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TARTA 07
Barbara Gigliotti
GIOCHIAMO CON GLI AUTOMI!
Anche i videogiochi sono degli automi! E ci
possono insegnare ad amare la matematica! Ma noi possiamo imitarli (almeno in parte!)
DISPENSA NUMERO 07
IL GIOCO DEL TETRIS ANALIZZATO SU UN QUADERNO A QUADRETTI
Appunti relativi ad alcune lezioni di geometria della tartaruga tenute in un corso Pon sulla matematica per bambini di terza
elementare
Corso svolto nei mesi di marzo, aprile e maggio 2011 presso la Direzione Didattica di San Giorgio del Sannio
(Benevento)
SAN GIORGIO DEL SANNIO, 20 MAGGIO 2011
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1. IL TETRIS E LA MATEMATICA
Qui parleremo di un progetto osservativo che ho condotto svolto durante le ore
di informatica presso la Scuola Primaria “G.Carducci” di Casbeno, Varese.
Grazie alla disponibilità dimostratami dalle mie ex insegnanti, alcune ancora in
ruolo presso la Scuola Primaria del paese, ho potuto verificare la reale
applicazione del mio studio.
Durante il mese di maggio 2008 mi è stato permesso di lavorare, nelle ore
pomeridiane, nell’aula di informatica, con 5 alunni, 2 maschi e 3 femmine,
frequentati le classi quarte e quinte della scuola.
Durante questa sorta di progetto, ho chiesto agli alunni di lavorare con il
programma QQ.Storie e con i Polimini partendo dal gioco del Tetris.
L’ esperienza sul campo
La prima fase è stato quella di presentare ai bambini il gioco del Tetris, con lo
scopo di motivarli, creare in loro entusiasmo e voglia di agire.
Quattro bambini su cinque conoscevano già questo tipo di videogioco e questo
ha permesso una maggior rapidità di avvio dell’esperienza.
I soggetti hanno accettato con molto entusiasmo e quasi come un privilegio, il
poter partecipare a questo mio progetto, nonostante si svolgesse in orario non
scolastico.
Durante la prima lezione in aula ho presentato agli alunni lo scopo di questo mio
intervento, illustrando loro i vari passi che si sarebbero trovati a compiere.
Successivamente ho mostrato i pezzi del Tetris, da me riprodotti con il
cartoncino, facendo notare la somiglianza con le diverse lettere dell’alfabeto.
In seguito ho introdotto il discorso dei Polimini, ho spiegato come sono nati, ne
ho presentato una loro riproduzione sempre su cartoncino, ho spiegato loro
com’è nato il gioco del Tetris e quali sono le regole da rispettare.
A questo punto ho invitato i bambini a giocare con il supporto precedentemente
istallato sui pc in dotazione alla scuola.
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Fig. 20 – Il gioco del Tetris
Sin da subito ho notato grande collaborazione tra i bambini, in quanto,
nonostante li avessi disposti uno per computer, cercavano di consigliarsi sulle
mosse, si aiutavano nel momenti di difficoltà e nella scelta delle strategie migliori
da adottare per il raggiungimento del risultato.
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Fig. 21 – Tre dei cinque alunni durante il lavoro
Inoltre i quattro “esperti” giocatori, spontaneamente, si sono uniti per aiutare la
bambina che non aveva mai avuto a che fare con questo tipo di supporto.
Il gioco proposto ha portato ad una sorta di gara spontanea tra i bambini
partecipanti, ognuno dei quali era consapevole del numero delle linee cancellate
e della quantità di punti acquisiti.
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Fig. 22 – Alunna intenta a giocare a Tetris
Osservando mi sono resa ben presto conto di come i bambini venivano a
conoscenza delle regole del gioco molto velocemente e con grande facilità,
diventando così ben presto consapevoli delle migliori tecniche da applicare per
sfidare il computer.
Ho notato che la loro osservazione era per di più focalizzata sull’attenta
osservazione delle mosse errate che determinavano la sconfitta e quindi la fine
del gioco.
Una partita dopo l’altra, ogni alunno dimostrava di aver acquisito qualche
strategia in più per proseguire la gara, passando da un livello di difficoltà
all’altro.
Poco alla volta, quando notavo in loro un certo grado di abilità, chiedevo di
cambiare le opzioni, aumentando la velocità di caduta dei mattoncini.
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Qualcuno dei cinque alunni ha mostrato più difficoltà di altri, ma tutti, dopo un
certo periodo di esercizio, sono riusciti a restare in gioco per un dato periodo di
tempo.
Dopo aver presentato loro la versione più semplice e più diffusa di questo gioco,
ho deciso di mostrar un versione più complessa, denominata Cubemaster Gold
v4.3, dove a cadere dall’altro sono tetramini e pentamini.
Fig. 23 – Cubemaster Gold v4.3
Ho pensato di introdurre questo diverso tipo di Tetris, per poi introdurre l’attività
successiva.
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6.2. E ora lavoriamo sulla carta..
Dopo una prima fase di lavoro su computer, ho deciso di presentare un’attività
più manuale e al contempo creativa, da far svolgere su un cartoncino, alla scopo
di sollecitare in loro il ragionamento.
Prima di iniziare il lavoro vero e proprio, ho mostrato ancora una volta i
pentamini da me preparati su cartoncino, permettendo loro di toccarli con mano.
A questo punto ho chiesto agli alunni a cosa somigliava ogni singolo pentamino.
Fig. 24 – Illustrazione Pentamini colorati
Dopo qualche istante di silenzio, timidamente una bambino di quarta elementare
incomincia ad intravedere delle lettere, prima di tutte la L e la T.
Successivamente anche gli altri quattro decidono di farsi avanti e cominciano ad
indicare le mie riproduzioni, a girarle e ha esporre il loro pensiero.
Ho notato molta difficoltà di correlazione tra due pezzi e le lettere W e X ;
sono dell’idea che la difficoltà presentatasi, sia determinata dal raro utilizzo di
queste lettere nella lingua italiana.
E’ a questo punto introduco l’utilizzo di una scheda sulla quale ho tracciato
solamente quattro righe, costituenti il contorno di un rettangolo che richiamava
in loro il campo di gioco del Tetris.
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Fig. 25 – La scheda di lavoro
Invito gli alunni ad utilizzare i pentamini per riempire il rettangolo in questione,
permettendo, durante l’attività, di toccare con mano i pentamini di cartone e di
girarli a piacimento, in caso di necessità.
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Fig. 26 – La scheda di lavoro completata in parte
Anche in questa fase di lavoro ho notato molta collaborazione e voglia di
confrontarsi e confrontare i propri elaborati.
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Fig. 27 – Uno dei momenti di confronto
Ho notato molto entusiasmo anche durante questa fase di lavoro, dettato anche
dalla voglia di colorare e disegnare, di riprodurre i pentamini, rendendoli reali.
Ogni alunno dimostra di avere un proprio metodo di lavoro;
non ho dato indicazioni sulle modalità di svolgimento del compito, se non il dover
completare la griglia presentata.
Alcuni bambini preferiscono completarla disegnando prima tutti i pentamini,
colorandoli in un secondo momento, altri preferiscono colorarli uno ad uno, altri
ancora cominciare a completare lo spazio partendo dall’alto, altri dal basso,
alcuni da destra, altri da sinistra.
Alcuni alunni risultano più distratti, mentre altri più ordinati e veloci nello
svolgimento dell’attività proposta.
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A mio avviso questo aspetto era determinato dal diverso grado di concentrazione
dei soggetti.
Successivamente a questo compito, presento loro un’altra attività, a prima vista
identica alla precedente.
Chiedo di completare la griglia 9 x 9 a loro piacimento;
il mio scopo è registrare la reazione e l’eventuale comprensione dell’impossibilità
di concludere totalmente la scheda.
Infatti, completando un rettangolo 9 x 9, con i pentamini, avanza esattamente
un quadretto.
Qui ho osservato con stupore dei tentativi di trovare l’errore e insieme dei
tentativi di mascherarlo.
Fig. 28 – Alunno concentrato a svolgere l’attività
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Fig. 29 – Alunno intento a contare le caselle mancanti
Completata quest’attività ho deciso di introdurne un’altra sempre su sussidio
cartaceo.
Chiedo loro di completare la scheda ponendo vicino Polimini diversi, per quanto
possibile, in quanto nel primo disegno, essendo un lavoro molto libero, quasi
tutti avevano utilizzato sempre le stesse figure (soprattutto le “I” e le “L”) per
completare lo spazio a disposizione.
Chiedo loro di disegnare direttamente i Polimini completi e non quadretto per
quadretto come dovevano fare nel lavoro precedente.
In questa fase di lavoro ho notato alunni più silenziosi e concentrati, suppongo
per il maggior grado di difficoltà dell’attività.
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Fig. 30 – Un’altra fase di lavoro
Fig. 31 – I lavori completati
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In ultima istanza ho fatto completare un’ulteriore scheda utilizzando le
simmetrie.
Qui la scelta consisteva nell’utilizzo della simmetria con asse verticale o di quella
con asse orizzontale.
Fig. 32 – Lavoro con utilizzo di simmetria orizzontale
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Fig. 33 – Uno dei lavori sulla simmetria
Fig. 34 – Sempre simmetria
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Fig. 35 – Un altro lavoro di simmetria