Post on 02-Apr-2020
Microclima
L’insieme dei fattori fisici ambientali che caratterizzano l’ambiente di lavoro (non necessariamente confinato) e che, assieme ai parametri individuali quali l’attività metabolica e l’abbigliamento, determinano gli scambi termici tra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano.
Corso di Formazione Specifica Lezione3 Liceo Scien4fico “G. Ferraris” Varese Docente: Prof. Luca Sessa
Microclima • La valutazione delle condizioni microclimatiche negli ambienti di lavoro si basa sul
concetto di confort climatico o benessere termico.
• Il benessere temico è definito dall’insieme di due fattori: fattori oggettivi o fattori fisici ambientali = temperatura, umidità e velocità dell’aria fattori soggettivi o parametri individuali = metabolismo individuale abbigliamento carico di lavoro
• benessere termico: quello stato della mente che esprime la soddisfazione verso l’ambiente
termico (ISO 7730); è rappresentato da quelle condizioni in cui l’organismo riesce a mantenere l’equilibrio termico (omeotermia) senza l’intervento del sistema di termoregolazione propria
Da Gestione del Sistema Sicurezza e Cultura della Prevenzione nella Scuola Inail-Miur Ed. 2013
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Microclima Gli ambienti di lavoro : Ambienti moderati: lievi variazioni dei parametri microclimatici;
il sistema di termoregolazione del corpo umano è in grado di reagire efficacemente
Ambienti severi: si passa da una situazione di comfor ad una di discomfort Valori ottimali in assenza di irraggiamento e per individui che compiono lavori sedentari e sono vestiti adeguatamente (da Potenziamento della cultura della prevenzione degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro”, inail 2012)
Stagione T° (°C)
U.R. (%)
v aria (m/s)
Inverno 19-‐22
40-‐50
0,05-‐0,1
Estate
24-‐26
50-‐60
0,1-‐0,2
Illuminazione Alcune considerazioni
• L’illuminazione rappresenta uno dei principali fattori ambientali atti ad assicurare il benessere nei luoghi di lavoro.
• Una corretta illuminazione oltre a contribuire all'incremento della produttività, riveste grande importanza nella prevenzione degli infortuni sul lavoro.
• L’illuminazione dei luoghi di lavoro deve essere ottenuta per quanto è possibile con luce naturale poiché essa è più gradita all’occhio umano e quindi meno affaticante.
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Illuminazione Alcune considerazioni
• La luce solare diretta è sconsigliabile negli ambienti di lavoro in quanto determina abbagliamento o fastidiosi riflessi.
• Per quanto riguarda postazioni di lavoro con videoterminali una cura particolare dovrà essere dedicata all’illuminazione (… ricordi quali considerazioni abbiamo fatto circa la posizione del VDT rispetto alle finestre e alle fonti di luce artificiale...)
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Illuminazione D.Lgs. 81/08, Allegato IV, punto 1.10
• I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di
guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità.
• Le superfici vetrate illuminanti e i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.
• Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con luce naturale o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità.
• Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione (incluse le vie di evacuazione e le uscite di sicurezza) devono essere installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori.
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Rumore Nell’uso comune il termine rumore viene utilizzato per indicare un suono di natura casuale normalmente associato ad una sensazione di fastidio, ma ai sensi della normativa va inteso per rumore qualunque suono che possa recare danno, in qualsiasi forma, all’organismo umano.
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Rumore Effetti del rumore sull’uomo:
Effetti uditivi: • Un rumore molto forte come un’esplosione provoca dolore e spesso una lacerazione del
timpano; • Un rumore meno forte, ma superiore a 80 – 85 dB può determinare una riduzione
dell’udito. Quando l’esposizione al rumore ha una durata tale da non consentire il recupero uditivo e si parla pertanto di ipoacusia da rumore
Effetti extrauditivi: • Alterazione della frequenza cardiaca e circolatoria • Modificazione della pressione arteriosa • Modificazioni funzionali del sistema nervoso • Alterazioni a carico dell’apparato digerente ….e inoltre contribuire all’aumento degli infortuni sul lavoro facendo diminuire l’attenzione e la concentrazione degli operatori e la percettibilità dei segnali acustici Corso di Formazione Specifica Lezione3 Liceo Scien4fico “G. Ferraris” Varese Docente: Prof. Luca Sessa
Rumore Valori limite di esposizione
Sono definiti (art. 189) i valori limite di esposizione e di azione connessi a due grandezze caratteristiche, al livello medio equivalente di esposizione giornaliera (Lex, 8h) riferito alle otto ore lavorative, e al livello istantaneo di picco (ppeak, valore massimo di pressione acustica durante l’attività lavorativa). I valori limite di esposizione non possono essere superati; oltrepassare invece i valori superiori di azione determina l’attivazione di specifiche misure di contenimento del rischio. Da Gestione del Sistema Sicurezza e Cultura della Prevenzione nella Scuola Inail-Miur Ed. 2013
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5 - Gestione del rischio fisico
Il problema del rumore riferito alla scuola è correlabile a tre aspetti:
rumore generato all'interno delle scuole, nelle aule, nelle palestre, nelle mense e negli spazi comuni, che è causa di fatica e/o eccitazio-ne degli allievi e di condizioni sfavorevoli per l’apprendimentotempo di riverberazione dei locali, che condiziona forza e ritmo della voce dell’insegnante, con conseguente affaticamentolivello di isolamento acustico rispetto al rumore esterno, che, se scarso, compromette l’intelligibilità delle relazioni didattiche a causa del mascheramento della parola dell’insegnante e della conseguente riduzione del livello di attenzione degli allievi.
Relativamente all’esposizione professionale a rumore, il riferimento nor-mativo è rappresentato dal D.Lgs. 81/08, dove l’art. 180 ribadisce l’ob-bligatorietà della valutazione del rischio rumore, la sua periodicità e la necessità di provvedere ad adeguate misure di contenimento del rischio a determinati livelli di esposizione.In generale la valutazione implica l’effettuazione di misure strumentali o una stima della emissione sonora di attrezzature, macchine e impianti sulla base di livelli di rumore standard individuati da studi e misurazioni accreditate (art. 190). Laddove non esista rischio rumore legato all’atti-vità svolta, ovvero esso sia palesemente trascurabile, il datore di lavoro può “giustificare” la non necessità di una valutazione più dettagliata (art. 181).Sono definiti (art. 189) i valori limite di esposizione e di azione con-nessi a due grandezze caratteristiche, al livello medio equivalente di esposizione giornaliera (Lex,8h) riferito alle otto ore lavorative, e al livello istantaneo di picco (ppeak valore massimo di pressione acustica durante l’attività lavorativa).
Valori inferiori di azione
Valori superiori di azione
Valore limite di esposizione
Lex,8h [dB(A)] 80 85 87
Ppeak [dB(C)] 135 137 140
I valori limite di esposizione non possono essere superati; oltrepassare invece i valori superiori di azione determina l’attivazione di specifiche misure di contenimento del rischio.
Riferimenti normativi
Valori limite
La“giustificazione”
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Rumore Misure di contenimento (applicabili a scuola)
Si riportano alcuni esempi di interventi gestionali ed organizzativi che possono essere messi in atto per ridurre il rischio: • predisporre norme di comportamento finalizzate a contenere il rumore di fondo e
informarne il personale e gli allievi • ridurre le occasioni di affollamento quali, ad esempio, la contemporanea presenza di
più classi nella palestra • Modulare su più turni gli acceesi al locale mensa, in modo da ridurre il n° di alunni
presenti contemporaneamente • Sensibilizzare gli aluni più grandi a limitare il più possibile schiamazzi e grida
durante le attidvità di ricreazione/mensa/palestra
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Rumore
Le indagini fonometriche hanno evidenziato che una percentuale alta (intorno all’80%) di docen4 di Educazione Fisica presenta un livello di esposizione seYmanale al rumore superiore a 75 dB(A) mentre per il 25% del campione esaminato il livello di esposizione seYmanale al rumore può essere addiri^ura superiore a 80 dB(A) (condizione di rischio) (fonte: linee guida per una corre^a proge^azione acus4ca di ambien4 scolas4ci; Ass. Italiana di Acus4ca)
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Rumore in palestra: norme di prevenzione
E’ necessario u4lizzare un abbigliamento idoneo per ogni 4po di disciplina o di aYvità motoria (maglie^a, felpa, scarpe ginniche ben allacciate) A^endere l’arrivo del docente prima di iniziare l’aYvità e lavorare solo in sua presenza, seguendo con a^enzione le istruzioni Non u4lizzare le a^rezzature senza l’autorizzazione del docente Non prendere inizia4ve personali Il materiale spor4vo deve essere consegnato e ri4rato dall’insegnante Il materiale didaYco, nonché le a^rezzature, non devono ostruire le uscite di sicurezza In caso di fur4 o danni non accidentali agli a^rezzi o di imbra^amento degli spogliatoi, se non sarà individuato l’autore, verrà ritenuta responsabile la classe che per ul4ma ha occupato lo spazio considerato Gli alunni non in orario di lezione non possono prendere parte alle aYvità Gli insegnan4 non si assumono responsabilità per gli oggeY di valore deposita4 nei casseY delle ca^edre
Rumore in palestra: norme di prevenzione
TuY i monili (orologi, bracciali, collane) vanno tol4 all’inizio della lezione E’ assolutamente vietato usare i telefoni cellulari Durante la lezione di scienze motorie non è consen4to mas4care gomme Informare subito il docente in caso di infortunio o sul proprio stato di salute segnalando condizioni di malessere anche momentaneo E’ vietato il transito in palestra per ragioni non didaYche E’ richiesto un comportamento responsabile e l’u4lizzo degli a^rezzi secondo quando stabilito dai docen4 Gli allievi sono tenu4 a rispe^are scrupolosamente le disposizioni degli insegnan4 rela4ve alla sicurezza
Agenti Biologici & Rischio Biologico
D.Lgs. 81/08 Titolo X, Artt. 266-286 Allegati XLVI-XLVIII
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Rischio Biologico
Definizioni (D.Lgs. 81/08, art.267)
1. Ai sensi del presente titolo s’intende per: a) agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni; b) microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno (ad es.:virus), in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico; c) coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari.
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Rischio Biologico Classificazione degli agenti biologici
(D.Lgs. 81/08, art.268, c. 1) Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione: a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in
soggetti umani; b) agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e
costituire un rischio per i lavoratori; é poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
c) agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
L’allegato XLVI riporta l’elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4.
PERICO
LOSITA
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Rischio Biologico Nella Scuola: • il rischio di allergie e intossicazioni è sovrapponibile a quello della popolazione generale;
• il rischio infettivo non è particolarmente significativo se non nel caso di presenza di soggetti immunodepressi o lavoratrici madri, ed è fondamentalmente analogo a quello di tutte le attività svolte in ambienti promiscui e densamente occupati;
• la sorveglianza sanitaria non risulta una misura obbligatoria per questo tipo d’esposizione poichè non si ricorre ad un uso deliberato di agenti biologici.
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Rischio Biologico Misure di prevenzione.
Anche se nell’attività scolastica il rischio biologico è poco rilevante, è comunque presente ed è quindi necessario intervenire, con misure generali di prevenzione (idonea ventilazione, idonea pulizia e sanificazione dei locali,…) misure specifiche l’uso di DPI (guanti, mascherine,...) Da Gestione del Sistema Sicurezza e Cultura della Prevenzione nella Scuola Inail-Miur Ed. 2013
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Rischio Biologico Modalità di contaminazione.
L’operatore è esposto al rischio di contagio con specie patogene che possono penetrare nell’organismo per
inalazione ingestione attraverso la pelle (contatto, inoculazione)
attraverso gli occhi Nei laboratori didattici è consigliabile utilizzare esclusivamente microrganismi di classe 1, cioè microrganismi che difficilmente sono causa di malattia nell’uomo o negli animali Da Gestione del Sistema Sicurezza e Cultura della Prevenzione nella Scuola Inail-Miur Ed. 2013
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Rischio Chimico
Il rischio chimico
Definizione (D.Lgs 81/08, Art. 222)
Agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato.
Il rischio chimico Classificazione:
Pericolosi
possono causare danni o alla sicurezza dell’individuo (incendio, esplosione, corrosione), o alla salute umana (effetti immediati o a lungo termine), o all'ambiente naturale (inquinamento) in relazione a: • pericolosità intrinseca (caratteristiche chimico-fisiche) • modalità di utilizzo
Non Pericolosi
Il rischio chimico
I rischi per la salute
Acuti: Tossicità a breve termine
Dose dipendente
Cronici: Tossicità a lungo termine
Esposizioni ripetute
Locali: agisce unicamente intorno
al punto di contatto
Sistemici: l’azione si manifesta in punti
lontani dal contatto
Il rischio chimico Le vie attraverso le quali gli agenti chimici possono penetrare nell'organismo sono tre: • L’inalazione • Il contatto (pelle, mucose, ferite) • L’ingestione
Il rischio chimico Come riconoscere gli agenti chimici pericolosi?
La scheda di sicurezza
L’etichetta
Il rischio chimico La scheda di sicurezza:
• racchiude tutte le informazioni correlate agli aspetti di salute e
sicurezza di un prodotto; • deve essere fornita dal produttore/venditore del prodotto nella
lingua dell’acquirente; • i dati inseriti sono tratti da studi e prove di laboratorio; • la simbologia di rischio è la stessa dell’etichettatura; • si trovano le indicazioni di pericolo H e consigli di prudenza P • è articolata in 16 punti.
Il rischio chimico La scheda di sicurezza:
1. Elementi identificativi della sostanza o del preparato e della società/impresa 2. Composizione/informazione sugli ingredienti 3. Indicazione dei pericoli 4. Misure di pronto soccorso 5. Misure antincendio 6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale 7. Manipolazione e stoccaggio 8. Controllo dell'esposizione/protezione individuale 9. Proprietà fisiche e chimiche 10. Stabilità e reattività 11. Informazioni tossicologiche 12. Informazioni ecologiche 13. Considerazioni sullo smaltimento 14. Informazioni sul trasporto 15. Informazioni sulla regolamentazione 16. Altre informazioni
Il rischio chimico L’etichetta:
Permette di identificare immediatamente e sinteticamente i principali pericoli della sostanza
Contiene il nome del prodotto o della sostanza Per i preparati presenta il nome chimico delle sostanze contenute
responsabili dei rischi più rilevanti per la salute Presenta i simboli di pericolo Presenta le indicazioni di pericolo (Hazard statements) Presenta i consigli di prudenza (Precautionary statements) Presenta numero CE Indicazioni sul contenuto e sul produttore
Rischio chimico Indicazioni di pericolo Hazard statements
Ad ogni indicazione corrisponde uno codice alfanumerico composto dalla le^era H e da tre numeri: Il primo numero indica il 4po di pericolo H2: pericoli chimico-‐fisici
H3: pericoli per la salute H4: pericoli per l’ambiente
I due numeri successivi corrispondono all’ordine sequenziale di definizione L’unione europea si è riservata la possibilità di inserire frasi supplementari.
Consigli di prudenza Precau/onary statements Ad ogni consiglio di prudenza corrisponde un codice alfanumerico composto dalla le^era P seguita da tre numeri: Il primo numero indica il 4po di consiglio P1: cara^ere generale
P2: prevenzione P3: reazione P4: conservazione P5: smal4mento
I due numeri successivi corrispondono all’ordine sequenziale di definizione
Servizio Prevenzione e Protezione - Università di Bologna
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Rischio chimico: pi^ogrammi
Il rischio chimico A prescindere dalla linea guida utilizzata per la valutazione del Rischio chimico, l’esito della valutazione dovrà risultare “basso per la sicurezza e irrilevante per la salute”, “non basso per la sicurezza e non irrilevante per la salute”, ed in questo secondo caso il datore di lavoro dovrà necessariamente adottare tutte le misure preventive e le disposizioni come definito negli artt 225 e 226 del Testo Unico.
Rischio chimico: norme di prevenzione Comportamento in laboratorio
1. È proibito agli studen4 accedere al laboratorio in assenza dell'insegnante o del personale preposto.
2. In laboratorio sono assolutamente proibi4 scherzi di qualsiasi genere.
3. In laboratorio è assolutamente vietato bere, mangiare, fumare.
4. Nei laboratori e nei corridoi adiacen4 non si deve correre, né aprire o chiudere violentemente le porte.
5. Sono proibi4 tuY gli esperimen4 o le lavorazioni non autorizza4 o che non siano sta4 espressamente
descriY e illustra4 dall'insegnante.
6. Non sedersi o sdraiarsi mai sui banchi o tavoli di lavoro.
Rischio chimico: norme di prevenzione
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Rischio chimico: norme di prevenzione
Rischio chimico: norme di prevenzione
1 Tu^e le sostanze e prepara4 u4lizza4 nei laboratori devono essere accuratamente e4che^ate con e4che^e riportan4 tu^e le indicazioni obbligatorie per legge (simboli di rischio, frasi di rischio e consigli di prudenza) 2 Tu^e le sostanze e prepara4 u4lizza4 nei laboratori devono essere corredate di una apposita scheda di sicurezza conservata in un luogo apposito, noto ed accessibile a tuY gli operatori del reparto (nessuno deve asportare le schede di sicurezza se non per una breve consultazione). 3 Prima di iniziare una nuova esercitazione leggere sempre a^entamente l'e4che^a e la scheda di sicurezza dei prodoY che si devono usare durante l'esercitazione e seguire le indicazioni d'uso ed i consigli di prudenza (non usare mai il contenuto di confezioni prive di e4che^a o che non siano e4che^ate opportunamente) 4 Chiudere sempre bene i contenitori dei prodoY dopo l'uso. 5 Le sostanze conservate in frigorifero devono essere contenute in recipien4 accuratamente sigilla4 (specie se tra^asi di solven4 vola4li), ed e4che^a4 con il nome della sostanza ed il nome dell'operatore. 6 È proibito conservare nei frigoriferi prodoY infiammabili o occorre conservarli in speciali frigoriferi an4deflagran4. 7 Anche i campioni u4lizza4 per la analisi didaYche e per conto terzi devono essere tenute ben chiuse, accuratamente e4che^ate con il nome della sostanza, e dell'operatore. 8 Non assaggiare mai una qualsiasi sostanza in laboratorio, anche quelle apparentemente innocue. 9 Non aspirare mai liquidi con la bocca, usare pipe^e a stantuffo, propipe^e, dosatori ecc. (specie per le sostanze pericolose). 10 Evitare sempre il conta^o di qualunque sostanza chimica con la pelle: in caso di conta^o accidentale lavare subito con abbondante acqua e poi chiedere istruzioni all'insegnante.
11 Prestare par4colare cura nel preparare ed usare sempre i quan4ta4vi minimi necessari di sostanze e prepara4, per evitare sprechi, rischi maggiori per chi lavora, inquinamento all'ambiente con lo smal4mento di quanto non si è u4lizzato. 12 Evitare di mescolare fra di loro casualmente sostanze diverse, evitare comunque di mescolare fra di loro sostanze diverse se non si è cer4 della loro compa4bilità, (in caso di dubbio provvedere a consultare prima le schede di sicurezza che devono essere a disposizione in laboratorio). 13 Usare sempre le sostanze pericolose so^o cappa chimica con sufficiente aspirazione, accertandosi dell'idoneità della stessa all'uso (cappe idonee per la manipolazione di sostanze tossiche e infiammabili in par4colare), e accertandosi che la cappa sia in funzione e opportunamente chiusa. U4lizzare i Disposi4vi di Protezione Individuale adegua4. 14 Non dirigere l'apertura delle prove^e, durante il riscaldamento verso la persona vicina. 15 Non usare mai fiamme libere in presenza di sostanze infiammabili. 16 Se si u4lizzano sostanze esploden4, devono essere impiegate solo in luoghi provvis4 di protezione adeguata (schermi ecc.). 17 Le superfici dei banchi o dei pavimen4 su cui siano cadute eventuali sostanze chimiche devono essere bonificate ed asciugate subito (avvisare sempre gli Assisten4 Tecnici e gli Insegnan4, segnalando esa^amente cosa si è sversato). 18 Gli acidi versa4 si possono neutralizzare con bicarbonato di sodio (NaHCO3), gli alcali con acido cloridrico diluito (HCl 5%). 19 Per il confinamento, l'iner4zzazione e la eliminazione di sversamen4 di mol4 prodoY chimici possono essere u4lizzate le polveri assorben4 per liquidi versa4. Quando possibile, u4lizzare sempre gli adaY assorben4 specifici. 20 Nel caso che le sostanze versate siano infiammabili (solven4 organici), spegnere immediatamente le fiamme libere e staccare la corrente. 21 Non versare materiali infiammabili nei ces4ni porta rifiu4. 22 Prima di eliminare i prodoY al termine delle esercitazioni informarsi sempre dall'insegnante sulle modalità di recupero o smal4mento più opportune al fine di evitare rischi e danni a se, ai compagni e all'ambiente. 23 I contenitori vuo4 dei reagen4 devono essere bonifica4 prima di essere smal44.
Rischio chimico: norme di prevenzione
Rischio chimico: norme per l’uso di apparecchiature 1 Usare con cura le a^rezzature e le apparecchiature seguendo le indicazioni degli insegnan4 2 Non cercare di fare funzionare apparecchiature che non si conoscono. 3 Non toccare con le mani bagnate apparecchi ele^rici so^o tensione 4 Nel caso si verifichino versamen4 di acqua sul banco di lavoro o sul pavimento, isolare la alimentazione ele^rica del bancone o della zona allagata. 5 Leggere e rispe^are sempre le indicazioni dei cartelli di segnalazione e informazione pos4 sulle a^rezzature e strumentazioni dei laboratori. 6 In caso di caYvo funzionamento o di guasto chiamare subito l'insegnante evitando qualsiasi intervento o tenta4vo di riparazione. 7 Alle fine di ogni esercitazione provvedere a spegnere (o a fare spegnere dal personale del laboratorio, nel caso che non se ne conosca perfe^amente il funzionamento) pulire e riporre tu^e le apparecchiature che sono state u4lizzate. 8 Di norma non è consen4to lasciare il posto di lavoro lasciando in funzione apparecchiature o strumentazioni ele^riche, apparecchiature riscaldate con fiamme a gas, apparecchiature che u4lizzano flussi di acqua per il raffreddamento, accertarsi che qualcuno le sorvegli in con4nuazione, o solo in caso eccezionale, opportunamente autorizzato dal responsabile del laboratorio, che siano rispe^ate tu^e le disposizioni per garan4re al massimo l'impossibilità che si verifichino inciden4. 9 Non manome^ere le a^rezzature e le apparecchiature di soccorso. 10 Non scaldare su fiamma dire^a recipien4 gradua4 e vetreria a parete spessa. 11 Usare con a^enzione la vetreria calda (u4lizzare apposi4 guan4 an4calore e/o pinze). 12 Non appoggiare recipien4, boYglie o apparecchi vicini al bordo del banco di lavoro. 13 Non usare vetreria da laboratorio (becher) per bere. 14 Non tenere in tasca forbici, tubi di vetro o altri oggeY taglien4 o appun44. 15 Quando si deve infilare un tubo di vetro in un tubo di gomma o in un tappo, proteggersi le mani con guan4 adaY resisten4 alla perforazione ed taglio. 16 Apparecchiature in vetro complesse devono essere smontate prima di essere trasportate e devono essere rimontate nella posizione di des4nazione. 17 Non cercare di forzare con le mani l'apertura di giun4 smeriglia4 blocca4: lasciare a bagno in acqua calda o usare un bagno ad ultrasuoni per liberare il giunto bloccato.
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Rischio chimico: norme di igiene personale