Post on 25-Jan-2021
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Immaginate, cari bambini, un fiu-me… che scorre vicino a un bo-schetto… È estate… e Alice è seduta sulla sponda, vicino alla sorella mag-giore che legge un libro. Si guarda in giro annoiata.
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Alice – Ho anche sbirciato nel libro
di mia sorella… ma è senza figure! A
cosa serve un libro senza figure? Che
noia!… Potrei intrecciare una ghir-
landa di fiori… ma vale la pena di far
la fatica di raccoglierli?
Ed ecco che un coniglio,
bianco come un giglio,
passa in tutta fretta
accanto alla bimbetta.
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Alice – Be’, che c’è di strano?
Non è un fachiro indiano…
No, ma quel coniglietto
ha un panciotto dal taglio perfetto,
e nel taschino un orologio d’oro fino.
Hai mai visto un coniglio così,
con un orologio che fa ticche tacche tic?
coniglio BiAnco – Oh, povero me!
Povero me! Arriverò troppo tardi!…
Guarda, guarda che ore sono! Presto!
Di corsa!
E il Coniglio Bianco riprese a correre,
più veloce di prima.
Alice – Un coniglio che parla non è
poi tanto strano; un coniglio con un
panciotto potrebbe anche passare…
ma che questo coniglio abbia un oro-
logio nel taschino è troppo! Gli cor-
rerò dietro: muoio dalla curiosità…
Al massimo, quando l’avrò raggiun-
to, gli chiederò che ore sono!
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Alice, senza starci troppo a pensa-
re, filò via di corsa dietro al Coniglio Bianco.Alice – È entrato a tutta velocità in quella tana per conigli…
E Alice, senza preoccuparsi minima-
mente di come avrebbe fatto poi a uscire, entrò a sua volta nella tana. Non aveva fatto che pochi passi, quando il terreno le mancò sotto i piedi, e la bambina cominciò a preci-pitare in una specie di pozzo.
Alice – Ma non arrivo mai in fondo? O questo pozzo è molto profondo o io sto cadendo lentamente…
Che strano pozzo era quello!… Le pareti erano piene di scaffali, di libri, di quadri, di armadietti, di carte geo-
grafiche appese alla rinfusa… Alice allungò una mano e prese un vaset-to da una credenzina che le passava
davanti agli occhi in quel momento.
Alice – Vediamo… mmm… marmel-
lata d’arance! Buona!… Avevo giu-sto fame… Oh! Il vasetto è vuoto… Peccato: lo rimetterò su questa men-sola… se lo lascio cadere, potrebbe
ferire qualcuno in fondo al pozzo… Oplà! Ecco fatto!Giù, sempre più giù… per quanto
tempo ancora?Alice – Chissà quanti chilometri ho già percorso?… Avrò già raggiunto il centro della Terra… che dovrebbe
trovarsi a circa… tremila chilometri
di profondità, penso…
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Alice aveva imparato molte cose sul-
la geografia a scuola, ma i numeri
non erano il suo forte, e quindi ave-
va detto la prima cifra che le era pas-
sata per la testa, tanto nel pozzo non
c’erano maestri che la potessero cor-
reggere…
Alice – Sì, sì… ma a che latitudine e
longitudine mi troverò?
A dir la verità, Alice non aveva la mi-
nima idea di che cosa fossero la la-
titudine e la longitudine, ma erano
delle gran belle parolone e suonava-
no così bene!
Alice – Forse attraverserò tutta la
Terra e uscirò dall’altra parte, agli
Antipati… o Antipodi, dove la gente,
è logico, cammina a testa in giù (se la
Terra è veramente rotonda come di-
cono…). Sbucherò in Australia o in
Nuova Zelanda? Quando sarò arri-
vata, chiederò alla prima signora che
incontrerò: « Scusi, signora, questa è
la Nuova Zelanda o l’Australia? »
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E così dicendo Alice cercò di fare un
inchino… Ve lo figurate fare un in-
chino mentre si cade nel vuoto? Sono
sicuro che voi non ne sareste capaci!
Alice – No, no: se faccio una doman-
da simile, penseranno che sono una
bambina davvero ignorante, che non
sa nemmeno in che parte del mondo
si trova… Speriamo che ci sia un car-
tello col nome del Paese scritto sopra!
E Alice continuava a cadere… giù,
giù, sempre più giù… Per scacciare
la noia, non poteva far altro che par-
lare da sola.
Alice – Dina sentirà molto la mia
mancanza…
Dina era la gatta di Alice.
Alice – Speriamo che si ricordino di
darle la sua tazzina di latte questa
sera… La mia Dina! Come mi pia-
cerebbe che fosse qui con me ades-
so!… Però, Dina, guarda che qui non
ci sono topi… Al massimo, caden-
do, cioè volando con me, potresti ac-
chiappare un pipistrello, che è molto
simile a un topo. Ma chissà se i gatti
mangiano i pipistrelli?
E Alice sbadigliò: educatamente, con
la mano davanti alla bocca. Comin-
ciava ad aver sonno, e continuava a
ripetere come una filastrocca…
Alice – I gatti mangiano i pipistrelli?
I gatti mangiano i pipistrelli?
Oppure…
Alice – I pipistrelli mangiano i gatti?
Non sapendo la risposta esatta alla pri-
ma domanda, tanto valeva rivoltarla.
Fatto sta che Alice, fra una domanda e
l’altra, si appisolò… e stava sognando
di passeggiare a braccetto con Dina, e
di chiederle severamente…
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