Post on 02-May-2015
Le figure retoriche 1
LE FIGURE RETORICHE
INTRODUZIONE
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Focus sul termine RETORICA
• La retorica è l’arte che insegna a parlare in pubblico e a persuadere l’uditorio con mezzi stilistici consapevolmente usati.
• Tale disciplina, nata a Siracusa nel V sec. a.C., ebbe grande sviluppo ad Atene e costituì il fondamento dell’educazione dell’oratore romano
• Oggi il termine retorica ha una connotazione piuttosto negativa
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Perché è importante conoscere le figure retoriche?
• Per servirsene nel momento opportuno e nel modo più adatto
• Per riconoscerne l’uso che ne fanno gli altri e quindi comprendere meglio i messaggi che vengono trasmessi
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Quando vengono usate le figure retoriche?
• Vengono adoperate nella comunicazione quotidiana, anche senza averne consapevolezza
• Nei testi non letterari
• Nel linguaggio letterario in genere e soprattutto nella poesia
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Vari tipi di figure retoriche
• Solitamente le figure retoriche vengono distinte in :
• Figure fonetiche
• Figure dell’ordine
• Figure del significato
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Le figure fonetiche
• Sono quelle relative alla ripetizione e al parallelismo dei suoni.
• Insieme alla rima esse danno al testo poetico particolari effetti fonici e di significato
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Le figure dell’ordine
• Riguardano la disposizione delle parole nei versi e in generale nelle frasi e sono importanti:
• - sia per il registro espressivo perché tendono a innalzare lo stile
• - sia per il significato perché mettono in evidenza parole, espressioni o enunciati
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Le figure del significato
• Sono le figure retoriche che implicano delle relazioni inerenti al significato dei termini adoperati
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Presentazione delle figureFONETICHE
• Le principali figure fonetiche sono:
- Allitterazione
- Assonanza
- Consonanza
- Onomatopea
- Paronomàsia
- Bisticcio
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ALLITTERAZIONE
• E’ la ripetizione di uno stesso suono (vocale,consonante, o gruppo di vocali o consonanti)
all’inizio o nel corpo di più parole a distanza ravvicinata
• di me medesmo meco mi vergogno (Petrarca)
• Esta selva selvaggia e aspra e forte(s,a,e,r,t)
(Dante)• è poco pianto piccolo pulcino (p,o,n,l,)
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ASSONANZA
• Si ha assonanza quando tra due o più parole, a partire dalla vocale accentata, sono uguali le vocali e diverse le consonanti
• Fata, casa, sala; • vento, Marcello,ceffo• piango, piatto, piallo• Miele, quiete, siede
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CONSONANZA
• Si ha consonanza quando, a partire dalla vocale accentata, sono uguali le consonanti e diverse le vocali
• Collo, cella, sulle• rettile, trottola, mettere• senno, manna, donne• Placida notte e verecondo raggio
della cadente luna; e tu che spunti (Leopardi)
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ONOMATOPEA
• È l’imitazione di un suono, di un rumore naturale o artificiale, o di un verso di animale.
• L’onomatopea si definisce
- Propria quando è costituita da sequenze foniche, di per sé prive di significato che tendono a riprodurre dei suoni:
Din don dan; tic, tac; bau, bau, fru, fru; chiù, chiù
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ONOMATOPEA (segue)
• L’onomatopea si definisce
- Impropria quando è costituta da parole di senso compiuto che tendono ad evocare un suono:
- Balbettio,bubbolìo,chiacchiericcio,
sussurrare, tintinnare
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PARONOMASIA
• È l’accostamento di due o più parole di suono molto simile ma di significato diverso
• e son un ghiaccio:[….] e giaccio in terra(Petrarca)
• Ma sedendo e mirando …(Leopardi)• Tra gli scogli parlotta la maretta (Montale)
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BISTICCIO
• È una particolare forma di paronomasia che si ottiene quando le parole accostate presentano lo stesso suono e diverso significato
• Apre la porta e porta inaspettata guerra (Tasso)• Il discorso muto ma muto tu rimani• Dopo aver l’articolo letto a letto me ne andai
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LE FIGURE DELL’ORDINE
• Anafora• Epifora• Anadiplosi• Epanalessi• Antitesi• Chiasmo• Enumerazione• Gradazione o climax
• Inversione• Endiadi• Ellissi• Hysteron proteron (il
dopo prima)• Ipallage o enallage• Zeugma
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Anafora
• È la ripetizione di una parola o di un gruppo di parole, all’inizio di due o più frasi o versi o periodi successivi
• Per me si va nella città dolente
• per me si va ne l’etterno dolore
• per me si va tra la perduta gente
(Dante. Inferno, III)
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Epifora
• È la figura speculare all’anafora
• Consiste nella ripetizione di una o più parole alla fine di due o più versi, enunciati o periodi successivi
• Sotto un cielo stellato sogno di notte,
è triste il cuore, ma ti penso di notte
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Anadiplòsi
• È la ripresa all’inizio di un verso o di una frase, dell’ultima parola del verso o della frase precedente
• Innocenti facea l’età novella,
novella Tebe, Uguiccione e ’l Brigata
(Dante,Inf. XXXIII)
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Epanalessi
• Consiste nel raddoppiare una parola, o espressione, ripetendola all’inizio, al centro o alla fine di un verso o di una frase o di un periodo
• Non solo colui, non son colui che credi
(Dante, Inf.XIX)• Corri,corri subito qui ; “Pensaci,amico,pensaci”
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Antitesi
• È l’accostamento nella stessa frase di termini di significato opposto
• Non fronda verde ma di color fosco non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti non pomi v’eran, ma stecchi con tosco (Dante,Inf.XIII)
• Pace non trovo e non ho da far guerra e temo e spero, et ardo e son un ghiaccio (Petrarca)
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Chiasmo
• Il termine significa propriamente “incrocio” e deriva dal nome della lettera greca χ (khi), alla cui forma questa figura retorica si richiama
• È una disposizione sintattica di quattro elementi in cui l’ordine delle parole nel secondo gruppo è invertito rispetto al primo.
• Lo schema è il seguente:
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Chiasmo (segue)
A B
B A
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Chiasmo (segue)
• CHIASMO sintattico• Si definisce sintattico quando coinvolge l’ordine
di parti del discorso o complementi nella frase o nel periodo
• Siena mi fe, disfecemi Maremma (Dante)• Pace non trovo e non ho da far guerra (Petrarca• Sciolgo le vele e ai remi mi metto
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Chiasmo (segue)
• Chiasmo semantico
• Quando la disposizione delle parole coinvolge i rapporti di significato:
• Le donne , i cavalier, l’arme, gli amori (Tasso) (dove donne si ricollega ad amori
e cavalieri richiama armi)
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Enumerazione
• Consiste nel creare un elenco di termini o di sintagmi uniti per asindeto (ovvero senza congiunzioni) o per polisindeto (con la ripetizione delle congiunzioni)
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Enumerazione (segue)
• Enumerazione per asindeto• E io sono nel fiore
della stiancia, nella scaglia
della pina, nella bacca
del ginepro; io son nel fuco,
nella paglia marina,
in ogni cosa esigua
in ogni cosa immane,
nella sabbia contigua,
nelle vette lontane. (D’Annunzio)
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Enumerazione (segue)
• Enumerazione per polisindeto• E ripensò le mobili tende, e i percossi valli, e il lampo de’ manipoli, e l’onda dei cavalli, e il conciato imperio, e il celebre ubbidir. (Manzoni,Il Cinque Maggio)
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Gradazione o Climax
• Climax è una parola greca che significa “scala”
• E’ un tipo di enumerazione in cui i termini sono disposti in ordine di intensità espressiva, che può essere crescente(climax ascendente) o decrescente(climax discendente)
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Climax (segue)
• Climax ascendente Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavano per l’aere senza stelle (Dante Inf. III)• Climax discendente Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle. (Dante, Inf.III)
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Inversione:anastrofe
• L’anastrofe è l’inversione dell’ordine normale di due o più termini nella costruzione della frase.
• Spesso il male di vivere ho incontrato(Montale)• Ahi serva Italia, di dolore ostello (Dante)• Della vittoria la gioia ho gustato.• Delle mani con le palme voglio dirti.
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Inversione: iperbato
• E’ un’alterazione dell’ordine delle parole con inserimento di uno o più termini fra i membri del discorso che dovrebbero stare uniti.
• L’acque/ cantò fatali (Foscolo)• E queta sovra i tetti in mezzo agli orti
posa la luna. (Leopardi)
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Endiadi
• In greco: “ una cosa per mezzo di due”:
• È una coppia di parole o espressioni coordinate (nomi o aggettivi) una delle quali indica una cosa o qualità mentre l’altra serve a specificare o precisare la prima
• Vagliami il lungo studio e il grande amore (Dante,Inf.)
(mi valga il lungo studio condotto con amore)
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Ellissi
• È la omissione di una o più parole che si possono facilmente intuire dal contesto
• “Fuori” (Al posto di “Andate fuori di qui”)• “Quel giorno più non vi leggemmo avante”
(Dante, Inf.,V)
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Hysteron Proteron
• In greco: “Il prima ,dopo”• Consiste nel dire per prima la cosa che è
accaduta o che accadrà per ultima
• “sì ch’io veggia la porta di san Pietro
e color che tu fai cotanto mesti”
(Dante,Inf.,I,vv.134-135)
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Ipallage o Enallage
• Consiste nell’assegnare un aggettivo, che per senso è riferito a un certo sostantivo, a un altro sostantivo
• e gli alberi discorrono col trito
mormorio della rena ( E.Montale)
(Nell’esempio “trita” è l’arena, ma l’aggettivo è riferito a mormorio)
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Zeugma
• Si ha quando lo stesso termine è riferito a due o più termini , mentre potrebbe connettersi solo con uno di essi
• Parlar e lacrimar vedrai insieme” (Dante)
Dove “vedrai” si adatta bene a “lacrimar” ma non a “parlar”, perché le parole non si possono veder.
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Le figure del significato
• Dette anche figure semantiche, riguardano le relazioni inerenti al significato dei termini adoperati. Analizziamo le seguenti figure:
• Similitudine• Metafora• Analogia• Metonimia• Sineddoche
• Ossimoro• Sinestesia• Perifrasi• Personificazione• Litote• Preterizione• Iperbole• Eufemismo
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Similitudine
• È un paragone che viene istituito tra due persone, cose o idee ed è solito introdotto dai nessi:come….così; come…tale
• Come sul capo al naufrago l’onda s’avvolge epesa,……………………………. tal su quell’alma il cumulo delle memorie scese! (Manzoni, Il cinque maggio)
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METAFORA
• È la più diffusa figura retorica fondata sul meccanismo “del trasferimento del significato”
• Si può definire un paragone abbreviato tra due realtà idealmente lontane, ma accomunate da un tratto di significato
• I termini pelle e velluto hanno una caratteristica che li accomuna:la “morbidezza.
• Se dico:”Tu hai una pelle di velluto” , ho creato una metafora
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Metafora (segue)
• Il meccanismo che sta alla base della metafora si articola in tre fasi:
1) Associazione : si istituisce un rapporto tra due realtà distanti (pelle-velluto);
2) Abbreviazione:si sintetizza il rapporto, eliminando i termini che lo rendono esplicito:
pelle (morbida come) il velluto
3) Sostituzione:si sostituisce il termine proprio con il termine “trasferito” da un altro campo semantico:non pelle morbida, ma pelle di velluto
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Metafora (segue)
• La metafora può essere costruita con aggettivi, verbi,sostantivi e viene espressa in forme diverse:
a) Con due sostantivi:capelli d’oro; montagna d’acqua: sera della vita:
b) Un sostantivo e un aggettivo:capelli dorati,pelle vellutata, prati ridenti;
c) Un sostantivo e un verbo:il vento urla; i prati ridono;piovono proteste
d) Un’intera frase:Mario è un’aquila
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Analogia
• È un modo di mettersi in rapporto con il mondo creando accostamenti fulminei, sintesi folgoranti, frutto di una visione assolutamente soggettiva e spesso irrazionale delle cose
• Nel passaggio dalla similitudine alla metafora e da questa alla analogia, si assiste ad una progressiva riduzione dei termini in gioco, come nell’esempio che segue:
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Analogia (segue)
- Similitudine:accarezzo i tuoi capelli neri come la notte
- Metafora:accarezzo la notte dei tuoi capelli
- Analogia: accarezzo la tua notte
es.Il carnato del cielo (Ungaretti)
(La luce rosata del cielo al tramonto è associata al colore della pelle)
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Metonimia
• È un’altra figura retorica basata sul trasferimento del significato.
• Consiste nella sostituzione di un termine con un altro legato al primo da rapporti logici che possono essere di vario tipo:
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Metonimia (segue)
• La causa per l’effetto e viceversa: Avere una bella mano;
guadagnarsi il pane col sudore della fronte
• Il contenente per il contenuto:bere un buon bicchiere
• L’astratto per il concreto o viceversa:la spavalderia della gioventù
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Metonimia (segue)
• L’autore per l’opera:leggere Dante (invece che la Divina Commedia
• La materia per l’oggetto:un olio di Picasso (invece che un quadro dipinto ad olio)
• Lo strumento per chi l’adopera:è una buona lama (cioè un abile spadaccino)
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Sineddoche
• È la sostituzione che si attua quando vi è una relazione di maggiore o minore estensione fra due termini (il tutto per la parte o la parte per il tutto)
• Ho comprato una borsa di coccodrillo (il tutto per la parte)
• Ma io deluse a voi le palme tendo: e se lunge i miei tetti saluto (Foscolo) (la parte per il tutto)
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Ossimoro
• È la stessa unione in un medesimo sintagma, a prima vista assurdo, di due parole di significato opposto
• Pascomi di dolor, piangendo rido (Petrarca)
• Peso leggero; dolce dolore; tacito tumulto; silenzio assordante; triste gaudio…
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Sinestesia
• (Letteralmente significa percezione simultanea)• Consiste nell’accostare due termini che alludono
a sensazioni diverse (olfattive e uditive; visive e tattili; ecc)
• Urlo nero; colori armoniosi; suono ruvido; freddo silenzio; pigolio di stelle (Pascoli)
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Iperbole
• Consiste nell’esprimere un concetto con termini esagerati sia per eccesso che per difetto.
• ….un vivo sole
fu quel ch’i’ vidi..(Petrarca)• Annegare in un bicchiere d’acqua• Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione
di scale
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Litote
• Consiste nell’esprimere un concetto negando il suo contrario
• Don Abbondio non era nato con un cuore da leone (per dire che era una persona paurosa)
Manzoni• Vito non è certo un genio ( per dire che è uno
sciocco)
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Eufemismo
• Consiste nel sostituire una espressione troppo dura o sconveniente con un’altra più gradevole, a volte per non urtare la suscettibilità dell’interlocutore
• Poco perspicace (invece che stupido)• Poco attraente (invece che brutto)• Passò ad altra vita (invece di morì)
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Preterizione
• Consiste nell’esprimere un concetto fingendo di non voler dire ciò che invece viene chiaramente detto.
• … per non parlare di Eva, la quale ogni mattina esce con un vestito nuovo.
• Cesare taccio che per ogni piaggia
fece l’erbe sanguigne (Petrarca)
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Perifrasi
• Consiste nell’indicare una cosa o una persona non nominandola direttamente, ma con un giro di parole.
• Giustizia mosse il mio alto fattore (Dio) Dante• Per me si va nella città dolente (inferno) Dante• Colei che sola a me par donna (Laura) Petrarca
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Personificazione o Prosopopèa
• È la figura retorica per cui si personificano cose inanimate o astratte.
• più chiaro s’ascolta il sussurro
dei suoni amici nell’aria che quasi non si muove
(Montale)• Morte ebbe invidia al mio felice stato (Petrarca)
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