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I N QUE S TO NUMERO
LAMPADA PER I MIEI PASSI -‐ Gennaio p. 3 -‐ Febbraio p. 6
CON GESÙ NEL GETSEMANI -‐ Gennaio p. 19 -‐ Febbraio p. 25 MOMENTI PER UNA CAMMINO VOCAZIONALE p. 10 -‐ caffè Parola buffet Come se vedessero l’invisibile p. 11 -‐ L’Albero della vita -‐ Itinerario di Spiritualità Peccato e peccatori nelle Scritture p. 12 -‐ Ragazzi e ragazze Medie p. 14
INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI p. 2 e 15
Bimestrale • numero 1/2019 • gennaio / febbraio 2019
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INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
Inviamo questo numero di Vita del Seminario alle parrocchie per coloro che pur desiderando seguire la vita del Seminario e le attività della Pasto-‐rale Vocazionale tramite “Vita del Seminario”, non hanno ancora dato il consenso all’utilizzo dei dati personali. In questo numero trovate l’INFORMATIVA/CONSENSO per l’utilizzo dei dati personali, dobbiamo chiedervi di dedicare un po’ di tempo alla sua lettura, in quanto per poter utilizzare i dati (compreso l’indirizzo) nel ri-‐spetto delle norme entrate in vigore, è obbligatorio avere il consenso dell’interessato.
Per poter inviare, a chi lo desidera, le comunicazioni della nostre iniziati-‐ve come pure l’opuscolo “Vita del Seminario” è necessario che riceviamo l’Informativa/consenso per l’utilizzo dei dati personali compilata e firma-‐ta in una delle seguenti modalità:
-‐ per posta all’indirizzo: Seminario Vescovile di Rimini
Via Covignano 259 -‐ 47923 Rimini RN
-‐ per e-‐mail all’indirizzo: privacy@seminariovescovilerimini.it
La comunicazione telefonica NON può essere considerata un metodo ido-‐neo di consenso.
Un sentito Grazie per il tempo che ci dedicate, e per il vostro sostegno.
Ai Parroci
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dall’orecchio, al cuore, alla vita
Preghiera di adorazione
Sto semplicemente qui, Gesù, lasciandomi guardare da Te, lasciandomi impregnare del Tuo amore… Permetto che la mia vita scorra qui, davanti a Te… La conosci, ma mi dà pace guardarla insieme. Il tuo stare con me, ha sempre il volto delle persone che incrociano il quotidiano, insieme alle occupazioni solite che colmano i giorni. Come sei grande, Gesù, nei mille modi che scegli per essere presente!
La Parola
1 Cor 13,1ss
1Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. 2E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. 3E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. 4La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si van-‐ta, non si gonfia d’orgoglio, 5non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 7Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
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Medito
Questo brano, è l’elogio dell’amore, della carità. Carità non intesa come fare l’elemosina. Dentro c’è la parola Agape che ha un significato preciso, vuol dire amore, che è dono. Quando l’amore è possessivo si può chiama-‐re anche egoismo. Che fa sì che l’altro è mio. E lo assimilo a me e lo man-‐gio. Cioè l’altro è oggetto del tuo desiderio e non ti interessa l’altro: è soddisfare il tuo desiderio; noi normalmente chiamiamo amore questo, ma più propriamente si chiama egoismo. Se manco dell’amore, dice S. Paolo, sono un bronzo che risuona, cioè sono vuoto, faccio solo rumore. Quindi tutti i fenomeni che posso avere, anche le estasi, le visioni è solo un po’ di rumore, di appariscenza, ma non è la realtà, perché senza questo amore uno non è. Perché Dio è amore, e Dio è, e noi siamo, nella misura in cui amiamo così come Lui. Ed è quella la no-‐stra verità a cui siamo chiamati, quindi senza questo non siamo. Siamo... si, rumore ne fa una campana, non è né intelligente, né sensibile, né buo-‐na: fa rumore. Quindi le cose che tanto apprezzate sono un po’ di rumore. Un bronzo che risuona oppure un cembalo, sono rumori superficiali della superficie, non hanno un centro, certo provengono da qualche parte, dalla fonte sonora, però non hanno un centro. Il brano di Paolo ci dà l’immagine vera di Dio, l’essenza che Lui è. Questo determina anche le mie relazioni. L’altro, ricorda il Papa nella esortazione apostolica, possiamo considerarlo un fastidio, soprattutto se povero, sporco, ingombrante, oppure riconoscere in lui un essere che ha la mia stessa dignità, un’immagine di Dio, un fratello redento da Cristo.(cfr n. 98 Gaudete Exsultate) Non possiamo proporci un ideale di santità, che ignori le ingiustizie che sono presenti nella società(cfr n. 101 GE). L’atteggiamento che si addice ad un cristiano è quello di mettersi nei panni dell’altro, che soffre, rischia la vita, si affatica per il futuro dei figli(cfr n. 102 GE). Riflessione personale
"Donate e avrete gioia, donatevi e sarete beati": quanto dell’amore che ricevo da Dio dono ai fratelli?
Cristo ci chiama ad essere testimoni di Carità nel servizio ai sofferenti e ai bisognosi: qual è la mia risposta?
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Salmo di contemplazione Salmo 1
Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte.
Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere.
Non così, non così, gli empi: ma come pula che il vento disperde; perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, nè i peccatori nell’assemblea dei giusti.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina. Preghiamo
Ti preghiamo, Signore, rendici capaci di stare vicino a chi vive difficoltà quotidiane, rendendo visibile la tua tenerezza.
Ti preghiamo, Signore, aiutaci a fondare la nostra esistenza sulla tua Pa-‐rola che non passa e nutre la nostra speranza.
Ti preghiamo, Signore, suscita nel cuore dei giovani il desiderio di essere testimoni del tuo amore per ogni uomo. Preghiera conclusiva Signore Gesù, noi cerchiamo molte cose, il nostro cuore è abitato da tanti desideri, a volte contrastanti. La tua Parola ci interroga, ci purifica, ci avvicina alla verità che tu sei. Donaci un cuore che arde del tuo amore, perché possiamo diffonderlo attraverso i piccoli segni quotidiani di attenzione ai fratelli, specialmente se bisognosi. AMEN.
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dall’orecchio, al cuore, alla vita Preghiera di adorazione
Qui, alla tua presenza sacramentale, mio Re, cerco di ricomporre in unità, le giornate vissute. Non tutto è stato semplice, non tutto mi è piaciuto… Mi rendo conto però, che la tua presenza mi colma il cuore, in modo discreto, ma deciso. Nonostante le mie superficialità, tu sei lì, Amore paziente, e fai sentire la tua presenza che dà senso alla mia vita intera.
La Parola Matteo 11,25-‐30 25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rive-‐larlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Medito È un periodo di insuccessi per il ministero di Gesù: contestato dall’istituzione religiosa, rifiutato dalle città attorno al lago, da una gene-‐razione che non esita a definire «di bambini» (Mt 11,16), Gesù ha im-‐provvisamente come un sussulto di stupore, gli si apre davanti uno squarcio inatteso, un capovolgimento: Padre, ho capito e ti rendo lode. Attorno a Gesù il posto sembrava rimasto vuoto, si erano allontanati i
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grandi, i sapienti, gli scribi, i sacerdoti ed ecco che il posto lo riempiono i piccoli: poveri, malati, vedove, bambini, i preferiti da Dio. Ti ringrazio, Padre, perché hai parlato a loro, e loro ti hanno capito. I pic-‐coli sono le colonne segrete della storia; i poveri, e non i potenti, sono le colonne nascoste del mondo. Gesù vede e capisce la logica di Dio, la sua tenerezza comincia dagli ultimi della fila, dai bastonati della vita. Non è difficile Dio: sta al fianco dei piccoli, porta quel pane d’amore di cui ha bi-‐sogno ogni cuore stanco… E ogni cuore è stanco. Di un segno d’affetto ha estremo bisogno l’animo umano: è la vera lingua universale della Pente-‐coste, che ogni persona dal cuore puro capisce, in ogni epoca, su tutta la terra. Gesù che si stupisce di Dio; mi incanta, è bellissima questa meraviglia che lo invade e lo senti felice, mentre le sue parole passano dal lamento alla danza. Ma poi non basta, Gesù fa un ulteriore passo avanti. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro, non un nuovo sistema di pensiero, non una morale migliore, ma il ristoro, il conforto del vivere. Anche per me e per te, nominare Cristo deve equiva-‐lere a confortare la vita. Le nostre prediche, i tanti incontri devono diven-‐tare racconti di speranza e di libertà. Altrimenti sono parole e gesti che non vengono da lui, sono la tomba della domanda dell’uomo e della rispo-‐sta di Dio. Invece là dove le domande dell’uomo e la bellezza del Dio di Gesù si incontrano, lì esplode la vita. Imparate da me… Andare da Gesù è andare a scuola di vita. Imparate dal mio cuore, dal mio modo di amare, delicato e indomito. Il maestro è il cuore. Se ascolti per un minuto il cuore, scrive il mistico Rumi, farai lezio-‐ne ai sapienti e agli intelligenti! Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero: dolce musica, buona notizia. Il giogo, nella Bibbia, indica la Legge. Ora la legge di Gesù è l’amore. Il Papa, nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate, suggerisce alcu-‐ne caratteristiche che possono costituire un modello di santità. La prima è rimanere centrati, saldi in Dio, che ama e sostiene. Coltivare questa fermezza interiore, rende possibile sopportare, sostenere le con-‐trarietà della vita, le aggressioni degli altri… Su questa solidità interiore, la testimonianza di santità che siamo chiamate a rendere, è fatta di pa-‐zienza e costanza nel bene. Chi si appoggia in Dio riesce ad essere fedele nell’amore nei confronti dei fratelli, non li abbandona nelle difficoltà, e rimane accanto agli altri anche quando questo non è gratificante.
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La fermezza interiore, ci preserva dal lasciarci trascinare dalla violenza che imperversa nella società, perché la grazia smorza la vanità e rende possibile la mitezza del cuore. Il santo, ricorda il Papa, non spreca le sue energie lamentandosi di tutto e di tutti, è capace di fare silenzio davanti ai difetti dei fratelli, evita la vio-‐lenza anche verbale, semplicemente perché non si ritiene degno di essere duro con gli altri, ma piuttosto li considera “superiori a se stesso”(Fil 2,3) Tutto questo diventa un buon esercizio di umiltà, che però si radica nel cuore solamente attraverso le umiliazioni. Senza di esse non c’è umiltà né santità. Si cammina verso la santità quando con umiltà si può sopportare e offrire alcune umiliazioni. Certamente tutto questo non è piacevole, ma è una via per imitare Gesù e crescere nell’unione con Lui; ci libera da quell’aggressività che scaturisce da un io troppo grande, che trova il suo piacere nelle cose vane.
Riflessione personale Quando incontri persone poco affini o avversità nel tuo quotidiano, ti soffermi mai a pensare: Come agirebbe Gesù di fronte a questa situazione? Ti eserciti nella virtù dell’umiltà, della pazienza, della mitezza?
Salmo di contemplazione Salmo 19(18)
I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia. Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio.
Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale: esulta come un prode che percorre la via.
Sorge da un estremo del cielo e la sua orbita raggiunge l’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore.
La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice. I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore;
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il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi.
Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti,
più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.
Anche il tuo servo ne è illuminato, per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze, chi le discerne? Assolvimi dai peccati nascosti.
Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro da grave peccato. Ti siano gradite le parole della mia bocca; davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore, mia roccia e mio redentore. Preghiamo Ti preghiamo, Dio nostro Padre, donaci la sapienza del cuore, per discer-‐nere il bene nelle ambiguità della vita.
Ti preghiamo, Signore Gesù, rendici semplici e capaci di agire secondo il comandamento dell’amore.
Ti preghiamo, Spirito Santo, fa’ che accogliamo le umiliazioni che la vita ci presenta, come via alla vera umiltà. Preghiera conclusiva Signore Gesù, vogliamo, con tutto il cuore seguirti sulla via dell’amore, anche quando, per le nostre fragilità, il cammino si fa difficile ed è facile soccombere all’avvilimento, che ci suggerisce di lasciar perdere tutto. Donaci la consapevolezza della tua presenza e la certezza che, con te, è possibile vincere il male con il bene.
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Quando e come Domenica 11 novembre - Il peccato di origine (Gen 2−3) • La Fede
Domenica 16 dicembre - Caino e Abele (Gen 4) • La Speranza
Domenica 20 gennaio - Noè ed i suoi figli (Gen 6−9) • La Carità
Domenica 17 febbraio - Una torre la cui cima tocchi il cielo (Gen 11) • La prudenza
Domenica 17 marzo - Abramo e la faticosa alleanza (Gen 12−16) • La giustizia
Domenica 7 aprile - Sara che ride, Abramo che intercede (Gen 18−19) • La fortezza e la temperanza
Lettura commentata dei passi biblici, tempo di silenzio e iniziazione alla preghiera contemplativa, discernimento personale e comunitario e la S. Messa conclusiva.
I momenti di riflessione saranno proposti da don Guido e suor Lina insieme con l'equipe adulti del Seminario di Rimini.
itinerario di spiritualità
L`ALBERO DELLA VITA
Peccato e peccatori nelle Scritture I
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info e Iscrizioni
Gli incontri si svolgeranno la Domenica presso il Seminario Vescovile di Rimini (via Covignano, 259), dalle 9,30 alle 12,30 e sono rivolti ad Adulti (> 30 anni) che desiderano compiere un cammino di preghiera e di crescita nella fede, catechisti, operatori pastorali, animatori biblici, insegnanti ed educatori e sono pensati anche per coloro che frequentano il percorso di teologia pastorale e desiderano integrare la formazione teologico-pastorale con tempi e occasioni qualificate di meditazione sulla Parola di Dio.
www.seminariovescovilerimini.it tel. 0541 084418 (Suor Lina) seminariovescovilerimini@gmail.com
Perché In ultima analisi, la mancanza di un riconoscimento sincero, sofferto e orante dei nostri limiti è ciò che impedisce alla grazia di agire meglio in noi, poiché non le lascia spazio per provocare quel bene possibile che si integra in un cammino sincero e reale di crescita. La grazia, proprio perché suppone la nostra natura, non ci rende di colpo superuomini. Pretenderlo sarebbe confidare troppo in noi stessi. In questo caso, dietro l’ortodossia, i nostri atteggiamenti possono non corrispondere a quello che affermiamo sulla necessità della grazia, e nei fatti finiamo per fidarci poco di essa. Infatti, se non riconosciamo la nostra realtà concreta e limitata, neppure potremo vedere i passi reali e possibili che il Signore ci chiede in ogni momento, dopo averci attratti e resi idonei col suo dono. La grazia agisce storicamente e, ordinariamente, ci prende e ci trasforma in modo progressivo. Perciò, se rifiutiamo questa modalità storica e progressiva, di fatto possiamo arrivare a negarla e bloccarla, anche se con le nostre parole la esaltiamo.
Papa Francesco, Gaudete et exultate, n° 50
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INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI (Art.13 REG.UE 679/2016
sulla protezione dei dati personali raccolti presso l’interessato)
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CONSENSO AL TRATTAMENTO Il/La sottoscritto/a _______________________________________________________________________ A seguito dell’informativa fornitami ¨ do il mio consenso ai trattamenti descritti, con particolare riferimento alla possibilità di trattare dati sensibili, per le finalità e con le modalità dichiarate nell’informativa in particolare acconsento al trat-tamento dei dati secondo quanto indicato al punto 3 dell’informativa: Attività istituzionali e di comunicazione del Seminario Vescovile di Rimini. Con l’occasione confermo che:
- la mia e-mail è la seguente:
_______________________________________________________________________
- il mio indirizzo è il seguente:
_______________________________________________________________________ ¨ nego il mio consenso Luogo e data Firma leggibile _________________________ _____________________________________
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Giovedì 3 gennaio
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, tu hai voluto che l’umanità del Salvatore, nella sua mirabile nascita dalla Vergine Maria, non fosse sottoposta alla comune eredità dei nostri pa-‐dri; fa’ che liberati dal contagio dell’antico male possiamo anche noi far parte della nuova creazione, iniziata da Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo...
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per la pace nel mondo che passa at-‐traverso la ricerca della pace nelle nostre giornate. Ricordiamo l’odio e la violenza che vengono generate sotto la parvenza delle religioni, pensando in particolare ai nostri fratelli nella fede ma senza distanziarci da tutti gli altri uomini di ogni lingua, razza e religione con cui condividiamo l’amore che il Padre nutre per tutti i suoi figli.
Lettura della Parola di Dio Dal libro della Genesi (37,2-‐11) Questa è la storia della discendenza di Giacobbe. Giuseppe all’età di diciassette anni pascolava il gregge con i fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al loro padre i pettegolezzi sul loro conto. 3Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe maniche. 4I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente. 5Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancor di più. 6Disse dunque loro: «Ascoltate questo sogno che ho fatto. 7Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand’ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio». 8Gli dissero i suoi fratelli: «Vorrai forse regnare su di noi o ci vorrai dominare?». Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole. 9Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre e ai fratelli e disse: «Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me». 10Lo narrò dunque al
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padre e ai fratelli e il padre lo rimproverò e gli disse: «Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io e tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?». 11I suoi fratelli perciò erano invidiosi di lui, ma suo padre tenne in mente la cosa.
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ Giuseppe è il figlio amato di più da padre Giacobbe. Noi, come i fratelli di Giuseppe, vediamo subito, in questo, un’ingiustizia! Ma l’amore di Giacobbe per Giuseppe genera nel “fi-‐glio preferito” una risposta d’amore che beneficherà anche i fratelli. L’amore di Dio, come quello di Giacobbe, apparentemente fa “preferenze”. Ciò non è in vista di un privilegio dato ad un singolo a dispetto dei altri: chi è amato “di più”, lo è perchè “ami di più”. L’amore di Dio è dinamico, crea comunione, chiede condivisione: invece di dare “a ciascuno il suo”, Dio da a ciascuno qualcosa in modo diverso e distinto, affinchè, grati a Dio, noi usiamo di ciò che abbiamo secondo la volontà di Dio per il bene degli altri.
Preghiera comune o personale (ognuno dedica il tempo che può e che vuole, se possibile però mai meno di dieci minuti!)
Preghiera conclusiva -‐-‐ Padre nostro che sei nei cieli, Tu hai promesso di non lasciarci orfani. Continua ad essere presente in mezzo a noi nella per-‐sona dei tuoi ministri. Sia santificato il tuo nome mediante il ministero dei sacerdoti che, rivestiti del sacerdozio di Cristo, ti facciano conoscere ed amare da tutti i popoli. Venga il tuo regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace, perché tutte le creature, liberate dalla schiavitù della corruzione, possano partecipare alla gloriosa libertà dei tuoi figli.
Giovedì 10 gennaio
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, che in Cristo tuo Figlio hai rivelato a tutti i popoli la sapienza eterna, fa’ risplendere su di noi la gloria del nostro Redentore, perché giungiamo al-‐la luce che non ha tramontato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per tutti i ragazzi e i giovani che
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stanno prendendo scelte per il loro futuro: la scuola superiore, l’università, il lavoro. Perchè tutto sia illuminato e accompagnato dall’ascolto della Parola di Dio che indica la via della nostra gioia.
Lettura della Parola di Dio Dal libro della Genesi (37,12-‐24.28) I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. 13Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro». Gli rispose: «Eccomi!». 14Gli disse: «Va’ a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a riferirmi». Lo fece dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem. 15Mentr’egli andava errando per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò: «Che cerchi?». 16Rispose: «Cerco i miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare». 17Quell’uomo disse: «Hanno tolto le tende di qui, infatti li ho sentiti dire: Andiamo a Dotan». Allora Giuseppe andò in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan. 18Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono di farlo morire. 19Si dissero l’un l’altro: «Ecco, il sognatore arriva! 20Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in qualche cisterna! Poi diremo: Una bestia feroce l’ha divorato! Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!». 21Ma Ruben sentì e volle salvarlo dalle loro mani, dicendo: «Non togliamogli la vita». 22Poi disse loro: «Non versate il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»; egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre. 23Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica dalle lunghe maniche ch’egli indossava, 24poi lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua. Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ La gelosia, la rivalsa, la con-‐tesa. Quante volte questi sentimenti imprigionano il nostro cuore! I fratelli di Giuseppe non lo accolgono come un dono da cui ricevere ma come un rivale da cui temere “concorrenza”. Quante volte ci trattiamo tra noi da concorren-‐ti: rivali innanzi alla stima degli altri, rivali nel guadagnare l’amore o l’affetto di qualcuno, rivali nella falsa corsa ad una religiosità più pia. La vera conver-‐sione è sempre quella di scoprirsi fratelli. Al misterioso personaggio che chiede a Giuseppe che cosa stia cercando, egli risponde: “cerco i miei fratel-‐li!” (Gen. 37,16).
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag. 20
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Giovedì 17 gennaio (Sant’Antonio Abate)
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, che hai ispirato a sant’Antonio abate di ritirarsi nel deserto, per ser-‐virti in un nuovo modello di vita cristiana, concedi anche a noi per sua inter-‐cessione di superare i nostri egoismi per amare te sopra ogni cosa. Per il no-‐stro Signore...
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per la comunità del seminario: dona-‐le di essere segno visibile della tua chiamata, della gioia che tu doni a chi in-‐traprende la tua sequela “più da vicino”. Donale di crescere sempre più nella condivisione e nel servizio generoso ed umile.
Lettura della Parola di Dio Dal libro della Genesi (41,14-‐32.39-‐40) Allora il faraone convocò Giuseppe. Lo fecero uscire in fretta dal sotterraneo ed egli si rase, si cambiò gli abiti e si presentò al faraone. 15Il faraone disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e nessuno lo sa interpretare; ora io ho sentito dire di te che ti basta ascoltare un sogno per interpretarlo subito». 16Giuseppe rispose al faraone: «Non io, ma Dio darà la risposta per la salute del faraone!». 17Allora il faraone disse a Giuseppe: «Nel mio sogno io mi trovavo sulla riva del Nilo. 18Quand’ecco salirono dal Nilo sette vacche grasse e belle di forma e si misero a pascolare tra i giunchi. 19Ed ecco sette altre vacche salirono dopo quelle, deboli, brutte di forma e magre: non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese d’Egitto. 20Le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche, quelle grasse. 21Queste entrarono nel loro corpo, ma non si capiva che vi fossero entrate, perché il loro aspetto era brutto come prima. E mi svegliai. 22Poi vidi nel sogno che sette spighe spuntavano da un solo stelo, piene e belle. 23Ma ecco sette spighe secche, vuote e arse dal vento d’oriente, spuntavano dopo quelle. 24Le spighe vuote inghiottirono le sette spighe belle. Ora io l’ho detto agli indovini, ma nessuno mi dà la spiegazione». 25Allora Giuseppe disse al faraone: «Il sogno del faraone è uno solo: quello che Dio sta per fare, lo ha indicato al faraone. 26Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono sette anni: è un solo sogno. 27E le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, sono sette anni e le sette
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spighe vuote, arse dal vento d’oriente, sono sette anni: vi saranno sette anni di carestia. 28È appunto ciò che ho detto al faraone: quanto Dio sta per fare, l’ha manifestato al faraone. 29Ecco stanno per venire sette anni, in cui sarà grande abbondanza in tutto il paese d’Egitto. 30Poi a questi succederanno sette anni di carestia; si dimenticherà tutta quella abbondanza nel paese d’Egitto e la carestia consumerà il paese. 31Si dimenticherà che vi era stata l’abbondanza nel paese a causa della carestia venuta in seguito, perché sarà molto dura. 32Quanto al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che la cosa è decisa da Dio e che Dio si affretta ad eseguirla». Poi il faraone disse a Giuseppe: «Dal momento che Dio ti ha manifestato tutto questo, nessuno è intelligente e saggio come te. 40Tu stesso sarai il mio maggiordomo e ai tuoi ordini si schiererà tutto il mio popolo: solo per il trono io sarò più grande di te».
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ Giuseppe venduto come schiavo arriva in Egitto e per calunnie viene incarcerato. Qui emerge il dono dei suoi sogni, quel dono che era stato causa di odio ed infine del sue essere lì in Egitto in prigione. Dio non si dimentica di noi e della nostra situazione. Dio fa emergere, nei momenti che meno immaginiamo, ciò che siamo davve-‐ro e ciò che più profondamente Egli ci ha donato come succede per Giuseppe. Se Giuseppe si fosse rivolto con odio alla sua famiglia e alla sua storia non avrebbe più “sognato”, ma egli vive nella speranza e nella benevolenza anche il momento dell’ingiustizia e del dolore, conservando i doni di Dio. Al mo momento più inaspettato ecco la grandezza di Dio e dei suoi doni portare frutto!
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag. 20
Giovedì 24 gennaio
(san Francesco di Sales)
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, tu ha voluto che il santo vescovo Francesco di Sales si facesse tutto a tutti nella carità apostolica: concedi anche a noi di testimoniare sempre, nel servizio dei fratelli, la dolcezza del tuo amore. Per il nostro Signore...
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per le nostre comunità, affinché sap-‐piamo camminare nel valorizzare i loro giovani secondo lo spirito del recen-‐
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te Sinodo a loro dedicato.
Lettura della Parola di Dio Dal libro della Genesi (42,6-‐11.15-‐17) Ora Giuseppe aveva autorità sul paese e vendeva il grano a tutto il popolo del paese. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. 7Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro, parlò duramente e disse: «Di dove siete venuti?». Risposero: «Dal paese di Canaan per comperare viveri». 8Giuseppe riconobbe dunque i fratelli, mentre essi non lo riconobbero. 9Si ricordò allora Giuseppe dei sogni che aveva avuti a loro riguardo e disse loro: «Voi siete spie! Voi siete venuti a vedere i punti scoperti del paese». 10Gli risposero: «No, signore mio; i tuoi servi sono venuti per acquistare viveri. 11Noi siamo tutti figli di un solo uomo. Noi siamo sinceri. I tuoi servi non sono spie!». In questo modo sarete messi alla prova: per la vita del faraone, non uscirete di qui se non quando vi avrà raggiunto il vostro fratello più giovane. 16Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; voi rimarrete prigionieri. Siano così messe alla prova le vostre parole, per sapere se la verità è dalla vostra parte. Se no, per la vita del faraone, voi siete spie!». 17E li tenne in carcere per tre giorni.
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ Ecco l’incontro, dopo quel giorno ormai lontano della vendita di Giuseppe ai mercanti madianiti, tra lui e i suoi fratelli. Giuseppe fa fare a loro l’esperienza dell’amore fraterno e pa-‐terno. Chiede infatti loro di portare il loro fratello minore che era rimasto a casa per timore del padre Giacobbe, affinchè non succedesse un’altra disgra-‐zia come a Giuseppe: per giustificarsi i fratelli avevano detto che era stato sbranato da una bestia feroce. Giuseppe non si vendica ma fa ripensare ai fratelli l’importanza della fraternità e del legame che li univa, che alla fin fine era l’amore del padre Giacobbe per tutti loro. E’ in definitiva l’amore di Dio per noi, il motivo dell’invito all’amore reciproco, all’accoglienza, al perdono e alla non divisione ma alla condivisione e alla comunione tra noi uomini. La grande sfida è “saperci guardare come ci guarda Dio Padre” chiedendo la grazia di “avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil. 2,5).
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag. 20
Giovedì 31 gennaio (san Giovanni Bosco)
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore.
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Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, che in san Giovanni Bosco hai dato alla tua Chiesa un padre e un mae-‐stro dei giovani, suscita anche in noi la stessa fiamma di carità a servizio del-‐la tua gloria per la salvezza dei fratelli. Per il nostro Signore...
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per tutti i giovani e affidiamoli all’intercessione del loro patrono san Giovanni Bosco.
Lettura della Parola di Dio Dal libro della Genesi (45,1-‐8)) Allora Giuseppe non potè più contenersi dinanzi ai circostanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così non restò nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi fratelli. 2 Ma diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone. 3 Giuseppe disse ai fratelli: «Io sono Giuseppe! Vive ancora mio padre?». Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché atterriti dalla sua presenza. 4 Allora Giuseppe disse ai fratelli: «Avvicinatevi a me!». Si avvicinarono e disse loro: «Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l’Egitto. 5 Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. 6 Perché già da due anni vi è la carestia nel paese e ancora per cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura. 7 Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente. 8 Dunque non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio ed Egli mi ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d’Egitto.
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ La conclusione della storia di Giuseppe è la lettura di fede di questa storia. Ancora una volta ci viene an-‐nunciato come “Dio scriva dritto sulle nostre righe storte”: sulle stonature della gelosia dei fratelli, sulla calunnia che ha fatto imprigionare Giuseppe, Dio compone una sinfonia di salvezza e di comunione per Giuseppe e per co-‐loro che lo hanno odiato. Questa è la grandezza e il potere del bene e dell’amore. Chiediamo questa fede, non nell’utilità del male ma nella potenza del bene, che toglie sempre al male l’ultima parola sulla vita di ogni uomo.
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag. 20
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Giovedì 7 febbraio
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo in modo particolare per i consacrati, i religiosi e le religiose che sono segno del radicamento nel vangelo che tutti i battezzati sono chiamati a vivere nel cammino della propria vita.
Lettura della Parola di Dio Dal libro dell’Esodo (1,22-‐2,10) Il faraone diede quest’ordine a tutto il suo popolo: «Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo getterete nel Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia». Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una figlia di Levi. 2La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. 3Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi mise dentro il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. 4La sorella del bambino si pose ad osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto. 5Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Essa vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. 6L’aprì e vide il bambino: ecco, era un fanciullino che piangeva. Ne ebbe compassione e disse: «È un bambino degli Ebrei». 7La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: «Devo andarti a chiamare una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?». 8«Va’», le disse la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. 9La figlia del fa-‐raone le disse: «Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario». La donna prese il bambino e lo allattò. 10Quando il bambino fu cre-‐sciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli divenne un figlio per lei ed ella lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l’ho salvato dalle acque!».
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Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ La storia di Mosè appare sin dall’inizio provvidenziale. Il bimbo destinato a morire viene salvato dalla fi-‐glia di colui che ne aveva ordinato l’uccisione; la madre di Mosè viene addi-‐rittura ricompensata con un salario; il figlio ebreo di un popolo schiavo di-‐venta “come un figlio” per la principessa d’Egitto. Noi siamo salvati dalla no-‐stra schiavitù, veniamo ricompensati oltre misura dall’amore di Dio e siamo realmente figli nel Figlio Gesù. I doni di Dio sono sempre grandi anche se a volte non li riconosciamo o li diamo per scontati, cadendo così da quello stu-‐pore che deve accompagnare la vita cristiana amata a salvata da Dio. Chie-‐diamo a Dio di crescere nella gratitudine che nasce dal riconoscere i Suoi doni.
Preghiera comune o personale (ognuno dedica il tempo che può e che vuole, se possibile però mai meno di dieci minuti!)
Preghiera conclusiva -‐-‐ Padre nostro che sei nei cieli, Tu hai promesso di non lasciarci orfani. Continua ad essere presente in mezzo a noi nella per-‐sona dei tuoi ministri. Sia santificato il tuo nome mediante il ministero dei sacerdoti che, rivestiti del sacerdozio di Cristo, ti facciano conoscere ed amare da tutti i popoli. Venga il tuo regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace, perché tutte le creature, liberate dalla schiavitù della corruzione, possano partecipare alla gloriosa libertà dei tuoi figli.
Giovedì 14 febbraio
(santi Cirillo e Metodio)
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, ricco di misericordia, che nella missione apostolica dei santi fratelli Cirillo e Metodio hai donato ai popoli slavi la luce del vangelo, per la loro comune intercessione fa’ che tutti gli uomini accolgano la tua parola e formi-‐no il tuo popolo santo concorde nel testimoniare la vera fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità del-‐lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per tutti i fidanzati, chiamati a verifi-‐care e a costruire la loro vocazione al matrimonio e alla famiglia.
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Lettura della Parola di Dio Dal libro dell’Esodo (3,1-‐6. 3,9-‐12) Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Ma-‐dian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. 2 L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un rove-‐to. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si con-‐sumava. 3 Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettaco-‐lo: perché il roveto non brucia?». 4 Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Ecco-‐mi!». 5 Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!». 6 E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio. Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. 10 Ora va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». 11 Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal farao-‐ne e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?». 12 Rispose: «Io sarò con te.
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ Dio chiama e quando lo fa, lo fa attraverso un incontro forte con Lui, con il suo mistero, capace di motivare la missione che affida: è la grandezza di Dio che giustifica la grandezza di ciò che ci mostra o che ci indica. Dio ci chiede come Mosè di far esperienza della sua amicizia, di stare alla sua presenza per percepire, come Mosè, ciò che anima il Suo cuore: la passione e la preoccupazione per la libertà, la gioia e la pienezza di vita di ogni uomo. Siamo disposti a “sentire” questa stessa preoccupazione e a condividerla secondo la nostra vocazione?
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag. 27
Giovedì 21 febbraio
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuo-‐re retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore ...
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per tutti coloro che stanno cercando
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la volontà di Dio: questo cammino sia segnato sempre più dalla gioia e dalla speranza e sempre meno dall’agitazione e dalla fatica.
Lettura della Parola di Dio Dal libro dell’Esodo (5,15-‐23) Allora gli scribi degli Israeliti vennero dal faraone a reclamare, dicendo: «Perché tratti così i tuoi servi? 16Paglia non vien data ai tuoi servi, ma i mat-‐toni -‐ ci si dice -‐ fateli! Ed ecco i tuoi servi sono bastonati e la colpa è del tuo popolo!». 17Rispose: «Fannulloni siete, fannulloni! Per questo dite: Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al Signore. 18Ora andate, lavorate! Non vi sarà data paglia, ma voi darete lo stesso numero di mattoni». 19Gli scribi degli Israeliti si videro ridotti a mal partito, quando fu loro detto: «Non diminuirete affatto il numero giornaliero dei mattoni». 20Quando, uscendo dalla presenza del faraone, incontrarono Mosè e Aronne che stava-‐no ad aspettarli, 21dissero loro: «Il Signore proceda contro di voi e giudichi; perché ci avete resi odiosi agli occhi del faraone e agli occhi dei suoi ministri, mettendo loro in mano la spada per ucciderci!». 22Allora Mosè si rivolse al Signore e disse: «Mio Signore, perché hai maltrat-‐tato questo popolo? Perché dunque mi hai inviato? 23Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo e tu non hai per nulla liberato il tuo popolo!».
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ “Tu non hai per nulla libera-‐to il tuo popolo” ecco il lamento di Mosè dopo che il faraone ordinò di toglie-‐re la paglia agli Israeliti senza diminuire il numero di mattoni che erano ob-‐bligati a produrre per l’Egitto. Mosè si sente tradito, non comprende l’azione di Dio, non vede la salvezza che Egli ha promesso. Anche noi siamo a volte davanti al buio dell’azione di Dio che, come si dice, ha i suoi tempi e i suoi avvenimenti. Ma in realtà siamo noi che abbiamo i nostri tempi, i nostri mo-‐menti e le nostre vie di soluzione che facciamo fatica ad abbandonare. Dio ci doni la fede che fa strada libera all’azione del Signore, il quale compie mera-‐viglie al di là di ogni nostra richiesta.
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag. 27
Giovedì 28 febbraio
Introduzione -‐-‐ Mettiamoci alla presenza del Signore: “Gesù siamo qui da-‐vanti a te!” Invochiamo lo Spirito Santo: ci guidi a conoscere il Signore. Chiediamo l’intercessione di Maria: ci insegni ad accogliere il Signore.
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Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e at-‐tuarlo nelle parole e nelle opere. Per il nostro Signore ...
Intenzione particolare -‐-‐ Preghiamo per tutti gli anziani, affinchè nella lo-‐ro vita più fragile e forse rallentata o dall’età o dalla malattia, si sentano sempre chiamati a seguire Gesù nella fede, nella preghiera e nell’amore che sanno dare ai più giovani.
Lettura della Parola di Dio Dal libro dell’Esodo (14,15-‐31) Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di ri-‐prendere il cammino. 16Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. 17Ecco io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. 18Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia glo-‐ria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri». 19L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indie-‐tro. 20Venne così a trovarsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. Ora la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illumina-‐va la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte. 21Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore, durante tutta la notte, ri-‐sospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. 22Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. 23Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare. 24Ma alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di nube gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. 25 Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!». 26Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino su-‐gli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». 27Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo li-‐vello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Si-‐
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gnore li travolse così in mezzo al mare. 28Le acque ritornarono e sommerse-‐ro i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel ma-‐re dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. 29Invece gli Israeliti aveva-‐no camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. 30In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; 31Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mosè.
Spunti per la meditazione e la preghiera -‐-‐ Siamo qui all’apice della sto-‐ria di Mosè che è poi l’apice dell’esperienza salvifica di Israele: la Pasqua. Mentre siamo alle soglie del cammino quaresimale, teniamo bene in mente che camminiamo non per presentarci più bravi o più meritevoli dell’amore di Dio, ma camminiamo per ricevere un dono gratuito ed immenso: la santi-‐tà. questa infatti, prima di essere presunzione di merito e di bravura perso-‐nale, è crescita nella gratitudine che diviene a sua volta richiesta di grazia e risposta d’amore al Dio-‐Amore. Egli ci libera in Gesù dal peccato, dalla morte e da ogni tristezza.
Preghiera comune o personale Preghiera conclusiva: pag. 27
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