuridica resta quella espressa nella formulazione
regionale.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica
221
- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - - paragrafi 8.2 e 8.3 -
Fattori escludenti per la localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti
Contenuto informativo riprodotto nella cartografia schematica, come più
rappresentativo del criterio di esclusione
� Zone di “Conservazione” come definite dal PTCP o di “Mantenimento” ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori d'immagine (IU)
� Sono state rappresentate le zone CE “Conservazione” del PTCP e per l’assetto insediativi le zone SU, PU e IU, le distribuzioni areali degli ME (Manufatti Emergenti) ed SME (Sistemi di Manufatti Emergenti), anch’essi in regime CE (estratte dalla versione aggiornata dalla Regione Liguria al 2001); sono fatti salvi gli ulteriori eventuali aggiornamenti, come previsti dalla legislazione di settore.
� Le aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1).
� Non esistono aree di tali caratteristiche in territorio imperiese, fatta salva la foce del Torrente Nervia che risulta ricompresa
� Le aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del D.P.R. 236/88.
� Sono state rappresentati aree circolari aventi raggio di influenza pari a 200 m. rispetto ai punti di captazione idropotabile esistenti sul territorio provinciale.
� Le aree individuate a rischio inondazione in base al Piano di Bacino o Piano di Bacino stralcio redatto ai sensi della legge regionale 9/1993.
� Le aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”;
� le aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni.
� Sono state rappresentate le aree definite al secondo punto (aree storicamente inondate ai sensi e per gli effetti della D.G.P. 2615/98 e successive modificazioni ed integrazioni) e quelle indicate al terzo punto (aree a rischio di frana); sono state anche indicate le perimetrazioni delle aree a rischio d’inondazione (fasce fluviali con T = 50 e 200 anni) individuate nei Piani di Bacino provinciali; non sono ancora disponibili e pertanto non sono state indicate le aree “Pg3 e Pg4” – pericolosità geomorfologia elevata e molto elevata - individuate nei Piani di Bacino.
� Le aree che ricadono entro la fascia di rispetto da strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica.
� Sono state rappresentate, a titolo indicativo e compatibilmente con la possibilità di rappresentazione grafica, fasce o ambiti di rispetto di:
a) autostrade, strade statali e provinciali; per la puntuale applicazione dei divieti relativi alle fasce di rispetto, si rimanda alle vigenze del Codice della Strada o altre leggi di settore;
b) beni monumentali e archeologici vincolati e manufatti emergenti (valori puntuali) del PTCP Regionale, per i quali valgono le norme particolari di tutela
Per gli altri elementi indicati non sono al momento disponibili informazioni georeferenziate rappresentative.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica
222
- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti -
- Paragrafo 8.4 - Fattori integrativi di esclusione per la
localizzazione di discariche di 1° Categoria e 2° categoria tipo B e C
Contenuto informativo riprodotto nella cartografia schematica, come più
rappresentativo del criterio di esclusione
� Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90
� sono state rappresentate le aree carsiche delimitate dalla Regione Liguria in applicazione alla L.R. 14/90
� Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per approvvigionamento idropotabile
� sono state rappresentate le piane alluvionali (perimetrazione indicativa) che ospitano acquiferi di sistemi di captazioni idropotabili
� Distanza minore di 500 m. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi
� sono state rappresentate, a titolo indicativo, le aree urbane definite “residenziali sature” nella carta dell’uso del suolo (elaborazione Caire 1995, con aggiornamenti per le zone urbane) con relative fasce di rispetto di 500 m. (in carenza di un livello informatizzato relativo alla perimetrazione dei centri edificati L. 865/71)
- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - - Paragrafo 8.4 -
Fattori integrativi di esclusione per impianti a tecnologia complessa
� Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 metri (verificare per gli impianti che implicano un'aia di maturazione esterna) fra il perimetro dell'impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedono un’aia di maturazione esterna, tale distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 metri
� Per semplificazione cartografica non è stata perimetrata la specifica di esclusione relativa agli impianti a tecnologia complessa, essendo comunque inclusa nella perimetrazione di cui al punto precedente
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 223
14 Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 14.1 Premesse
Con riferimento al contenuto del capitolo 8 “Criteri di individuazione delle aree idonee e non
idonee alla localizzazione degli impianti”, alla Tavola n. 18 allegata al presente Piano (vedasi
capitolo 13), nel seguito si analizzano le caratteristiche peculiari dei siti individuati come aree
potenziali per la localizzazione delle tipologie di impianto previste dalla pianificazione:
- Centri di conferimento (n° 3; n° 1 per Comprensorio);
- Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n° 1);
- Impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio della FORSU (n°
2);
- Impianto di termovalorizzazione (n° 1, nell’ipotesi di ubicazione su territorio imperiese)
- Discariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C.
Si è proceduto alla valutazione di ogni singola localizzazione, procedendo ad un esame qualitativo
degli aspetti di attenzione, degli indirizzi e degli obiettivi indicati dallo strumento di pianificazione
regionale e dalle norme vigenti, confrontati con la specifica scelta tipologica dell’impianto.
Analogamente si sono tenuti in conto l’impatto “sociale” indotto dalla scelta localizzativa e gli
effetti locali in termini di possibili rischi, danni o disagi indotti sulla popolazione.
Sul piano metodologico si è tenuta in considerazione anche la Direttiva 2001/42/CE - giugno 2001 -
concernente la “Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”, che
delinea a livello generale sia l’iter del processo, sia i contenuti del rapporto di sostenibilità
ambientale, secondo la seguente logica (Allegato I della Direttiva):
a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con
altri pertinenti piani o programmi;
b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione
del piano o del programma;
c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 224
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in
particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi
delle direttive 79/409/CEE (Uccelli) e 92/43/CEE (Habitat);
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati
membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è
tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale;
f) possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione,
la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il
patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i
suddetti fattori;
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali
effetti negativi significativi sull'ambiente dell’attuazione del piano o del programma;
h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata
effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o
mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;
i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;
j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 225
14.2 Centro di Conferimento Ventimigliese (A)
14.2.1 - “COMUNE DI CAMPOROSSO” (già esistente)
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO Il sito è posto a monte (2.5 km ca.) di opere di presa idrica sulla falda sotterranea sul Torrente Nervia per scoppi idropotabili
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
ATTUALMENTE SI Area attualmente inondabile con portata T < 50 anni (Fascia A), ma esterna alla fascia di riassetto fluviale secondo le previsioni in progetto – Zona IB. Subordinatamente ai previsti interventi di regimentazione idraulica previsti dal “Piano di Bacino del torrente Nervia”, si riduce la possibilità di inondazione dell’area rendendola compatibile. Esiste un’iniziativa della Comunità Montana Intemelia per sistemare la sponda destra del torrente Nervia (lato centro di conferimento esistente) aderente alla previsione di pianificazione del piano di bacino, che attende approvazione per il finanziamento. La tempistica di inizio intervento è in funzione della disponibilità di finanziamento dei Piani di Bacino; si presume l’anno 2004.
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
ATTUALMENTE SI
Vedasi punto precedente.
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO PG0 - Pericolosità Geologica a rischio 0
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica.
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 226
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO
B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
SI
Il sito ricade in “Zona a servizi -ambito F1” regolamentato dall’art. 63 delle Norme di Conformità e Congruenza
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento con l’Aurelia tramite Strada Provinciale n. 64.
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Sito ospitante il “Centro di raccolta differenziata rifiuti urbani del Comprensorio Intemelio”, attualmente già operativo e in fase di richiesta di finanziamento per l’ampliamento e potenziamento. Assetto insediativo: • ANI-TRZ ID, Area Non
Insediata-TRasformaZione in Insediamento Diffuso
• IS-MA, Insediamento Sparso-regime di MAntenimento
Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture-
Insediamento Diffuso di Serre COnsolidamento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
NO Alluvioni recenti, talora terrazzate; permeabilità per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 227
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Ventimigliese (A)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI Attualmente è gestito dalla Comunità Montana Intemelia
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Ventimigliese (A)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
NO
C/A5 Avere buona accessibilità SI Note Superficie = ca. 6.300 mq Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: NO
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”), ma posto a margine di una zona soggetta a proposta SIC (19 B IT1315719 - Torrente Nervia) attualmente in fase di riesame.
Motivo di individuazione del sito, oltre ad essere su un area a destinazione industriale, è stato anche l’esistenza dell’attuale “Centro di raccolta differenziata rifiuti urbani del comprensorio Intemelio”; si segnala nella situazione attuale l’esistenza di un potenziale fattore escludente (A4.1), superabile però attraverso la realizzazione dei previsti interventi di regimentazione idraulica del Torrente Nervia pianificati nel Piano stralcio del torrente Nervia.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 228
14.2.2 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA – Località Rio Ciapagni”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 229
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO
B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
NO
Destinazione urbanistica zona “Boschiva” art. 24 NAPRG
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Strada di accesso esistente di lunghezza pari a circa 500 mt. a partire della Strada Statale n. 20 della Val Roia, da migliorare.
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,
regime di Mantenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT, BCT TRZ-BAT
PRaTeria, Bosco di Conifere Termofile, Trasformazione- Bosco di Angiosperme Termofile
Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fatturazione
SI • Formazione geologica: formazioni di conglomerati a microcodium, marne priaboniane., flysch di Ventimiglia
• Litologia: calcari arenaci, marne arenacee, torbiditi arenaceo-argillose
• Coltri detritiche: accumuli detritici di falda
• Dissesti: cigli di arretramento, frane di crollo in roccia, erosione accelerata
• Semipermeabilità e
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 230
impermeabilità C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Ventimigliese (A)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Ventimigliese (A)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
NO
C/A5 Avere buona accessibilità SI Strada di accesso esistente di lunghezza pari a circa 500 mt. a partire della Strada Statale n. 20 della Val Roia, da migliorare.
Note Superficie = ca. 25.000 ~ 30.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: NO
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 231
14.3 Centro di Conferimento Sanremese (B)
14.3.1 - “COMUNE DI SANREMO - CIUVIN”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 232
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini
di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada A10, pertanto non esiste interferenza visuale. Visibile da Bussana Vecchia e da S.P. per Ceriana, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
NO
E1g – zona agricola consolidata a coltura intensiva (art. 31 delle N.d.A.)
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Ex sito di discarica di 2° categoria tipo A per inerti Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo
B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture -
Insediamenti Diffusi di Serre Consolidamento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI
Copertura detritica potente (> 3mt.) Permeabilità per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 233
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
SI Adiacente ad attività commerciali ed artigianali
C/A5 Avere buona accessibilità SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia
Note Superficie = ca. 45.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI, il sito è in parte rilevante compreso in zona “3” di zonizzazione sismica (art. 42 di P.R.G.)
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
COMMENTI: a fronte della situazione dello Strumento Urbanistico vigente, il progetto di realizzazione
dell’eventuale impianto dovrà essere proposto come Piano Particolareggiato, prevedendo l’intera sistemazione dell’area.
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 234
14.3.2 - “COMUNE DI SANREMO - TRASCA”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 235
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada, pertanto non esiste interferenza visuale. Visibile da Bussana Vecchia e da S.P. per Ceriana, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
NO
E1g – zona agricola consolidata a coltura intensiva (art. 31 delle N.d.A.)
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Ex discarica di 2° categoria tipo A per inerti. E’ adiacente a siti individuati dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
MAntenimento Assetto geomorfologico • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture -
Impianti Diffusi di Serre COnsolidamento
• COL-ISS MA, COLture- Impianti Sparsi di Serre Mantenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI • Formazione geologica: flysch di Sanremo
• Litologia: arenarie, marne, calcari marnosi con interstrati argilloscistosi
• Coltri detritiche: discarica di inerti e di RSU, coltri pluvio-colluviali
• Dissesti: assenti
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 236
• Permeabilità: da scarsa a media per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
NO
C/A5 Avere buona accessibilità SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia
Note Superficie = ca. 30.000 ÷ 40.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
COMMENTI: a fronte della situazione dello Strumento Urbanistico vigente, il progetto di realizzazione
dell’eventuale impianto dovrà essere proposto come Piano Particolareggiato, prevedendo l’intera sistemazione dell’area.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 237
14.3.3 - “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibile parzialmente da autostrada A10 Genova-Ventimiglia e dal Comune di Castellano
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 238
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
SI
Destinazione urbanistica: “Industriale/Agricolo – Boschiva /Zootecnica
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Facilmente accessibile dalle principali vie di comunicazione attraverso la strada di collegamento con il casello Autostradale di Taggia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Sito di discarica di inerti esaurita, individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • ANI-TRZ, Area Non
Insediata – TrasformaZione Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di
tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtiure -
Insediamento Sparso di Serre MAntrenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI Detrito a granulometria grossolana e media Permeabilità per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
NO
C/A5 Avere buona accessibilità SI Facilmente accessibile dalle principali vie di comunicazione attraverso la strada di collegamento con il casello Autostradale di Taggia
Note Superficie = ca. 45-50.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): -
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 239
Zona Sismica: SI Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”), ma a circa 1.5 km si segnala il limite del sito 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea, proposto come SIC, attualmente in fase di riesame.
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 240
14.3.4 - “COMUNE DI SANREMO – Località Cava Bianchi”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibile da Bussana Vecchia, dalla località Poggio, in parte dall’autostrada A10 Genova-Ventimiglia
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 241
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
NO
E3 – zona agricola tradizionale o mista (art. 31 delle N.d.A.)
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento con S.S. n. 1 Aurelia, Aurelia bis e strada comunale per Bussana
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Sito di cava esaurita, in fase di recupero ambientale. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
regime di MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B • CA, Cava Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni,
Insediamenti Sparsi di Serre Mantenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI • Formazione geologica: argille di Ortovero
• Litologia: argille azzurre plioceniche con intercalazioni sabbiose e ciottolose
• Permeabilità: nulla C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
NO
C/A5 Avere buona accessibilità NO
Collegamento con S.S. n. 1 Aurelia, Aurelia bis e strada comunale per Bussana
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 242
Note Superficie = ca. 30.000 - 40.000 mq Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): -
Zona Sismica: SI Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 243
14.3.5 - “COMUNE DI SANREMO – LOC. SAN PIETRO” (attuale stazione di trasferimento RSU)
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
ATTUALMENTE SI Secondo il Piano di Bacino del torrente Armea e Rio Fonti, area in fascia derivante da aree storicamente inondate o da analisi idraulica non sufficientemente approfondita (A*). Divieto di costruzione di nuove edificazioni nelle aree situate all’esterno del centro edificato comprese nella fascia di rispetto di 40 mt. dai corsi d’acqua, distanza derogabile a non meno di 10 mt con provvedimento del Servizio Opere Idrauliche della Provincia. Divieto di qualsiasi intervento sino all’esecuzione delle opere di messa in sicurezza previste dal progetto IBp6. Esiste una domanda di finanziamento Ob2 in avanzata fase di autorizzazione per la sistemazione idraulica di tutto il tratto del torrente Armea dal Mercato dei fiori fino a San Pietro. La tempistica di inizio intervento è in funzione della disponibilità di finanziamento dei Piani di Bacino; si presume l’anno 2004.
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
ATTUALMENTE SI
Vedasi punto precedente.
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 244
importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO
Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO
B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI In parte visibile da Bussana Vecchia, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva.
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
SI
Zona F24 – zona a pubblici servizi (art. 32 delle N.d.A.), che individua area per rifiuti urbani ed impianti tecnologici in genere, pertanto compatibile dal punto di vista urbanistico con l’insediamento di un centro di conferimento rifiuti
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento con S.S. 1 Aurelia, Aurelia bis e l’autostrada Genova- Ventimiglia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Area già considerata per la realizzazione di stazione di trasferimento e valorizzazione rifiuti riciclabili, in parte esistente Assetto insediativo: • ANI-TRZ ID, Area Non
Insediata-TRasformaZione in Insediamento Diffuso
• IS-MA, Insediamento Sparso – MAntenimento
Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo
B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, Colture-
Insediamento Diffuso di Serre COnsolidamento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI
Marne di Sanremo, semipermeabile
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 245
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
SI Adiacente ad attività commerciali ed artigianali
C/A5 Avere buona accessibilità SI Collegamento con S.S. 1 Aurelia, Aurelia bis e l’autostrada Genova- Ventimiglia
Note Superficie = ca. 6.700 + 3.300 = ca. 10.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
COMMENTI: motivo di individuazione del sito, oltre ad essere su un’area per rifiuti urbani e impianti
tecnologici in genere, è stato anche l’esistenza dell’attuale stazione di trasferimento dei RSU; si segnala l’esistenza di un potenziale fattore escludente (A4.3), superabile attraverso l’analisi più approfondita dell’idrologia del Rio Cascine e del Torrente Armea (come richiesto dal Piano di bacino del torrente Armea e Rio Fonti) e la realizzazione di interventi atti ad evitare l’eventuale inondazione dell’area.
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 246
14.4 Centro di Conferimento Imperiese (C)
14.4.1 - “COMUNE DI CHIUSANICO – Località Brughi”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO
NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 247
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO
NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi Punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO Scarsa visibilità dal centro abitato di Torria, più significativa dal centro di San Lazzarro Reale. Necessarie opere di mitigazione visiva.
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
SI Zona a destinazione urbanistica It “Impianti tecnologici”.
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento diretto della SS. 20 del Colle di Nava.
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Assetto insediativi: • ANI-TRZ, Area Non Insediata -
TRasformsaZione Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture-
Insediamento Sparso di Serre MAntenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI Flysch di Sanremo, calcari marnosi Permeabilità per porosità o fatturazione
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 248
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
NO
C/A5 Avere buona accessibilità NO Collegamento diretto della SS. 20 del Colle di Nava.
Note Superficie = ca. 4.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 249
14.4.2 - “COMUNE DI IMPERIA – EX MATTATOIO” (già esistente)
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
Area prossima a batterie di pozzi pubblici per uso potabile, posti sia a nord che a sud del sito
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
PG0 - Pericolosità Geologica a rischio 0
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante
NO Il centro è già esistente ed autorizzato allo svolgimento dell’attività. E’ in adiacenza al viadotto dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia (vedasi tavola grafica n. 9 del Volume III)
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 250
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
SI
Area prossima a batterie di pozzi pubblici per uso potabile, posti sia a nord che a sud del sito
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI
Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada, ma adiacente alla S.S. 28. Necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
SI
Zona per attrezzature tecnologiche IT1D, regolamentata dall’art. 67 delle N.T.A. del P.R.G.
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia e con l’autostrada A10 Genova -Ventimiglia; si segnala il nodo stradale come punto di traffico intenso.
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Sito ospitante il centro di lavorazione dei rifiuti riciclabili della Ditta Eco Imperia, già operativo Assetto insediativo: • TU-AE, Tessuto Urbano-
Autostrade Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionele: • COL-ISS MA, COLture,
Insediamento Sparso di Serre MAntenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
NO
Alluvioni recenti ghiaiose Permeabilità per fratturazione
C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 251
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
SI
C/A5 Avere buona accessibilità SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia e con l’autostrada A10 Genova -Ventimiglia; si segnala il nodo stradale come punto di traffico intenso
Note Superficie = ca. 5.300 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
COMMENTI: il centro è già attualmente in attività ed è inserito su un’area per insediamenti produttivi; non
esistono fattori escludenti, anche se si segnala la vicinanza a pozzi di approvvigionamento idropotabile (A3) e l’occupazione in parte della fascia di rispetto autostradale (A5) (la fascia non è interessata da strutture fisse)
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 252
14.4.3 - “COMUNE DI IMPERIA – Località Caramagna”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO Sito posto in posizione prossima al Rio Caramagna
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO PG0 - Pericolosità Geologica a rischio 0
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
B - Fattori penalizzanti
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 253
storica e paesistica C - Fattori preferenziali
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
SI
Zona destinata ad attività miste produttive e commerciali di tipo DM2C e DM4C
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Sito posto in prossimità della strada comunale Imperia – Montegrazie
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
NO Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture -
Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI • Geolitologia affiorante di tipo arenacea argillosa
• Permeabilità per porosità C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO Insediamenti artigianali e abitativi
sparsi C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
NO
C/A5 Avere buona accessibilità SI Sito posto in prossimità della strada comunale Imperia – Montegrazie
Note Superficie = ca. 10.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 254
14.4.4 - “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibilità dal Comune di Civezza e dalla località Lingueglietta. Necessarie opere di mitigazione visiva.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 255
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
NO
Zona agricola boschiva AB regolamentata da artt 8.-8.1-8.2 delle N.T.A. del P.R.G.
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento alla S.S. n. 1 Aurelia attraverso la S.P. n. 45 per Pietrabruna; pista di accesso alla cava esistente.
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Cava di materiale inerte in fase di coltivazione. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,
MAntenimento Assetto geomorfologico: • CA, Cave a cielo aperto Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni -
Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI
• Formazione geologica: Flysch di Sanremo
• Litologia: arenarie, calcari marnosi, marne con interstrati argilloscistosi
• Permeabilità: da scarsa a media per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 256
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
NO
C/A5 Avere buona accessibilità NO Collegamento alla S.S. n. 1 Aurelia attraverso la S.P. n. 45 per Pietrabruna; pista di accesso alla cava esistente.
Note Superficie = ca. 90.000 mq.
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 257
14.4.5 - “COMUNE DI IMPERIA – Località Ponticelli”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibilità da autostrada A10 Genova-Ventimiglia e in parte dalla Strada Provinciale per Civezza
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 258
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
SI Zona per attrezzature tecnologiche IT1A, regolamentata dall’art. 67 delle N.T.A. del P.R.G.
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Strada di accesso alla discarica esistente direttamente dalla S.S. 1 Aurelia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
regime di MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture -
Insediamenti Sparsi di Serre Mantenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI
Permeabilità per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa
SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)
C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo
SI
C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97
SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)
C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione
NO
C/A5 Avere buona accessibilità SI Strada di accesso alla discarica esistente direttamente dalla S.S. 1 Aurelia
Note Superficie = ca. 10.000 ÷ 12.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 259
COMMENTI: Il sito è la piana posta a valle della discarica attualmente in fase di coltivazione, indicata dallo STUDIO GALLI-SIBILLA-TEI.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 260
14.5 Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n° 1)
14.5.1 - “COMUNE DI SANREMO - CIUVIN”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 261
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini
di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada, pertanto non esiste interferenza visuale. Visibile da Bussana Vecchia e da S.P. per Ceriana, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
NO
E1g – zona agricola consolidata a coltura intensiva (art. 31 delle N.d.A.)
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Ex sito di discarica di 2° categoria tipo A per inerti Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture -
Insediamenti Diffusi di Serre COnsolidamento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI
Copertura detritica potente (> 3mt.) Permeabilità per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 262
Note Superficie = ca. 45.000 mq Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): -
Zona Sismica: SI, il sito è in parte rilevante compreso in zona “3” di zonizzazione sismica (art. 42 di P.R.G.) Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
COMMENTI: a fronte della situazione dello Strumento Urbanistico vigente, il progetto di realizzazione dell’eventuale impianto dovrà essere proposto come Piano Particolareggiato, prevedendo l’intera sistemazione dell’area.
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 263
14.5.2 - “COMUNE DI SANREMO - TRASCA”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 264
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada, pertanto non esiste interferenza visuale. Visibile da Bussana Vecchia e da S.P. per Ceriana, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 265
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
NO
E1g – zona agricola consolidata a coltura intensiva (art. 31 delle N.d.A.)
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Ex discarica di 2° categoria tipo A per inerti. E’ adiacente a siti individuati dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
MAntenimento Assetto geomorfologico • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture -
Impianti Diffusi di Serre COnsolidamento
• COL-ISS MA, COLture- Impianti Sparsi di Serre MAntenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
NO • Formazione geologica: flysch di Sanremo
• Litologia: arenarie, marne, calcari marnosi con interstrati argilloscistosi
• Coltri detritiche: discarica di inerti e di RSU, coltri pluvio-colluviali
• Dissesti: assenti • Permeabilità: da scarsa a media
per porosità C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
Note Superficie = ca. 40.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
COMMENTI: a fronte della situazione dello Strumento Urbanistico vigente, il progetto di realizzazione
dell’eventuale impianto dovrà essere proposto come Piano Particolareggiato, prevedendo l’intera sistemazione dell’area.
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 266
14.5.3 - “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibile parzialmente da autostrada A10 Genova-Ventimiglia e dal Comune di Castellaro
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 267
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
SI
Destinazione urbanistica: “Industriale/Agricolo – Boschiva /Zootecnica
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Facilmente accessibile dalle principali vie di comunicazione attraverso la strada di collegamento con il casello Autostradale di Taggia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Sito di discarica di inerti esaurita, individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • ANI-TRZ, Area Non
Insediata – TrasformaZione Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di
tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtiure -
Insediamento Sparso di Serre MAntrenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI Detrito a granulometria grossolana e media Permeabilità per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
Note Superficie = ca. 45-50.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”), ma a circa 1.5 km si segnala il limite del sito 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea, proposto come SIC, attualmente in fase di riesame.
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 268
14.5.4 - “COMUNE DI SANREMO – Località Cava Bianchi”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibile da Bussana Vecchia, dalla località Poggio, in parte dall’autostrada A10 Genova-Ventimiglia
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 269
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
NO
E3 – zona agricola tradizionale o mista (art. 31 delle N.d.A.)
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento con S.S. n. 1 Aurelia e strada comunale per Bussana
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Sito di cava esaurita, in fase di recupero ambientale. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
regime di MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B • CA, Cava Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni,
Insediamenti Sparsi di Serre Mantenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI • Formazione geologica: argille di Ortovero
• Litologia: argille azzurre plioceniche con intercalazioni sabbiose e ciottolose
• Permeabilità: nulla C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
Note Superficie = ca. 30.000 ÷ 40.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 270
14.6 Impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio FORSU (n° 2)
14.6.1 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA – Località Rio Ciapagni”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 271
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 272
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse
NO
Destinazione urbanistica zona “Boschiva” art. 24 NAPRG
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Strada di accesso esistente di lunghezza pari a circa 500 mt. a partire della Strada Statale n. 20 della Val Roia, da migliorare.
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,
regime di Mantenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT, BCT TRZ-BAT
PRaTeria, Bosco di Conifere Termofile, Trasformazione- Bosco di Angiosperme Termofile
Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo - Individuazione siti per discariche inerti” della Provincia di Imperia
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI • Formazione geologica: formazioni di conglomerati a microcodium, marne priaboniane., flysch di Ventimiglia
• Litologia: calcari arenaci, marne arenacee, torbiditi arenaceo-argillose
• Coltri detritiche: accumuli detritici di falda
• Dissesti: cigli di arretramento, frane di crollo in roccia, erosione accelerata
• Semipermeabilità e impermeabilità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio
SI
Note Superficie = ca. 25.000 ÷ 30.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: NO
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 273
14.6.2 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4 Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di regime di Conservazione per l’assetto insediativo
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di pericolosità geologica a rischio Pg3A
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 274
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 275
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse
SI Ricade in “Area per attrezzature di interesse pubblico “ art. 17 NAPRG
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
NO Posto a circa 4 km. dal casello di Ventimiglia dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia e a circa 5 km dalla S.S. n. 1 Aurelia, sulla Strada Statale n. 20 della Val Roia. Strada di accesso stretta e ripida nel tratto iniziale su fondo di cemento
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso,
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT-BCT TRZ BAT, PraTerie-
Boschi di Conifere Termofile, TRasformaZione - Boschi di Angiosperme Termofile
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI Geolitologia caratterizzata dall’affioramento del complesso arenaceo ed in parte del complesso conglomeratici. Il primo è ascrivibile al flysch di Ventimiglia, il secondo al ciclo sedimentario pliocenico. Scarsa permeabilità.
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio
SI
Note Superficie = ca. 20.000 mq.
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 276
14.6.3 - “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 277
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibile parzialmente da autostrada A10 Genova-Ventimiglia e dal Comune di Castellaro
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse.
SI
Destinazione urbanistica: “Industriale/Agricolo – Boschiva/ Zootecnica
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Facilmente accessibile dalle principali vie di comunicazione attraverso la strada di collegamento con il casello Autostradale di Taggia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Sito di discarica di inerti esaurita, individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • ANI-TRZ, Area Non Insediata
– TrasformaZione Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtiure -
Insediamento Sparso di Serre MAntrenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI Detrito a granulometria grossolana e media Permeabilità per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio
SI
Note Superficie = ca. 45-50.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: -
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 278
Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”), ma a circa 1.5 km si segnala il limite del sito 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea, proposto come SIC, attualmente in fase di riesame.
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 279
14.6.4 - “COMUNE DI TAGGIA – Costa dei Frati”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 280
aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO
B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse
NO
Destinazione urbanistica: Parco Urbano/Agricolo-boschiva
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
NO Esiste strada di accesso al sito, che deve essere migliorata e potenziata
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
NO Assetto insediativo: • ANI-.MA, Area Non Insediata,
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • BA-CO, Bosco di
Angiosperme, COnsolidamentoC5 Affioramenti litologici che presentino limitata
permeabilità per porosità o fratturazione NO Calcari del Monte Maccarello
Permeabilità per porosità C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio
SI
Note Superficie = ca. 100.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”), identificata come 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea,, attualmente in fase di riesame.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 281
14.6.5 - “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 282
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibilità dal Comune di Civezza
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse.
NO
Zona agricola boschiva AB regolamentata da artt 8.-8.1-8.2 delle N.T.A. del P.R.G.
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento alla S.S. n. 1 Aurelia attraverso la S.P. n. 45 per Pietrabruna; pista di accesso alla cava esistente.
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Cava di materiale inerte in fase di coltivazione. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,
MAntenimento Assetto geomorfologico: • CA, Cave a cielo aperto Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni -
Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI
• Formazione geologica: Flysch di Sanremo
• Litologia: arenarie, calcari marnosi, marne con interstrati argilloscistosi
• Permeabilità: da scarsa a media per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio
SI
Note Superficie = ca. 90.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 283
14.6.6 - COMUNE DI IMPERIA - Località Ponticelli”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO
NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 284
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibilità da autostrada A10 Genova Ventimiglia e in parte dalla Strada Provinciale per Civezza
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse.
SI Zona per attrezzature tecnologiche IT1A, regolamentata dall’art. 67 delle N.T.A. del P.R.G.
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Strada di accesso alla discarica esistente direttamente dalla S.S. 1 Aurelia
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
regime di MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture -
Insediamenti Sparsi di Serre Mantenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI
Permeabilità per porosità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio
NO
Note Superficie = ca. 10.000 – 12.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
COMMENTI: il sito è la piana posta a valle della discarica attualmente in fase di coltivazione, indicata dallo
STUDIO GALLI-SIBILLA-TEI.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 285
14.6.7 - “COMUNE DI IMPERIA – Località Caramagna”
A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO Sito posto in posizione prossima al Rio Caramagna
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO PG0 - Pericolosità Geologica a rischio 0
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
B - Fattori penalizzanti
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 286
recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
C - Fattori preferenziali
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici
SI
Zona destinata ad attività miste produttive e commerciali di tipo DM2C e DM4C
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Sito posto in prossimità della strada comunale Imperia – Montegrazie
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
NO Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture -
Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI • Geolitologia affiorante di tipo arenacea argillosa
• Permeabilità per porosità C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO Insediamenti artigianali e abitativi
sparsi C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio
SI
Note Superficie = ca. 10.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 287
14.7 Termovalorizzatore
14.7.1 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4 Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di regime di Conservazione per l’assetto insediativo
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di pericolosità geologica a rischio Pg3A
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 288
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 289
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse
SI Ricade in “Area per attrezzature di interesse pubblico “ art. 17 NAPRG
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
NO Posto a circa 4 km. dal casello di Ventimiglia dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia e a circa 5 km dalla S.S. n. 1 Aurelia, sulla Strada Statale n. 20 della Val Roia. Strada di accesso stretta e ripida nel tratto iniziale su fondo di cemento
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamenti Sparsi,
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT-BCT TRZ BAT, PraTerie-
Boschi di Conifere Termofile, TRasformaZione - Boschi di Angiosperme Termofile
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI Geolitologia caratterizzata dall’affioramento del complesso arenaceo ed in parte del complesso conglomeratici. Il primo è ascrivibile al flysch di Ventimiglia, il secondo al ciclo sedimentario pliocenico. Scarsa permeabilità.
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale
NO
C9 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente
NO
C10 Impianti di termodistruzione esistenti NO C11 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed
energia NO
Note Superficie = ca. 20.000 mq.
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 290
14.7.2 - “COMUNE DI BADALUCCO – Località Vallone dei Morti”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO Si segnala nell’intorno del sito considerato un’area con Pericolosità Geologica a rischio Pg3
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 291
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C4
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 292
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse
SI Ricade in zona agricola
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Strada Statale n. 548 di Valle Argentina fino all’incrocio per Ciabaudo-Vignai; Strada provinciale n. 54 della Valle Oxentina fino alla Strada Comunale Don Caprile che conduce al Santuario N. S. Madonna della Neve.
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Sito proposto per discarica RSU da precedenti pianificazioni Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,
Mantenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • BA-CO, Boschi di
Angiosperme COnsolidamento C5 Affioramenti litologici che presentino limitata
permeabilità per porosità o fratturazione SI Geolitologia affiorante di tipo
arenaceo argillosa con permeabilità generalmente scarsa
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale
NO
C9 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente
NO
C10 Impianti di termodistruzione esistenti NO C11 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed
energia NO
Note Superficie = ca. 60.000 mq , di cui disponibili ca. 55.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 293
14.7.3 - “COMUNE DI CESIO - Località Cartari”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Assetto insediativo: • ANI-MA. Aree Non Insediate -
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MA, MAntenimento Assetto vegetazionale: • BA-CO, Boschi di Angiosperme -
COnsolidamento A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che
possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.
NO
A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 294
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto A1
B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente
NO
B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 295
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse
NO Zona boschiva
C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
NO
C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
NO
C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
NO Arenarie, formazioni di Testico Semipermeabilità
C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C8 Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale
NO
C9 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente
NO
C10 Impianti di termodistruzione esistenti NO C11 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed
energia NO
Note Superficie = ca. 20.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 296
14.8 Discarica di 1° e 2° categoria di tipo B e C
14.8.1 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C3 Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di regime di Conservazione per l’assetto insediativo
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di pericolosità geologica a rischio Pg3A
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90
NO
A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 297
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C3
B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)
NO
B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue
NO
B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 298
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
NO Posto a circa 4 km. dal casello di Ventimiglia dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia e a circa 5 km dalla S.S. n. 1 Aurelia, sulla Strada Statale n. 20 della Val Roia. Strada di accesso stretta e ripida nel tratto iniziale su fondo di cemento
C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamenti Sparsi,
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT-BCT TRZ BAT, PraTerie-
Boschi di Conifere Termofile, TRasformaZione - Boschi di Angiosperme Termofile
C4 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI Geolitologia caratterizzata dall’affioramento del complesso arenaceo. Il primo è ascrivibile al flysch di Ventimiglia. Scarsa permeabilità.
C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
NO
C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali
NO
C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
NO
Note Superficie = ca. 330-350.000 mq., di cui idonea ca. 90.000 mq.
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 299
14.8.2 - “COMUNE DI PERINALDO – Località Morga”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C4
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO Si segnala nell’intorno del sito considerato, area con Pericolosità Geologica a rischio Pg4.
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90
NO
A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 300
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C3
B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)
NO Permeabilità da scarsa a media
B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue
NO
B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali
SI
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 301
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
NO Strada Provinciale per Perinaldo, Strada Provinciale per Dolceacqua, pista sterrata per circa 2 km
C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso –
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabiltà di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT, BCT TRZ-BAT,
PRaTeria, Bosco di Conifere Termofile, TRasformaZione - Bosco di Angiosperme Termofile
C4 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
NO • Formazione geologica: flysch di Ventimiglia
• Litologia: torbiditi arenaceo-argilloscistose con bancate di marne
• Coltri detritiche: coltri pluvio-colluviali in sacche
• Dissesti: erosione di tipo calanchivo
• Permeabilità: da nulla a scarsa prevalentemente per porosità
C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
NO
C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali
NO
C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
NO
Note Superficie = ca. 65.000 mq, di cui circa 15.000 non interessata dalla frana
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: NO
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: SI Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 302
14.8.3 - “COMUNE DI BADALUCCO – Località Vallone dei Morti”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C3
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO Si segnala nell’intorno del sito considerato un’area con Pericolosità Geologica a rischio Pg3
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90
NO
A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 303
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C3
B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)
NO
B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue
NO
B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali
SI
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 304
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Strada Statale n. 548 di Valle Argentina fino all’incrocio per Ciabaudo-Vignai; Strada provinciale n. 54 della Valle Oxentina fino alla Strada Comunale Don Caprile che conduce al Santuario N. S. Madonna della Neve.
C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,
Mantenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • BA-CO, Boschi di Angiosperme
COnsolidamento C4 Affioramenti litologici che presentino limitata
permeabilità per porosità o fratturazione SI Geolitologia affiorante di tipo
arenaceo argillosa con permeabilità generalmente scarsa
C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
SI
C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali
NO
C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
SI
Note Superficie = ca. 60.000 mq , di cui disponibili ca. 55.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 305
14.8.4 - “COMUNE DI TAGGIA – Località Costa dei Frati”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C3
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90
NO
A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 306
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
NO Vedasi punto C3
B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)
NO Permeabilità di tipo medio
B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue
NO
B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali
SI
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 307
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
NO Esiste strada di accesso al sito, che deve essere migliorata e potenziata
C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
NO
C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
NO Assetto insediativo: • ANI-.MA, Area Non Insediata,
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • BA-CO, Bosco di Angiosperme,
COnsolidamento C4 Affioramenti litologici che presentino limitata
permeabilità per porosità o fratturazione NO Calcari del Monte Saccarello
Permeabilità per porosità C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
NO
C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali
NO
C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
NO
Note Superficie = ca. 100.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”), identificata come 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea,, attualmente in fase di riesame.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 308
14.8.5 - “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90
NO
A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione
NO
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 309
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C3
B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
SI Visibilità dal Comune di Civezza
B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)
NO
B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue
NO
B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 310
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
SI Collegamento alla S.S. n. 1 Aurelia attraverso la S.P. n. 45 per Pietrabruna; pista di accesso alla cava esistente.
C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI
Cava di materiale inerte in fase di coltivazione. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,
MAntenimento Assetto geomorfologico: • CA, Cave a cielo aperto Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni -
Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento
C4 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
SI
• Formazione geologica: Flysch di Sanremo
• Litologia: arenarie, calcari marnosi, marne con interstrati argilloscistosi
• Permeabilità: da scarsa a media per porosità
C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
NO
C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali
SI
C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
SI
Note Superficie = ca. 90.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 311
14.8.6 - “COMUNE DI CASTELLARO / POMPEIANA – Località Prato Grande”
A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)
NO Vedasi punto C3
A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)
NO
A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.
NO Sono presenti delle sorgenti dell’acquedotto pubblico in località Zunchi a circa 1.5 km di distanza dal sito e lungo il Rio Chiuse a circa 2.0 km
A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993
NO
A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”
NO
A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni
NO PG1 e PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 1 e 2 Nell’intorno del sito considerato, a sud, si segnala una zona interessata da Pericolosità Geologica a rischio PG3
A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante
NO
A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90
NO
A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile
NO
A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione
NO
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 312
B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)
SI Vedasi punto C3
B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di
interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica
NO
B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)
NO
B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue
NO
B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali
SI
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 313
C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)
DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI
C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
NO Non esiste una strada di accesso. Il sito è raggiungibile con difficoltà dall’abitato di Boscomare
C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto
SI
C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);
SI Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,
MAntenimento Assetto geomorfologico: • MA, MAntenimento Assetto vegetazionale: • PRT TRZ BAT, PRateria
Termofile in TRasformaZione a BOsco di Angiosperme Termofile
C4 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione
NO Geolitologia affiorante prevalentemente calcarea, intercalata da interstrati marnosi. Media permeabilità per fratturazione.
C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di
dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione
SI
C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
NO
C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali
NO
C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)
NO
Note Superficie = ca. 200.000 mq
Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI
Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 315
15 Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia
15.1 Proposta di collaborazione per un accordo interprovinciale con la Provincia di Savona
Il Piano Provinciale di gestione dei rifiuti adottato dall’Amministrazione Provinciale di Imperia con
delibera del Consiglio Provinciale n° 97 del 12/12/2001 prevedeva, in accordo col punto 4.5 del
Piano Regionale, l’ipotesi di un unico termovalorizzatore a servizio di più Province limitrofe.
L’ipotesi è anche motivata dall’obiettiva difficoltà di reperire, sul territorio della Provincia di
Imperia, siti idonei alla realizzazione di un termovalorizzatore rispetto ad altri territori provinciali
limitrofi.
Il Piano adottato nel mese di dicembre 2001, inoltre, stabiliva che la fattibilità di tale soluzione
doveva essere verificata in tempi ragionevoli (in ipotesi, fine anno 2002).
In seguito ad alcuni incontri tra le Amministrazioni Provinciali di Imperia e Savona avvenute nei
primi mesi dell’anno 2002, l’Assessore alla Tutela dell’Ambiente della Provincia di Imperia, con
lettera datata 26 marzo 2002 Prot. 16.956/633, ha richiamato l’attenzione sull’opportunità di
conoscere la disponibilità della Provincia di Savona in merito alla possibilità di portare avanti un
accordo interprovinciale al fine di realizzare un unico impianto a servizio di entrambe le Province.
Pur non essendo mai arrivata una formale adesione a quanto richiesto, la Provincia di Savona non
ha, a priori, escluso la possibilità di giungere ad un accordo per la costruzione del
termovalorizzatore a servizio di entrambe le Province nel suo territorio.
15.2 Cooperazione transfrontaliera con la Communauté d'Agglomération de la Riviera
Française (C.A.R.F.)
Come già ricordato al precedente paragrafo, il Piano Provinciale di gestione dei rifiuti adottato
dall’Amministrazione Provinciale di Imperia con delibera del Consiglio Provinciale n° 97 del
12/12/2001 prevedeva, in accordo col punto 4.5 del Piano Regionale, l’ipotesi di un unico
termovalorizzatore a servizio di più Province o enti locali limitrofi.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 316
Il Piano adottato nel mese di dicembre 2001, inoltre, stabiliva che la fattibilità di tale soluzione
doveva essere verificata in tempi ragionevoli (in ipotesi, fine anno 2002).
Con lettera acquisita agli atti con Prot. 8.099 del 12 febbraio 2002, il Presidente della “Communauté
d'Agglomération de la Riviera Française” (C.A.R.F.), Deputato e Sindaco della città di Mentone,
Sig. Jean-Claude GUIBAL, ha proposto un incontro con la Provincia di Imperia al fine di verificare
la disponibilità di quest’ultima ad intraprendere una collaborazione transfrontaliera in tema di
gestione dei rifiuti.
La “Communauté d'Agglomération de la Riviera Française” (C.A.R.F.) é un Ente pubblico:
nell'ordinamento locale francese, in relazione anche alla Costituzione francese, ha la stessa natura di
una Provincia o di un Comune.
Nella Provincia delle Alpi Marittime sono state istituite quattro”communauté d'agglomeration”:
• la C.A.R.F. di Mentone;
• la C.A.N.C.A. di Nice;
• la C.A.S.A. di Antibes;
• la C.A.P.A. di Grasse.
La C.A.R.F. è nata il primo gennaio 2002, ed a tale data era costituita dai seguenti Comuni:
o Moulinet ;
o Sospel ;
o Castillon ;
o Menton ;
o Roquebrune-Cap Martin ;
o Beausoleil.
Successivamente tale data, sono entrati a far parte della CARF i seguenti Comuni:
o Pielle;
o Sainte-Agnes;
o Gorbio;
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 317
o La Turbie.
Altri Comuni stanno discutendo sull’opportunità di entrare a far parte della “Communauté
d'Agglomération de la Riviera Française” (Cap D’Ail, Peillon, l’Escarene, i Comuni della Valle
Roja). Entro il primo gennaio 2003, la C.A.R.F. sarà pertanto costituita da almeno 10 Comuni, per
65.000 abitanti, che rappresentano circa l’80% della popolazione dell’est della Provincia delle Alpi
Marittime.
Sono state trasferite a questo nuovo Ente varie funzioni, prima esercitate dai Comuni. In particolare
sono state trasferite dai Comuni le competenze in materia di gestione dei rifiuti. Nelle materie
trasferite i Comuni non hanno più alcuna competenza.
La “Communauté d'Agglomération de la Riviera Française” è un Ente dotato di autonomia
finanziaria e gestionale. È dotato di proprio personale e di un proprio patrimonio.
Gli organi di governo sono il Presidente, il vice-Presidente ed il Consiglio. I membri del Consiglio
sono designati dai Consigli Comunali dei Comuni appartenenti alla C.A.R.F.
Pertanto, parallelamente agli incontri con la Provincia di Savona, la Provincia di Imperia ha iniziato
una serie di incontri con i vicini francesi.
E’ in fase avanzata la sottoscrizione di un protocollo di intesa per un “parternariato” transfrontaliero
tra l’Ambito Est delle Alpi Marittime e la Provincia di Imperia, per il trattamento dei rifiuti solidi
urbani prodotti su entrambi i territori.
L’accordo si basa sul principio della complementarietà dei territori: l’obiettivo è quello di
individuare scenari e soluzioni complementari all’interno dei territori dei soggetti firmatari
dell’accordo. Ogni territorio dovrà disporre di almeno un sito per gestire in condizioni di equità una
parte dei rifiuti del vicino. L’ipotesi iniziale per l’operatività del progetto è:
- un’unità da parte francese per un centro di termodistruzione;
- un’unità da parte italiana per discarica controllata;
Le successive fasi per dare operatività all’accordo dovranno essere oggetto di un gruppo di studio
allo scopo istituito.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 318
Il 5 novembre 2002 la commissione rifiuti della C.A.R.F. ha esaminato la bozza di convenzione
esprimendo parere favorevole alla bozza di protocollo.
L’attività di collaborazione transfrontaliera in cui tale documento s’inserisce ha come precedenti i
seguenti atti di carattere internazionale:
- la convenzione quadro del Consiglio d’Europa sottoscritta a Madrid nel 1980, entrata in
vigore in Francia nel 1984 e in Italia nel 1985, tesa a favorire la cooperazione
transfrontaliera tra collettività dei territori contigui.
- l’accordo franco-italiano relativo alla cooperazione transfrontaliera tra i rispettivi enti
pubblici, sottoscritto a Roma il 26 novembre 1993 (operativo dal 1995 in Italia e dal 1996
in Francia).
La provincia di Imperia e l’Ambito Est delle Alpi Marittime, pur nel rispetto delle specifiche realtà
territoriali, condividono un bacino di vita di confine dalle comuni identità territoriali, culturali,
storiche e umane.
Sulla base di queste identità sono state avviate numerose iniziative tra i due territori anche
precedentemente agli accordi internazionali sopra citati. Ad esempio, già nel 1972 è stato firmato
tra lo Stato italiano e lo Stato francese un accordo per l’adduzione di acqua potabile (l’acquedotto a
servizio della città di Mentone e dell’Est delle Alpi Marittime è alimentato dalle acque del fiume
Roja, in territorio italiano).
I legami di cooperazione tra i due territori di confine si sono successivamente rafforzati nel quadro
del progetto comunitario “INTERREG”, nato nell’anno 1990 e finalizzato a sviluppare i rapporti tra
enti locali (strumento di cooperazione che consente l’accesso a finanziamenti europei) e a stimolare
l’attività imprenditoriale degli enti interessati al progetto.
Nel 1997 è stato firmato un accordo di cooperazione tra la Provincia di Imperia, la Provincia di
Cuneo e il Dipartimento delle Alpi Marittime. La “Conferenza delle tre Province” ha significato una
volontà di cooperazione tra i territori interessati dall’accordo e la volontà di partecipare in modo
coordinato alla pianificazione del territorio di confine.
Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002
Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 319
Sempre nel 1997 lo stato francese ha creato la “Mission Opérationnelle Transfrontalière” (M.O.T.).
Sono stati scelti n° 6 siti pilota nazionali fra cui, l’est delle Alpi Marittime – Comprensorio di
Mentone. La M.O.T. ha come scopo lo sviluppo ed il monitoraggio dell’attività transfrontaliera in
particolare nel campo dei servizi pubblici locali.
L’attuale Presidente della M.O.T. é il sig. Pierre Mauroy (Lille), ex Primo Ministro del governo
francese. Il Deputato–Sindaco di Mentone è il vice Presidente per il confine franco – italiano.
Nel quadro di questo lavoro, il Presidente della Provincia d’Imperia ha partecipato con il Deputato-
Sindaco di Mentone ad una conferenza della M.O.T., tenutasi a Parigi in data 8 ottobre 2002, alla
presenza del Commissario Europeo sig. Michel Barnier e del Ministro Francese sig. Jean Paul
Delevoye.
Le esperienze maturate negli anni 1990, hanno avuto lo scopo di approfondire la conoscenza
specifica ed in particolare la conoscenza delle rispettive organizzazioni politico-amministrative. Il
successivo sviluppo della collaborazione transfrontaliera, una volta acquisita la conoscenza delle
realtà dei rispettivi territori, dovrebbe essere quello di realizzare progetti comuni per il
soddisfacimento dei bisogni delle relative popolazioni. Nel corso dell’ultimo decennio si è spostato
l’obiettivo dalla conoscenza del territorio (come realtà politico-amministrativa) alla realizzazione di
progetti comuni. Diventa importante il bacino di influenza del progetto da dover realizzare (da
intendersi, per la maggior dei casi, come progetto di un servizio). Ad esempio, nell’ambito della
gestione dei rifiuti, al fine di ottimizzare lo smaltimento degli stessi, può essere necessario superare
i confini del proprio territorio e cooperare con il “vicino” per creare un bacino d’utenza (“massa
critica”) tale da permettere di ottenere il migliore risultato finale in termini di efficacia ed
economicità del servizio.