Le Tabacchine istriane esuli al Centro Profughi di Firenze

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Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Comitato

Provinciale di Udine Giorno del Ricordo

Le Tabacchineistriane esuli

alla Manifattura Tabacchi di

Firenze 20 febbraio 2017Palazzo GarzoliniVia Gemona, 92

Udine – aula T5 ore 17,30

Associazione dei Toscani in FVG

prof. Elio Varutti, del Consiglio Direttivo ANVGD di Udine

*Dopo il giorno 8 settembre 1943, data della comunicazione pubblica dell’armistizio tra gli alleati angloamericani e il governo italiano di Badoglio, inizia l’esodo di italiani dalla Dalmazia, da Fiume e dall’Istria.

*25 aprile 1945 – Fine II Guerra mondiale.

*10 febbraio 1947 – Trattato di pace di Parigi, Diktat. Terre adriatiche perse a favore della Jugoslavia. Nasce il TLT.

*C’è l’esodo per evitare le violenze degli iugoslavi, come l’uccisione nelle foibe (voragini del Carso). Gli iugoslavi sono spinti dal sentimento di vendetta per le atrocità patite nella guerra fascista e per la pulizia etnica voluta da Tito.

*5 ottobre 1954 – Memorandum di Londra. Trieste torna all’Italia il 26.10.1954.

*10 novembre 1975 – Trattato di Osimo. Confini italiani orientali definitivi. Per protesta a Trieste nasce la Lista civica del Melone.

«A Firenze da Pola, dove iera i inglesi, xe rivada Zia Maria Zanetti, perché trasferida nella Manifattura Tabacchi. Iera un vecio fabricado vodo adibido ai profughi. Gaveva fato i divisori coi cartoni. Le gà abitado lì per qualche anno».Miranda Brussich vedova Conighi (Pola 1919-Ferrara 2013), intervista a Ferrara del 29.12.2003 e 02.01.2004 a cura di E. Varutti.

Nella fotografia in alto: Maria Zanetti (Pola 1900 – Vicenza 1998) , deportata a Wagna nel 1916.Sotto: Il Campo di internamento per italiani a Wagna, Austria.

100 mila profughi passano da Udine

Collegio Convitto Opera Nazionale Balilla di Udine. Dal 1947 al 1960: Centro di Smistamento Profughi

Profughe istriane e dalmate al Villaggio Metallico di Udine

Quanti sono i profughi italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia?350 mila, secondo padre Flaminio Rocchi, 1990.250 mila, secondo Raoul Pupo, 2005.

230 mila, secondo Amedeo Colella, relazione del 24.02.1956. Ritiene che il 15% della popolazione sfugga al censimento stimando in 270.000 i profughi istriani e dalmati. Opera Assistenza Profughi Giuliani e Dalmati. ROBERTA FIDANZIA – ANGELO GAMBELLA, Il censimento dei profughi adriatici nelle carte dell’Opera Assistenza Profughi Giuliani e Dalmati, Rivista di Storia e Cultura del Mediterraneo, 2, 2013.

* 4-5 mila, secondo Guido Rumici, 2010.* Giuseppina Mellace nel 2014 scrive che nel periodo 1943-1945 «ben 10.137 persone [sono] mancanti in seguito a deportazioni, eccidi ed infoibamenti per mano jugoslava» (pag. 236).

Quanti sono gli infoibati?

Parrocchiani di Besozzo (Varese) in pellegrinaggio-visita alla Foiba di Basovizza, con Padre Giuseppe Andreoli. 2016. Fotografia di Carlo C. Montani, esule da Fiume.

Centri Raccolta Profughi in Italia.

Erano 109 (Rocchi), oppure 140 (Rumici)

Dislocazione Profughi giuliano dalmati in ItaliaPROGRAMMA EDILIZIO

Centro Nord 136.116 11.157 in Lombardia12.624 in Piemonte18.174 nel Veneto 65.942 in Friuli Venezia Giulia…

Sud e isole 11.175

totale 147.291

Fonte: Opera Profughi, Piano abitativo

Armando Delzotto, esule da Dignano d’Istria, ha raccontato a Nicolò Giraldi («Messaggero Veneto» 5.2.2017: «Da Dignano partiva il treno denominato delle Tabacchine, visto l’alto numero di donne che di mattina andavano a lavorare alla fabbrica Tabacchi di Pola».

«Giorgio Gorlato, esule da Dignano, ha detto: Mia Zia Domenica Bilucaglia, detta Minina, era caporeparto alla Manifattura Tabacchi di Pola e fu trasferita a Lucca, dove lavoravano fino a 600 dipendenti nel 1947. Zia Minina aveva queste 3 qualifiche in Manifattura: maestra, ricevitrice al controllo e ispettrice».

Armando Delzotto, Silvio Cattalini e Giorgio Gorlato a una iniziativa ANVGD di Udine. Foto: Fulvio Pregnolato, 2013.

A fianco: Pola, febbraio 1947, ultimo ricordo prima di partire.Sopra: Firenze, piazzale degli Uffizi, maggio 1948.Fotografie: ANVGD Arezzo.

Firenze, convento di Sant’Orsola, Centro Raccolta Profughi di via Guelfa, Pasqua 1947. Il CRP operò dal 1945 al 1968, quando alla fine accoglieva anche sfrattati o senza tetto. Foto da ANVGD di Arezzo

Firenze meta dell’esodo giuliano dalmataUn altro dato scaturì da uno studio su circa 85.000 profughi, da cui si deduce che oltre 1/3 scelsero di stare nelle grandi città (Trieste, Roma, Genova, Venezia, Napoli, Firenze, ecc.). Opera Profughi, tuttavia, non mancò di appoggiare le comunità che elessero loro domicilio le province meridionali d'Italia. L'esperimento più rilevante si ebbe in Sardegna, nelle località di Fertilia, dove trovarono sistemazione oltre 600 profughi.

I programmi edilizi più importanti sul territorio nazionale italiano furono varati a Roma (Villaggio Giuliano-Dalmata), Trieste, Brescia, Milano, Torino, Varese e Venezia. Qui il programma abitativo dell'Opera arrivò a realizzare circa 2.000 case, a Trieste 3.000 e in provincia di Modena fu realizzato un organizzato Villaggio San Marco a Fossoli di Carpi per accogliere soprattutto i profughi dalla zona B dell'Istria.

Pure nel 1917, dopo la rotta di Caporetto, molti friulani e giuliani furono esuli a Firenze e in Toscana fino al 1918.

San Nicolò, Dopolavoro Monopoli di Stato, Pola. Foto ANVGD Arezzo

Centri Raccolta Profughi in Toscana1. Marina di Massa, dal 1947, fucilate degli anarchici, sommossa

femminile. «Siamo arrivati a Marina di Massa e ci han messo in un angolino con tre materassi distesi per terra». Franco S.

2. Migliarino Pisano, rischio inondazione alle tende, evacuazione a Tirrenia

3. Marina di Carrara4. Forte dei Marmi (Lucca)5. Tirrenia (Pisa)6. Calambrone (Pisa)7. Carrara8. Lucca, si riempie di sfollati garfagnini e versiliesi, chiude nel 19569. Coltano (Pisa)10. Arena Pisana, San Giuliano Terme (Pisa)11. Livorno, città che accolse profughi friulani nel 191712. Firenze, Manifattura Tabacchi, Via Guelfa «Al campo di Firenze c'era la

mensa... Si andava con una pignatta e si prendeva: eri in quattro in famiglia, e ti davano quattro porzioni, quattro panini, quattro mele. E questo era così a Firenze. Che a Firenze siamo stati tre o quattro mesi». Luigi P.

13. Laterina, (Arezzo)14. Siena

Firenze CRP Via Guelfa, Comunione e Cresima 15-6-1948. Foto: Anvgd Arezzo.

Le Tabacchine di Pola e di Rovigno a FirenzeRelativamente ai provvedimenti emanati in favore dei profughi che hanno riflessi sul loro inserimento lavorativo, occorre citare il decreto legge n. 520 del 23 dicembre 1946, rivolto agli impiegati e ai lavoratori statali per i quali il Governo italiano predispone - come recita il documento - il riassorbimento lavorativo, con le stesse mansioni, "nei corrispondenti uffici sparsi per l'Italia" [E. Miletto, 2012]. Emblematico in tal senso appare quanto avviene per i lavoratori dei Monopoli di Stato, in favore dei quali il 30 agosto 1948 viene promulgata una circolare che garantisce il reintegro nelle Manifatture Tabacchi italiane di tutto il personale che, come recita il testo del documento, "si sia trasferito nel territorio nazionale durante il periodo di assestamento della zona giuliana" [E. Miletto, 2005]. ISTORETO

La vecchia Manifattura Tabacchi di Firenze era al monastero di Sant’Orsola, Via Guelfa, oggi da restaurare, area culturale.Foto di E. Varutti2015.

Firenze CRP Via Guelfa, Festa di San Nicola nel teatrino, 6-12-1947. Foto: ANVGD Arezzo.

La documentazione conservata presso l'Archivio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio Zone di Confine - contiene importanti riferimenti al trasferimento dei lavoratori dalla Manifattura Tabacchi di Pola ad altre Manifatture attive sul territorio italiano. Personale che - come si legge in una nota di servizio redatta dal direttore generale dei Monopoli di Stato il 15 gennaio 1947 e inviata al Ministero dell'Interno - sarà trasferito "verso le fabbriche di Firenze, Lucca e Sestri Ponente in forti nuclei, e verso altri opifici in gruppi di piccola entità". Si tratta - continua il documento - di circa 2.000 unità, delle quali "580 confluiranno a Firenze, 400 a Lucca e 420 a Sestri Ponente", mentre le altre saranno "inviate in centri minori" [PCM, Archivio UZC]. Dopo aver informato del prossimo arrivo dei lavoratori, il direttore dei Monopoli di Stato invita il Ministero a "interessare i prefetti delle Province di Firenze, Lucca e Genova", al fine di poter "assicurare ai profughi la migliore possibile assistenza onde permettere loro una prima sistemazione di fortuna." [PCM, Archivio UZC]. Un passaggio, quello della sistemazione dei nuovi arrivati, che non sembra essere però di semplice attuazione. Si veda, ad esempio, quanto avvenuto a Genova, Verona e Milano.

Firenze, Via Guelfa. Comunione dei piccoli esuli del Campo Profughi dell’ex Manifattura Tabacchi.Foto: ANVGD Arezzo

La vecchia Manifattura Tabacchi di Firenze era al monastero di Sant’Orsola, oggi da restaurare, area culturale. Via Guelfa, Via Panicale, Via Taddea.272 box familiari, secondo Liana Di Giorgi Sossi, Pola 1937, con pareti «de carton». Foto di E. Varutti, 2015.

Firenze CRP Via Guelfa. Ballo campestre nel teatrino nella notte di Capodanno 1-1-1948. Foto ANVGD AREZZO.

CRP di Via Guelfa, Via Panicale, Via Taddea. Foto di E. Varutti, 2015.

La Manifattura Tabacchi di Firenze, per grande parte opera dell’Ing. Pier Luigi Nervi è una delle più significative espressioni del patrimonio industriale del nostro paese.Il complesso, inaugurato nel 1941, si è mantenuto nella sua interezza (Italia Nostra).

Manifattura Tabacchi di Firenze, sigari. Fotografia da: ANVGD di Arezzo

1906

Il 1872 saluta la nascita sull’isola di Sant’Andrea, della fabbrica Tabacchi: il 16 agosto, presente il podestà Campitelli, il primo reparto per la lavorazione del tabacco viene aperto nella vecchia caserma, adattata allo scopo, di Via San Damiano.

Maria Grisanaz era la mamma di Francesco Tromba, esule da Rovigno d’Istria. Lavorava alla Manifattura Tabacchi di Rovigno, poi trasferita a Bari e Mestre.Il padre dell’autore era Antonio Giuseppe Tromba, nato a Rovigno d’Istria il 26 giugno 1899. Dalla cardensia alla foibaSette partigiani titini prelevarono Antonio Tromba il 16 settembre 1943. Il tale Abbà, aprendo uno sportello della «cardensia» disse: «El xe qua, el xe qua, vien fora merlo». Fu ucciso e gettato nella foiba di Vines, come indicarono le donne del paese, sia al tempo che nel 2003. Anche lui lavorava alla Manifattura Tabacchi di Rovigno.

Ringrazio per i contatti: Carlo C. Montani, esule da Fiume a Trieste e Laura Brussi, esule da Pola a Trieste.

Francesco Tromba è autore di «Pola cara, Istria terra nostra, Storia di uno di noi esuli istriani» 2013, 7.a edizione, premio Firenze 2016. New Press Photo Firenze

Claudio Bugatto (intervista del 13 luglio 2016) mi ricorda che anche a Zara c’era la Manifattura Tabacchi. Suo padre Giuseppe Bugatto, nato a Zara nel 1924 e morto a Udine nel 2014, ricordava di aver visto le sigarette tutte il fila nei macchinari da una finestra che dava sul marciapiede di Zara.

Zara, manifattura Tabacchi, 1930Fotografia da: ANVGD di Arezzo

Zara, Manifattura Tabacchi, imbustinamento, 1930. Fotografia da: ANVGD di Arezzo

A Zara operano 7 manifatture tabacchi1) Industria Tabacchi V. Caravassilis, che produceva sigarette della marca stessa;2) Fabbrica Sigarette Diadora, che produceva sigarette delle marche "Diadora" e "Radio". Fu assorbita dalla Manifattura Zaratina Sigarette;3) Manifattura Sigarette e Tabacchi Grima, che produceva sigarette della marca "Grima";4) Manifattura Zaratina Tabacchi e Sigarette N. Peristeridis, che produceva sigarette delle marche "Calypso" e "Samos". Nel 1922 cambiò nome e divenne "Manifattura Zaratina Sigarette" e nel 1928 fu acquistata dall’industriale zaratino Antonio Zerauschek;5) Manifattura Tabacchi C. P. Pavlidis, che produceva sigarette delle marche "Brillante", "Capriccio", "Omega", "C. Pavlidis", "Extra Fine", "Super Extra". Il 27 Novembre 1945 il tribunale del popolo del distretto di Zara decretò la confisca della manifattura tabacchi e di tutti i beni dei 3 comproprietari (Ivano, Costantino e Ljubica Pavlidis), giudicati colpevoli di collaborazionismo;6) Società Italiana Tabacchi, poi confluita nel dicembre 1926 nella Manifattura Tabacchi Orientali, che produceva sigarette delle marche "Milano", "Roma" e "Venezia";7) Manifattura Tabacchi Orientali, direttamente controllata dallo stato italiano con una quota di maggioranza.

Zara, Manifattura Tabacchi, 1930. Fotografia da: ANVGD di Arezzo

Fondata il 30 maggio 1920, fu inaugurata il 3 luglio 1923. La manifattura fu collocata nell’imponente immobile dell’ex caserma di fanteria dell’esercito austriaco sulla Riva a cui, un decennio dopo, fu affiancato un nuovo edificio sull’area dell’ex autoparco militare. Si trattò di un’attività produttiva di grande rilevanza per la città, dato l’elevato numero di maestranze impiegate, in gran parte femminili. Le attività produttive continuarono, con delle interruzioni per danni di guerra in seguito ai bombardamenti del 1944, fino all’inverno del 1947, e lo stabilimento fu definitivamente chiuso dalla nuova amministrazione jugoslava il 16 settembre 1947.

Cfr: Raul MARSETIČ, La Regia Manifattura Tabacchi a Pola, Quaderni XXVII, 2016, p. 81-139

L’industria del tabacco a Pola

Laterina (Arezzo) 1951 - Profughi partecipanti a una processione all'interno del campo. In primo piano bambini e bambine con i vestiti della Prima Comunione. Dietro di loro una statua con l'effigie della Madonna, portata a spalla da alcuni uomini. Si nota, insieme a quella dei profughi, la presenza di un sacerdote e di un carabiniere partecipante alla cerimonia.

Centro Raccolta Profughi, Laterina 1949, processione delle donne. Notare il fazzoletto devozionale delle anziane

Classe di studenti al CRP di Lucca, 1951. Si riconoscono, davanti al maestro, Mafalda Giovanutti assieme ad altre tre sorelle, tra cui Anna Maria, a destra. Rimasero in campo dal 1948 al 1951.

CRP di Marina di Carrara, Massa Carrara

CRP Lucca, anni 1946-1947 circa, famiglia Andretti, tra cui Mario Andretti (Montona, 28 febbraio 1940) pilota automobilistico italiano naturalizzato statunitense, attivo sia negli Stati Uniti sia in Europa. Campione del mondo 1978.

CRP di Migliarino Pisano, provincia di Pisa, 1949; fonte: Shamira Franceschi, Livorno, 2014

Nonno Checo al CRP di Migliarino Pisano. Fonte: Shamira Franceschi, Livorno 2014

Il primo uomo da dx è il bisnonno Checo, il bambino inginocchiato è lo zio Giannino, sulla sinistra la zia Maricci e la figlia. Fonte: Shamira Franceschi, Livorno 2014

Etta Bertotto, Cherso. Nel 1943 scappa a causa delle fucilazioni dei titini contro gli italiani. Fonte: Shamira Franceschi, Livorno 2014

Tona Bertotto, a sx, con ragazze del Campo Profughi di Migliarino Pisano 1949, fonte: Shamira Franceschi, Livorno 2014.

CRP Migliarino Pisano, 10 aprile 1950, Matrimonio in Campo Profughi. Gino Beltramini (Aiello) e Maria Maracich (Veglia, Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, 27 marzo 1926). Dal 1929: Jugoslavia.

Dal libro:

M. Maracich, Il viaggio di Meri, Codroipo, Beltramini, 2013.

CRP Migliarino Pisano, 10.04.1950. Matrimonio in Campo Profughi, Don Mario Maracich. «Prima notte di nozze in baracca. Vestito prestato da un’altra sposa di Aiello. I sandali erano miei, vecchi e con i buchi, mia sorella mi tirava giù il vestito, così no se vedeva i busi. Anche i guanti erano vecchi. Per mio fratello fui la prima sposa».

Dal libro: M. Maracich, Il viaggio di Meri, Codroipo, Beltramini, 2013.

19.03.1949 – «Riabbracciai la mia famiglia. Mio fratello Mario era in seminario a Pisa. Arrivarono a Udine al Centro di Smistamento Profughi [foto sotto, ISTORETO]. Quello fu il giorno più bello della mia vita».«10.04.1950 - Ci sposammo nella baracca del Campo Profughi di Migliarino Pisano. Eravamo in 17 in una baracca. Il menu era: minestra in brodo, tre polli arrosto regalati dalla gente di Aiello, cavolfiori e piselli, al posto della torta biscotti. Uno del Campo suonava la fisarmonica [Checo, testimonianza di Shamira Franceschi, 2014], c’era un piazzale e ballavamo tutti, tanto non c’era niente per cena! Alle 10 di sera tolsero la luce e… tutti a nanna!».Dal libro: M. Maracich, Il viaggio di Meri, Codroipo, Beltramini, 2013.

CRP di Laterina, prov. di Arezzo, 1955 panoramica. Ringrazio: Claudio Ausilio, delegato provinciale ANVGD di Arezzo.

Pola 1947, esodo italiano sulla neve…Ringrazio per le fotografie dell’ANVGD di Arezzo i signori Claudio Ausilio, esule da Fiume e delegato provinciale dell’ANVGD di Arezzo e Aldo Tardivelli, esule da Fiume a Genova ed altri esuli e discendenti trapiantati in Toscana.

FINE e… grazie per l’attenzione !