Post on 22-Nov-2014
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Le tendenze nella green economy Valentina Durante
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
4. GREEN RE-THINKING
5. EFFICENZA ENERGETICA
6. GREEN DRIVING
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
8. LOW IMPACT PACKAGING
9. GREEN FOOD
10. TOXIC FREE
Appare logico pensare che durante un periodo di
recessione – dominato da un aumento del tasso di
disoccupazione e dalla contrazione dei salari – i
consumatori ripieghino su acquisti basici: prodotti ben
conosciuti e dal costo contenuto.
Questo costituirebbe un problema per molti prodotti
green, con i loro marchi spesso mai sentiti e con i loro prezzi
mediamente più elevati
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
Tuttavia da numerose ricerche di mercato effettuate nell’ultimo anno emerge un consumatore
parecchio incline agli acquisti di prodotti verdi, purchè questi
rispettino delle precise caratteristiche.
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
Cosa chiedono dunque i consumatori?
Innanzitutto dei prodotti verdi che offrano dei benefici
personali, non solo delle ricadute positive per l’ambiente
(da sole queste non sono sufficienti).
C’è dunque un crescente interesse per tutti quei prodotti e servizi che aiutano a tagliare
le spese energetiche.
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
Ma non va trascurato l’effetto rebound: alcune ricerche
mostrano come i consumatori sprechino dal 5 al 12% del
potenziale risparmio energetico proveniente dalle lampadine a
basso consumo poichè le lasciano accese più a lungo
(tanto consumano meno no?).
Anche un sistema di riscaldamento più efficiente
spinge ad alzare i termostati, facendo andare in fumo dal 10 al 30% del risparmio previsto.
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
Questo significa che anche la comunicazione di brand di
prodotti ecofriendly non deve più limitarsi al solo aspetto
ambientale.
I consumatori vogliono prodotti che non siano solo “verdi” ma
anche migliori – perchè offrono un qualche vantaggio
personale, perchè fanno risparmiare, perchè hanno
prestazioni elevate, perchè sono più salutari o
semplicemente perchè sono esteticamente accattivanti.
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
Per “TRASPARENZA RADICALE” si intende un ciclo
virtuoso che si sviluppa quando delle informazioni dettagliate a proposito di aziende, prodotti o
ingredienti diventano istantaneamente e
diffusamente disponibili ai consumatori, rendendoli così in
grado di fare scelte più consapevoli e di dirottare quindi
il mercato verso prodotti meno dannosi e più sostenibili.
TRASPARENZA RADICALE
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
La trasparenza radicale assume forme diverse.
La prima ha origine dal boom del social networking e si concretizza in una nuova
generazione di blog, widget, siti web e applicazioni.
Esempi sono GoodGuide.com e HealthyStuff.org, assieme
alle lore app per cellulare, che permettono ai consumatori di
confrontare l’impatto ambientale e sulla salute di
svariati prodotti e marchi.
TRASPARENZA RADICALE
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
La seconda si concretizza nella quantità di informazioni
dettagliate a proposito di aziende e prodotti che vengono rese disponibili da enti noprofit
come l’Interfaith Center on Corporate Responsibility e
Climate Counts: entrambi indicizzano le aziende
relativamente al loro impegno e ai risultati ottenuti sul fronte
della lotta al cambiamento climatico.
TRASPARENZA RADICALE
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
La terza proviene dai media mainstream, come Newsweek
ad esempio.
Ma non solo: le stesse aziende decidono di uscire allo scoperto, in alcuni casi
volontariamente, in altri in seguito a pressioni da parte di
gruppi di attivisti.
Lo scorso anno Apple, Clorox e SC Johnson hanno
acconsentito a pubblicare la lista completa degli
ingredienti/componenti dei loro prodotti.
TRASPARENZA RADICALE
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
L’evoluzione della green economy è costellata da una
quantità considerevole di innovazioni spesso non sempre così plateali e visibili/percepite
dai consumatori.
Le lattine di alluminio, ad esempio, contengono circa un
terzo di alluminio in meno rispetto a quelle di una decina
d’anni fa, ma di certo la maggior parte dei consumatori
non se n’è mai accorta.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Tradizionalmente queste eco-innovazioni sono risultati
conseguiti da singole aziende.
Ma negli ultimi 2-3 anni sono nati numerosi consorzi o gruppi
che si propongono di condividere e diffondere
soluzioni ed innovazioni.
Uno di questi è l’Eco Patent Commons lanciato nel 2008 da
IBM, Nokia, Pitney Bowes e Sony, con la regia del World
Business Council for Sustainable Developments
(WBCSD).
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Questo gruppo si propone di rendere di pubblico dominio e
liberamente utilizzabili una serie di brevetti utili per ridurre
l’impatto ambientale di processi e prodotti.
Nel sito del WBCSD è disponibile un database dove sono raccolte le informazioni riguardanti al momento più di
100 tecnologie.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Questa apertura alla collaborazione, oltre a dimostrare un diverso
approccio culturale delle aziende al green business, può
essere particolarmente importante per le piccole e
medie imprese, generalmente restie a sviluppare progetti
innovativi di eco design per gli investimenti necessari e i ritorni
difficili da calcolare.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Altro gruppo è GreenXchange, fondato con l’obiettivo di
consentire alle aziende di condividere la proprietà
intellettuale per il design, il packaging e la manifattura di
prodotti verdi.
L’iniziativa viene da realtà come Nike e Best Buy e il
gruppo ha stabilito una partnership con Creative
Commons, un'organizzazione non profit dedicata
all'espansione della portata delle opere di creatività offerte
alla condivisione e all'utilizzo pubblici.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
L’ Environmental Defense Fund ha fondato invece Innovation Exchange per incoraggiare le
imprese a condividere best practices collegate a risparmio energetico, idrico e numerose
altre problematiche.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Tutte queste iniziative utilizzano modelli differenti, ma
con un unico scopo: stimolare e accelerare l’innovazione verde
e offrire un nuovo modello di condivisione – la
consapevolezza che ciò che ha funzionato in un settore
potrebbe essere applicato, con modalità del tutto differenti,
anche in un altro.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
3. PROGETTARE CON CRITERI
ECOATTIVI
Vivere e produrre a impatto zero non è più sufficiente: è
necessario che i nuovi edifici si facciano carico anche della
produzione di energia e della riduzione del tasso di
inquinamento dell’ambiente.
Questo significa progettare con criteri ecoattivi: utilizzare
tecniche e materiali non solo ecosostenibili ma anche in
grado di giovare all’ambiente.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il Solar Drop Anti-Smog di Vincent Callebaut è un nuovo complesso museale realizzato
a Parigi.
Mentre il grande impianto fotovoltaico produce energia
elettrica, il rivestimento in biossido di titanio lavora con
le radiazioni ultraviolette facendole interagire con le
particelle d'aria e abbattendo così alcune sostanze inquinanti
e contaminanti.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il Pearl River Tower in costruzione a Guangzhou è
stato definito uno degli edifici più ecologicamente sostenibili
al mondo.
La progettazione è dello studio Skidmore, Owings & Merrill.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il Cor Building (Oppenheim Architecture + Design) in
costruzione a Miami è rivestito di una seconda pelle a maxi-
oblò che ripara dal freddo durante l’inverno, scherma
l’eccesso di calore in estate e include una corona di pale
eoliche per la gestione carbon-free dell’edificio.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
La Hearst Tower (Foster & Partners) a Manhattan è il
primo grattacielo verde di New York.
È stato progettato per un consumo energetico inferiore
del 25% rispetto agli standard della città.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
La Phare Tower (Thom Mayne) verrà costruita a Parigi
è sarà ultimata entro il 2014.
Sarà un “edificio verde” con una centrale eolica che
provvederà al riscaldamento e una “doppia pelle” in acciaio e
vetro che innescherà un meccanismo di auto-
raffreddamento nei mesi più caldi.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
In costruzione a Dubai, la Rotating Tower di David
Fisher è un grattacielo in cui ogni piano è indipendente da
quelli inferiori e superiori ed è in grado di ruotare su se stesso.
Inoltre sarà in grado di provvedere non solo al proprio
fabbisogno energetico, ma anche a quello degli edifici
vicini grazie all’installazione di 48 turbine eoliche e di celle fotovoltaiche sui tetti di ogni
piano
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
L’architetto Vahan Misakyan ha progettato per la città di
Yerevan, in Armenia, un “grattacielo in evoluzione”: è un
gruppo di tre torri geodetiche assemblate insieme mediante
ponti.
Una serie di dispositivi controllano la quantità e l’incidenza della luce in
ingresso per ridurre al minimo gli sprechi. Inoltre una facciata
fotovoltaica e un insieme di turbine eoliche provvedono al
fabbisogno energetico dell’intero complesso.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il masterplan per Zira Island di studio Big è un complesso
residenziale da un milione di metri quadrati, pensato come
un habitat energeticamente autonomo che sfrutta
geotermia, vento e raggi solari.
Sorgerà sul mar Caspio, poco lontano dalla capitale Baku.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
E continua anche il trend dei progetti finalizzati a catturare e
utilizzare l’energia cinetica prodotta dal movimento umano.
Dopo il Temple Nightclub e il Watt di Rotterdam è stato
aperto un eco-nighclub anche a Londra. La pista da ballo è in
grado di produrre il 60% dell’energia necessaria
all’edificio.
L’iniziativa è dell’associazione Club4Climate.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Lo stesso principio è alla base di River Gym.
Si tratta di una barca-palestra che viaggia avanti e indietro per
l’Hudson e l’East River di New York.
L’alimentazione è fornita dall’energia cinetica catturata
dalle apparecchiature per gli esercizi.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
A Parigi un edificio residenziale a basso impatto viene
alimentato grazie all’energia raccolta dai cittadini che
transitano nella stazione della metro sottostante.
Ogni passeggero rilascia infatti circa 100 vatt sotto forma di
calore disperso ogni volta che entra e aspetta che arrivi il
treno.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Un garage sotterraneo che si autoalimenta sfruttando
l’energia prodotta dalle raffiche di vento che soffiano a
Chicago.
CRITERI ECOATTIVI > architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Noon Solar è un’azienda di Chicago che produce borse
dotate di pannelli solari in grado di ricaricare cellulari e
mp3 player.
CRITERI ECOATTIVI > fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Solar Power Necktie: realizzata dai ricercatori della Iowa State University con un sottile film fotovoltaico.
CRITERI ECOATTIVI > fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Sakku Solar Bag è una borsa dotata di pannelli fotovoltaici
e realizzata con vele da barca riciclate.
CRITERI ECOATTIVI > fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il prof. Ville Kaajakari della Louisiana Tech University ha
sviluppato una tecnologia che raccoglie l’energia
sviluppata camminando grazie a un piccolo
generatore inserito nella suola di una scarpa.
Questa può essere utilizzata per ricaricare delle batterie o
alimentare device elettronici.
CRITERI ECOATTIVI > fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Power Wellies, degli stivali che trasformano il calore sviluppato dai piedi
camminando in energia elettrica utile per ricaricare –
ad esempio – il cellulare.
CRITERI ECOATTIVI > fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Ideato dagli studenti di Harvard, sOccket è un pallone da calcio che immagazzina
energia.
E’ pensato per i bambini che vivono in aree disagiate:
l’energia raccolta quando giocano a calcio viene poi utilizzata per alimentare la
lampada con cui fanno i compiti alla sera.
CRITERI ECOATTIVI > fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Ogni anno vengono gettate 51mila tonnellate di batterie
scariche di telefoni cellulari.
Patrick Hyland sta lavorando a un cellulare (Nokia E-Cu) che
– grazie alla cover in rame che trasmette calore a un
termogeneratore interno – si ricarica mettendolo su un termosifone o tenendolo
nella tasca dei pantaloni.
CRITERI ECOATTIVI > fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Ecooler di Mey Kahn e Boaz Kahn, due designer
israeliani, offre un’alternativa al condizionamento e
raffreddamento di ambienti interni, solitamente ad
elevato consumo di energia elettrica. Ecooler, che utilizza l’acqua fredda come sistema
refrigerante, si ispira alla tradizione architettonica
mediorientale.
E’ il terzo classificato al concorso iida awards 2010 organizzato
da designboom.
CRITERI ECOATTIVI > fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
4. GREEN RE-THINKING
Ripensare gli spazi urbani in chiave ecofriendly o nell’ottica
di favorire una maggiore integrazione fra città e natura.
Shinjuku Gardens, a Tokyo, è un parcheggio le cui pareti in
tradizionale cemento pieno sono sostituite da una serie di
balaustre che fungono da base per la crescita di erba.
Gli spazi interni sono decorati dagli street artist locali.
RIPENSARE GLI SPAZI URBANI
4. GREEN RE-THINKING
Il progetto dello studio di Boston Choi + Shine Architects
per il governo islandese…
4. GREEN RE-THINKING
RIPENSARE GLI SPAZI URBANI
Moksha Tower, un progetto per la città di Mumbai, è un
cimitero verticale che ottimizza lo spazio urbano e soddisfa le
necessità degli abitanti di culto cristiano, islamico, hindu e
parsi.
Inoltre garantisce la presenza di un’area verde che aiuta a
contenere la produzione di Co2.
4. GREEN RE-THINKING
RIPENSARE GLI SPAZI URBANI
Edifici che si fondono con l’ambiente circostante, quasi
mimetizzandosi in esso.
Esempi:
I tetti verdi del Lycee Jean Moulin a Revin (Off
Architecture).
ARCHITETTURA MIMETICA
4. GREEN RE-THINKING
La School of Art, Design & Media nel campus Nanyang
Technological University, Singapore.
ARCHITETTURA MIMETICA
4. GREEN RE-THINKING
La New Norwegian National Opera and Ballet a Oslo
(Snøhetta), a forma di iceberg.
ARCHITETTURA MIMETICA
4. GREEN RE-THINKING
5. EFFICENZA ENERGETICA
Quello dell’efficienza energetica è un tema sempre
più rilevante per le aziende. Alcune delle opportunità più
interessanti riguardano ottimizzazioni e
implementazioni basiche – illuminazione, riscaldamento,
climatizzazione…
Coca-Cola ad esempio è riuscita a tagliare il suo
consumo di elettricità di 5.6 milioni di kilowattora
semplicemente razionalizzando il suo sistema di illuminazione.
5. EFFICENZA ENERGETICA
ENERGY MANAGEMENT
Gestire il risparmio energetico è diventato sempre più semplice,
grazie all’utilizzo di nuovi software e tecnologie di energy
management che consentono alle aziende di ottenere
informazioni in tempo reale sul loro consumo e/o di
razionalizzarlo.
5. EFFICENZA ENERGETICA
ENERGY MANAGEMENT
Engenuity Systems, ad esempio, sta aiutando
McDonald’s a risparmiare il 13,6% di ciò che viene speso ogni anno per illuminazione,
riscaldamento, condizionamento e cottura (si
tratta di 1,5 mld di dollari).
Sono stati insallate delle apparecchiature che spengono
le luci a certe ore del giorno e che monitorano e controllano
costantemente la temperatura ambientale regolando il
riscaldamento/condizionamento di conseguenza.
5. EFFICENZA ENERGETICA
ENERGY MANAGEMENT
L’IT ha certo un impatto non trascurabile sull’ambiente – 2%
delle emissioni totali di gas serra, 3% nel 2020 – ma è altresì fonte inesauribile di
soluzioni atte a rendere aziende e privati più
energeticamente efficienti.
Un caso è quello della sostituzione di attività ad alto
impatto energetico con surrogati hi-tech più
ecocompatibili.
GREEN IT
5. EFFICENZA ENERGETICA
Esempi sono l’utilizzo della telepresenza e dei meeting
virtuali per sostituire i tradizionali viaggi di lavoro, o il
telelavoro al posto della presenza costante dei
dipendenti in ufficio.
Applicazioni come GoToMeeting e GoToWebinar
stanno diventando ormai una realtà consolidata a livello
internazionale.
5. EFFICENZA ENERGETICA
GREEN IT
Benchè tutti siamo ormai consapevoli dell’importanza di
adottare comportamenti ecosostenibili, c’è ancora molta
confusione circa l’impatto che le nostre azioni quotidiane
hanno sulla produzione di CO2 e sullo spreco di energia
Ecco perchè una delle tendenze attualmente più
promettenti nella green economy è quello dei
apparecchiature, software e applicazioni che aiutano a monitorare il consumo di
energia di privati e aziende.
DATA VISUALIZATION
5. EFFICENZA ENERGETICA
Consumo personale
Sono svariati i siti web dotati di calcolatori che permettono di misurare la propria impronta
energetica individuale.
Un esempio lo si trova su Nature.org.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Toyota è stata la prima a dimostrare come la
visulizzazione dei consumi – presente nella sua Prius –
condizionasse in modo positivo il comportamento del guidatore
nell’ottica di una maggiore ecosostenibilità.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Con il suo SmartGuage Ford trasforma la guida intelligente in
un videogame (maggiore efficienza = punteggio più
elevato).
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Consumo domestico
Google PowerMeter tiene il conto del consumo di elettricità
giornaliero, settimanale e mensile, e dà anche consigli su
come fare per ridurre il nostro utilizzo di energia.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Wattson rappresenta l’energia consumata in valuta corrente
(euro, dollari, sterline o yen) ed enfatizza il tutto attraverso
variazioni cromatiche.
Home Joule invia le informazioni relative all’impatto
economico acquisendole direttamente dall’azienda
fornitrice.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Shower Time by Efergy rileva la quantità d’acqua consumata
quando si fa la doccia.
Si imposta la quantità massima d’acqua che si intende
utilizzare e quando questo limite viene raggiunto si viene
avvisati con un segnale acustico.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Tendril Vision monitora i consumi energetici domestici e li confronta con quelli dei vicini
di casa.
Aiuta anche a sfruttare le tariffe migliori a seconda dei momenti
della giornata.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Tio è un prodotto che si propone di sensibilizzare i
bambini sull’importanza del rispramio energetico.
Il fantasmino cambia colore (da verde a rosso) ed espressione
(da contento ad arrabbiato) quando la luce viene lasciata
accesa troppo a lungo.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Power Aware di Static! è un cavo che rende visibile il
consumo di energia: è blu appena la luce viene accesa e
diventa sempre più chiaro con il passare delle ore.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Conserve Insight di Belkin mostra il reale impatto energetico di svariate
apparecchiature domestiche (è sufficiente attaccare la spina
nel rilevatore).
Viene presentato un rendiconto del consumo annuo in termini di watt consumati, denaro speso e
produzione di CO2.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Non solo tecnologia…
Stop The Water While Using Me è una linea di prodotti per l’igiene personale che invita a
chiudere il rubinetto dell’acqua quando ci si sta insaponando o
lavando i denti.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Water Displacement di Rochus Jacob è un set di pietre per
vasca che riducono lo spreco di acqua quando si fa il bagno.
E’ uno dei progetti selezionati al concorso iida awards 2010 organizzato da designboom.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Consumo aziendale
Tririga ha lanciato un software che aiuta le grandi
organizzazioni a gestire e ridurre la loro emissione di gas
serra.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Hara Software propone un’applicazione corporate che
consente alle aziende di monitorare il proprio uso di
risorse energetiche a livello di sistema, offrendo poi delle
indicazioni per ridurre il consumo.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Webcor Builders e Climate Earth hanno sviluppato in
partnership un database delle emissioni di gas serra
caratteristiche di ogni materiale da costruzione per aiutare a
progettare edifici con il minor impatto ambientale.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
6. GREEN DRIVING
Se a causa della crisi i consumatori si sono tenuti
distanti dagli autosaloni, un segnale positivo e orientato alla
sostenibiltà è arrivato – perlomeno negli USA - dal
mondo corporate e istituzionale.
Quella delle flotte verdi è infatti una realtà in crescita, come si può constatare da una serie di
esempi.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Negli Stati Uniti sei grandi società hanno accettato di
utilizzare i nuovi veicoli Smith Newton, i più grandi camion
elettrici del mondo: si tratta di Pacific Gas and Electric, Coca-
Cola, Staples, Frito-Lay, AT & T e Kansas City Power & Light.
AT & T distribuirà 15.000 veicoli a combustibile
alternativo alle sue filiali entro il 2019.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Coca-Cola invece si prefigge di ridurre le proprie emissioni
globali del 15% entro il 2020.
Nel lungo termine, un partenariato con Smith
potrebbe diventare molto redditizio. La Smith Electric
Vehicles abbatte anche i costi di consumo, con un costo
medio di 8 centesimi/miglia, rispetto ai 40 centesimi/miglia
per il diesel. La società si aspetta che il ciclo di vita dei
costi dei veicoli elettrici scenda al di sotto dei veicoli tradizionali
entro il 2011.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Il mercato dei veicoli elettrici è probabilmente il campo del futuro. Se oggi i costi sono
quasi competitivi, nei prossimi anni lo saranno molto di più,
visti i finanziamenti (si parla di 2 miliardi di dollari) che
arriveranno per la ricerca dei veicoli batteria dal Governo
americano, il che fa presupporre una diminuzione
dei prezzi in maniera significativa nei prossimi due
anni.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Già da tempo UPS sta investendo
nell’ammodernamento della sua flotta di veicoli in chiave verde. Attualmente l’azienda
utilizza nel mondo circa 2.200 veicoli ecologici, alimentati a
gas naturale, Gpl, ibridi o elettrici.
In Italia la flotta è composta in tutto da 1.300 mezzi, dei quali i Free Duck (mini-flotta di veicoli
elettrici-ibridi, forniti da Ducati Energia) costituiscono i primi a
emissioni zero.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
E non si tratta solo di scegliere il veicolo più sostenibile: anche il modo in cui si guida può fare
la differenza
A esempio, PHH Arval, una delle più grandi realtà
statunitensi di noleggio di flotte aziendali, ha lanciato il
programma a GreenFleet che unisce alla scelta del veicolo
anche una fase di training del guidatore e una manutenzione
accurata del mezzo. Questo consente di tagliare i costi del
7% annuo.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Sul fronte consumer la diffusione di veicoli ibridi è
ancora limitata. Si cerca dunque di puntare du
comportamenti alternativi di risparmio.
NuRide ricompensa con premi gli automobilisti che riducono
l’uso della propria auto (andando a piedi, in autobus, in
metropolitana o in bicicletta) o che lo razionalizzano di
concerto con altri che fanno lo stesso percorso (car pooling).
NuRide
6. GREEN DRIVING
I premi, forniti dalle aziende sponsor di NuRide, consistono
in buoni da spendere in prodotti e biglietti per eventi e
spettacoli.
Si calcola che un utente regolare di NuRide arrivi a
“guadagnare” circa 350 $ in un anno.
Dal canto loro, gli sponsor ricevono (oltre alla visibilità)
informazioni sulle abitudini degli utenti iscritti. Questi infatti
sono chiamati ad inserire sul sito le informazioni circa le loro
abitudini “verdi”.
NuRide
6. GREEN DRIVING
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
Abteil realizza accessori con borse dell’acqua calda utilizzate
dall’esercito tedesco.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Softwalker ritira i vecchi jeans e li riconsegna al consumatore sotto
forma di sandali.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Nike ha cavalcato il trend con il modello Trash Talk, prodotto
utilizzando gli scarti delle lavorazioni.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Reaburn Design, una collezione realizzata utilizzando paracaduti
e altri tessuti militari riciclati.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Acorn Studios trasforma scarti dell’industria elettronica e
informatica in gioielli e accessori per geek eco-friendly.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Ornj Bag, borse realizzate con recinzioni in plastica per cantieri
abbandonate.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Branch, una linea di borse realizzate con palloni da calcio
riciclati.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
WiTHiNTENT recupera le migliaia di tende abbandonate
dai ravers che partecipano agli svariati festival musicali che si
tengono ogni anno in Inghilterra.
Con questi realizza impermeabili e altri accessori, sempre
destinati al mercato dei festival.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Fullcolourform Ball è una lampada a sospensione
realizzata dal designer sudafricano Heath Nash con bottiglie di plastica riciclate.
Nash ha coinvolto la comunità locale nella raccolta e selezione
dei materiali di scarto da utilizzare.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
From Somewhere, brand inglese di abbigliamento
ecosostenibile ricavato da scarti industriali, ha realizzato
quest’abito utilizzando parti del costume Speedo LZR Racer,
bandito recentemente dalle competizioni agonistiche (come
tutti gli altri modelli di costumi full-body).
La decisione della FINA aveva lasciato Speedo con uno stock di
pezzi da smaltire.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
La designer francese Katell Gélébart con il suo progetto art
d'eco vuole sottolineare le potenzialità del riciclaggio come
forma di impegno sociale.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
8. LOW IMPACT PACKAGING
Il packaging è uno di quegli aspetti su cui decisamente si
può lavorare per ridurre l’impatto ambientale dei
prodotti.
Le azioni in questo campo vanno dall’utilizzo di materiali
più ecocompatibili, alla riduzione degli imballaggi sia
come peso che come ingombro alla riconcettualizzazione delle
confezioni.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Coca-Cola ha sviluppato una nuova bottiglia in plastica fatta con materiali derivanti in parte
da prodotti vegetali.
La PlantBottle utilizza infatti un 30% di bioetanolo ricavato da
canna da zucchero e melassa.
La nuova bottiglia sarebbe così completamente riciclabile nei normali impianti PET, senza rischi di contaminazione, ma offrirebbe una riduzione del
25% delle emissioni di CO2 in atmosfera, grazie alla natura in
parte vegetale delle materie prime.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Amazon ha lanciato il brand AmazonBasics associato a
prodotti spediti in quello che viene chiamato Frustration-Free Packaging: confezioni
minimali, facili da aprire e riciclabili.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Kraft Foods UK ha introdotto delle confezioni in plastica per il
suo caffè Kenco che sono il 97% più leggere delle
precedenti in vetro e richiedono l’81% di energia in meno per
essere fabbricate.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
HP utilizza come packaging per i suoi laptop una messenger bag
che:
a) consente di ridurre gli scarti del 97%;
b) permette di spedire più pezzi per carico;
c) diventa uno strumento di marketing virale poiché viene
utilizzata ed esibita dal consumatore.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Nel packaging delle Newton Running la scatola è in cartone per le uova riciclato. All’interno
delle scarpe, al posto della carta velina, ci sono un paio di calzini
e il sacchetto per contenerle.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
E i vantaggi non sono solo per le aziende…
Il packaging ecofriendly introdotto da Sprint consentirà
all’azienda di telecomunicazioni di risparmiare ogni anno circa
2,1 milioni di dollari, evitando di produrre 647 tonnellate di rifiuti.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Sviluppata da Planet People, la linea di prodotti per la casa iQ
utilizza cartucce che contengono un detergente comcentrato a
base di piante.
E’ sufficiente inserire la cartuccia in una bottiglia a spruzzo da
riempire con acqua del rubinetto.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
9. GREEN FOOD
La sostenibilità della catena produttiva dell’industria
agroalimentare non ha mai catalizzato più di tanto
l’interesse dei consumatori, più inclini a soffermarsi su aspetti
quali l’utilizzo di pesticidi (di qui il boom del biologico), le frodi
alimentari o la spinosa questione degli OGM.
Ma, anche qui, non sono mancate forti prese di posizione
da parte degli attivisti, fattore che contribuisce a
sensibilizzare l’opinione pubblica e a spingere le
aziende al cambiamento.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Così anche in questo settore le aziende stanno lavorando per
eliminare sprechi e inefficienze e per contenere la produzione
di CO2.
Un trend in crescita negli ultimi anni è quello della
rilocalizzazione dell’agricoltura, con un’enfasi sulle coltivazioni locali e – su scala minore – sul
giardinaggio urbano.
Termini come km 0, mercati agricoli e locavore sono ormai
entrati nel linguaggio comune. E ormai si parla di iper-
locale…
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Molte città iniziano a considerare l’oppurtunità di recuperare gli spazi urbani
dismessi e inutilizzati per riconvertirli all’agricoltura.
E i centri a grande densità abitativa che possono contare
su pochi spazi verdi stanno puntando su tetti e terrazze per
orti, alveari e piccoli allevamenti che riforniscono ristoranti e mercati cittadini.
Quello degli orti cittadini è un trend in crescita ormai da più di
qualche anno…
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Not Far from the Tree (Toronto) è un’associazione di volontari che raccolgono i frutti dagli alberi di tutti coloro che –
per mancanza di tempo o voglia – finirebbero per lasciarli
marcire.
Un terzo del raccolto va al proprietario, un terzo ai
volontari che hanno eseguito il lavoro e un terzo ad
associazioni locali che prestano aiuto a persone bisognose.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Il negozio di alimentari britannico Thornton's Budgens, ubicato a Londra, ha lanciato il
progetto Food from the Sky, che prevede la costruzione di
un orto-frutteto biologico sul tetto del suo locale. La costruzione dell’orto è
realizzata con l’appoggio del Positive Earth Project,
un’associazione londinese che promuove la produzione di
frutta e verdura prodotta localmente per la
commercializzazione.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Otarian è la prima catena di ristoranti a basso impatto
ambientale.
L’arredo è interamente realizzato in materiali riciclati,
l’energia utilizzata proviene da fonti alternative e sul menu
(rigorosamente vegetariano) è stampato il quantitativo di CO2
associato ad ogni pietanza.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Sharing Backyards è un sito che mette in contatto coloro
che possiedono dei fazzoletti di terra ma non sono interessati a
coltivarli con persone che invece hanno il pollice verde
ma non gli spazi per dare sfogo alla propria passione.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Nato da una provocazione di Dickson Despommier, il
concetto dello skyfarming o vertical farming sta prendendo
sempre più piede in America, sollecitando la fantasia di architetti, ingegneri edili e
ambientalisti.
Lo skyfarming è un nuovo modo di concepire l’agricoltura
e l’allevamento, che prevede l’inserimento di edifici o
grattacieli all’interno delle città, i quali garantirebbero
l’approvvigionamento di generi alimentari localmente, con il minimo impatto ambientale.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Sono numerosi i centri urbani che hanno dimostrato interesse
per questo progetto: Toronto, Seattle, New York (è stato
calcolato che basterebbero 160 di questi edifici per garantire
l’approvvigionamento di tutta la Grande Mela), Los Angeles,
Las Vegas, Shangai, Abu Dabi e altri ancora.
Al momento è stata sperimentata in piccoli edifici in
Arizona e in California, cavalcando l’onda della crisi
immobiliare negli USA.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Spiral Garden System di Benet e Saida Dalmau, Anna Julibert e Carmen Vilar è un progetto di urban gardening che incoraggia l’interazione sociale fra i cittadini e funge
anche da posteggio collettivo per le biciclette.
E’ il secondo classificato al concorso iida awards 2010
organizzato da designboom.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Growingcity è un centro di ricerca e sviluppo americano
che si focalizza sulle potenzialità dell’agricoltura
urbana
Nell’immagine un progetto di edificio residenziale che integra
spazi condivisi per il giardinaggio e alloggi a prezzi
popolari. L’idea è quella di incoraggiare la connettività
sociale attraverso l’uso funzionale di spazi solitamente
inutilizzati come il tetto.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Dalla coltivazione urbana a quella indoor domestica.
Arthur Kemp e François Hurtaud hanno sviluppato il concept per una futuristica
mini-serra casalinga.
I semi sono contenuti in una capsula che viene inserita nel
canale di crescita. Una volta che il frutto è maturo cade nella
zona sottostante dove viene mantenuto a temperatura
ottimale di conservazione.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
10. TOXIC FREE
Sempre più spesso si evitano certi prodotti per la paura di
sostanze e ingredienti percepiti come poco sicuri.
I consumatori sono sempre meno tolleranti nei confronti di
ciò che percepiscono come dannoso per la propria salute (e
questa scarsa tolleranza si estende alle aziende produttrici).
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Il consumatore, a differenza di un tempo, ha a disposizione
database online (si veda il concetto di trasparenza radicale)
come Skin Deep, sviluppato dall’Environmental Working
Group, che analizza gli INCI di oltre 41mila prodotti segnalando
sicurezza e tossicità dei componenti.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
I consumatori sono sempre più attenti al modo in cui i prodotti
sono stati realizzati: trasparenza e tracciabilità dei materiali e del
ciclo produttivo sono un asset fondamentale.
Rassicurare il consumatore è diventato uno dei driver principali
nella costruzione del proprio brand.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Un esempio è il boom dei cosmetici naturali che sta
caratterizzando i Paesi Asiatici: questo non sembra essere
legato tanto a motivazioni di ecosostenibilità quando al
crescente sospetto che aleggia fra i consumatori in relazione agli
ingredienti di origine sintetica.
Ha contribuito una serie di recenti scandali, dalla linea
taiwanese di cosmetici contenente clindamicina al talco
per bambini NUK contenente asbesto.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Questo picco nell’attenzione dei consumatori è anche legato
agli scandali scoppiati negli ultimi anni riguardanti sostanze tossiche rinvenute in una serie
di prodotti, dai giocattoli alle bottiglie d’acqua, realizzati in
Cina e in altri Paesi sedi di delocalizzazione produttiva.
L’attenzione riservata dai media a questi eventi ha spinto governi e associazioni di
consumatori ad esercitare maggiori pressioni sulle
aziende.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Anche i retailer sono sempre più sensibili al problema.
Walmart ha lanciato il GreenWERCS Chemical
Screening Tool per analizzare a valutare l’impatto ambientale
delle sostanze chimiche presenti nei prodotti (quanto
permangono nell’ambiente, se contaminano esseri viventi, se
sono correlati a un aumento del rischio di cancro, mutazioni
genetiche o disordini riproduttivi...)
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Nel 2009 la Johnson & Johnson ha dovuto soddisfare
la richiesta proveniente da un gruppo di organizzazioni di rimuovere due componenti
presenti nei suoi prodotti (shampoo per bambini e altri)
poichè potenzialmente cancerogeni.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Gli attivisti di Greenpeace hanno condotto un’azione di
teatro-guerrilla nella sede centrale della Hewlett-
Packard, scalando l’edificio e scrivendo “Prodotti nocivi” sul
tetto.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Sia Canada che Stati Uniti hanno bandito l’uso di ftalati nei
prodotti per bambini.
Chicago è diventata la prima città statunitense a bandire il
bisfenolo A.
Prese di posizione come queste hanno stimolato un atteggiamento proattivo in
diverse aziende, che stanno dunque apportando modifiche
ai propri prodotti anche anticipando eventuali prese di
posizione da parte delle amministrazioni.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Sony Ericsson, ad esempio, ha dichiarato che i suoi prodotti
dalla fine del 2009 sono al 99,9% privi di ritardanti di
fiamma brominati e al 100% privi di polivinil-cloride.
Nike, HP e SC Johnson hanno lavorato a lungo per eliminare i
materiali tossici dai loro prodotti.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
www.valentinadurante.com