FORMARSI AGGIORNARSI CONDIVIDERE · 2021. 4. 6. · Marc Bloch, apologia della storia, 1944 ....

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Cosa conviene imparare dalla storia? Notizie, sistemi, senso storico

19 Marzo 2015

Relatore: Scipione Guarracino

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I. La storia: una disciplina ad alta proliferazione di nozioni, ovvero fortemente empirica e a vocazione individualizzante, fatta di nomi propri

La storia sembra usare prevalentemente il linguaggio comune. La narrazione è la forma in cui meglio si esprime questo linguaggio comune. Il modello della narrazione immediatamente comprensibile: °Evento (cosa; include spesso anche il “come”) °Attore (personale, impersonale, sovrapersonale) °Dove (luoghi, geografia) °Quando (data, cronologia) °Perché (inteso più spesso come motivazione che come causa o correlazione fra variabili).

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II. Un racconto modello

Il 28 giugno 1914 lo studente bosniaco Gavrilo Princip uccise con due colpi di pistola l’erede dell’impero d’Austria Francesco Ferdinando e sua moglie, in visita a Sarajevo, capitale della Bosnia. Princip faceva parte di un’organizzazione nazionalista che si proponeva l’unificazione dei popoli slavi del sud sotto la Serbia e godeva di una certa tolleranza da parte del governo di quel paese. L’attentato offrì all’Austria il pretesto per porre fine con la guerra alle ambizioni serbe. Evento: Uccise Attore: due “chi” personali, Gavrilo Princip, Francesco Ferdinando; due sovrapersonali, Austria, Serbia Dove: Sarajevo Quando: 28 giugno 1914 Perché: a) Si proponeva (il perché dell’azione); b) Per porre fine (il perché della reazione)

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III. Oltre il racconto minimo

Altre storie. Storia di Gavrilo Princip: come si forma un nazionalista con vocazione terrorista. Storia di Francesco Ferdinando: erede solo in seguito a una tragedia, erede non amato da nessuno. Storia di quel 28 giugno. Cosa ancora dicono gli storici. Il 28 giugno 1914, punto di convergenza (e poi divergenza fino al 4 agosto e oltre) di una smisurata crescita di “cosa, chi, quando, dove, perché”. Conclusione. Sarajevo è un esempio di Evento ad alta densità , che produce una catena infinita di “nomi propri”.

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IV. Marc Bloch, I re taumaturgi, 1924

Il miracolo regale si presenta innanzi tutto come l’espressione di una determinata concezione del potere politico supremo; spiegarlo da questo punto di vista significa ricollegarlo col complesso di idee e di credenze di cui fu una delle manifestazioni più caratteristiche; in realtà, far rientrare un caso particolare in un fenomeno più generale non è forse il principio stesso di ogni “spiegazione” scientifica? Ma, condotta la nostra ricerca fino a questo punto, non avremo ancora terminato il nostro compito; se ci fermassimo, ci lasceremmo sfuggire proprio il particolare; resterebbero da chiarire le ragioni per le quali il rito guaritore, nato da un movimento di pensieri e sentimenti comune a una parte dell’Europa, vide la luce in un certo momento e non in un altro, in Francia e in Inghilterra e non altrove. Insomma, da un lato le cause profonde, dall’altro l’occasione.

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V. Leopold von Ranke, Le grandi potenze, 1833

Nella storiografia anche la visione del singolo momento e dello svolgimento particolare ha senza dubbio un suo valore inestimabile: il particolare reca in sé qualcosa di universale. Tuttavia non si può respingere l’esigenza di abbracciare con lo sguardo il tutto, da un libero punto di vista. A questo tende ciascuno, in un modo o nell’altro. E dalla varietà delle percezioni particolari scaturisce spontaneamente davanti a noi la visione della loro unità.

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VI. Due strategie pratiche per liberarsi dall’invadenza dei nomi propri

- Limitarsi ai più importanti. Cosa vuol dire “importante”? È più importante Carlo Magno (padre dell’Europa) o la staffa (madre

della cavalleria medievale)?

- Ignorarli tutti. Ovvero collegarli a un repertorio di informazioni da consultare solo al bisogno. Chi è questo Metternich che viene nominato tanto spesso? Com’è che si chiamava il ministro degli esteri di Napoleone? Dov’è esattamente Waterloo? Quanto deve essere fine una cronologia (il secolo, il decennio, l’anno, il giorno, l’ora)?

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VII. Tre strategie metodiche per liberarsi dalle nozioni e dai nomi propri

Invece di molti eventi ad alta concentrazione idiografica, pochi concetti ad alta densità di occorrenze. 1) Classificazioni

2) Funzionamento e trasformazione delle istituzioni (politiche,

sociali, economiche ecc.) 3) Funzionamento e trasformazione delle strutture (configurazioni,

distribuzione secondo rapporti stabili)

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VIII. Conoscenza della storia e senso storico

Senso dello storia = capacità di storicizzare Storicizzare = spiegare e comprendere rispetto a tutte le condizioni dell’epoca (e non nel vuoto di condizioni), Spiegare (in storia) = perché qualcosa è possibile/probabile. Spiegazione storica vs Spiegazione deterministica Comprendere = come qualcosa è stato effettivamente possibile Comprensione e assunzione di un punto di vista decentrato

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IX. Marc Bloch, apologia della storia, 1944

Accompagnavo a Stoccolma Henri Pirenne. Appena giunti mi disse:

“Cosa andiamo a visitare come prima cosa? Sembra che vi sia un

municipio nuovissimo. Cominciamo da lì”. Poi, come se volesse

prevenire un mio moto di meraviglia, aggiunse: “Se fossi un

antiquario non avrei occhi che per le cose vecchie. Ma io sono uno

storico. È per questo che amo la vita”. Questa capacità di afferrare il

vivente, ecco davvero la qualità sovrana dello storico. Forse essa è,

in principio, un dono delle fate… E tuttavia ha bisogno di essere

costantemente esercitata e sviluppata. In qual modo se non con un

contatto incessante con l’oggi?

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X. Passato e presente

Relazione immediata: il presente pone le domande al passato

Proporzione: per scoprire il segreto del passato devo intrattenere

con il mio presente un rapporto altrettanto vivo di quello che altri

uomini ebbero con il loro presente.

Il presente può rivolgersi in maniera anacronistica al passato

Lo studio del passato serve a formare il senso storico, per mezzo del

quale riusciamo a orientarsi correttamente nel presente.

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• Riceverete nella medesima e-mail le istruzioni per scaricare, dal sito Pearson, i materiali presentati oggi

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1 aprile 2015

Geo&Storia, una bella coppia

Il senso e il vantaggio di un percorso didattico integrato

Relatore: Carlo Griguolo

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