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Lucia Senes 30 Aprile 2012
Unità 3 PLATONE 1
P
- Dalla decadenza della Grecia periclea allo sviluppo della filosofia platonica – A cura di :
Lucia Senes III F
Liceo scientifico “G.Brotzu” Anno scolastico 2011/2012
Platone e Socrate
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Unità 3 PLATONE 2
Indice generale
Capitolo 1
I rapporti con Socrate e con i sofisti
1. Il platonismo come risposta filosofica a una società e a una cultura in crisi
2. I caratteri della filosofia platonica
Socrate e Platone
Mito e filosofia
Capitolo 2
La dottrina delle idee e la teoria dello Stato
1. La dottrina delle idee
La teoria delle idee e la sua importanza
La genesi della teoria delle idee
Quali sono le idee
Il rapporto tra le idee e le cose
Come e dove esistono le cose
La conoscenza delle idee
Reminiscenza, verità ed eristica
L’immortalità dell’anima e il mito di Er
La dottrina delle idee come salvezza dal relativismo sofistico
La finalità politica della teoria delle idee
2. La dottrina dell’amore e dell’anima
Il Simposio
Il Fedro 3. Lo Stato e il compito del filosofo
Lo Stato ideale
La giustizia
Caratteri e motivazioni delle classi sociali
Il “comunismo” platonico
I guardiani sono felici ?
Le degenerazioni dello Stato
Platone e la democrazia
Chi custodirà i custodi? L’importanza dell’educazione nella città platonica
I gradi della conoscenza e l’educazione
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Unità 3 PLATONE 3
Il mito della caverna
La condanna dell’arte imitativa
Capitolo 3
Approfondimenti e nuove prospettive
1. I problemi dell’ “Ultimo Platone”
Il confronto con Parmenide
I generi dell’essere e il problema del nulla
La nozione generale di “essere”
2.La dialettica
3. Il bene per l’uomo: il Filebo
4. Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri
Il mito del demiurgo
La visione matematica delle cose
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Unità 3 PLATONE 4
Capitolo 1 :
I rapporti con Socrate e con i sofisti
1. Il platonismo come risposta filosofica a una società e a una cultura in crisi
Il platonismo nacque in un periodo in cui la crisi politico-culturale stava invadendo il mondo storico. Dal
punto di vista politico, infatti la Grecia stava attraversando un periodo di massima decadenza nella quale,
bisogna ricordare l’avvenuta dei Tiranni (404 a.C.) e lo stabilirsi di una nuova democrazia che ben presto
portò alla morte di Socrate. Proprio la morte di quest’ultimo, considerato l’uomo più giusto di tutti, era
sintomo di una crisi culturale e dell’uomo. La figura di Socrate divenne un simbolo della crisi e una
speranza di superamento di essa.
Per superare questa crisi, c’era il bisogno di una riforma globale dell’uomo che avrebbe portato a una
rinnovata filosofia e a una rivoluzione culturale e politica alla luce del sapere.
L’attività letteraria di Platone, può essere suddivisa in :
2. I caratteri della filosofia platonica
Socrate e Platone
La filosofia di Platone si basa principalmente sugli insegnamenti di Socrate. Anche Platone utilizza il
dialogo come un mezzo attraverso il quale si possa esprimere un indagine filosofica.
L’utilizzo del dialogo, inoltre, ha fatto si vivesse la filosofia come una ricerca inesauribile e mai
conclusa, quindi come un continuo sforza verso la verità che l’uomo non possiederà mai
completamente.
Mito e filosofia
Una delle caratteristiche principali della filosofia di Platone, è l’utilizzo dei miti, ovvero di racconti
fantastici attraverso i quali vengono esposte dottrine o concetti filosofici.
Il filosofo utilizza il mito come:
- un strumento più accessibile per comunicare
- un mezzo attraverso cui parlare di realtà che vanno al di là del limite imposto dalla ragione.
Infine, il mito è una teoria che pur essendo indimostrabile viene concepita come vera.
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Capitolo 2 :
La dottrina delle idee e la teoria dello Stato
1. La dottrina delle idee
La teoria delle idee e la sua importanza
La seconda fase del pensiero platonico è costituita dalla formulazione della “teoria delle idee” attraverso le
quali si spinge oltre le dottrine insegnate da Socrate, elaborandone delle nuove.
La genesi della teoria delle idee
Secondo Platone, la genesi della teoria delle idee è da ricercare nella scienza che lui chiama “episteme”. In
antitesi ai sofisti, Platone si domanda quale sia l’oggetto della scienza e arriva a definirla come immutabile
e perfetta che rispecchia le idee immutabile e perfette anch’esse.
A differenza dell’opinione, che lui chiama “doxa” che identifica come un’entità mutevole e imperfetta che
si rispecchia nelle idee mutabile e imperfette.
Per il filosofo, l’idea è il modello unico e perfetto delle cose del mondo.
Inoltre in Platone esistono due gradi fondamentali di conoscenza:
Dualismo gnoseologico, costituito dall’opinione e dalla scienza
Dualismo ontologico, costituito dalle cose e dalle idee
Quali sono le idee
Nella fase della maturità del pensiero platonico, le idee vengono suddivise in due categorie fondamentale:
le idee – valori : i supremi valori come la Bellezza, il Bene, la Giustizia.
le idee matematiche corrispondenti alle entità matematiche e geometriche.Inoltre Platone parla di “idee di cose artificiali” e di “idee di cose naturali”.
Essendo molteplici, le idee sono organizzate seguendo un ordine gerarchico- piramidale con le idee-valori
in cima e l’idea del Bene al vertice.
Dialoghi della maturità Dialoghi della vecchiaia
IdeeForme uniche eperfette di classi di
cose designate con
un unico nome
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Il rapporto tra le idee e le cose
Secondo Platone le idee sono:
criteri di giudizio delle cose, in quando per giudicare un oggetto non possiamo fare a meno di riferirci
ad esso. Causa delle cose; due individui sono uomini sulla base dell’umanità, quindi questa è la causa che li
rende tali.
Il rapporto tra le idee e le cose è dato dalla mimesi ( imitazione delle idee), dalla metessi ( partecipazione
delle idee) e la parusia ( presenza delle idee nelle cose).
Come e dove esistono le cose
Il filosofo utilizza un termine latino per dir che le idee esistono in quanto vanno oltre le mente e le cose.
Alcuni studiosi ritengono che il mondo platonico delle idee assomigli all’empireo dantesco oppure al
paradiso cristiano. Altri intellettuali invece hanno considerato le idee platoniche come dei modelli di
classificazione delle cose.
La conoscenza delle idee
Partendo dal presupposto che le idee siano l’oggetto di una visione intellettuale, Platone ricorre alla teoria
della reminiscenza ovvero del ricordo, per spiegare che l’anima, prima di entrare nel nostro corpo, è
vissuta nel mondo delle idee. La gnoseologia di Platone presenta un forma di innatismo poiché valuta la
conoscenza come un giudizio già esistente nel nostro intelletto.
Reminiscenza, verità ed eristica
Per Platone la teoria della reminiscenza costituisce la vittoria sul relativismo sofistico. Il filosofo sostiene
che l’uomo non conosca tutta la verità ma anche che non la ignori completamente attraverso il “ricordo”.
L’immortalità dell’anima e il mito di Er
La reminiscenza rappresenta una delle prove dell’immortalità dell’anima che diventa l’oggetto di uno dei
dialoghi più ricchi di pathos1, il Fedone. Oltre ad essa, Platone elenca altre prove dell’immortalità
dell’anima:
Dei “contrari” in cui afferma che una cosa si genera dal suo contrario
Della “somiglianza” in cui sostiene che l’anima, essendo come le idee, sia eterna
Della “vitalità” poiché l’anima, essendo vita partecipa all’idea di vita stessa.
La teoria dell’immortalità, viene utilizzata da Platone per chiarire il problema del destino attraverso il mito
di Er, con il quale Platone conclude la Repubblica. Morto in battaglia, dopo essere risuscitato dopo dodicigiorni, racconta la sorte che attende gli uomini dopo la morte; infatti la vicenda è incentrata sulla scelta del
proprio destino. La scelta è guidata soprattutto dalle esperienze vissute, per questo Platone crede che
l’uomo sia artefice del proprio destino nonostante sia condizionato da ciò che è stato in vita.
La dottrina delle idee come salvezza dal relativismo sofistico
Il punto saliente della dottrina delle idee è il rifiuto del relativismo sofistico. Secondo Platone, il relativismo
sofistico tende a rappresentare una filosofia negatrice di un stabile punto di vista sulle cose. Platone prese
le distanze dall’assolutismo tradizionale e il relativismo estremo. Platone vede nell’assolutismo l’unica
strada percorribile. In questo modo l’umanismo dei sofisti e di Socrate viene messo da parte; infatti non è
più l’uomo a misurare la verità, ma viceversa.
1 Forte sentimento e commozione profonda che viene espressa o suscitata da una creazione artistica.
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Unità 3 PLATONE 7
La finalità politica della teoria delle idee
Platone vuole offrire, attraverso la dottrina delle idee, uno strumento che consenta agli uomini di uscire
dal disordine. Per questo, fa delle idee il principale strumento contro il relativismo sofistico.
2. La dottrina dell’amore e dell’anima
Il sapere stabilisce tra l’uomo e le cose, non solo un
rapporto intellettuale da anche d’amore, che
Platone chiamerà eros.
Platone dedica due dialoghi alla teoria dell’amore,
ovvero il Fedro che considera l’amore nella sua
soggettività, mentre il Simposio considera labellezza come l’oggetto dell’amore e associa ad
essa quattro diversi tipi di amore. (vedi figura 1)
Il Simposio
I filosofi che partecipano in questo dialogo, sono riuniti in un banchetto; ognuno di loro esprime le proprie
idee riguardanti l’eros.
Pausania suddivide l’eros in: eros volgare (i piaceri) e eros celeste , rivolto alle anime.
Erissimaco vedo l’amore come una forza cosmica
Aristofane, attraverso il mito degli androgeni rivela l’insufficienza del l’uomo nei confronti dell’amore
Socrate identifica l’amore come un bisogno per l’uomo.
La bellezza è l’oggetto dell’amore e la bellezza per eccellenza corrisponde all’amore filosofico.
Il Fedro
Il problema del Fedro è quello della considerazione dell’anima. Per spiegarne la natura dell’anima, Platone
utilizza il mito della biga alata, in cui una coppia di cavalli, uno bianco, più agile e scaltro, mentre l’altro
nero, lento e pigro. Mentre vengono guidati da un auriga verso il cielo, il compito del cavallo bianco è
quello di sorreggere quello nero affinché arrivino nel mondo della bellezza. Questo non succede perché i
cavalli cadono prima. La bellezza è il tramite tra l’uomo caduto e il mondo delle idee. A questo punto l’eros
diventa un processo di dialettica.
Figura 1
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Unità 3 PLATONE 8
3. Lo Stato e il compito del filosofo
Lo Stato ideale
La Repubblica è l’opera più importante di Platone, nella quale, attraverso il riassunto dei dialoghiprecedenti viene data la definizione di comunità perfetta; che per Platone doveva essere presieduta dai
filosofi.
Si pone due domande :
1) Qual è lo scopo di tale comunità
2) Chi sono i filosofi
La giustizia
Alla prima domanda da come risposta la Giustizia; dicendo che nessuna comunità può sussistere senza di
essa.
Inoltre la giustizia è condizione fondamentale della nascita e della vita dello Stato. Lo Stato deve esserecostituito da tre classi a ciascuna delle quali collega una virtù:
1. Governanti i quali devono avere la virtù della saggezza
2. Guerrieri i quali devono avere la virtù del coraggio
3. Cittadini i quali devono avere la virtù della temperanza
La temperanza però è una virtù che si addice a tutte e tre le classi.
La giustizia comprende tutte e tre queste virtù, e si realizza quando ciascun cittadino adempie al proprio
compito; ogni individuo è quindi portato a scegliere quello per cui è più adatto e dedicarsi solo ad esso. La
giustizia garantisce pertanto l’unità e con essa la forza dello stato, garantisce inoltre l’unità e l’efficienza
dell’individuo.
Nell’Anima Individuale Platone stabilisce tre parti :
1. Razionale che è quella dell’anima che ragiona
2. Concupiscibile dalla quale derivano gli impulsi corporei
3. Irascibile che lotta per ciò che la ragione ritiene giusto.
Da qui attribuisce di nuovo le virtù in questo modo :del principio razionale sarà tipica la saggezza,del
principio irascibile il coraggio,e l’accordo delle tre parti sarà la temperanza.Da qui Platone passa dalla
giustizia dello Stato a quella dell’individuo, e questa si avrà quando ciascuna parte dell’anima osserverà
solo la sua funzione. Quindi la giustizia non sarà solo l’unità dello stato o del singolo individuo, ma bensì
anche dell’unione di entrambe queste parti.
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Unità 3 PLATONE 9
Caratteri e motivazioni delle classi sociali
1. Da dove Platone prende la distinzione in classi?
2. Che cosa fa si che un individuo appartenga ad una classe piuttosto che ad un’altra?
Per la prima questione il filosofo dice che in uno Stato ci sono dei compiti diversi che devono essereattribuiti a persone diverse.Per la seconda invece dice che la destinazione sociale dipende da quale parte
dell’anima prevale sull’altra.Abbiamo così gli individui che sono prevalentemente razionali, individui
prevalentemente impulsivi e prevalentemente soggetti al corpo suoi desideri. Per Platone la divisione in
classe non dipende da un fattore ereditario ma da un attitudine naturale. Tutto ciò trova esempio nel mito
delle stirpi nel quale secondo un’antica leggenda fenicia alcuni nascono con una natura aurea, argentea,
ferrea o bronzea. Nell’immaginaria società platonica si possono, a differenza dei ceti indiani, passare da
una classe all’altra, sia dalla più bassa alla più alta che viceversa, e quindi avere una certa mobilità sociale.
Il “comunismo” platonico
Per fare funzionare bene lo Stato, Platone , suggerisce l’eliminazione della proprietà privata e lacomunanza dei bene per le classi superiori. I custodi dovranno avere solo le cose necessarie per vivere, e
saranno proibiti oro e argento in quanto lo scopo della città è il bene di tutti non la felicità di una classe.
Sia la povertà che la ricchezza, sono nocive per cui nella città ideale non dovrà esistere nessuna delle due.
La classe al potere non avrà famiglia, e inoltre si dovranno avere in comune anche le donne. Le unioni
matrimoniali saranno temporanee e stabilite dallo stato in modo tale che nascano figli sani. I figli però
appena nati, verranno tolti hai genitori in modo tale che non si conoscano e possano crescere come in una
grande e solidale famiglia.
I guardiani sono felici ?
Platone alla domanda se i guardiani sono felici risponde che la felicità risiede nella giustizia, quindi
nell’aver compiuto i propri compiti, in vista dell’armonia e della felicità complessiva dello Stato. I filosofi,
inoltre sono felici già di per sé in quanto godono della beatitudine della conoscenza e non hanno bisogno
di cercare la loro realizzazione nei beni materiali.
Le degenerazioni dello Stato
Platone vede quindi nell’aristocrazia dei filosofi la forma di stato fisiologica. Mentre distingue quatt ro
forme di stato patologiche: la Timocrazia, nella quale la proprietà dei beni è nelle mani dei governanti al
quale corrisponde l’ uomo ambizioso e amante del comando e degli onori; l’Oligarchia in cui il potere è
nelle mani dei ricchi al quale si associa l’uomo avido di ricchezze, parsimonioso e laborioso; la Democrazia,
nella quale prevale la libertà dei cittadini, che si caratterizzano dal lasciarsi andare facilmente a desideri
smodati; la Tirannide, la peggiore forma di stato in cui il tiranno per gua rdarsi dall’ odio dei cittadini,
tenderà a circondarsi da persone peggiori di lui; a questa forma di stato corrisponde l’uomo schiavo delle
proprie passioni e sempre infelice.
Platone e la democrazia
Platone critica non soltanto i sofisti, ma anche gli uomini politici che avevano attuato riforme della città in
senso democratico.
Con la concezione aristocratica a reggere le sorti della cosa pubblica devono essere i migliori, ossia una
minoranza che eccelle su molti, non solo per ricchezze ma anche per virtù. Secondo la concezione
democratica invece il governo della polis deve essere in funzione di tutti e quindi un affare di popolo.
La più vicina alle concezioni di Platone è la prima.
Infatti attraverso l’”aristocrazia platonica” si raggiunge una funzionale divisione dei poteri che attraverso la
sua rigidità e permanenza nel tempo arrivi ad una forma di stato ideale, che nasce da una naturale
inclinazione del singolo che volontariamente adempierà ai propri compiti. Mentre con la democrazia i
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Unità 3 PLATONE 10
soggetti si sentiranno del tutto liberi e non ci sarà coincidenza tra inclinazione naturale e compito assolto
e ci sarà una rottura dell’ equilibrio ideale, in quanto per Platone solo la parte “aurea” della società è
destinata a governare.
La visione di Platone non solo si distacca da una società democratica, ma giustifica e appoggia un’aristocrazia in cui,non di raro chi governa, dovrà organizzare la società fin nei minimi particolari, come
l’organizzazione di matrimoni di stato volti a creare degli accoppiamenti ideali. Tuttavia se questa visione
statalista non può essere minimizzata, non si può non puntualizzare sul fatto che questa visione trova
giustificazione nell’ uso della ragione da parte di chi governa, e del sapere che prescinderà quindi da
ricchezza o casato e sarà un metro di giudizio assoluto.
Chi custodirà i custodi? L’importanza dell’educazione nella città platonica
Come si può essere sicuri che i governanti realizzeranno il bene comune e non quello personale? Platone
dice che i custodi, prima di custodire gli altri, devono sapere custodire se stessi, e quindi c’è una forte
importanza del sistema educativo. Nella Repubblica l’ordinamento educativo e politico r isultano talmentetanto uniti che lo stato tende a configurarsi come una grande accademia che ha come scopo la formazione
permanente di ineccepibili custodi. Cioè chi fin dalla nascita viene portato a pensare al bene collettivo,
continuerà a farlo anche se diventerà reggitore. Per Platone il sapere è una prerogativa delle classe
superiori.
I gradi della conoscenza e l’educazione
La parte principale della repubblica è dedicata alla delineazione al compito del filosofo. Filosofo e’ colui
che ama la conoscenza nella sua totalità. Ciò che assolutamente è, è assolutamente conoscibile, ciò che in
nessun modo è, in nessun modo è conoscibile; perciò all’essere e quindi alle idee corrisponde la scienza
che è vista come la conoscenza vera, al non essere l’ignoranza, e al divenire corrisponde l’opinione e
stanno nel mezzo.
Platone paragona la conoscenza a una linea che viene divisa in due segmenti che a sua volta viene divisa in
altri due segmenti; ci saranno così 4 gradi del sapere ai quali corrispondono 4 gradi della realtà :
La conoscenza sensibile ( opinione ), rispecchi al nostro mondo mutevole e comprende :
la congettura o immaginazione che ha come oggetto le ombre o le immagini degli oggetti
la credenza che ha come oggetto le cose sensibili nei loro rapporti scambievoli ( percezione chiara degli
oggetti )
La conoscenza razionale o scientifica, che comprende il mondo immutabile delle cose, comprende :
la ragione matematica o discorsiva, ha per oggetto le idee matematiche
l’intelligenza filosofica o noetica, ha per oggetto le idee-valori.
Platone ritiene che la filosofia sia superiore alla ragione matematica, in quanto crede che questa si appigli
ancora al mondo sensibile e partano da ipotesi indimostrate.
Ciò nonostante la matematica nel sistema di Platone riveste una grande importanza. Secondo i metodi di
misura, l’uomo può avere diverse impressioni su un oggetto in momenti diversi, o diversi uomini posso
avere impressioni diverse sullo stesso oggetto; ma se si misurano per esempio la distanza o la grandezza di
quell’oggetto si raggiungono delle conoscenze non più mutevoli e soggettive ma stabili e oggettive.
Le discipline matematiche fondamentali sono l’aritmetica come arte del calcolo, la geometria come scienza
degli enti immutabili, l’astronomia come scienza del movimento ordinato e perfetto e la musica come
scienze dell’armonia; queste discipline costituiscono la propedeutica della filosofia, ossia che preparano il
filosofo alla scienza suprema.
Platone descrive in modo molto minuzioso l’educazione dei giovani. Per prima cosa tutti i filosofi dovranno
studiare musica e ginnastica, poi le discipline propedeutiche. Fra i 30 e i 35 anni i migliori si cimentano
nella filosofia o dialettica, fra i 35 e i 50 coloro che hanno seguito bene il corso di filosofia dovranno fare un
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Unità 3 PLATONE 11
tirocinio pratico nelle cariche militari e civili. Solo a 50 anni, superate con esito favorevole tutte queste
prove, gli “ottimi” potranno avere il governo dello Stato.
Il mito della caverna
La teoria della conoscenza e dell’educazione trova spiegazione nel mito della caverna.
Immaginiamo che ci siano degli schiavi incatenati in una caverna e siano costretti a guardare solo davanti a
se. Sul fondo della caverna si riflettono immagini di alcune statuette che sporgono al di sopra del muro che
sta alle spalle dei prigionieri. Dietro il muro si muovono senza essere visti, i portatori delle statue, e si trova
un fuoco che permette la proiezione delle immagini. I prigionieri allora scambiano le ombre per la realtà.
Se però uno di loro riuscisse a liberarsi, voltandosi capirebbe che le ombre non sono la realtà in quanto
proiettate dalle statuette, che a loro volta sono imitazioni di cose reali rese visibili solo ed esclusivamente
dalla luce. Non riuscirà quindi, abbagliato dalla luce, a vedere le cose negli occhi ma riuscirà a vederle solo
attraverso l’acqua, solo in un secondo tempo ci riuscirà. Ma ancora incapace di guardare il sole, guarderà
le costellazioni e il firmamento per tutta la notte. Sarà così in grado di guardare il solo di giorno e di
ammirare lo spettacolo delle cose reali. Lo schiavo a questo punto vorrebbe restare sempre là. Ma se
facesse partecipi i suoi compagni schiavi di ciò che ha visto, tornando nella caverna,lui non saprebbe più
distinguere le ombre, perciò verrebbe deriso dai compagni che lo accuserebbero di non vedere bene, e
infastiditi dal suo atteggiamento, lo ucciderebbero.
Prendiamo ora parte per parte il mito e cerchiamo gli elementi essenziali paragonandoli al nostro mondo :
Platone vede il nostro mondo come il mondo delle tenebre, contrapposto al regno della luce
rappresentato dalle idee. Ma c’è soprattutto il concetto della finalità politica della filosofia, ossia le idee
che tutte le conoscenze acquisite devono essere usate per la fondazione di una comunità giusta e felice.
Solo con il ritorno alla caverna, l’uomo avrà compiuto la propria educazione e sarà veramente un filosofo.
La condanna dell’arte imitativa
La Repubblica è importante anche per la storia dell’estetica che studia i problemi della bellezza e dell’arte.
Platone condanna l’arte e la esclude da ciò che i futuri reggitori dello stato devono saper fare perché
ritiene che l’arte sia l’imitazione di un’imitazione di tre gradi lontani dal vero; in quanto si limita a
riprodurre l’immagine delle cose che sono a loro volta riproduzione delle idee. Inoltre rifacendosi alle
immagini possiede il valore conoscitivo più basso e risulta non fare riferimento alla misurazione
matematica. Ritiene che la commedia e l’arte in generale sia negativa per il potere corruttore sugli animi,infatti i futuri filosofi dovrebbero essere distaccati dalle emozioni. L’arte invece incatena l’animo a lle
passioni rappresentate e porta le persone ad abbandonarsi a se stesse. Nella tragedia l’arte raffigura il
mondo dominato dal fatto facendo si che l’individuo sia solo un passivo esecutore della realtà.
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Unità 3 PLATONE 12
La condanna dell’arte non riguarda però i miti, che lui utilizza in quanto si configurano come nobili tentativi
di rappresentare alla mente cose che vanno al di là di ciò che è materiale e terreno. Questo ci spiega che
per Platone l’arte può esistere solo se assoggettata alla filosofia, in caso contrario sarebbe falsa.
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Unità 3 PLATONE 13
Capitolo 3 :
Approfondimenti e nuove prospettive
1. I problemi dell’ “Ultimo Platone” N e i d i a l o g h i d e l l a v e c c h i a i a P l a t o n e a p p r o f o n d i s c e u l t e r i o r m e n t e l e s u e i d e e . I l
Platone di questo periodo, definito come l’ “ultimo Platone”, si pone principalmente due problemi:
1.Come deve essere il mondo delle idee?
2.Come va concepito il rapporto tra le idee e le realtà naturali?
Queste due questioni vengono esaminate rispettivamente nel Sofista e nel Timeo.
Il confronto con Parmenide
Platone si interroga sulla consistenza della teoria delle idee mettendosi a confronto con Parmenide.Se l’unità è l’idea mentre i molti sono gli oggetti che costituiscono un’idea, non si capacita di come un’idea
possa essere partecipata da più oggetti senza essere molteplice. La tesi secondo cui “solo l’essere è mentre
il non essere non è” potrebbe mettere in dubbio la teoria delle idee.
Dato che rinunciare alle idee risulta una cosa impossibile, Platone rinuncia al principio eleatico.
I generi dell’essere e il problema del nulla
Platone elaborò la teoria dei generi sommi attraverso la quale, il filosofo spiegava come le idee potessero
esistere e comunicare tra loro. I “generi sommi” sono delle determinazioni supreme delle idee e sono
cinque : l’essere, l’identico,il diverso, la quiete e il movimento.
Seguendo questo schema è possibile comprendere come i generi sommi sono collegati tra loro :-Ogni idea esiste, quindi appartiene alla categoria dell’essere.
-Ogni idea è identica a se stessa e quindi rientra nella categoria dell’identico
-Ogni idea è identica a se stessa ma diversa alle altre, quindi rientra nel genere del diverso
-Ogni idea può stare in sé, quindi quiete oppure può comunicare con le altre, quindi movimento.
L’errore di fondo compiuto da Parmenide, secondo Platone è stato quello di confon dere il diverso con il
nulla.
In poche parole, Platone intende dire che l’unico modo per non essere, è quello dell’ essere diverso.
Platone inoltre ribatte il concetto secondo cui l’errore non consiste nel pronunciare il nulla ma nel dire le
cose diversamente da come stanno nella realtà.
La nozione generale di “essere”
Con l’utilizzo dei cinque generi sommi, Platone intende ridefinire il concetto di essere e arriva alla tesi
secondo cui l’essere è possibilità. Con questo, Platone intende dire che esistono tutte quelle cose che sono
in grado di entrare in diversi campi di relazione.
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Unità 3 PLATONE 14
2. La dialettica
Platone definisce dialettica la suprema scienza delle idee la quale consisterà nel determinare quali idee
sono collegate tra loro e quali no.
Nel Fedro, la dialettica viene definita attraverso due momenti: la definizione di una certa idea e la divisionedella stessa, nelle sue articolazioni interne.
La tecnica dialettica consiste nel definire un’idea mediante le diversificazioni attraverso un processo
“dicotomico”: in relazione all’idea di caccia, secondo Platone è possibile arrivare a definire i sofisti
procedendo con metodo binario.
La dialettica platonica si differenzia da quella di Aristotele poiché si costruisce su base ipotetica e tende a
strutturarsi come una ricerca inesauribile aperta a nuove acquisizioni.
3. Il bene per l’uomo: il Filebo
Nel terzo periodo della sua attività, Platone scrisse il Filebo, nel quale si occupava principalmente di dareuna risposta alla domanda: che cos’è il bene per l’uomo ?
L’unico modo per arrivare al bene, per l’uomo, è riuscire a stabilire una forma di vita mista di piacere e
ragione: esso deve essere costituito dal piacere guidato e ordinato dall’intelligenza che da ad esso un
limite.
La gerarchia dei valori viene stabilita da Platone in :
L’ordine, la misura
La proporzione, il bello e il compiuto
L’intelligenza
La scienza e l’opinione
I piaceri puri
4. Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri
Il mito del demiurgo
Attraverso il Timeo, Platone, intende dare una
risposta alla domanda: da dove origina l’universo?
La scienza non può rispondere perché la ragione èlimitata; perciò possiamo creare un’ipotesi, attraverso
il racconto del mito del Demiurgo2. La figura del
demiurgo viene presentata come un mediatore tra il
mito e la filosofia. All’inizio regnava il caos e il
Demiurgo, amando l’ordine voleva riordinare le cose a
immagine e somiglianza delle idee. Identificato come
un divino artefice, il Demiurgo ha fornito le cose di
un’anima del mondo, ossia la forza che il Demiurgo
conferisce al mondo naturale. Inoltre, il divino ha
generato il tempo che viene definito da Platone comeun’immagine dell’eternità. Il tempo è misurato in
base ai movimenti degli astri. Nonostante la sua
2Creatore
5/17/2018 Dalla decadenza della Grecia periclea allo sviluppo della filosofia platonica - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/dalla-decadenza-della-grecia-periclea-allo-sviluppo-della-filosofia-platonica 15/15
Lucia Senes 30 Aprile 2012
Unità 3 PLATONE 15
buona volontà, il Demiurgo non riesce nel suo intento. Nel Timeo infatti, tutto ciò che è bene è dovuto al
Demiurgo e all’intelligenze mentre il male è dovuto alla materia e alla necessità.
La visione matematica delle coseIl platonismo dei Timeo interpreta i numeri come uno strumento di tutto ciò che esiste. Inoltre si dice che
Platone, nelle “dottrine non scritte”, avrebbe interpretato il mondo delle idee come il mondo dei numeri
spiegando tutto attraverso i concetti di Uno e Diade.