Post on 21-Jul-2020
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Lucia Addati
Coordinatrice Infemieristica CIO
Istituto Ortopedico R.Galeazzi
PRECAUZIONI STANDARD
E PROCEDURE......
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Introduzione
La trasmissione delle malattie infettive all'interno di qualsiasi ospedale, rappresenta un
rischio per pazienti e personale.
E' quindi importante sviluppare strategie di prevenzione sia per le malattie frequenti, sia
per quelle più rare.
Un certo numero di condizioni devono essere adempiute affinché tali strategie possano
funzionare con successo: avere un alto grado di sospetto e conoscere in dettaglio i modi di
trasmissione, i periodi di incubazione e l'efficacia delle diverse misure preventive.
Le raccomandazioni del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta
USA, sono il principale riferimento a livello mondiale a cui anche il nostro Istituto si
attiene.
http://www.cdc.gov/ è l’indirizzo internet per potersi documentare
In questo modulo sono riassunti filosofia e punti chiave di queste
raccomandazioni a cui, anche nel nostro Istituto, dobbiamo attenerci
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Introduzione
A livello del personale, si sente spesso dire che la
trasmissione di agenti infettivi in ospedale è un fenomeno
ben conosciuto, facente parte dei rischi professionali.
Questo tipo di affermazione, è il riflesso dell'immagine
disinteressata che il personale curante vuole avere di se
stesso e della sua devozione verso i pazienti, ma è anche
sintomo di un’insufficiente conoscenza dei rischi e delle
misure preventive.
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Il ventaglio di microrganismi che rivestono un'importanza
epidemiologica nelle infezioni nosocomiali è ampio e
comprende batteri, virus, funghi e protozoi.
Le manifestazioni cliniche, il tempo d'incubazione, i
diversi modi di trasmissione dei diversi microrganismi,
sono conosciuti.
Le misure di prevenzione che scaturiscono, basate su
queste caratteristiche, sono utilizzate in modo
internazionale.
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A parte qualche rara eccezione,
dipendente da situazioni locali, la
filosofia di base nel campo del
controllo e della prevenzione delle
infezioni nosocomiali, và applicata
sia nei piccoli che nei grandi
ospedali.
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Cenni storici
Già nel 1970 i CDC avevano pubblicato un manuale con delle
raccomandazioni per i diversi isolamenti di pazienti con malattie
infettive trasmissibili.
Quest'ultimo è poi stato rivisto nel 1975 e comprendeva 7 categorie di
isolamento e di precauzioni, e più precisamente
• l'isolamento stretto,
• l'isolamento respiratorio,
• l'isolamento protettivo,
•le precauzioni in caso di infezioni enteriche.
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Cenni storici
Nel corso degli anni '80, l'acquisizione di microrganismi patogeni ospedalieri è
aumentata ed ha oltrepassato quella di germi comunitari.
Questo aspetto si è accentuato nell'ambito delle cure intensive con l'apparizione
delle resistenze agli antibiotici, in particolare nei batteri gram negativi.
Con la pubblicazione revisionata dei CDC del 1983, venivano introdotte, oltre
alle misure già citate,
• l'isolamento di contatto
• le precauzioni in caso di contatto con sangue o liquidi biologici infetti
• l'isolamento in caso di tubercolosi polmonare.
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Cenni storici
Dopo il 1983, l'insorgenza di nuove malattie
infettive , come per esempio l'infezione da HIV, la
tubercolosi multiresistente e le febbri emorragiche
virali, hanno messo in evidenza delle lacune nelle
raccomandazioni, per cui si è rivelata necessaria
un'ulteriore revisione.
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L'era dell'HIV
La scoperta del virus HIV come agente eziologico del SIDA, e la sua trasmissione da pazienti
al personale ospedaliero anche mediante ferite provocate da oggetti taglienti o appuntiti, ha
indotto i CDC ad aggiungere nel 1985 la nozione di “Precauzioni Universali".
Le “Precauzioni Universali”, avevano come fondamento
quello di considerare ogni paziente come potenzialmente
infetto, concentrandosi essenzialmente sulla protezione
del personale.
Nel 1987, è stata introdotta la nozione di isolamento in caso di contatto con pelle non intatta,
mucose e ferite (body substance isolation). Queste precauzioni si sono concentrate sulla
trasmissione di microrganismi in caso di un contatto diretto, trascurando la nozione di
trasmissione mediante goccioline.
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L'era dell‘HIV
Le precauzioni universali hanno pure evidenziato lacune.
La raccomandazione dell'uso di guanti in caso di atti medici
multipli, hanno condotto ad una falsa sicurezza (i guanti
contaminati, divenivano un vettore ideale per la trasmissione di
microrganismi). Sono state descritte molte epidemie nell'ambito dei
reparti di cure intensive, imputabili ad un uso improprio dei guanti.
Da un lato le raccomandazioni non erano sempre applicate correttamente, dall'altro
diventava problematica l’applicazione delle precauzioni con il susseguirsi di nuove
pubblicazioni.
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• Nel 1996, i CDC emanarono nuove linee guida sulle
precauzioni di isolamento (Guideline for isolation Precautions in Hospitals,
Centers for Disease Control and Prevention 1996) caratterizzate da una
strategia a due livelli:
•- Precauzioni Standard primo livello, da applicare a:
sangue, tutti i liquidi biologici, secrezione ed escreti ad
eccezione del sudore, cute non integra e mucose di tutti i
pazienti
•- Precauzioni basate sul tipo di trasmissione (contatto,
droplet, airborne) secondo livello, da applicare:
per integrare le precauzioni standard, nel caso di pazienti
noti o sospetti portatori di malattia infettiva
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L'ultimo decennio ha visto una costante evoluzione delle conoscenze e
l'insorgenza di altre patologie infettive; la linea guida del 1996, è stata
aggiornata nel 2007 (Guideline for Isolation precautions: Preventing trasmission of
Infectious Agents in Healthcare Settings”).
Le nuove precauzioni prendono in considerazione:
le più aggiornate conoscenze sulle modalità di trasmissione degli agenti
infettivi,
i patogeni emergenti (multiresistenti, agenti biologici armi di
bioterrorismo, prioni, virus della SARS e dell'influenza aviaria, ecc.),
L’organizzazione delle strutture in cui viene erogata l'assistenza
sanitaria,
le categorie di pazienti ad alto rischio di trasmissione di infezioni
(immunocompromessi, pazienti con fibrosi cistica),
le nuove terapie e tecniche chirurgiche (terapie geniche e trapianti),
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
1-PRECAUZIONI STANDARD
Si applicano a tutti i pazienti ricoverati in ospedale senza tenere conto del sospetto o della diagnosi di infezione: si applicano al sangue, a tutti i liquidi organici, secrezioni ed escrezioni, cute non intatta e mucose.
LAVAGGIO DELLE MANI
PRE/post contatto con sangue, liquidi biologici.....Dopo aver rimosso i guantiL'aver indossato i guanti non riduce la frequenza del lavaggioScegliere tra il lavaggio semplice (sociale) ed antisettico in relazione prestazione da compiere o erogata
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
Adottare i dispositivi di protezione (DPI) per le manovre che espongono potenzialmente alla contaminazione: guanti, camici, mascherina a 4 strati in TNT, facciali filtranti FFP2, FFP3.
Rimuovere i DPI eliminandoli nei rifiuti speciali.
1 - PRECAUZIONI STANDARD
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
. 2- PRECAUZIONI STANDARD
Educazione sanitaria
Gestione/ Smaltimento rifiuti acuminati e taglienti
Smaltimento rifiuti
Decontaminazione/ disinfezione degli strumenti
Allontanamento biancheria
Impiegare dispositivi per la rianimazione trattati
Uso della camera singola se il paziente non collabora e può contaminare l'ambiente
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PRECAUZONI STANDARD E PROCEDURE
PRECAUZIONI AGGIUNTIVE - Via aerea
Isolamento strutturale/ coorte
Limitazione visite
DPI specifico per TBC (attiva polmonare)
“FFp2/FFp3” per l’operatore MAI per il paziente perché non necessario
Limitazione a trasferimenti dei pazienti che (se necessari) devono avvenire applicando una mascherina chirurgica al paziente
Limitazione dell’ingresso in camera del paziente ai soggetti non immuni
Sistemi di condizionamento dell’aria che garantiscono una pressione negativa, di almeno 6 o 12 ricambi aria/ora, scarico diretto all’esterno o riciclo con filtri HEPA
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EDUCAZIONE AMBIENTE SICURO
Prima di entrare in una camera in cui è presente un paziente identificato
come “a rischio particolare di infezione”, occorre:
Eseguire lo scrub alcolico delle mani
Indossare il camice monouso
Indossare la maschera FFP2 filtrante ed i guanti monouso
PARENTI E VISITATORI DEVONO, PRIMA DI ACCEDERE, SEMPRE
CONSULTARE IL PERSONALE INFERMIERISTICO DI REPARTO
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
Precauzioni aggiuntive – Droplet
Meningite, polmonite, epiglottite, MDRs, pertosse
difterite, influenza, rosolia , parotite
Da adottare, in aggiunta alle precauzioni standard, per la patologia trasmessa attraverso i droplet > a 5 micron (nuclei che si depositano sulle superfici nelle immediate vicinanze dal paziente e si risospendono con difficoltà).
Utilizzare una mascherina chirurgica quando ci si trova in prossimità del paziente ad una distanza inferiore ad 1 metro
Isolamento strutturale/ coorte
Utilizzo mascherina chirurgica
Limitazione dei trasferimenti del paziente ai soli indispensabili
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
Disinfezione - Da droplet
Ciò che si trova nelle immediate vicinanze del paziente ( letto,
comodino, biancheria ecc…a meno di 1 metro) può essere anche
notevolmente contaminato da secrezioni respiratorie e nasali
Sanificazione quotidiana e terminale
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
Precauzioni aggiuntive – Da contatto
Forme gastrointestinali, respiratorie, cutanee, drenaggi e ferite infette o colonizzate da microrganismi MDRs, enteriche ( clostridi, shigella, rotavirus ), VRS, Herpes simplex e Zoster, ascessi, cellulite, drenaggi, impetigine, decubiti, scabbia, congiuntivite emorragica virale
Stanza singola / coorte
Indossare guanti non sterili e cambiarli pre/post contatto tra diversi pz.
Igiene delle mani con antisettico
Indossare camice pulito monouso
Eliminare i DPI prima di lasciare la camera secondo modalità corrette
Limitare gli spostamenti del paziente al minimo indispensabile
Dedicare i presidi assistenziali/trattare il materiale riutilizzabile
Sanificare e disinfettare la camera durante la degenza/dimissione
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
NOTE STORICHE
• 1822 Farmacista francese sostiene che lavarsi le mani con cloruri o soda riduce i cattivi odori dopo che si sono toccati corpi infetti
• 1846 Ignaz Semmelweis
• 1961 U.S Public Health Care Service pubblica il primo film sul lavaggio delle mani
• 1975 – 1985 Linee guida del CDC
• 1988 – 1995 Linee guida dei APIC
• 2002- nuove Linee guida CDC-APIC
• 2007 Linee guida del CDC
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
ADESIONE DEGLI OPERATORI ALL’IGIENE DELLE MANI
Il personale sanitario spesso trascura questa pratica fondamentale. La percentuale media di adesione degli operatori sanitari alle procedure raccomandate per l’igiene delle mani, è pari al 40%, quindi scarsa (39, 106-108).
I motivi della scarsa adesione sono: saponi ed antisettici causano secchezza ed irritazione, i lavandini sono in posti sbagliati, mancano sapone e salviettine, personale insufficiente, rischio di contrarre infezioni dal pz. percepito come “basso”, i bisogni del pz. si ritiene che abbiano la priorità.
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
LAVAGGIO DELLE MANI
DEFINIZIONI
Lavaggio sociale 1 m’ con acqua e sapone
Lavaggio antisettico 3m’ con sapone/antisettico
Lavaggio chirurgico 5m’ con sapone/ antisettico + spazzolini
Lavaggio antisettico sfregamento con soluzioni alcoliche
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
LAVAGGIO DELLE MANI
- Lavaggio frequente delle mani- Uso di adeguati detergenti e disinfettanti per un
tempo superiore ai 20 secondi- Lavaggio delle mani prima e dopo l’uso dei
guanti- La cute delle mani deve essere mantenuta in
buone condizioni- Unghie corte e non laccate- Non è indicato l’uso di unghie finte- Buona asciugatura delle mani- Non indossare anelli e braccialetti- Frizionamento con soluzione alcolica
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
INDICAZIONI
Quando le mani sono visibilmente
sporche e contaminate lavarsi con le
soluzioni saponose o antisettiche
Per la decontaminazione di routine
delle mani pulite, sfregarsi
le mani con una soluzione alcolica
No se Clostridium difficile
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
PRODOTTI PER L’IGIENE DELLE MANI
La scelta di un prodotto per la disinfezione delle mani, deve essere correlata alla sua efficacia globale, inclusa l’efficacia correlata allo spettro d’azione su vari organismi patogeni, e all’accettabilità del prodotto stesso da parte degli operatori sanitari
I prodotti di più diffuso utilizzo in campo ospedaliero, sono: sapone normale non antimicrobico, clorexidina, clorixilenolo, esaclorofene, iodio e iodofori, composti dell’ammonio quaternario, triclosan, diamantina alfa e beta, alcoli
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
PRODOTTI PER L’IGIENE DELLE MANI
La letteratura attuale suggerisce l’uso di prodotti a base alcolica, in quanto garantiscono la stessa o migliore efficacia nella riduzione della carica batterica delle mani rispetto al lavaggio tradizionale, aumentandone la compliance.
Riguardo all’associazione tra incidenza delle infezioni del sito chirurgico e lavaggio delle mani, tre studi ( RUPP ME ,2008; AL-NAAMI 2009; SOUWEIN 2009) sottolineano che seppur l’utilizzo delle soluzioni alcoliche sembri più efficace, non sussistono differenze statisticamente significative tra l’utilizzo di un antisettico a base alcolica e di un prodotto a basa di iodiopovidone o clorexidina.
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PRECAUZIONI STANDARD E PROCEDURE
Tuttavia , pur non sussistendo differenze, non sono da sottovalutare le variabili relative al tempo ed ai costi, specialmente in contesti dove i contatti frequenti con i pz. inducono gli operatori sanitari a ripetuti lavaggi delle mani.
Con sapone / acqua: 56 minuti , calcolato per 7 episodi
/ora di lavaggio mani (60 secondi)
Con sol .alcolica : 18 minuti, calcolato per 7 episodi/ora
lavaggio mani (20 secondi)
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GRAZIE