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LA RIVISTA DI MANAGERITALIAN. 9 SETTEMBRE 2012
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIOPoste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (abbonamento annuo € 16,50)
IN CAMPO PER IL PAESEIN CAMPO PER IL PAESE
••01.COPERTINA 14-09-2012 12:45 Pagina 1
••02.SOMMARIO.3_12 13-09-2012 18:20 Pagina 2
SETTEMBRE 2012 3
Sommario
Editoriale4 La sfida della tripla
rappresentanza
Copertina6 In campo per il Paese
16 I manager al lavoro
Strategia28 Uscire
dall’orticello per innovare
Intervista32 Dave Ulrich
La motivazione nel lavoro?La passione
Lavoro e carriera38 Ripartire alla grande,
senza paura
Società42 La strategia del cogitus
interruptus
Eventi51 Expo Training 2012
Diritto52 Testamento biologico.
Scelta consapevole
InfoMANAGER
Fondo Mario Negri69 Nuove regole
per i mutui ipotecari
Assidir70 Click.family.
Provare per credere
Fasdac72 Pratiche indirette,
novità in arrivo
FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONALDEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
R
Fondo di previdenza Mario Negri
Associazione Antonio Pastore
CFMTCentro di formazionemanagement del terziario
Fondo assistenza sanitaria dirigentiaziende commerciali
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato
LA RIVISTA DI MANAGERITALIAN. 9 SETTEMBRE 2012
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIOPoste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (abbonamento annuo € 16,50)
IN CAMPO PER IL PAESEIN CAMPO PER IL PAESE
Iniziative Manageritalia56 Campioni in Sicilia
Formazione58 Ai confini del mondo
Our point of view 61 #PRIORITALIA
has been founded
RUBRICHE
26 Catturati dalla rete
36 Territori
49 A tu per tu con...
63 Di buon grado
64 Lifestyle
65 Fuori ufficio
66 Libri
67 Lettere
68 ...al fin della licenza, io tocco!
••02.SOMMARIO.3_12 14-09-2012 12:49 Pagina 3
LA SFIDA DELLA TRIP
Il lavoro che stiamo facendo per far crescere il nostro modello di rappresentanza na-sce dalla consapevolezza diffusa della crisi di quelli attuali. Un modello innovativodeve essere il riflesso dei contesti di riferimento che evolvono, da quello interno a quel-
lo esterno, a quello relazionale. Il contesto interno orienta la strategia della politica sindacale/associativa di Manageri-talia. È il risultato di un insieme di elementi: storia, cultura associativa, leader carisma-tici, qualità delle risorse umane, clima, valori agiti, tratti distintivi, successi, sconfitte,senso di appartenenza, membership. Per tutto questo, il modello di rappresentanza diManageritalia deve assolutamente rispondere a criteri di sostenibilità nel tempo.Il contesto esterno, in continua evoluzione, è connotato da una complessità crescente cherichiede una maggiore velocità realizzativa, dalla crisi economica e sociale, da un debitopubblico insostenibile, dall’incapacità del sistema produttivo di fare innovazione diffusa,dalla complessa evoluzione dei modelli relazionali e dei mezzi di comunicazione, dallacrescente precarietà del lavoro, dalle politiche occupazionali e del welfare pubblico, dallevariazioni degli indici demografici. Tutte variabili che richiedono un concreto adeguamen-to del modello di rappresentanza di una classe manageriale pubblica e privata fortemen-te coinvolta.Infine, il contesto relazionale con gli attori della rappresentanza: le parti negoziali e gli al-tri attori sociali, i rapporti con le istituzioni e la politica. Un contesto relazionale che richie-de alla classe manageriale una dimensione sociale riconosciuta per svolgere un ruolo disupporto e influente nelle scelte di interesse della collettività. È impensabile ipotizzare che esistano confini tra i diversi contesti, come credere di poterlimitare l’attività di rappresentanza nell’ambito del proprio contesto di riferimento. Per tutto questo abbiamo pensato a un modello di rappresentanza articolato. Intendiamoagire su tre livelli.
Primo livello: Manageritalia L’impegno di Manageritalia è quello di promuovere, sostenere e tutelare gli interessi dei pro-pri associati attraverso l’azione sindacale e la negoziazione dei sei contratti collettivi nazio-nali di cui è firmataria; la ricerca, lo sviluppo e l’offerta di un’ampia varietà di servizi quali-tativi specificamente mirati alla categoria manageriale e ai familiari. Dobbiamo dare una ri-sposta a questa crisi che ormai è diventata strutturale e che inevitabilmente sta portando aun mutamento delle relazioni sindacali con le nostre controparti. Non possiamo aspettareche la crisi passi, dobbiamo invece cercare sempre soluzioni nuove e innovative.
Secondo livello: Cida - Manager e alte professionalità per l’Italia Cida - Manager e alte professionalità per l’Italia svolge quell’attività lobbistica e istituzio-nale necessaria per contribuire allo sviluppo del Paese e al riconoscimento delle istanze dicategoria occupandosi di temi di portata generale, di carattere sociale, economico e politi-co che coinvolgono il management, ma non solo.
Editorialea cura del presidente Manageritalia
••02.SOMMARIO.3_12 14-09-2012 12:47 Pagina 4
SETTEMBRE 2012 55
Il prossimo appuntamento di Cida - Manager e alte professio-nalità per l’Italia, in autunno, consisterà nella chiamata deglistati generali della categoria e verranno messi a punto gli im-pegni prioritari che costituiranno le linee guida per l’operaredella Confederazione. Si definiranno i temi più importanti daaffrontare e le strategie per attuarli.
Terzo livello #PRIORITALIA A #PRIORITALIA viene affidata l’azione politica generalista:quale contributo possono dare i manager per il futuro e comepossono attivarsi per il bene comune. Fare bene rappresentanza, oggi, significa anche farsi promoto-ri del cambiamento del Paese, mettendo al servizio dell’interes-se collettivo la propria esperienza e le proprie competenze. La “maratona estiva” del 2-5 agosto scorso è stata un sacri-ficio notevole, si è lavorato in giorni tradizionalmente desti-nati al riposo e allo svago, abbiamo rinunciato a parte dellenostre ferie, dedicandole alla riflessione sul bene comune.L’obiettivo del nostro primo incontro era ragionare insiemesu quali siano le priorità su cui il Paese deve concentrarsi percambiare passo, partendo da una nuova visione della politi-ca e del fare politica e dal contributo che i manager e le alteprofessionalità possono dare a questo cambiamento. Con#PRIORITALIA vogliamo realizzare e accentuare con forzae convinzione la discontinuità sul terreno accidentato dellarappresentanza.Dobbiamo passare dalle idee ai progetti, ai fatti. I primi passi con-creti di #PRIORITALIAsi muoveranno verso l’organizzazione afine novembre di un grande evento in cui saranno coinvolti mi-gliaia di colleghi. Da qui ad allora coinvolgeremo tutti coloro chevolontariamente si sono offerti di aiutarci. Vogliamo creare un“contenitore” al cui interno verrà costituita una “scuola” per l’in-dividuazione e la formazione di talenti, la certificazione delle lo-ro competenze manageriali, la verifica dell’azione di chi si vor-rà candidare. Vogliamo costituire un centro studi con l’obiettivodi individuare le best practice di altri paesi che possano essere ri-prodotte in Italia e fornire elementi di analisi per aiutare a for-mulare scelte e progetti più equi e coerenti per la collettività. Lanostra ambizione è quella di mettere a punto soluzioni pratichee generative, capaci di innescare progetti di azione collettiva fon-
dati sulla reciprocità, sulla partecipazione e sulle competenze,partendo ovviamente dalle persone. Partendo da noi. Siamo tutti sempre più consapevoli che, per uscire dalla crisi,sia necessaria una forte assunzione di responsabilità da partedi chi, come i manager e le alte professionalità, ha le possibili-tà e le competenze, e quindi il dovere, di dare il proprio con-tributo al cambiamento. Far concretizzare questa volontà significa mettere a disposi-zione del Paese una visione chiara e precisa del futuro e con-dividere la progettualità necessaria per realizzarla. Per riuscirci Cida - Manager e alte professionalità per l’Italia,Manageritalia e Federmanager ritengono indispensabile(ri)fondare e rafforzare il ruolo di rappresentanza della diri-genza, per proiettarla in una dimensione più dinamica, sup-portando la creazione di una nuova leadership. Il momento storico impone alla nostra comunità una nuovamissione sociale per essere attori nell’indicare soluzioni peruscire dalla crisi e, se necessario, anche in termini di supplen-za al vuoto lasciato dal sistema politico tradizionale.Lo scopo di #PRIORITALIA è quello di far emergere una clas-se manageriale che sia un punto di riferimento per diffonderele competenze che occorreranno, dal 2013 in poi, per ammini-strare la cosa pubblica in una maniera più efficace e diversadall’attuale.Non vogliamo fiancheggiare partiti, liste civiche, nuove coali-zioni. Siamo apartitici, non antipolitici. Le scelte di schiera-mento competono alla libera scelta individuale del cittadino.La politica ha bisogno di volti nuovi, che producano risultati. Noi non siamo interessati all’attuale politica, ma a una nuovapolitica che persegua gli interessi della collettività, che antici-pi e risolva i problemi in fretta. Credo che la comunità del management italiano sia più di mol-te altre titolata, partendo dalle priorità, a proporre una visionechiara e precisa del futuro: una progettualità innovativa e con-divisa per passare dalle idee ai fatti, partendo dalle persone. Noi manager non possiamo continuare a guardare senza senti-re la responsabilità di impegnarci nel rilanciare il nostro Paese.
Guido Carella(guido.carella@manageritalia.it)
IPLA RAPPRESENTANZA
••02.SOMMARIO.3_12 13-09-2012 18:20 Pagina 5
Copertina INCAMPPER ILPAESE
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 6
MPONasce #PRIORITALIA, un movimento apartitico
che aggrega dirigenti, quadri, alte professionalità
e rappresentanti della società della conoscenza per
lavorare a favore del Paese e offrire il meglio del ta-
lento manageriale a cura della redazione
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 7
Copertina
MANAGERITALIA, FEDERMANAGER E CIDA -
MANAGER E ALTE PROFESSIONALITÀ PER
L’ITALIA vogliono creare un nuovo soggetto
sociale e politico e interessarsi della cosa pub-
blica. I manager vogliono dunque “fare politi-
ca”. Nessun nuovo partito, l’Italia non ne ha
certo bisogno. Vogliamo metterci al servizio del Paese e offrire com-
petenze manageriali, progetti ed esperti che possano dare un soste-
gno concreto alla ripresa.
Con questo obiettivo, ambizioso e nobile allo stesso tempo, dal 2 al 5
agosto scorsi le organizzazioni di rappresentanza di dirigenti, quadri
e alte professionalità hanno dato vita a un nuovo soggetto sociale
chiamato #PRIORITALIA.
L’evento ha coinvolto un migliaio di partecipanti (sì, avete letto be-
ne, persone che hanno rinunciato o posticipato le loro ferie estive e
hanno sostenuto le spese per il trasferimento e il soggiorno in hotel),
compresi qualche centinaio in diretta streaming e 40 ospiti apparte-
nenti al nuovo tessuto istituzionale, economico e sociale del Paese.
L’obiettivo dichiarato è evidente: si riparte dalle “priorità”.
L’Italia sta attraversando una fase di forte instabilità economica e po-
litica, per cui è fondamentale assumere nuove e maggiori responsa-
bilità, soprattutto da parte dei manager e delle loro organizzazioni di
rappresentanza. Per troppo tempo non ci siamo occupati della cosa
pubblica. È giunto il momento di farlo, e bene, per portare un cam-
biamento sostanziale. I dirigenti e le alte professionalità possono in-
fatti contribuire portando esperienza, competenza e impegno, con
una nuova missione “sociale” al servizio della collettività.
I temi del primo appuntamento
La volontà di individuare le priorità si è concretizzata in un progetto
che permette di mettere a frutto le competenze e il talento fuori dal-
le imprese, a favore della collettività. #PRIORITALIA vuole infatti es-
sere uno spazio di confronto e riflessione che d’ora in avanti avrà ca-
denza annuale.
Anche in vista delle prossime elezioni, l’edizione di quest’anno si è in-
centrata su come favorire la formazione di una nuova classe politica che,
partendo da competenze specifiche, possa condurre alla “buona politi-
ca”, il presupposto fondamentale per delineare il nostro futuro.
Il debutto di #PRIORITALIAsi è sviluppato nell’arco di quattro giorni, af-
frontando altrettanti temi (vedi alle pagine 16 e seguenti). Primo: l’utilità
della buona politica, ovvero l’affermazione del principio che la politica può
essere buona (in caso contrario si dovrebbe parlare di “antipolitica”) e
SETTEMBRE 20128
••03#prioritalia 14-09-2012 12:54 Pagina 8
COS’È
È nato il 5 agosto #PRIORITALIA, il nuovo soggetto so-
ciale e politico voluto da Cida - Manager e alte profes-
sionalità per l’Italia, Federmanager e Manageritalia, le
organizzazioni di rappresentanza di dirigenti, quadri e
alte professionalità del pubblico e del privato, ma ter-
zo rispetto a esse, perché infatti queste continueranno
a svolgere il loro compito di rappresentanza sindacale
e offerta di servizi professionali e personali.
L’obiettivo è anche fare politica, nel senso di interessar-
si della “res” pubblica. Un movimento non partisan,
apartitico per intenderci, che vuole aggregare tutti i
soggetti della società della conoscenza (manager, alte
professionalità, liberi professionisti ecc.) per lavorare a
favore del Paese.
Come? Partendo dalla politica, cioè offrendo compe-
tenze, progetti “chiavi in mano” e uomini esperti per
aiutare la politica a fare le cose e bene. Infatti, se il
compito della politica, della buona politica, è dare in-
dirizzi e realizzarli, perché questo accada c’è bisogno
anche in Italia dell’apporto della cultura e del model-
lo manageriale, di chi professionalmente si occupa di
far accadere le cose nei tempi e nei costi prestabiliti.
La prima edizione di questo appuntamento annuale
(Roma, 2-5 agosto) ha affrontato quattro temi: la buo-
na politica, il buon politico, le nuove esigenze di parte-
cipazione dei cittadini e le responsabilità dei manager.
9SETTEMBRE 2012
quindi delineare come far sì che lo
sia. Oggetto della seconda riflessio-
ne, dalla politica ai suoi rappresen-
tanti: i politici. Quali sono i confini
del politico ideale? Si possono de-
finire prerogative, competenze e
ambiti di azione di chi fa politica?
Terzo tema, le nuove esigenze di
partecipazione. Oggi più che mai i
cittadini possono ripensare meto-
di, processi, strumenti e linguaggi
per influenzare chi governa. Per fi-
nire, quarto tema, le responsabili-
tà legate al ruolo manageriale. Co-
me i manager e le alte professiona-
lità possono dare il proprio contri-
buto alla buona politica? Seguen-
do questa traccia si è avviata una
discussione ricca di contributi, at-
traverso tavole rotonde, interven-
ti dal pubblico e dal web.
Un ruolo inedito
per il management
La proposta è quindi sicuramente
politica, ma in un contesto come
quello odierno, dove diventa ur-
Per troppo tempo i manager non si sonooccupati della cosapubblica, mentre nelcontesto odierno èfondamentale creare lebasi per un futuro miglioree offrire i presupposti per un cambiamentosostanziale
••03#prioritalia 14-09-2012 12:54 Pagina 9
Copertina
gente contribuire a salvare l’Italia,
servono persone che senza ideolo-
gie di parte operino nell’interesse
comune. Questa è la vera natura
di #PRIORITALIA: innescare un
cambiamento culturale che vuole
��� In questo scenario di cambiamento è sempre più fortel’esigenza di mobilitazione da parte di quei soggetti che non so-no tradizionalmente attori della politica ma spettatori.��� Dobbiamo impegnarci nel diffondere la cultura e il sen-so civico.��� L’economia della conoscenza aiuta la crescita e consentedi costruire una visione sostenibile e impegnarsi a realizzarla.��� Intendiamo la democrazia non solo come esercizio di vo-to, ma anche come disponibilità di spazi per il dibattito e la re-lazione.��� Promuovere la propria esperienza professionale per so-stenere la classe politica.��� La globalità porta a un sistema di totale interdipendenzae per affrontarla occorre specializzazione e integrazione: due di-mensioni su cui è necessario impegnarci per aiutare il Paese.��� Siamo sempre più consapevoli che senza una buona po-litica saremo tutti sconfitti.��� Aprire le istituzioni a un confronto con la società civile.��� Dalle aziende dobbiamo passare a progettare anche peril mondo circostante.
I PRESUPPOSTI DI #PRIOR
I principi indispensabili per sviluppare una buonapolitica: informazione,legalità, trasparenza,inclusione, innovazionesociale, competenza,attuazione (cultura del fare rapidamente),collaborazione(pubblico/privato) e visione
••03#prioritalia 14-09-2012 12:54 Pagina 10
contaminare la politica e il Paese
puntando su una cultura della va-
lutazione dell’operato della politi-
ca (accountability), che deve rende-
re conto responsabilmente della
sua azione (controllo di mandato)
e sulla governance (insieme di re-
gole di ogni livello – delega, con-
trollo, misurazione dei risultati
ecc. – che disciplinano la gestione
di un potere).
Dai quattro giorni di intenso lavo-
ro sono emerse ben 208 idee pro-
gettuali. Alcune, come è prassi per
i manager, già a livello avanzato di
progettazione e presto saranno se-
lezionate per priorità d’intervento.
Idee nate in coerenza con i nove
principi indispensabili per svilup-
pare una buona politica emersi
dall’analisi ad ampio spettro effet-
tuata in precedenza sulle proposte
e richieste della società civile negli
ultimi due anni: informazione, le-
SETTEMBRE 2012 11
��� Selezionare e reclutare dei politici secondo i principi del-l’eccellenza e del merito legati al ruolo.��� Contribuire al rinnovamento dei partiti promuovendo uncontatto costante.��� Creare una cultura della valutazione dell’operato del po-litico (accountability, rendere conto responsabilmente).��� Porre attenzione ai numeri, ai risultati e all’efficienza inquanto espressione della potenzialità del territorio e della co-munità.��� Creare alleanze con la società civile.��� Il tema dei talenti non è nelle agende politiche: il model-lo manageriale consente di fare programmi per l’accesso, lavalutazione e la gestione dei talenti del Paese.��� Abbiamo capacità realizzativa e contatto con la quoti-dianità... sappiamo fare: trasformiamo le strategie in azioni erisultati.��� Garantire spazi e tempi per dedicarsi alla politica oltreche al lavoro.��� La politica deve tornare a essere il luogo delle decisionie delle competenze.
��� Censimento dei manager e certificazione dellecompetenze da mettere a disposizione della politica.��� Certificazione delle competenze manageriali degliamministratori pubblici e dei politici.��� Valorizzazione dei giovani talenti con stimoli, sup-porti e incentivi alla loro espressione nella società.���Costituzione di team di manager che si occupino
di garantire efficienza e concretezza ai progetti delle am-ministrazioni locali.
��� Scuola di formazione manageriale per i politici.��� Impegno della dirigenza a supporto delle associa-zioni non profit (1.000 manager per 100 progetti).��� Creazione di un osservatorio/centro studi per il mo-nitoraggio e la rendicontazione degli effetti delle decisionipolitiche (che dovrà anche valutare la coerenza tra promes-se elettorali e realizzazione di partiti e/o singoli politici).��� Piano di marketing politico del territorio Paeseper attrarre investitori e nuovi partner economici.
ORITALIA
I PROGETTI PRINCIPALI EMERSI A #PRIORITALIA
Per ulteriori approfondimenti e aggiornamento dei lavori: www.manageritalia.it
••03#prioritalia 14-09-2012 12:55 Pagina 11
SETTEMBRE 201212
Copertina
galità, trasparenza, inclusione, in-
novazione sociale, competenza, at-
tuazione (cultura del fare rapida-
mente), collaborazione (pub-
blico/privato) e visione.
Siamo partiti da questi punti fermi
per definire priorità e modalità per
concretizzare progetti e azioni.
#PRIORITALIA si basa su questi
principi, e qui sta uno degli aspetti
fortemente innovativi della propo-
sta: certificare chi vorrà candidarsi
alle prossime elezioni, che questi
sia un manager o un soggetto ap-
partenente ad altri movimenti e/o
partiti. Oltre alla certificazione, tan-
ti i progetti che saranno a breve svi-
luppati dal nuovo soggetto, in pro-
prio o in sinergia con altri. Tra i più
innovativi, la creazione di un osser-
vatorio/centro studi per il monito-
raggio e la rendicontazione degli
effetti delle decisioni politiche, che
dovrà anche valutare la coerenza
tra promesse elettorali e realizza-
zioni di partiti e/o singoli politici.
Poi una scuola di formazione ma-
nageriale per i politici, la costituzio-
ne di team di manager da mettere
al servizio delle amministrazioni
locali per la realizzazione di proget-
ti sul territorio, l’impegno della di-
rigenza a supporto delle associa-
zioni non profit (1.000 manager per
100 progetti). Inoltre, un grande
progetto nazionale per la valoriz-
zazione dei giovani talenti con sti-
moli, supporti e incentivi alla loro
espressione nella società e un piano
di marketing politico del territorio
Paese per attrarre investitori e nuo-
vi partner economici.
I prossimi passi
#PRIORITALIA sarà lo strumento
di Cida - Manager e alte professio-
nalità per l’Italia, una risorsa al ser-
vizio del Paese. Presto si riuniran-
no i vertici delle organizzazioni
fondanti, dialogando anche a livel-
lo territoriale con la base associati-
va. È inoltre in programma un’assi-
se pubblica per coinvolgere molti
manager e alte professionalità e
dialogare con tutti, ma soprattutto
con i soggetti dell’economia della
conoscenza. Così diamo rappre-
sentanza e voce a quelle centinaia
di migliaia di manager che fanno
funzionare le aziende tutti i giorni.
Quelli che tutti gli italiani incontra-
no quotidianamente sul pianerot-
tolo di casa o con i quali lavorano
dentro o fuori le aziende, che è ora
siano riconosciuti come soggetto
sociale ed economico importante
non solo per far funzionare le
aziende, ma anche per aiutare il
Paese a cambiare e crescere. Insom-
ma, #PRIORITALIA è l’alternativa
all’antipolitica e alla vecchia politi-
ca, è “oltre la politica”, per un con-
tributo vero a supporto della socie-
tà. Non è un movimento schierato,
ma guarda a un nuovo modello di
governance dell’Italia che poggia
su competenze e cultura del realiz-
zare e del dare.
Gli attuali modelli di rappresen-
tanza e partecipazione hanno fatto
il loro tempo e oggi servono nuovi
soggetti e nuove modalità e una
volontà di dialogare e lavorare con
tutti, soprattutto con i giovani. Me-
ritocrazia, valorizzazione del ta-
lento, cultura della responsabilità
sono i valori che provengono dalla
nostra esperienza professionale e
ora vogliamo metterli al servizio
del Paese. Aumentando la mana-
gerialità nelle imprese, perché pos-
sano competere al meglio, portan-
dola nel governo della cosa pubbli-
ca, perché abbiamo davanti anni
difficili e nei quali si potrà solo ope-
rare con risorse scarse e in modo
sostenibile. Per questo siamo quel-
li che più di tutti hanno forte coe-
renza di interessi tra obiettivo ge-
nerale e particolare: solo una ripre-
sa della crescita economica può da-
re un futuro alla classe manageria-
le, ma soprattutto al Paese. La cre-
scita è in fin dei conti l’obiettivo fi-
nale e vero di #PRIORITALIA,
l’unica strada per andare verso un
benessere diffuso, per garantirci
giustizia sociale, solidarietà, inclu-
sione, insomma un Paese migliore,
quello che tutti vogliamo per noi e
per i nostri figli. �
#PRIORITALIA èl’alternativa all’antipoliticae alla vecchia politica: è “oltre la politica”, per un contributo vero asupporto della società. Non è un movimentoschierato, ma guarda a un nuovo modello di governance dell’Italia
••03#prioritalia 14-09-2012 12:55 Pagina 12
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 13
SETTEMBRE 201214
LA PARTECIPAZIONE ONLINEIl web è stato senz’altro protagonista dell’evento #PRIORITALIA e conti-nua a essere uno strumento per un dialogo ricco e stimolante sui temiaffrontati. Dalla diretta streaming durante i quattro giorni, seguita daqualche centinaia di visitatori, alle decine di messaggi arrivati via email,fino ai commenti sul blog crisiesviluppo.manageritalia.it e sulla paginaFacebook di Manageritalia. Twitter ha fatto il boom: oltre 300 tweet invia-ti con l’hashtag #PRIORITALIA!
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 14
� Il convegno sui nuovi dirigenti
� Dai manager la scossa alla politica� È tempo di buona politica: i manager e #Prioritalia� Vanno bene le buone intenzioni, ma serve una visione
� Dalle idee al progetto
� Cos’è #Prioritalia, il nuovo soggetto politico dei manager
� Crisi / Federmanager e Manageritalia, nasce #Prioritalia� Federmanager e Manageritalia: noi zitti troppo a lungo, ora ci
mettiamo al servizio del Paese
� Manager: necessarie nuove rappresentanze� Con #Prioritalia i dirigenti ripartono da priorità e buona politica
� Manager in pista con #Prioritalia
� I manager scendono in campo
� Competenze manageriali per la crescita del Paese� #Prioritalia. I manager ripartono dalle priorità
� I manager e il metodo aziendale applicato a politica e istituzioni
� Eventi Manageritalia: #Prioritalia 2012 a Roma dal 2 al 5 agosto
� I manager scendono in campo, pronti 208 progetti per l’Italia� Federmanager e Manageritalia lanciano #Prioritalia� "Efficienza, merito, obiettivi". La nuova Italia dei manager
� #PRIORITALIA - TG1 - 3 agosto 2012
� Crisi / Manager, le priorità per tornare alla buona politica
ALCUNE DELLE USCITE SUI MEDIA
ROMA, 2-5 AGOSTO 2012 - PRIMO INCONTRO #PRIORITALIA
� I dirigenti vogliono contribuire alla buona politica
seguici su
Per approfondimenti: www.manageritalia.it >> Iniziative ed eventi >> Prioritalia >> Prioritalia 2012 - Press
L’IMPEGNO DELLA DIRIGENZA
ITALIANA PER IL FUTURO
DEL PAESE
� Una buona politica per ripartire� Più management per creare lavoro
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 15
SETTEMBRE 201216
Copertina / 2
ROMA, 2-5 AGOSTO
I MANAGER AL LAVORO
Quattro giornate intense nella sala congres-si dell’Hotel Sol Meliá di Roma. Per chi si èperso l’evento, ecco la cronaca con alcuniinterventi dei numerosi ospiti. Il pubblico insala ha preso spesso la parola con consiglie proposte innovative
Giovedì 2 agostoUNA NUOVA CULTURADELLA RESPONSABILITÀ
L’apertura dei lavori
Il giornalista Oscar Giannino mode-
ra la tavola rotonda di apertura.
Guido Carella, presidente di Mana-
geritalia, dichiara fin dall’inizio che
«è necessario aprire il dialogo a tut-
ti gli attori sociali, non solo a mana-
ger e alte professionalità, affinché la
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••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 16
SETTEMBRE 2012 17
politica ritorni buona e capace di
offrire a tutti un futuro migliore. I
manager non possono più solo fare
bene il loro lavoro in azienda, ma
vogliono prendersi la responsabili-
tà e l’impegno di mettere le loro
competenze al servizio del Paese».
L’assemblea commenta quindi i
principi della buona politica, deli-
neati sulla base di un’analisi ad am-
pio spettro, effettuata su diversi ti-
pi di media, a partire dalle richieste
della società civile negli ultimi me-
si. Principi portanti, declinati e con-
testualizzati.
Per Mattia Diletti (politologo, Uni-
versità La Sapienza) «il tempo dei
think tank è finito. I contenitori di
pensiero legati allo scoppio di una
crisi oggi devono lasciare spazio
al connubio tra competenze e
idee. Serve trovare gli strumenti e
le capacità per portare le persone
giuste nel luogo giusto». Simona
«È necessario aprire il dialogo a tutti gli attori
sociali, non solo a managere alte professionalità,
affinché la politica ritornibuona e capace di offrire
a tutti un futuro migliore»
Guido Carella
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SETTEMBRE 201218
Copertina / 2
Aldrovandi (analista media, Os-
servatorio di Pavia) invece fa no-
tare come oggi la politica sia on-
nipresente nei media italiani (cir-
ca un terzo dei telegiornali nazio-
nali è dedicato a questo tipo di in-
formazioni), ma di fatto si risolve
in uno sterile chiacchiericcio. Si
parla di intenzioni, mai di azioni,
e il focus è sempre la critica del-
l’avversario. Giorgio Ambrogioni
(presidente Federmanager) ricor-
da i risultati di un’indagine com-
missionata al sociologo Renato
Mannheimer: «I manager sono
giudicati competenti ma egoisti.
Le loro organizzazioni oggi han-
no per la prima volta una mission
valoriale». Secondo Silvestre Ber-
tolini (presidente Cida - Manager
e alte professionalità per l’Italia)
dobbiamo lavorare con gli im-
prenditori, ma allo stesso tempo
affiancare i politici, a maggior ra-
gione quando questi si occupano
di mercato del lavoro (ma non so-
lo, poiché le nostre competenze
sono trasversali).
Così Alessandro Cattaneo (sindaco
di Pavia e vicepresidente Anci - As-
sociazione nazionale comuni ita-
liani): «Il dirigente pubblico deve
mettere in pratica le linee di indi-
rizzo fortemente orientate al-
l’obiettivo. Non è da guardare in
maniera negativa che un ammini-
stratore si porti con sé 2 o 3 uomi-
ni esperti di cui si fida. Spesso si
trova davanti mille step prima di
arrivare al risultato. Non deve se-
guire “la pancia” del cittadino che
lo porterebbe a delle derive ecces-
sive, ma agire con senso di respon-
sabilità». Per l’imprenditore Gior-
gio Gori «la convivenza tra pubbli-
co e privato è spesso difficile, se le
organizzazioni dei manager inten-
dono portare avanti gli interessi
generali del Paese la loro è un’ope-
«Occorre non pensaresolo ai diritti ma anche ai doveri. Occorre crederein qualcosa, ricoinvolgere,e poi decidere»
Nicola Zingaretti
Mattia Diletti, politologo, Università La Sapienza.Nella foto a fianco, l’imprenditore GiorgioGori, il giornalista Oscar Giannino e Alessandro Cattaneo,sindaco di Pavia e vicepresidente Anci.
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ra meritoria. Io ho fatto per anni gli
interessi della mia azienda ma poi
ho deciso di dedicarmi agli interes-
si della collettività. Abbiamo assi-
stito al progressivo decadimento
della cosa pubblica senza fare nul-
la. Voglio un cambiamento forte, la
linea di frattura di oggi è molto più
seria di quella del ’92-’93».
Venerdì 3 agostoGUARDARE AL FUTURO
Dibattito sui temi “Affermare l’utilità
della buona politica” e “Definire i con-
fini del politico ideale”
Molti gli interventi dal pubblico.
Nell’arco di un’ora sono emerse
ben 93 proposte, un grande risulta-
to. Il giornalista Giuliano Giubilei in-
troduce la seconda giornata di la-
vori e afferma che «rispetto a qual-
che anno fa cresce il numero delle
persone che hanno voglia di conta-
re di più nelle scelte del Paese. La
buona politica è anche questo: met-
tere a disposizione dei cittadini la
possibilità di collaborare». Stefano
Cordero di Montezemolo (presiden-
te Aimba, Associazione italiana de-
gli Mba) esprime un concetto chia-
ve: la trasposizione dell’approccio
«Oggi il settore dellacooperazione è forse meno
efficiente ma più efficace e responsabilizzante.
È importante lapartecipazione degli
individui»
Giangi Milesi
Qui accanto, Stefano Cordero di Montezemolo,presidente Aimba,Enrico Giovannini,presidente Istat. Sotto, da sinistra,Simona Aldrovandi,analista media,Osservatorio di Pavia eSergio De Luca,direttore centralecomunicazioneConfcommercio
••03#prioritalia 14-09-2012 12:59 Pagina 19
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manageriale nella politica. Guar-
dare la politica con uno sguardo da
manager e quindi lavorare per
obiettivi, con una strategia chiara e
definita, questa la nuova sfida. Ag-
giunge inoltre che la politica spes-
so non ha il concetto della scarsità
delle risorse disponibili. Avrebbe il
dovere di utilizzarle nel modo più
efficiente possibile, non più nella
logica dei finanziamenti a pioggia,
ma selezionandole per produrre
valore e competere sul mercato in-
ternazionale. Giovanni Savini (vice-
presidente Associazione classi di-
rigenti pubbliche amministrazio-
ni) ribadisce che «c’è un grande po-
tenziale inespresso nella pubblica
amministrazione a cui non viene
data la possibilità di manifestarsi».
Stefano Colarieti (managing direc-
tor Consenso) non usa mezzi ter-
mini: «La buona politica deve recu-
perare una funzione di servizio e
rimboccarsi le maniche! Le elezio-
ni del 2013 saranno di rilevanza
strategica per il nostro futuro. Il
mio auspicio è che si lavori poi in
una prospettiva europea. Noi non
siamo un’isola abbandonata nel-
l’oceano. L’Europa non può essere
strumentalizzata per ottenere con-
senso, ma deve essere il punto di ri-
ferimento e l’ambito per prendere
le decisioni cruciali». Sergio De Lu-
ca (direttore centrale comunicazio-
ne Confcommercio) constata che
«la politica in Italia è pervasiva.
Tutti gli editori sono contaminati
da interessi politici e questo ha una
conseguenza grave, ovvero che
non esiste la separazione tra fatti e
opinioni e che il dialogo si fa sui
giornali, abbandonando spesso la
concertazione». Alessandro Rosina
(docente Università Cattolica, pre-
sidente iTalents) non fa sconti a
nessuno: «La cattiva politica guar-
da al mantenimento del potere e
non ha visione del futuro. Il potere
è condizionabile da interessi di
parte. Intende convincere attraver-
so le promesse e non con i risulta-
ti. La politica dovrebbe essere
un’attività a tempo. Occorrono un
ricambio generazionale, nuove ri-
sposte, nuove visioni, partecipa-
zione dal basso. Serve una cultura
«Occorre avere la forza di dire no al politico di mestiere»
Alberto Brambilla
Da sinistra, Giovanni Savini, vicepresidenteAssociazione classi dirigenti delle pubblicheamministrazioni, Stefano Colarieti, managing directorConsensoe Davide Rubini, vicepresidente dell’associazione Rena.In basso, Lino Busà,presidente nazionaleSos Impresa e Giovanni Moro, presidente Fondaca.
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 20
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della valutazione della politica: ca-
pire se è buona (se raggiunge dei
risultati) o cattiva (se vengono fat-
te solo promesse). Il contributo del-
la dirigenza può produrre rifles-
sioni utili. I manager devono con-
taminare la politica». Lino Busà
(presidente nazionale Sos Impresa,
nata per difendere la libera inizia-
tiva imprenditoriale contro racket
e criminalità organizzata) affronta
in modo coinvolgente il tema della
legalità, sottolineando che l’econo-
mia criminale è difficilmente di-
stinguibile da quella legale in Ita-
lia. La legalità dovrebbe essere un
punto prioritario dell’agenda poli-
tica. Oggi è relegato invece agli ul-
timi posti della funzione pubblica.
Enrico Giovannini (presidente Istat)
ricorda che non a caso parole come
accountability (rendere conto di
quanto si fa con responsabilità) e
governance (insieme di regole di
ogni livello) sono intraducibili nel
parlare e nella prassi della politica.
La buona politica serve per supe-
rare gli ostacoli e uscire dalla crisi
ma è faticoso assumersi la respon-
sabilità di cambiare. Aggiunge poi
che «la priorità è la conoscenza.
Occorre imparare a vivere con i di-
sastri incombenti ma senza perde-
re la speranza. Quel che desidera-
no gli italiani è assicurare un futu-
ro ai figli e fare di più per non ave-
re crisi di coscienza».
Nel pomeriggio si susseguono
una serie di interventi ugual-
mente apprezzati, come quello di
Alberto Brambilla (esperto di po-
litiche di welfare), tra i più vicini
al pensiero di Manageritalia.
Brambilla fa esempi di pancia. Il
buon politico deve avere cono-
scenza dell’organizzazione com-
plessa. Occorre avere la forza di
dire no al politico di mestiere.
Continua Giovanni Moro (sociolo-
go politico): «Siamo nel mezzo di
una profonda trasformazione e ci
sono troppi attori che esercitano
potere e influenza senza essere
legittimati. Non esistono politi-
ci/manager/imprenditori idea-
li, perché tutto è relativo ai tem-
pi e alle circostanze. Occorre ri-
costruire un contatto con la citta-
dinanza e il territorio. Ma stanno
emergendo forme di partecipa-
zione civica non nel senso tradi-
zionale e questo è un segnale cer-
tamente positivo». Gianluca Co-
min (direttore relazioni esterne
Enel) ci dà una definizione del
“buon politico”: «È colui che vie-
ne scelto, che ha capacità di vi-
sione e di creare consenso. Dopo
sei mesi nessun governo mantie-
ne il consenso come quando è
eletto». Per Andrea Tomasi (presi-
«Occorre imparare a vivere con i disastri
incombenti ma senzaperdere la speranza.
Quel che desiderano gliitaliani è assicurare
un futuro ai figli e fare di più per non avere
crisi di coscienza»
Enrico Giovannini
Nella foto da sinistra, Alberto Brambilla,esperto di politiche di welfare, Massimo Mascini, giornalista,esperto di rappresentanza socialee Gianluca Comin, direttore relazioni esterne Enel.
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 21
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dente Fondazione architetti, in-
gegneri e liberi professionisti
iscritti a Inarcassa) «se vogliamo
ancora avere delle possibilità
dobbiamo coinvolgerci. I mana-
ger, così come gli architetti, gli in-
gegneri, i liberi professionisti che
non hanno rifiutato la politica
ma l’hanno sempre guardata con
distacco, con snobismo, sono una
massa critica forte e con compe-
tenze che possono essere messe
al servizio del Paese».
Secondo Nicola Zingaretti (presiden-
te Provincia di Roma) occorre non
pensare solo ai diritti ma anche ai
doveri. Occorre credere in qualco-
sa, ricoinvolgere, e poi decidere.
Laura Pennacchi (Fondazione Bas-
so - Scuola per la buona politica)
sottolinea che siamo «in una fase
in cui occorre la mobilitazione di
tutte le forze della società per ria-
prire un sentiero di speranza.
D’altro canto i manager sono un
perno dell’economia e devono far
fronte a carenze profonde da par-
te di chi ci ha governato nel corso
degli ultimi decenni. L’iniziativa
di #PRIORITALIA è un segno di
riscossa e di accensione di una
passione per i valori più nobili
della politica».
Sabato 4 agostoDAL CONTESTO GENERALEA QUELLO PARTICOLARE
Dibattito sui temi “Soddisfare le
nuove esigenze di partecipazione” e
“Assumere responsabilità adeguate
al ruolo manageriale”
Dario Di Vico (vicedirettore Corrie-
re della Sera), nell’introdurre la ta-
vola rotonda, lancia una serie di
provocazioni condivisibili. «La
parola “partecipazione” è datata,
non mi piace. Siamo in una crisi
con aspetti inediti, si propongo-
no messaggi vecchi cent’anni. È
sbagliato dare enfasi sul cambia-
mento politico nel nostro dibatti-
to. Siamo un Paese ultra politi-
cizzato. Pensiamo che le soluzio-
ni siano sempre del mondo poli-
tico, ma non ci sono le condizio-
ni per un forte cambiamento. Ab-
biamo invece una società molto
viva. Cosa fa questa società? Si
responsabilizza, come del resto
state facendo voi». Per Michele
Carugi (esperto di relazioni indu-
striali) bisogna partecipare in
maniera più attiva. «La classe
manageriale finora si è astenuta,
ma ha le caratteristiche culturali
e professionali per scendere in
campo. I manager devono mette-
re a supporto della politica le lo-
ro capacità». Massimo Mascini
(giornalista, esperto di rappre-
sentanza sociale) afferma che
#PRIORITALIA è la dimostra-
zione che dentro la società civile
ci sono pulsioni forti in grado di
dare una sferzata alla politica. «È
proprio questo mix sano tra so-
Da sinistra, Marcello Bruni, direttore comunicazione BoeingItalia Sud Europa eIsraele, Giangi Milesi,presidente dell’associazione umanitaria Cesvi, con Vittorio Emanuele Parsi, docente universitario, editorialista ed espertodi relazioni internazionali e Maurizio Tarquini, direttore generaleUnindustria.
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 22
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cietà civile e politica che mi pia-
ce evidenziare». Graziano Delrio
(sindaco di Reggio Emilia, presi-
dente Anci) non ha dubbi: «Ab-
biamo bisogno di buone notizie,
di buone analisi, ma anche di far
seguire i fatti alle analisi e non da
altre analisi. Una mentalità più
anglosassone e rigorosa che dice
“bene, questi sono i problemi, in-
tanto ne affrontiamo uno, vedia-
mo in quanto tempo lo risolvia-
mo”, è un metodo che manca nel-
la politica latina».
Giangi Milesi (presidente dell’asso-
ciazione umanitaria indipendente
Cesvi - Cooperazione e sviluppo)
afferma che «oggi il settore della
cooperazione è forse meno effi-
ciente ma più efficace e responsa-
bilizzante. Partecipazione degli in-
dividui, più considerazione del
merito e responsabilità sono sem-
plici misure di coinvolgimento che
vanno colte e diffuse. È questo uno
dei messaggi di #PRIORITALIA».
Per Vittorio Emanuele Parsi (docen-
te universitario, editorialista ed
esperto di relazioni internazionali)
il nostro progetto non ha come sco-
po la rivendicazione. La politica è
il futuro. Oggi invece non si discu-
te più della proposta per il futuro.
«Assistiamo a un McDonald’s del-
le idee in cui si è esaurito il dibatti-
to pubblico italiano perché non si
discute della proposta politica, ci si
dà addosso in maniera sterile. In
Italia, del resto, non c’è troppa po-
litica ma troppi partiti e politici. At-
tivarsi vuol dire decidere e prende-
re responsabilità». L’entusiasmo di
Maurizio Tarquini (direttore genera-
le Unindustria) si traduce in queste
parole: «La sala piena e il vivace di-
battito che è in corso dimostrano
un grande senso della collettività,
un segnale forte e straordinario per
un Paese che soffre di individuali-
smo e che ha bisogno di “corpi in-
termedi” come il vostro per anda-
re avanti, per attuare processi di
sintesi». Davide Rubini (vicepresi-
dente dell’associazione Rena, Rete
per l’eccellenza nazionale, anima-
ta da giovani che operano nel pub-
blico e nel privato) porta l’entusia-
smo dei giovani talentuosi, degli
italiani che anche dall’estero vo-
gliono cambiare il nostro Paese se-
condo la logica della meritocrazia
e dell’onestà. Grazie a valori come
apertura, responsabilità, traspa-
renza ed equilibrio.
Nel pomeriggio la conduzione di
Andrea Pancani (giornalista, con-
duttore Omnibus La7) si rivela bril-
lante e coinvolgente, anche grazie
agli ospiti della tavola rotonda. «In
un’era caratterizzata dall’avidità»,
dice Pancani, «la dirigenza al ser-
vizio del Paese è espressione di un
impegno sociale assolutamente
controcorrente». Imma Battaglia
(sales director and partner Mewa-
re) è un esempio concreto della ma-
nagerialità applicata al mondo del-
l’impegno civile (da anni si batte
contro le discriminazioni, in parti-
colare delle persone omosessuali,
attraverso l’associazione Di’Gay
Project, di cui è presidente). «Sen-
za la responsabilità e l’etica» affer-
ma «non si può contribuire al cam-
biamento. Fare politica non signifi-
ca guadagnare con la politica. Io
stessa mi sono vista sfumare op-
portunità professionali perché as-
sociata a un impegno che però era
di tipo volontaristico». Marcello
Bruni (direttore comunicazione Bo-
eing Italia Sud Europa e Israele)
parla di internazionalizzazione e
multiculturalismo: «Occorre re-
sponsabilizzare i manager in ambi-
to internazionale, aiutarli a opera-
re in realtà differenti da quella del
loro Paese». Mauro Dimitri (presi-
«Senza la responsabilità e l’etica non si può
contribuire alcambiamento. Fare politica
non significa guadagnarecon la politica»
Imma Battaglia
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 23
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dente World Foundation of Urolo-
gy Ong) evidenzia come «in un pe-
riodo della dittatura dell’austerity i
manager contrappongono all’avi-
dità la società civile. Oltre all’asso-
luta consapevolezza del momento
che stiamo vivendo, dimostrano di
avere una vision, uno scenario».
Marina Salamon (imprenditrice) è
un altro modello di management e
imprenditoria che ha puntato l’ac-
cento sulla meritocrazia, stigma-
tizzando il nepotismo. «I manager
possono e devono essere al servi-
zio della collettività perché sanno
essere concreti e far funzionare le
cose. La classe imprenditoriale de-
ve smetterla di sottovalutare i ma-
nager. Sogno un mondo in cui ma-
nager e imprenditori si mettano
insieme al servizio della collettivi-
tà». Carlo Stagnaro (giornalista, di-
rettore Centro studi Istituto Bruno
Leoni) si è soffermato sulla neces-
sità di legare la retribuzione alle
performance professionali, anche
nel caso di posizioni simili, e quin-
Da sinistra, Imma Battaglia, sales directorand partner Meware con Mauro Dimitri, presidente World Foundation of UrologyOng. A fianco, CarloStagnaro, giornalista,direttore Centro studiIstituto Bruno Leoni. In basso, un tavolo di lavoro e Luca Fenati, managing partner Fluxus Hr.
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 24
SETTEMBRE 2012 25
di ha richiamato ancora una volta
il concetto di meritocrazia. Per Lu-
ca Fenati (managing partner Flu-
xus Hr) «siamo qui perché sentia-
mo un senso di responsabilità,
perché nel nostro lavoro siamo co-
stretti a puntare all’eccellenza e
nel mondo manageriale constatia-
mo che c’è una grande quantità di
competenze che non vengono uti-
lizzate quando si tratta di gestire
la cosa pubblica». Secondo l’eco-
nomista Tito Boeri «la classe mana-
geriale può aiutare il Paese a fare
quel salto di qualità di cui neces-
sita, anche nella pubblica ammini-
strazione. Il contributo di idee di
#PRIORITALIA è costruttivo.
Certo, è importante considerare i
vincoli di bilancio, siamo tutti
coinvolti in un piano di risana-
mento dei conti pubblici, ma è
fondamentale che anziché prote-
ste e rivendicazioni vengano for-
mulate delle proposte concrete
con una buona dose di fattibilità».
Domenica 5 agosto BILANCIO DI UN INCONTRORIVOLUZIONARIO
L’editorialista Antonio Polito defi-
nisce #PRIORITALIA un incontro
“rivoluzionario” e fa una consta-
tazione: «Chiunque in Italia vo-
glia rimboccarsi le maniche incro-
cia la politica. C’è un sistema ste-
rile che occupa la gestione della
cosa pubblica. Tutte queste propo-
ste per passare devono penetrare
questo muro. Noi dobbiamo fare
questo lavoro di rinnovamento
della politica innanzitutto perché
dobbiamo portare competenze ai
politici. Il governo dei tecnici in
Italia sembra una cosa ecceziona-
le. Nelle amministrazioni ameri-
cane è normale scegliere nella po-
litica manager d’azienda, docenti
universitari, finanzieri. La compe-
tenza al potere non è eccezionale,
non è fuori dall’ordinario. È anche
una questione di valori, di visio-
ne, di idee della società che abbia-
mo. Il problema in Italia non è che
abbiamo una classe dirigente in-
competente, ma è stabilire chi sia-
mo e cosa vogliamo fare, che par-
te vogliamo interpretare nel mon-
do. Il vostro lavoro, a differenza di
altre categorie, si identifica con
l’interesse nazionale. Per il diri-
gente d’azienda è importante che
l’azienda vada bene. Occorre la-
vorare sui talenti. Non tanto sui
cervelli in fuga, ma su quelli che
rimangono qui. La società civile
può e deve partecipare».
Le conclusioni spettano a Giorgio
Ambrogioni e Guido Carella, che
hanno fortemente voluto con le lo-
ro organizzazioni la nascita di
#PRIORITALIA . «Abbiamo degli
obiettivi. Il primo è dare un’anima
a questa neonata Cida - Manager e
alte professionalità per l’Italia. Il
secondo è contaminare la politica.
#PRIORITALIAnon può che esse-
re un soggetto terzo. A chi si rivol-
ge? A tutti. È uno strumento, un
veicolo. Occorre selezionare i no-
stri uomini, formarli, certificarli.
Sviluppare servizi a supporto di
questi obiettivi». �
I tre presidenti delle associazioni fondatrici di #PRIORITALIA: GuidoCarella (Manageritalia)Silvestre Bertolini (Cida - Manager e alte professionalità per l'Italia) e Giorgio Ambrogioni(Federmanager).
Si ringrazia lo sponsordella convention
«La classe managerialepuò aiutare il Paese a fare quel salto di qualità di cui necessita, anche nella pubblicaamministrazione. Il contributo di idee di #PRIORITALIA è costruttivo»
Tito Boeri
••03#prioritalia 13-09-2012 18:08 Pagina 25
M
SETTEMBRE 201226
cattu
rati
CATTURATI DALLA RETE
Made in Italy è in tutto il mondo si-nonimo di qualità ed eleganza. Nelnostro paese è fonte di orgoglio na-zionale. Secondo Wikipedia è il ter-zo marchio per notorietà dopo CocaCola e Visa.Disponiamo quindi di un patrimonioeconomico, culturale e di immaginedi grande valore e pertanto da pre-servare. In questa direzione vanno al-cune leggi per la tutela del Made inItaly, come quella dell’aprile 2010che stabilisce le disposizioni sullacommercializzazione di prodotti tes-sili, della pelletteria e calzaturieri. Di recente, a ridestare l’attenzione ealimentare le discussioni online suquesto tema è stata la sentenza diForlì di luglio; una sentenza che ha vi-sto la battaglia di una nota aziendaitaliana del settore arredamento con-tro il “meid in italy”, ovvero il Madein Italyprodotto da manodopera stra-niera a basso costo, terminata con lacondanna delle imprese che, abbat-tendo in questo modo i costi di pro-duzione, riescono ad acquisire unascorretta competitività sul mercato.In un anno, da agosto 2011 a luglio2012, oltre 50mila messaggi riguar-danti il Made in Italy sono stati con-divisi online su blog, forum, gruppi,siti di video e image sharing, Twittere social network. Acquistare prodot-ti italiani o scegliere quelli stranieri aun prezzo competitivo? Quanto con-ta la provenienza e quanto l’effetti-va qualità del prodotto?Uno dei temi più caldi in rete è pro-prio quello della garanzia del mar-chio e delle norme che ne discipli-nano l’impiego. Significativo ilcommento di un utente che affer-ma: «Il discorso del made in... è de-licato, a volte basta anche che una
tappa della produzione di un pro-dotto elaborato magari in Bangla-desh venga eseguita in Italia, perpoterci scrivere sopra Made in Ita-ly. Non mi fido. Ci vuole più traspa-renza, e sta a noi consumatori esi-gerla (...)». Sono soprattutto gli uo-mini a esprimere questo tipo di per-plessità e ne parlano principalmen-te su fonti finanziare e sportive. Equalche volta emerge una non pre-cisa conoscenza di cosa effettiva-mente significhi la denominazione.
Enogastronomia originaleIn questi anni economicamente dif-ficili, il Made in Italy può costituireuna preziosa arma anticrisi. Il setto-re enogastronomico nazionale statraendo ossigeno dalla domandache proviene dall’estero. Secondoun’indagine Coldiretti-Coop, è ita-liano un piatto di pasta su quattroconsumati nel mondo. E infatti, ol-tre un quarto delle conversazionionline riguardano i prodotti enoga-stronomici. La rete, attraverso iblog, diventa uno strumento per ladivulgazione di notizie su eventi einiziative per la promozione di pro-dotti locali sia in Italia che all’este-ro. Online trovano spazio l’informa-zione e il dibattito dello stato eco-nomico del settore: in questi ultimimesi viaggia online l’aggiornamen-to circa i danni causati dal terremo-to alla preziosa produzione di Par-
Cristina Papini
MADE IN ITALY:LA VOCEDELLA RETE
Nielsen è un’azienda globale con posi-zione di leadership nelle misurazioni einformazioni di marketing relative aconsumer, retail, advertising, televisio-ne, internet, mobile e altri media. È pre-sente in oltre 100 paesi con sedi a NewYork, Usa e Diemen, Olanda. CristinaPapini è research & analitics director.Per maggiori informazioni: www.niel-sen.com/it.
••04CATTURATI_RETE 13-09-2012 17:38 Pagina 26
SETTEMBRE 2012 27
migiano Reggiano e Grana Padano,due simboli del Made in Italy colpi-ti duramente quest’anno.Le discussioni sull’agroalimentareriguardano anche il tema della tu-tela e valorizzazione: dai beni pro-dotti in Italia con ingredienti prove-nienti dall’estero ai cosiddetti “Italiansounding” venduti all’estero, ovveroquei prodotti che, senza essere unavera e propria contraffazione, evoca-no con immagini, nomi e coloriun’origine italiana e quindi risultanofuorvianti per i consumatori, costi-tuendo un grave danno per i nostriproduttori.Eventi di portata nazionale e interna-zionale, come Cibus e Vinitaly, con-tribuiscono a far salire l’attenzionesui prodotti nostrani di qualità.
Moda e designIl settore che concentra il più ele-vato numero di conversazioni onli-ne è quello dell’abbigliamento eaccessori, che raccoglie oltre unterzo delle discussioni. Sono nu-merosi, infatti, i blog che racconta-no i successi italiani all’estero, co-me quelli che riportano i nomi del-le nazionali alle Olimpiadi vestiteMade in Italy (l’Italia con Armani ePrada, l’Azerbaijan con Scervino);quelli delle star che in passerellasfoggiano l’alta moda del belpae-se, o quelli che promuovono marchedi abbigliamento e linee di gioielle-
ria evidenziandone la provenienza.Se i blog si configurano come vetri-ne e luoghi di presentazione di lineee collezioni, i forum diventano vere eproprie piazze: mercatini dove i pro-dotti sono scambiati o consigliati aprezzi scontati, nonché luogo di di-battito nel quale gli utenti si esprimo-no sul vero valore attribuito al Madein Italy nella scelta dei prodotti. La partita dei fashion brand non vie-ne giocata soltanto con i più econo-mici prodotti asiatici, cinesi o norda-fricani, ai quali però spesso manca –agli occhi del nostro più sofisticatoconsumatore – la qualità, ma soprat-tutto con le marche europee che sisono imposte sul nostro mercato peril buon rapporto qualità-prezzo. I grandi brand della moda italiana so-no universalmente riconosciuti an-che grazie agli eventi glamour comeil festival di Cannes, Pitti Uomo o leSettimane della moda milanesi. Leconversazioni si infiammano e i no-stri stilisti diventano simbolo diun’Italia positiva e vincente.Moda e design: l’arredamento è og-getto delle discussioni degli inter-nauti soprattutto in coincidenza conil Salone del mobile, quando su bloge forum si riportano notizie sull’even-to milanese e sulle aziende che vi par-tecipano. Il design italiano attrae vi-sitatori dalla penisola e tanti stranie-ri, diffondendo online presenza dimarchi e novità di settore.
Ruote italianeDue e quattro ruote infiammano glianimi. I puristi delle bici Made in Ita-ly denunciano con rammarico pro-duzioni ormai ibride, nelle quali l’ita-lianità ha perso la prevalenza, e inva-sioni di produzioni dalla Cina a prez-zi ipercompetitivi. È elevato il volume di conversazionidel settore dei motori. In questo so-no i brand più celebri a raccoglierel’interesse di molti: Maserati, Ferrari,MV Agusta, Ducati. Proprio quest’ul-timo è oggetto di numerosi messag-gi riguardanti il passaggio sotto ilcontrollo del Gruppo Volkswagen.Acquisizioni e scelte manageriali ri-guardano anche Fiat. Gli utenti di-battono l’operato di Marchionne,commentano le sue recenti dichiara-zioni su Volkswagen e valutano i ri-sultati economici del Gruppo, tra cui,ad esempio, le vendite della 500 ne-gli Stati Uniti al di sotto delle aspet-tative. Infine, non mancano le cita-zioni degli eventi di settore come ilMotorShow. Nel complesso, gli utenti dei socialmedia sembrano riconoscere il va-lore dei prodotti locali e l’importan-za di difenderne specificità e pre-gio. Tuttavia vengono espressi dub-bi sull’efficacia e la garanzia del-l’etichetta Made in Italy, con una ri-chiesta alle istituzioni di maggiorisforzi per rafforzarne prestigio ecompetitività all’estero.
Le analisi dei commenti su blog, forum e social network sono state effettuate attraverso NMIncite (in precedenza BuzzMetrics), la Joint Venture tra Nielsen e McKinsey che aiuta le azien-
de a sfruttare le potenzialità della ricerca sui social media per incrementare le prestazioni
di business nelle proprie organizzazioni. Per maggiori informazioni: www.nmincite.com
A Nilsen McKinsey Company
••04CATTURATI_RETE 13-09-2012 17:38 Pagina 27
USCIREDALL’ORTICELLO
PERINNOVARE
Strategia
SETTEMBRE 201228
I casi offerti dalle aziendedi successo parlano chiaro:i risultati migliori nasconooltre il proprio settore.Ecco allora qualcheconsiglio per fare cross-innovation e coglierenuove opportunità
Thomas Bialas
SIAMO IN PIENA INNOVATION ECONOMY. È vero, e
ci faremo molto male. Innovazione: per alcuni una croce
pesante da portare (arduo rinascere continuamente), per
molti un’infallibile panacea che guarisce tutti i mali in
azienda (così, a prescindere), per tutti una parola da usa-
re e abusare in ogni discorso e proclama. Di fatto in un
mondo nuovo le cose si complicano. È molto raro che nascano idee forte-
mente nuove o individuazioni di nuovi mercati se si è troppo immersi nel
proprio core business. Oggi le migliori innovazioni trovano espressione
oltre i confini settoriali, in una sorta di incrocio continuo con altre tenden-
ze e modelli. Eccola dunque la cross-innovation: incrociare settori, espe-
rienze, canali, talenti, culture, tendenze, funzioni, brevetti, competenze,
target... per ibridare ogni processo della gestione aziendale. In una for-
mula cara al mash up: innescare innovazione pescando da sorgenti multi-
ple. Suona complicato? Allora iniziamo con qualche piccolo ragionamen-
to, tanto per delimitare il terreno di gioco.
Ragionamento numero uno. Io sono una banca, tu sei una banca, egli è
una banca, noi siamo una banca, voi siete una banca, essi sono una ban-
ca e tutti insieme ci copiamo e ci ispiriamo a vicenda. Coniugazione in-
dicativa (e negativa) per quasi tutti i settori. I quali, posseduti dal mor-
bo di benchmark (e relative best practice), raramente producono sane in-
novazioni di rottura.
Sbarre settoriali
Disruptive, in una parola, inglese. Infatti troppo spesso il potenziale
innovativo delle imprese è ingabbiato dalle sbarre settoriali. Approc-
ci e modelli consolidati producono nella migliore delle ipotesi inno-
vazioni incrementali (miglioramento dei prodotti e servizi), ma qua-
si mai innovazioni radicali capaci di aprire nuovi mercati. Il punto è
questo: in un mondo connesso e senza confini (senza dogane) anche
le imprese si devono trasformare in continenti aperti alla libera circo-
lazione di “ogni” e ripeto “ogni” idea.
Ragionamento numero due. Ottimo farsi ispirare da portali come
••05Bialas_strategia 13-09-2012 17:37 Pagina 28
ni fa Ferrero e Mars (di norma liti-
giosi fra gli scaffali) hanno collabo-
rato per innovare logistica e distri-
buzione dei prodotti (condivisione
di piattaforma e mezzi di traspor-
to). In fondo la cross-innovation è
concettualmente semplice. Si ab-
bandonano i sentieri battuti e il
proprio orticello (inclusi quelli
confinanti che coltivano idee ana-
loghe) per avventurarsi in terre
sconosciute e quasi misteriose.
Se siamo così poco propensi all’in-
terdisciplinarità e transdisciplina-
rità (insomma, l’attitudine a incro-
ciare in modo quasi spericolato) la
colpa è, metaforicamente, anche
dei semafori che ci hanno educato
a ordinati e regolari flussi di dire-
zione. L’azienda cross invece do-
vrebbe assomigliare alle zone sen-
za semafori e segnaletica (tecnica-
mente shared space) sperimentate
in molte città europee.
SETTEMBRE 2012 29
Qualche esempio di successo
Queste alcune teorie. Ma come
funziona tutto questo nella prati-
ca? Per certi versi è abbastanza
semplice, almeno a detta di alcu-
ni imprenditori. «Ci piace incro-
ciare le conoscenze e frequentare
fiere di altri settori» ci racconta-
no alla Baufritz, società tedesca
specializzata in case prefabbrica-
te. L’idea della casa cabrio (con il
tetto parzialmente decappottabi-
le) è venuta dopo la visita a un
salone automobilistico e dopo
avere ammirato alcuni modelli
cabriolet. E poi?
Poi ci sono gli incroci possibili.
Tanti quanti i sentieri che si bifor-
cano alla J.L. Borges. Proviamo e
iniziamo con un esempio datato
(primi anni 2000) che funge da
apripista, l’autovettura crosso-
ver: incrociare carrozzerie per ot-
tenere modelli ibridi; incrociare
www.springwise.com che postano
quotidianamente idee innovative
e business emergenti da tutto il
mondo. Ma perché limitarsi, come
fanno in molti, ai trend del pro-
prio settore? Se mi occupo di retail
sicuramente sotto la voce retail
trovo impulsi per nuovi format,
ma forse trovo ancora più impul-
si monitorando in modo sistema-
tico (e con personale dedicato allo
scouting) altri lidi, altri mondi, in-
somma consultando altre voci dal
database delle idee. Sembra ov-
vio, ma in verità le aziende fatica-
no a implementare “organizzazio-
ni olistiche”.
Ragionamento numero tre. Dico-
no: “i concorrenti non li incrocio
quasi mai sulla mia strada, salvo
per tirarli sotto”. Sbagliato. La coo-
petition è uno di questi auspicabili
incroci. Collaborare per innovare,
con vantaggi reciproci. Già due an-
Cross-innovation: innovare prodotti e servizi
incrociando settori,tendenze e competenze
••05Bialas_strategia 13-09-2012 17:37 Pagina 29
Strategia
mondi come educazione e intrat-
tenimento per rendere più appe-
tibili temi complessi, vedi i vari
festival della scienza che sono in-
fatti un classico esempio di edu-
tainment; incrociare dipendenti
con scambio (swapping) tempora-
neo di manager tra un’azienda e
l’altra per innescare percorsi di
open door innovation, come ha fat-
to Google con P&G; incrociare
età e punti di vista diversi (gio-
vani talenti con esperti in pensio-
ne) per attivare nuovi progetti,
come fa abitualmente Loccioni in
Italia; incrociare competenze per
aprire nuovi mercati fuori dal co-
re business, come ha fatto Vol-
kswagen con Lichtblick per en-
trare nel settore energetico come
smart energy provider; incrociare
brevetti per condividere soluzio-
ni e processi come fanno Ibm,
Nokia, Sony e molte altre impre-
se all’interno di un’alleanza di
sfruttamento della conoscenza;
incrociare contributi (e idee) per
sfruttare i benefici dell’open inno-
vation, come fa P&G da sempre
(ben il 50% dei nuovi prodotti
viene concepito fuori dall’azien-
da in una logica di not invented
here); incrociare mercati andando
ben oltre il core business per sfrut-
tare il proprio know how altrove,
come fa l’azienda dell’Alto Adi-
ge Leitner Technologies (tecnolo-
gie per funivie) che passa con di-
sinvoltura dalle seggiovie agli
impianti eolici fino ai minimetrò
cittadini automatici; incrociare la
folla per farla lavorare e guada-
SETTEMBRE 201230
DECALOGOdella cross-innovation
01Prerequisito della cross-innovation è l’open e la connectedinnovation. Senza la totale apertura e connessione inrete nessun incrocio è possibile.
02Strategie e obiettivi chiari: l’azienda vuole puntare suinnovazioni radicali o incrementali? Ci sono le risorseumane e un clima culturale adatti?
03Per avere successo il tema della cross-innovation devesalire ai piani alti dell’azienda coinvolgendo ceo edirezione generale.
04Applicare il motto greco “conosci te stesso” mettendoa fuoco punti di forza e debolezza nella propensioneall’innovazione.
05I migliori risultati si ottengono creando alleanze eintegrazione di competenze.
06La cross-innovation è un gioco di squadra fatto dinetworking e collaborazione allargata (fornitori, clienti,concorrenti ecc.).
07 Keep it simple: grandi reti ma piccoli team con budgetridotti per esplorare le potenzialità della cross-innovation in un clima di autogestione.
08Da errori e fallimenti spesso nascono le migliori cross-innovation, come dimostra bene il caso di Post It della3M (nato da un esperimento fallito di supercolla).
09Per incrociare bisogna praticare la tecnica del mashup: pescare dinamicamente spunti e contenuti da piùfonti per creare servizi e prodotti inediti.
10 Assumere gente esotica o meglio personale di altrisettori e con esperienze non “pertinenti” per l’attivitàaziendale è una delle regole migliori e più semplici daattuare.
••05Bialas_strategia 13-09-2012 17:37 Pagina 30
31SETTEMBRE 2012
gnare per noi, come ha fatto Ap-
ple con il mercato delle app; in-
crociare ricercatori per generare
nuovi progetti, come fa Philips
nel suo campus tecnologico a
Eindhoven (metà dei ricercatori
proviene da aziende diverse di
altri settori); incrociare funziona-
lità per abbinare estetica con sa-
lute, moda con medicina, come
ha fatto Medi (collaborando con
stilisti) con i collant contenitivi
mJ-1 e ovviamente incrociare
brand: non semplice co-marke-
ting ma alleanze progettuali per
nuovi prodotti e servizi (vedi
Apple + Nike e Philips + Nivea).
Questi esempi di ramificazioni ci
dicono anche un’altra cosa: par-
lare oggi di food, automotive, fa-
shion con classi di prodotti, ser-
vizi e target ben definiti non ha
più senso: i mercati ibridi, o me-
glio i cross-market, richiedono
cross-innovation.
Proprio il food lo dimostra da
tempo: molti nuovi prodotti ali-
mentari sono un mix di caratteri-
stiche e contaminazioni presi da
altri settori (wellness, fitness,
farmaceutico, design, sport o
mobilità, vedi street food).
Come d’altra parte non ha più
senso parlare di premium o di-
scount. La tanto celebrata polariz-
zazione dei mercati è una semi bu-
fala, già andata a male. Meglio
passare dalla polarizzazione al-
l’ibridazione incrociando posizio-
namenti come cheap premium o
cheap chic. Come hanno fatto
Grom, Ikea o Nau Ottica, nata pro-
prio su questo trend. �
RISERVATO AI MANAGER
L’INNOVAZIONE DEL FUTURO25 SETTEMBRE A MILANO
La sesta giornata del ciclo fmt.day è dedicata a ripen-sare il futuro in chiave innovativa. Sì, ma come? Di-menticate studi di settore, target, concorrenti ebenchmark. Le nuove opportunità di business sorgo-no ai confini o in terre lontane. Fatevi ispirare guar-dando di lato. Le migliori idee oggi nascono altrove.In scena un team aperto e informale fra cui, in vestedi guest speaker, Andreas Steinle, esperto di cross-in-novation e direttore del Zukunftsinstitut, uno dei prin-cipali e più rinomati centri di ricerca ed esplorazionesulle tendenze del futuro attivo in Germania.Parteciperanno alla giornata manager, giornalisti e te-stimonianze d’impresa fra cui Frog design, Tis innova-tion park e Ferrero (quest’ultimo in attesa di conferma). L’evento riservato ai dirigenti associati è il sestofmt.day, nuovo format evento del Future manage-ment tools – piattaforma promossa da Cfmt per distil-lare e anticipare il futuro che ci attende – che esploratematiche di frontiera in un contesto informale e col-laborativo.
www.cfmt.it Anna Scirea - ascirea@cfmt.it - 02 5406311
Secondo l’Institute for the future di Palo Alto, al manager è richiesta una nuova competenza: la capacità di operare in diversi contesti culturali adattandosicontinuamente alle nuovecircostanze imposte dalla discontinuità.
••05Bialas_strategia 13-09-2012 17:37 Pagina 31
È professore di business alla Ross
School of Business dell’Università
del Michigan e cofondatore di RBL
Group. Ha scritto numerosi libri in
tema di risorse umane, leadership e
organizzazione.
SETTEMBRE 201232
Intervista
Perché in questo momento un li-
bro sul “perché del lavoro”?
«Come consulente e studioso cerco
di capire come le organizzazioni
possono aiutare le persone a esse-
re più produttive. Mia moglie è psi-
cologa e aiuta le persone a guarire
attraverso la consapevolezza. Met-
tendo insieme i nostri interessi, ab-
biamo scoperto che quando le per-
Dave Ulrich, professore all’Università del Michigan, consulente ma-
nageriale e coach dei numeri uno di grandi aziende globali, è con-
siderato il massimo esperto mondiale di risorse umane. In Italia è
uscito il suo ultimo libro scritto con la moglie Wendy, psicologa: Ilperché del lavoro. Come i grandi leader creano organizzazioni ab-bondanti generatrici di senso e di successo (Franco Angeli). E sul
nostro paese Ulrich sembra avere le idee chiare. «È un momento di
crisi e di forti cambiamenti, in politica, nell’economia e nella socie-
tà. E i cambiamenti generano sempre forte incertezza. All’incertez-
za le aziende in genere reagiscono tagliando, accentrando il coman-
do e il controllo, scoraggiando i talenti. Così si innesca un circolo vi-
zioso di fallimento» spiega Ulrich, che con la moglie ha tenuto un
seminario promosso da Iocap (società di consulenza specializzata
nello sviluppo dei leader) Cfmt e Cibiesse - Cfmt Business School.
«Anche sul piano personale l’incertezza è stancante per il cervello,
genera ansia, stress, frustrazione, tristezza. Ti fa sentire prigionie-
ro del problema. Eppure basterebbe un minuto di pensieri positivi
per uscirne, rinfrescarsi la mente e trovare una soluzione» gli fa eco
Wendy. Il segreto, secondo gli Ulrich, è riuscire a dare un significa-
to personale profondo a quello che si fa, nel lavoro come nella vita.
Michele Riva
DAVE
ULR
ICH
LA MOTIVAZIONENEL LAVORO?LAPASSIONE
••06INTERVISTA.ULRICH 13-09-2012 17:36 Pagina 32
SETTEMBRE 2012 33
lavoro, dedicano all’azienda il lo-
ro tempo, ma non la loro passione.
In tutto il mondo i tassi di coinvol-
gimento del personale sono in ca-
lo. Noi speriamo di contribuire a
invertire questo trend. In un am-
biente lavorativo vorremmo tro-
vare persone che provano passio-
ne per il proprio lavoro. A lei che
cosa piace del suo lavoro?».
Scrivere, imparare, condividere le
informazioni con gli altri...
«Ecco, ha già citato tre cose. Im-
parare, avere relazioni, condivi-
dere le informazioni. Queste cose
danno significato al suo lavoro. E
la pagano per questo. Ma quello
che conta non sono i soldi, è la
sone trovano un significato, uno
scopo nella vita, sono anche più
produttive nell’ambiente organiz-
zativo. La domanda quindi è: come
possiamo aiutare le persone a tro-
vare un significato, sia nei momen-
ti felici che in quelli di crisi? Ci sia-
mo accorti che prima di noi diver-
se ricerche avevano approfondito
il problema, ma solo guardando ad
alcuni aspetti specifici e parziali. Il
libro è nato così. In passato, abbia-
mo gestito per tre anni una missio-
ne religiosa. Lo scopo della Chiesa
è di aiutare le persone a trovare un
significato nella vita. Ci siamo resi
conto che un significato simile si
può trovare in un certo senso an-
che nell’ambiente di lavoro».
Voi definite “abbondanti” le orga-
nizzazioni in cui le persone riesco-
no a dare un significato al lavoro
che fanno: che cosa vuol dire?
«Stavamo cercando una parola
che catturasse l’idea che quando si
sente di avere un significato e uno
scopo nella vita si ha l’impressio-
ne di averne abbastanza per sé e a
profusione anche per gli altri. Nel
Nuovo Testamento Cristo dice di
essere venuto per dare la vita in
abbondanza, per rendere la vita
migliore, per riempirla di speran-
za e di bontà. Abbiamo preso que-
sta idea e ci siamo detti: possiamo
fare in modo che nelle organizza-
zioni le persone avvertano questo
stesso senso di speranza, di scopo,
di significato, di identità, di piena
realizzazione di se stessi? La lette-
ratura sul management spesso
parla di engagement, cioè di coin-
volgimento dei dipendenti, ma in
realtà è un coinvolgimento che ri-
guarda solo il comportamento.
Vai al lavoro? Tiri fuori delle ener-
gie in più? Noi invece guardiamo
al coinvolgimento emotivo. Ci
metti l’anima e il cuore? Nella tua
organizzazione dai il meglio di te
in modo abbondante?».
Voi vi rivolgete ai leader aziendali,
ma come riuscite a convincerli in
un momento di forte stress sui ri-
sultati economici?
«Partiamo proprio chiedendo lo-
ro quali siano le sfide più diffici-
li che hanno di fronte. Sono pre-
occupati per l’economia che ral-
lenta? perché i clienti sono più
aggressivi? c’è più pressione
competitiva sui costi? per la con-
correnza globale? perché bisogna
fare sempre di più con sempre
meno? L’argomento che usiamo è
che bisogna trovare strade nuove
per rispondere a quelle sfide.
Quando i dipendenti trovano un
significato nel loro lavoro, le
aziende guadagnano di più. “Ma-
king meaning makes money”. Per
questo pensiamo che il significa-
to sia così importante per i leader
aziendali. Non è un obiettivo so-
ciale, è chiaramente un obiettivo
di business».
Qual è al momento secondo lei la
situazione delle organizzazioni da
questo punto di vista?
«Molte persone hanno un atteg-
giamento rinunciatario. Vanno al
«Molte persone hanno un atteggiamento
rinunciatario. Vannoal lavoro, dedicano
all’azienda il loro tempo,ma non la loro passione»
••06INTERVISTA.ULRICH 13-09-2012 17:36 Pagina 33
SETTEMBRE 201234
Intervista
passione. Anche per me è lo stes-
so. A me piace imparare. Mi pia-
ce visitare posti nuovi e osserva-
re che cosa fanno le persone, ve-
dere come crescono. Quando
possiamo fare quello che ci piace,
il lavoro incomincia a essere per
noi un posto dove succede qual-
cosa di buono. Alcuni vanno alla
ricerca di un significato al di fuo-
ri del lavoro. Per esempio seguo-
no il calcio, qui in Italia avete un
gran campionato. O si ritrovano
in qualche locale a bere qualcosa
e a socializzare. O vanno in chie-
sa. Queste sono tutte cose molto
importanti. Ma uno dei posti cui
dedichiamo la maggior parte del-
la nostra energia è il lavoro. E se
riusciamo a portare significato
nell’ambiente di lavoro, succede-
rà qualcosa di molto buono alle
persone con cui lavoriamo».
Come reagiscono le aziende alla
vostra proposta?
«In genere bene. C’è un 20% di
capi che semplicemente non ci
crede. Pensa che il significato sia
una cosa che riguarda il benesse-
re, che non abbia a che fare col
business e sia solo un obiettivo
sociale. Il 20% ci crede totalmen-
te. Poi c’è un 60% che comincia a
capire che è uno dei prossimi
passi da fare se si vuole davvero
aiutare le aziende».
In tempi di crisi tutto questo può
essere più difficile...
«Anzi, in tempi di crisi esce allo
scoperto la vera cultura di un’a-
zienda. Ha notato che per impre-
care le persone usano sempre la
loro lingua madre? Quando siamo
arrabbiati, colpiti, feriti torniamo
alla lingua che ci è più familiare.
Per le aziende è lo stesso. Intel in
Irlanda doveva tagliare dei costi.
Invece di annunciare dei licenzia-
menti, ha deciso di coinvolgere i
dipendenti nella decisione. I diri-
genti di Intel sono andati in Irlan-
da, hanno parlato con i dipenden-
ti e hanno spiegato che dovevano
tagliare il 20% dei costi, per que-
sta e quest’altra ragione. Hanno
fatto una proposta con la massima
trasparenza: se riuscite a trovare
un modo per risparmiare i soldi,
non licenzieremo nessuno, altri-
menti dovremo pensarci noi, il che
vorrà dire che licenzieremo delle
persone. Intel ha scelto il coinvol-
gimento come meccanismo per ri-
spondere alla crisi. Quello che
speriamo è che in tempi di crisi,
invece di tornare a una leadership
direttiva, dall’alto al basso, gerar-
chica, le aziende possano adottare
uno stile di leadership basato sul
coaching, sulla comunicazione e
sulla collaborazione».
Lei ha lavorato con molti numeri
uno aziendali. Ce n’è uno in parti-
colare che più incarna la vostra
idea di “leader abbondante”?
«Ho conosciuto molti leader, a tut-
ti i livelli, straordinariamente capa-
ci di dare una carica di significato
personale al loro lavoro e di aiuta-
re gli altri a fare lo stesso. Mike Vol-
kema, ceo di Herman Miller per
dieci anni, è uno di questi. La sua
leadership è improntata a un forte
codice morale, il che fa sì che le sue
azioni e quelle che richiede agli al-
tri siano fondate su solidi principi.
Ha la capacità di tener conto in mo-
do responsabile degli interessi di
molteplici stakeholder (dipenden-
ti, clienti, fornitori, investitori, co-
munità) e una forte consapevolez-
za di come il suo comportamento e
il suo ruolo siano percepiti dagli al-
tri. Ha sempre evitato di abusare
del suo ruolo per influenzare gli al-
tri e gode di grande rispetto come
leader e come persona».
Quale funzione possono avere i
manager delle risorse umane nel
cambiamento?
«Crediamo fermamente che i ma-
nager delle risorse umane siano
veri protagonisti, i primi respon-
sabili della creazione di signifi-
cato. I manager hr sono come gli
architetti. Devono essere loro a
creare il progetto».
Qual è il ruolo del coaching e del-
la formazione?
«Fondamentale. La formazione
fornisce un quadro e un modello
«Se riusciamo a portaresignificato nell’ambiente di lavoro, succederàqualcosa di molto buonoalle persone con cui lavoriamo»
••06INTERVISTA.ULRICH 13-09-2012 17:36 Pagina 34
SETTEMBRE 2012 35
intellettuale, il coaching aiuta a
pensare in modi nuovi. La grande
sfida del coaching e della forma-
zione consiste nell’assicurarsi che
le persone trattengano quello che
hanno appreso. Le ricerche ci di-
cono che solo il 20-30% di quello
che si impara in aula viene trasfe-
rito nel lavoro. L’obiettivo è porta-
re questo dato più vicino al 50 o al
60%. La sfida della formazione sta
tutta nel riuscire a far sì che le idee
insegnate in aula, che sono molto
buone, abbiano un impatto effetti-
vo nell’ambiente di lavoro».
Nel vostro libro fate riferimento al-
l’intero spettro delle ultime ricer-
che in tema di management. Che
cosa pensa dell’attuale momento
di questa disciplina?
«Ci sono due approcci diversi al
pensiero manageriale. E ce n’è un
terzo emergente. Il primo approc-
cio è quello della teoria e della ri-
cerca accademica. La buona noti-
zia è che questa ricerca riesce a da-
re una spiegazione del perché le co-
se accadono. Il secondo approccio
è quello di leader così assorbiti dal-
la loro attività da pensare che la ri-
cerca non li riguardi. La sfida è av-
vicinare questi due approcci, assi-
curarsi che l’attività manageriale
sia fondata sulla teoria e sulla ricer-
ca. E che la ricerca implementi l’at-
tività. Se la ricerca rimane teorica,
accademica, non ha impatto. L’ar-
ticolo medio di una delle riviste
più autorevoli nel nostro campo,
Administrative science quarterly, è
letto da sette persone: non ha nes-
sun impatto. Eppure dall’altra par-
te ci sono dei manager che hanno
dei problemi e hanno bisogno di
nuovi modi per risolverli. Il terzo
approccio è rappresentato spesso
dai consulenti, il cui lavoro consi-
ste nel tradurre la teoria in pratica
e nel definire quadri concettuali
che informano la pratica».
L’economia italiana è ricca di pic-
cole e medie imprese. Che cosa
direbbe ai loro leader?
«Molte piccole e medie imprese
sono aziende di famiglia. In que-
sto tipo di aziende spesso c’è un si-
gnificato interno alla famiglia, che
si ritrova la domenica o si riunisce
per celebrare le festività. Il proble-
ma è tradurre questa esperienza
umana in una positiva esperienza
aziendale. Nelle pmi che hanno
successo, nel tempo si opera non
solo come una famiglia, ma come
un’azienda, costruendo significa-
to nell’azienda. Questa è la gran-
de differenza. Noi stessi abbiamo
una società, in cui lavora anche
mio figlio, che io amo, ma sul la-
voro non lo considero mio figlio,
lo considero un mio dipendente.
Devo dargli dei feedback e degli
obiettivi diversi da quelli che da-
rei a un figlio. Un’azienda deve
avere successo. Credo che alcune
pmi cerchino di mettere insieme
famiglia e business. Ma questo
non porta al successo». �
COMMENTA SU
Post: 10 consigli ai managerper far decollare il lavoro
«La sfida della formazionesta tutta nel riuscire a
far sì che le idee insegnatein aula abbiano un impatto
nell’ambiente di lavoro»
••06INTERVISTA.ULRICH 13-09-2012 17:36 Pagina 35
SETTEMBRE 201236
C
A TU PER TU CON...
a cura della redazione
TERRITORI
ta gli 8 milioni di turisti (dati Regio-ne Toscana). Ma accanto al turismodelle città d’arte, imponente è an-che quello balneare che, in alcunezone, in estate arriva a decuplicareil numero dei residenti. Bene ancheil turismo termale che negli ultimianni è stato affiancato a quello ru-rale, mentre si comincia a intravede-re anche quello montano (Abetonee Monte Amiata). Tuttavia, anche i diversi distretti in-dustriali sparsi nel territorio hannoil loro peso: esempi sono l’alimen-tare e il manifatturiero di origineartigianale tipici in varie zone (dal-le paglie fiorentine al ferro battutosenese), il distretto orafo di Arez-zo, il calzaturiero a Lucca, il tessilea Prato, il conciario a Santa Crocesull’Arno. L’estrazione mineraria non ha più il ri-lievo che aveva in epoche passate marimane un’attività non trascurabile eche ha favorito lo sviluppo dell’indu-stria pesante che permane, soprat-tutto nella fascia costiera con com-plessi siderurgici, meccanici, chimici ecantieristici a partire da Livorno.Anche l’agricoltura e l’allevamentocontribuiscono grazie a prodotti dielevata qualità e rinomati in tutto ilmondo. La collina, che costituisce idue terzi del territorio, si caratteriz-za essenzialmente da oliveti e vigne-ti che arricchiscono la regione di no-tevoli Igp, Docg e Doc.Tra le altre varie colture, non va dimen-ticato il tabacco di tipo kentuckydella Val di Chiana e della Valtibe-rina toscana, con le cui foglie si pro-duce il famoso sigaro toscano. L’allevamento invece si dedica prin-cipalmente alle razze autoctone bo-vine e suine che forniscono carnimolto pregiate, come le chianina,maremmana, calvanina e garfagni-na e la cinta senese. I cavalli invece
Conosciuta in tutto il mondo per ilsuo paesaggio e le sue città d’arte,la Toscana deve molto al turismo, unpilastro della sua economia.Nel 2011 nonostante la crisi la re-gione ha registrato 43 milioni emezzo di visitatori segnando una ri-presa del 3,3%, grazie soprattuttoalle presenze internazionali: solo Fi-renze ha superato per la prima vol-
DIRIGENTI, QUADRI E DIPENDENTI TOSCANI DEL SETTORE PRIVATODirigenti Quadri Dipendenti Dirigenti/Dip. Quadri/Dip.
Arezzo 242 1.276 85.773 0,28% 1,49%
Firenze 2.182 9.933 294.597 0,74% 3,37%
Grosseto 81 540 45.334 0,18% 1,19%
Livorno 310 1.544 86.280 0,36% 1,79%
Lucca 480 1.635 101.230 0,47% 1,62%
Massa Carrara 165 416 41.083 0,4% 1,01%
Pisa 532 2.342 106.026 0,5% 2,21%
Pistoia 156 1.003 59.132 0,26% 1,7%
Prato 188 1.034 74.396 0,25% 1,39%
Siena 528 3.044 68.075 0,78% 4,47%
TOTALE 4.864 22.767 961.926 0,51% 2,37%Fonte: elaborazioni Manageritalia su dati Inps 2010terr
itor
iLa Toscana
••07TERRITORI 13-09-2012 17:36 Pagina 36
LE ASSOCIAZIONI TERRITORIALI
MANAGERITALIA ANCONA60121 ANCONA - Via Magenta 5Tel. 07153624 - Fax 0712075097ancona@manageritalia.it
MANAGERITALIA BARI70126 BARI - Via Amendola 172/a - 172/cc/o Executive Business CenterTel. e Fax 0805481574bari@manageritalia.it
MANAGERITALIA BOLOGNA40125 BOLOGNA - Viale Carducci 12Tel. 051399712 - Fax 051307949bologna@manageritalia.it
MANAGERITALIA FIRENZE50129 FIRENZE - Via Crispi 21Tel. 0554633393 - 055461420 - Fax 055472659firenze@manageritalia.it
MANAGERITALIA GENOVA16121 GENOVA - Via C. R. Ceccardi 1/5Tel. 010587664 - 010586459 - Fax 0105531758genova@manageritalia.it
MANAGERITALIA MILANO20121 MILANO - Via Fatebenefratelli 19Tel. 026253501 - Fax 026590777milano.sanitaria@manageritalia.itmilano.segreteria@manageritalia.itmilano.sindacale@manageritalia.it
Delegazione di:
24121 BERGAMO - Via Casalino, 5/hTel. 035240585 - Fax 035236159bergamo@manageritalia.it
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22100 COMO - Viale Masia 26Tel. 031573682 - Fax 031570388como@manageritalia.it
23900 LECCO - Via A. Visconti 84c/o Nh Hotel Pontevecchio (ex Jolly)cell. 3314734868 (solo in orario di apertura)lecco@manageritalia.it
20052 MONZA - Via Missori 10Tel. 0392304074 - Fax 0392315933monza@manageritalia.it
27100 PAVIA - Corso Strada Nuova 86Palazzo DemetrioTel. 038229864 - Fax 0382538271pavia@manageritalia.it
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MANAGERITALIA NAPOLI80133 NAPOLI - Via Cervantes 52Tel. 0815513612 - 0814977108 - Fax 0815527095napoli@manageritalia.it
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MANAGERITALIA ROMA00192 ROMA - Via Ezio 49Tel. 0632694811 - Fax segreteria 0632694825Fax sanitaria 0632694826roma@manageritalia.it
Delegazione di 65122 PESCARA - Via Galilei 65Tel. 0632694811
MANAGERITALIA TORINO10125 TORINO - Corso Marconi 15 - 1° pianoTel. segreteria 0116690268 Tel. sanitaria 0116690269Fax 0116507227torino@manageritalia.it
MANAGERITALIA TRENTINO-ALTO ADIGE, SÜDTIROL38122 TRENTO - Via G. Grazioli 85Tel. 0461235499 - Fax 0461238782trento@manageritalia.it
Delegazione di39100 BOLZANO - Via Carducci 5Tel. 0471977778 - Fax 0471323576bolzano@manageritalia.it
MANAGERITALIA TRIESTE34125 TRIESTE - Via Cesare Battisti 8Tel. 040371124 - Fax 040370988trieste@manageritalia.it
MANAGERITALIA VENETO30172 MESTRE(VE) - Centro direzionaleVia Torino 151/bTel. 041987477 - Fax 041980742veneto@manageritalia.it
Delegazione di:
35129 PADOVA - Via San Marco 11 Palazzo TendenzaTel. 049756841 - Fax 049754056padova@manageritalia.it
37138 VERONA - Lungadige Catena 5Tel. 045915366 - Fax 0458341440verona@manageritalia.it
Sede: 00184 ROMA • Via Nazionale 163 • tel. 0669942441 • fax 066781794Ufficio di Milano: 20129 MILANO • Via A.Stoppani 6 • tel. 0229409078 • fax 0229409836
manageritalia@manageritalia.it • www.manageritalia.it
FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONALDEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
R
R
vengono allevati più che altro permanifestazioni turistiche e sportive etra i più diffusi troviamo il marem-mano e il bardigiano. In generale quindi il commercio e ilsettore terziario rappresentano perla regione una delle principali fontidell’economia, dando occupazionea circa due terzi dei residenti.In questo scenario, tutto sommatopositivo, i dirigenti del settore priva-to sono 4.864 sui 124mila italiani (il3,9%). Un numero non confortantee ancor più evidente nel rapporto di-rigenti/dipendenti. La media nazio-nale è 0,85%, quindi meno di un di-rigente ogni cento dipendenti (afronte di Francia e Germania che nehanno 3 ogni 100), ma se la Lombar-dia ne ha 1,6% e il Lazio 1,4%, la To-scana resta ferma sotto la media na-zionale a 0,5%. A livello provincialeci sono vistose differenze: Firenze sidifende con 2.182 dirigenti (0,74%il rapporto dirigenti/dipendenti) al-meno quanto Siena (0,78% e 528dirigenti), ma Grosseto, con soli 81dirigenti, arriva a 0,18 ogni 100 di-pendenti. Si recupera leggermente iltasso di managerialità considerandoi quadri che sono 22.767 (5,3% deltotale) e insieme ai dirigenti sono il2,37%, contro il 2,94% a livello na-zionale.Per quanto riguarda i settori, i diri-genti in Toscana sono superiori allamedia nazionale nella manifattura(50,6% contro 43,5%), negli alber-ghi e nei ristoranti (1,1% contro0,6%) e nelle attività finanziarie(14,6% contro 11,6%). Infine an-che le donne dirigenti non sonomolte: a fronte di una media nazio-nale del 13,3%, in regione sono so-lo il 10,4%, con Massa Carrara(ben 25,5%!), Pisa (12%), Firenze(11,2%) e Arezzo (10,3%) le pro-vince più rosa.
••07TERRITORI 13-09-2012 17:36 Pagina 37
Lavoro e carriera
SETTEMBRE 201238
Quattro ex managerraccontano in un librocome reagire allicenziamento edell’opportunità offertadal servizio “Comincio...da tre!” del Cfmt per tornare, da vincenti,sul mercato
a cura della redazione
«NON È FACI-
LE per nessu-
no ritrovarsi
senza lavoro
e senza colpe. Lo è ancora meno
per un manager, un dirigente
d’azienda abituato a prendere
decisioni, a gestire risorse. Ma
nel nuovo scenario dell’econo-
mia globale succede anche che
bravi manager competenti e ca-
paci siano messi più o meno gen-
tilmente alla porta», ci spiega Sa-
vino Paolella, uno degli autori del
libro Post manager (Franco Ange-
li) in cui insieme ad altri ex diri-
genti – Lorenzo Castelli, Bernar-
do Pandimiglio e Laura Tramez-
zani – racconta un percorso non
semplice ma di certo efficace ver-
so il ricollocamento.
Abbandonare l’azienda in cui
spesso si ha lavorato a lungo, in
particolare per chi ricopriva un
ruolo manageriale, significa in
RIPARTIREALLAGRANDE,
PAURASENZA
••08POST.MANAGER 13-09-2012 17:34 Pagina 38
pio nel caso di mancanza di risulta-
ti, ristrutturazioni pesanti, riorga-
nizzazioni presso le altre consocia-
te. Purtroppo, tuttavia, nella mag-
gioranza dei casi non è così e il di-
stacco forzato dal lavoro arriva co-
me un fulmine a ciel sereno.
Il Centro di formazione manage-
ment del terziario (Cfmt), creato
da Manageritalia e Confcommer-
cio, ha messo a punto un proget-
to che offre una risposta ai diri-
genti licenziati: “Comincio... da
tre!”. Attraverso 10 giornate di
consulenza e formazione si so-
stiene lo sviluppo personale e
professionale dei manager favo-
rendo la loro rioccupabilità. Un
percorso che li aiuta a riconfigu-
rarsi, li certifica e li mette nelle
migliori condizioni per ripropor-
si sul mercato permettendo an-
che l’incontro con le pmi.
Per Lorenzo Castelli il progetto
“Comincio... da tre!” è stato «lo
strumento più importante che mi
ha fatto aprire gli occhi sulla real-
tà. Diversi sono gli aspetti appro-
fonditi, primo fra tutti realizzare
che la mia esperienza professiona-
le, così come si era evoluta fino ad
allora, ben difficilmente sarebbe
SETTEMBRE 2012 39
molti casi lasciare un incarico in
cui si credeva. Un’attività che da-
va soddisfazione e che si riteneva
fosse utile o indispensabile, oltre
ovviamente ad essere costretti ad
abbandonare uno status sociale
che, anche se ultimamente un po’
ridimensionato, offre comunque
un livello superiore in termini di
posizione retributiva, a fronte pe-
rò di responsabilità e rischi che in
un mercato come quello attuale
sono sempre più elevati.
Un bel giorno arriva la notizia. Tal-
volta si può avere avuto sentore che
qualcosa fosse nell’aria, ad esem-
Lasciare l’azienda in cui si ha lavorato per
lungo tempo significa in molti casi lasciare
un incarico in cui si credeva, un’attività
che dava soddisfazione
,
••08POST.MANAGER 13-09-2012 17:35 Pagina 39
Lavoro e carriera
potuta continuare. Troppa espe-
rienza, che significa anche che
over 50 è troppo vecchio e costo-
so, troppo qualificato e specializ-
zato il mio profilo; trovare un’al-
tra azienda disposta a investire è
quasi impossibile. Ma ancora più
importante è stato riconoscersi tra
altri colleghi, in situazioni analo-
ghe, che stanno affrontando gli
stessi problemi, condividerli per
metabolizzarli, elaborando il lut-
to, perché perdere il posto di lavo-
ro, soprattutto di questi tempi, è
un lutto. Grazie al Cfmt, tuttavia,
ho intrapreso un percorso di tuto-
ring utilissimo, una grossa mano
per guardare dentro me stesso e
capire cosa volevo fare da grande,
valutando nuove opzioni».
I dirigenti hanno dunque la possi-
bilità di avere una “guida” perso-
nale, di intraprendere moduli su
misura concordati sulla base della
prospettiva scelta e delle proprie
esigenze. Si punta anche a realiz-
zare un lavoro attivo individuale
per definire e sviluppare il pro-
prio progetto professionale (as-
sessment delle qualità manageria-
li, uno strumento essenziale per
comprendere i propri punti di for-
za, ma anche le aree deboli), cre-
ando allo stesso tempo occasioni
di contatto con le aziende e di net-
working. L’offerta formativa del
Cfmt è inoltre a disposizione del
manager che, in base al proprio
piano d’azione, sceglierà training
coerenti al raggiungimento del
proprio obiettivo.
Come tante altre vittime della
crisi che ha tagliato migliaia di
posti di lavoro, i quattro mana-
ger erano alla ricerca di nuove
opportunità professionali, dopo
essere stati per anni ai vertici di
aziende in vari ruoli. Dovevano
“riconfigurare” il proprio futuro
e si guardavano attorno, cercan-
do di capire cosa fare. Confron-
tandosi, hanno scoperto che, co-
me frequentemente accade tra i
manager, ognuno agiva per con-
to proprio: ascoltava chi c’era già
passato, chiedeva al commercia-
lista, faceva i conti per la pensio-
ne. Sempre da solo, sempre più
confuso. Finché è emersa una ri-
flessione: “abbiamo problemi co-
muni, uniamo le competenze e
troviamo soluzioni utili a tutti!”.
Così è nato questo libro. Sulla ba-
se delle esperienze dirette e reali
vissute dai quattro, ma anche di
altri loro colleghi, si sono imma-
ginati di dover aiutare un amico
che telefona un venerdì sera per
dire “mi hanno licenziato, cosa
devo fare?”. Il libro non è auto-
biografico, ma contiene le istru-
zioni per l’uso, pratiche e reali,
testate dagli autori, per chi a 40-
50 anni vuole rientrare nel mon-
do del lavoro. Analizza tutti gli
argomenti, sia quelli pratici sia
SETTEMBRE 201240
I 7 CONSIGLI DEI MANAGERA CHI PERDE IL LAVORO
1 Metabolizza il lutto: non vivere del passato, non recriminare, staccati dall’eventofunesto, prenditi una breve vacanza, torna in pieno vigore fisico e mentale.
2 Analizza la tua situazione: cosa vuoi/puoi fare? Chi può aiutarti? Quanto ti mancaalla pensione?
3 Scegli qual è il tuo obiettivo (rientro in azienda, imprenditore, consulente ecc.) eperseguilo con determinazione. Abbi anche un piano B, se dopo X mesi il pianoA non ha avuto successo, devi avere una o più alternative pronte in tasca.
4 Valuta tutte le scelte con dati oggettivi, fatti una sorta di “business plan” per verificare la validità della tua scelta e seguirne l’evoluzione.
5 Usa tutti i mezzi a disposizione per riuscire nel tuo piano A e se non li conosci,imparali: internet, social media, personal e professional networking, uso del pc.
6 Renditi conto che il mondo di oggi non è più quello di 5-10 anni fa. Quello che andava bene allora oggi non funziona. Informati, adattati, sii flessibile, scopri cosa puoi dare a un’azienda e confezionalo al meglio. La forma (dipendente, consulente, fornitore) diventa secondaria.
7 Se il lavoro non c’è devi creartelo tu. Cogli le opportunità che altri non vedono. E non mollare mai.
••08POST.MANAGER 13-09-2012 17:35 Pagina 40
(che per i dirigenti non c’è), se non
quanto ricavabile da alcuni am-
mortizzatori contrattuali.
Per offrire un supporto concreto a
queste persone, Manageritalia ha
capito che occorreva offrire ai diri-
genti over 40 licenziati un servizio
ad hoc, colmando questa parentesi
di inattività affinché i dirigenti non
sprofondassero nel panico. La pri-
ma fase, infatti, è quella più diffici-
le. Superata la rabbia, dopo qual-
che giorno o settimana è però fon-
damentale reagire e capire che oc-
corre superare il senso di solitudi-
ne evitando la tentazione di tenere
segreta la cessazione dell’attività.
«Bisogna accorciare al minimo il
periodo del rancore» sottolinea
Bernardo Pandimiglio «smettendo-
la di chiedersi perché a me e non a
quel mio collega che è sicuramen-
te meno valido e se lo meritava sen-
z’altro più di me. Anche se umana-
mente comprensibile è assoluta-
mente inutile farlo, bisogna cerca-
re di guardare solo avanti, il passa-
to è passato, essere in continua lite
con il mondo per quello che ci è
successo non ci aiuta a ragionare e
a trovare una soluzione». Se per
molti ex manager il traguardo, al-
meno provvisorio, può essere
quello della libera professione, è
importante sottolineare che
l’obiettivo non è quello di propor-
re come unica soluzione alla disoc-
cupazione l’apertura della partita
Iva. Come a dire, l’esplosione del-
le start-up potrà anche dimostrare
vitalità e spirito di intraprendenza,
ma non risolve certo l’endemica
POST MANAGER Lorenzo Castelli, Bernardo Pandimiglio, Savino Paolella, Laura Tramezzani
Franco Angeli, pagg. 151, € 20
41SETTEMBRE 2012
quelli più personali e psicologici,
quelli dove i corsi e il coaching non
possono arrivare.
Che uno volesse rientrare in
azienda da dipendente o fare l’im-
prenditore, aprire la partita Iva o
anticipare la pensione, il post ma-
nager trovava le informazioni di-
sperse in manuali troppo tecnici o
testi narrativi. Con l’aiuto dello
studio Pirola Pennuto Zei & Asso-
ciati gli autori affrontano anche gli
aspetti fiscali e societari. E sono
riusciti a includere le recenti va-
riazioni apportate dal governo al
sistema previdenziale.
Il punto di partenza resta comun-
que drammatico. Non solo per il
singolo dirigente, ma per l’intera
economia italiana, costituita pre-
valentemente da piccole e medie
imprese, dove la presenza mana-
geriale è sempre stata scarsa e po-
co valorizzata. La crisi ha accelera-
to l’uscita di molti manager (nei
primi 5 mesi dell’anno oltre 5.500
in Italia), provocando una vera e
propria dispersione di talenti e
competenze con effetti pesanti sul-
le aziende. Una volta licenziati,
per tutti la strada è in salita. Nel gi-
ro di alcuni mesi, massimo un an-
no, il 50% circa ritrova un incarico
come dirigente. Per gli altri, inca-
richi come quadro (4%) o di tipo
consulenziale (33%) o imprendito-
riale (11%). Tra questi non pochi
(10% circa) quelli che non riescono
a raggiugere un reddito seppur
minimo e quindi di fatto perman-
gono disoccupati senza alcun so-
stegno tipo cassa integrazione ecc.
scarsità di figure manageriali al-
l’interno delle aziende. Il “tempo
delle botteghe” è finito: per far cre-
scere l’economia del nostro paese e
traghettare le imprese verso la ri-
presa occorrono più manager ed è
fondamentale valorizzare il loro
talento. Proprio per rafforzare que-
sta azione volta a una maggiore
diffusione della managerialità nel
nostro tessuto economico, e quindi
migliorare la competitività, nel rin-
novo contrattuale che Managerita-
lia e Confcommercio hanno firma-
to il 27 settembre 2011 si è deciso di
finanziare, con un contributo an-
nuo di 40 euro a carico di ogni
azienda e dirigente in attività, po-
litiche attive volte ad aiutare mana-
ger e aziende. �
L’offerta formativa del Cfmt è a disposizione
del manager che, in base al proprio piano
d’azione, sceglierà trainingcoerenti al raggiungimento
del proprio obiettivo
••08POST.MANAGER 13-09-2012 17:35 Pagina 41
Società
SETTEMBRE 201242
In Italia non c’è futuro se non si generano più figli, brevetti e idee.Bisogna scommetteresulle nuove generazioni,su qualcosa in grado di muoversi da solo.Su questo i manager devono avere un ruolofondamentale di rilancio e rinnovamento
Gabriele Grosso
ITALIA, 2012. OGGI. Lo scenario è noto a tutti da mesi: crisi,
recessione, disoccupazione, debito pubblico, evasione fisca-
le, spread, eversione, rischio contagio, tasse e aumenti delle
accise. Questi sono i fatti che si commentano in ascensore,
davanti a un caffè o nei corridoi aziendali. Di solito agitan-
dosi, o sempre più spesso alzando le spalle.
Di questo si parlerà anche sotto gli ombrelloni, o forse – coi tempi che
corrono – sulle sdraio di una piscina comunale. «Bisogna fare presto»,
«Non c’è tempo da perdere», ma intanto gli sguardi sono bassi, il volto
è contrito, i nervi a fior di pelle. E mentre sempre più famiglie e impre-
se faticano ad arrivare a fine mese, il futuro diventa un lusso che non ci
si può più concedere, nemmeno a rate. Allora il coro si fa unanime, da
destra a sinistra: crescita, sviluppo, ripresa!
Quasi bastasse nominarle per esorcizzare apocalissi altrimenti imminenti
(quasi le profezie Maya diventassero più attendibili dei giudizi delle agen-
zie di rating americane). Tutti sono d’accordo che bisogna fare qualcosa,
LA STRATEGIA DEL
COGITUSINTERRUPTUS
••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 42
dov’è? Forse al centro? Venghino
signori, venghino».
Domande senza risposta
Le domande non mancano (salva-
re il salvabile? buttare il bambino
con l’acqua sporca? resettare il si-
stema? scappare in Australia?),
sono le risposte che latitano. E
quando questo accade, il più del-
le volte è perché le domande sono
mal poste e tornano indietro, co-
me un boomerang.
«Di chi è la colpa?», ci si chiede
l’un l’altro per poi gridare all’un-
tore, mentre azzuffandosi si fini-
sce invece per favorire il dilaga-
re dell’epidemia. Ma guardare
indietro, quasi a sperare di scor-
gere tra le nebbie dell’attuale cri-
ma nessuno sembra sapere che co-
sa. Così a sinistra si invocano le li-
beralizzazioni (per rassicurare i
mercati, dicono senza pudore),
mentre a destra c’è nostalgia di po-
litiche reazionarie (perché si stava
meglio quando si stava peggio, so-
stengono senza vergogna).
Come nel gioco delle tre carte,
qualcuno – più furbo o populista di
altri – invita il pubblico degli astan-
ti a scommettere: dov’è la ricetta?
dov’è la cura? «Prima era qui – di-
ce mostrando un decreto legge
“vuoto” – adesso non più. Prima
era a sinistra, poi a destra, adesso
SETTEMBRE 2012 43
Mentre sempre più famiglie e imprese
faticano ad arrivare a fine mese, il futuro
diventa un lusso che non ci si può più concedere,
nemmeno a rate
••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 43
Società
si una traccia di Eden (al di là de-
gli errori e delle colpe, là dove le
promesse non erano ancora state
tradite), significa interrompere il
flusso del pensiero, per sua natu-
ra innegabilmente progressista.
E significa interromperlo pro-
prio sul più bello, quando spor-
gendosi sul non ancora pensato,
il pensiero sta trovando il corag-
gio di superarlo, il punto di non
ritorno. Ancora un po’. Ancora
un po’. Ancora… E invece no, ec-
colo fermarsi, tornare repentino
sui suoi passi, ripensare se stesso
e così sfociare – tristemente – in
quell’irreversibile processo de-
generativo che lo sottrae alla ri-
cerca e allo sviluppo di qualcosa
di nuovo.
E pensare – se non fosse proprio
questo il point break fatidico – che
sarebbe sufficiente perdere il con-
trollo (semel in anno licet insanire).
«Verso l’infinito e oltre», direbbe
Buzz Lightyear, il personaggio
immaginario protagonista del
film d’animazione Disney Toy
Story; «verso lo sviluppo del po-
tenziale», direbbe un formatore
manageriale. Mollare la presa e
lasciare andare il controllo verso
ciò a cui il pensiero sembra voca-
zionalmente destinato: concepire.
E naturalmente, poi, partorire:
nuove idee, visioni, ipotesi, pro-
getti, piani. Mettere al mondo, in-
somma, un futuro di “parole e
azioni” nuove, anzi neo-nate.
Riflessioni sul futuro
Cogitus interruptus, questa invece
è la strategia scelta dall’Italia e
dagli italiani. Gli stessi che una
volta – creativi per antonomasia
– si vantavano, da una sponda al-
l’altra dell’Atlantico, del fatto
che Italians do it better. E intanto,
mentre i nostri pensieri sono in
Il futuro lo desideriamoper quello che è: aperto,imprevedibile, inedito, per nulla somigliante a ciò che abbiamo già visto, detto, fatto?
••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 44
45SETTEMBRE 2012
queste faccende affaccendati
(cercare il colpevole, fare retro-
marcia, cercare risposte a do-
mande mal poste), il futuro sta
visibilmente soffrendo dell’in-
differenza e dell’apatia del no-
stro pensare.
Già, perché il futuro ha pronte
mille, almeno mille, risposte pos-
sibili, assurde e fantastiche. Le ha
tutte lì, pronte. Da cogliere. Basta
volerle, cercarle, desiderarle. Ma
(c’è sempre un ma, se no come si
spiegherebbe la scelta del cogitus
interruptus?) la domanda è: lo de-
sideriamo – il futuro – per quello
che è, ovvero aperto, imprevedibi-
le, inedito, per nulla somigliante a
ciò che abbiamo già visto, detto,
fatto? Perché il futuro è fatto così:
non si sa come è fatto. Non si può
saperlo prima. Il futuro va preso
per quello che è, o meglio, per
quello che “ancora non è”.
Il futuro – quello vero, quello im-
prevedibile anche dagli algoritmi
della finanza più creativa – ha bi-
sogno di pensieri coraggiosi, az-
zardati, fiduciosi. Ha bisogno di re-
sponsabilità (disponibilità e capa-
cità di assumersi l’onere di dare
una risposta a ogni possibile con-
seguenza di una scelta fatta, anche
a quelle non previste né tanto me-
no prevedibili), più ancora che di
risposte. Perché se vogliamo dav-
vero uscire dalla crisi, se vogliamo
davvero trovare una soluzione,
dobbiamo accettare che la soluzio-
ne non è sotto nessuna delle tre car-
te che continuano a farci vedere.
La soluzione è oltre, al di là delle
colonne di Ercole, oltre il punto di
non ritorno. Ma desideriamo an-
darci? Andare a vedere il possibi-
le bluff. O preferiamo restare e
passare la mano?
Ora, viene da chiedersi, da quan-
to tempo in Italia non si desidera
più con questo coraggio? Da
quanto tempo la famiglia italiana
(nella pluralità delle sue diverse
forme) non desidera più con que-
sta fiducia? Da quanto tempo le
imprese italiane non investono
più in “ricerca e sviluppo”? Da
quanto tempo in Italia si parla di
futuro, ma se ne parla al futuro?
Dopo di noi, il diluvio?
Non ci fossero alcuni indicatori a
rispondere “oggettivamente”, ci
si potrebbe accontentare (supe-
rando la tentazione di conside-
rarci ciascuno di noi, ovviamen-
te, un’eccezione) di un dato per-
cettivo: da molto tempo (pare sia
passato un secolo, anzi un mil-
lennio). Ma i dati ci sono. E quin-
di vale la pena di darci un occhio,
prima di arrivare con questi pen-
sieri ad alcune conclusioni sinte-
tiche. Senz’altro non esaustive,
ma magari generative.
Ipotizzavo all’inizio che non c’è
(letteralmente) futuro senza figli
né idee. Ho appena sostenuto che
non ci possono essere figli né idee
senza l’intensità di un pensiero
che si desidera realizzato a qua-
lunque costo. A qualunque costo
significa, molto concretamente,
senza alcun calcolo, preventivo e
opportunistico, dei pro e dei con-
Finl
andi
aGe
rman
iaSv
ezia
Paes
i Bas
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ssem
burg
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arca
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ttoni
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Polo
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aria
Rom
ania
320
280
240
200
160
120
80
40
0
BREVETTI PER MILIONI DI ABITANTI - � 2000 /� 2007
••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 45
SETTEMBRE 201246
Società
tro (oggi, usando quel linguaggio
politicamente corretto che ci as-
solve tutti, diremmo “realisti-
co”). Significa avere il desiderio,
oggi più che mai, di mettere al
mondo figli e/o progetti, consi-
derandoli come investimenti e
non come costi, come opportuni-
tà e non come sacrifici.
E in Italia, sono decenni – altro che
la contingenza di questa crisi – che
i numeri del tasso di fecondità (ve-
di box nella pagina a fianco) e de-
gli indicatori di innovazione col-
locano il nostro paese, in un ipote-
tico ranking dei paesi “orientati al
futuro”, in posizioni non proprio
onorevoli: nel 2011 risultavamo al
201esimo posto nella classifica re-
lativa al tasso di fecondità.
Il nostro Tft (tasso di fecondità to-
tale) è di 1,39 figli per donna (com-
prendendo però anche i figli nati
dalle donne straniere ma residen-
ti in Italia. Al netto di questo con-
tributo il valore scende all’1,23%)
e al 35esimo posto in quanto a ca-
pacità di innovazione. Il valore
del nostro Gii (Global innovation
index) ci colloca, con tutto il ri-
spetto, dietro a Cipro, Qatar e Re-
pubblica Ceca. E se la scarsa fe-
condità ci trova in buona compa-
gnia di molti altri paesi sviluppa-
ti, quasi a dimostrare una relazio-
ne inversamente proporzionale
(vedi grafico) tra sviluppo econo-
mico e natalità, quando passiamo
ai dati economici (relativi, tanto
per citarne alcuni, alla brevetta-
zione, al saldo natalità/mortalità
delle imprese, al fenomeno delle
start-up, al digital divide ecc.) i
nostri numeri ci allineano con
paesi apparentemente meno ac-
creditati del nostro.
Di fronte a questo scenario, che
palesemente mostra come in Italia
non si pensi al futuro da decenni,
per tutti noi – dai baby boomer si-
no alla generazione X – che abbia-
mo contribuito o stiamo contri-
buendo a determinare quei nume-
ri, rimangono due sole possibilità.
Una, la prima, consiste nel conse-
gnare – naturalmente senza fret-
ta – alle future generazioni un fu-
turo già scritto, “opaco e preca-
rio” come il desiderio che (non)
l’ha pensato. (Non) l’ha saputo o
voluto pensare. Per farlo, basta
non cambiare nulla di quanto
stiamo pensando e facendo ora,
come uomini e donne, come ge-
nitori, come imprenditori o ma-
nager, come opinion leader. È
sufficiente tenere occupate le
poltrone che contano (d’altronde
noi abbiamo dovuto penare, o
no?). Basta credere che “i giova-
ni d’oggi non hanno più valori”
e dunque vanno guidati perché
“non sanno quello che fanno”.
Se “bisogna fare presto”,se “non c’è più tempo”, se“il futuro sta per scadere”,bisogna che il futuro vengaconsegnato a generazionifertili, desideranti
2.1
1.8
1.5
1.2
0.9
0.6
0.3
0
Irlan
daFr
anci
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esi B
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p.Ce
ca
TASSO DI FECONDITÀ TOTALE - � 2002 /� 2009
••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 46
SETTEMBRE 2012 47
È sufficiente profetizzare (perché
spesso le profezie si auto-avvera-
no) che “dopo di noi, il diluvio”.
D’altra parte sono anni che ogni
weekend piove.
È una possibilità. Mortale e morti-
fera, ma reale. I dati lo confermano.
La crisi di questo mondo, del no-
stro mondo, lo conferma. È il cogi-
tus interruptus, il più (in)naturale
metodo “anti-concettuale” (e anti-
concezionale) che esiste.
Serve cambiamento, e subito!
Ma c’è un’altra possibilità, la se-
conda. Più rischiosa, azzardata,
coraggiosa. Come la prima, con-
siste nel consegnare alle giovani
generazioni il futuro, ma diver-
samente dalla prima implica la
scelta di farlo adesso, qui e ora.
Ma per farlo, occorre cambiare
molto di quanto stiamo pensan-
do e facendo, come uomini e
donne, come genitori, come im-
prenditori o manager, come opi-
nion leader. D’altra parte, se “bi-
sogna fare presto”, se “non c’è
più tempo”, se “il futuro sta per
scadere”, bisogna che il futuro
venga consegnato a generazioni
fertili, desideranti.
Generazioni magari ancora im-
mature, ma comunque meno gof-
fe di noi nel muoversi in questo
mondo nomade, digitale, liquido
e globale. Capaci di lasciarsi anda-
re e di pensare il mondo e il futu-
ro in maniera ibrida, contaminata,
partecipativa, collaborativa, ab-
bondante, condivisa, open source.
Pensarlo diversamente da come
stiamo continuando a pensarlo
noi: gerarchico, lobbizzato, inte-
ressato, asimmetrico, divistico,
personalistico. Pensarlo come da
tempo hanno cominciato a fare. In
tanti, insieme, ovunque.
È una possibilità, anche questa.
Provocatoria, ma plausibile.
D’altra parte, in quanto inedita
non ci sono dati che possano
smentirne l’efficacia. Anzi. �
Fecondità...Il Tasso di fecondità totale (Tft) è un indicatore stati-
stico utilizzato in demografia, chiamato anche più co-
munemente “numero medio di figli per donna”.
Solitamente si indica con il valore Tft = 2 un livello di
nascite che permette a una popolazione di riprodur-
si mantenendo costante la propria struttura demo-
grafica. Ciò è chiaramente un’approssimazione, in
quanto presuppone che tutti i parametri rimangano
costanti, soprattutto quelli della mortalità.
Comunque, valori di Tft minori di 2 indicano un ge-
nerale invecchiamento e calo della popolazione,
mentre valori di Tft maggiori di 2 indicano un pro-
gressivo ringiovanimento e aumento della popola-
zione (grafici e tabelle disponibili su www.index-
mundi.com)
e sviluppo Secondo uno studio pubblicato sul numero 460 di Na-
ture (www.nature.com) nel 2009 da Francesco Billari
dell’Università Bocconi e da Hans Peter Kohler e Mik-
ko Myrskylä della University of Pennsylvania, oltre un
certo livello di sviluppo socio-economico la relazione
storicamente negativa tra sviluppo e numero di figli si
inverte e il tasso di fecondità torna ad aumentare.
Se nel 1974, in un’atmosfera di paura per le conse-
guenze della sovrappopolazione del pianeta, uno de-
gli slogan della conferenza mondiale sulla popolazio-
ne di Bucarest era “il miglior contraccettivo è lo svi-
luppo economico”, nel 2009 – a 35 anni di distanza –
in un’atmosfera di paura per la denatalità che ha col-
pito i paesi ricchi, gli autori sostengono che “il miglio-
re stimolo alla natalità è l’ulteriore sviluppo”.
NE PARLIAMO SUL BLOG
V I E N I A D I R C I L A T UA
••09GROSSO2 13-09-2012 17:33 Pagina 47
tt
••10ATUPERTU 13-09-2012 17:33 Pagina 48
ed è giusto che si sia comunque con-siderati uno dei paesi di riferimento».
Come influiscono le fiere d’ar-te sull’andamento di mercato?Possono incidere anche sui ri-sultati delle aste?
«Le grandi fiere internazionali sonouno degli indicatori principali dellostato di salute del mercato dell’arte;dato però che i risultati di vendita nonvengono resi pubblici mi sembra dipoter dire che l’influenza sui risultatidelle aste sia trascurabile, vale piutto-sto il viceversa».
In termini più ampi, come pensasi possa diffondere maggior-mente la cultura e l’arte in Italia?
«Sono convinto che di Arte, intesa so-lo marginalmente in senso commercia-le ma piuttosto come valorizzazione delnostro patrimonio culturale e di tuttoquello che gli gira intorno (turismo, offerta alberghiera ecc.), un paese stra-ordinariamente ricco come il nostro do-vrebbe e potrebbe vivere. Credo chenon sia più ritardabile una decisa presadi posizione politica in questa direzio-ne. Molte voci di provenienze ed estra-zioni le più diverse si levano in questosenso, speriamo che ci sia qualcuno at-tento e interessato all’ascolto…».
dere e comprare all’asta garantisce latrasparenza della transazione, per-mette di confrontarsi col mercato lo-cale e internazionale, i risultati sonopubblici e tutti questi ingredienti spie-gano il successo di questa modalitàcommerciale, che nel caso di Sotheby’sfunziona dal 1744».
Come si comporta un mercatocosì particolare come quello del-l’arte in questo difficile climaeconomico? E la sede italiana ri-spetto a quelle internazionali?
«Il mercato dell’arte sia italiano cheinternazionale si è fatto negli annisempre più selettivo. In parte anche ilgusto dei collezionisti è cambiato e,nonostante l’attuale congiunturaeconomica globale, i risultati del pri-mo semestre del 2012 sono incorag-gianti e permettono di poter dire chene risulta una sostanziale tenuta delmercato, sia delle aste che delle gal-lerie. L’Italia ha una normativa che re-gola la movimentazione delle opere amio avviso piuttosto restrittiva e nonarmonizzata con altri paesi della Co-munità europea, il che rende il mer-cato locale alquanto secondario. Det-to questo, siamo un paese ricco diopere e di collezionisti, è inevitabile
A TU PER TU CON...
SETTEMBRE 2012 49
a cura della redazione
atu
pert
u...
In cosa consiste esattamente ilsuo lavoro e come funziona unacasa d’aste?
«Sono amministratore delegato di So-theby’s Italia dal 2000, dopo aver co-minciato la mia carriera professionalecome responsabile del Dipartimento li-bri antichi, sempre con Sotheby’s. Ilmio ruolo consiste nel coordinamentodell’attività dei vari dipartimenti ope-rativi nella nostra struttura italiana (Ar-te moderna e contemporanea, Pitturaantica e del secolo XIX, Arredi e ogget-ti d’arte, Gioielli e orologi, Libri, Stam-pe e disegni), sia per quanto riguardal’organizzazione delle aste in Italia, siaper l’esportazione delle opere che ri-teniamo più adatte a essere propostein cataloghi di sedi internazionali (Lon-dra, New York, Ginevra, Parigi e HongKong). Le opere che ci vengono pre-sentate vengono valutate, in accordocon il proprietario viene fissato con-trattualmente il prezzo minimo al disotto del quale quell’opera non puòessere venduta, successivamente cata-logate e fotografate per essere pre-sentate nel catalogo dell’asta in cui sa-ranno incluse. In caso di vendita, la ca-sa d’aste applica una commissione sulvenditore e una sul compratore. Ven-
A TU PER TU CON...
Filippo LottiNato il 10 giugno 1963 ad ArezzoAzienda: Sotheby’s ItaliaQualifica: managing director Associato: Manageritalia MilanoSport preferito: motociclismoFilm preferito: I duellanti di Ridley ScottLibro preferito: La divina commedia di Dante AlighieriLuogo preferito: Roccamare (Castiglione della Pescaia)Motto: «Cum potuero vivam quomodo oportet» Seneca(Quando potrò, vivrò come devo)
••10ATUPERTU 13-09-2012 17:33 Pagina 49
••11EXPO_TRAINING 13-09-2012 17:32 Pagina 50
SETTEMBRE 2012 51
L’ingresso è gratuito, ci si può accreditare direttamente da www.expotraining.it/iscrizioni/fiera.php e www.expotraining.it/workshop cliccando sui di-versi eventi organizzati. Per informazioni: segreteria@expotraining.it - tel. 02 80509656
EXPOTRAINING
2012Per la seconda volta in Italia una fierainteramente dedicata alla formazione.Organizzata dagli editoridella rivista specializzataHuman Training,sarà a Milano il 25 e 26ottobre. Manageritalia,che ha patrocinatol’evento, sarà presente con Cfmt e Cibiesse - CfmtBusiness School
EXPO TRAINING 2012 è un evento b2b sponsorizzato daimaggiori protagonisti del mondo del lavoro (principali as-sociazioni datoriali, sindacati ed enti locali) che sviluppae promuove la formazione aziendale nei suoi moltepliciaspetti, ponendo al centro il valore delle risorse umane co-me capitale dell’azienda.
L’evento si svilupperà in modo dinamico e innovativo. Infatti, accantoai 7.500 mq di spazio espositivo di Fiera Milano City, ci sarà un’area con-vegnistica che offre l’opportunità non solo di avere una visione globa-le delle novità e dei trend innovativi nelle varie discipline della forma-zione, ma anche una conoscenza diretta degli enti, degli attori della for-mazione e delle sessioni di aggiornamento tramite convegni e work-shop. Oltre a queste aree è stato istituito anche il Grand Prix della for-mazione, che intende premiare l’innovazione conferendo un riconosci-mento alla miglior metodologia, strategia di aggiornamento, prodottoformativo, che si distinguerà in termini di avanguardia ed efficacia.Manageritalia, Cfmt e Cibiesse - Cfmt Business School saranno presentialle due giornate e il 25 ottobre, alle ore 16, organizzeranno un workshopper ribadire l’importanza della formazione e soprattutto della manage-rialità per competere con successo e, non ultimo, stimolare l’incontro framanager e pmi in un contesto sempre più sfidante come quello attuale.
L’EDIZIONE 2011La scorsa edizione ha permesso di sviluppare contatti con le aziendevisitatrici, avviare nuovi progetti di formazione e favorire la partner-ship tra gli enti formativi, ampliando il loro networking. Nonostantela crisi che colpisce l’economia del nostro paese, Expo Training 2011 èterminato con un bilancio promettente. Nei due giorni si è registratauna qualificata partecipazione: 2.500 operatori e 1.500 aziende chehanno confermato l’interesse sulla formazione come motore di svilup-po della competitività del sistema paese.
FORMAZIONE, MA ANCHEGESTIONE MANAGERIALE E MANAGEMENT: TREFATTORI FONDAMENTALI PER COMPETERE OGGI
Eventi
••11EXPO_TRAINING 13-09-2012 17:32 Pagina 51
P
CON LE ESPRESSIONI “TESTAMENTO BIOLOGICO”
(o testamento di vita), “direttive anticipate di volontà”,
“dichiarazioni di trattamento” si intende il documento
scritto con il quale ciascuno di noi, quando è capace di
intendere e volere, esprime la propria volontà circa i
trattamenti ai quali desidererebbe o non desidererebbe
essere sottoposto, nel caso in cui per una malattia o a causa di un trauma
improvviso non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o il
proprio dissenso informato. Ovviamente non stiamo parlando di eutana-
sia, ossia di diritto al suicidio assistito, ma del diritto di ciascuno di noi di
autodeterminarsi e di decidere di curarsi oppure no.
Nel nostro paese, a differenza di altri europei e non, non esiste ancora una
specifica legge sul testamento biologico, ma si sta comunque definitiva-
mente affermando il valore universale dell’autodeterminazione, secondo
il quale deve ottenere rispetto sia chi voglia essere tenuto in vita artificial-
mente, anche privo di coscienza, sia chi ritiene contrario ai propri princi-
pi sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva della per-
cezione del mondo esterno. Anche i giudici di Cassazione in una pronun-
cia del 2007 hanno affermato in modo inequivocabile tale principio.
Rispettare la volontà individuale
Già la nostra carta costituzionale, all’art. 32, comma 2, prevede che “nes-
suno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non
per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i li-
miti imposti dal rispetto della persona umana”. Ciò significa che ciascu-
no di noi è libero di curarsi e anche di rinunciare alle cure.
Quando perdiamo la capacità di intendere e di volere si pone il problema
di far rispettare le nostre volontà in tal senso. In quest’ottica l’Italia ha ra-
tificato la Convenzione di Oviedo del 1997, la quale stabilisce che “i de-
sideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da
parte di un paziente che al momento dell’intervento non è in grado di
esprimere la propria volontà saranno tenuti in considerazione”. Nel 2003
Diritto
SETTEMBRE 201252
La facoltà di decideresui trattamenti a cuiessere sottoposti in casodi malattia o trauma.Ma cosa dice la leggeitaliana e quali sono i consigli per non avereproblemi di coscienza?Vediamolo insieme
Camilla Cozzi
TESTAMENTO BIOLOGICO
SCELTACONSAP
••12COZZI.DIRITTO 13-09-2012 17:31 Pagina 52
PEVOLE
Alcuni comuni si sono organizza-
ti per promuovere la prassi di no-
minare un amministratore di so-
stegno che, in caso di inabilità o
incapacità anche temporanea del
cittadino che ha manifestato le
proprie volontà riguardo ai trat-
tamenti sanitari cui vorrebbe o
non vorrebbe essere sottoposto,
sarà in grado di far valere e rispet-
tare le sue istanze. Redigere il pro-
prio testamento biologico signifi-
ca infatti esprimere, quando si è
in grado di farlo, la propria volon-
tà sulle cure cui essere sottoposti
per quando non saremo in grado
di esprimerci in tal senso.
Aggiornamenti e precise
indicazioni
È opportuno che ciascuno di noi si
preoccupi di compilare e di tene-
re aggiornato in modo chiaro il
è stato redatto un documento uffi-
ciale da parte del Comitato nazio-
nale per la bioetica secondo cui “i
medici dovranno non solo tenere
in considerazione le direttive anti-
cipate scritte su un foglio firmato
dall’interessato, ma dovranno an-
che giustificare per iscritto le azio-
ni che violeranno tale volontà”.
Pur essendo i riferimenti al prin-
cipio dell’autodeterminazione
numerosi, mancando una legge
ad hoc, sono sorte su tutto il terri-
torio molte iniziative locali: alcu-
ne amministrazioni hanno da
qualche anno istituito il cosiddet-
to registro dei testamenti biologi-
ci. Altre invece, non avendo anco-
ra organizzato un servizio speci-
fico, non accettano il deposito di
questo “testamento” da parte dei
cittadini (l’ultimo caso si è verifi-
cato lo scorso aprile a Sondrio).
proprio testamento biologico, for-
nendo le giuste indicazioni alla
persona o alle persone che do-
vranno prendere decisioni al po-
sto nostro in merito alle cure. Solo
così potremo alleggerire il carico
dei nostri cari ed essere sicuri che
il diritto di decidere riguardo alle
nostre cure non verrà vanificato
per il solo fatto che in quel mo-
mento non siamo coscienti o capa-
SETTEMBRE 2012 53
I medici dovranno non solo tenere in
considerazione le direttivescritte dall’interessato,
ma anche giustificare per iscritto le azioni chevioleranno tale volontà
APEVOLE
••12COZZI.DIRITTO 13-09-2012 17:31 Pagina 53
ci di intendere e di volere. Perché
mai la volontà che ciascuno di noi
ha espresso nel pieno delle pro-
prie facoltà dovrebbe cessare di
esistere e non essere tenuta in con-
siderazione se ci trovassimo in
uno stato di incoscienza? Solo con
il testamento biologico garantire-
mo che la persona prescelta, chia-
Diritto
mata fiduciario, possa far valere le
nostre volontà espresse.
Negli ultimi anni si sono succedu-
ti vari casi di cronaca riguardanti
proprio il diritto di ciascuno di po-
ter decidere se sottoporsi o meno a
determinate cure e di poter essere
certi che le proprie volontà venga-
no sempre e comunque rispettate.
Nel dicembre 2011, a Padova, un
uomo prima di sottoporsi a un im-
portante intervento chirurgico al
cuore si è rivolto al tribunale della
sua città per ottenere la nomina del
proprio figlio ad amministratore di
sostegno temporaneo, affinché ve-
nissero rispettate le sue richieste
(espresse per iscritto prima dell’in-
tervento), ossia la propria volontà
di non essere sottoposto a trasfu-
sioni di sangue. Nel maggio 2008,
a Modena, una donna affetta da
una malattia incurabile aveva co-
municato a suo marito e ai figli di
non voler subire interventi e acca-
nimenti terapeutici, rifiutando
quindi anche la respirazione artifi-
ciale. Se i medici le avessero fatto la
tracheotomia, venendo meno alle
sue disposizioni, la paziente sareb-
be rimasta collegata al polmone ar-
tificiale. In quel caso il marito si è
rivolto al giudice tutelare del tribu-
nale di Modena per far valere la le-
gittima richiesta della moglie. I
medici pertanto non hanno colle-
gato la donna al polmone artificia-
le e le hanno somministrato le cu-
re palliative del caso.
Quando finalmente ci sarà un’e-
splicita previsione legislativa che
riconosca legittimità e vincolativi-
tà delle “direttive anticipate”, po-
trà dirsi realmente garantito il di-
ritto di ciascuno all’autodetermi-
nazione alle cure. �
Perché mai la volontà che ciascuno di noi haespresso nel pieno delleproprie facoltà dovrebbecessare di esistere e non essere tenuta in considerazione se ci trovassimo in uno statodi incoscienza?
••12COZZI.DIRITTO 13-09-2012 17:31 Pagina 54
••12COZZI.DIRITTO 13-09-2012 17:31 Pagina 55
SETTEMBRE 201256
CAMPIONI IN SICILIA
QQuest’anno la 25a edizione deltorneo Manageritalia ci ha porta-to tra le bellezze di Sicilia, metaideale per rilassarsi e godersi ilmare, ma anche visitare luoghi dicultura, arte e storia. Il villaggioiGV Baia Samuele e il suo perso-nale ci hanno ospitato nel miglio-re dei modi, sempre a nostra di-sposizione ma mai con invaden-za. Una spiaggia finissima, unatemperatura calda ma ideale e deipaesaggi dai colori rilassanti cihanno rigenerato dallo stressquotidiano… e, perché no, dal-l’adrenalina infusa dal tifo calci-stico delle serate passate tutti in-
sieme a gridare “Italia” in anfitea-tro, davanti agli Europei di calcio.A metà settimana, gradita sorpre-sa per i nostri ospiti è stata la visi-ta serale a Scicli, comune nomina-to dall’Unesco patrimonio del-l’Umanità, dove guide preparateci hanno condotto tra i luoghisimbolo del Barocco siciliano. Ol-tre che tra i luoghi simbolo delleprelibatezze locali, il che non gua-sta mai!Ma le sorprese non sono manca-te nemmeno sui campi da tennis.Il singolare maschile under è sta-to ricco di giocatori in gamba,combattivi e che hanno sfoggia-
CAMPIONI IN SICILIA
INIZIATIVE MANAGERITALIA
Una settimana ricca di sorprese sui campi, e non solo, quella del XXV torneo federale di tennis
••17tennis.2012cronaca 13-09-2012 17:48 Pagina 56
SETTEMBRE 2012 57
to un buon tennis. Come in tuttele competizioni, vince il migliore ela new entry Irnerio Del Treppo siaggiudica il torneo dopo una fi-nale, giocata con Gabriele Baso(di fatto un “over” ma prestato altorneo “under” per manifesta su-periorità), avvincente e combat-tuta con giocate eleganti e preci-se, risolta al terzo set. Chapeau! Vessillo Valentinis, dopo qualchetentativo non riuscito, quest’annofa centro vincendo agevolmente iltorneo singolare over e imponen-dosi su Franco Tomasi, arrivato almatch stremato dopo una semifi-nale intensa con Roberto Casini.
Nel doppio giallo manager, la cop-pia Daniele Muneroni e Vessillo Va-lentinis vince su Gabriele Baso eGiuseppe Del Vescovo (“e pur simuove”) solo al terzo set, quandocontro la freschezza atletica di Mu-neroni nulla hanno potuto l’espe-rienza e la bravura degli avversari. A volte ritornano! Ormai manca-va da alcuni anni dal gradino piùalto del podio del singolare fem-minile, grazie al dominio incon-trastato di Marta Volterrani fer-mata quest’anno in semifinale daGiulia Musso: Marina Moioli haavuto la meglio su quest’ultimasolo al terzo set. Ma con il piace-vole ritorno sui campi di LauraMusso, le sorelle promettono bat-taglia negli anni a venire. Nel doppio misto la coppia Mirel-la Pol Bodetto e Giuseppe Fedriz-zi, che la sorte ogni anno ripropo-ne quasi scientificamente, si è im-posta su Marta Volterrani e Ro-berto Mirigelli, che solo tardiva-mente nel secondo set hanno op-posto resistenza. Nel torneo ragazzi buon sanguenon mente: come il padre, MarcoDel Treppo si aggiudica il podio, maun complimenti va anche ad Ange-lo Vassallo, Lorenzo e AlessandroCorradini, che si sono battuti al me-glio e, a detta di molti, promettonobene. Staremo a vedere!
TROFEO MANAGERITALIA SINGOLARE MASCHILE OVER
1° Vessillo Valentinis 6-0 / 6-22° Franco TomasiSemifinalisti: Roberto Casini e Giuseppe Del Vescovo
COPPA AVIVA SINGOLARE MASCHILE UNDER
1° Irnerio Del Treppo 7-5 / 1-6 / 6-32° Gabriele BasoSemifinalisti: Daniele Muneroni e Gabriele Lamanuzzi
TROFEO UBI ASSICURAZIONI DOPPIO GIALLO MANAGER
1° Daniele Muneroni/Vessillo Valentinis 4-6 / 6-1 / 6-42° Gabriele Baso/Giuseppe Del VescovoSemifinalisti: Irnerio Del Treppo/Angelo Romanoni e Marzio Pierazzuoli/Ernst Told
TROFEO ASSIDIR SINGOLARE RAGAZZI
1° Marco Del Treppo 3° Lorenzo Corradini2° Angelo Vassallo 4° Alessandro Corradini
COPPA MANAGERITALIA SERVIZI SINGOLARE FEMMINILE
1° Marina Moioli 6-3 / 6-7 / 6-22° Giulia MussoSemifinalisti: Laura Musso e Marta Volterrani
TROFEO RICOH DOPPIO GIALLO MISTO
1° Mirella Pol Bodetto/Giuseppe Fedrizzi 6-1 / 6-42° Marta Volterrani/Roberto MirigelliSemifinalisti: Marina Moioli/Gianfranco Randazzo e Giulia Musso/Giovanni Golzio
... e grazie a
In collaborazione con
••17tennis.2012cronaca 13-09-2012 17:48 Pagina 57
Formazione
Per sconfiggere ladisoccupazione, soprattuttogiovanile, proviamo nuove strade o addirittura nuovi mondi come la Nuova Zelanda.Per poi tornare, modificaree innovare il nostro
Maurizia Plebani
L’ORGANIZZAZIONE
INTERNAZIONALE
DEL LAVORO delle
Nazioni Unite, la Com-
missione europea e la Dichiara-
zione sulla giustizia sociale – che
promuove il sostegno al lavoro di-
gnitoso e ha risposte adeguate al-
le sfide della globalizzazione –
hanno focalizzato l’attenzione
sulla disoccupazione giovanile,
considerate le dimensioni senza
precedenti del fenomeno e la sua
clamorosa accelerazione. Inoltre,
si sono orientate fin da subito per
contrastare l’allarmante situazio-
ne che impedisce ai giovani di
progettare il proprio futuro.
Se l’incremento dovesse essere con-
fermato, nei prossimi mesi in Italia
la disoccupazione potrebbe avvici-
narsi pericolosamente alla quota
critica del 10,9% e più, che rappre-
senta la media di Eurolandia. In ef-
fetti i dati resi noti dall’Eurostat fo-
tografano un continente ancora in
profonda crisi, dove la nostra di-
soccupazione giovanile risulta più
alta di sette punti percentuali ri-
spetto alla media europea.
La sostanziale stagnazione che at-
traversa l’Europa si traduce nei
casi più gravi in recessione ampia
e conclamata. Sul fenomeno pesa-
no ovviamente le politiche di au-
sterità europee, la conseguente
AI CONFINIDELMONDO
••18FORMAZIONE 13-09-2012 17:29 Pagina 58
tenze, vivono questa situazione.
Di certo altri costi si aggiungono a
quelli della disoccupazione: costi
sociali e umani, che si manifesta-
no in svariate problematiche psi-
cologiche o psicofisiche.
Infatti non è semplice essere proat-
tivi in assenza di opportunità, im-
parare a sviluppare intuizione e
creatività per gestire il cambiamen-
to, anticipare futuri problemi ed
esigenze, prendere l’iniziativa per
realizzare ciò che è giusto e neces-
sario; per le aziende riorganizzarsi
sia dal punto di vista tecnologico
sia delle metodologie e soprattutto
delle risorse umane, in modo da
saper anticipare le tendenze, i tem-
pi ed essere competitivi.
Come devono comportarsi allora i
giovani nei periodi di crisi e reces-
sione? La tesi proposta dal premio
Nobel per l’Economia Christopher
Pissarides è continuare a studiare.
Di più: «Studiare è un’ottima ri-
sposta alla disoccupazione nella
fascia d’età tra i 15 e i 24 anni. Il tas-
so di giovani non occupati si ridu-
ce, aumentando i livelli di produt-
tività e abbassando le pressioni sul
mercato del lavoro».
Pissarides, uno degli economisti
più quotati a livello europeo, ha
spiegato anche perché la disoccu-
pazione giovanile è in media più
alta. Secondo lui i giovani hanno
meno possibilità di scelta e spesso
sbagliano il loro orientamento, ma
cambiare orizzonti è importante,
perché crea esperienza e muove il
mercato del lavoro.
Interagire con culture diverse è il
SETTEMBRE 2012 59
modo più efficiente che l’indivi-
duo abbia a disposizione per impa-
rare ad affrontare le difficoltà im-
poste dalle continue crisi: solo così
ha la possibilità di arricchirsi cultu-
ralmente e spiritualmente, per tor-
nare alle proprie origini pronto a
consolidare valori imprescindibili,
che gli consentiranno di innovare,
modificando, la propria realtà con
prospettive diverse e migliori.
Quindi, se cercare nuove vie in al-
tri mondi è un imperativo indi-
spensabile per ripartire, perché
non azzardarsi ai più lontani tra
gli orizzonti possibili?
Destinazione:
ai confini del mondo
Tra le molte scelte, certamente la
Nuova Zelanda ha caratteristiche
che invitano ogni potenziale candi-
dato a prendere seriamente in con-
siderazione questo paese giovane e
contrazione dei consumi e della
produzione.
Se oggi l’Europa è in crisi, e prima
ancora il Giappone e l’Argentina,
non molto tempo fa lo era il Nord
America con la sua bolla immobi-
liare che ha spaventato il mondo.
Proprio il confronto con il resto
del continente appare per l’Italia
particolarmente rilevante.
Certamente non sono solo le crisi
che opprimono la gente e che por-
tano a gesti estremi, ma la continua
esposizione alla corruzione e al-
l’indolenza che disorientano l’in-
dividuo e praticamente lo portano
a sentirsi in colpa d’essere onesto.
La meritocrazia e i suoi principi
sembrano sempre più relegati a
una società utopica e irrealizzabile.
Situazioni difficili
Al di là dei dati, delle statistiche e
delle considerazioni sulle cause,
sarebbe interessante però capire
come realmente i ragazzi italiani e
i lavoratori disoccupati, che non
hanno più la possibilità di acqui-
sire nuove esperienze e compe-
«Studiare è un’ottimarisposta alla
disoccupazione nella fascia d’età tra i 15 e i 24
anni. Il tasso di giovani non occupati si riduce,
aumentando i livelli di produttività e
abbassando le pressionisul mercato del lavoro»
Christopher Pissaridespremio Nobel per l’Economia
Auckland
••18FORMAZIONE 13-09-2012 17:29 Pagina 59
Formazione
attraente, ultima terra a essere po-
polata sul pianeta, dai paesaggi
bellissimi, con quattro stagioni ben
definite, moderno e informale, eso-
tico e allo stesso tempo vibrante,
dove la gente sottolinea gli atteg-
giamenti, gli sguardi e le strette di
mano per capire il carattere delle
persone. Infatti, se le regole sono
correttamente dirette verso il bene
comune, oltre che a favorire deter-
minati settori della società, anche
le possibilità di corruzione sono
minime. E questo è certamente l’in-
superabile antidoto all’attuale – e
temporanea – situazione negativa
dell’Europa d’oggi.
In Nuova Zelanda la burocrazia
“umanizzata” favorisce un proces-
so decisionale semplice che, quan-
do necessario, apporta modifiche
rapide. Basti pensare ai recenti
cambiamenti delle regole per gli
studenti stranieri, realizzate con
una velocità impressionante per
evitare abusi, toccando un tema co-
sì complesso come la politica del-
l’immigrazione di un paese che ha
decisamente bisogno di aumenta-
re la sua popolazione nei prossimi
decenni, anche per fronteggiarne il
processo di invecchiamento.
In uno stile di vita semplice dove è
molto forte la preoccupazione del-
la società, aumenta la determina-
zione dei neozelandesi a moder-
nizzare e trasformare il paese nel
centro tecnologico dell’Oceania.
Ecco che in questo contesto mo-
derno diverse sono le opzioni che
favoriscono professionisti qualifi-
cati e giovani studenti intenziona-
ti a seguire iniziative formativo-
lavorative postlaurea e program-
mi di stage e internership.
Con poco più di quattro milioni di
abitanti sparsi in 268.000 km qua-
drati di splendidi panorami e ric-
chezze naturali – contro i 60 milio-
ni di italiani all’interno di 301.302
km quadrati – è chiara la necessità
di attrarre investimenti e manodo-
pera qualificata straniera e l’immi-
grazione (anche se altamente selet-
tiva) è fortemente incentivata.
I numeri sono estremamente favo-
revoli per chi è qualificato o pen-
sa di farlo in una delle molte occu-
pazioni richieste in Nuova Zelan-
da. Il ministero dell’Immigrazio-
ne pubblica sul suo sito web un
elenco periodicamente aggiorna-
to delle professioni privilegiate
(long term list skill shortage), utile al
momento di richiedere un visto di
studio, di lavoro, per imprendito-
ri o per investitori.
Il settore imprenditoriale è favori-
to da una pubblica amministrazio-
ne efficiente, un sistema fiscale
equo, infrastrutture moderne e
funzionali, un sistema giudiziario
giusto e veloce dove le leggi sul la-
voro permettono la gestione azien-
dale della forza lavoro oltre a ba-
sarsi su sistemi di sicurezza socia-
le, bancario e finanziario efficaci e
a basso costo. La Nuova Zelanda è
un privilegio per gli investitori
professionali e internazionali in
vari settori quali il commercio, il
turismo (14% dell’economia), l’a-
gricoltura e le industrie, le teleco-
municazioni e l’informatica.
Quindi perché la Nuova Zelanda?
Sicuramente perché contribuendo
a creare un mondo nuovo saremo
in grado di migliorare e ricostrui-
re il nostro mondo antico. �
SETTEMBRE 201260
Se cercare nuove vie inaltri mondi è un imperativoindispensabile perripartire, perché nonazzardarsi ai più lontani tragli orizzonti possibili?
Se stai pensando a una meta diversa per la tua formazio-
ne professionale, per corsi di alto livello convenzionati con aziende disponibili a impiegare
giovani stranieri, o semplicemente per migliorare il tuo inglese o quello dei tuoi figli nelle
varie modalità vacanza-studio-lavoro-sport, troverai nell’area riservata My Manageritalia
(www.manageritalia.it) l’offerta che fa per te.
DISCOVERY EDUCATION&TRAVEL (www.discoverynz.co.nz)
è membro di qualità della Camera di commercio italiana
in Nuova Zelanda e offre il totale supporto e la competen-
za mediante il collegamento con scuole di ottima qualità selezionate dal governo.
••18FORMAZIONE 13-09-2012 17:29 Pagina 60
SETTEMBRE 2012 61
#PRIORITALIA HAS BEEN FOUNDED
Managers take steps to change the political scenario and the
country. Almost 1.000 managers and top professionals and
40 important guests from Italian social, economic and
institutional fields met last August in Rome for 4 days. The
activities had the following objective: a return to good
politics. The managers worked in our mutual interest,
because a better future for them and for the whole country
can only be achieved through growth.
#PRIORITALIA was founded with this aim and is the new
social and political entity desired by Cida - Manager e alte pro-
fessionalità per l’Italia, Federmanager and Manageritalia,
these are the three organisations which represent executive
managers, middle management and top professionals
working in the public and private sectors.
The objective is also political, in the sense of taking an active
interest in the “cosa pubblica” (public matters). This new
movement is non-partisan and aims to work in favour of the
country. How? By offering expertise and skills, turnkey
projects and experts to help the political class to get things
done and done well.
Many projects emerged. One of the most innovative projects
involved the creation of an observatory/study centre to
monitor and report on the effects of political decisions. The
creation of teams of managers to be placed at the service of
local administrations in order to implement projects within
the territory. In addition, a major national project to enhance
young talents providing incentives and a political marketing
plan in relation to the territory to attract investors and new
economic partners.
OURPOINTOF VIEW
••18FORMAZIONE 14-09-2012 13:24 Pagina 61
d
••19diBUONgrado. 13-09-2012 17:28 Pagina 62
SETTEMBRE 2012 63
Primo pianoDI BUON GRADO
PPoche persone possono realmen-te vantarsi di aver dato i natali a uncocktail. Il conte fiorentino Camil-lo Negroni fu una di loro. Nato aFiesole nel 1868 da famiglia nobi-le e benestante, Camillo Negronifu un autentico vip della sua epo-ca: vivace, creativo, ribelle, granschermidore, poliglotta, viaggia-tore, seppe farsi notare in ognifrangente della sua vita. Le strade del conte e del buon be-re alcolico si incontrarono a Firen-ze, in un giorno imprecisato fra il1919 e il 1920. Nel capoluogo to-scano esisteva allora un locale, ilCaffè Casoni, che era una sorta dispaccio, avendo anche le licenze diprofumeria e di tabaccheria. Qui la-vorava il giovane barman FoscoScarselli, poco più che ventenne,che era solito servire al conte Ne-groni l’aperitivo Milano-Torino(quello che poi sarebbe stato ribat-tezzato l’Americano). Per il conte,tuttavia, il Milano-Torino era pocopiù che una spuma alcolica, e nonlo convinceva completamente. Fucosì che, dietro suo suggerimento,un bel giorno Scarselli rafforzòl’aperitivo con del gin, in modo daaumentarne il grado alcolico e daconferirgli una punta aggiuntiva diamarognolo. Il conte fece poi ap-porre mezza fetta di arancia, cosìda distinguere il suo aperitivo daquello degli altri avventori del loca-le. Per Negroni quella variante di-venne ben presto il suo “solito”,per tutti gli altri clienti divenne “un
Piero Valdiserragr
adoILNEGRONI
COME SI PREPARA?
Milano-Torino alla maniera del con-te Negroni”, poi abbreviato in Ne-groni. Il Caffè Casoni chiuse defi-nitivamente i battenti negli anni’30 del secolo scorso, ma il cock-tail messo a punto da Scarselli fe-ce ben presto il giro del mondo. Come ogni innovazione di succes-so, anche il Negroni ebbe i suoitentativi di imitazione, e non man-cò chi cercò di sfruttarne la noto-rietà a proprio vantaggio. Comeun tal signor Negroni che, alla finedegli anni ’50, lanciò sul mercatouna bottiglia con il proprio nomein bella evidenza. L’imitatore fu poicostretto a ritirarla dal commercio,dopo aver perso una causa inten-tatagli dalle case liquoristiche. Fo-sco Scarselli, dal canto suo, fu ri-compensato con un congruo asse-gno per aver messo a punto lanuova prestigiosa ricetta.Il Negroni entrò fin dal 1961 fra icocktail classici dell’Iba (Internatio-nal bartenders association), doveancora figura fra gli “indimentica-bili” pre-dinner. La classica compo-sizione tripartita del Negroni (gin,bitter e vermouth rosso) è conside-rata una formula semplicementeperfetta. Ovviamente c’è spazio perle personalizzazioni e chi lo preferi-sce più secco può ad esempio pre-pararlo utilizzando un gin a più ele-vata gradazione alcolica, così damantenere inalterato il bilancia-mento tradizionale degli ingredien-ti. È superfluo ricordare che anchedel Negroni si contano ormai nu-merose varianti. La più curiosa del-le quali, probabilmente, è il “Ne-groni sbagliato”, nato nel capoluo-go lombardo negli anni della “Mi-lano da bere”: in questa versionemeneghina del drink, lo spumantesecco ha preso il posto del gin.
3 cl di gin, 3 cl di bitter, 3 cl di vermouth rosso. Si ver-sano direttamente gli ingredienti nel bicchiere old-fashioned colmo di ghiaccio, si mescola delicata-mente e si guarnisce con mezza fetta di arancia.
••19diBUONgrado. 13-09-2012 17:28 Pagina 63
Pronto intervento antirugheIl nuovo Siero antirughe effetto fillerdi Collistar è un trattamento anti-etàcompleto che rigenera la pelle e ridu-ce le rughe. Ispirandosi alle microiniezioni riempitive della chirurgiaestetica, il siero agisce da “filler” co-smetico, andando a riempire i solchidelle rughe.www.collistar.it
64
LIFESTYLE
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SETTEMBRE 2012
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••20RUBRICHE 13-09-2012 17:46 Pagina 64
In mostraMito e leggendaSensuale e ingenua al tempo stesso, bella da togliere il fiato… eppure così fragile: è Marilyn Monroe, simbolo del Novecento Pop.A cinquant’anni dalla scomparsa, una mostra ripercorre vita pri-vata e carriera attraverso fotografie, opere d’arte legate al suo mito, calzature create per lei dallo stilista Ferragamo, alcuni deipiù celebri abiti di scena e quelli indossati fuori dal set. Un eventoper tutti i suoi numerosi fan e appassionati di cinema.Fino al 28 gennaio 2013Museo Salvatore Ferragamo - via dei Tornabuoni 2 - Firenze www.museoferragamo.com
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ne dei tessuti, la prevenzionedell’invecchiamento e il miglio-ramento dello stato di salute ingenerale.Assolutamente da pro-vare! Ricordiamo la riduzionedel 10% su questo program-ma e su ogni altra offerta diBagni di Pisa per tutti gli as-sociati Manageritalia!
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SaporiUna sosta idealeIl Caveau del Teatro è un caratteristico locale forma-to da eleganti salette che propone piatti genuini e raf-finati. Piatto tipico della Lunigiana, i testaroli al pe-sto, al cui assaggio non ci si può davvero sottrarre.La cantina ospita invece importanti etichette che la“padrona di casa” saprà consigliarvi. L’ideale peruna sosta se state percorrendo l’autostrada della Ci-sa, ma ricordate di prenotare!Ristorante Relais Caveau del TeatroPiazzetta S. Cristina - Pontremoli (Ms) Tel. 0187 833328
SETTEMBRE 2012 65
FUORI UFFICIO
Roberta Roncellifu
oriu
ffic
io••20RUBRICHE 13-09-2012 17:46 Pagina 65
Le aziende chiedonoamicizia su Facebook
SETTEMBRE 201266
Sfruttare i socialmedia per raccon-tare le aziende: èquesto l’obiettivodel saggio di Jo-seph Sassoon, che attraverso unaserie di casi mette in evidenza co-me i consumatori/clienti utilizzanosempre più volentieri i nuovi cana-li per avvicinarsi a brand e prodot-ti, allontanandosi dalla pubblicitàclassica e dai canali tradizionali. Unvademecum per i communicationmanager con le mosse per correreai ripari quando un video su You-Tube può realmente innescare una“bomba”.Web storytelling, Joseph Sassoon,Franco Angeli, pagg. 136, € 17.
La trasposizionepoetica dei cin-que libri di Mosèche formano laBibbia ebraica, ilPentateuco. L’autore di questo lavoro, intellet-tualmente stimolante e apprezza-bile perché ha finalità divulgative,col plauso del rabbino AlbertoMoshe Somekh, è un associatoManageritalia. Chapeau!Torah in rima, Massimo Foa, Ac-cademia Vis Vitalis Editore, pagg.334, € 21.
Davide Mura
LIBRI
Nonostante Waterloo, sono un grandeRiuscì a vendere la sua immagine, a utilizzare e a con-dizionare l’opinione pubblica, rendendosi comuni-catore di se stesso. La comunicazione per lui ricopri-va un ruolo chiave, anticipando le tesi del project ma-nagement Institute, secondo cui il 90% dell’attivitàdi un project manager si risolve nel comunicare. Dichi stiamo parlando? Nientemeno che di Napoleo-ne Bonaparte, al centro del saggio di Roberto Race,giornalista e consulente in comunicazione. In batta-glia questo protagonista di un’epoca comunicavacon i suoi soldati in modo diretto e mettendosi al lo-ro stesso livello, a cominciare dall’uniforme che in-dossava. Condivideva i successi e valorizzava l’abili-tà dei suoi più stretti collaboratori, come gli ufficialiche lo accompagnarono nelle grandi campagne.Motivava e rafforzava il loro ruolo per la conquistadei territori. L’esercito si muoveva in maniera unifor-me, le direttive rivolte a un corpo d’armata erano co-municate anche agli altri. L’evolversi delle manovrediventava patrimonio di conoscenza dell’intera Ar-mata. Dal “Memoriale di Sant’Elena” ai bollettini
stampati durante la cam-pagna d’Egitto, Napoleonefece fiorire una produzioneeditoriale ricchissima attornoalla sua figura e a chi gli stavavicino, dal suo valletto alle bio-grafie dei grandi scrittori comeStendhal, fino ai saggi di oggi… Ma quali sono i con-sigli che possono essere ricavati da Napoleone? Ra-ce ne individua cinque. 1) Comunicate sempre coni vostri collaboratori, senza dare niente per scontatoe mettendovi sul loro stesso piano, i manager spes-so non raccontano quello che sta accadendo; 2)Concentratevi sugli stakeholder e portate gli intellet-tuali dalla vostra parte, senza censurare quello chesi dice su di voi e la vostra azienda; 3) Informatevi,Napoleone leggeva i giornali degli altri paesi, oggi ileader non leggono e non stanno sempre sul pezzo;4) Lavorate sull’opinione pubblica; 5) Nel momentoin cui si presenta una grande criticità, raccontate ciòche è successo senza paura di essere giudicati.Napoleone il comunicatore, Roberto Race,Egea, pagg. 144, € 16.
Mollo tutto e fuggo via
libri
l
Spesso l’unica mo-tivazione che cispinge al cambia-mento è la fuga daqualcosa. Se tutta-via manca un obiettivo, un proget-to, la nostra spinta non batteràmai gli ostacoli reali e concreti, co-me lasciare uno stipendio fisso, af-fetti e molte delle cose che abbia-mo costruito e che viviamo comecertezze. Nel libro di Castagna lestorie di chi ce l’ha fatta (anche dadirigente) e i consigli per non farepassi falsi.Come lasciare tutto e cambia-re vita, Alessandro Castagna,Newton Compton, pagg. 246, € 9,90.
Manager poeta
••20RUBRICHE 13-09-2012 17:46 Pagina 66
SETTEMBRE 2012 67
Daniela Fiorino (daniela.fiorino@manageritalia.it)
Il periodo di conservazione del postodi lavoro in caso di malattia (cosid-detto “periodo di comporto”) puòessere di due tipi: “secco” quando ilperiodo di conservazione del postoè riferito a un’unica e ininterrottamalattia; “per sommatoria” per i ca-si di pluralità di malattie o ricadutedella medesima, che causano unsusseguirsi di assenze.Il periodo di 12 mesi previsto dalcomma 1 dell’art. 18 del contrattocollettivo nazionale di lavoro per idirigenti del terziario attualmentein vigore (23 gennaio 2008) si rife-risce al primo caso, ovvero al com-porto secco. Tuttavia, la pluralità dieventi morbosi o di ricadute nellastessa malattia, anche se nonespressamente disciplinati dal ccnl,in via di equità può essere equipa-rata dal giudice del lavoro, con ri-gorosi criteri di valutazione, aun’unica malattia continuativa al fi-ne di determinare l’applicabilità delcomporto per sommatoria.
Per la computazione di tale perio-do, occorre infine ricollegarsi allanormativa contrattuale in vigoreper i dipendenti (art. 167 del ccnl 2luglio 2004) la quale indica come ri-ferimento per il computo del perio-do di comporto l’anno solare e nonl’anno di calendario. Con il riferi-mento all’anno solare si deve quin-di intendere un periodo di 365 gior-ni computati dal primo giorno del-la malattia (Cassazione, 1° giugno1992, n. 6599), pertanto i 12 mesidi periodo di comporto – a menoche la malattia non decorra propriodal 1° gennaio dell’anno – possonocollocarsi tra due diversi anni di ca-lendario.In conclusione, occorre precisareche per la determinazione del pe-riodo di comporto si fa riferimentonon ai giorni lavorativi ma ai giornidi calendario: devono quindi esse-re conteggiati anche il sabato, ladomenica e le festività infrasetti-manali.
LETTERE
Vorrei sapere se il periodo di comporto di 12 mesi per i dirigenti deb-ba essere computato tenendo conto di tutte le malattie verificatesi du-rante l’intero rapporto che il dirigente intrattiene con la società.
E. P. - Ge
Malattia, il calcolo del comporto
lett
ere
••20RUBRICHE 13-09-2012 17:46 Pagina 67
SETTEMBRE 201268
gnifico! Solo così si può assicura-re il controllo, la guida, la costan-te formazione e lo sviluppo deipropri collaboratori. Una guidacosì mirata e stretta la si può ri-scontrare – come modello – solonella dislocazione degli Angeli cu-stodi rispetto agli umani.
Enrico Brignano, certamentemolto bravo – forse il più bravo –fra i comici italiani degli ultimi an-ni. Fisico gradevole, parlata in unitaliano quasi perfetto, espressio-ne accattivante, dominio del pal-coscenico o del microfono otti-mo, posture da vecchio artista,maschera da teatrante consu-mato. I copioni che interpreta so-no eccellenti ma il tocco perso-nale è spesso inimitabile, divertee conquista il pubblico.Qualche critica? Durante tiriterein linguaggio elegante e corretto,qualche scivolata – parolacce – dicui il nostro comico non avrebbealcun bisogno. Poi mi hanno rac-contato di una gaffe gigantesca:dopo un paio di battute su pretipedofili la frase fatidica. Del tipo:«Portate via i bambini che arrivail Papa!». Come sarebbe interes-sante se il nostro Enrico recitassequalche battuta sfottente suMaometto in un teatro pieno dispettatori dell’Islam, così rigorosie severi nella difesa della loro re-ligione. Ma forse mi hanno riferi-
Guido Gay
ioto
cco!
Un bravo comico
L’Azienda Sicilia
Guarigioni miracolose
Con soli 5.300 milioni di euro diindebitamento (nel 2011) e unfermento – certamente merito-cratico – di nomine. Sono circamille durante il mandato del go-vernatore Lombardo, di cui 200negli ultimi tre mesi. Sessanta gliassessori, di cui gli ultimi due no-minati poco prima delle dimissio-ni del governatore.Se la Regione Sicilia fosse un’a-zienda, noi la valuteremmo comevivace, concentrata sullo sviluppoe la crescita delle risorse umane,generatrice di membership e diun’invidiabile atmosfera interna.Politiche sul personale certamen-te “ripetute” e testimoniate daidirigenti disseminati nei vari com-parti.La nostra Federazione lamentaspesso la scarsa presenza di figu-re manageriali nelle medio-picco-le aziende del Sud (e soprattuttoin Sicilia). Ma l’azienda Regione èun grande esempio opposto. Unastruttura in cui la dirigenza brillaper la sua presenza, con un ma-nager, in media, ogni nove dipen-denti. All’Assessorato all’agricol-tura e infrastrutture un dirigenteogni cinque dipendenti; all’Osser-vatorio regionale agli appalti ottodirigenti ogni dieci dipendenti. Ilmassimo della cura e guida dei di-pendenti la troviamo all’ufficio dicoordinamento e vigilanza sulleopere pubbliche, dove c’è un di-rigente per due dipendenti. Ma-
to male, Brignano è più intelligen-te di così.
Una posizione di invalidità su cin-que è risultata irregolare su 350mi-la verifiche operate dall’Inps nelbiennio 2010-2011.Morti tornati in vita o decedutinon completamente, invalidi ri-sultati in salute (riacquistata?) e,soprattutto, ciechi con possibilitàvisive eccellenti (miracolose gua-rigioni anche di gruppo come ilrecente caso di una madre, due fi-gli e uno zio – invalidità contagio-sa? – tutti ciechi e titolari di pen-sione da trent’anni). Prestazioni assistenziali che assor-bono ogni anno 16 miliardi di eu-ro fra pensioni di invalidità civile eassegni di accompagnamento. Icontrolli dell’Inps hanno già ge-nerato 12mila revoche nel primotrimestre del 2012, non tutte acarico di falsi invalidi ma anche disoggetti con gradi di invalidità in-feriori a quelli previsti per le pre-stazioni di cui fruivano. Ottimo illavoro dell’Inps che, solo recente-mente, ha assunto il controllo pe-riodico dei pensionati di invaliditàprima compito delle Asl. Il lavorodi queste Asl pare sia stato un po’trascurato e poco incisivo. Si sup-pone che – ad esempio – per ilcontrollo di un invalido cieco l’Aslgli telefonasse a casa chiedendo-gli se “fosse sempre cieco”.
... AL FIN DELLA LICENZA, io tocco!
••20RUBRICHE 14-09-2012 13:26 Pagina 68
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SETTEMBRE 2012 69PRE
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I FONDO MARIO NEGRI
NUOVE REGOLE PER I MUTUI IPOTECARI
Il cda del Fondo ha stabilito una serie di variazioniper la concessione dei mutui per l’acquisto di un im-mobile
Il consiglio di amministrazione del Fondo, nella seduta del 25luglio, ha deliberato alcune modifiche al regolamento per la
concessione dei mutui per l’acquisto di un immobile. Il testo ag-giornato è sul sito www.fondonegri.it. Ecco le principali variazioni.
Norme regolamentari� I requisiti richiesti per la presentazione della domanda di mu-
tuo (art. 1).� Per l’applicazione delle condizioni economiche (“spread”), viene
fatto riferimento a quelle vigenti al momento della delibera diconcessione del mutuo (art. 4).
� La polizza assicurativa a copertura dei rischi per i beni costituiti agaranzia viene prevista per il valore di iscrizione ipotecariacon l’estensione al rischio terremoto (art. 9).
� I mutui possono essere concessi nel limite delle disponibilitàstanziate dal consiglio di amministrazione (art. 11).
Condizioni e oneri� La misura dello spread sul tasso di riferimento (Euribor 6 mesi,
360 gg.) viene fissata al 2%.
Sede di stipula� La stipula degli atti di mutuo viene svolta presso la sede del
Fondo in Roma.
Inoltre, lo stesso consiglio di amministrazione ha valutato che abreve potrebbe esaurirsi l’ammontare stanziato in precedenzaper la concessione dei mutui agli iscritti disponendo un ulteriorestanziamento dell’importo di 15 milioni di euro per assicurare co-pertura al flusso delle richieste successive.
•••21infoMANAGER.6_12 13-09-2012 17:25 Pagina 69
SETTEMBRE 201270
Ricordate Click.family, la soluzione ideale per tutelare la propria famigliada richieste di risarcimento per danni causati a terzi?
Il servizio lanciato da Assidir qualche mese fa in collaborazione con UBI As-sicurazioni (vedi Dirigente 4-2012) ha trovato riscontro tra gli associati Ma-nageritalia che, ad oggi, hanno già sottoscritto numerose polizze con il nuo-vo sistema online.Come spesso capita, però, i molti impegni quotidiani ci fanno dimenticarele opportunità vantaggiose a nostra disposizione. Oppure, e questo è altret-tanto frequente, pur ricordandocene non abbiamo tempo per approfondirese l’occasione è veramente adatta a noi e se possiamo farne uso. È quello che è capitato a un collega associato che, durante un incontro ca-suale, ci ha posto alcune domande specifiche su Click.family: vi proponia-mo la sua chiacchierata nella speranza che possa fugare non solo i suoi maanche i vostri eventuali dubbi.
Chi può sottoscrivere una po-lizza Click.family?
Qualsiasi associato Manageritalia e,quindi, tutti i dirigenti in attività, iprosecutori volontari, i quadri, i pro-fessional, gli ex dirigenti, pensionatio meno.
Chi è assicurato con la polizzaClick.family?
Tutti i componenti del nucleo familia-re dell’associato Manageritalia, pur-ché presenti nel suo stato di famiglia.Bisogna però fare attenzione ad alcu-ni casi particolari. Nel caso il coniugerisulti residente in un’altra abitazione(residenza, non domicilio), la polizzalo escluderà automaticamente dallacopertura, salvo una gestione ad hocda richiedersi ad Assidir. Una richie-sta specifica attualmente va fatta adAssidir anche nel caso in cui un mem-bro del nucleo familiare, come un fi-glio con famiglia propria residente
per conto proprio, desideri divenirecontraente di una polizza Click.fami-ly e sia impossibilitato a farlo nonavendo una posizione personale nel-l’area riservata di Assidir.
Cosa posso assicurare con lapolizza Click.family?
Ci si può assicurare contro le richiestedi risarcimento per danni causati aterzi, nell’ambito della vita privata,in modo involontario da parte delcontraente e/o i membri del suo nu-cleo familiare, come abbiamo giàavuto modo di precisare. Comeesempio ricordiamo alcuni casi tipiciin cui la polizza interviene: i dannicausati da un giocattolo che un figlioin tenera età ha lasciato cadere daun balcone; i danni provocati dallabicicletta, condotta da un figlio, stri-sciando contro un’auto parcheggia-ta; i danni causati urtando una per-sona mentre si scia o urtando la ve-trina di un negozio; i danni causatidal proprio cane con un morso a unapersona o a un altro cane. Inoltre, so-no coperti anche i danni legati allacasa in cui si vive. Se questa è di pro-prietà sono coperti sia i danni dettiappunto di “proprietà”, ad esempioquelli causati dalla caduta di un pez-zo di cornicione o di una tegola suun’auto parcheggiata, sia quelli deri-vanti dalla “conduzione”, per esem-pio l’allagamento dell’appartamentocon danneggiamenti a quello sotto-stante. Se la casa in cui si vive inve-ce è in affitto, la polizza ovviamentecopre solo i danni derivanti dalla
ASS
IDIR
PROVARE PER CREDERE!Il recente servizio che permette di stipulare online polizze assicurative su misura è ormai ben avviato. Semplice e sicuro, ti segue dove e quando vuoi:cosa aspetti a provarlo?
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Click.family è una polizza che copre il contraentee il suo nucleo familiare che risulta nel suo statodi famiglia dalle richieste di risarcimento di dannicausati, involontariamente, ad altre persone. Vale per la sfera della vita privata in generale e nonriguarda quindi la sfera professionale, né le respon-sabilità obbligatorie per legge (ad esempio rc auto-veicoli) né, infine, richieste di risarcimento in cam-po penale. È la polizza più semplice e meno costosa, ma è lapiù necessaria: tutela una famiglia da impreviste eimprevedibili perdite economiche, il cui valore puòarrivare in alcuni casi a cifre altissime (immaginate
se sulla pista da sci urto e procuro una frattura a unaffermato professionista o a un noto personaggiodello spettacolo!).
Prova a fare un preventivo Click.family: in pochiminuti potrai dare tranquillità a tutta la tuafamiglia!
Click.family è un prodotto UBI Assicurazioni
Prima della sottoscrizione leggere il Fascicolo Informativo disponibile sul sito www.assidir.it
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“conduzione”. Per avere il quadrocompleto delle garanzie bisognaconsultare l’area riservata del sito diAssidir dove sono disponibili le condi-zioni integrali di assicurazione diClick.family.
Quelli che abbiamo visto sonoi casi standard, sono possibilidelle estensioni?
Click.family prevede già alcuneestensioni nella polizza base, mentrealtre sono state standardizzate per ve-nire maggiormente incontro a possibi-li esigenze degli associati, ma solo die-tro la corresponsione di un piccolo pre-mio aggiuntivo. Il caso più importan-te delle estensioni sempre valide ri-guarda le seconde case: se sono utiliz-zate esclusivamente dagli apparte-nenti al nucleo familiare dell’assicura-to, la copertura vale sia per i danni de-rivanti dalla “proprietà” sia per quellilegati alla “conduzione”. Qualora in-vece le abitazioni vengono date in lo-cazione a terzi, sarà possibile estende-re la copertura assicurativa fino a un
massimo di tre abitazioni, pagando,come diecevamo, un incremento delpremio base, per assicurarsi contro ilrischio di danni causati dagli affittua-ri sia al fabbricato sia al contenuto del-l’appartamento: con l’estensione diClick.family i beni dell’assicurato pre-senti nei locali risultano coperti sino adeterminati limiti.
Ci sono casi particolari di co-pertura a cui non si pone nor-malmente attenzione?
Certamente, per esempio il caso incui ci sia una rivalsa di Inps o Inailqualora un collaboratore domestico,ovviamente in regola, subisca un in-fortunio di lavoro nell’abitazione del-l’assicurato: anche qui i danni per larivalsa vengono coperti grazie aClick.family.
Da quando decorre la polizza?E da quando diviene attiva?
La procedura online è molto facile: do-po l’elaborazione di un preventivo pri-vo di errori e la ricezione di un’email
con la conferma da parte del sistema,il preventivo viene salvato e conser-vato per 60 giorni. In questa fase la co-pertura non è ancora attiva. Bisognaa questo punto ritornare sul preventi-vo e procedere con l’acquisto della po-lizza, pagando online con carta di cre-dito. Il sistema invia un’email di con-ferma e la copertura diviene attiva apartire dalle ore 24 dello stesso giorno.Come in tutte le assicurazioni online,in seguito verrà comunque inviata alcontraente una copia originale car-tacea della polizza con le eventualiistruzioni per la restituzione ad Assi-dir di una copia controfirmata.
Dove posso trovare ulterioriinformazioni?
Sui siti di Assidir e Manageritalia, sulnumero di aprile 2012 di Dirigente(scaricabile online), presso le orga-nizzazioni territoriali della propria As-sociazione o contattando diretta-mente lo staff di Assidir, pronto a da-re risposta a qualsiasi domanda tec-nica in merito.
COS’È
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di due anni dalla data riportata sulprimo documento di spesa accluso.Se, ad esempio, il 30 giugno 2012 sipresenta una pratica all’Associazio-ne, questa potrà contenere docu-menti di spesa relativi ai due anniprecedenti, il più vecchio con data1° luglio 2010. E così sarà fino al 31dicembre 2012 (vedi figura 1).
... e come funzionerà domani(dal 1° gennaio 2013)Dal 1° gennaio 2013 il termine di
due anni è ridotto a sei mesi. Quan-do si presenterà una pratica all’As-sociazione questa potrà contenerequindi documenti di spesa con dataantecedente al massimo di sei mesiquella di presentazione. Ad esempio, una pratica presenta-ta il 31 gennaio 2013 potrà contene-re documenti datati al massimo 1°agosto 2012 (vedi figura 2).
Attenzione quindi al momento dipassaggio ! Per pratiche presentate
PRATICHE INDIRETTE,NOVITÀ IN ARRIVODal primo gennaio 2013 il termine di presentazione delle richieste di rimborsosarà di sei mesi e non più di due anni
APARTIRE dal 1° gennaio 2013 iltermine di presentazione delle
richieste di rimborso in forma indiret-ta, oggi di due anni dalla data delprimo documento di spesa, vieneportato a sei mesi.Finalità della delibera, dal punto divista tecnico, è quella di avvicinareper quanto possibile il momento del-la liquidazione delle richieste di rim-borso da parte del Fondo al momen-to in cui gli iscritti sostengono le spe-se per le prestazioni sanitarie.
LA “PRATICA INDIRETTA”
Come funziona oggi (e fino al 31 dicembre 2012)...Nella forma indiretta la richiesta dirimborso (“pratica”) deve riferirsi, co-me è noto, a un solo evento di ma-lattia per ogni singolo assistito e puòcontenere più documenti di spesa.Oggi la “pratica” deve essere chiusae presentata all’Associazione territo-riale Manageritalia entro il termine
FASD
AC
Lug
data primo documento di spesa 1° luglio 2010
eventuali altri documenti di sp
2 annidetrazione fissa € 51,65 detrazione fissa € 51,65 detraz ion
Ago Set Ott Nov Dic Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Se
2010 2011
Figura 1 - OGGI (E FINO AL 31 DICEMBRE 2012)
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all’Associazione fino al 31 dicembre2012 il termine per la raccolta deidocumenti “retroagisce” fino a dueanni; per quelle che saranno presen-tate a partire dal 1° gennaio 2013 iltermine “retroagisce” a sei mesi.
Detrazione fissa di € 51,65. Nullacambia per la detrazione fissa di51,65 euro, che continua quindi a es-sere applicata secondo il vigente cri-terio (detrazione di € 51,65 per ogniperiodo di sei mesi o frazione di essodecorrente dalla data del primo do-cumento di spesa fino alla data dipresentazione all’Associazione terri-toriale Manageritalia).
Pratiche di soli ticket. Nulla cambiaanche per le richieste di rimborso re-lative ai soli ticket: due sole praticheall’anno da presentare entro il mesedi settembre (ticket pagati nel primosemestre dell’anno) ed entro il mesedi febbraio (ticket pagati nel secon-do semestre dell’anno).
data primo documento di spesa 1° agosto 2012data presentazione 31 gennaio 2013
data presentazione30 giugno 2012
di spesa
6 mesiaz ione fissa € 51,65 detrazione fissa € 51,65 detrazione fissa € 51,65
eventuali altri documenti di spesa
o Set Ott Nov Dic Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Gen
2012 2013
Figura 2 - DOMANI (DAL 1° GENNAIO 2013)
CURE DENTARIE IN CONVENZIONE DIRETTAA partire dal 1° aprile non è più dovuta la quota fissa di € 51,65 a carico dell’iscrit-to per le cure odontoiatriche fruite in convenzione diretta. La disposizione si applica
con riferimento alle prestazioni fatturate a partire dal 1° aprile 2012.
La determinazione adottata dal consiglio di gestione del Fasdac intende promuovere il ricorso
degli assistiti alle prestazioni erogate in regime diretto, dove il rimborso del Fondo è pari al
70% degli importi convenzionati (con la sola eccezione dei trattamenti ortodontici mobili
o fissi per i quali è previsto il contributo di € 800 l’anno per un massimo di 3 anni).
NUOVE CONVENZIONI ODONTOIATRICHEIl Fondo sta raccogliendo le adesioni dei dentisti segnalati dagli iscritti che han-no manifestato l’interesse al convenzionamento con il Fondo.Sui siti www.manageritalia.it e www.fasdac.it è consultabile l’elenco – in costante aggiornamen-
to – degli studi odontoiatrici convenzionati.
Al fine di migliorare il servizio attraverso l’ampliamento della rete degli studi odontoiatrici con-
venzionati, gli iscritti al Fondo dovrebbero a far inviare dal proprio dentista un’email di richiesta
a convenzioni@fasdac.it. Sarà cura degli uffici del Fondo mettersi subito in contatto con lo stu-
dio per verificare la possibilità del convenzionamento.
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Editore: Manageritalia Servizi srl
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Associato all’USPIUnione stampa periodica italiana
Accertamenti diffusione stampa
La diffusione di settembre è di 35.452 copie
DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATOFEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL
FONDO DI PREVIDENZAMARIO NEGRI
ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE
CFMT - CENTRO DI FORMAZIONEMANAGEMENT DEL TERZIARIO
FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTIAZIENDE COMMERCIALI
MENSILE DI INFORMAZIONE ECULTURA DI MANAGERITALIA
FEDERAZIONE NAZIONALEDEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO,
SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
Hanno collaborato a questo numero
crisiesviluppo.manageritalia.it
donne.manageritalia.itpensioni.manageritalia.it
I NOSTRI B L O G
Thomas Bialas, futurologo, è responsabile del progetto Future Ma-nagement Tools di Cfmt. (pag. 28)
Camilla Cozzi è avvocato, esperta di diritto della famiglia e delle per-sone, esercita presso lo studio legale associato Ciriello-Cozzi. (pag. 52)
Gabriele Grosso è consulente filosofico, lavora da cinque anni con iltop-management di grandi organizzazioni italiane e multinazionali sui temidell'identità, valori, merito, cambiamento. (pag. 42)
Cristina Papini è research & analytics director di Nielsen. (pag. 26)
Maurizia Plebani è psicologa. (pag. 58)
Michele Riva, consulente editoriale, collabora a L’Impresa e ad altre
riviste economico-manageriali. Ha diretto L’Impresa e i libri di manage-
ment del Sole 24 Ore. (pag. 32)
Piero Valdiserra è direttore marketing e relazioni esterne di uno
dei maggiori gruppi italiani operanti nel beverage alcolico. È anche som-
melier, nonché fondatore e presidente del club enogastronomico bolo-
gnese Gaudio (marketing@rinaldi.biz). (pag. 63)
da ManageritaliaDaniela Fiorino
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