Post on 05-Jul-2015
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Lampuga all’acqua pazza
monsù Tina by
Aflo
“Accademia d’ ‘o mmusc’ magnà”
Conosciamo il nostro-nuovo per voi –amico dalle carni apprezzate,saporitissime e cucinabili in tantissimi modi
Il nome è Coryphaena hippurius ma conosciuto come Corifena cavallina o Lampuga.E’ un pesce da traina costiera o d’ombra.Mi spiego,i pescatori specie in Sicilia creano delle isole di ombra galleggianti con foglie di banano dove questi pesci amano raggrupparsi e così diventare facile preda dei nostri marinai
Appartiene ad una specie migratoria presente anche nel mediterraneo e sotto costa al tempo della deposizione delle uova
Il corpo è lungo e compresso ai fianchi Pinna dorsale lunga e pettorali lunghe e appuntite.La livrea è grigio azzurra tendente al blu sul dorso al giallo su fianchi e ventre,variabili a seconda della luce dal magnifico azurro a riflessi metallici di ogni tipo fino all’oro.Può arrivare fino a 20 Kg ma da noi si trova quasi solo in modesta proporzioni
Tagliamo a pezzi grossi circa mezzo Kg di pomodorini del”piennolo”- in alternativa,ciliegini- gli altri si coltivano alle falde del Vesuvio, quasi impossibile trovarli altrove
Leviamo la camicia ad uno spicchio di aglio nostrano-non cinese-
Aggiungiamolo ai pomodori tagliati a pezzi
Anche un filino di olio ev di oliva
Una sciacquatina in acqua corrente all nostra lampuga,a proposito, questa pesa circa 700 gr
Ancora uno sguardo da innamorati
Facciamo cuocere appena il pomodoro ed imbiondire l’aglio
Adagiamola nella pentola adeguata
Lasciamo iniziare la cottura a fuoco moderato
Dopo qualche minuto aggiungiamo mezzo bicchiere di acqua, volendo vino bianco secco
Saliamo con moderazione e se piace un pizzico di pepe nero
Aggiungiamo il coperchio-va cotto bene fino alla lisca centrale-
Dopo 5-6 minuti saremo già a metà cottura
Come vedete,la lampuga non ha squame quindi la pelle delicata si va consumando
L’aspetto è davvero appetitoso
Rigiriamolo almeno un paio di volte nei circa dieci minuti che mancano alla cottura completa
Il nostro amico è cotto a puntino,manca solo un particolare
Un paio di foglie di basilico riccio spezzato rigorosamente a mano
Eccolo in un’adeguato piatto da portata
Apriamolo a libro seguendo con un coltello da pesce o un cucchiaio la lisca centrale
Ammiriamone le carni bianchissime e profumate
Dobbiamo solo stare attenti alle spine.Non sono tante ma certamente quella della cassa toracica e quelle di prolungamento della pinna dorsale,caudale e anale vanno eliminate del tutto.Sono ossee e bene appuntite ,ma ne vale la pena
A questo punto non resta che augurare buona fame a tutti gli amici della “Accademia d’ ‘o mmusc’ magnà” ed iniziare a fare il pieno di omega 3.Un consiglio ,la stessa ricetta semplicissima potete usarla con tutti i pesci di una certa taglia ma…vi scongiuro,evitate i parenti alla lontana,per intenderci i supersurgelati.Con affetto da
monsù Tina e da Afloantonio.florino@gmailo.com