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Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation
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Nuovo audio e videoall’Autodromo del Mugello
Le prospettive dellacustom installation
Protezioni,chiavi,
standard...districare la matassa della
distribuzione video
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Giorgio Ungania
Direttore Responsabile
lo spazio di queste righe per annunciare ai lettori la prossima iniziativa editoriale di
Connessioni: continueremo il lavoro di approfondimento sul tema del digital signage
su un cospicuo numero di pagine che verranno pubblicate nel prossimo numero di
giugno/luglio.
Ancora digital signage? Eh sì, perché sembra che sia davvero l’argomento più “hot”
dell’ultimo periodo, e lo sarà di certo anche nei prossimi mesi. Non solo se ne parla
moltissimo, e frequenti sono le iniziative che tendono a fare il punto sull’argomento,
come la Conference Digital Out Of Home che si è tenuta il giorno precedente
dell’inaugurazione di ISE – Integrated Systems Europe di quest’anno, ma stanno
nascendo anche diverse manifestazioni fi eristiche per creare uno spazio di incontro
tra operatori del settore. Per esempio il prossimo maggio in Germania avrà luogo il
Digital Signage Expo, fi era interamente dedicata.
In Italia siamo ancora un po’ indietro, ma diverse manifestazioni fi eristiche che
hanno un’attinenza col digital signage gli hanno già dedicato una sezione specifi ca:
sia mostre rivolte all’audio/video, che condividono col digital signage l’argomento
tecnologico, sia quelle su temi legati alla comunicazione, che ne rappresenta il
cuore. Esempio pratico sono le recenti Viscom, sulla visual communication, che
ha presentato un’area dedicata, o Promo Expo, una fi era tradizionalmente legata
all’incentive, agli eventi, regalistica aziendale ma anche alla comunicazione sul
punto vendita e all’in-store marketing. E da lì il passo al digital signage è stato breve,
come si può vedere dal reportage pubblicato sul presente numero a opera di Carlo
Solarino.
E man mano che ci addentriamo nella materia, è sempre più chiaro che il nocciolo
della questione è rappresentato dai contenuti, e in particolare dal rapporto tra questi
e la tecnologia che li supporterà: se infatti il contenuto non viene attentamente
calibrato rispetto alla struttura tecnologica prescelta (e viceversa), all’utenza, al tipo
di messaggio da diffondere, al prodotto nonché alla collocazione stessa di display
o proiezioni, il rischio è di fare investimenti che possono divenire anche importanti,
a fronte invece di un ritorno incerto. Le variabili sono moltissime, come si vede, e
l’attenta valutazione di ognuna è fondamentale per ottenere i risultati che il digital
signage promette e può sicuramente mantenere. Il prossimo approfondimento di
Connessioni sul digital signage prenderà quindi in considerazione tutti questi aspetti,
chiamando in causa operatori e aziende, e offrirà rifl essioni, esperienze, case hisotry
per cercare di chiarire i passaggi fondamentali di questo mercato in crescita. Un
mercato nuovo, che si sta costruendo intorno a un linguaggio dinamico e ancora per
buona parte da inventare.
Al prossimo numero, dunque.
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rend
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Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation
Anno 4
Numero 17
aprile/maggio
2009
>4Soluzioni
Dalla domotica allacustom installation
Cambiare prospettiva
>8Soluzioni
Autodromodel Mugello
I nuovi impianti audio video
>16Soluzioni
French HomeLa tecnologia al
servizio dello stile
>22Soluzioni
La nuova veste di Luisa Via Roma
Declinazioni audio
video in boutique
>1Editoriale
>62PilloleRFID di seconda e terza generazione
>64Appuntamenti
>66Dal MondoIl Digital signage da Promotion Expo
>70Dal MondoOpen day
>72News
>80inserzionisti/az. citate
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som
mar
io
>26Soluzioni
Scenografi a virtuale con Data Display Wall
I rinnovati studi televisivi
di Class Editori
>30Vox technologica
Distribuzione del segnale digitale
Chiavi, memorie
e altri impicci
>36Vox technologica
Dall’altoparlante alle orecchie, passando
per l’ambienteValutare segnale, situazione e
diffusori per soluzioni ad hoc
>44Approfondimenti
CrestronDigital Media
>52Approfondimenti
projectiondesignF32
>58Approfondimenti
SystemlineModular
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4 febbraio / marzo ‘09 • n. 16
scenari
4 febbraio / marzo ‘09 • n. 16
ssssssssccccccccceeeeeeeennnnnnnnnnnaaaaaarrrrrrrriiiiiii
Dalla domotica allacustom installationHome e bulding automation, domotica, e ancora custom installation, integrazione di sistemi… sono ormai diversi i nomi e le terminologie utilizzate per defi nire l’integrazione tra le varie tecnologie all’interno degli ambienti nei quali viviamo e lavoriamo. E se la locuzione “nomen omen” ci insegna che il “nome è un presagio”, attraverso il diffondersi del termine custom installation ci è sembrato di percepire una progressiva virata di intenzioni e strategie tra gli operatori del settore, signifi cativa di una equivalente evoluzione e precisazione delle tendenzeCh
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scenari
Se la crescente diffusione del termine custom installation implichi poi un effettivo cambiamento tecnico
e tecnologico e, oppure anche, una maniera per dare rilevanza a determinate strategie di marketing e
per comunicare meglio il valore delle proposte agli utenti, abbiamo cercato di appurarlo attraverso alcune
chiacchierate con diversi operatori presenti sul mercato a vario titolo e quindi portatori di punti di vista
differenti. Abbiamo parlato sia con coloro che vivono il lavoro in prima linea come consulenti, progettisti
e system integrator (Sergio Caridi, Roberto Gamba, Andrea De Martino), che con responsabili di strutture
per la formazione e il sostegno al mercato (Giulia Prampolini del Laboratorio di Domotica di Modena e
Marcello Traversi di Labdom di Firenze), oppure svolgono la loro attività come rappresentanti di costruttori
(Andrea Tamagnini per Crestron) o come dealer e distributori (Giorgio Boschi, settore Custom Installation di
Audiogamma).
Il custom installer
Opinione di tutti i nostri intervistati è che il termine “domotica” stia subendo un’evoluzione, almeno
nell’accezione comune che se ne fa nel mercato italiano, e che con sempre più convinzione si stia facendo largo
il termine “custom installation”, sostituendo così al concetto di automazione della casa (dal greco domos – casa
– e ticos, suffi sso che indica le discipline applicative), quello di installazione customizzata, ovvero cucita intorno
al cliente. E anche noi abbiamo percepito un relativo cambiamento di prospettiva da parte dei professionisti:
la tendenza a un vero ascolto e conseguente interpretazione delle esigenze dell’utilizzatore fi nale, a introdurre
modalità operative di ampio respiro con conseguente allargamento degli ambiti di attività. Infatti, ormai anche
nel settore residenziale si tende a offrire impianti, come avviene da tempo nel terziario, che integrano molte
tecnologie (non solo luci e climatizzazione, ma anche audio e video, videosorveglianza, controllo accessi,
sicurezza delle utenze…) e potenzialmente già pronti per una signifi cativa evoluzione e aggiornamento
nel futuro. D’altronde “custom installation” è un termine già consolidato all’estero, dove il custom installer
nell’approccio può essere assimilato, come ha giustamente osservato Roberto Gamba, “alla fi gura del personal
shopper, una persona che, avendo bene in mente le esigenze del cliente, si fa da tramite tra lui e il mercato,
tra le sue esigenze e i servizi per soddisfarle nel migliore dei modi e al prezzo più vantaggioso”. Un cliente
mediamente più evoluto, già abituato all’elettronica e con richieste più alte, come ha asserito Caridi.
Di pari passo, anche il panorama tecnologico ha subìto un’evoluzione: se fi no a tre, quattro anni fa il problema
degli standard era molto sentito, con relativi problemi di dialogo e integrazione tra apparecchi di costruttori
diversi, oggi il mercato ha imboccato la direzione dell’interoperabilità. Aspetto che ha molto aiutato
la dinamicità delle scelte tecniche e la possibilità di scegliere effettivamente apparecchi e modalità
secondo una logica da custom installer. Un circolo virtuoso che le tendenze mostrate dai progettisti,
e la risposta dei costruttori con prodotti sempre più “aperti”, stanno sostenendo di pari passo. Andrea
De Martino: “stiamo velocemente procedendo verso uno standard commerciale di comunicazione
europeo, l’EIB Konnex, che permette di integrare tramite un bus comune apparecchi di marchi differenti
all’interno dello stesso sistema, e di adeguarsi al variare o all’evolversi delle necessità del cliente o delle
tecnologie disponibili. Finanche i produttori che continuano ad avere un loro standard, come alcuni dell’area
climatizzazione, forniscono oggi interfacce e codici per la programmazione necessari per integrare i loro prodotti
con i più usati sistemi di gestione. Si parla ultimamente di smart house, volendo intendere la casa intelligente
ma anche… interattiva”.
Alcune aziende hanno scelto proprio la strada della trasversalità; Andrea Tamagnini: “Crestron di partenza non
produce apparecchi dedicati alla domotica o al residenziale in modo esclusivo, ma oggetti pensati in relazione
i
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al tipo e quantità di periferiche da controllare… non abbiamo neanche
cataloghi divisi, casomai gruppi di prodotti a seconda delle destinazioni
d’uso. Starà poi al professionista scegliere quelli più adatti al cliente e a
proporgli le relative soluzioni”.
Passare dal prodotto alla soluzione
Un passaggio signifi cativo, quindi, che sposta di fatto l’attenzione dalla
tecnologia alle soluzioni, dagli apparecchi agli effetti che si ottengono
attraverso il loro uso. Il risultato sarà un rapporto diverso con il cliente, di
consulenza e non più basato sulla vendita ma sul concetto di creazione
di un servizio, un rapporto quindi di fi ducia da rinnovare e coltivare nel
tempo e che darà probabilmente spazio a una collaborazione non più
“spot” ma prolungata, quindi più interessante anche per l’operatore. Un
reale cambiamento di prospettiva, indipendentemente da quanto sia
grande l’appartamento per il quale si progetteranno i servizi. Come ci ha
fatto notare Giulia Prampolini del Laboratorio di Domotica “le possibilità
di integrazione e automazione sono molto variegate, e possono introdurre
funzioni legate per esempio al risparmio energetico, o all’assistenza alla
persona e alla telemedicina. Molti sono ormai i proprietari di appartamenti
o case che pensano di rimanere a lungo nella stessa abitazione, con
conseguente evoluzione anche dei bisogni. Il progettista potrebbe farsi
interprete di queste necessità, e proporre soluzioni implementabili e
adattabili anche nel futuro”.
Non basteranno più, quindi, esperienza tecnica e aggiornamento
tecnologico, e all’interno dell’azienda dovranno essere sviluppate anche
competenze più legate al marketing specifi co per il settore. Come
acquisirle? Ancora Giulia Prampolini: “le aziende a profi lo internazionale,
ma anche molte nazionali, hanno compreso il valore della formazione e
propongono seminari sui loro prodotti, a volte anche sulle tecnologie.
Sarebbe utile affi ancare a queste iniziative di tipo tecnico, di per sé già
molto importanti, anche moduli per creare un’uniformità di strategie e
tecniche di comunicazione e vendita tra i dealer e distributori dello stesso
marchio”. Il sostegno nelle fasi del rapporto con il cliente è una delle
strategie di Labdom, come ci ha spiegato Traversi: “per noi sostenere il
mercato signifi ca anche supporto alle attività degli operatori, per cui oltre
ai seminari tecnici proponiamo un affi ancamento del professionista durante la fase di incontro con il cliente e
defi nizione del progetto, in modo da accompagnarlo nelle fasi che presentano più variabili”.
Un altro importante strumento per l’acquisizione di competenze sia tecniche sia più generali è l’adesione ad
associazioni di settore, nell’ottica della creazione di un network tra operatori e aziende che sia di aiuto per la
crescita dei singoli, delle dinamiche di mercato e per la defi nizione di uno standard di qualità. Giorgio Boschi
ha raccontato la sua esperienza in merito, Audiogamma è infatti tra i primi aderenti italiani a CEDIA: “all’estero
esiste già un meccanismo di certifi cazione della professione, attraverso percorsi formativi i system integrator
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scenari
acquisiscono competenze che rappresentano un valore aggiunto e una
garanzia per il cliente. Anche perché le associazioni esistono da tempo,
sono accreditate e più radicate sul territorio. Apporre quindi un determinato
logo o sigla sul biglietto da visita diventa un valore aggiunto che il cliente è
pronto a riconoscere, anche da un punto di vista economico”.
Sì, ma la crisi?
Certo per un professionista non è facile riposizionare attività e competenze,
a maggior ragione nei momenti di diffi coltà economica… tuttavia, proprio
la necessità dei costruttori del settore immobiliare di trovare una soluzione
al rallentamento del mercato (le stime parlano di un 20-30% di riduzione
delle vendite, per quanto i grandi progetti, il terziario e le abitazioni di lusso
ne risentano meno e diversamente) sta offrendo spunti interessanti per
progettisti, system integrator e distributori. “L’attività di monitoraggio del
territorio dell’Emilia Romagna - ha detto Giulia Prampolini - ha messo in
evidenza che i costruttori, al fi ne di contrastare l’abbassamento dei prezzi
di mercato, stanno offrendo alcuni plus, come le soluzioni per l’integrazione
dei servizi. Anche qui sarà opportuno capire le effettive necessità, creare
una sinergia col costruttore e un contatto con l’utente fi nale in modo da
offrire progetti congrui, tagliati su misura, adattabili e ampliabili nel tempo”.
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Le voci in campo
Giorgio Boschi, responsabile della Custom
Installation Business Unit di Audiogamma.
Sergio Caridi, progettista e system integrator
attivo nell’area lombarda.
Andrea De Martino, progettista e system
integrator, opera tramite la propria società
Engineering Solutions con sede a Roma.
Roberto Gamba, progettista e consulente per varie
società di installazione e system integration.
Giulia Prampolini, responsabile del Laboratorio
di Domotica di Modena, struttura all’interno
dell’agenzia di sviluppo e marketing territoriale
ProMo.
Andrea Tamagnini, Lighting Manager Italia per
Crestron Italia.
Marcello Traversi, responsabile di Labdom,
Laboratorio di Domotica, un’iniziativa di Firenze
Tecnologia, CNA Firenze, CCIAA Firenze.
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Quest’anno Valentino Rossi si sentirà meglioI nuovi impianti AV dell’Autodromo del Mugello
Tranquilli, nessun pericolo per la salute del campione di Tavullia, quello che quest’anno si sentirà (e vedrà) meglio saranno invece i contenuti audio e video, grazie al totale rinnovo, progettuale e tecnico, delle dotazioni dell’Autodromo del Mugello
Chiara Benedettini
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soluzioni
Lo scorso novembre durante il Ferrari day all’Autodromo del Mugello il presidente di Ferrari Montezemolo ha
tenuto un discorso davanti alle tribune centrali al centro della dirittura di arrivo, sonorizzato con un nuovo
impianto. Nell’apparente calma, due fi gure lavoravano nell’ombra: Maurizio Montini, progettista specializzato
nell’area audio, si aggirava nello spazio ascoltando la resa dei diffusori da poco installati, mentre Marco
Cappellotto e Dario Sari dell’uffi cio progettazione di Prase Engineering, con un PC collegato alla rete Ethernet,
dalla pit lane e in contatto con Montini si occupavano della taratura e regolazione dell’impianto.
Ma avrebbero potuto anche essere in regia principale o in qualsiasi altro punto dell’Autodromo: per come è stato
concepito il nuovo sistema audio, è possibile accedere, controllare e gestire da un qualsiasi punto dell’impianto
ogni zona dell’impianto stesso, grazie alle possibilità offerte dalle tecnologie digitali e di networking. La nuova
dotazione audio si appoggia infatti su una rete Ethernet con protocollo Cobranet, prevede l’inserimento di
linee per il trasposto dei segnali in fi bra ottica ed è stata pensata e costruita per risultare fl essibile, gestibile da
postazioni diverse, aperto a usi modulabili e soprattutto implementabile, in previsione di ulteriori ampliamenti.
Al Mugello, in consonanza con un generale rinnovamento delle infrastrutture, è in atto una completa
trasformazione degli impianti audio e video, già iniziata nel 2007 e che sarà portata a termine probabilmente
nel 2010. Nel frattempo, per non lasciare utenti e operatori scoperti dal servizio, i due impianti “si stanno dando
il cambio” con un periodo di compresenza e interoperabilità che lascerà il campo a dotazioni completamente
digitali. Ma si parla già di un ulteriore ampliamento delle strutture dell’Autodromo, che prevede la costruzione di
nuove aree per l’accoglienza del pubblico e che coinvolgerà ancora il settore AV ben oltre questa data.
La logica
I lavori di adeguamento delle dotazioni tecniche dell’Autodromo sono stati coordinati da Fabiano Nardi,
referente tecnico per la società di gestione del circuito, affi ancato da diversi collaboratori tra i quali Maurizio
Montini per l’area audio (suoi sono progetto e direzione dei lavori, con il supporto dell’uffi cio tecnico di Prase
Engineering, azienda di cui Montini è referente per Toscana, Umbria e La Spezia) e per l’area video da Cosmo Sat.
Al momento gli spazi coinvolti dall’aggiornamento (il Gran Premio d’Italia del 2008 è stato il momento di
verifi ca di molte novità), sono la press room, dotata di regia autonoma, diffusione sonora multi zona, monitor e
connessione Internet per ogni postazione, l’area VIP, sei salette modulabili con regia e dotazioni audio e video,
la diffusione audio interna ed esterna nei box (pit lane), la grande area paddok, l’area podio, la griglia della pista
oltre alla tribuna centrale, la postazione degli speaker, infi ne la regia principale. A breve i lavori coinvolgeranno
le salette dove i piloti vengono intervistati (la briefi ng room e la conference room), sarà inoltre completata la
diffusione esterna per il pubblico tramite trasporto dei segnali in fi bra ottica (al momento solo le tribune centrali
sono servite dal nuovo impianto, mentre il resto delle
tribune e le zone prato sono ancora di competenza del
vecchio sistema con classici diffusori a tromba).
Il rinnovamento non ha signifi cato solo un miglioramento
delle apparecchiature, ma una vera e propria evoluzione
nella logica stessa: per quanto riguarda l’audio, ad
esempio, è stato costruito un impianto su rete Ethernet,
potenzialmente adeguabile ed espandibile all’infi nito.
L’adozione di processori evoluti ha reso possibile la
gestione e controllo di tutte le aree sia come zone
autonome, sia come un unico impianto, inoltre i
© Mike Curran
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10 aprile / maggio ‘09 • n. 17
soluzioni
processori adottati, i Biamp AudiaFlex, possono essere impostati
su layer diversi, cosicché è possibile differenziare a livello logico
due aree di intervento, con un’interfaccia preposta alla creazione
del layout (fi ltri, potenziometri, funzioni di room combining e
di processamento ecc.) di competenza del programmatore, e
una seconda interfaccia grafi ca di controllo, chiamata DaVinci,
utilizzabile dall’utente e strutturata in questo momento su tre layout
rispettivamente per l’intero Autodromo, l’area VIP e la press room.
Attualmente sono attive tre regie: la principale, presenziata
da operatori e tecnici e dove si trovano la maggior parte delle
apparecchiature di controllo, la regia della press room e quella
delle sale VIP. In realtà, però, da ognuna di esse è possibile
intervenire direttamente su tutti i segnali audio presenti nel
network e su tutte le zone dell’impianto. La gestione dei segnali
è ugualmente fl essibile e determinabile, per cui gli ingressi (la
linea dello speaker, segnali sonori convenzionali, le musiche di
sottofondo, la voce per le premiazioni nel podio ecc.) possono
essere inviati in qualunque zona dell’impianto: un esempio classico
è quando il giornalista incaricato effettua le interviste a piloti e
squadre nelle ore precedenti la gara, la sua voce può essere inviata
alle sale VIP, alla sala stampa, al pubblico stesso, o a tutti questi
nello stesso momento.
La regia principale
La regia principale è la sala dove sono presenti i direttori di gara, i
tecnici, il medico e altri operatori coinvolti a vario titolo nelle gare
motoristiche.
Per quanto riguarda l’audio, è presente un mixer analogico
collegato a una patch bay per gestire alcuni segnali al volo, come
quello dello speaker durante le premiazioni, e a varie sorgenti
(lettore CD, media server, la linea dello speaker uffi ciale di Dorna,
la società che organizza il MotoGP ecc); le uscite sono dirette
ai modulatori di radiofrequenza per la diffusione TV interna ed
esterna gestita dagli operatori broadcast, ai videoregistratori per le
registrazioni di archivio, alla sala stampa, alle sale VIP, infi ne sono
presenti le uscite generali separate per gli spazi esterni e interni.
Diverse matrici AudiaFlex Biamp si occupano di gestione,
processamento, distribuzione dei segnali audio, indirizzati verso
le varie zone di competenza. Da qualche mese il processore
Biamp gestisce anche una serie di sonde microfoniche installate
sul percorso di gara in corrispondenza dei diffusori: servono a
rilevare il rumore di fondo, come per esempio al passaggio di una
La sala stampa durante il MotoGP 2008
La postazione video nella regia principale
La pit lane durante il Ferrari day; si vedono i nuovi diffusori Community sulla sinistra,
fi ssati al muro dei box.
© Marco Cappellotto
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soluzioni
moto, in modo da abbassare e alzare di conseguenza il volume
della diffusione… chi ha partecipato ai Gran Premi motoristici
intuirà il loro uso ricordando il rumore assordante dei motori da
competizione!
L’impianto di diffusione sonora è strutturato secondo la logica
delle linee a 100V, ed è già normato rispettando le direttive della
EN60849, per quanto ancora in Italia la norma sia stata recepita
ma non applicata, dato che non esiste ancora un decreto
attuativo. Consapevoli dei limiti del precedente sistema, che pur
avendo servito egregiamente negli anni era condizionato dalla
tecnologia disponibile al momento della realizzazione, per quanto
riguarda i diffusori esterni si è cercato di utilizzare apparecchi
capaci di generare un’elevata pressione ma anche una gamma
sonora più estesa, per un suono effi cace ma anche gradevole.
Inoltre, era necessario scegliere diffusori che rappresentassero
un giusto compromesso tra potenza e dimensione, per non
ostacolare la visibilità del pubblico, e che fossero adatti a
un’installazione in esterno, affi dabili e “anti-vandalismo”. Sono
stati dunque scelti i Community modello R.25 per l’area pit-
lane e tribune sul rettilineo d’arrivo: montano un dirver da 1” e
un woofer da 8” (all’interno di una tromba in ABS stampato);
modello R-5 con analoghe caratteristiche ma woofer da 12”, per
l’area del podio.
La regia principale ospita anche i display per il monitoraggio delle
telecamere ai bordi della pista. Il segnale è attualmente distribuito
su cavo coassiale, ma a breve si prevede un passaggio alla fi bra
ottica. La sala è divisa in due postazioni video, una prima che
Apparecchi installati (audio)
Sala regia audio/video primo piano
1 Sonos ZP80
1 Sonos BR100
1 Sonos CR 100
1 Lacie HDD320GB
1 In Out Securty Player S01
2 Biamp NPS 1
2 Biamp Audia Flex CM 12 in / 12 out
1 Biamp Audia Expi
1 Biamp Audia Expo
1 Biamp VS 8
1 Biamp Logic Box
4 Apart Buzz Stop
1 Australian Monitor Amis 26
5 In Out SM1P
1 Biamp MCA 8050
19 Bittner XV 1600
2 Tannoy Reveal 5A
1 Switch Ethernet 24 porte
1 PC Dell
1 Mobile rack APW
Sala regia speaker secondo piano
1 Biamp Audia Flex CM 12 in / 12 out con
linea telefonica
3 Biamp VCB
3 Australian Monitor Amis Multican
3 Clock Audio CPL 1000
2 Tannoy Reveal 5A
Pit Lane/Box/Tribune/Paddok
62 Community R.25-94TZ
20 Apart Mask 4T
Piazzale centro medico
4 Community R 1-94Z
Parcheggio televisioni
4 Community R.25-94TZ
Podio/retro podio
2 Community R.5 HP
2 Community R. 5 Sub
1 Community R.25-94TZ
Sistema di diffusione sala stampa
primo piano
4 Clock Audio C34ESR
2 Clock Audio CW 9000
1 Audia Flex CM 12 in / 12 out
1 Biamp VS 8
1 Biamp Logic Box
1 Australian Monitor Amis 26
1 Australian Monitor Amis Multican
1 Australian Monitor Amis 120 PF
2 Australian Monitor SY 400V
2 Apart SDQ5PW
33 Soundtube CM 500
1 Switch Ethernet 24 porte
1 Mobile rack APW
Sistema di diffusione sale VIP
terzo piano
1 Audia Flex CM 12 in con
AEC2HD / 12 out
1 Biamp VS 8
1 Biamp Logic Box
3 Apart Buzz Stop
1 Australian Monitor Amis 26
1 Australian Monitor Amis Multican
1 Biamp MCA 8150
2 Apart Mask 6
12 Soundtube CM 500
1 Switch Ethernet 24 porte
1 PC Dell
Materiale vario no audio
6 Totem Video Tagliabue sistemi (sala VIP)
Cavi bilanciati Bespeco professional
Biamp AudiaFlex
Il processore AudiaFlex rappresenta il vertice della produzione Biamp di
sistemi per il settore system integration, e si articola in diversi modelli che
si differenziano principalmente per la loro confi gurazione hardware e le
risorse DSP disponibili. Offre funzioni di processamento, distribuzione, auto
mixing, room combining. Per la connessione con il mondo delle apparecchiature audio, può essere dotata di funzionalità Cobranet.
Per quanto riguarda le connessioni analogiche sono presenti 12 slot che possono essere completati con schede di ingresso/uscita
per un totale di 24 canali. Le schede disponibili, oltre ai consueti in e out a livello microfonico e linea, permettono l’integrazione di
molte funzioni. Sono poi presenti porta Ethernet, porta Remote Control Bus per il collegamento di vari pannelli di controllo e unità di
espansione sempre Biamp, varie RS-232.
Il controllo di AudiaFlex avviene solo con device esterni e, in particolare, con due software: il primo, denominato Audia, permette di
programmare il sistema, mentre il DaVinci permette la realizzazione della relativa interfaccia utente di controllo.
www.biamp.com Distribuito in Italia da www.prase.it
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12 aprile / maggio ‘09 • n. 17
soluzioni
prevede un videowall composto da 36 schermi, ognuno di competenza di una
delle telecamere presenti sulla pista, una seconda postazione (per il medico,
personale dell’antincendio ecc.) è servita da un numero inferiore di display,
con la possibilità di sintonizzarsi sulle diverse telecamere.
Gli input delle telecamere arrivano in regia e vengono gestiti da quattro
distributori a sette uscite: una è dedicata alla prima postazione video, una alla
seconda, una è per il patch panel, le rimanenti vanno ai videoregistratori per le
registrazioni d’archivio, attualmente ancora su VHS ma presto anche queste
trasferite in formato elettronico. In coincidenza di gare e occasioni importanti
Dorna invia sette segnali uffi ciali, che la regia principale metterà poi a
disposizione attraverso specifi ci modulatori, nelle diverse aree come le salette
VIP, i box, il paddok. Sono le stesse immagini che vedono i telespettatori a
casa, naturalmente selezionate e mixate dalle varie regie televisive.
L’impianto permette la ricezione e la distribuzione di canali terrestri e dei
canali trasmessi dal satellite Eutelsat/Hot Bird (13° Est) e Astra (19,2°Est)
nonché quelli della regia. Sono rispettivamente otto canali terrestri analogici,
10 canali SAT digitali QPSK-PAL e 40 canali interni (segnale A/V della regia).
Da giugno scorso è cambiata anche la centrale di testa televisiva (su progetto
di Brian Carraretto di Cosmo Sat) della distribuzione sia terrestre che
satellitare, attualmente con centrale Hirschmann CSE 2000/CSE 3100 per
la gestione di segnali analogici e digitali; amplifi catori serie GPV in classe A
e conformi alle norme EN 50082-1, EN 50083-3, classe di qualità 2 (adatti
per i segnali digitali); il prossimo passo sarà l’implementazione del digitale
terrestre.
La press room
I giornalisti accreditati per le attività al Mugello possono godere di una sala stampa ampia e confortevole, dotata
di diffusione audio, connessione Internet per ogni postazione di lavoro e monitor per la visione delle fasi di gara
e delle grafi che di servizio. Molto curata, rifl ette la volontà degli organizzatori di mettere i giornalisti a proprio
agio perché possano lavorare al meglio: basta pensare al ruolo chiave che i media hanno avuto negli ultimi anni
nel crescente seguito di cui ormai gode il MotoGP.
La regia di competenza è indipendente ma comunica via Cobranet con la regia principale: gestisce in
locale quattro microfoni e due radiomicrofoni, le grafi che di servizio (per esempio classifi ca e informazioni
sui piloti) oltre ai segnali audio e video provenienti dalla regia principale; da poco anch’essa è dotata di un
AudiaFlex (in precedenza alloggiava un processore Nexia sempre di Biamp, con funzionalità analoghe ma
senza la possibilità di essere inserito nel network).
L’audio, con diffusori Sound Tube a pioggia, è strutturato su sei zone diverse, in modo che si possa
variare il volume da una zona all’altra, oppure dividere le aree o ancora riportare l’ambiente all’uso di
una grande sala conferenza.
Varie batterie di pannelli LCD montati a soffi tto rimandano le informazioni e le immagini di prove
e gare; il segnale è trasportato da due dorsali in coassiale (ma presto in fi bra), che veicolano
un segnale in standard PAL. Data la necessità di rimodulare in questo standard tutti i segnali
Gli output del sistema visualizzati con DaVinci
La visualizzazione dei livelli degli altoparlanti sulla mappa del circuito
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14 aprile / maggio ‘09 • n. 17
soluzioni
provenienti da sorgenti video diverse e da PC, è stato
installato uno scanconverter Scan 1600 di AnalogWay.
L’area VIP
L’area dedicata alla frequentazione esclusiva si trova sopra
gli uffi ci, gode di una vista su quasi tutto il percorso di gara
attraverso ampie vetrate, oltre a un’area all’aperto costituita
dall’attico. Accuratezza nelle dotazioni e nelle fi niture e
totale privacy sono le parole d’ordine, tanto che la stessa
regia tecnica, ubicata a fi anco delle salette, è sprovvista di
aperture e di telecamere che rimandino le immagini al tecnico
presente.
L’area VIP è costituita da sei salette indipendenti separate
da pannelli mobili, in modo che all’occorrenza si possano
ottenere spazi di dimensioni diverse fi no ad avere una
grande sala unica in previsione di meeting e conferenze. È
infatti già predisposto il cablaggio per l’aggiunta di schermo
e videoproiettore. L’audio è strutturato su sei zone indipendenti (anche queste dotate di diffusori a incasso
Soundtube), ognuna delle salette è corredata inoltre da due apparecchi al plasma Panasonic, uno a muro e un
secondo alloggiato su un elegante totem di Tagliabue Sistemi. È quindi possibile per gli occupanti scegliere
liberamente tra i canali video disponibili, da quelli interni a quelli diffusi dai broadcaster, rimodulati da appositi
modulatori Hirchmann presenti in regia.
La regia funziona in maniera analoga a quella della press room, anche questa indipendente ma legata alla
principale: l’attuale dotazione è suffi ciente a gestire l’audio delle salette ma la regia è pronta per essere in futuro
dotata di ulteriori apparecchiature per la gestione del video e della eventuale automazione.
© Marco Cappellotto
L’esperienza del progettista
Maurizio Montini già da vent’anni si dedica alla progettazione e consulenza per impianti audio, oltre
a essere consulente tecnico/commerciale di diverse aziende del settore AV sia in Italia che all’estero;
eppure il Mugello ha rappresentato un’avventura del tutto nuova, vista la particolarità delle necessità del
committente.
Montini – Non è una… “cosa normale” pensare l’audio di un autodromo! Le variabili e le necessità sono
molte e parecchio diverse da quelle di progetti che capita più frequentemente di fare, come una sala
conferenza o una regia. Tuttavia, il Mugello lo conoscevo già bene: quando si è cominciato a parlare di ristrutturazione degli
impianti, ci lavoravo già da una decina d’anni come referente per l’audio in occasione di eventi particolari. Nonostante questo, il
lavoro di progettazione è stato comunque lungo, con molti incontri con il committente per capire le reali necessità della struttura,
per il presente ma soprattutto per il futuro. Inoltre, mi sono dovuto confrontare con aspetti specifi ci, come la necessità di canali di
allarme o di rispetto delle procedure internazionali di gara o di sicurezza. Da parte sua il committente, nelle persone del referente
tecnico Fabiano Nardi, di Alessandro Guidi e Roberta Ferrari dell’uffi cio tecnico, del direttore Fausto Cappi, ha accordato una
fi ducia totale ai nostri suggerimenti. Non capita sempre di poter lavorare con tale fl essibilità e con la possibilità, anche nel tempo, di
ottimizzare ulteriormente il progetto.
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French homeLa tecnologia al servizio dello stile
Proseguiamo con le installazioni meritevoli segnalate a Connessioni da CEDIA e vincitrici di uno degli Award consegnati nel 2008 dall’associazione internazionale. In questo caso il premio conferito è quello di “Best Integrated Home” tra 100.000 e 250.000 sterline. Ad aggiudicarselo Henri Integrateur Domotique, che ha seguito la ristrutturazione di una villa con giardino in un piccolo ed elegante comune della Région Parisienne
Barbara Trigari
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La villa che ha ricevuto l’Award di CEDIA è un’abitazione in stile moderno su tre livelli più due interrati.
Gli ambienti sono, partendo dal secondo e primo seminterrato, locali tecnici e lavanderia, spa con
idromassaggio e hammam, poi al piano terra cucina, sala da pranzo, salone con angolo caminetto e giardino
nella corte anteriore; al primo piano: zona uffi cio, bagno, dressing room e camera padronale, al secondo
piano quattro camere da letto per i bambini e una camera per i giochi, infi ne all’ultimo piano l’attico con
terrazza. L’intervento dell’integratore francese è arrivato al momento della ristrutturazione, che ha coinvolto
completamente gli interni e l’attico, costruito ex novo. I lavori per l’automazione si sono svolti in coordinazione
con quelli di ristrutturazione, anche grazie al fatto che lo stesso Henri Integrateur Domotique era incaricato
della messa in opera dell’impianto elettrico. Nonostante la sincronia, la previsione di 14 mesi di lavoro è stata
disattesa e il cantiere si è protratto per venti mesi: gli imprevisti, che come ci
ha detto Lionel Sherman di Henri Integrateur Domotique “…quando non ce
ne sono?!”, hanno coinvolto soprattutto i cablaggi e in generale le strategie
per ottimizzare gli spazi; si è cercato quindi di sistemare i cavi in modo che
occupassero meno spazio possibile, incastrare il proiettore nel muro, e
ovviamente nascondere tutto quanto potesse intralciare il progetto estetico
dell’architetto belga che conduceva i lavori, Vincent Van Duysen.
Pieno controllo, con stile
Le priorità del cliente, oltre a quella di disporre della tecnologia più aggiornata,
erano le possibilità di controllo remoto e il risparmio energetico. La necessità di
assentarsi per lunghi periodi infatti costringe il padrone di casa e gli altri membri
della famiglia a occuparsi dell’edifi cio a distanza anche per lunghi periodi,
verifi cando per esempio quali membri del personale domestico sono passati e
quando. L’integratore ha optato quindi per un sistema di controllo centralizzato
Crestron che offrisse “a portata di dito” tutte le automazioni della casa dalla
sicurezza, al clima, alla playlist dell’iPod: cinque touchpanel TPS-2000L montati
a parete, tre pannelli touch wireless TPMC-4X, un TPMC-10 Wi-Fi e un CEN-Idoc
per la musica, grazie al quale dagli stessi touch panel è possibile navigare nella
playlist dell’iPod che si trova posizionato sulla docking station della casa, e
naturalmente ascoltare musica in tutte le stanze.
Per quanto riguarda invece il risparmio energetico, il condizionamento,
riscaldamento e sistema di ventilazione, Henri ha dovuto sviluppare
un’interfaccia personalizzata, sempre attraverso i touch screen Crestron. Il
cliente infatti non voleva vedere i soliti scatolotti che danno accesso al controllo
del clima nelle stanze, problema che è stato risolto con un sistema centralizzato
Daikin controllato direttamente dai touch Crestron, con tecnologia LONworks.
Da ogni panel è possibile defi nire la temperatura di ogni stanza, sia quella dalla
quale si accede al sistema, sia delle altre, e variare l’intensità della ventilazione.
Quando la casa rimane vuota, e viene attivato il sistema di allarme, scatta
l’impostazione “risparmio” che spegne le luci e limita l’utilizzo dell’impianto di
climatizzazione.
L’illuminazione (luci e automazione degli scuri) viene controllata attraverso un La cucina, corredata di fl at TV e touch panel di controllo
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sistema Homeworks Lutron integrato con il sistema Crestron AV2: il cliente può richiamare gli scenari impostati,
oppure scegliere le impostazioni manuali attraverso l’interfaccia personalizzata disegnata per i touch Crestron.
Tutte le opzioni disponibili sui touch Crestron sono controllabili anche via Web, o via cellulare (anche se questa
opzione non è stata ancora attivata dal cliente).
Multimedialità
In una abitazione tecnologica, non poteva mancare l’intrattenimento. È stato infatti installato un sistema
multiroom Russound per la diffusione della musica per ciascun membro della famiglia. Il soggiorno, alla
pressione di un comando sul touch Crestron, si trasforma in una sala home-cinema con videoproiettore
BenQ, DVD Blu-ray, schermo Da-lite e audio 5.1 affi dato ad altoparlanti Sonance. Lo schermo di proiezione è
nascosto nel controsoffi tto, in modo che non sia visibile se non utilizzato, stessa sorte per il videoproiettore, il
cui “incasso” nel calcestruzzo della parete ha richiesto notevoli sforzi. I canali televisivi digitali vengono ricevuti
www.christiemseries.com
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Crestron AV2
AV2 è un sistema di controllo AV, pensato per installazioni medio-
grandi. Dotato di un processore a 32 bit Freescale ColdFire® e
architettura dual bus, offre una completa connettività: otto porte
IR/seriale, sei seriali RS-232/422/485, otto I/O Versiport, otto porte
Relay, alloggiamento per schede di espansione, connessione
Ethernet per controllo remoto, supporta uso tramite indirizzo IP statico e dinamico. È possibile,
con l’apposito selezionatore, utilizzare AV2 in modalità master o slave. È abilitato per l’uso con
e-Control 2, che permette il controllo dell’apparecchio tramite indirizzo IP, e di Room View,
il software proprietario che facilita la gestione delle risorse. La memoria interna può essere
ampliata fi no a 4 GB. www.crestron.com
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che glg i utenti AV profffesee siiono ali sis aspettttano dda noi.
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tramite parabola, ADSL e quattro
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camera da letto padronale, in
cucina, nel salone e in bagno
su sei schermi plasma ed LCD.
L’audio viene distribuito per
zone nella spa, in cucina, nel
soggiorno, in bagno, nella stanza
padronale e nell’attico, per lo più
utilizzando altoparlanti a soffi tto.
Le sorgenti sono l’iPod e due
tuner radio.
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20 aprile / maggio ‘09 • n. 17
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Il system integrator
Lionel Sherman ha fondato la società Henri Integrateur Domotique nel 1970, dedicandosi fi n dall’inizio all’installazione di sistemi
integrati. Associato CEDIA da dieci anni, ha curato in prima persona il lavoro per la villa oggetto dell’articolo. Ma cosa gli aveva
richiesto il committente?
Lionel Sherman - Il cliente non aveva le idee molto chiare, si è rivolto a noi sulla fi ducia e si è limitato a richiederci “le ultime
tecnologie”, senza sapere bene di cosa si trattasse. Da parte nostra, nel rispetto della certifi cazione ISO9001 che abbiamo ottenuto,
come primo step abbiamo cercato di capire le reali necessità del cliente e di interpretare i suoi gusti, e per questo abbiamo previsto
molti incontri con lui. Una volta comprese le sue priorità, come il bisogno di controllare tutto da remoto, abbiamo sì implementato
molte soluzioni tecnologiche, ma soprattutto abbiamo fatto in modo che fossero facili da usare, per tutta la famiglia.
Sicurezza
A protezione di un simile gioiello tecnologico l’integratore ha posto un
videotelefono Siedle e un sistema di sorveglianza che, oltre ad assolvere
alla sua funzione primaria di controllo, possibilmente sparisse alla vista: la
scelta è caduta sulle telecamere miniaturizzate Optec a infrarossi. Quando
la casa è vuota, sono controllabili in remoto su Internet, grazie ad una serie
di pagine di visualizzazione espressamente create dal system integrator. La
sicurezza ha richiesto particolare attenzione perché l’edifi cio ha molte vetrate,
quindi sono stati posti rilevatori di presenza in tutte le stanze e telecamere
dentro e fuori casa, programmate per funzionare a zone ma attivabili anche
singolarmente. Il fulcro del sistema si trova nella camera padronale e viene
gestito dall’immancabile touch screen Crestron, cui si aggiunge il touch
posto all’ingresso. In caso di intrusione si attivano varie contromisure, dalle
sirene locali all’allarme presso un’agenzia privata di sorveglianza, inoltre il
proprietario riceve un messaggio sul Blackberry.
Apparecchi installati
Sicurezza:Videocitofoni Vario SiedleVideosorveglianza sistema Optec Bullet
Illuminazione:1 sistema Lutron Homeworks5 tastierini Lutron KP5
Audio:1 sistema Russound CAM6.61 lettore MP3 Russound SMS31 sintonizzatore radio Russound ST21 base iPod Crestron IDoc20 diffusori Sonance Symphonie4 diffusori Sonance Mariner
Home cinema:1 schermo Da-Lite Electropole1 videoproiettore Benq PE-87205 diffusori Sonance Symphonie (1 sub)
Controllo:1 processore AV Crestron AV25 touch screen Crestron TPS 2000L3 telecomandi touch TPMC-4X1 touch screen Crestron TPMC-10X1 interfaccia Crestron CG-LON
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La nuova veste di Luisa Via RomaBoutique, locale, galleria d ’arte… declinazioni di un punto vendita
L’ultimo restiling della boutique fi orentina si appoggia su una importante introduzione di soluzioni audio e video, per una custom experience sempre nuova
Chiara Benedettini
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Entrare in un negozio, poterlo visitare liberamente, guardare con calma gli articoli esposti mentre intorno a
noi vari scenari luminosi e sonori si avvicendano, fermare l’attenzione sul display che ci offre informazioni
sui prodotti, gli stilisti e le maison, potersi sedere per un drink mentre la persona che è con noi prova l’abito
prescelto, osservare le opere d’arte della mostra temporanea… tutto questo fa parte della custom experience,
l’esperienza che il cliente prova al momento della visita al negozio, che ricorderà nel tempo e, se si sentirà in
consonanza, lo porterà a tornare alla boutique e a frequentarla anche per motivi diversi rispetto all’acquisto.
Tutti questi elementi sono presenti nel negozio Luisa Via Roma di Firenze, boutique storica nel cuore del
capoluogo toscano che nei suoi anni di attività ha saputo rinnovarsi, profondamente e molte volte. L’ultima
avventura estetica di Luisa Via Roma risale all’estate scorsa e ha previsto un totale restyling dei locali ma anche
una nuova concezione di accoglienza del cliente: la boutique è divenuta un’elegante “scatola da riempire con
eventi ed esperienze sempre differenti - come ha spiegato a Connessioni Monica Lai, Direttrice del negozio – da
frequentare in momenti diversi del giorno e per le ragioni più varie. Inoltre abbiamo alcune salette per i clienti
che hanno bisogno di più tempo o maggior privacy”. Infatti gli spazi possono facilmente cambiare e divenire di
volta in volta luoghi per feste e sfi late, per mostre e happening, per nottate con i dj del momento… e l’ambiente
sarà sempre all’altezza della situazione.
Segno evidente di questo approccio è la presenza di un direttore creativo, Felice Limosani, che affi anca la
proprietà nelle scelte estetiche e nella programmazione delle attività.
Ad ogni uso… il suo audio
Limosani ha dato un tocco molto tecnologico al progetto di restyling di Luisa Via Roma: illuminazione dinamica,
proiezioni video e musica distribuita, oltre alle dotazioni di volta in volta sempre nuove per la vetrina, per
comunicare anche ai passanti la specifi cità dell’ambiente che troveranno all’interno. Molti sono stati i fornitori e
i collaboratori chiamati a contribuire alla nuova veste del negozio, tra quelli impegnati nell’AV c’era anche James
Lewis (MP Elettronica) supportato da Grisby Music distributore per l’Italia di
Meyer Sound, chiamato per il progetto e installazione audio e che ha seguito
poi il cantiere fi no all’inaugurazione.
La diffusione sonora da Luisa è stata particolarmente curata: la richiesta
del cliente è stata quella di un impianto di qualità, fl essibile e adatto sia
ad accompagnare i clienti durante le loro visite al negozio, sia a offrire il
necessario impatto in occasione di sfi late, party, happening. Inoltre, avrebbe
dovuto essere meno invasivo possibile, e integrarsi perfettamente con
l’estetica generale.
Il risultato è stato una sonorizzazione su sei zone, calibrata per soddisfare
queste due necessità; il salone al piano terra e la terrazza coperta al primo
piano (due zone) sono le aree dotate di apparecchi adatti a ottenere pressioni
sonore elevate e senza distorsioni; gli altri ambienti e le salette VIP (quattro
zone) godono invece di una diffusione di accompagnamento. La divisione
in zone rende possibile per i gestori avere un volume differente per i vari
ambienti e, all’occorrenza, lasciarne uno o più nel silenzio o anche diffondere
sorgenti diverse nelle varie stanze.
Nel salone e sulla terrazza del primo piano sono stati così installati
rispettivamente otto altoparlanti miniaturizzati Meyer Sound MM-4XP
© Mike Curran
Un particolare del piano terra
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amplifi cati, capaci nonostante le ridottissime
dimensioni di pressioni ragguardevoli (113 dB a
1 m), accompagnati per le basse frequenze da
subwoofer UMS-1P sempre Meyer Sound. Tutti
i case sono stati verniciati con tinte in armonia
con i colori del negozio e sono stati integrati
nell’ambiente: i sub dietro le appenderie degli abiti
esposti, gli MM-4XP nelle fessure create per la
ventilazione; un vincolo necessario e diffi cile da
rispettare perché condizionante nel posizionamento
dei diffusori, ma che a giudicare dalla resa non ne
ha compromesso l’effi cacia generale. In terrazza
si trova inoltre un accogliente bar con tavolini e
sedute, completato da un postazione dj collegata
all’impianto generale per le serate più coinvolgenti.
Il resto delle zone sonore sono servite da
altoparlanti QSC da incasso, perfettamente
integrabili nell’ambiente e adatti a una diffusione uniforme e gradevole.
L’elaborazione e la distribuzione del segnale, oltre che la creazione di opportuni scenari sonori
per le varie occasioni, sono ottenuti tramite processori Allen&Heath IDR-8; per offrire semplicità
di gestione in ogni occasione, anche a partire da postazioni diverse del negozio, l’impianto audio
è stato collegato a un sistema di automazione Crestron, dal quale è possibile controllare volume
e scenari sonori oltre che defi nire e richiamare le play list più opportune.
Video per intrattenere e comunicare
A completare l’impatto estetico di Luisa Via Roma sono previste alcune installazioni video: oltre
a essere un modo per decorare in maniera dinamica gli spazi, è un mezzo di comunicazione
immediato ed effi cace, vicino a ogni tipo di pubblico.
Nella parte centrale del negozio troviamo infatti un videowal composto da 16 plasma Hantarex
Meyer MM-4XP
L’MM-4XP è un diffusore miniaturizzato attivo, adatto a musica e parlato, disegnato per
sistemi distribuiti anche in ambienti con particolari necessità estetiche, i cabinet infatti si
nascondono e armonizzano facilmente in qualsiasi tipologia di ambiente. Discendente diretto
dell’MM-4, offre la semplicità dei diffusori attivi e minori problemi di gestione del cablaggio.
Con un trasduttore di 4” è capace di emettere fi no a 113 dB SPL, con risposta in frequenza
dai 120 ai 18.000 Hz; l’amplifi catore interno in è in classe D. In caso di impianti estesi,
il costruttore consiglia di utilizzare un alimentatore MPS-488 per fornire alimentazione e
segnale audio bilanciato fi no a otto MM-4XP.
www.meyersound.com
Distribuito in Italia da Grisby Music: www.grisbymusic.it
www.mpelettronica.it
www.natali.it
www.calypsocontrol.com
it
www.luisaviaroma.com
www.bmvision.it
www.digivision.it
www.grisbymusic.it
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soluzioni
da 42” installati in verticale a muro, a formare una lunga striscia di circa
8x1 m: si tratta di apparecchi con un bordo esterno ridottissimo, adatti a
costruire installazioni di grande formato senza interruzioni. L’intenzione di
Limosani era proporre grafi che in 3D e fi lmati di qualità, quindi l’installatore
BM Vision di Firenze ha dovuto affrontare diverse problematiche legate
al mantenimento di uno standard di visione elevato, considerando anche
che le sorgenti si trovavano a diversi metri di distanza. Si è quindi scelto
di suddividere in partenza il segnale in 16 porzioni, invece che scomporre
l’immagine e ricomporla al momento della visione; il lavoro viene svolto da
due videoplayer Mantis a otto canali, che gestiscono un segnale MPEG-2,
collegati poi su RS-232 a un sistema di controllo Calypso, che converte i
segnali di rete in seriale.
La manutenzione è di competenza di Natali Multimedia, che ha anche
ottimizzato un software di gestione in Visual Basic per ottenere un
sincronismo temporale perfetto tra i segnali.
Al piano interrato, una seconda installazione video anima la zona dedicata
attualmente alla moda giovane: quattro videoproiettori Panasonic
PT-D 5600 proiettano le immagini dei brand esposti e animazioni grafi che.
Il segnale viene gestito in maniera semplice e diretta, a partire da altrettanti
DVD player.
Ma non è fi nita qui… a fi anco delle installazioni permanenti, la zona della
vetrina è un laboratorio continuo per gli artisti e le maison, protagonisti di
eventi particolari spesso arricchiti da una dose importante di tecnologia.
Al memento della nostra visita era appena stata smontata l’installazione
relativa al marchio Adidas, un LEDwall che ha inondato di luce ed effetti
il marciapiede davanti al negozio, e che ha abbagliato i moltissimi…
spettatori, più che semplici passanti, coinvolgendoli già fuori dal negozio in
un’esperienza insolita. Il bar al primo piano.
Le videoproiezioni al piano interrato
La terrazza coperta, al primo piano
Apparecchi installati
Audio
1 sistema di controllo Crestron CP2E
2 touch panel Crestron TPMC-8L
2 processori audio Allen&Heath iDR-8
1 unità d’espansione Allen&Heath IDR-In
2 altoparlanti QSC AD-S52
2 subwoofer QSC AD-C81TW
28 altoparlanti QSC AD-S32
1 amplifi catore QSC CX 254
3 amplifi catori QSC RMX 850
8 Meyer Sound MM-4XP
1 alimentatore Meyer Sound MPS-488P
2 subwoofer attivi Meyer Sound UMS-1P
Video
16 schermi al plasma Hantarex 42”
2 video player Mantis
1 sistema di controllo Calypso
4 videoproiettori Panasonic PT-D 5600
4 DVD player
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26 aprile / maggio ‘09 • n. 17
soluzioni
Scenografi a virtuale con Data Display WallLo studio televisivo di Class Editori, società attiva nella stampa e nella comunicazione multimediale, si è di recente arricchito di un suggestivo impianto scenico realizzato con sei DLP Cube Mitsubishi Electric Ca
rlo S
olar
ino
Class Editori: il principale gruppo editoriale italiano nell’informazione fi nanziaria con attività che abbracciano
la stampa quotidiana (Italia Oggi, Milano Finanza) e periodica (Capital, Class) oltre alla produzione di
news d’agenzia in accordo con Dow Jones. Ma che, da alcuni anni a questa parte, vanta un’intensa attività nei
new media tra i quali la TV digitale satellitare e terrestre, la video informazione (Telesia Sistemi) trasmessa nei
network televisivi di aeroporti e metropolitane, per fi nire con alcuni canali radiofonici.
Lo spunto per parlare di questa importante realtà ci deriva però da un motivo strettamente tecnico, dato che il
suo principale studio di produzione televisiva si è di recente arricchito di un suggestivo videowall a copertura
dello scenario di fondo realizzato tramite i display wall di Mitsubishi Electric. L’impianto, come ci è stato detto
in occasione di un recente incontro, è stato allestito alla fi ne dello scorso agosto ed è subito entrato nelle
correnti produzioni. Tant’è che, durante la stessa occasione, si è potuto assistere alle riprese di un programma
di divulgazione medica condotto da Alessandro Cecchi Paone, con interviste al celebre oncologo Umberto
Veronesi.
Delio Rovelli Divison Manager
Visual Information Systems
Division di Mitsubishi Electric, con
il professor Veronesi
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soluzioni
Sei schermi da 50”
Tra le principali offerte di Mitsubishi per l’area multimediale professionale fi gurano infatti i display
wall che, basati su tecnologia DLP a retroproiezione, vengono incontro alle necessità di numerose
situazioni di monitoraggio: dal controllo industriale a quello del traffi co, dalle quotazioni in borsa alle
centrali di pubblica sicurezza fi no, appunto, ad applicazioni broadcast. I sei DLP Cube montati negli
studi di Class Editori, modello VS-50XL, presentano dimensione di 50” e defi nizione d’immagine XGA
con 1.024x768 pixel ciascuno.
Ma quali le caratteristiche, in termini di risultati televisivi, offerte da questi display wall? Un essenziale
problema da risolvere nelle applicazioni broadcast riguarda la taratura del colore: illuminati, come
sono, da luce artifi ciale, gli studi televisivi presentano infatti dominanza di rossi, con l’obbligo dunque
di dover generare tale gradazione anche sui display (i colori verranno poi fi ltrati dalle telecamere, col
risultato di fornire immagini fi nali dal corretto equilibrio cromatico).
“La taratura del colore - ha precisato a Connessioni il Key Account Visual Display Solutions di
Mitsubishi Electric, Antonio Troiano - sui DLP Cube Mitsubishi può essere eseguita grazie all’apposita
funzione Color Space Control che agisce sul guadagno di ciascun colore primario così come
su qualsiasi sfumatura intermedia, con correzione automatica dei colori impostati”. Tra le altre
caratteristiche utili in ambiente broadcast, il Digital Gradation Circuit, che provvede a garantire
uniformità di illuminazione su tutto lo schermo senza variazioni tra il centro e i margini, e il 12 bit
Gamma Circuit che, contrariamente a quanto di solito avviene sulla base di soli 8 bit, fornisce una
gamma di gradazioni cromatiche pressoché infi nita. Ulteriori elementi che ne hanno favorito la scelta
riguardano le caratteristiche antirifl esso nonché il sottile margine di delimitazione tra gli schermi,
inferiore al millimetro.
A corredo dell’installazione, Mitsubishi ha fornito anche le apposite scaling board VC-B50KA, che
consentono di gestire a piacere la costruzione delle immagini: da un’unica grande immagine a
copertura dei sei schermi fi no a una singola immagine per ciascuno schermo, con ogni possibile
soluzione intermedia. Vengono collocate in ingresso ai Cube e accettano sia segnali analogici (su
connettore VGA D-Sub vaschetta a 15 pin) sia digitali (su connettore DVI-D).
Gestiscono immagini in formato 4:3 con defi nizione fi no a UXGA (Ultra eXtended
Graphic Array) con 1.600x1.200 pixel, la loro massima capacità di scaling arriva
fi no a 32x32 cube con qualsiasi confi gurazione intermedia (se tuttavia si usa la
connessione DVI-D, la massima capacità di scaling arriva a 16x16). Nel caso
Class l’input proviene direttamente da un PC integrato in regia, con possibilità di
inserire a piacere immagini in movimento, immagini fi sse, scritte o grafi ca.
Il complesso dei lavori di installazione del nuovo schermo è stato condotto
nell’arco di una sola settimana, grazie alla agile modularità e facilità di montaggio
su campo, entrambi elementi che concorrono alla validità ed effi cacia del
prodotto.
Mitubishi Electric, per la verità, non è nuova a queste installazioni con i suoi
display wall già presenti in numerosi studi nel mondo e, in particolare, nelle sedi
di quattro emittenti europee: in Inghilterra, Svezia, Lussemburgo e Spagna.
www.mitsubishielectric.it/vis
www.classeditori.it
Il nuovo display negli studi di
Class, durante le riprese
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informazione pubblicitaria
Con Bose®
l’atletica dà spettacolo
Via della Magliana, 876 - 00148 RomaTel 06.60292292 – Fax 06.60292159
www.bose.it
www.torino2009.org
Torino ha ospitato dal 3 al 5 marzo, presso il Palaoval, i Campionati Europei di Atletica Indoor, un’ulteriore occasione per la città di salire sul podio internazionale dei grandi eventi sportivi. Lo stesso podio sul quale era presente Bose® in qualità di sponsor tecnico, avendo messo a disposizione un impianto sonoro indiscutibilmente all’altezza dell’evento
L’impianto Bose® per gli Europei di Atletica è stato progettato per andare ben oltre la sola necessità, per
quanto molto importante di per sé, dell’amplifi cazione dello speaker: avrebbe dovuto essere in grado di
offrire il giusto vigore anche al programma musicale previsto per gli intermezzi e l’accompagnamento delle
competizioni. Infatti da qualche tempo le gare sportive, e in particolare l’atletica, stanno diventando veri e propri
eventi e vengono accompagnate da performance, musica, animazioni ecc. per coinvolgere il pubblico in uno
show a tutto tondo, del quale apprezzare il lato agonistico ma anche visivo e spettacolare. Come ha spiegato il
Vice Assessore allo Sport della Città di Torino Gianni Ventura, intervistato il giorno dell’inaugurazione: “negli
Stati Uniti già da tempo si è compreso che l’audio è fondamentale per creare uno spettacolo nello spettacolo,
coinvolgere il pubblico e renderlo partecipe di un vero evento. In Italia c’è ancora poca cultura in materia, ma noi
a Torino ci abbiamo creduto e le strutture sportive della città sono state allestite con impianti professionali.
Mi auguro che l’alta qualità dell’impiantistica per l’intrattenimento sia nel futuro di tutti gli impianti sportivi
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informazione pubblicitaria
italiani”. In occasione degli Europei di Atletica il Palaoval è stato dotato di
tutte le strutture tecniche e sportive necessarie: “dopo le Olimpiadi Invernali
l’Oval è rimasto come un guscio vuoto che ospita eventi di vario tipo e che va
allestito in maniera specifi ca per ognuno di essi – ci ha detto Anna Riccardi,
Direttore Generale del Comitato Esecutivo - questi adeguamenti sono
importanti non solo dal punto di vista mediatico, ma anche per far godere ai
nostri ospiti la visione del Campionato in maniera più dinamica e interessante.
Abbiamo avuto l’opportunità di avere il supporto di Bose®, un’azienda davvero di
altissimo livello qualitativo, che ci permetterà con dei piccolissimi diffusori, posti
accanto a un grande videowall, di diffondere ciò che noi chiamiamo la nostra
‘event presentation’, ovvero le comunicazioni degli speaker e la musica che
accompagneranno tutto il campionato”.
Il progetto
L’impianto è stato concepito in maniera classica ed effi cace allo stesso tempo:
due serie di colonne sonore Panaray® MA12, completate da alcuni diffusori per
le basse frequenze Panaray® MB24, sono state installate ai lati del videowall
posto in corrispondenza di uno dei lati corti della pista, in modo da coprire tutto
lo spazio occupato dal pubblico sugli spalti e dagli atleti. L’installazione è stata a
cura del service audio video Corsinotti di Grugliasco (To).
Bose® Italia è stata coinvolta in prima persona nella progettazione dell’impianto di
cui Giorgio Gianotto, Responsabile Tecnico, ci ha svelato i segreti: "Il concetto
base di questo impianto è l’'onda cilindrica'. Quando un altoparlante emette un
suono, vige la regola del quadrato inverso, per cui al raddoppio della distanza
l’intensità e la pressione sonora si dimezzano e l’energia diminuisce di un quarto;
ma se la propagazione avviene su una superfi cie sferica e raddoppiando il raggio,
la superfi cie coperta diventa quattro volte più grande. I Panaray® MA12 irradiano
onde cilindriche, quindi la loro emissione non si propaga secondo la legge del
quadrato inverso: l’intensità è attenuata solo della radice 2 (1,4) e l’energia della
metà, quindi il suono si sente in modo regolare sia nel caso che il pubblico sia
vicino o più lontano dal diffusore, cioè il risultato necessario in questa location.
Sul piano orizzontale, poi, possiamo contare su una buona dispersione che ci
permette di coprire tutto lo spazio. Per quanto riguarda le frequenze gravi, è stata utilizzata la tecnologia chiamata
bass array: permette molta direttività, elemento importante dato che ci troviamo in un ambiente molto riverberante.
Gli effetti di un mancato controllo sarebbero maggiore riverbero, minore pressione sonora e peggiore qualità
dell’ascolto. I sub Panaray® MB24 sono diffusori refl ex ad alta effi cienza, in questa sede montati in colonna e
distanziati opportunamente, in modo da accentuare la direttività e l’uniformità di diffusione anche a distanze di
ascolto diverse. Per scelta non abbiamo utilizzato processori, si tratta di un impianto di struttura molto semplice ma
che si appoggia su tecnologie molto sofi sticate".
Paolo D’Innocenzo, Sales Manager della Divisione Professionale Bose® ha espresso il suo compiacimento per
l’operazione: “È per noi fonte di grande soddisfazione poter essere di supporto a un evento prestigioso e di così
larga audience. Bose® da sempre è impegnata a diffondere la cultura dell’ascolto di qualità, e credo che in questa
occasione ne abbiamo dato prova ancora una volta”
Due Panaray® MA12 utilizzati per la conferenza
stampa internazionale.
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Trasporto del segnale video digitale: chiavi, memoriee altri impicciNell’era dell’alta defi nizione televisiva (HDTV) non è raro dover trasportare segnali digitali anche in ambito Pro, e doversi scontrare con protezioni anti-copia, chiavi di criptatura e memorie varie. Una panoramica sullo scenario della compatibilità nel percorso del segnale
Alberto Pilot
Fino a qualche anno fa le apparecchiature pensate e destinate al mercato professionale (broadcast) erano
notevolmente diverse da quelle riservate al mercato consumer (o pro-sumer), sia per funzionalità che per
parco connessioni, oltre che per possibilità operative. L’arrivo dell’alta defi nizione televisiva ha introdotto un
netto miglioramento delle prestazioni visive dei display, ma ha anche generato una sovrapposizione di standard
di trasmissione tra l’ambito Pro e consumer, creando alcuni “problemi collaterali”.
Dal momento che i display erano collegati al massimo tramite un connettore DB15-HD (High Density, anche
erroneamente chiamato VGA, come una risoluzione a standard VESA), oppure attraverso gli analoghi 5 BNC
per i segnali RGBHV analogici, i migliori che qualitativamente si potessero trasmettere fra la sorgente e queste
apparecchiature, s’incorreva “solo” nel problema di coprire distanze di svariati metri fra le elettroniche: questo
causava perdite di segnale dovute alla resistenza del rame con cui sono costruiti i cavi, con conseguente
degrado dell’immagine o, nel peggiore dei casi, la sua completa scomparsa dal video.
L’evoluzione di questa connessione è la DVI (Digital Video Interface o anche Digital Visual Interface) che
continua a portare un segnale RGBHV però, appunto, nel dominio digitale. Questo standard ha subìto diversi
aggiornamenti nel corso tempo, e anche lo stesso connettore è stato poi identifi cato in DVI-A, DVI-D e DVI-I, sia
single che dual-link, in base alla tipologia di segnali che poteva trasportare, e alle loro caratteristiche in termini
di risoluzione e frequenza di quadro (refresh).
Essere pro, o non essere pro
Il vero problema, e parte centrale del nostro approfondimento, è sorto quando si è deciso di portare una
connessione digitale per il video anche nelle apparecchiature domestiche. La DVI, nelle sue varianti, è nata
come standard professionale, e per questo atta a trasportare segnali secondo lo standard VESA; nel mercato
consumer sono invece gli standard ATSC a giocare un ruolo predominante, per cui le maggiori aziende
nell’elettronica di consumo hanno deciso di costruire un nuovo tipo di connessione, decisamente più aderente
alle caratteristiche delle loro elettroniche e soprattutto ai loro scopi commerciali.
Da un Consorzio, espressamente formatosi, è nata la HDMI (High Defi nition Multimedia Interface), una sorta di
presa SCART dell’era moderna in grado di veicolare sia segnali video che audio, entrambi nel dominio digitale.
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La peculiarità di questa connessione, però, è che tramite HDMI il segnale in alta
risoluzione viene sempre protetto mediante un algoritmo che si chiama HDCP
(High-bandwidth Digital Content Protection), per espressa volontà delle Major
di Hollywood, preoccupate di combattere la pirateria audio/visiva. Dato poi
che il consorzio HDMI è formato, fra le altre, da aziende del calibro di Hitachi,
Panasonic, Philips, Sony, Thompson, Toshiba e Silicon Image, e che gode
dell’appoggio dei principali produttori cinematografi ci quali Fox, Universal, Warner
Bros e Disney, è chiaro che ognuno di essi ha tentato di apportare le “proprie”
modifi che allo standard, che dal 2002 (anno in cui si è riunito il consorzio per la
prima volta) a oggi ha subito diverse varianti, anche importanti e sostanziali. La
successiva commistione di prodotti fra i due mondi (professionale e consumer) ha
comportato un mescolamento di questi standard, con il conseguente insorgere
delle problematiche nelle quali ognuno di noi prima o poi è incappato: display per
il mercato consumer a risoluzione nativa secondo lo standard VESA e dotati di
connessione DVI (magari con HDCP, come da ultima variante di questo standard),
oppure matrici e switcher di segnali HDMI, nate espressamente per il mercato
professionale. Vediamo, quindi, di raccapezzarci un pochino.
Mille e uno HDMI
La protezione veicolata dal segnale HDMI si basa su un concetto che vuole un
generatore di chiavi di criptatura all’interno del chip trasmettitore (inserito nella
sorgente) e uno all’interno del chip ricevitore del segnale (inserito nel display): il
segnale che “parte dalla sorgente” contiene le chiavi appena menzionate, le quali
devono trovare corrispondenza da parte del chip che deve ricevere detto segnale,
quest’ultimo ne decodifi ca il contenuto per essere in grado di visualizzarlo (in
gergo questa procedura si chiama handshake - letteralmente “stretta di mano”).
Se una delle elettroniche non è compatibile con questo tipo di segnali si otterrà
solo una laconica schermata vuota o una serie di disturbi a video, ma non il
contenuto che s’intendeva visualizzare. I chip che fi sicamente si occupano di
codifi care e de-codifi care il segnale sono per la maggior parte di produzione della
stessa Silicon Image, con la possibilità che a diverse varianti dello standard HDMI
corrispondano anche partite diverse di questi apparecchi. Il rischio (non troppo
remoto) è di trovare ancora qualche sorgente dotata di una versione più datata di
questi chip, mentre il display ne monta una più aggiornata e recente. Il risultato
potrebbe essere una sorta di incompatibilità, con conseguente assenza di segnale
a video, sebbene entrambe le elettroniche siano dotate di logo uffi ciale dello
standard sullo chassis e presa HDMI fra il parco connessioni. E nel momento in cui
s’inseriscono altri anelli nella catena video dotati di presa HDMI (matrici, switcher,
transcoder per fi bra ottica, transcoder per cavi Cat5/6, processori video, ecc.),
in pratica si inseriscono altri di questi chip ricevitori/trasmettitori nel percorso di
segnale, complicando non poco la vita agli installatori.
Un connettore Display Port
Un connettore HDMI
Un connettore DVI
Un connettore VGA
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La memoria EDID
Praticamente, più elettroniche si vanno a inserire in una catena A/V
e più alta è la probabilità di incontrare problemi nella distribuzione e
visualizzazione del segnale. Ma non è fi nita qui.
Accanto a questi chip, nello standard HDMI, è possibile (anche se sempre
più di uso comune) inserire all’interno delle elettroniche di controllo del
segnale una memoria EDID (Extended Display Identifi cation Data), un
dispositivo che dovrebbe, e il condizionale è d’obbligo, semplifi care le
installazioni domestiche. Così facendo, anche chi non è esperto di segnali,
risoluzioni e confi gurazioni potrebbe effettuare facilmente i cablaggi
limitandosi a collegare sorgente e display: questa memoria contiene tutti
i dati sensibili di una o dell’altra elettronica, rendendone la combinazione
immediatamente funzionante sulla base del “migliore” dei segnali
(nell’accezione più ampia del termine) possibili fra le due. All’atto pratico
invece, questa EDID impedisce di forzare delle risoluzioni desiderate
dall’utente, se per qualche motivo queste non sono presenti nelle lista
contenuta nella memoria, oppure impedisce la visualizzazione delle
immagini perché il display non è in grado di accettare quel tipo particolare
di segnale. Mettiamoci anche che se la sorgente è di natura “televisiva”,
come un lettore Blu-ray Disc, un lettore DVD o un STB per il segnale
satellitare in HD, e il display è un pannello piatto o un videoproiettore
a risoluzione VESA (una SXGA 1.280x1.024 in 5:4 o magari la sua variante wide WSXGA+ 1.680x1.050 in
16:10) non riusciremmo mai (purtroppo è così!) a visualizzare l’immagine a pieno schermo perché i rapporti
d’aspetto fra l’immagine di partenza e quella che il display deve visualizzare sono diversi. Questo comporterà
stiramenti del quadro, perdita di informazioni o, peggio, l’intervento dei (dannosi, per la maggior parte) circuiti
di elaborazione delle immagini contenuti proprio nel display. Insomma, una vera tragedia per chi deve lavorare
in ambito rental o realizzare un progetto di digital signage e desidera ottenere la migliore immagine possibile.
In questo caso alcune aziende corrono in aiuto degli installatori; citiamo a puro titolo di esempio l’HDMIFIX di
Spatz oppure i processori video/matrici con capacità di elaborazione avanzata come il VP-728 proposto da
Kramer.
Le alternative
A fronte di un panorama simile, è chiaro come ancora oggi qualche progettista preferisca utilizzare una
distribuzione del segnale in RGB, o in Component YCrCb entrambi analogici, piuttosto che affi darsi a
elettroniche che trattino il segnale nel dominio digitale. E non solo a causa del loro costo (più alto in assoluto
di quelle tradizionali), ma proprio per evitare degli inutili mal di testa. Non è un mistero che molti Yacht o Mega-
Yacht presentino ancora oggi sistemi di distribuzione del segnale che hanno l’unica opzione del trattamento
analogico, con le sorgenti dotate di presa HDMI (Decoder Satellitari HD, lettori Blu-Ray o DVD) nei pressi
del display, minimizzando di fatto il percorso dei segnali veicolati tramite questo standard. Certo il tutto è
più costoso, ridondante a volte, ma quasi sicuramente esente dai problemi descritti, anche se la certezza
assoluta del buon funzionamento si può avere solo pre-assemblando (per quanto possibile) l’impianto in
laboratorio prima di installarlo in cantiere o a bordo delle imbarcazioni. La soluzione di convertire il segnale
Varie tipologie di adattatori
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Per saperne di più
Come tutti sappiamo, Internet è una fonte immensa di informazioni, ma spesso non verifi cate. Le
stesse voci di Wikipedia, l’enciclopedia on line, sottostanno ad un meccanismo di autocontrollo da parte degli stessi utenti, ma
anche per lei non c’è certezza che tutto sia inappuntabile. Tuttavia, siamo andati a verifi care alcune voci su argomenti citati nel
testo e che, per ovvie ragioni di spazio, non possono avere una trattazione completa nell’articolo, voci che abbiamo riscontrato
come valide e interessanti: vi segnaliamo dunque il link a Wikipedia sugli argomenti Display Port, memoria EDID, standard VESA e
l’algoritmo HDCP.
http://it.wikipedia.org/wiki/DisplayPort
http://it.wikipedia.org/wiki/Extended_Display_Identifi cation_Data
http://it.wikipedia.org/wiki/VESA
http://en.wikipedia.org/wiki/High-bandwidth_Digital_Content_Protection
HDMI tramite un processore video a monte della catena
di distribuzione, per poi poter gestire solo dei segnali
analogici e riconvertirli in digitale in prossimità dei display,
non è effi cace, poiché le troppe trasformazioni D/A ed A/D inevitabilmente comportano
un degrado del segnale; inoltre tutto il processo risulterebbe “lento” anche a causa
dell’handshake, che si dovrebbe ricreare a ogni cambio di sorgente in alta defi nizione verso
il display… decisamente una soluzione da non percorrere.
Negli ultimi mesi però sono state introdotte sul mercato apparecchiature pensate per la
distribuzione e il trattamento del segnale HDMI anche a lunga distanza tramite fi bra ottica,
che potrebbero sconvolgere in pratica quanto affermato solo poche righe sopra. Si tratta
di prodotti relativamente recenti (visti all’ISE appena concluso) e che quindi hanno bisogno
di un certo periodo di rodaggio e affi namento, ma che fi nalmente cercano di affrontare un
problema affatto secondario, se si pensa appunto alla situazione attuale del mercato.
Potrei dire di aver fi nito ma c’è un ultima chicca, la migliore: VESA ha recentemente
introdotto assieme ad altre aziende un nuovo standard, il Display Port, che nelle recenti
versioni è diventato completamente compatibile con la HDMI (e soprattutto con
l’HDCP), ma che ha il netto vantaggio di non dover pagare nessuna royalty al Consorzio,
riducendo di molto il costo complessivo delle apparecchiature che sono dotate di
questa connessione (schede video per PC e schede madri, sempre per computer, al
momento). Questo apre però uno scenario preoccupante nel momento in cui anche i
produttori di elettroniche per il mercato Pro (quello a cui si rivolge questo standard),
inizieranno a utilizzarlo in modo massivo. Signifi cherà ricominciare a cercare
adattatori meccanici? Speriamo di no, e che per una volta il buon senso prevalga sui
meri profi tti. E adesso vado a prendere due aspirine.
Kramer VP-728
Spatz HDMIFIX
www.krameritalia.
com/indexes/item.
asp?name=VP-728
www.belkin.com
www.hdmi.orgwww.displayport.orgwww.spatz-tech.com/spatz/hdmifi x.htm
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Dall’altoparlante alle orecchie, passandoper l’ambienteDa un contributo di John Taylor, Educational Specialist d&b audiotechnikA cura della Redazione
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Il percorso elettrico che compie un segnale audio per essere trasferito dalla sorgente al diffusore, non comporta rischi di gravi danni alla qualità del segnale. Ciò che invece può apportare profonde modifi che è il viaggio che questo segue dall’altoparlante, attraversando l’aria, sino alle nostre orecchie. Percorso acustico del segnale, “anatomia dei diffusori” e rapporto tra tipi di altoparlanti e ambiente sono gli argomenti trattati in una recente lezione da John Taylor, Educational Specialist d&b audiotechnik, tenuta durante il SIB Forum di Rimini e alla quale si ispira il presente articolo
Si è sempre molto attenti alla comunicazione visiva ma quella uditiva ha un ruolo altrettanto importante,
anche se non sempre ne siamo coscienti. Andare a un concerto e sentire bene, stando seduti in fondo alla
sala o in prima fi la, o capire tutte le parole pronunciate dal relatore anche se siamo in piedi accanto alla colonna
laterale, fa parte di quella “democrazia per gli ascoltatori” alla quale dovremmo aspirare tutti (e che dovremmo
pretendere, specialmente quando paghiamo un biglietto).
Per raggiungere questo obiettivo è necessario studiare bene il proprio progetto e
l’ambiente nel quale operiamo, porre molta cura nel posizionare i diffusori e, grazie
alla caratteristica di direttività costante delle trombe, mantenere il corretto equilibrio
timbrico lungo tutta l’area d’ascolto. Semplicemente cambiando il posizionamento
di un singolo altoparlante, è infatti possibile ridurre la differenza di livello tra le
prime fi le e gli ultimi ascoltatori (Figura 1 e 2).
Inoltre, è fondamentale il corretto dimensionamento del sistema di altoparlanti
in relazione al reale utilizzo per il quale viene concepito: 3 dB di headroom in
eccesso signifi cano il doppio della potenza impiegata. Soprattutto oggi, quando
l’economia di un’installazione è un fattore essenziale, è importante anche in
termini di competitività sul mercato utilizzare sistemi che garantiscano la massima
effi cienza possibile ottimizzando l’utilizzo degli amplifi catori, mantenendo garantita
l’affi dabilità e la longevità dei diffusori.
Suono e ambiente
Qual è l’applicazione più impegnativa con la quale si confronta un tecnico del
suono? Di certo la corretta e intelligibile riproduzione del parlato negli ambienti
molto riverberanti. La situazione si fa ancora più delicata quando, in alcune
installazioni sensibili, l’intelligibilità ha importanza anche in termini “legali”
(pensiamo, ad esempio, alle sale consiliari dove vengono effettuate importanti
votazioni, o in contesti processuali).
La riverberazione è un fenomeno presente in tutti gli ambienti confi nati, e che fa
parte delle nostre abitudini d’ascolto di occidentali; ci aspettiamo, infatti, una certa
riverberazione per la musica orchestrale, che è diversa da quella adatta alla musica
Figura 1: diffusore a 1 m di altezza, orientamento 0°
Figura 2: diffusore a 4,4 m di altezza, orientamento 12° verso il basso
Figura 3: le rifl essioni di una sorgente sonora in un ambiente riverberante
Conn_17.indb 37Conn_17.indb 37 10/04/09 15:3410/04/09 15:34
38 aprile / maggio ‘09 • n. 17
vox technologica
d’organo, ecc. Ma quando abbiamo a che fare con una situazione che richiede
un rinforzo del segnale acustico, quello che vorremmo è la quasi totale assenza
di riverbero! Un modello in 3D di una stanza rettangolare realizzato con un
software di simulazione visualizza cosa succede all’energia erogata da un
diffusore: oltre al suono diretto, che raggiunge in maniera rettilinea l’ascoltatore,
il resto dell’energia viene rifl essa molte volte dalle pareti (Figura 3).
L’insieme è molto caotico ma il nostro sistema percettivo, in base anche alle
caratteristiche acustiche delle superfi ci della sala, è in grado di discernere tra
il suono diretto e le rifl essioni. Queste ultime vanno a creare un campo diffuso
o campo riverberante, caratterizzato da un livello energetico praticamente
costante. E infatti, più l’ascoltatore si allontana dalla sorgente, più si trova
immerso nel campo riverberante, dove il contributo energetico del suono
diretto proveniente dai diffusori diventa sempre meno determinante. Il punto
nel quale il livello del campo riverberante diventa prevalente viene defi nito
Distanza Critica (Figura 4).
In questa posizione l’intelligibilità è ancora buona, grazie anche all’effi cienza
del nostro sistema percettivo in grado di estrarre informazioni utili per
l’intelligibilità del contenuto sonoro anche quando il suono diretto è 10 dB
al di sotto del livello del campo riverberante. Questa nostra caratteristica è
quel “qualcosa” che ci permette di cogliere sfumature nella complessità del messaggio sonoro che sfuggono
anche agli strumenti di misura. Quando parliamo di riverbero, intendiamo il parametro RT60, defi nito come “il
tempo necessario affi nché, una volta cessato lo stimolo, il livello energetico nell’ambiente diminuisca di 60 dB”.
Ovviamente esiste un valore di tempo di riverberazione per ogni frequenza, che dipende dalle caratteristiche
assorbenti delle superfi ci dell’ambiente stesso. Per situazioni di sound reinforcement, l’ideale sarebbe un tempo
di riverberazione simile in tutte le frequenze, evitando l’eccesso di riverberazione nella gamma media e bassa.
Negli ambienti molto riverberanti, cosa possiamo quindi fare per migliorare il rapporto tra suono diretto e campo
diffuso? Potremmo avvicinare l’ascoltatore alla sorgente, provare ad alzare il volume, ma questo funzionerebbe
solo dove la causa della scarsa intelligibilità è il rumore di fondo, oppure possiamo tentare di aumentare
l’assorbimento delle superfi ci della sala; ma si tratta di un’ipotesi un po’ diffi cile da praticare. Una soluzione
potrebbe essere quella di utilizzare un sistema di altoparlanti direttivo, così da eccitare il meno possibile il
campo diffuso. E senza dimenticare il suo corretto posizionamento, così da fargli irradiare tutta l’energia solo
sulle aree d’ascolto. Infatti, il sistema di altoparlanti ideale sarebbe quello che, a tutte le frequenze, irradia solo
sulle zone desiderate.
In defi nitiva, come insegnano molti esempi, il servizio migliore che possiamo offrire come consulenti e installatori
al nostro cliente che ci chiede di sonorizzare una sala dall’acustica diffi cile, non è quello di fargli acquistare
decine di piccoli diffusori, ma di consigliargli un bravo consulente acustico. L’intervento, infatti, forse non ci farà
vendere molti altoparlanti, ma di certo renderà l’ambiente confortevole per gli ascoltatori, inoltre sarà poi molto
più semplice per noi ottenere una buona intelligibilità, e soprattutto ci farà mantenere il cliente.
Il fattore altoparlante
Tra i parametri che più ci interessano in un altoparlante c’è sicuramente la sua effi cienza, ossia quanta pressione
riesce a generare con un watt di potenza applicato (pressione misurata ponendo un microfono alla distanza
Figura 4: distanza critica
Figura 5: la dispersione di un altoparlante. A sinistra un
diagramma polare, a destra una visualizzazione in 3D
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39
vox technologica
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40 aprile / maggio ‘09 • n. 17
vox technologica
di un metro). Questo parametro, insieme all’informazione su quanta potenza è in
grado di reggere il diffusore (e per quanto tempo) ci permette di stabilire qual è la
pressione sonora massima che è in grado di generare, e quindi l’headroom che
rende disponibile.
Un altro elemento essenziale, sopratutto per la nostra discussione, è la dispersione;
la sua misura strumentale può essere ottenuta eccitando il diffusore, posizionato su
un supporto girevole e graduato, con del rumore rosa fi ltrato per bande di ottava o
terzi di ottava. Quando il microfono rileva un valore di pressione di 6 dB più basso
del valore in asse, quello è il punto di dispersione nominale a quella frequenza.
La dispersione può essere rappresentata in diversi modi: tramite i diagrammi
polari, che rappresentano l’attenuazione ai diversi angoli di misura, e in maniera
tridimensionale (Figura 5).
La dispersione di un singolo altoparlante ha un andamento abbastanza tipico: il
fascio di emissione si restringe proporzionalmente all’aumentare della frequenza,
mentre il comportamento direttivo alle frequenze medio basse è in funzione delle
dimensioni del cabinet del diffusore (Figura 6).
Lo strumento che ci permette di controllare in maniera precisa la dispersione di un
diffusore, in particolare alle frequenze più alte, è la tromba a direttività costante.
Il suo compito consiste nel concentrare l’energia prodotta dal driver per le alte
frequenze in uno spazio defi nito in sede di progetto, ma non solo; la defi nizione
“direttività costante” signifi ca che tutte le componenti dello spettro audio affi date
alla tromba devono avere le stesse caratteristiche di dispersione, così come
un’attenuazione fuori asse coerente e morbida. Il range di frequenze che una
tromba è in grado di controllare dipende essenzialmente dalla sua dimensione.
Tra i punti più critici nella progettazione di un diffusore vi è la corretta risoluzione
del punto di incrocio (crossover) tra le diverse vie del sistema. I sistemi con le
prestazioni migliori in termini di direttività e di risposta in fase sono proprio quelli
dove il passaggio tra le diverse vie del sistema avviene alla frequenza a cui la
dispersione dei due componenti è simile. Se prendiamo in considerazione una
situazione reale, spesso avviene che la stragrande maggioranza degli ascoltatori sia
posizionata fuori dall’asse dei diffusori, quindi ciò che conta è proprio la loro prestazione in quest’area. Inoltre,
il fatto che uno spettatore si trovi in corrispondenza della distanza critica, o oltre, dipende dal comportamento
direttivo del diffusori, elemento fondamentale anche per l’omogeneità del campo riverberante e le caratteristiche
timbriche. Prenderemo ad esempio due situazioni diverse di interazione di due diffusori con il campo
riverberante (Figura 7 e 8). Il primo è in grado di direzionare l’energia sull’area d’ascolto fi no ai 2.000
Hz, mentre il secondo estende il suo controllo giù fi no a 600 Hz. Il risultato sarà, nel secondo caso,
una minor eccitazione del campo diffuso alle frequenze medie, ottenendo quindi una Distanza Critica
maggiore (più lontana dalla fonte sonora). La semplice scelta di un diffusore più direttivo consente
pertanto di ottenere una migliore intelligibilità. Il segreto è quindi proiettare la maggior quantità
di energia possibile, e nel range di frequenze più ampio ottenibile, solo sull’area occupata dagli
ascoltatori. E questo è uno dei motivi per il quale i sistemi line array, grazie alla loro marcata
direttività verticale, sono diventati così popolari in questi ultimi tempi.
Figura 6: la tipica dispersione di un altoparlante da 5”
Figura 7: un altoparlante con direzionalità fi no a 2.000 Hz.
Figura 8: un altoparlante con direzionalità fi no a 600 Hz.
www.associazioneitaliana
diacustica.it
www.dbaudio.it
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42 febbraio / marzo ‘09 • n. 16
news
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newssnenenen ws
Connessioni presentaOsservatorio sul Digital SignageSul prossimo numero il secondo speciale,40 pagine sul rapporto tra tecnologia econtenuti nel digital signage.Dopo il primo approfondimento su mercato e tendenze, il tema cruciale rimane quello della gestione dei contenuti.
Né televisione né radio e neppure grafi ca o semplice cartellonistica, il digital signage è un mix di linguaggi diversi
che divengono un unico, specifi co e speciale mezzo di comunicazione.
• Il panorama italiano
• Strutture tecnologiche e contenuti
• Esempi e case history
• Modelli dall’estero
• Il problema della redemption
• Le specifi cità del digital signage interattivo
• Digital signage community
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i diversi
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44 aprile / maggio ‘09 • n. 17
approfondimenti
Crestron Digital MediaStrada maestra per il Full HD
Con questo nuovo sistema di commutazione a latenza zero, ecco l’anello mancante per reti professionali in alta defi nizione con canali surround ed evolute connessioni a computer. A tutto vantaggio di impianti multi-room d’alta classe e spazi business, fi no a interessare gli stessi studi broadcast. Garantisce inoltre il supporto a ogni segnale tradizionale audio, video, dati, analogico o digitale
Carlo Solarino
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45
approfondimenti
Che si tratti di distribuzione residenziale multi-room, di grandi o piccole aule scolastiche, di sale convegno
o congressi, fi no ai centri operativi di reti comunque complesse, gli impianti multimediali puntano ormai
tutti su immagini in alta defi nizione. E questo grazie alla progressiva disponibilità di riproduttori – schermi al
plasma, LCD, videoproiettori – dalle prestazioni d’alta classe e dai costi sempre più competitivi. Ciò malgrado,
nella catena distributiva dei segnali d’immagine HD agli stessi riproduttori, un anello rimane debole: quello delle
infrastrutture di cablaggio basate per lo più sullo standard HDMI, High Defi nition Multimedia Interface.
Nato per ambiente consumer e ad esso più che adeguato, l’HDMI non è propriamente in grado di supportare
le esigenze degli impianti professionali attestati su ben più alti livelli di affi dabilità, qualità di trasporto, tempi di
risposta, distanze di collegamento e numero di terminali. La sua prevalente applicazione avviene infatti nello
scenario domestico dove, similmente alle SCART per tv analogica, provvede a semplici connessioni a televisore
HD di ricevitori satellitari, lettori di Blu-Ray oppure foto e videocamere. Connessioni che però nulla hanno a
che vedere con il mondo professionale. Supera adesso completamente questo empasse di cablaggio il nuovo
sistema di distribuzione Digital Media di Crestron che, basato su matrici di commutazione 8x8 oppure 16x16,
gestisce qualsiasi segnale audio video dati a oggi conosciuto, compresi dunque quelli in HD in ogni loro aspetto
fi no al Full HD (1.920x1.080 interlacciati e progressivi), con i relativi segnali audio surround nelle versioni a 5.1
oppure 7.1 canali.
Digital Media rappresenta l’evoluzione del precedente sistema QuickMedia, sempre di Crestron, adatto a
segnali video ma in defi nizione standard senza dunque entrare nell’HD, e spalanca così la porta dell’alta
defi nizione all’ambiente professionale dal quale era fi nora rimasta esclusa. Ma può offrire inoltre, come vedremo,
interessanti opportunità anche allo stesso ambiente broadcast, notoriamente al top della multimedialità
integrata.
In rapida commutazione
Digital Media si basa su matrici di commutazione 8x8 oppure 16x16 a ingressi universali, con
conversione dei segnali in formato adatto alla trasmissione su cavo CAT5e/CAT6 o fi bra ottica
in relazione alle distanze, e riconversione ai formati nativi per riproduzione sulle apparecchiature
terminali. Malgrado la complessità e il “peso” dei segnali, soprattutto se in alta defi nizione, l’operatività
è sempre in tempo reale, senza latenze intrinseche che
limiterebbero il livello di qualità dei risultati. Ciò viene ottenuto
grazie alle prestazioni generali di sistema e, in particolare, alla
tecnologia proprietaria Quick Switch che, basata su apposito
DSP, agisce in modo ottimizzato tagliando qualsiasi tempo
morto anche negli intervalli tra i pacchetti di dati.
Per chi ha confi denza con l’ambiente audio video professionale,
la “latenza zero” è un fattore di estrema importanza, capace
com’è di eliminare qualsiasi possibile interruzione, tanto più
fastidiosa quanto più sono belle le immagini e accurati i suoni,
assicurando inoltre un perfetto sincro-labiale a delta nullo tra i
due segnali anche a fronte di lunghi percorsi di collegamento.
Le schede d’ingresso
L’acquisizione dei segnali avviene grazie a un’estesa serie
di schede di input a installazione modulare, in relazione alle
à
www.crestron.eu
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46 aprile / maggio ‘09 • n. 17
approfondimenti
diverse esigenze d’impiego. Si presentano in 12 differenti modelli, tutti
dal semplice montaggio basato su due sole viti. Ciascuna di esse, oltre ai
vari ingressi, presenta uscita diretta HDMI sia per eventuale monitoraggio
locale sia, soprattutto, come input verso nuove schede per espansioni a
cascata su un numero di terminali estendibile a piacere.
Nel loro complesso le schede supportano segnali audio, video e dati
analogici e digitali in ogni confi gurazione conosciuta. Tralasciando quelle
più tradizionali (per segnali Component, S-Video, Composito, audio
stereo bilanciato e sbilanciato), ecco invece le più evolute e interessanti
per immagini in HD e audio surround, per audio in formato digitale e per
ingressi da PC:
- scheda HDMI: con input HDMI 1.3a, consente l’ingresso video e
audio a ogni sorgente dotata di questa porta, come foto e videocamere
amatoriali e professionali, lettori di Blu-Ray, set-top-box per HD. Da notare
in particolare che la versione 1.3a, la più evoluta di questo standard,
garantisce bitrate superiore ai 10 Gbps con segnali video “thin color”
dall’altissimo numero di gradazioni e audio, oltre che stereo, surround
nelle versioni a 5.1 oppure 7.1 canali per i due ambienti d’ascolto Dolby
Digital e DTS (Digital Theater System). Supporta inoltre pienamente il
protocollo HDCP (High bandwidth Digital Content Protection) a protezione
dei diritti d’autore;
- scheda SDI/HD-SDI: l’interfaccia SDI (Serial Digital Interface) supporta il
tipico segnale digitale Component non compresso in uscita da telecamere
digitali broadcast e lo stesso vale per l’HD-SDI (High Defi nition SDI) per
l’alta defi nizione, che raggiunge l’ordine di alcuni Gbps. Questa scheda
dunque, dalle altissime prestazioni, può essere impiegata per diffondere
immagini in occasione di riprese professionali di eventi anche in HD, come
pure in evolute infrastrutture di stazioni televisive;
- scheda con audio digitale: oltre al video, accetta l’audio in formato
Scheda d’uscita per cavi CAT5e/CAT6
Il retro del Digital Media nella sua versione 8x8
Scheda d’ingresso con porta HDMI, oltre a uscite USB e audio analogico
Scheda d’ingresso per video analogico e audio digitale SPDIF
digitale in standard SPDIF (Sony Philips Digital Interface Format), con i due canali serializzati su unico cavo;
- scheda DVI-I: lo standard DVI (Digital Visual Interface), evoluzione del VGA (Video Graphic Array), supporta
l’uscita di immagini da PC. Si presenta in versione analogica (DVI-A), digitale (DVI-D) e integrata (DVI-I),
caratteristica di questa scheda. Essa consente dunque l’acquisizione di immagini da computer nei due aspetti
analogico (RGB/HV) e digitale con immagini fi no a 2.560x1.600 pixel;
- scheda Display-Port: l’interfaccia Display Port, estensione del DVI per segnali in uscita da PC, trasporta
anche l’audio stereo. Questa scheda si presta dunque a ricevere immagini con defi nizione fi no a 1.920x1.200
pixel e i relativi canali audio;
schede Digital Media e per fi bra: accettano, con ingressi RJ-45 o prese per fi bra multimodo, segnali
provenienti da altri sistemi Digital Media.
Le schede d’ingresso in defi niva, nelle quali risiede gran parte del valore aggiunto dell’intero sistema, assicurano
il dialogo con tutto il mondo della multimedialità audio-video-dati, analogico o digitale che sia, fi no agli estremi
valori oggi conosciuti.
Conn_17.indb 46Conn_17.indb 46 10/04/09 15:3410/04/09 15:34
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approfondimentiA signifi cant product forthe Digital Sign-Age
… the 1T-C2-750 Dual DVI Scaler PLUS
A signifi cant product forthe Digital Sign-Age
Conn_17.indb 47Conn_17.indb 47 10/04/09 15:3510/04/09 15:35
48 aprile / maggio ‘09 • n. 17
approfondimenti
AD
MA
RC
Ai
Le uscite tra schede, cavi e room box
Le schede d’uscita, disponibili in moduli 4x4 oppure 8x8,
presentano come detto output RJ-45 per cavo CAT5e/
CAT6 oppure per fi bra, in relazione alle diverse distanze di
collegamento richieste.
Con riferimento all’alta defi nizione Full HD, il cavo non schermato
CAT5e supporta distanze di collegamento fi no a 30-45 m,
in relazione alle scansioni interlacciate o progressive; il cavo
schermato Digital Media CAT6 supporta distanze di 45-60 m; la
fi bra raggiunge distanze di 1.000 m anche su segnali deep color.
Ricordiamo che il deep color si riferisce a codifi che cromatiche
basate su numeri di bit superiori a 8, valore di riferimento per
i sistemi consumer, ovvero 10, 12 e anche 16 bit per miliardi
di miliardi di sfumature (ma anche dai bitrate e pesi alquanto
elevati!). Realizzate sul principio della connessione aperta le
schede si possono indirizzare, oltre che ai terminali di fruizione,
a dispositivi complementari quali altri commutatori Digital Media,
ripetitori di segnale, sistemi di distribuzione audio, box per soluzioni multi-room. In sede di fruizione fi nale dei
segnali, il sistema si completa con una serie di Room Box per CAT5e/CAT6 e fi bra, per la riconversione dei
segnali nel loro formato nativo. Disponibili in vari formati e con differenti caratteristiche, si presentano in versioni
compatte dalla facile installazione anche a ridosso degli stessi dispositivi di riproduzione. Tutto il sistema, la cui
programmazione avviene secondo le convalidate metodologie Crestron, si avvale infi ne di evoluti programmi di
diagnostica e auto diagnostica.
I limiti dell’interfaccia HDMI per impieghi professionali
Creata e standardizzata per ambiente consumer a supporto di semplici collegamenti tra sorgenti (Blu-Ray player, Set-Top-Box, ecc.)
e televisori in alta defi nizione, l’interfaccia HDMI, se impiegata in ambienti di cablaggio professionali, presenta alcuni limiti.
Limiti strutturali
- La connessione è priva di aggancio di sicurezza per garantirne il bloccaggio.
- I connettori non possono essere terminati su campo, così c’è l’obbligo di ricorrere a cavi di lunghezze standard.
- I cavi non sono adatti a passaggio in canaline standard.
- La massima lunghezza dei cavi diffi cilmente supera i 10 m.
Limiti intrinseci
- La qualità delle immagini fi nali può dipendere dalla qualità dei singoli marchi.
- Non esistono dispositivi di distribuzione multi room, ma solo per pochi display.
- Si possono manifestare disturbi sulle immagini (fl icker, sincronismi instabili) in relazione alle lunghezze del collegamento e alla
presenza di box di derivazione.
- Si possono verifi care errori nel trattamento dell’HDCP (High bandwidth Digital Content Protection) con blocco delle immagini.
- A seguito di commutazioni, si possono creare ritardi di alcuni secondi sulle immagini e sull’audio.
Il commutatore Digital Media di Crestron in versione 16x16.
Conn_17.indb 48Conn_17.indb 48 10/04/09 15:3510/04/09 15:35
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approfondimenti
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Caratteristiche tecniche
- Matrice di commutazione 8X8 o 16X16 audio e video
- Input video: confi gurabile con card specifi che, gestisce HDMI,
DVI, RGB, component (YPbPr), S-Video (Y/C) e video compos-
ite; DM su cavo o fi bra
- Output video: confi gurabile con schede specifi che, output
HDMI
- Formati: HDMI v.1.3a w/Deep Color, DVI v.1.0, RGBHV fi no a
UXGA/WUXGA, HDTV fi no a 1080p60, NTSC o PAL
- Risoluzione video in ingresso HDMI/DVI e RGB: da 640x480
a 2.048x1.152, oltre a qualsiasi risoluzione supportata da HDMI
v.1.3a
- Risoluzione video in ingresso, Component: 480i, 576i, 480p,
576p, 720p50, 720p60, 1080i25 (1125 linee), 1080i30, 1080p24,
1080p25, 1080p30, 1080p50 (1125 linee), 1080p60
- Risoluzione video in ingresso, S-Video: 480i, 576i
- Input audio: confugurabile con schede plug-in che supportano
HDMI, analogico, SPDIF e DM su fi bra o cavo
- Output audio: DM su fi bra o cavo e HDMI
- Formati audio supportati, HDMI: Dolby® TrueHD 7.1, Dolby
Digital Plus 7.1, DTS-HD Master Audio™ 7.1, DTS-HD alta
risoluz 7.1, 6 canali PCM, 8 canali PCM
- Formati audio supportati, HDMI e SPDIF: Dolby Digital AC3
5.1, Dolby Digital EX 5.1, DTS 5.1, DTS-ES Matrix 5.1, DTS-ES
Discrete 6.1, DTS 96/24 5.1, 2 canali PCM
- Formati audio, analogico: stereo due canali
- Connettività di rete: 10/100/1000BaseT, auto-switching, auto-
negotiating, auto-discovery, full/half duplex,
- TCP/IP, UDP/IP, CIP, DHCP, IEEE 803.U compliant
- Connettività: 1 porta 10/100/1000BaseT Gigabit Ethernet port
(panello posteriore); 16 porte 10BaseT/100BaseTX Ethernet,
porta USB tipo B, USB 1.1
- Schede: 8 slot per schede di espansione
- Dimensioni: 17,68x43,90x46,5 (HxLxP)
- Peso: 9,1 kg
Conn_17.indb 49Conn_17.indb 49 10/04/09 15:3510/04/09 15:35
50 aprile / maggio ‘09 • n. 17
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Exhibo presenta “Abrixis”Da oltre 50 anni Exhibo S.p.A. commercializza e distribuisce sul mercato italiano una vasta gamma di prodotti di primarie case mondiali nell’ambito dell’audio, della comunicazione e della sicurezza. Nel tempo Exhibo ha acquisito sempre maggiori conoscenze tecnologiche e ha sviluppato una propria offerta di soluzioni complete nel campo della sicurezza, insieme a un ampio ventaglio di servizi di pre-vendita, di supporto alla fase di installazione e di post-vendita
• Antintrusione
• Videosorveglianza
• Video Imaging
• Supervisione sistemi tecnologici
• Sottosistemi di evacuazione sonora
• Controllo accessi
La nuova piattaforma SW di gestione e supervisione
In ambito security, in casa Exhibo è appena nata una rivoluzionaria piattaforma Sw di gestione “tutta Italiana”
denominata ABRIXIS. È una soluzione integrata di supervisione, gestione e centralizzazione di impianti e sistemi
di sicurezza di diversa natura e funzionalità che, tramite la sua struttura aperta e modulare, è in grado di gestire
vari sottosistemi tra cui:
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informazione pubblicitaria
La gestione di tutti i sottosistemi sopra elencati è realizzata da un’unica interfaccia software-operatore user-frendly.
Il sistema è basato su un’architettura client-server interconnessi attraverso una rete IP standard. La
comunicazione tra client e server avviene in modo sicuro e criptato: tutte le operazioni fatte dagli operatori
sui client sono tracciate e salvate sul server in modo da poter controllare l’attività e la responsabilità di ogni
operatore.
ABRIXIS è composto da diversi moduli tra i quali citiamo:
· Antintrusione: permette l’acquisizione di allarmi attraverso l’interfacciamento con sensori
e contatti standard di varia tipologia. I sensori sono collegati a schede di interfaccia, le
quali sono a loro volta interconnesse e interfacciate al server attraverso la rete IP. Gli allarmi
possono essere anche acquisiti da centrali di allarme pre-esistenti di terze parti; inoltre a
ogni tipologia di emergenza è possibile associare degli eventi automatici, quali l’abilitazione
di sirene o comandi ausiliari, comandi che possono inoltre essere defi niti manualmente da
appositi pulsanti confi gurabili e posizionabili sulla cartografi a.
· Videosorveglianza: permette di utilizzare le nuove tecnologie di videosorveglianza su IP, integrandole con
gli altri moduli del sistema. Il modulo videosorveglianza consente l’integrazione tra tecnologie differenti e
apparati di produttori diversi.
· Analisi Video: grazie ad evoluti algoritmi di analisi video, è possibile generare allarmi direttamente dai
fl ussi video relativi a movimenti anomali, abbandono di oggetti, lettura targhe ecc.
· Supervisione impianti tecnologici: permette il
monitoraggio di grandezze fi siche quali temperature, livelli,
velocità, ecc., di tipo analogico o digitale, e di generare
allarmi relativi a stati anomali. L’acquisizione degli stati e
delle grandezze è realizzata attraverso l’interfacciamento
di moduli di acquisizioni di terze parti secondo i più diffusi
standard industriali quali Modbus, ecc.
· Controllo accessi: questo modulo fornisce un sistema
per il controllo e l’autorizzazione degli accessi da parte di
personale alle aree riservate. L’implementazione di questo
modulo prevede l’installazione di terminali di accesso
dotati di differenti sistemi di autenticazione quali codice
PIN, tessere magnetiche, tessere di prossimità, biometrico
o combinati collegati al server tramite la rete LAN via IP.
Attraverso moduli opzionali e l’architettura standard del
database server è possibile estendere il sistema per la
gestione di altri aspetti aziendali diversi dalla sicurezza,
quali la gestione presenze.
Una schermata del nuovo Software Abrixis.
Exhibo S.p.A.
Via Leonardo da Vinci, 6 - 20057
Vedano al Lambro (MI)
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52 aprile / maggio ‘09 • n. 17
approfondimenti
projectiondesign F32L’ultima edizione della fi era ISE-Integrated Systems Europe, tenutasi ad Amsterdam lo scorso febbraio, ha visto debuttare la più recente generazione di un progetto nato qualche anno fa, ma che nel corso del tempo ha saputo migliorarsi e adattarsi alle mutate necessità del mercato: la “piattaforma 3”, il prodotto che incarna in modo più eloquente il know-how di projectiondesign, nella sua veste F32
Alberto Pilot
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53
approfondimenti
Con una storia alle spalle relativamente recente, sebbene derivata da solide basi tecniche, la norvegese
projectiondesign ha sempre costruito completamente in casa videoproiettori DLP dotati della tecnologia
basata sul processore a microspecchi DMD, di proprietà di Texas Instruments. Con una mossa strategica che
si è rivelata vincente nel tempo, projectiondesign ha composto la sua offerta di prodotto suddividendola in
“piattaforme”, ossia progetti modulari che si adattano alle diverse esigenze del mercato. Il videoproiettore F32
si posiziona nel settore professionale, ed è diretta evoluzione dell’apprezzato F30; è dotato di un chip DMD di
risoluzione diversa in base alle specifi che esigenze, di un percorso ottico a doppia lampada (e doppia ruota
colore, con brevetto proprietario DuArch Technology) e di altre caratteristiche che vedremo in seguito, ma
soprattutto è la prima famiglia di videoproiettori DLP a utilizzare l’ultima versione del brevetto Philips per la
lampada UHP (Ultra High Pressure), chiamato VIDI (vedi box), che garantisce prestazioni superiori in termini di
accuratezza colorimetrica o di luminosità, salvaguardando nel contempo la vita della lampada stessa.
Caratteristiche e peculiarità
Il modello F32 si presenta con un cabinet di foggia oramai “conosciuta” (disponibile nelle varianti colore Black
metallic o Silver), ma ricco di contenuti all’avanguardia. Partendo dalla risoluzione nativa, infatti, il prodotto
si può acquistare nelle varianti WUXGA (ossia 1.920x1.200 punti in 16:10, adatta ai segnali VESA derivanti
da un PC o da Media server), 1.080p (ossia 1.920x1.080 punti in 16:9, per segnali ATSC di una sorgente per
l’alta defi nizione TV) ed SXGA+ (ossia 1.400x1050 in 4:3, adatta a segnali VESA per presentazioni o impieghi
professionali), sebbene tutti e tre i sotto-modelli possano essere adattati a diversi scopi.
Com’è ovvio, in base alla differente dimensione del chip DMD (diagonale e area rifl ettente), cambiano anche i
valori di luminosità che l’F32 può garantire, arrivando comunque al considerevole valore dichiarato dalla casa
madre di quasi 6.100 ANSI Lumen nel modello SXGA+ e di circa 5.700 ANSI Lumen per gli altri due, a fronte
di un contrasto (dichiarato full on/full off) di ben 7.500:1; un valore di tutto rispetto che, sebbene non abbiamo
misurato direttamente sul campo, garantisce comunque alla prova pratica ottime immagini tridimensionali e per
nulla “digitali”.
Punto di forza sono le ottiche intercambiabili (che assumono anch’esse valori di “tiro” differenti in base alla
diagonale del chip DMD, naturalmente), che
permettono di posizionare l’F32 a diverse
distanze dalla superfi cie di proiezione (da
un minimo di mezzo metro a oltre 30 m),
per immagini con diagonale dichiarata
(forse un po’ troppo ottimisticamente) fi no
ai 20 m.
È possibile scegliere tre tipi di ruote colore
da far installare in fabbrica, a seconda
che si debba utilizzare il prodotto per
simulazione (VzSim, con particolare
attenzione alla correttezza cromatica),
per presentazioni business (Graphics,
con minore saturazione delle singole
componenti colore, ma ottima luminosità)
oppure per applicazioni in condizione di
Caratteristiche tecniche
Tipologia: videoproiettore a singolo chip DLP
Risoluzione: 1.920x1.200 (wuxga), 1.920x1080 (1080p), 1.400x1.050 (sx+)
Luminosità: 5.700 Ansi Lumen (wuxga e 1.080p), 6.100 (sx+)
Contrasto: 7.500:1
Aspect ratio: 16:10 (wuxga), 16:9 (1.080p), 4:3 (sx+)
Tre ruote colori disponibili
Dimensione dell’immagine: 0,5 - 20 m
Compatibilità: segnali da PC (RGBHV, RGBs, RGsB), segnali video (HDTV, EDTV, SDTV,
NTSC, PAL, SECAM)
Porte input da computer: 1 DVI, 1 HDMI1.3a, 1 VGA, 1 RGBHV, RGBs, RGsB, YUV ( 5 BNC)
Porte input video: 1 HDMI1.3a, 1 Component, 1 S-Video, 1 Composito
Porte comunicazione: 1 RS-232, 1 RJ-45, 1 USB, 2 12V trigger, controllo remoto IR
Dimnesioni: 375x510x223 mm
Peso: 12,6 kg (+ lente)
Temperatura di utilizzo: 0 - 40 °C
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54 aprile / maggio ‘09 • n. 17
approfondimenti
luce ambiente non controllata (High Brightness). Naturalmente dal punto di vista
degli “accessori” Texas Instruments (se possiamo chiamarli così), il proiettore è
dotato dell’ultima versione dell’algoritmo Brilliant Color, che permette di sfruttare
i fi ltri dicroici della ruota colore anche per i secondari (Cyan, Magenta,Yellow),
oltre che per i classici primari (Red, Green, Blu), al fi ne di ottenere una saturazione
migliore, minori “interferenze” fra di essi, e un ridotto apporto di dithering nella
costruzione delle immagini.
In fatto di calibrazione projectiondesign cala in tavola l’asso di denari, e propone
un proprio tipo di gestione denominato Real Color, che esula dal classico tracking
usato per garantire l’uniformità della scala di grigi andando ad agire direttamente
sulle coordinate colore dei primari (e complementari) e sulla saturazione degli
stessi. Una volta misurate con un apposito strumento le coordinate colore e
inserite nel menù di calibrazione, un algoritmo interno al proiettore provvederà a
correggere lo scostamento di questi valori (ottenuti, lo ricordiamo, dalla situazione
proiettore/ambiente/schermo, quindi dipendenti direttamente dall’installazione)
rispetto a quelli “ideali” di riferimento in base alla tipologia di segnale in ingresso.
Una funzione comoda, potente e fl essibile, che consente di regolare fi nemente
tutti i parametri dell’immagine a schermo, con evidenti vantaggi sulla qualità
complessiva del risultato. Se poi si desidera ottenere un bianco a specifi che D65,
è suffi ciente spuntare l’apposita casellina nel menù a schermo.
Come nota a margine, precisiamo che nei modelli Home Theater di analoga
piattaforma (Optix a marchio Avielo, il brand dedicato di projectiondesign) il Real
Color è molto più fl essibile e permette regolazioni ancora più fi ni, in relazione
ovviamente alla funzione che un prodotto del genere è tenuto a sostenere. Questo non deve ingannare, però,
portando alla facile conclusione che l’F32 sia meno curato sotto quest’aspetto, anzi, proprio in relazione alle
diverse applicazioni per le quali è stato concepito offre alcune regolazioni specifi che modifi cabili (il tipo di
risoluzione nativa e ruota colore da adottare di fabbrica), risultando perfettamente adattabile alle esigenze della
committenza. Un vantaggio tutt’altro che trascurabile.
Connettività e installazione
Dal punto di vista dell’installazione, il fatto di poter contare su uno shift motorizzato delle lenti che opera sui
due assi garantisce una certa libertà di movimento, che si traduce in una facilità di centratura “meccanica”
dello schermo evitando le dannosissime (per l’immagine) regolazioni di Keystone. Naturalmente ci sono anche
i piedini regolabili che permettono di trovare il corretto allineamento geometrico fra lo schermo e l’immagine
proiettata. Questi aspetti, uniti a un parco ingressi di tutto rispetto, fanno sì che non ci siano praticamente
limitazioni nell’utilizzo dell’F32. Una doppia porta (In/Out) RS232 (su vaschetta DB9) ne permette il controllo
in contesti di integrazione tecnologica (tramite sistemi AMX o Crestron, tanto per citarne un paio), e anche
di collegare a cascata altre unità, in modo da poter agire su di esse tramite un unico cavetto. In alternativa,
il collegamento LAN servirà per inserire il proiettore in un network già predisposto. Una porta USB sul retro
permette di connettere un mouse da PC, nel caso si debba sfruttare (tramite apposite applicazioni) il prodotto
come schermo multimediale per presentazioni o altro, infi ne due porte “non standard” denominate X-Port 1 e 2
permettono l’interfacciamento con tipologie di segnali proprietari per utilizzi specifi ci.
Il parco connessioni del proiettore, completo e
adatto a tutte le esigenze
L’alloggiamneto per la lampada
Conn_17.indb 54Conn_17.indb 54 10/04/09 15:3510/04/09 15:35
55
approfondimenti
L'unico WIreless COnference System che evita automaticamentele interferenze derivate dai sistemi WLAN, Bluetooth, DECT:
- trasmissione criptata a 128bit programmabile- gestione dinamica e automatica delle frequenze- banda di frequenza 2,4GHz - 5GHz- traduzione fino a 16 lingue e votazione elettronica
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WiCOS:comunicazione wireless
Access point
Unità presidente
Unità delegato l’arte della
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56 aprile / maggio ‘09 • n. 17
approfondimenti
Philips: veni, VIDI, vici!
D’accordo, forse l’affermazione è alquanto pretenziosa, ma è perfetta per descrivere l’ultima evoluzione del controllo delle lampade UHP
(Ultra High Pressure, brevetto Philips). Croce e delizia del gestore del magazzino ricambi, le lampade per i video proiettori sono uno di
quegli elementi “consumabili” forse considerati meno importanti (a volte) di quello che sono in realtà, dato che sono fondamentale per
la buona riuscita dell’immagine a schermo. Senza entrare in disquisizioni tecniche sullo spettro luminoso di una lampada UHP, magari
confrontata con una allo Xenon, la chiave per il suo corretto funzionamento è l’alimentatore proprietario, chiamato “ballast” (letteralmente
“zavorra”). Nel funzionamento di un proiettore DLP a singolo chip, più complesso ma equiparabile per certi versi anche a quello di un
tre-chip, l’aspetto più importante è il sincronismo. Per ottenere un’immagine a schermo, quindi, è indispensabile che “il sistema” faccia
coincidere :
1 - lo scoccare dell’arco voltaico all’interno del bulbo;
2 - il passaggio della luce “nel fi ltro dicroico voluto” della ruota colore;
3 - il posizionamento dei microspecchi sulla superfi cie del DMD.
Per tale ragione, c’è un unico “cervello” che sovrintende a queste operazioni, per l’F32 un ASIC (Application Specifi c Integrated Circuit)
di Texas Instruments, direttamente collegato con il ballast, il controllo trifase del motore della ruota colore e ovviamente con il DMD
stesso. Per migliorare la resa della lampada, Philips si è concentrata proprio sul controllo elettronico del ballast: questo permette diverse
confi gurazioni del videoproiettore senza cambiare la tipologia della ruota colore (quindi colori più saturi e naturali, o aumentata luminosità
a seconda delle necessità), un aumento del contrasto percepito a tutto vantaggio della qualità dell’immagine, infi ne una migliore gestione
termico/elettrica del bulbo stesso, che si traduce sia in maggiore durata della lampada che in prestazioni uniformi durante tutto l’arco
della sua vita. Le lampade sono pilotate in corrente continua, con il verso che varia in sincrono con la frequenza di quadro (refresh
dell’immagine), proprio per evitare il fastidioso effetto fl ickering (letteralmente “lampeggio”) che è uno dei sintomi della mancanza di
sincronismo nel processo che abbiamo descritto precedentemente. Quindi, un’immagine a 50 Hz (come una televisiva a standard PAL,
per esempio) vede cambiare la polarità degli elettrodi fra i quali scocca l’arco ben 50 volte al secondo. Questo permette di “rigenerare”
gli elettrodi stessi (per un processo chimico), i vantaggi sono l’allungamento della vita della
lampada ma anche la possibilità di sfruttare due tipi di impulso, quello “luminoso” e quello
“buio”. Nel suo recente aggiornamento Philips ha ottimizzato questo processo introducendo
un “tuned plateau” per l’impulso luminoso, in modo da modifi care questo livello proprio in base
al fi ltro dicroico della ruota colore che la luce prodotta sta per attraversare in quell’istante. Di
contro, nell’impulso buio la modulazione dell’amplitudine della luce ha permesso di ottenere 2
bit extra, riducendo per brevi istanti del 25% l’intensità del fl usso luminoso e migliorando così
la linearità della scala di grigi, ma soprattutto l’apporto di dithering (o tecnica a errore diffuso).
Imprescindibile nella creazione delle sfumature nelle immagini in sistemi digitali (1 – 0), il
dithering è richiesto in maniera nettamente minore, con riduzione del rumore digitale.
Philips permette l’utilizzo di 12 modi di controllo del ballast, ottimizzati proprio in base all’utilizzo
previsto del videoproiettore; possono essere selezionati via SW
agendo sulla libreria dell’ASIC, in modo da adattarlo a diverse
esigenze ma con lo stesso hardware (fondamentalmente, la
ruota colore). Un vantaggio sicuramente importante.
Per maggiori informazioni o approfondimenti :
http://www.lighting.philips.com/gl_en/global_sites/application/projection/uhp_technology/new_technologies/vidi.php?main=global&parent=6450&id=gl_en_projection_lamps&lang=en
Single Chip ProjectorCoor Wheel
DLP CONTROL ASIC
Brilliant Pulse Dark Pulse Tuned Plateau
Lamp Current
1 Video FrameRotation 1 Rotation 2
Come è facilmente visibile, è l’ASIC della TI che
sovrintende a tutte le operazioni al fi ne di ottenere
un’immagine a schermo
Ecco come è possibile ottenere una regolazione “fi ne” dell’impulso luminoso
e di quello buio, nel controllo della lampada.
Conn_17.indb 56Conn_17.indb 56 10/04/09 15:3510/04/09 15:35
57
approfondimenti
Dalla parte dell’utilizzatore
Come noto, un videoproiettore DLP (ma l’esempio calza anche per altre tipologie di display basate su altre
architetture/tecnologie) è formato sostanzialmente da tre parti principali:
- l’elettronica di Front-End, ossia la pletora di chip che costituiscono il processamento video dell’immagine
- il software, inteso come fi rmware dei singoli chip e poi software di gestione del processore principale (in
questo caso un PixelWorks che lavora con parole digitali a 10 bit), che deve permettere un’integrazione
armonica fra le varie funzionalità al fi ne di ottenere il migliore dei risultati con qualunque ingresso o specifi ca
catena video;
- il “light engine”, ovvero tutte le
componenti ottiche che sono coinvolte
nel trattamento del fascio luminoso,
immediatamente dopo la lampada per
arrivare alle lenti di proiezione.
Ebbene, in questo F32 la sintesi di
questi tre elementi arriva a un risultato
interessante, tanto da richiedere l’uso di
un processore video esterno solo nel caso
del trattamento di segnali particolarmente
ostici e poco risoluti, che comunque mal
si coniugano con un prodotto del genere.
A livello di ottiche di proiezione, poi, la
qualità è visibile già nell’oggetto stesso,
impressione confermata anche a schermo,
con una accurata capacità di risoluzione
di linee/mm (quindi della funzione di
trasferimento dell’ottica stessa).
Un prodotto quindi poliedrico, ben
progettato da un’azienda con una solida
reputazione nel mercato, ed estremamente
“onesto”, nel senso che dà esattamente
quello che promette.
www.projectiondesign.com
Distribuito in Italia da
AG Multivision, www.
agmultivision.it
Conn_17.indb 57Conn_17.indb 57 10/04/09 15:3510/04/09 15:35
58 aprile / maggio ‘09 • n. 17
approfondimenti
Carlo
Sol
arin
o
Systemline ModularTipica delle applicazioni di domotica, la distribuzione multi zona di segnali multimediali è di solito riservata ad ambienti di pregio. Ma ecco un’interessante soluzione basata su strutture di cablaggio su cavo Cat5 che, grazie ad apposite opzioni, svolge ruoli aggiuntivi dall’evoluto livello di customizzazione
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59
approfondimenti
La diffusione audio e video nei diversi ambienti di una casa (soggiorno, cucina, ecc.) così come nelle
differenti aree di una show room, anziché tramite un riproduttore per ogni singolo spazio, come avveniva
fi no a qualche tempo fa, può essere ottenuta con un unico impianto di diffusione multi-room o multi-zona.
Dopo un periodo nel quale questa soluzione è stata tipica dei cataloghi di produttori di sistemi indirizzati
al residenziale di pregio, il mercato sta proponendo già da qualche tempo soluzioni ottimizzate per fasce
d’utenza più allargate, rivolte sia all’ambiente domestico non propriamente esclusivo, che ad ambiti civili
quali sale d’attesa, hotel e così via. Ne è un evidente esempio il sistema Modular sviluppato dalla società
inglese Systemline del gruppo Armour International, di recente acquisito in distribuzione per l’Italia da parte di
Audiogamma di Milano.
Senza nulla togliere alla qualità dei messaggi diffusi, il sistema si avvale di innovative e semplici soluzioni
di distribuzione e controllo dei segnali, ponendosi a metà strada tra i sistemi minimalisti e quelli di più alta
complessità, e dimostrandosi aperto anche a complete soluzioni di domotica.
Rete in Cat5
Un sistema di diffusione multiroom oltre all’infrastruttura di cablaggio è costituito da due unità funzionali (e
concettuali) di riferimento: il distributore dei segnali e il sistema di gestione e controllo. A esse va poi aggiunta
la sorgente dei contenuti, spesso indicata come music o
video server, contenente i messaggi da diffondere. Senza
soffermarci su di essa (può essere rappresentata da svariate
apparecchiature disponibili sul mercato come audio o video
recorder ecc.), nella sua tipologia base il nuovo sistema
Modular comprende un concentratore, che agisce da centrale
di smistamento, e un insieme di tastierini da cui effettuare
i controlli. Il concentratore o hub è disponibile in svariate
soluzioni, in relazione alle necessità dell’utente: per esempio per
una sorgente audio stereo da distribuire su sei zone, oppure per
sei sorgenti e otto zone; come pure per sei sorgenti video su otto
zone o, ancora, per audio in versione home cinema a 5.1 canali.
Dalla linea elegante e dotati di prese per audio e video, i
tastierini sono installabili anche in numero considerevole per una
gestione capillare dell’impianto. Oltre a essi, è poi disponibile
un telecomando per operare in modalità wireless. Realizzato
con caratteristiche compatibili con la quasi totalità degli
apparati audio/video attualmente in commercio rappresenta,
propriamente, un telecomando con funzionalità universale.
L’infrastruttura di cablaggio, infi ne, è realizzata su rete di cavi
Cat5, da installare preventivamente negli appartamenti in
simultanea con i lavori edili. Per essa, è disponibile un’ampia
scelta di accessori di interconnessione (hub con svariate porte,
prese fi sse o mobili ecc.) per attuare qualsiasi operazione di
collegamento, sia nei confronti delle apparecchiature terminali,
sia per estendere le coperture di rete.
Soluzione d’impianto audio
multiroom/video strutturato
tramite hub
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60 aprile / maggio ‘09 • n. 17
approfondimenti
Ampliamenti e opzioni
Quanto detto si riferisce alle funzioni essenziali del sistema
Modular, per l’inoltro multi-room dei segnali audio video, ma
Systemline propone anche numerose opzioni pensate sia per
estenderne le prestazioni di base, sia per supportare alcune
funzionalità legate all’automazione. Il Systemline MusicServer con
capacità di 160 GB opera come sorgente di segnale su cui, tramite
comando locale o da remoto con telecomando, registrare la propria
musica preferita oppure creare le playlist di emissione; l’unità iPort
agisce da interfaccia con i terminali iPod, per acquisire sia fi le
musicali compressi in MP3 che immagini.
Di rilievo, in termini di installazione, la disponibilità di appositi
diffusori attivi da incasso, alimentati direttamente dal cavo Cat5
dello stesso impianto, che ben si inseriscono in qualsiasi ambiente
senza alterarne le linee progettuali. Mentre, per gli appassionati che
prediligono le tradizionali casse passive, sono disponibili unità di
amplifi cazione. Ancora per gli appassionati ma, questa volta, del
relax nella vasca da bagno, ecco un altro “accessorio” di corredo
al sistema: il televisore Aquavision Bathroom Tv, costruito per
funzionare in ambienti dall’alto tasso di umidità.
Il sistema Modular inoltre, nella sua veste più evoluta dal nome
SystemNet, oltre alla principale funzione di diffusione audio
video multi-room è in grado di svolgere alcuni compiti tipici di un
impianto di domotica. Per il controllo dell’impianto di illuminazione
può interagire infatti con apparecchiature in standard Lutron
mentre, per il controllo di apparecchiature elettriche può operare in
ambiente KNX/EIB (European Installation Bus). E infi ne è in grado
di svolgere funzioni di rete multimediale integrata potendo gestire,
oltre all’audio video, comunicazioni telefoniche e Web così come
diffondere immagini riprese da telecamere di sicurezza. Il principale
dispositivo di ampliamento delle funzionalità base è rappresentato
da un “hub centrale di rete” disponibile in varie taglie e versioni
che, dall’aspetto elegante e compatto, trova ovunque facile
collocazione.
In defi nitiva, grazie ai suoi nuovi livelli
di competitività e alla sua
fl essibilità con numerosi
possibili ampliamenti, il sistema
Modular può destare l’interesse
di sistemisti e integratori
particolarmente sensibili a
interventi di custom installation.
e
www.armourhome.co.uk
www.systemline.co.uk
www.audiogamma.it
HCCP, presa combinata per Home CinemaModulo MIM-4 per la distribuzione audio
Touch screen System Net, nella
modalità per il controllo delle luci
Elementi del sistema Modular distribuiti in Italia
Tastierini:
KPM1.1: tastierino a pressione a due tasti
KPM7: tastierino multi sorgente
Moduli di connessione:
SIM: presa audio (2 x stereo input)
IRM: modulo IR
CIM: input audio/output control IR (2 x stereo in, 4 x IR out)
CIM/PI: presa combinata (2 x stereo in, 2 x IR out, 1 audio out bilanciato
su RJ-45)
HCCP: presa combinata per Home Cinema (audio 5.1, 1 x IR out, 1
power out)
MIM-4: audio input fi no quattro sorgenti/output control IR (8 x stereo in,
4 x IR out)
VBLN: nodo bidirezionale (video)
Hub:
HM1: hub audio singola sorgente
AM8: hub audio multi sorgente
VM8: hub video multi sorgente
Amplifi catori:
ZAM-40: amplifi catore di zona
Telecomandi:
RM1: telecomando semplice per Modular
LRN7: telecomando per controllo AV
Diffusori audio:
Vari modelli di altoparlanti a muro e da incasso, attivi e passivi.
Alimentatori:
PSM130: alimentatore per hub e fi no a sei zone
PSM45: alimentatore per espansioni e zone derivate
PIM: connessione per alimentazione di PSM45
PIM3: alimentatore ponte per PSM130 per tre zone (su RJ-45)
Touch screen da incasso per il controllo
delle varie parti dell’impianto
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61
approfondimenti
22a Mostra Internazionale delle Tecnologieper lo Spettacolo, l’Installazione e il Broadcast
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The heart of Technology
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pillole
RFID di secondae terza generazioneUn mercato in crescitaOrmai due anni fa ci siamo occupati approfonditamente del mercato degli RFID. Già allora emergeva chiara la tendenza alla crescita di un settore in particolare, quello degli RFID attivi. Oggi si parla di RFID attivi di seconda e terza generazione, i quali rispondono sempre meglio alle esigenze di localizzazione di merci e persone sul territorio facendo prevedere, in un futuro molto prossimo, lo sviluppo di un mercato che IDTechEX (ente indipendente che si occupa di ricerca e analisi di mercato nei settori RFID e printed electronics) defi nisce multimiliardario. E c’è spazio anche per i tag passivi...
Barb
ara
Trig
ari
In origine fu l’RFID attivo, per intenderci dal tag del telecomando per
l’apertura della portiera dell’automobile al sistema usato dalle forze armate
per gestire beni e forniture: si intuisce un giro d’affari signifi cativo, almeno
per numero di ordini. Poi fu la seconda generazione di tag attivi, ovvero
quelli impiegati per i sistemi di rilevamento in tempo reale (RTLS - Real
Time Locating Systems), che si differenziano dai precedenti proprio per la
capacità di controllo continuo su distanze comprese tra 30 e 300 metri, e
in 3D. Anche questo tipo di RFID è in rapida crescita, soprattutto grazie
al progressivo calo dei costi e alla crescente richiesta di sistemi capaci di
monitorare uomini e merci. È già apparsa poi una terza generazione di tag,
i quali integrano le funzioni di semplice reader a quella di network a maglie,
i cosiddetti Ubiquitous Sensor Network (USN) o Wireless Sensor Network
(WSN), sistemi dalle dimensioni e funzioni adattabili alle esigenze e scalabili,
che fanno riferimento all’ultima versione del protocollo IEEE 802.15.4.
Questo ambito di utilizzo dei tag RFID è quello che si prevede crescerà
maggiormente in volume nel prossimo futuro, ma che sta già dimostrando
vivacità se non altro dal punto di vista della qualità dei progetti.
Tipologie e numeri
In generale, per quanto riguarda tutte le tipologie di tag, attivi e passivi, il
mercato è in crescita costante; il giro d’affari rispetto al numero di tag è
passata da 1,02 miliardi di dollari nel 2006 a 1,74 miliardi nel 2007 e infi ne
L’uso di RFID nella moda:
leggendo l’RFID si ottengono
informazioni sul prodotto.
Conn_17.indb 62Conn_17.indb 62 10/04/09 15:3510/04/09 15:35
63
2,16 miliardi nel 2008. Per il 2009 la previsione è di un +23% in valore rispetto al 2008, che nel 2010 diventerà
+25%. Le previsioni di crescita sono giustifi cate dalla rapidità con la quale vengono messi a punto reti e
soluzioni sempre più precise e abbordabili (anche se c’è ancora molto da fare): per esempio gli UWB RTLS
(Ultra Wide Band RTLS), che però hanno ancora un costo elevato, o combinazioni di chip che lavorano sul
Time of Arrival (TOA, ovvero la trilaterazione del tempo di percorrenza entro punti di riferimento dati, defi nita
anche TOF, Time Of Flight) e Angle of Arrival (AOA, ovvero la triangolazione del tempo impiegato nel percorso
rispetto a punti di riferimento dati, utilizzando più di un ricevitore per la misurazione) per localizzazioni sempre
più accurate, e poi lettori portatili (come Loc8tor). Un’altra tendenza è quella che vede la convergenza tra
Ubiquitous Sensor Network e RTLS, anche per le soluzioni di risparmio energetico, poiché in entrambi
i casi le direzioni intraprese sono le cellule fotovoltaiche (facilmente applicabili anche su superfi ci non
omogenee, come quelle offerte dai tag) e le nuove “supercarbattery”, tra batteria e condensatore.
Qualsiasi sia la forma di elaborazione del segnale utilizzata, TOA, TDOA (ovvero il
differenziale del tempo di percorrenza tra punti di riferimento dati ricavato utilizzando più di una
frequenza per la misurazione), AOA, l’identifi cazione delle celle (Cell ID, attraverso più lettori dal raggio di
portata sovrapposto) o l’RSSI (Received Signal Strenghth Indication), è negli ultimi due anni che i sistemi
RTLS hanno cominciato a crescere signifi cativamente; anche se il giro d’affari che muovono è ancora
attorno ai 200 milioni di dollari, diversi analisti (IDTechEX, Frost & Sullivan, Yankee Group) hannpo stimato
di arrivare a superare i due miliardi di dollari entro i prossimi dieci anni. Diffi cile essere più precisi, perché i
sistemi coinvolti hanno costi che vanno dalle poche centinaia di dollari a diversi milioni di dollari.
I fattori che sostengono la crescita
A spingere per esempio ospedali, compagnie petrolifere e aeroporti verso l’adozione di sistemi RTLS ci sono gli
elevati costi legali che questi enti sono costretti a sostenere proprio per le conseguenze derivate dall’incapacità
di controllare in tempo reale uomini e merci. Un grosso aiuto è arrivato anche dalla defi nizione degli standard
per i tag sui 2,4 GHz (UWB), per la comunicazione Wi-Fi e ZigBee tra lettore e computer e dallo sviluppo
di dispositivi conformi al nuovo standard IEEE 802.15.4a (nato per rimpiazzare i Phisical Layer ZigBee con
apparecchi più effi cienti sul fronte del risparmio energetico e della elaborazione dei dati). L’anno scorso poi tre
aziende, Mojix, RF Controls e Wirama, hanno sviluppato un sistema RTLS basato sui vecchi tag passivi UHF,
facendo prevedere lo sviluppo di sistemi affi dabili a un costo sempre più basso. Annunci di nuove soluzioni e sistemi
avvengono continuamente, a dimostrazione che molte aziende hanno già investito molto nella ricerca sugli RFID.
Fiere e gruppi di lavoro
Il fermento del settore diventa evidente osservando quante iniziative
legano le aziende e gli osservatori del mercato RFID. A parte le due
fi ere di settore, RFID Europe (settembre, a Cambridge UK) e Active
RFID, RTLS e Sensor Networks (Novembre, Dallas, USA), è stato
annunciato proprio a marzo di quest’anno un progetto che coinvolge
addirittura la Comunità Europea e che ambisce a riunire attorno a uno
stesso tavolo produttori e utenti interessati alle applicazioni RFID, al
fi ne di promuoverne lo sviluppo attraverso un approccio collaborativo.
L’iniziativa si chiama “RFID in Europe” e coinvolge già 25 partner
provenienti da 17 stati membri. Per i dettagli del progetto visitate il sito
www.race-networkrfi d.eu.
www.idtechex.com
www.ieee802.org
www.rfi ditalia.com
www.race-networkrfi d.eu
L’arrivo dei tag RFID di terza
generazione, con le relative
proiezioni di crescita.
©ID
Tech
EX
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64 aprile / maggio ‘09 • n. 17
appuntamentia cura della redazione
LivinLuceMilano, 26-30 maggio
Ormai imperdibile manifestazione internazionale che abbina le
tematiche del building (materiale di installazione elettrica, sicurezza,
home & building automation) all’illuminazione (componenti, apparecchi,
sorgenti luminose e soluzioni) per coprire due ambiti in stretta sinergia.
Livinluce, che nel 2007 ha scelto date invernali, torna nel 2009 alla
storica collocazione temporale a fi ne maggio, per meglio rispondere
alle esigenze del mercato. La fi era si svolge in contemporanea con
EnerMotive, dedicata invece al settore power e factory, e ha scelto di
accentuare la propria vocazione tecnica.
Perché andarci
Oltre alla consueta ampia zona espositiva (padiglioni 9-14 e 18),
LivinLuce offre una serie di focus tematici che quest’anno sono
dedicati all’eco-compatibilità e sicurezza nell’impiantistica elettrica,
alla valorizzazione della domotica, all’uso effi ciente dell’energia
e all’innovazione tecnologia nella progettazione illuminotecnica.
Particolarmente sviluppata sarà tutta l’area building, nella sua dimensione
multidisciplinare. Un’altra novità del 2009 è l’attenzione alle richieste
della pubblica amministrazione locale con l’area dedicata “Urban
solutions”, dove avranno luogo convegni e una mostra, inoltre è previsto
l’assegnazione di un premio (promosso da FieraMilanTech, Politecnico di
Milano, Torino e Bari) dedicato a progetti il cui obiettivo sia la promozione
e valorizzazione delle esperienze di risparmio energetico compiute sul
territorio da Enti pubblici.
Informazioni generali
LivinLuce si tiene quest’anno presso i nuovi padiglioni di Fieramilano a
Rho. Sarà aperta dalle 9,30 alle 18,00 con possibilità di preregistrazioni
via Web per ottenere sconti sul biglietto d’ingresso. È anche possibile
acquistare biglietti scontati per visitare la fi era tutti e cinque i giorni.
Fieramilano è raggiungibile dall’omonima uscita in tangenziale Ovest a
Milano o da quella sulla A4-Venezia, oppure da Milano città con la linea
rossa della metropolitana.
www.fi eramilanotech.it
www.urban-solutions.it
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65
appuntamenti
InfoCommOrlando, Florida, 14-19 giugno
La trasferta a Orlando va preventivata, e vista l’importanza di questo
appuntamento fi eristico abbiamo pensato di segnalare l’expo di InfoComm
con il dovuto anticipo. InfoComm International è un’associazione di
professionisti e aziende del settore AV professionale fondata nel 1939;
oggi conta 5.000 iscritti di cui il 17% risiede fuori dagli Stati Uniti e si fa
promotrice di iniziative per la formazione (è possibile anche conseguire una
certifi cazione internazionale InfoComm) e la creazione di un effi cace network
fra gli aderenti. La fi era annuale è espressione dell’associazione, ed è la fi era
leader a livello mondiale per gli operatori del settore.
Perché andarci
InfoComm expo è un’importante occasione per conoscere e “annusare”
le novità del settore, in termini di prodotti e tecnologie ma anche di
tendenze e spunti di crescita del mercato. Sei le sezioni della fi era: audio,
lighting&staging, NSCA (National Systems Contractors Association)
Electronic Systems dedicata ai sistemi “low voltage”, Unifi ed Collaborative
Conferencing in collaborazione con IMCCA (Interactive Multimedia
Collaborative Communications Alliance) per il settore videoconferenza,
Technologies for Worship, a testimonianza di quanto il settore sia
importante, infi ne una sezione intera sul digital signage. Inoltre, ci saranno
varie aree speciali, come quella dedicata alle dimostrazioni audio o del
digital signage, e visite organizzate a realizzazioni e impianti di particolare
interesse. Imperdibile il programma educational: già dal 14, in anticipo
sulla fi era, avranno luogo i primi seminari, e si potranno anche frequentare
corpose sessioni di approfondimento come quella dedicata al risparmio
energetico (sezione Special Interest Training).
Informazioni generali
Dopo le scorse edizioni a Las Vegas, InfoComm sarà quest’anno a
Orlando presso l’Orange County Convention Center; i giorni 14, 15, 16
giugno saranno dedicati esclusivamente alla formazione, dal 17 si aprirà
anche la sezione espositiva. Orario dalle 9.00 alle 17.00 (dalle 8.00 per
alcuni seminari). Per viaggio e alloggio è possibile consultare il sito della
manifestazione, esiste anche una sezione per agevolare la richiesta del visto;
i prezzi di ingresso e per i seminari variano di molto, dai 100 USD per il solo
accesso all’esposizione (non membri, gratuito per gli aderenti InfoComm), ai
495 USD per un Full Conference Pass.
www.infocommshow.org
www.infocomm.org
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66 aprile / maggio ‘09 • n. 17
dal mondo
Il digital signage da Promotion ExpoLa tradizionale mostra milanese dedicata al marketing aziendale in ogni sua forma ha visto anche quest’anno una signifi cativa presenza di espositori specializzati in tecnologie multimediali per punti vendita. Tra essi, nell’ottica di proporre sistemi completi e soluzioni fi nite, si è avvertita la tendenza alla concentrazione di più marchi con prodotti complementari. Ecco la nostra panoramicaCa
rlo S
olar
ino
Giunta alla sua 18a edizione Promotion Expo, la mostra dedicata al marketing nei punti vendita che si è
tenuta a Milano dall’11 al 13 marzo, anche quest’anno ha dedicato un focus espositivo al Digital Signage,
richiamando una decina di operatori specializzati. Rispetto allo scorso anno, si è tuttavia notata una sorta di
concentrazione di espositori sotto un unico marchio di riferimento, in linea peraltro con quelle che sono le
effettive esigenze del digital signage nella sua soluzione fi nita.
Intendiamo dire che, tra server di rete, player locali, infrastrutture di connessione e cablaggio, display e
videoproiettori, pacchetti di contenuti ecc., un completo sistema di digital signage prevede la confl uenza di
operatori diversi, ciascuno con la propria specializzazione. Da cui appunto la presenza congiunta di svariati
marchi rappresentati in relativamente pochi stand, ciascuno di essi però con visione completa dell’intero
processo hardware-software di comunicazione al pubblico.
Con una battuta potremmo dire “pochi ma buoni” che, nel nostro caso, diventa propriamente “pochi ma a
completo livello di servizio”.
www.promotionexpo.it
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67
dal mondo
3G Electronics
Cinque i marchi presenti nel suo stand, ciascuno con proprie precise specializzazioni. Matrox anzitutto,
nome da sempre nel catalogo di 3G con soluzioni di editing e monitoraggio, ha presentato la sua nuovissima
soluzione di rete Veos, studiata per digital signage. Basata su tre unità, rispettivamente Master in uscita dalla
sorgente di segnale, Repeater per distanze superiori a 100 m e Display per connessione fi nale al riproduttore,
fa ricorso a cavo coassiale con capacità di trasferire segnali in defi nizione standard e in Full HD (1.920x1.080).
Distribuisce fi no a tre canali su un numero di terminali ampliabili a piacere. Di nuovo soluzioni di rete con il
marchio americano Magenta, questa volta basate su cavi Cat5/Cat6 per distanze fi no a 600 m e su fi bra
per distanze fi no a 10 km. Massima apertura nei confronti dei segnali, come pure massima fl essibilità di
confi gurazione delle architetture. Il software per la creazione e gestione dei contenuti
è invece affi dato al brand olandese Net Display Systems con il suo pacchetto di
riferimento PADS disponibile in varie versioni: Designer per la parte creativa, Manager
per la pianifi cazione delle presentazioni, Server per la distribuzione, Agent per
controllo e monitoraggio dei messaggi lanciati. La riproduzione e visualizzazione dei
contenuti possono fare capo al marchio Roku, con un’ampia scelta di player di rete
compatti e competitivi e con riproduttori professionali della linea BrightSign, adatti
anche a chioschi. L’interattività con lo spettatore è infi ne affi data alle soluzioni Touch
Window dell’italiana Pixart con sede a Cervia, indicate per vetrine e punti informativi
e ottenute sia tramite videoproiezione che su schermo LCD. Nello specifi co caso della
vetrina nessun dispositivo è posto all’esterno, con l’interazione in modalità “touch”
capace di attraversare lo stesso vetro.
www.3gelectronics.it, www.matrox.com, www.magenta-research.com,
www.nds-nl.com, www.brightsign.biz, www.touchwindow.it
2beON
Nata dalla partnership tra AGMultivision, azienda specializzata nella distribuzione
di tecnologie per la comunicazione multimediale e video professionale, e Interpop,
operante nel settore dell’internetworking e della comunicazione, 2beON è una nuova
realtà dedicata al digital signage, che ha scelto Promotion Expo per il suo debutto.
Anch’essa ha raccolto nel suo stand i marchi di importanti produttori in vista di
soluzioni complete. La piattaforma Hw/Sw di riferimento fa capo ai marchi Dzine e
iCalm, con il software Page Editor per la creazione dei contenuti, con l’infrastruttura
di distribuzione Display Server e con i dispositivi di riproduzione e visualizzazione
Displayer adatti a qualsiasi monitor o videoproiettore. Per i display di riproduzione il
marchio prescelto è quello della linea Samsung Electronics, con schermi LCD in vari
formati e allestimenti in versioni stand alone oppure in videowall e anche con totem
touch screen interattivi. La parte installazione dei riproduttori si avvale infi ne del marchio Chief, che dispone
di una completa e dettagliata serie di dispositivi di montaggio per videoproiettori e display con aggancio a
pavimento, parete o soffi tto, di tipo statico o dinamico con soluzioni a scomparsa con telecomando.
www.dzine.be, www.icalm.eu, www.chiefmfg.com, www.samsung.com, www.2beon.it
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68 aprile / maggio ‘09 • n. 17
dal mondo
TS Vision
Con dieci anni di vita e sede principale a Parma,
Technology Shop opera nella distribuzione del settore
I&CT, ma da circa due anni ha dato vita alla business
unit Ts Vision guidata da Roberto Evoli, dedicata alla
videocomunicazione professionale.
Nell’ambito del digital signage l’azienda si rivolge in
prevalenza a supermercati, negozi, hotel, farmacie,
banche, il suo approccio al mercato è di fornire
soluzioni complete. Le offerte possono riguardare
specifi ci prodotti da inserire e integrare in eventuali
impianti preesistenti, come pure l’intero progetto contenuti compresi. Tra i più interessanti prodotti esposti, la
sottile quanto elegante colonna informativa Digital Sign Board ideale per spazi trendy (negozi di moda, locali,
ecc.) con schermo da 46” oppure 57” e opzione touch screen.
www.tsvision.it
Gli espositori monomarca
A Promotion Expo, sempre in merito al digital signage, non sono poi mancati espositori per così dire tradizionali
legati solo al proprio marchio. Tra essi, Fujitsu Service con schermi LCD lineari e interattivi, con complete
piattaforme software e con l’evoluto sistema di valutazione della redemption Quividi; Adelsey con i network
player Winmate lineari e interattivi, per defi nizione standard e alta, in compressioni MPEG-1, -2, -4.
In merito ai contenuti, infi ne, segnaliamo la società 3C (Creare Comunicare Coccolare) specializzata nella
creazione di messaggi audio e video su misura per impiego professionale.
www.fujitsu.com/it, www.adelsey.it, www.myspace.com/crearecomunicarecoccolare
M-Cube
Tra le “veterane” del settore in Italia (l’avvio delle sua attività
risale al 2000) anche questa azienda punta su una rosa
di partner tra i quali spiccava il nome di Panasonic: nello
stand troneggiava il display Full HD da 103”, record nel
suo genere, con funzionamento tanto in orizzontale quanto
in verticale. Uno dei punti focali dell’offerta di M-Cube è
tuttavia (e notoriamente) rappresentato dal software Scala
il cui pacchetto di riferimento, Info Channel, è in grado
di coprire l’intero ciclo di creazione, gestione e report dei
messaggi.
In linea con la sua strategia di operare in outsourcing
nell’ottica di un servizio globale, il pacchetto consente infatti l’editing delle immagini, la costruzione di palinsesti
su misura, le programmazioni, la gestione e il controllo della programmazione da remoto via Web. Infi ne, la
valutazione dell’audience è affi data al sistema di face detection dell’israeliana Trumedia.
www.tru-media.com, www.panasonic.eu, www.scala.nl, www.mcube.it
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dal mondo
Segreteria Organizzativa:
FIERA MILANO TECH S.p.A.Tel. +39 02.3264.418-410-823-283areatecnica2@fieramilanotech.itwww.fieramilanotech.it
www.livinluce.com
LIVINLUCE BUILDING E ILLUMINAZIONE.
Quando la tecnologia diventa business. LivinLuce, la manifestazione internazionale dedicata al building e all’illuminazione, si ripropone nello storico mese di maggio. In contemporanea con EnerMotive 2009, mostra dedicataal power e al factory, insieme rappresentano, dal 2007, la continuazione storica del marchio INTEL e rientrano ora sottoil nuovo “marchio-ombrello” Tech For Business. LivinLuce 2009 si caratterizza per un maggior sviluppo del building euna valorizzazione dell’aspetto tecnico della luce.Con LivinLuce 2009 a fieramilano, dal 26 al 30 maggio, la tecnologia di building e illuminazione diventa business.
fieramilano 26-30 MAGGIO 2009
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70 gennaio / febbraio ‘09 • n. 16
dal mondo
Exhibo presenta K-Array
SGM, introducing Giotto Digital
www.k-array.com
www.exhibo.it
Barbara Trigari
Il 16 febbraio scorso Exhibo ha ospitato clienti e giornalisti presso la propria sede di Vedano al Lambro per
annunciare la distribuzione esclusiva sul territorio italiano dei prodotti K-Array. Si tratta del marchio audio
professionale proprietà di HP Sound Equipment di San Piero a Sieve (FI), che oltre a produrre i line array
KH4, KH15 e KS4, conosciuti per avere uno spessore di poche decine di centimetri, realizza anche prodotti
più legati al mondo dell’installazione fi ssa quali i diffusori passivi Kobra, Vyper e Tornado e quelli attivi della
serie Redline. A parlarci di K-Array c’era Leonardo Dani, Export Manager di HP Sound Equipment, il quale ha
ripercorso rapidamente la storia aziendale, con la nascita tre anni fa della linea Pro, K-Array.
Passando ai diffusori e procedendo in ordine di grandezza, Tornado KT 20 è un piccolo diffusore passivo
a sorgete puntiforme da 10 W, con un driver da 2” full range a lunga escursione, rivolto alle installazioni di
audio distribuito ove oltre all’intelligibilità del parlato sia richiesta anche la diffusione musicale. Fornisce
107 dB SPL di picco, risposta in frequenza 150 Hz-18 kHz a bassa distorsione. Consigliato in abbinamento
agli amplifi catori digitali della serie KA e con uno o più subwoofer KKS50. Vyper KT50 è un diffusore 3D
line array confi gurabile come orizzontale o verticale che, oltre alle dimensioni ridotte, offre una copertura
verticale di soli 10°, adatta all’impiego in ambienti dall’acustica critica. Monta otto driver al neodimio da 1”
a lunga escursione con bobina da 0,75”, potenza 150 W, risposta in frequenza operativa 240 Hz-19 kHz
a ±3 dB, max SPL 1W/1m 86 dB. In abbinamento con uno o due subwoofer KKS50 e con gli amplifi catori
KA10, KA10-10, KA15 e KA40 (pilotando fi no a 16 unità KV 50 per canale). I diffusori Kobra riprendono
la logica dei Vyper ma con maggiore potenza e scalabilità, sempre a fronte del limitato ingombro. I
modelli sono due, KK50 e KK200. Si collegano direttamente all’amplifi catore e hanno rispettivamente
150 W e 600 W di potenza, la frequenza operativa è per entrambi 150 Hz -19 kHz, copertura 100°
orizzontale per entrambi, mentre 10° verticale per KK50 e 7° per KK200. La Redline è caratterizzata
dall’abbinamento tra diffusori lineari e woofer, sono KR100S e KR200S, rispettivamente 124 dB
continui e 127 dB continui con un metro o due metri di diffusore lineare. KF12S è il satellite,
sempre 127 dB SPL continui e possibilità di utilizzo stand alone come monitor.
Chiara Benedettini
Il “tono” dell’incontro che SGM ha proposto lo scorso febbraio presso la sua sede di Tavullia (PU), era quello di
una riunione di intenditori: lighting designer, tecnici luci, proprietari di rental company e pochissimi membri della
stampa erano presenti per un vedere l’ultimo nato, testimone della più recente
tendenza di mercato nell’ambito lighting, la creazione di proiettori in grado di
gestire luce, effetti grafi ci e video. Si tratta del proiettore a testa mobile Giotto
Digital, del quale nell’occasione è stata presentata in anteprima anche la versione
Beam, dotata cioè di un fascio luminoso molto diretto e potente, ottenuto grazie a
una speciale ottica.
Come è stato subito chiarito, Giotto Digital parte come strumento per il lighting,
arricchito poi anche da funzioni di grafi ca e video, oltre che di “lavorazione”
del fascio luminoso (iris, gobos, effetto caleidoscopio, zoom, sagomature, tutti
digitali); una scelta importante che spiega molti aspetti (per esempio l’adozione
Il diffusore Kobra
Un momento della
presentazione presso SGM
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71
dal mondo
Con Ecler l’audio si fa bello!
www.sgm.it
www.exhibo.itwww.ecler.com
di un solo chip DLP) e l’attenzione particolare a tutta la parte legata all’emissione luminosa, come il
sistema ottico che porta la luce al DLP (brevetto SGM) o il silenzioso e affi dabile raffreddamento ad
acqua. Monta lampada a scarica con attacco fast fi t da 1.200 W con ballast regolabile. Per quanto
riguarda la parte video, Giotto Digital è in grado di gestire fi le .avi, MPEG, Xvideo e DVX; viene
comandato interamente in DMX da qualsiasi console digitale, occupando 64 canali per operatività
completa. Il software di gestione è proprietario, su piattaforma Windows XP embedded e disco
fi sso interno di 80 Gbite, ed è stato concepito per lavorare su due layer differenti, per poter quindi
offrire la somma fra le caratteristiche di luminosità e resa del colore tipiche dell’ambito lighting e
il movimento e la varietà di quello grafi co e video. Alla fi ne della presentazione, tutti i partecipanti
hanno potuto conoscere il Giotto Digital fi no nei suoi intimi segreti aprendolo e provandolo e
verifi cando, grazie a un’animazione, tutte le sue potenzialità.
Alberto Forchino
Il 19 marzo siamo andati a una sfi lata in un tempio del design, colmo di oggetti e
supercar meravigliose: presso ItalDesign a Moncalieri, sede del Museo Giugiaro,
Ecler e il suo partner italiano Exhibo hanno presentato i nuovi diffusori sonori Ecler
delle serie Verso e Audeo Giugiaro Design. Evento dedicato alla stampa, erano
presenti i rappresentati di diverse testate europee di rilievo, da InAVate a AV Mag,
e anche Connessioni. Verso è una serie di diffusori sonori a due vie full range da
utilizzare sia per applicazioni fi sse che mobili, o come monitor. Il design è moderno
ed equilibrato, frutto della collaborazione con Giugiaro; la gamma comprende tre
versioni: Verso 8, Verso 10 e Verso 12, rispettivamente con woofer da 8”, 10” e 12”;
per Verso 8 risposta in frequenza tra 70 Hz – 18 kHz e pressione in uscita 93 dB
SPL 1 W/1 m, per Verso 10 si va dai 60 Hz ai 18 kHz, con uscita 95 dB SPL 1 W/1
m, infi ne Verso 12 offre tra 50 - 18 kHz, 98 dB SPL 1 W/1 m; per tutti dispersione
60°x80°. La gamma VersoP offre caratteristiche analoghe ma incorpora gli
amplifi catori separati per le 2 vie e alcune funzionalità di mixing. Audeo è una serie
di diffusori full range a due vie sempre con design Giugiaro, ideali per l’integrazione
in una realizzazione architetturale; anche qui tre versioni, Audeo 103, 106 e 108,
possono essere utilizzati in maniera tradizionale o per linee a 100 V, offrono grado di
protezione IP54, staffa di fi ssaggio a muro di serie e possibilità di nascondere i cavi,
sono disponibili in bianco o in nero.
Le nuove serie di Ecler sono signifi cative di un approccio alla diffusione sonora
non solo tecnicamente valida, ma che prenda in considerazione anche l’aspetto
estetico tra quelli primari: il progettista (ma anche l’architetto o l’installatore) è
auspicabile infatti che concepisca un’installazione globalmente ottima, e non solo
dal punto di vista tecnico, avvolgendo chi deve godere di quell’installazione in un
ambiente coerentemente piacevole per tutti i sensi. Concludendo, forse non potremo
dire insieme a Fedor Dostoevskij che “La bellezza salverà il mondo”, ma potrà
sicuramente rendere migliori i nostri progetti.
Da sinistra: Enric Casimiro Damians, General Manager Ecler,
Fabrizio Giugiaro, Styling Director di Italdesign, Daniel Gonzàles,
Marketing Director Ecler
La serie Verso
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72 aprile / maggio ‘09 • n. 17
news
Kaleidescape Mini System
A un costo del 40% inferiore rispetto al
Kaleidescape System, il Mini System integra un
sistema multizona Kaleidescape completo e la
possibilità di controllo remoto per gestire materiali
audio e video in casa. È espandibile
aggiungendo server o altri Mini
System, ma offre già una zona movie
e due musica che consentono di
impiegarlo subito in più aree della casa,
insieme alla retro-compatibilità per il mercato
europeo, non aggiornato come quello inglese.
Può gestire fi no a 75 DVD o 825 CD (espandibile
con cartucce Disk), il contenuto è protetto con la
tecnologia Kaleidescape Raid-K contro eventuali
malfunzionamenti del drive.
www.kaleidescape.com
Distribuito in Italia da www.gammalta.it
Fiat Lux, fotovoltaico in chiesa
Fiat Lux è un progetto sottoposto all’Istituto Centrale
Sostentamento Clero che prevede entro il 2009
l’installazione di pannelli fotovoltaici, piccoli generatori
eolici e impianti di solare termico su chiese e campanili
italiani. Titolare di tutti gli impianti ecologici sarebbe
l’Istituto Centrale che diverrebbe in breve tempo il più
grande soggetto titolare di impianti
di energie rinnovabili in Italia,
quindi un interlocutore autorevole
e privilegiato. Ideatore di Fiat Lux è
Alessandro Maria Fucili, ingegnere
capo Goran Zepponi. L’obiettivo
è evitare la frammentazione in
favore di un consorzio che potrebbe porsi come reale
concorrente nella fornitura di energia, a tariffe migliori e
con gettiti migliori.
www.rinnovabili.it
D-Tools in Europa con The Distribution Channel
D-Tools, lo sviluppatore dell’omonimo
software di system integration nato per
progettare e gestire sistemi complessi A/V,
ha deciso di affrontare il mercato europeo
con l’aiuto di The Distribution Channel,
un distributore con base a Malta, che si
occuperà della vendita e del supporto.
www.d-tools.com www.tdceu.com
SGM illumina i Nobel
Il Municipio di Stoccolma ospita tradizionalmente la cena di gala per gli ospiti della serata di
consegna dei premi Nobel, 1.300 gli invitati quest’anno. Il disegno luci che ha creato l’atmosfera
della serata e decorato le facciate dell’edifi cio è stato progettato dal lighting designer Per Sunding
utilizzando apparecchi cambiacolori LED SGM. Il municipio è costruito in mattoni e ha una torre
alta 106 m, illuminata per l’occasione con quattro Palco 5 LED RGB controllati via W-DMX: un
fascio di luce suffi cientemente potente e concentrato da illuminare l’edifi cio dal basso, con effetti
e sfumature. Per la punta della torre sono stati usati 32 Genio Mobile IP 65 disposti a corona, che
hanno sottolineato la struttura ad archi utilizzando due tonalità di colore. La Princess Gallery al piano superiore
del municipio è stata illuminata sempre con cambiacolori Genio Mobile RGB posti a ridosso delle pareti.
Fornitore degli apparecchi, il distributore svedese di SGM Interlite.
www.sgm.it
Uffi cio accuratezza
A differenza di quanto scritto nell'articolo sulla serata degli
InAVation Awards, all’interno del reportage su ISE pubblicato
sullo scorso numero, i progetti italiani in gara erano due e
non uno. L'altro concorrente era AVD, che partecipava con
il progetto Memorabilia per la categoria Residential Project;
inoltre, AVD era già stata premiata nel 2006 agli Awards per il
suo Luxury Theatre. Ringraziamo l'azienda coinvolta che ha
segnalato l'inesattezza e ci scusiamo con i lettori.
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news
new
sSupporto Big Bend di Euromet
Big Bend è il nuovo supporto per monitor creato
e brevettato da Euromet, azienda di Loreto che
si distingue per l’originalità e il design dei propri
prodotti oltre che per una solida base artigianale,
che fa la differenza nella progettazione. Proprio
per allontanarsi dal tradizionale e “noioso” tubo
diritto, Big Bend ha una struttura più articolata e
personalizzabile: si possono scegliere i colori della
parte in plexiglass (per es. la mensola in dotazione),
di applicare una mensola per una
videocamera (per applicazioni di
videoconferenza) o il logo aziendale.
Due i modelli realizzati 3R e 4R,
entrambi caratterizzati dalla
capacità di sostenere pesi notevoli,
rispettivamente a tre o quattro ruote
pivottanti. La versione con tre ruote
(una è a forma di “pinna”) sostiene
monitor fi no a 50”, la versione con quattro (due
“pinne”) è pensata per monitor da 50” a 70”.
www.euromet.com
La Fiorentina sceglie Lighthouse
I tifosi della Fiorentina hanno una ragione in più per frequentare
lo stadio di casa: la società calcistica ha deciso di rendere più
spettacolare la partita installando uno schermo LED Lighthouse
P12-ER grande 9,60x7,20
metri, 6x6 pannelli LED a
risoluzione 12 mm. Oltre che
per visualizzare i punteggi serve
per le campagne pubblicitarie o
qualsiasi altro tipo di contenuto
coerente con lo sport. P12-ER è stato scelto anche perché è
un pannello specifi co per le installazioni legate al mondo dello
sport: è leggibile anche in pieno sole (luminosità di 5.000 nit)
e ha un angolo di visione molto ampio. L’elevata risoluzione è
stato un altro degli aspetti che hanno determinato la scelta. Il
sistema di controllo è costituito dal processore LIP-XGA, sempre
Lighthouse, con uno scaler X-Drive Pro collegato con fi bra
ottica; i contenuti vengono inviati dal software Class X di Project
Italia. Vendita e installazione dello schermo sono stati curati da
Lighthouse Southern Europe, e si tratta della prima installazione
di questo genere promossa da un club calcistico italiano.
www.lighthouse-tech.com
Distribuito in Italia dalla fi liale: infoEurope@lighthouse-tech.com
Mitsubishi WL2650U
Presentazioni, conferenze, educational, questi gli ambiti indicati da Mitsubishi per il nuovo proiettore
a risoluzione WXGA denominato WL2650U. Oltre alla risoluzione 1.280x800 pixel, alla luminosità
di 3.500 Lumen e contrasto 600:1, il proiettore è dotato di alcune caratteristiche che lo rendono
particolarmente versatile e semplice da utilizzare. Innanzitutto si tratta di un 16:9 che permette di
visualizzare due segnali 4:3 affi ancati; lens-shift, ottiche intercambiabili e potenza della lampada
(durata 4.000 ore a 220 W in modalità Low e 2.000 ore a 261 W in modalità Standard), insieme alla possibilità
di controllo via LAN, le connessioni disponibili e la compatibilità con PC 640x480, 1.920x1.080, 1.280x800
(nativo), ne facilitano il posizionamento e l’utilizzo nelle situazioni più varie. Il proiettore sfrutta la tecnologia LCD
BrightEra, basata su fi lm inorganico a orientamento verticale che, stando alle indicazioni della Casa, garantisce
maggiore effi cienza, qualità e durata.
www.mitsubishielectric.it/vis
Marchio Intertek “Quality&Performance”
Come certifi care presso i clienti la qualità e le prestazioni dei propri prodotti? Intertek ha creato per questo
il marchio “Quality&Performance” che certifi ca tramite test effettuati da un ente terzo (Intertek) cinque
caratteristiche di performance qualifi canti. Sono durabilità, funzionalità, ciclo vitale, usabilità e manodopera,
tutte componenti fondamentali di ogni prodotto. L’opzione CheckPlus Performance adatta i test alle specifi che
indicate dall’azienda.
www.intertek.com
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74 aprile / maggio ‘09 • n. 17
news
HK Audio serie Premium PR:O
La serie dei diffusori in legno PR:O di HK Audio si amplia con due nuovi modelli compatti in versione attiva
o passiva, PR:O 8A e PR:O 10XA (attivi), PR:O 8 e PR:O 10X (passivi), rispettivamente da 8” e 10”. I diffusori
attivi si possono utilizzare singolarmente o in piccoli sistemi, grazie alla disponibilità di una uscita amplifi cata
per il collegamento di un diffusore passivo, inoltre il modello da 10” è ottimizzato per l’uso come monitor da
pavimento. I modelli attivi full range della serie PR:O hanno il controllo del guadagno, commutatore Mic/Line e
un controllo di tono a regolazione continua che li adatta alla situazione di utilizzo. PR:O 8A monta un driver da 1”
con tromba 80°x80°, un amplifi catore di potenza da 600 W RMS in classe D, fi ltro subsonico per l’eliminazione
dei rumori a bassa frequenza, Limiter RMS/Peak. La risposta in frequenza è compresa tra 89 Hz e 19 kHz (±3
dB), max SPL 118 dB half space. PR:O 10XA ha caratteristiche simili ma SPL max di 121 dB half space, driver
con tromba 90°x60°. PR:O 8, il full range passivo, si può abbinare al subwoofer PR:O 18 S, capacità di carico
1.200 W, nominale 300 W, risposta in frequenza compresa tra 89 Hz e 19 kHz (±3 dB), sensibilità 1 W a 1 m pari
a 91 dB, tromba da 1” 80°x80°, frequenza di crossover 2,5 kHz, 12 dB/ottava. Infi ne PR:O 10X ha una risposta
in frequenza compresa tra 9 Hz e 19 kHz (±3 dB), pressione sonora massima a 1 m pari a 126 dB, tromba
90°x60°, frequenza crossover 2,2 kHz, 12 dB/ottava.
www.hkaudio.com
Distribuito in Italia da Sisme, www.sisme.com
Switcher a matrice Vista URS-1608 da Christie
Vista USR-1608 è in grado di accettare segnale da
fi no a 16 sorgenti in qualsiasi formato, e di indirizzarlo
verso otto uscite confi gurabili singolarmente, per
qualsiasi formato d’uscita, video o computer,
digitale o analogico, interlacciato o progressivo,
ad alta o bassa risoluzione, da Component
analogico 480p a digitale 4K (per risoluzioni
superiori a 2.048x1.200 sono necessari due
ingressi e due uscite). Lo switcher attua tutte le
elaborazioni necessarie, scaling, aspect ratio
(inclusa la rotazione, confi gurabile per ciascuna
uscita), spazio colore, frame, senza necessità
di aggiungere altri apparecchi. Offre inoltre il
monitoring integrato delle sorgenti con visione in
tempo reale di tutti e 16 gli ingressi in un’unica uscita
confi gurata su una matrice 4x4. Controllo da pannello
frontale oppure dal PC via Ethernet o tramite sistema
esterno. Conforme alle normative EMC, UL/CSA/IEC
60950, FCC Classe A, CE, CCC, RoHS e WEE.
www.christiedigital.com
Distribuito in Italia da E-Home: www.e-home.it
Il modello PR:O 10X.
Scala 4 e SaaS
Il provider di soluzioni per il digital signage Scala
ha presentato a ISE la versione 4 del proprio
software, e una versione “as a service” (SaaS).
La release 4 del software Scala implementa
servizi Web per il content manager, l’integrazione
di questo con Ad Manager (il software per la
gestione completa dei sistemi di comunicazione
pubblicitaria, anche tradizionali) più una serie
di ulteriori miglioramenti come i controlli di
Media Playback, Time Trigger, monitoraggio dei
playback, plugin in Photoshop. “Software-as-a-
service” è un servizio on-line che dà accesso,
dietro pagamento di una quota d’iscrizione, al
software Scala per il digital signage, senza dover
per forza disporre di un server o installare il
software. Basta collegarsi alla rete per disporre
degli strumenti necessari ad avviare un primo
progetto di digital signage, anche di dimensioni
medio-grandi.
www.scala.com
Partner italiano M-Cube: www.mcube.it
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75
news
Controllo integrato Crestron Green Light
Il modo migliore per risparmiare e rispettare l’ambiente in una installazione
domotica consiste in un sistema di controllo integrato. Ecco quindi la soluzione
Crestron, che sotto il cappello della tecnologia (e linea di prodotti) Green Light
raccoglie tutti i dispositivi (integrati) necessari
alla gestione del monitoraggio, dell’A/V e della
programmazione dell’ambiente, dell’illuminazione,
della temperatura degli ambienti, di tende,
tapparelle e motori. Gli apparecchi, oltre a offrire
tutte le possibilità di gestione richieste a controlli
di tipo avanzato, e a essere progettabili con un
apposito software Green Light Designer, rispondono anche a più stringenti
normative di rispetto ambientale, come gli standard ASHRAE, CEC Title 24, la
direttiva EU 202/95/EC RoHS; inoltre Crestron è membro del Green Building
Council americano. Tra le funzioni avanzate di programmazione previste da
Crestron c’è per esempio quella che permette di prenotare una sala meeting
usando Outlook dal touch panel Crestron. Una volta prenotata, la sala “si
accende” portando clima, luci e impostazioni a un programma defi nito prima
che abbia inizio il meeting, per successivamente “spegnersi” a evento fi nito.
www.crestron.eu
Kramer 640T e 640R per HDMI
Sono un trasmettitore e un ricevitore per segnali HDMI
e IR pensati come soluzione per chi ha necessità di
implementare l’HDMI in una installazione preesistente
fornita di cavi BNC (coassiali).
Il 640T converte un segnale
HDMI (fi no a 1.3a) o IR in
cinque segnali coassiali
che il 640R ri-converte nel
formato originario. Il sistema
funziona per distanze fi no
a 150 m, con una velocità
massima di trasmissione
pari a 10,2 Gbps. Sistema
Power Connect per il quale, se i dispositivi sono a una
distanza di 50 m tra di loro, è necessario collegare
il trasmettitore o il ricevitore a una sorgente di
alimentazione. Supporto opzionale RK-3T per montare
tre dispositivi con ingombro di una unità rack.
www.krameritalia.com
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76 aprile / maggio ‘09 • n. 17
news
Dromedian GeoBlue
La comprensione delle esigenze dei consumatori è uno degli aspetti
più importanti nella calibrazione delle iniziative di comunicazione
pubblicitaria. Si rivolge in particolar modo ai centri commerciali
questa soluzione software-hardware proposta da Dromedian:
Geoblue. Si tratta di un software di geolocalizzazione che utilizza
lo scanning degli apparecchi Bluetooth per
monitorare i fl ussi di utenti all’interno di grandi
superfi ci commerciali, con il vantaggio di
poter ottenere informazioni utili allo sviluppo
del business anche da quei visitatori che
non fanno acquisti, sfuggendo quindi
all’osservazione effettuata con le carte fedeltà.
Dromedian offre il software più l’installazione e il supporto: il costo
ridotto delle antenne Bluetooth permette di creare un reticolo anche
molto fi tto. Il sistema rispetta la privacy perché anche se identifi ca
univocamente l’utente, non lo collega a un nominativo specifi co.
Tuttavia, non tutti i possessori di cellulare con Bluetooth lo tengono
attivato, ma il sistema permette di organizzare facilmente campagne
per spingere gli utenti a farlo, anche fi delizzandoli alla visita al centro
commerciale. Geoblue offre di fatto, insieme al monitoraggio, anche
la possibilità di interagire in tempo reale con gli utenti con messaggi
pubblicitari mirati, costruiti in base alle informazioni raccolte,
corredati da servizi, indispensabili per spingere le persone a leggere
i messaggi.
www.dromedian.com
RCF premiata per Art 7
La serie di diffusori amplifi cati Art 7 di RCF
ha conquistato quest’anno il Red Dot Design
Award per la categoria “Product Design”,
confermandosi all’avanguardia per quanto
riguarda l’innovazione estetica e il design
di prodotto. Il Red Dot Design Award è un
concorso internazionale di design promosso
dal Red Dot Museum del complesso di
archeologia industriale di Zollverein a Essen
in Germania, noto per essere il più vasto
museo internazionale di design. Il progetto
estetico dei diffusori della serie Art 7 è stato
sviluppato dal reparto Ricerca e Sviluppo
di RCF in collaborazione con lo studio di
industrial design ID-EE di Forlì e si basa
su un’idea di design nata osservando le
caratteristiche (immodifi cabili!) del diffusore
acustico di nuova concezione e da scelte
legate anche alle necessità funzionali,
come per esempio l’uso dell’alluminio su
un diffusore in plastica, più effi ciente per
la dissipazione del calore ma anche più
gradevole all’aspetto.
www.rcf.it
Serie T di d&b
I diffusori della serie T si rivolgono ad applicazioni da piccole a medie sfruttando la combinazione in line array o
singole casse in modalità stand alone. Si focalizza su una diffusione neutra, che non colora il suono e mira alla
massima intelligibilità e trasparenza anche in presenza di alte pressioni sonore, da qui la cura nell’ottenere il massimo
della direttività alla frequenza più bassa possibile. Dimensioni e peso ridotti (11 kg), nonostante l’elevata
potenza, look discreto. T10 è il diffusore a due vie dal crossover passivo, ha direttività orizzontale di 90°
costante fi no a 600 Hz se montato in line array, e verticale di 105°. In posizione verticale, con la rotazione
del cono (operabile facilmente senza ricorrere ad attrezzi o rimuovere la griglia), il T10 diventa un diffusore
full range stand alone con pattern direttivo orizzontale di 90° e verticale di 35°. Monta due driver da 6,5” e
un driver a compressione da 1,4” per le alte frequenze. Il cabinet è di poliuretano rifi nito con un trattamento
anti-urto, e integra l’hardware per l’impilamento in line-array. Risposta in frequenza 68 Hz - 18 kHz, la pressione
sonora massima varia in base all’amplifi catore adottato, tra 127 e 132 dB. Ideale ma non esclusivo abbinamento è il
subwoofer T-Sub, posizionabile anch’esso in cima a un array di T10 o come colonna separata, per estendere la banda
di frequenze verso il basso fi no a 47 Hz. Questi sfrutta un driver da 15” ad alta escursione con magnete al neodimio e
impiega la tecnologia SenseDrive di d&b, se pilotato da un amplifi catore D12.
www.dbaudio.com
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77
news
Nuovi proiettori professionali da Panasonic
Li avevamo visti a ISE, ma ci sono stati mostrati a dovere in una
effi cace presentazione in azienda che ha uffi cialmente introdotto al
mercato italiano i nuovi proiettori DLP a un chip della linea
PT-D6K, sviluppati per il settore pro e disponibili da marzo. Con una
risoluzione nativa full HD+ (1.920x1.200) e una luminosità di 6.000
ANSI Lumen, sono dedicati ad applicazioni rental, digital cinema,
musei, centri conferenza che prevedono un uso 24/24. L’intera linea
è equipaggiata da device che assicurano alte prestazioni nel tempo
anche in condizioni diffi cili, come la gestione della doppia lampada, il
gruppo ottico sigillato e raffreddato a liquido e un intelligente sistema
di fi ltraggio a fi ltro elettrostatico della polvere denominato Auto
Cleaning ACF. Il funzionamento è semplice quanto effi cace: un sensore
rileva il grado di sporcizia del fi ltro, che
come il vecchio nastro delle macchine
da scrivere si avvolge su se stesso.
Intanto che la parte nuova si sostituisce
a quella vecchia, quest’ultima passa su
una spazzola che la ripulisce per buona parte, riducendo le operazioni
di manutenzione. L’operazione si ripete nei due sensi fi nché il sensore
non determina che è ora di cambiare la cartuccia, e Panasonic
assicura che questo succede ogni 10.000 ore. Ma la nuova linea
annuncia miglioramenti anche dal punto di vista della riproduzione del
colore attraverso un sistema che modula la potenza della lampada
in funzione del segnale video, in combinazione con tecnologia Vivid
Color Control, e una nuova ruota colore che vede l’eliminazione degli
spazi tra i segmenti. Ovviamente non mancano modalità di correzione
della geometria per proiezioni su superfi ci curve, e una funzione che
visualizza contemporaneamente due sorgenti nell’ambito della stessa
proiezione, in modalità live split screen.
www.panasonic.it
TecnoVision Net-Led e Luxio
Nome di spicco dell’industria italiana per la produzione di schermi a LED destinati a stadi, stazioni o
concerti, la società ha lanciato due novità di rilievo: Net-Led è un grande arazzo trasparente trapunto
di LED destinato ad arredo scenografi co sia in interni che in esterni, per installazioni pubblicitarie e
per coprire intere facciate di edifi ci. Realizzato con strisce di LED su una speciale infrastruttura di
acciaio e allumino, presenta peso ridotto, elevata luminosità e trasparenza, forte resistenza al vento
che facilita grandi installazioni pubblicitarie in esterni. Resistente all’acqua. Luxio è una linea di “LED-
TV”, ovvero televisori a schermo piatto in tecnologia a LED che, contrariamente a quanto si può
pensare, presentano defi nizione anche in HD. Con formati in 16:9 da 90” a 205” e su richiesta anche
maggiori, offrono immagini fortemente luminose, fl uide, dai colori naturali e dall’ottima resa cinematografi ca.
Insomma, l’home theater (e forse chissà, la stessa sala cinematografi ca) sta trovando una nuova risorsa.
www.tecnovision.com
Monitor Hyundai
Molte novità “digital display solution” in casa Hyundai:
per applicazioni outdoor, con misure di 46” e 70” in
16:9, tecnologia LCD e retro illuminazione a LED, due
i nuovi monitor presentati a ISE caratterizzati entrambi
da capacità di resistere all’acqua, pioggia battente
compresa, e protezione antivandalo (IP 55/64/65).
Sempre per esterni sono disponibili apposite soluzioni
con box di protezione in metallo. Per interni, le offerte
sono molto estese e riguardano monitor singoli oppure
in confi gurazione wall, con
protezione in vetro temperato
oppure in versione touch screen
(da 15”, 17” e 19”), come
pure in qualsiasi formato per
coprire aree espositive di ogni
forma e dimensione. Il loro
funzionamento è in rete oppure
in modalità stand alone con vari
pacchetti software di content
management e differenti forme di input: dalla chiavetta
USB al completo PC integrato (display All-In-One).
Ma Hyundai non dimentica la spettacolarità: tramite
appositi occhiali con lenti polarizzate e ricorrendo
ai suoi software DDD TriDef per PC standard, alcuni
dei suoi monitor da 22”, 24” e 46”, oltre a immagini
in 2D, offrono anche immagini stereoscopiche per
intrattenimento o videogiochi.
www.hyundaiq.com
www.hyundai.it
Un’immagine dello stand Hyundai a ISE –
Integrated Systems Europe di Amsterdam.
Conn_17.indb 77Conn_17.indb 77 10/04/09 15:3510/04/09 15:35
78 aprile / maggio ‘09 • n. 17
news
Tannoy serie Di
Indicati per applicazioni residenziali e professionali, i
diffusori Tannoy della serie Di sono adatti anche per
le ambientazioni in esterno, per musica diretta o di
sottofondo. La casa ha puntato su un involucro in
HIPS, ovvero High Impact Polystryrene, resistente
alle intemperie, che offre grado di protezione IP64. I
modelli disponibili sono tre, differenziati nelle dimensioni
dell’altoparlante: Di5 (altoparlante da 4,40”), Di6 (da 6,50”)
e Di8 (da 20”) oltre che nella tecnologia costruttiva. Di5
e Di6 sfruttano unità driver ICT, i modelli marcati “DC”
utilizzano il sistema Dual Concentric mentre quelli marcati
con la “t” sono dotati di trasformatore. Finiture bianca,
nera con mascherina in gomma, oppure in colori custom.
www.tannoy.com
Distribuito in Italia da Prase Engineering: www.prase.it
Le versioni nera e
bianca del Di8
Kramer SummitView™
SummitView™ è l’innovativo sistema di Kramer Electronics per facilitare l’installazione dei sistemi audio/
video multimediali, sviluppato per sale riunioni medio/piccole, sale consiliari e aule didattiche, e ovunque ci
sia la necessità di commutare due, tre computer e al massimo due sorgenti video tradizionali, un minimo di
controllo domotico, un ingresso per un eventuale microfono e nessuna necessità di scaling. È stato pensato
come alternativa ai classici presentation switcher, una soluzione certamente più elegante e prestazionale ma
che porta a un aggravio dei costi. Il sistema si compone di uno switcher/controller SV-551 e di un modulo
di controllo remoto a parete che permette di comandare l’intero apparato. I segnali vengono trasferiti
con trasmettitori da incasso su tecnologia Twisted Pair allo SV-551, che può controllare il
sistema di visualizzazione (proiettore o un display) via RS-232 o IR. L’SV-551 accetta
segnali su CAT5 e li ripropone sulle uscite analogiche corrispondenti: per esempio se si
manda un segnale VGA su CAT5 all’SV-551, questi lo riproporrà tale e quale sull’uscita
VGA analogica diretta al proiettore; l’idea di fondo è quindi sfruttare tutti gli input
disponibili del proiettore/display al fi ne di evitare l’inserimento di uno scaler, controllando
la commutazione via RS-232 o IR direttamente dallo switcher. Inserire le stringhe di
comando risulta poi semplicissimo grazie al programma di confi gurazione fornito assieme al prodotto. Lo
switcher SV-551 possiede inoltre dei relé interni per controllare eventuali schermi o apparati presenti nella
sala, oltre a due uscite audio: una preamplifi cata 2x10W e una di linea per servire un amplifi catore esterno.
La fi losofi a che Kramer Electronics ha seguito nella progettazione del SummitView può essere ricondotta
alla parola “semplifi cazione”: si può cablare tutta la sala utilizzando solo cavi CAT5 STP per la trasmissione
dell’audio/video e dei semplici cavi audio stereo per la connessione con i pannelli di controllo. Viene sfruttata
la tecnologia Power Connect™ per i TX su cavo CAT5 e la connessione K-Net™ per i moduli di controllo, e
le uniche connessioni con cavo dedicato sono quelle che vanno dallo switcher al proiettore/monitor. Sempre
nell’ottica della semplifi cazione, SummitView verrà proposto in due kit all-inclusive: uno essenziale e uno
standard, che comprende anche le staffe universali per l’installazione a soffi tto del proiettore e dell’SV-551.
www.krameritalia.com
Nasce 2beON
AGMultivision, che
distribuisce sistemi
video professionali ha stretto una partnership con
Interpop, operante nel settore dell’internetworking
e della comunicazione su media digitali, dando
vita a 2beON, nuova realtà che offre soluzioni
complete di digital signage con costi certi e
prevedibili. Due le soluzioni principali offerte,
una prevede investimenti contenuti e agile
struttura tecnologica e di gestione, la seconda
con capacità di esercizio virtualmente infi nita ma
comunque semplice, con possibilità per il cliente
di noleggiare o acquistare la propria rete di digital
signage senza problemi di gestione degli asset.
www.2beon.it
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79
news
SGM diviene parte di RCF Group
Il 16 aprile scorso sono state portate a
termine le operazioni per l’acquisizione,
da parte di RCF Group, del 51% di SGM.
RCF Group è formata da RCF e AEB,
società di primo piano a livello mondiale
nel settore Pro Audio, mentre SGM
Technology for Lighting è ormai da 30 anni un riferimento nel mercato
internazionale dell’illuminazione architetturale e per lo spettacolo.
Soddisfazione è stata espressa da Gabriele Giorgi, Managing Director
di SGM, per il quale l’accordo è “un’occasione per consolidare la nostra
posizione di leadership nel mercato […] e per meglio affrontare le sfi de
future mantenendo la nostra identità aziendale e i nostri valori”, e da
Arturo Vicari, Managing Director di RCF Group: “Le nostre aziende
condividono lo stesso impegno e la stessa passione, e abbiamo da subito
trovato un perfetto intendimento. […] SGM continuerà a coltivare il suo
modello di business, a sviluppare il suoi prodotti, strategie di vendita e
marketing benefi ciando al contempo di accresciute sinergie e risorse.
Siamo felici di dare il benvenuto a SGM in RCF Group.”
www.sgm.it www.rcf-group.it
Novità Medialon
Specializzata in sistemi di controllo destinati
a Show & Media per eventi, musei, parchi e
presentation (sua, in particolare, una delle
soluzioni adottate dalle Olimpiadi di Pechino
della scorsa estate), la società francese propone
svariate novità destinate a questo impiego.
Anzitutto è stata rilasciata l’ultima release,
Medialon Manager V5, del software per Windows
capace di operare su ogni rete e con ogni
protocollo. Medialon Scheduler è un nuovo
pacchetto destinato a meglio organizzare e
coordinare tutte le risorse (sempre più numerose)
disponibili in sistemi di visualizzazione per musei o
aree di intrattenimento. Mentre Showmaster è un
controller a rack operante su TCP/IP a supporto di
gestione remota di strutture video, audio e luci.
www.medialon.com
Distribuito in Italia da AV Comm-Tec, www.avcomm-tec.it
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Gli inserzionisti
Le aziende citate
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Anno 4° - n°17aprile / maggio 2009
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Crestron Italia S.r.l p. 39Via Verona 1620063 Cernusco sul Naviglio (MI)Tel 02.9214375 – Fax 02.92729770www.crestron-int.be www.crestron.com
Euromet S.r.l p. 49Z.i. Brodolini60025 Loreto (AN)Tel 071.976444 - Fax 071.978988www.euromet.com
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