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1Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Periodico della Comunità dei Santi Pietro e Paolo in CastrezzatoCamminiamo insieme n° 26 marzo - maggio 2011
2 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Sommario
Fermo Stella - La Risurrezione (Chiesa di san Bernardino a Cara-vaggio) anno 1531.
Cosa sia successo la notte della Risurrezione è diffi cile
dirlo, appartiene alla sfera di Dio, l’unico che può risvegliare dai morti. All’uomo è dato di perce-pire questa nuova presenza, che non è un ritorno alla condizione terrena precedente, ma una real-tà nuova, libera dai vincoli della carne e della storia. La Risurrezio-ne di Cristo è il fondamento della nostra fede. “Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede”- così si esprime S. Paolo. Il giorno di Pasqua è normale sen-tirsi dire: “Auguri, Buona Pasqua!”. Quale signifi cato diamo a questo augurio? I fratelli ortodossi si salu-tano così: ”Il Signore è Risorto, Al-leluia!”, e si risponde: ”E’ veramen-te risorto. Alleluia!” La gioa della Pasqua non può rimanere anco-rata al 24 aprile e fermarsi al ricor-do del passato. Ogni domenica è Pasqua. I battezzati si riuniscono nel nome del Risorto, o meglio il Risorto li riunisce per possano ac-cogliere la sua presenza, rinnova-re o accrescere il dono della fede. Se tu lo cerchi, se Lo cerchi davve-ro, Cristo si mostrerà anche a te e la tua vita sarà diversa, perchè se la tua vita non è ancora cambiata, vuol dire che non hai ancora in-contrato il Risorto. La sua vittoria, espressa dal pittore Fermo Stel-la con il simbolo della bandiera, potrà essere anche la tua vittoria: quella vittoria sul male e sul pec-cato che da tanto tempo desideri. Auguri quindi di Buona Pasqua.
(d. M.)
ommarioommarioSS
Camminiamo insieme
N.26 marzo - maggio 2011
Periodico della Comunità parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Castrezzato
Hanno collaborato a questo numero: mons. Mario Stoppani, don Claudio Chiecca, Le commissioni del Consiglio Pastorale, Maria Antonia Galli, p. Aldino Cazzago, don Vittorio Formenti, Silvana Brianza, Giovani dell’Oratorio, Angelo TreccaniContributi di: Mons. Luciano Monari Vescovo di Brescia, Bruno Maggioni biblista, p. Gabriele Ferrari saveriano, Maria Cecilia Scaff ardi, Associazioni COSP, AVIS, AIDO di CastrezzatoFotografi e Erika Zani (Anniversari di matrimoni)Segreteria Agostina CavalliImpaginazione Giuseppe Sisinni Stampa G.A.R. di Ruffi ni s.r.l. - Castrezzato (BS)
Lettera del Parroco3 Il risveglio della quaresima
Formazione BiblicaRisorti con Cristo
Con la DiocesiDa stranieri a concittadini
Con la ChiesaGiovanni Paolo II sarà beatifi cato il
primo maggio
Con la ChiesaGuido Maria Conforti presto santo
Con la ChiesaI cristiani sono chiamati ad un modello
di giustiza superiore
Vita socialeDuc in altum
Vita socialeUna merenda del tutto speciale
Vita socialeSe il mondo ci odia
Spazio oratorioQuando crescere diventa un lavoro
da fare da soli
Brevi dalla ParrocchiaAttività delle Commissioni del Consiglio
Parrocchiale
Brevi dalla ParrocchiaAssociazioni in piazza
58
In copertina
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Lettera del Parroco
3Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Carissimi,
per quanto ancora immersi
nel freddo della stagione in-
vernale, cominciamo ad avvertire
i segnali di un risveglio. Gli alberi
iniziano ad ingrossare le loro gem-
me, preparandole a farle esplode-
re, nella ricchezza e varietà di ver-
de, quasi presagendo quell’evento
di resurrezione che è appunto la
Pasqua.
In febbraio abbiamo avuto modo
di iniziare la stagione liturgica
della Quaresima, con il suo colore
viola, i suoi giorni sopiti, legati al
digiuno e alla penitenza, ma so-
prattutto sostenuta dal desiderio
di risanare e far risorgere il nostro
essere dalla vecchiezza del pecca-
to e dalle tante ferite interiori che
ci rendono più vulnerabili. È infat-
ti la quaresima la stagione della
conversione; il tempo propizio per
vivere nella costante ricerca di un
modo autentico di essere cristiani.
È la stagione destinata a scanda-
gliare (attraverso un cammino di
silenzio e di mortifi cazione, con
la meditazione incessante della
parola di Dio) quella passione per
la vita che troppo spesso in cia-
scuno di noi è affi evolita a causa
della stanchezza e dello scorag-
giamento. La quaresima è stagio-
ne spirituale di speranza, perché
Dio accoglie chi si pente ed è mi-
sericordioso con chi si converte.
Egli vuole imbandire per tutti il
banchetto pasquale, che è Cristo
stesso! Alla base di ogni conver-
sione però (e le letture liturgiche
della Quaresima ce lo ricordano)
c’è la proclamazione del primato
assoluto di Dio. E Gesù stesso ci
insegna a vivere serenamente e
umilmente la nostra vita di ogni
giorno, senza cercare spettacolari-
tà, ma nascondendoci nel silenzio
della dedizione quotidiana a Dio
e ai fratelli cui siamo chiamati ad
essere utili.
Se saremo capaci di vivere que-
sto tempo con l’intensità che il
Signore richiede, questa stagione
non sarà l’espressione di un torpo-
re passivo, ma sarà luce al nostro
cammino verso la pienezza della
gioia: Cristo Risorto.
Un augurio e un invito: in questa
quaresima riprendiamoci in mano
fa Bibbia; riapriamo il Vangelo. Fac-
ciamo risuonare in noi il comando
antico: “Ascolta, Israele... “
Il Vangelo è uno slancio continuo
verso l’alto; è l’ago di una bussola
che segna la direzione di un miste-
ro che prende avvio sulla terra, ma
ha il suo approdo in cielo.
Buona Quaresima e Buona Pasqua.
Il Vostro Parroco
Don Mario
Nella Sua morte la nostra vita
La quaresima è stagione spirituale per rinascere
4 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Dobbiamo riconoscere che
la Quaresima acquista si-
gnifi cato solo in chi è cri-
stianamente motivato. Oggi, la
Quaresima è per lo più un tempo
irrilevante;è diffi cile persino accor-
gersene da segni esterni, visibili.
Per molti è forse un poco di con-
trizione il venerdì con l’astinenza
dalle carni o, con felice intuizione,
con il digiuno televisivo. il Signore
non disprezza nulla, certo; si con-
tenta anche delle nostre briciole.
Tuttavia dobbiamo onestamente
ammettere che c’è ben altro per
“fare quaresima”!
La Quaresima in verità è un tem-
po opportuno per comprendere
di nuovo se stessi e la propria vita.
Si tratta di ritrovare il battito di
un tempo diverso (quello segna-
to da Dio) che sembra non aver
cittadinanza nella storia. E invece
è la storia. La liturgia ci è venuta
incontro con l’antico segno delle
ceneri che, emarginato dai nostri
razionalismi e sensi di modernità,
eppure così vero, ritorna di grande
attualità: Quella cenere, accompa-
gnata dalle espressioni bibliche:
“Convertiti e credi al vangelo”, op-
pure: “Ricordati che sei polvere e
in polvere ritornerai”, vuoi dire cer-
tamente penitenza e domanda di
perdono, ma soprattutto signifi ca
una cosa molto semplice: siamo
tutti polvere, siamo tutti deboli e
fragili. Quest’uomo che s’innalza,
che si sente potente (e ognuno di
noi ha i suoi modi per innalzarsi.
e sentirsi potente), domani non e
più nulla. È una dimensione deci-
siva della nostra vita, cui per altro
tentiamo in ogni modo di sfuggi-
re. Non si vuol con questo tornare
alla proposta di una religione della
paura e della penitenza. Al contra-
rio, c’è un senso liberante nei non
dover sempre far fi nta d’essere for-
ti, senza macchia e contraddizioni.
Il segno delle ceneri è certo auste-
ro, e tale è anche il tempo qua-
resimale, ma è dato per aiutarci a
vivere meglio e farci comprendere
quant’è grande l’amore di Dio che
ha scelto di legarsi a gente debole
fragile come noi.
La prima sottolineatura che la
Quaresima ci richiama è quella di
ritrovare il cardine della nostra
vita nella Parola di Dio: di una Pa-
rola di Dio annunciata e meditata
“nel deserto ‘’. Proprio nei deserto
Gesù visse quanto era stato an-
nunciato dal profeta Osea: “Ecco,
l’attirerò a me, la condurrò nel de-
serto e parlerò al suo cuore”(Osea
2,16).
La seconda è quella di fare della
vita di Gesù il modello, il paradig-
ma della nostra vita.
In realtà i giorni quaresimali sono
“lo stampo” di tutta la vita di Gesù
e di quella di ogni credente. Le no-
stre città, ove è rara la vita solidale
e frequente la solitudine, ove scar-
seggiano la comprensione e il per-
dono e sono sempre più forte la
violenza e il sopruso, sono il vero
deserto di oggi.
Un deserto che è divenuto interio-
re, penetrando nel cuore di ognu-
no e inaridendolo. Tutti ci accor-
giamo di essere sempre più spesso
in compagnia di “belve” e del de-
mone della divisione e dell’odio
che rendono la vita dura ed ama-
ra. Lo Spirito che spinse Gesù nei
deserto, spinge anche noi nei
nostri deserti, non già alla ricerca
di un’avara tranquillità, ma per
entrare più profondamente nel
tessuto quotidiano e in noi stes-
si con una nuova responsabilità
che nasce dal Vangelo.
II “deserto” delle nostre città può
divenire un’occasione per rinnova-
re il cuore, per allargarlo e riempir-
lo di sentimenti di bontà, di mise-
ricordia, di amore per i più deboli.
Ed è qui che il cammino quaresi-
male entra in pieno nel percorso
spirituale.
In Gesù, Figlio del Padre e Fratello
dell’uomo, si compie quell’irrom-
pere della presenza di Dio nella
storia, per tutto redimere e “rica-
pitolare”. Dìo è già dentro la storia
come suo principio e suo motore.
A 2000 anni dalla venuta di Cristo,
per un mondo dove non ci siano
più nè violenze, nè ingiustizie, nè
schiavi: dove risplenda in tutti la
libertà e la dedizione dei fratelli.
Ecco la vera Conversione!
don Mario
Note di spiritualità liturgica
L’autentico senso della Quaresima
Formazione biblica
5Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Formazione biblica
La risurrezione di Cristo è il
cardine della fede, e proprio
per questo le letture liturgi-
che della Pasqua sviluppano at-
torno ad essa un’ampia rifl essione,
che va dal racconto dell’avveni-
mento (Vangelo) al suo annuncio
(Atti degli Apostoli) e alle conse-
guenze morali che ne derivano (cf.
il passo paolino tratto dalla Lettera
ai Colossesi).
Risurrezione: un fatto reale
Nel racconto giovanneo (20, 1 —
9) si intravede un primo interesse:
la risurrezione di Gesù è un fatto
reale. concreto, avvenuto. Non è
un simbolo o una semplice spe-
Messaggio biblico della Pasqua
Risorti con Cristoranza. Gesù non è vivo come è vivo
un messaggio sempre attuale, o
come è vivo un maestro nel cuore
dei discepoli. Gesù è veramente ri-
sorto. Tanto è vero che il sepolcro
fu trovato vuoto. E questa testimo-
nianza non poggia in primo luogo
sulla visione di una donna (che per
il mondo ebraico avrebbe avuto
ben poco valore), ma sulla con-
statazione dei due discepoli. Essi
poi hanno potuto costatane che le
bende ed il sudario, nei quali era
avvolto il corpo di Gesù, non era-
no gettati per terra alla rinfusa, ma
piegati con ordine: un indizio che
già di per sé smentisce la diceria
di un frettoloso trafugamento del
cadavere.
Nel racconto c’è poi una seconda
insistenza: ambedue i discepoli
entrarono nel sepolcro e videro,
ma solo del discepolo prediletto si
dice che vide e credette. È chiaro
che Giovanni attribuisce al disce-
polo amato un ruolo importante.
Ne mette in risalto la sicurezza,
l’intuizione e la prontezza a discer-
nere la traccia del Signore risorto.
Egli solo comprese tutto il senso
racchiuso nel sepolcro vuoto e nei
panni piegati.
Ma a che cosa è dovuta questa
sua capacità d’intuizione? Non si
vede altra ragione che questa: è
il discepolo che Gesù amava. La
6 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Formazione biblica
comprensione della risurrezione è
un dono di Dio.
Nella lettura degli Atti degli Apo-
stoli (10, 34 — 43) si possono evi-
denziare facilmente tre considera-
zioni:
Prima: “Noi abbiamo mangiato e
bevuto con lui dopo la risurrezio-
ne dei morti”. Con questo l’aposto-
lo si preoccupa di sottolineare che
la risurrezione di Gesù è un fatto
reale, concreto, avvenuto e testi-
moniato. Gesù ha vinto la morte
ed è entrato nella vita con tutta
la sua umanità, spirito e corpo. È
una precisazione importante che
dà il suo pieno valore all’interezza
dell’uomo: non solo lo spirito ma
il corpo (tutto l’uomo) è chiamato
da Dio alla vita.
Seconda:” Essi lo uccisero appen-
dendolo ad una croce, ma Dio lo
ha risuscitato al terzo giorno”. Fra il
giudizio di Dio ed il giudizio degli
uomini c’è un netto contrasto. Le
valutazioni di Dio sono capovol-
te rispetto alle nostre. Gli uomini
hanno condannato Gesù, Dio in-
vece lo ha approvato e lo ha fat-
to risorgere. L’apostolo sottolinea
questo aspetto dell’avvenimento
della risurrezione (un avvenimen-
to che contiene un giudizio) per
indurre i suoi ascoltatori alla con-
versione. Occorre mutare i propri
criteri di valutazione.
Terza: “Gesù passò benefi cando e
risanando tutti coloro che stavano
sotto il potere del diavolo”. Gesù
ha detto ed ha fatto molte cose,
ma tutte furono guidate da un’u-
nica ansia: fare del bene. La vita
di Gesù fu una vita d’amore, ecco
ciò che l’apostolo vuol dirci nel
suo rapidissimo racconto. Com-
pletamente dimentico di sé, Gesù
è vissuto dall’inizio alla fi ne — per
Dio e per i fratelli. E questa è una
vita che il mondo rifi uta e deride, e
non raramente crocifi gge, ed inve-
ce è quella che Dio approva.
Una vita “nascosta in Dio”
“Siete risorti con Cristo..... siete
morti e la vostra vita è ormai na-
scosta in Dio” ( Col 3, 1 — 4). Di-
cendo “siete morti” e “siete risorti”
Paolo pensa certamente al batte-
simo, sacramento che fa nostra la
morte e risurrezione di Gesù e
pone in noi un germe di vita nuo-
va. Una vita che resta invisibile
nella sua
essenza (“nascosta in Dio”), e tut-
tavia visibilissima nei comporta-
menti nuovi e sorprendenti che è
capace di suscitare.
I nuovi comportamenti — che
sono il segno ed il frutto della ri-
surrezione di Cristo e della nostra
— sono riassunti da Paolo in due
imperativi: “Cercate le cose di las-
sù, pensate alle cose di lassù”. Dun-
que, il pensiero e la vita, i progetti
e l’esecuzione, la coscienza e le
scelte.
Ma quali sono le cose di lassù da
cercare e le cose di quaggiù da
evitare? E qual è la parte di noi
che dob-biamo scrollarci di dosso
come un vestito logoro e sdrucito?
Il vestito da deporre non è la parte
corporea che deve essere mortifi -
cata per esaltare lo spirito, ne gli
impegni del mondo che devono
essere abbandonati per ritirarsi
nella solitudine. Paolo non ragiona
in questi termini. Il vecchio vesti-
to sono i valori illusori, distruttori
ed egoistici: la licenza sessuale, le
passioni egoistiche e soprattutto
quell’istinto del possesso che tan-
to spesso si trasforma in idolatria
(Col 3, 5). E il vestito nuovo è il su-
peramento delle divisioni che op-
pongono l’uomo all’uomo, popolo
a popolo, razza a razza (Col 3, 11).
Vestito nuovo sono i sentimenti di
misericordia, di bontà, di umiltà, di
pazienza: “Sopportandovi a vicen-
da e perdonandovi scambievol-
mente” (Col 3, 12 — 13).
Bruno Maggioni
biblista
7Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Formazione biblica
Sapresti rispondere a queste domande ?
01 - Cosa signifi ca la parola “Pasqua”? Perché Gesù celebra la Cena pasquale prima della sua Passio-
ne?
02 - Perché il tradimento di Giuda fu un atto così grave?
03 - Quali motivi rendevano triste Gesù quella sera?
04 - Gesù conosceva la debolezza di Pietro. Come mai affi dò a lui il compito di guidare la Chiesa e di
dare forza ai suoi fratelli?
05 - Rispetto al cerimoniale tradizionale, Gesù introduce nella Cena pasquale due varianti: quali?
06 - Quale Sacramento fu istituito nell’Ultima Cena?
07 - Gesù dice che il sacrifi cio che egli fa di se stesso (= off erta del corpo e del sangue) é la conclu-
sione di un’alleanza nuova ed eterna. Quale era l’alleanza precedente? Quando noi celebriamo
questa alleanza nuova, oggi?
08 - Negli insegnamenti della Cena Gesù insiste su un comandamento particolare: quale?
09 - Che cosa rende più grave il tradimento di Giuda?
10 - Quali furono le cause delle soff erenze morali di Gesù?
11 - Ti pare che il processo religioso contro Gesù sia stato condotto con giustizia? Prova ad elencare
le maggiori irregolarità.
12 - Per quale accusa Gesù fu condannato a morte dal tribunale religioso ebraico (Sinedrio)?
13 - Come giudichi il comportamento di Pilato?
14 - Per quali motivi Pilato fa fl agellare Gesù?
15 - Ti è mai capitato di rifl ettere seriamente sulle soff erenze fi siche sopportate da Gesù durante la
sua passione?
16- Che relazione esiste tra ciò che Gesù ha soff erto e i peccati degli uomini?
17 - La soff erenza di Gesù come martire innocente continua ancora oggi? In che modo? In quali per-
sone?
18 - Cosa sperava Pilato presentando al popolo Gesù fl agellato e coronato di spine?
19 - Quale fu la frase del popolo e dei capi che fece desistere Pilato dal difendere Gesù?
20 - Chi sono i principali responsabili della condanna a morte di Gesù? Pilato? I capi? La folla?
21 - Siamo anche noi responsabili della morte di Gesù? Perché? In che misura?
22 - Prova a descrivere l’atteggiamento di fortezza, di pazienza, di amore e di fi ducia nel Padre mani-
festati da Gesù nel corso della sua Passione e morte.
N.B. I ragazzi che faranno pervenire in Parrocchia o in Oratorio - per iscritto - almeno 15 risposte esatte a
queste domande entro la domenica delle Palme, riceveranno un dono gradito!
Esercitazione biblica per i ragazzi
L’ABC della Passione di Cristo
8 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Con la diocesi
Lettera del vescovo alle comunità cristiane della diocesi sulla pastorale per gli immigrati
Da stranieri a concittadini
Il testo era stato steso da tem-
po, ben prima che Brescia “bal-
zasse agli onori della cronaca
nazionale” per la protesta degli
immigrati sulla gru in San Fausti-
no. Erano rifl essioni che il vescovo
Luciano Monari aveva voluto fi ssa-
re sulla carta per aiutare la Chiesa
locale a trovare risposte a quegli
interrogativi che una presenza evi-
dente come quella di un numero
sempre maggiore di cittadini stra-
nieri nel Bresciano poteva solleva-
re. “Stranieri, ospiti, concittadini”,
la lettera alle comunità cristiane
della diocesi sulla pastorale per gli
immigrati, non è e non deve essere
letta come una risposta o una pre-
sa di posizione della Chiesa bre-
sciana ai recenti fatti che hanno
riaperto il dibattito sull’immigra-
zione. Un dibattito a cui la comu-
nità cristiana può, probabilmente
deve, prendere parte ma, come
ricordato dal Vescovo, da una pro-
spettiva particolare: quella del
Vangelo. “Noi – aff erma il Vescovo
– siamo espressione della Chiesa a
Brescia per annunciare il Vangelo
che invita tutti gli uomini ad acco-
gliere il dono dell’amore di Dio. La
presenza degli immigrati impone
il dovere di tenere conto anche
di loro in questo nostro annuncio
e nello stile di vita che da questo
discende”. La Lettera, ribadisce
con forza, nasce solo e soltanto
da questo desiderio. Parole chiare,
che tarpano le ali ad ogni possi-
bile strumentalizzazione. L’ultimo
documento del vescovo Monari è
dunque di carattere pastorale e in
quanto tale indica una prospettiva
in cui la Chiesa locale deve muo-
versi, senza negare, in un campo
complesso come quello del fe-
nomeno migratorio, l’esistenza al
suo interno di tensioni che pos-
sono essere feconde se portano a
un progressivo cambiamento dei
modi di pensare e agire. “Il proble-
ma – aff erma ancora il Vescovo – si
registra quando si tenta di negare
la tensione, fi ngendo che il pro-
blema non esista, rimanendo così
bloccati nello statu quo senza al-
cun tentativo di creare, immagina-
re o realizzare qualcosa di nuovo,
equilibri più profondi, più effi caci”.
Un rischio che la comunità cristia-
na può correre e in “soccorso” del-
la quale arriva appunto “Stranieri,
ospiti, concittadini”. Diversi sono i
livelli da cui il Vescovo aff ronta il
tema della presenza degli stranieri
nella comunità bresciana. Diverse
chiavi di lettura su cui mons. Mo-
nari aff ronta in questa intervista.
La prima è quella del rapporto con
gli immigrati cristiani e con quelli
di altre religioni.
Eccellenza, nella sua Lettera indi-
ca in questo caso una prospetti-
va pastorale che, probabilmente,
è diversa dalla quotidianità in cui
la Chiesa locale agisce…
“Sarebbe sorprendente il con-
trario perché è diffi cile realizzare
perfettamente il Vangelo in tutte
le diverse circostanze della vita.
Bisogna imparare a integrare cri-
stiani di altra cultura, e gli immi-
grati dentro le nostre comunità
che, per parte loro devono essere
accoglienti nei loro confronti. La
Chiesa locale deve imparare sem-
pre di più a riconoscere in ogni
uomo una creatura di Dio con un
suo destino eterno, con un signi-
fi cato personale proprio e quin-
di stabilire con ogni persona un
rapporto di rispetto, di aiuto, di
responsabilità reciproca. Questo
è il cammino della Chiesa di oggi
come anche della Chiesa di sem-
pre: un cammino progressivo per-
ché le situazioni cambiano di anno
in anno e chiedono di adattare il
nostro comportamento facendolo
rispondere alle situazioni nuove
che si presentano”.
C’è un secondo piano, per altro
da Lei ricordato nel passaggio
della Lettera quando scrive che
“chi nel cuore disprezza gli altri
o li considera inferiori diventa in-
9Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Con la diocesi
capace di annunciare il Vangelo”.
Eccellenza, non è infatti un mi-
stero che, anche nelle nostre co-
munità, siano in tanti, per diver-
se ragioni, a nutrire i sentimenti
di chiusura, di paura e diffi denza
verso il fenomeno immigratorio...
“Sarebbe anche bene che i sen-
timenti, tutti i sentimenti, venis-
sero in superfi cie per poterli ana-
lizzare e vedere se sono coerenti
e corrispondono alla realtà del
Vangelo e della identità umana
oppure se, al contrario, nascono
dal nostro egoismo o dalle nostre
paure. Il problema è non negarli
e correggerli, cercare di capire
da dove arrivano, se sono sani
o scorretti. Questo è il lavoro da
fare; non si può immaginare che
l’uomo sia senza sentimenti ne-
gativi. Il problema sta proprio nel
riuscire a riconoscerli, a capirli e a
modifi carli in modo che diventi-
no più umani.
Nella Lettera pone la domanda
delle conseguenze del Vangelo
nel modo di aff rontare il proble-
ma dell’immigrazione. Una que-
stione sicuramente scomoda…
“Sicuramente e rimanda a un at-
teggiamento di fondo che è nel
cuore dell’etica cristiana e non
solo. È quell’ama il prossimo tuo
come te stesso, cercare di vedere
nel volto del prossimo l’immagine
di quello che ogni uomo è, con le
sue speranze, i suoi desideri, i suoi
progetti. Ogni uomo deve cercare
di superare quella tendenza istin-
tiva a creare una distanza rispetto
all’altro. Deve invece cercare di
fare entrare l’altro dentro il proprio
perimetro di interesse, di attenzio-
ne. Credo che questa sia la conver-
sione grossa da compiere e una
volta raggiunto questo traguardo
diventa meno arduo trovare ricet-
te concrete che pure saranno sem-
pre da modifi care perché non c’è
nessuno che sappia esattamen-
te come ci si deve comportare in
ogni circostanza”.
Lei aff erma che quando uno stra-
niero svolge un ruolo di rilevanza
sociale dovrebbe avere il diritto
a un riconoscimento giuridico.
“E – scrive ancora nella Lettera
– ogni politico che voglia dirsi
cristiano è chiamato a favorirlo”.
Tutto questo è qualcosa in più di
un semplice appello, suona quasi
come un dovere…
“Sì, è un dovere di cui bisogna
prendere consapevolezza. A noi
viene sicuramente più facile pen-
sare l’accoglienza degli immigrati
come un atto di amore nei loro
confronti. La loro accoglienza,
però, risponde anche a un nostro
interesse economico, il lavoro
degli stranieri ha contribuito ad
arricchire il nostro Paese. Pren-
dere coscienza di questo aspetto
signifi ca riconoscere l’esistenza di
un debito morale nei confronti de-
gli immigrati. Non è più possibile
usare il loro lavoro per far cresce-
re il Pil nazionale, per dare respiro
al benessere e raff orzare lo stato
sociale. Bisogna assumere precise
responsabilità nei confronti degli
immigrati, diversamente il rappor-
to si riduce a mero sfruttamento.
Per questo la ricchezza costruita
anche col lavoro di tanti immigrati
accoglienza giuridica nei loro con-
fronti”.
Diritti dei bambini, ricongiun-
gimento familiare, lotta contro
ogni forma di discriminazione:
nella sua Lettera ribadisce alcuni
concetti su cui in passato ha fat-
to sentire in modo chiaro la sua
voce…
“Sì, quella centralità della famiglia
che molte volte viene proclamata
nella vita sociale non può essere
rivendicata solo per le famiglie
italiane e non per quelle immigra-
te; pensare che è bene che ci sia
attenzione alle famiglie italiane
mentre ci si possa disinteressa-
re di quelle degli immigrati è un
errore perché anche queste en-
trano a pieno diritto nel tessuto
della società. È quindi interesse di
tutti favorire il ricongiungimento
famigliare degli im-migrati e l’at-
tenzione nei confronti delle ge-
nerazioni future, di quei bambini,
fi gli di immigrati che pure cresco-
no in mezzo a noi”.
Chiudendo la Lettera ricorda
come il suo scopo sia di “aiutare
le comunità cristiane ad aff ron-
tare con serenità un fenomeno
oggettivamente complesso”. È
convinto che quello della sere-
nità sia oggi un sentimento che
le comunità possono realistica-
mente manifestare su questo
tema?
“Quello della serenità nell’aff ron-
tare un tema complesso come
quello dell’immigrazione è un at-
teggiamento necessario, perché
solo la serenità consente di ave-
re delle valutazione corrette e di
prendere soluzioni sagge. Se ci
si lascia portare o da una spinta
ideologica o da una paura psico-
logica dell’altro si corre il rischio
di imboccare una strada senza via
d’uscita. Le scelte compiute sono,
giocoforza, squilibrate. Per poter
compiere scelte corrette è invece
necessario trovare una certa di-
stanza dal problema in sé e quella
serenità interiore necessaria per
poterlo aff rontare correttamente;
disposto cioè a pagare anche un
prezzo, se richiesto dalla situazio-
ne, senza sentirsi impaurito per il
futuro incerto che si va staglian-
do. La paura è sempre stata una
cattiva consigliera”.
La Voce del Popolo
Settimanale diocesano
10 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Presentazione del CEN 2011
Dal 3 all’11 settembre 2011 il XXV Congresso Eucaristico Nazionale
“Signore da chi andremo?
L’Eucaristia per la vita
quotidiana”. È questo il
tema del XXV Congresso Eucaristi-
co Nazionale, che si terrà ad Anco-
na e nelle diocesi della metropolia
dal 3 all’11 settembre 2011. La
settimana si articolerà in momenti
spirituali e celebrativi, rifl essioni
e testimonianze e culminerà con
una solenne Celebrazione eucari-
stica domenica 11 settembre 2011
ad Ancona.
I signifi cati del Congresso Euca-
ristico sono molteplici. In primo
luogo, si tratta di un atto di fede
nell’Eucarestia e un evento di
comunione per l’intera Chiesa
italiana che in quei giorni vedrà
convergere nel capoluogo mar-
chigiano migliaia di fedeli da tutte
le diocesi. L’evento riveste anche
un signifi cato sociale e culturale
perché l’Eucarestia, sacramento
dell’amore di Dio per gli uomini, è
pane del cammino storico dei cre-
denti e fermento di novità in tutti
gli aspetti del vivere umano.
È per questo che ad Ancona verrà
sottolineato il dono dell’Eucaristia
per la vita quotidiana, attraverso
la ripresa dei cinque ambiti dell’e-
sistenza già al centro del Conve-
gno ecclesiale di Verona nel 2006:
la vita aff ettiva, il lavoro e la festa,
la fragilità umana, la tradizione e la
cittadinanza.
Sfondo biblico dell’intero appun-
tamento sarà il capitolo 6 del van-
gelo di Giovanni, da cui è tratto il
versetto posto nel titolo. “Signo-
re, da chi andremo?” è la doman-
da che l’apostolo Pietro rivolge a
Gesù a conclusione del discorso
sulla Parola e il Pane di vita. Ed è
anche la domanda che dopo due-
mila anni ritorna come la questio-
ne centrale della vita dei cristiani
oggi.
Per la preparazione spirituale al
Congresso Eucaristico, il Comitato
organizzatore ha predisposto un
sussidio biblico, curato da don Er-
menegildo Manicardi: “Signore da
chi andremo? L’icona biblica del
Congresso Eucaristico Nazionale.
Ancona 2011” (Ed. San Paolo). Il
volume, rivolto a tutti, off re spunti
e rifl essioni perché l’appuntamen-
to di Ancona segni l’inizio di una
nuova e più intensa stagione eu-
caristica.
Con la Chiesa
Preghiera per il Congresso Eucaristico
Signore Gesù,
di fronte a Te, Parola di verità
e Amore che si dona,
come Pietro ti diciamo:
“Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita eterna”.
Signore Gesù,
noi ti ringraziamo
perché la Parola del tuo Amore
si è fatta corpo donato sulla Croce,
ed è viva per noi nel sacramento
della Santa Eucaristia.
Fa’ che l’incontro con Te
nel Mistero silenzioso della Tua presenza,
entri nella profondità dei nostri cuori
e brilli nei nostri occhi
perché siano trasparenza della Tua carità.
Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia
continui ad ardere nella nostra vita
e diventi per noi santità, onestà, generosità,
attenzione premurosa ai più deboli.
Rendici amabili con tutti,
capaci di amicizia vera e sincera
perché molti siano attratti a camminare verso di Te.
Venga il Tuo Regno,
e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente.
Amen.
11Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Con la Chiesa
La beatifi cazione di Giovanni
Paolo II, che il suo successore
presiederà nell’anniversa-
rio liturgico della sua morte, è un
evento storico che non ha di fat-
to precedenti. Bisogna risalire al
cuore del medioevo per ritrovare
esempi analoghi, ma in contesti
non paragonabili alla decisione
di Benedetto XVI: negli ultimi die-
ci secoli nessun Papa ha innalzato
agli onori degli .altari il suo imme-
diato predecessore.
Pietro del Morrone (che era sta-
to Celestino v) fu canonizzato
nel 1313 — meno di un venten-
nio dopo la morte dal suo terzo
successore, e oltre due secoli pri-
ma era stata subito riconosciuta
la santità di Leone IX e di Grego-
rio VII, scomparsi nel 1054 e nel
1085. Non a caso agli esordi di
quel papato riformatore celebrato
qualche decennio più tardi nell’o-
ratorio lateranense di San Nicola
attraverso la raffi gurazione di al-
cuni Pontefi ci coevi, defi niti cia-
scuno sanctus.
Sulla sobrietà agiografi ca della
Chiesa romana - che venera come
santi quasi soltanto i Papi dell’età
più antica — sono poi intervenu-
te le modifi che innovative della
modernità, con le decisioni prese
nell’ultimo trentennio dell’Otto-
cento e poi, soprattutto, con quel-
le di Pio XII e dello stesso Giovan-
ni Paolo II. Fu così riconosciuto il
culto di alcuni Pontefi ci medievali
e vennero elevati agli onori degli
altari Pio X, l’ultimo Papa santo, In-
nocenzo XI, Pio IX e Giovanni XXIII.
Al centro di ogni causa di beatifi -
cazione e di canonizzazione sta
esclusivamente l’esemplarità. del-
la vita di chi, con espressione scrit-
turistica, viene defi nito al servizio
di Dio. Per assicurare alla storia -
come disse Paolo VI all’annuncio
dell’introduzione delle cause dei
suoi due predecessori immediati
— «il patrimonio della loro eredi-
tà spirituale», al di là di «ogni altro
motivo, che non sia. il culto della
vera santità e cioè la gloria di Dio
e l’edifi cazione della sua Chiesa».
E autentico servitore di Dio è sta-
to Karol Wojtyla, appassionato te-
stimone di Cristo dalla gioventù
fi no all’ultimo respiro. Di questo
moltissimi, anche non cattolici e
non cristiani, si sono resi conto du-
rante la sua vita esemplare; questo
documenta il suo testamento spi-
rituale, scritto a varie riprese negli
anni del pontifi cato; per questo
già il 28 aprile 2005, meno di un
mese dopo la morte, il suo suc-
cessore ha dispensato dai termini
prescritti per l’inizio della causa;
per questo ha deciso di presiedere
la sua beatifi cazione: per presen-
tare al mondo il modello della san-
tità personale di Giovanni Paolo II.
Giovanni Paolo II sarà proclamato
beato dal suo successore Bene-
detto XVI in Vaticano il prossimo
1° maggio, se-conda domenica di
Pasqua della Divina Misericordia.
Il via libera alla promulgazione del
decreto sul miracolo attribuito a
Karol Wojtyla — l’atto che conclu-
de uffi cialmente l’iter della causa
di beatifi cazione - è stato dato dal-
lo stesso Papa Ratzinger venerdì
14 gennaio, nel corso dell’udienza
al cardinale Angelo Amato, prefet-
to della Congregazione delle Cau-
se dei Santi.
Giovanni Paolo II sarà beatifi cato il primo maggio
Benedetto XVI ha fi rmato il decreto riguardante il miracolo attribuito a Karol Wojtyla
12 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Guido Maria Conforti presto santo
È il fondatore dei Saveriani, cui appartiene p. Sergio Targa
Minato nella salute, ma desideroso di portare ilVangelo a tutti i popoli, Conforti è modello di tenacia e dedizione.Solini: «Un padre per la nostra Chiesa locale»
Un annuncio oltre i confi ni:
quelli imposti a lui perso-
nalmente da una salute
precaria fi n da giovane e quelli
geografi ci verso i popoli, lontanis-
simi, che ancora non conoscevano
Cristo. È questo in sintesi il ritratto
del beato Guido Maria Conforti, il
fondatore dei Missionari Saveriani,
che sarà presto canonizzato. Nato
a Ravadese, frazione di Parma, il 30
marzo 1865, a 17 anni cominciò a
soff rire di epilessia e sonnambuli-
smo, problemi che però non gli im-
pedirono di essere ordinato prete
a 23 anni. A 28 anni era vicario ge-
nerale della diocesi di Parma, con
il cuore, però, rivolto alla missione
«ad gentes». Acquistò una casa
per formare giovani missionari:
nacque così la «Pia società save-
riana» e i primi Saveriani andarono
in Cina nel 1899. Stroncati dalla ri-
volta dei Boxers la loro opera non
si fermò. Nel 1902 Conforti era ar-
civescovo di Ravenna, ma dovette
rinunciare al ministero a causa del-
la salute malferma. In seguito a un
miglioramento, però, venne nomi-
nato vescovo di Parma, che guidò
per 25 anni, compiendo cinque vi-
site pastorali nelle 300 parrocchie
e riuscendo a recarsi anche in Cina
in visita ai «suoi» missionari. Morì il
5 novembre 1931.
«Ci sentiamo stimolati ad una fe-
deltà sempre maggiore alle fi nali-
tà che Conforti ha indicato alla no-
stra famiglia religiosa - commenta
padre Ermanno Ferro, saveriano
studioso della vita del fondatore
-: l’annuncio del Vangelo e la cura
della comunione ecclesiale». La
prossima canonizzazione, aggiun-
ge il religioso, «ci aiuti a riscoprire
la nostra chiamata alla santità».
«Parma, ricorda i tuoi santi», ha
più volte esortato il vescovo della
diocesi emiliana, Enrico Solmi, che
defi nisce Conforti «pastore e pa-
dre di una diocesi, pastore e padre
di una Chiesa che si allarga fi no
ai confi ni della terra». E l’invito a
fare memoria della santità locale è
venuto anche da padre Rino Ben-
zoni, superiore generale dei Save-
riani, in una lettera inviata alle co-
munità della congregazione. Una
festa arricchita nei giorni scorsi,
per la famiglia religiosa, dalle pro-
fessioni perpetue di tre missionari
saveriani.
Maria Cecilia Scaff ardi
Con la Chiesa
13Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Lo scorso 10 dicembre Bene-
detto XVI ha riconosciuto
uffi cialmente la verità del
miracolo ottenuto per l’interces-
sione del beato Guido Conforti e
ha deciso di procedere alla sua
canonizzazione.
Il Santo Padre ha annunciato che
la proclamazione avrà luogo a
Roma il 23 Ottobre 2011 durante
il mese missionario.
Non c’è bisogno che vi diciamo
la nostra gioia e soddisfazione
nel vedere riconosciuta la santità
di colui che, non potendo diven-
tare missionario, si è impegnato
con tutte le sue energie spirituali
e le risorse materiali a sua dispo-
sizione per fondare una famiglia
di missionari da inviare nel mon-
do in obbedienza al comando di
Cristo: “Andate nel mondo intero
e predicate il vangelo a ogni crea-
tura”, per fare del mondo una sola
famiglia di fi gli di Dio.
Il regalo per noi e per la chiesa
Noi saveriani non potevamo spe-
rare un regalo più prezioso e più
bello di questo. Ne ringraziamo
il Signore, “fonte di ogni santità”,
mentre ci stiamo preparando per
celebrare degnamente la cano-
nizzazione del nostro fondatore.
Ma la cosa più impegnativa per
noi, suoi fi gli, è di cercare di as-
somigliare sempre più a nostro
padre, di diventare santi come lui,
facendo della nostra vita un an-
nuncio vivente del vangelo, pron-
ti ad andare ovunque ci sia ancora
qualcuno che non conosce Gesù
Cristo. Alla fi erezza di essere fi gli
spirituali di questo nuovo san-
to e, nello stesso tempo, alla co-
scienza di essere ancora lontani
da questa somiglianza, vogliamo
far corrispondere anche la volon-
tà di “mettercela tutta” per essere
degni di tanto padre.
Dall’Italia per il mondo
Ma c’è qualcosa d’altro che ci ren-
de fi eri e contenti di questa deci-
sione del Papa ed è il messaggio
o, se vogliamo, la provocazione e
la sfi da che questa canonizzazio-
ne off re al mondo e alla chiesa di
oggi. Mons. Conforti, che allora
era un semplice prete incaricato
della formazione dei seminaristi
della diocesi di Parma, ha con-
cepito il suo “audace disegno” di
dar vita a una congregazione di
missionari in un momento in cui
tutto sembrava sconsigliarglielo.
Era un tempo in cui la chiesa in
Italia, e non solo quella di Parma,
aveva bisogno di sacerdoti. Egli
stesso, poco dopo aver avviato la
sua congregazione, fu tolto dalla
direzione dell’istituto nascente,
dal Papa che lo inviò come arci-
vescovo a reggere la chiesa di Ra-
venna e poi quella di Parma.
Un unico grande amore
La maggior parte della sua vita
la spese come vescovo di queste
due chiese. Ma seppe coniugare,
e non solo mettere insieme, la
cura per la diocesi con la missio-
Un santo per il nostro tempo
Benedetto XVI ha annunciato la proclamazione per il 23 ottobre 2011
Sopra: il beato Conforti in una missio-ne in Cina.Sotto: un momento della cerimonia di beatifi cazione del 17 marzo 1996
Con la Chiesa
Lettera del Parroco
Camminiamo insiemen. 25 dicembre 2010 - febbraio 201114
Visione valida anche oggi
Anche oggi questa visione com-
plessiva della missione è impor-
tante e urgente, perché proprio in
un tempo di facile comunicazione
come è il nostro, corriamo il rischio
di rimanere intrappolati - come
chiesa e come società civile - nelle
reti del particolarismo, nelle emer-
genze ecclesiali e nelle crisi d’iden-
tità della nostra società.
Il comportamento ecclesiale
di mons. Conforti brilla davan-
ti ai nostri occhi per farci uscire
dall’indiff erenza per i problemi
degli «altri», di coloro che neri
sono della nostra chiesa o della
nostra patria; per superare ogni
campanilismo e per protenderci,
invece, verso l’orizzonte del mon-
do e della storia pronti a paga-
ne universale. Ravenna, Parma
e la Cina furono per lui un unico
amore cui dedicò tutto se stesso.
Guido Conforti aveva compreso
prima ancora che questo diven-
tasse dottrina comune, che la
missione della chiesa è una sola,
sia che essa si svolga a Parma o in
Cina.
Aveva anche capito che dal fervore
missionario della chiesa di Parma
dipendeva il bene della comunità
cristiana in Cina e, viceversa, che
dalla qualità della vita cristiana in
Cina sarebbe venuto uno stimolo
per la fede della chiesa in Italia. Era
per lui chiaro che non si potevano
separare queste due dimensioni,
locale e universale della chiesa;
che, anzi, esse erano tra loro inti-
mamente legate.
re di persona le spese di questa
apertura missionaria universale.
Egli ci ricorda che solo l’apertura
alla missione ci evita il rischio di
naufragare nei problemi del no-
stro paese e della nostra chiesa.
La sua canonizzazione farà com-
prendere che la missione è anco-
ra un compito attuale da svolgere
oggi con intelligenza, coraggio e
creatività, come egli seppe fare
all’inizio del secolo sorso. Questa
capacità di parlare anche oggi, è
la funzione dei santi nella chiesa e
nella storia. Questa è la sfi da che
ci viene dalla contemplazione di
questo nuovo santo.
p. Gabriele Ferrari
CHIARI
Sede: Oratorio CG 2000 Ore: 20.30
Giovedì 10 —17 — 24 Febbraio Giovedì 3 —10 —17 — 24 — 31 Marzo
Ritiro conclusivo con consegna degli attestati: Domenica 3 Aprile (mattino)
Iscrizioni presso l’Uffi cio Parrocchiale (Piazza Zanardelli, 2). Tel. 030.7001175
Giovedì 6 —13 — 20 - 27 Ottobre Giovedì 3 —10 —17 — 24 Novembre
Ritiro conclusivo con consegna degli attestati: Domenica 27 Novembre (mattino)
Iscrizioni presso l’Uffi cio Parrocchiale (Piazza Zanardelli, 2). Tel. 030.7001175
CASTELCOVATI
Sede: Oratorio di Castelcovati
Sabato 3 -10 -17 - 24 Settembre ore 20.30
Domenica 4 -11-18 - 25 Settembre ore 16.00
Per informazioni ed iscrizioni: don Marco Zanotti (tel. 030.718131)
CASTREZZATO
Sede: Oratorio di Castrezzato Ore: 20.30
Sabato 01- 08 -15 - 22 - 29 Ottobre
Sabato 12 -19 - 26 Novembre
Conclusione: Domenica 27 Novembre con S. Messa ore 18.00 e consegna dell’attestato
Per informazioni ed iscrizioni: don Mario Stoppani (cell. 3201621371)
Zona VIII - Corsi per fi danzati - anno 2011
Con la Chiesa
15Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Maggio è il mese più bello
dell’anno. È desiderato, è
aspettato dopo le piogge
e il freddo invernale. Il cielo ha un
colore azzurro limpido, sereno. La
natura si risveglia. Nelle campa-
gne si vedono le diverse tinte di
verde.
Maggio è il mese di Maria; è il mese
dedicato al S. Rosario, come otto-
bre; il rosario è un intreccio di lodi
e di gloria alla Madonna, nel con-
testo della lode suprema alla San-
tissima Trinità (Padre nostro e Glo-
ria). La pratica mariana del rosario
(cioè corona di rose, omaggio alla
Vergine di preghiere, trasfi gurate
in fi ori) si diff use dappertutto nel
XV secolo.
La devozione a Maria era cresciuta
a partire dal XII secolo per opera
di san Bernardo. Questa devozio-
ne fu via via regolata e venne ag-
giunto il Padre nostro e il Gloria ad
ogni decina, meditando i momen-
ti della vita di Gesù, i Misteri, divisi
in gaudiosi, dolorosi, gloriosi. Nel
1572 fu istituita in tutte le Chiese
la Festa liturgica del rosario, da ce-
lebrarsi la prima domenica di Ot-
tobre.
Molto sentita è da noi questa de-
vozione, raccomandata anche da
Maria santissima nelle varie appa-
rizioni. Il 13 maggio, apparendo
a Fatima, la Madonna insiste: nel
dire: “Pregate. Recitate il rosario e
fate sacrifi ci per i peccatori”. Appa-
rendo altre volte ai tre pastorelli,
la Madonna li istruisce personal-
mente. Fatima è luogo di preghie-
ra specialmente col rosario, come
già prima l’aveva preceduta Lou-
rdes. Nelle apparizioni di Lourdes,
nelle mani la Vergine stringeva il
rosario.
Maria voleva annunciare al popolo
cristiano che con il rosario avreb-
be trionfato sui nemici della fede.
Maggio, il mese della Madonna
Ecco perché in questo mese di
maggio, come gli scorsi anni, ospi-
teremo a turno, nelle nostre fa-
miglie, la Madonna, per ritrovarci
uniti celebrando le sue lodi e affi -
dandoci alla sua materna interces-
sione.
Come ogni maggio, la Madonna è invocata e onorata in tutto il paese
Con la Chiesa
a cura della Commissione Liturgica
16 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
I paesi occidentali vivono nel
benessere che garantisce alti
standard di qualità della vita,
ma induce molti ad una sfrenata
rincorsa dei consumi, ad acquisti
di tipo compulsivo che si trasfor-
mano in vere e proprie psicosi.
Al contrario, in altri paesi del
mondo, quasi un miliardo di per-
sone soff re la fame e muore a
causa di malattie legate a defi cit
alimentari.
L’ arcivescovo Angelo Comastri in
una meditazione dichiarò:” Vivia-
mo in due stanze: in una si spreca,
nell’altra si crepa; in una si muore
di abbondanza e nell’altra si muo-
re di indigenza”
Di fronte a questa situazione è in-
dispensabile un mutamento degli
stili di vita; le società devono af-
frontare il problema degli sprechi
mettendo in gioco la rete educa-
tiva ed in primo luogo i compor-
tamenti delle famiglie. Negli Stati
Uniti dove l’obesità è considerata
un’epidemia che colpisce cento
milioni di americani, già nei primi
anni della scuole elementari si in-
segnano nuove abitudini alimen-
tari e i docenti spiegano come si
può resistere al bombardamento
di spot televisivi che diff ondono
la pubblicità di merendine, dolci e
mille altri prodotti.
Non si tratta di trasformarsi in un
popolo di francescani, ma di re-
sponsabilizzarsi, aff rontare le spe-
se con maggior consapevolezza e
non perdere mai di vista i bisogni
dei più deboli.
Monsignor Luigi Giussani , fonda-
tore del movimento “Comunione
e liberazione” e Danilo Fossati, nel
1989 hanno fondato il Banco Ali-
mentare, oggi presieduto da don
Mauro Inzoli.
Questa ONLUS basata sul concetto
di dono e condivisione, raccoglie
le eccedenze della produzione
alimentare, agricola ed industriale
Sobrietà: dalla teoria alla pratica
Dare risposte ai bisogni dei più poveri
Con la Chiesa
17Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
e le distribuisce ai centri caritativi
presenti sul territorio. L’associa-
zione opera attraverso le attività
di volontariato ed è sottoposta a
rigorosi controlli di sicurezza ali-
mentare in tutta la catena distri-
butiva. Scopo dell’associazione è
lavorare per il bene comune, dan-
do risposte ai bisogni dei più po-
veri ed emarginati.
Andrea Segrè docente di Econo-
mia e Ingegneria agraria all’uni-
versità di Bologna, con un grup-
po di allievi ha creato la catena di
Laste minute food che recupera i
prodotti che vengono scartati dai
supermercati per destinarli alle as-
sociazioni di volontariato. Hanno
scelto questo nome per far capire
che il loro è un mercato costruito
sull’ultimo minuto, a favore dei
più poveri.
Il professore ha inviato alcuni stu-
denti a New YorK per studiare il
funzionamento di City Harvest,
un’associazione no profi t che for-
nisce i pasti ai senzatetto della
città, recuperandoli dai magazzini
dei drugstore e da alcuni ristoran-
ti.
Bill Clinton quando era presiden-
te, fi rmò la “legge del buon sama-
ritano” che permette le donazioni
di cibo e di pasti non consumati.
Il 25 giugno 2003 anche il Parla-
mento italiano, primo in Europa
e secondo solo agli Stati Uniti, ha
approvato la Legge n 155/2003,
detta “del Buon Samaritano”, che
rende possibile il recupero di cibo
a scopo benefi co. La Legge n 155,
entrata in vigore il 16/07/2003 di-
sciplina la distribuzione dei pro-
dotti alimentari a fi ni di solidarietà
sociale.
A Verona si i recupera il cibo delle
mense scolastiche e di molti nego-
zi al dettaglio. I commercianti che
aderiscono al sistema ottengono
sconti sulla tassa dei rifi uti solidi
urbani.
In Sicilia ed in Sardegna questo
modello è stato adottato dalle am-
ministrazioni regionali.
Dopo il cibo, Segrè ha trasferito la
sua rete su altri prodotti. I libri in-
venduti, per esempio, grazie ad un
accordo con alcune case editrici,
vengono distribuiti nelle scuole e
nelle biblioteche.
Lo stesso vale per i farma-
ci. Il professor Garattini ha
dichiarato:”Siamo diventati una
società farmaco-centrica, nella
quale si pensa di risolvere tutti i
problemi con un farmaco. Uno
spreco enorme...”. Le confezioni
off erte dalle farmacie ai volontari
del Last minute market vengono
distribuite agli enti assistenziali,
dove operano medici che assicu-
rano un corretto uso dei farmaci.
Ma esistono altri modi per evitare
gli sprechi.
Perché dobbiamo usare l’automo-
bile per ogni piccolo spostamen-
to? Tutti gli studi dimostrano che
camminare aiuta non solo a com-
battere il traffi co, ma a mantenersi
in forma, a controllare il coleste-
rolo e le malattie causate dalla se-
dentarietà.
Attuare la raccolta diff erenziata è il
modo migliore per riciclare i rifi uti
e riutilizzarli per nuove funzioni.
Coltivare frutta e ortaggi nel pro-
prio orto può diventare un’occu-
pazione molto rilassante che per-
mette di avere a disposizione cibo
fresco di stagione.
La crisi economica mondiale che
ha colpito così profondamente
tutti i paesi dovrebbe aiutarci a
cambiare i nostri consumi, a far
prevalere un modello di sviluppo
sostenibile, dove il necessario si
impone sul superfl uo. I cattolici
sono chiamati rifl ettere su questo
problema ed a seguire uno stile
di vita coerente con le indicazio-
ni di Cristo che ci chiede di vivere
seguendo un modello di giustizia
superiore, dove tutti sentano il do-
vere di agire in difesa del bene co-
mune, attuando il principio della
solidarietà.
Maria Antonia Galli
Con la Chiesa
18 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Ebbene sì, sono già trascorsi
dieci anni da quel 6 gennaio
2001 quando a conclusio-
ne del Grande Giubileo dell’Anno
Duemila Giovanni Paolo II fi rmava
la lettera apostolica Novo millen-
nio ineunte, uno dei documenti
più intensi, e staremmo per dire
mistici, del suo lungo pontifi cato.
Un documento che, dopo aver sin-
teticamente rivisitato i momenti
più signifi cativi dell’Anno Giubila-
re, si inoltrava in una lucida lettura
dell’attuale condizione della vita
della Chiesa cattolica e, a partire
da un centro, individuava per la
Chiesa e per ogni cristiano un la-
voro, un compito da svolgere. Un
documento tutt’altro che sconta-
to e la cui dimenticanza equivale
a uno smarrimento lungo il sentie-
ro della missione evangelizzatrice
che la Chiesa è chiamata a percor-
rere in questo inizio secolo e inizio
millennio.
A dieci anni da quel 6 gennaio
2001, se si ha l’umiltà e l’onestà in-
tellettuale di riconoscerlo, la Novo
millennio ineunte conserva per la
Chiesa nel suo insieme e per il sin-
golo cristiano un sicuro punto di
riferimento a cui è necessario tor-
nare a guardare, un fascio di luce
che rischiara il cammino di tutti i
credenti.
Gli interrogativi
Dieci anni dopo, è necessario por-
si alcune e forse scomode doman-
de: Che ne è stato fatto di questo
documento e come è stato fatto
rivivere nelle singole comunità
Duc in altum (“Punta in alto”)
cristiane? I piani pastorali hanno
cercato di far tesoro delle indica-
zioni - «le priorità pastorali» (n. 29)
emerse dall’esperienza del Grande
Giubileo - in esso contenute? Ad
esempio, l’invito a mettere «a fon-
damento della programmazione
pastorale» la «“misura alta” della
vita cristiana ordinaria» (n. 31),
cioè la santità, è stato tenuto in
debito conto o è stato considerato
alla stregua di uno scontato richia-
mo che un Papa deve fare per uffi -
cio e del quale però ci si può subi-
to dimenticare perché pressati da
cose più ‘concrete’ e ‘importanti’ da
fare? L’esortazione a fare delle «no-
stre comunità cristiane» «auten-
tiche “scuole di preghiera”» dove
l’incontro con Cristo giunge fi no
all’«“invaghimento” del cuore» (n.
33) è stata tradotta e incarnata in
gesti concreti nella vita delle co-
munità cristiane?
Ancora. Se la comunione «incarna
e manifesta l’essenza stessa del
mistero della Chiesa» (n. 42), se,
in una logica consequenziale, la
Chiesa è «la casa e la scuola della
comunione» (n. 43), questa stessa
«spiritualità della comunione» (n.
43) è stata davvero vissuta e per
così dire ‘respirata’ come «principio
educativo in tutti i luoghi dove si
plasma l’uomo e il cristiano, dove
si educano i ministri dell’altare, i
consacrati, gli operatori pastorali,
dove si costruiscono le famiglie e
le comunità» (n. 43)? Infi ne, che ne
è stato di ciò che Giovanni Paolo
II ha chiamato «fantasia della cari-
tà», quella «carità delle opere [che]
assicura una forza inequivocabile
alla carità delle parole» (n. 50)?
Ecco alcuni, tra i tanti, degli im-
pegni, che il grande Papa lasciava
alla Chiesa; ora, a dieci anni di di-
stanza, è necessario verifi care se e
in che misura essi siano stati tenuti
presenti e abbiano, anche solo ini-
zialmente, cominciato a incidere
nel vissuto ecclesiale, cioè comu-
nitario, e personale.
Il centro da cui partire
I numerosi impegni a cui il docu-
mento richiama e invita nasco-
no tutti da un centro, che l’Anno
Santo ha lasciato alla Chiesa come
in dono. Il «nucleo essenziale»
dell’esperienza giubilare, scrive
Giovanni Paolo II, «non esiterei ad
individuarlo nella contemplazione
del volto di Cristo» (n. 15). Senza
questo necessario presupposto
sarebbe impossibile raccogliere
la sfi da che anche gli uomini di
oggi, come ai tempi dell’apostolo
Filippo, rivolgono ai credenti: «Vo-
gliamo vedere Gesù!» (Gv 12,21).
Il Papa così osserva: «Come quei
pellegrini di duemila anni fa, gli
uomini del nostro tempo, maga-
ri non sempre consapevolmente,
chiedono ai credenti di oggi non
solo di “parlare” di Cristo, ma in
certo senso di farlo loro “vedere”. E
non è forse compito della Chiesa
rifl ettere la luce di Cristo in ogni
epoca della storia, farne risplen-
dere il volto anche davanti alle ge-
nerazioni del nuovo millennio?».
Qualche tratto del volto di Cristo
si delineerà sul volto dei cristiani
A dieci anni dalla pubblicazione della Novo millennio ineunte
Con la Chiesa
19Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Vita sociale
ad una sola condizione: che essi
per primi diventino «contempla-
tori del suo volto» (n. 16). Torna
qui alla mente quanto scriveva
sessant’anni or sono il grande ese-
geta Heinrich Schlier: «Il guardare
è un essere colmati da ciò che si
guarda».
Il volto di Cristo da contemplare
non è solo quello «insanguinato»
del Venerdì e del Sabato Santo, è
quello del Risorto. «Se così non
fosse, vana sarebbe la nostra pre-
dicazione e vana la nostra fede (cfr.
1Cor 15,14). […] È a Cristo risorto
che ormai la Chiesa guarda. […] A
duemila anni di distanza da questi
eventi, la Chiesa li rivive come se
fossero accaduti oggi» (n. 28).
Un aiuto a non cedere alla tenta-
zione di ricercare in una «formu-
la magica» (n. 29) la soluzione di
complessi problemi, la Chiesa lo
trova nella «consapevolezza» della
«presenza tra noi del Risorto» (n.
29). Con assoluta determinazione
scrive il Papa: «No, non una for-
mula ci salverà, ma una Persona, e
la certezza che essa ci infonde: Io
sono con voi! Non si tratta, allora,
di inventare un “nuovo program-
ma”. Il programma c’è già: è quello
di sempre, raccolto dal Vangelo e
dalla viva Tradizione. Esso si incen-
tra, in ultima analisi, in Cristo stes-
so, da conoscere, amare, imitare,
per vivere in lui la vita trinitaria, e
trasformare con lui la storia fi no al
suo compimento nella Gerusalem-
me celeste. È un programma che
non cambia col variare dei tempi e
delle culture, anche se del tempo
e della cultura tiene conto per un
dialogo vero e una comunicazio-
ne effi cace. Questo programma di
sempre è il nostro per il terzo mil-
lennio» (n. 29).
La missione
Come annunciato già nella lettera
di indizione del Grande Giubileo
dell’Anno Duemila Incarnationis
mysterium (29 novembre 1998),
l’Anno Santo si chiudeva il 6 gen-
naio 2001 giorno dell’Epifania. In
quel giorno, aff erma la Novo mil-
lennio ineunte «il simbolo della
Porta Santa» si chiudeva «ma per
lasciare più spalancata che mai
la porta viva che è Cristo». Infatti
«non è a un grigio quotidiano che
noi torniamo, dopo l’entusiasmo
giubilare» (n. 59).
«Il Figlio di Dio, che si è incarnato
duemila anni or sono per amore
dell’uomo, compie anche oggi la
sua opera: dobbiamo avere occhi
penetranti per vederla, e soprat-
tutto un cuore grande per diven-
tarne noi stessi strumenti. […] Ora
il Cristo contemplato e amato ci
invita ancora una volta a metter-
ci in cammino: “Andate dunque e
ammaestrate tutte le nazioni, bat-
tezzandole nel nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt
28,19). Il mandato missionario ci
introduce nel terzo millennio in-
vitandoci allo stesso entusiasmo
che fu proprio dei cristiani della
prima ora: possiamo contare sul-
la forza dello stesso Spirito, che
fu eff uso a Pentecoste e ci spinge
oggi a ripartire sorretti dalla spe-
ranza “che non delude” (Rm 5,5).
Il nostro passo, all’inizio di questo
nuovo secolo, deve farsi più spe-
dito nel ripercorrere le strade del
mondo» (n. 58).
L’invito a «prendere il largo», che
un giorno Cristo rivolse ai suoi
discepoli, continua a risuonare
anche oggi per la Chiesa: «Duc in
altum» (Lc 5,4). P. Aldino Cazzago
carmelitano
20 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Due chiacchiere tra donne di cultura diversa
Vita sociale
Può capitare di ritrovarsi,
all’ora della merenda, una
volta ritirati i bambini da
scuola, a chiacchierare tra donne
infi lando una dopo l’altra, come
perline di una collana, informazio-
ni, pareri e convinzioni; ma quella
a cui sono invitata io è certamen-
te una merenda speciale: attorno
al tavolo tra noi italiane siedono
donne di età, estrazione e origi-
ne etnica diverse. Una giovane
signora marocchina, sorridente e
gioiosa, decisamente a suo agio,
parla ed ascolta con occhi vivi e
partecipi, adottando uno stru-
mento linguistico adeguato alla
circostanza; una ragazza venten-
ne, di origine albanese, diplo-
mata alla scuola italiana, mostra
grinta e risolutezza nell’aff rontare
le varie questioni; una mamma,
non più giovane, non perde una
parola, pur non avendo la pos-
sibilità di intervenire in quanto
della lingua italiana possiede solo
una competenza passiva, ascolta
e capisce non essendo in grado di
comunicare in una lingua per lei
ancora troppo diffi cile.
Siamo sedute in cerchio, la forma
ideale per guardarci in viso, par-
larci ed ascoltarci. Ognuno usa
gli strumenti che ha a sua dispo-
sizione.
La conversazione rimbalza da un
argomento all’altro, fi nché scivola
inevitabilmente sul tema dell’in-
tegrazione tra individui apparte-
nenti a gruppi etnici diversi, che
si trovano a vivere sullo stesso
territorio, incorporati nella stessa
Una merenda del tutto speciale
società e nel medesimo sistema
politico.
D- Come vi trovate qui nel nostro
paese, piccolo e provinciale, che
solo ora è costretto ad aff rontare
i grandi temi che riguardano la
convivenza tra popoli diversi?
R- Io sono nata e vissuta in Maroc-
co, in una grande ed aff ollata città;
da più di dieci anni mi sono trasfe-
rita in Italia e, spesso, percepisco
l’orizzonte ristretto della mentalità
della gente di paese. Ho trascorso
la mia giovinezza all’insegna della
libertà, nonostante quello che si
pensa in Italia della donna mussul-
mana e della sua condizione.
La mia attenzione si sposta dagli
occhi neri ed intelligenti ai capelli
corvini raccolti in una coda volu-
minosa, semplice ed naturale.
D- Quindi il velo? Lo porti oppure
ti ritieni libera di non osservare la
regola coranica?
R- Nella mia famiglia di origine
non ho subito alcun genere di co-
strizione; mio padre ci ha lasciato
libere, noi sorelle, di adottare lo
stile che volevamo; io ho sempre
apprezzato i capelli curati e patti-
nati alla moda; c’è stato un perio-
do in cui me li sono tinti come tut-
te le ragazze moderne. Tuttavia,
da qualche tempo non mi sentivo
in pace; ero provata da una sorta
di jihad, da una lotta interiore da
cui sono uscita superando quei
contrasti intimi che mi angoscia-
vano, per approdare ad un auto-
controllo maturo e consapevole;
l’adozione del velo mussulmano è
stato un passo naturale; all’ester-
no della casa indosso un qualcosa
che mi copra la testa, ma ritengo
questa una scelta libera, frutto di
una maturazione personale, che
mi fa accogliere la regola non
come dovere bensì come deside-
rio. Ritengo, a tal proposito, che
di una persona si debba guardare
la sua “sostanza”, senza fermarsi al
solo aspetto esteriore.
D- Anche noi cristiani cattolici
pensiamo che Dio debba essere
scelto liberamente e che non si
debba seguire le Sue regole mos-
si dal mero senso del dovere, ma
soprattutto dal sincero desiderio
di aderirvi. Come riesci a vivere
la tua religiosità in un clima occi-
dentale, a volte, così dissacrato-
re, e spesso materialista in tante
sue espressioni?
R- Noi mussulmani, se ci poniamo
domande su Dio e sulla religione,
riteniamo di potervi rispondere
attraverso i testi sacri: lì sono da ri-
cercare tutte le verità; non aspet-
tiamo altri profeti; consideriamo la
nostra religione completa e capa-
ce di fornire risposte tali da soddi-
sfare tutte le esigenze dell’uomo. Il
21Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Vita sociale
nostro compito è quello di affi dar-
ci in modo incondizionato e vo-
lontario alla Sua volontà, alla Sua
regola senza impegnare la mente
in elaborazioni inutili che potreb-
bero risultare dannose, poiché
possono essere l’espressione della
volontà di prevaricare Dio stesso.
D- L’uomo d’ogni tempo fatica ad
affi darsi totalmente al suo Dio, se
non sperimenta una personale
ricerca del vero, per esplorare l’i-
gnoto. Magari non arriva a delle
conclusioni certe, ma apprezza
tutto il proprio impegno nel ri-
cercare e nel capire. La storia del
pensiero fi losofi co occidentale
ha sparso fi umi di inchiostro per
cercare di capire e di “carpire” Dio,
riconoscendo poi di non avercela
fatta e di dover ripensare ad una
comunione con Dio senza parole
e teorie, ma come adesione inti-
ma a Lui, nel silenzio.
R- Troppe parole e troppi ragiona-
menti non aiutano ad avvicinarci
a Dio! Lui da noi vuole la piena fi -
ducia. Questo non ci limita e non
ci condiziona, ma esalta la nostra
natura umana.
D- Tuttavia penso che il persona-
le rapporto con Dio, segnato dal-
le regole imposte con rigidezza
anche nel nostro passato, sia pro-
gredito e maturato con la nostra
crescita; in Occidente si valuta
maggiormente lo spirito più che
la lettera, più la sostanza che la
forma. Cosa ne pensi?
R- L’uomo necessita, per il mio cre-
do, di regole semplici e ben defi ni-
te, ad esse ci si attiene con fi ducia
ed abbandono consapevole; per
questo Dio ci ama.
D- Come ti trovi nella relazione
con le altre donne del nostro pa-
ese?
R- Sono riuscita a stabilire dei po-
sitivi e, a tratti, amichevoli rappor-
ti con alcune persone sensibili,
aperte ed intelligenti, ma per la
maggioranza delle donne del pa-
ese risulto ancora trasparente. Il
mattino, quando accompagno a
scuola mio fi glio, la cosa che più
mi spiace e mi ferisce sono quegli
occhi abbassati delle madri locali
che neppure si degnano di alzare
lo sguardo per un saluto, anche
solo accennato.
D- E la relazione con le altre don-
ne di cultura diversa?
R- Uno scambio cordiale di salu-
ti e di cenni, che però non riesce
a risolvere l’isolamento in cui ci
troviamo. Risulta positivo il no-
stro aggregarci, ma non basta per
aprirci al paese in cui viviamo.
D- Cosa diresti se tuo fi glio da
grande, un giorno, ti portasse a
casa una ragazza italiana con l’in-
tenzione di proportela come fu-
tura nuora? Ne saresti contenta?
R- Sinceramente la cosa mi pre-
occuperebbe, considerando le
diffi coltà di intendersi tra culture
tanto diverse, sul piano della re-
ligione. Non penso che per una
ragazza occidentale sia facile l’a-
desione alla nostra regola.
22 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Vita sociale
D- Tu che sei una ragazza, ancor
giovane, che ha seguito un per-
corso impegnativo di studi qui in
Italia, saresti disposta a trascor-
rere la tua vita con un uomo lo-
cale di cultura e religione diversa
dalla tua?
R- Mi ritengo fortunata ad aver
conseguito un diploma che, spero,
mi aprirà le porte del mondo del
lavoro. I ragazzi italiani li conosco
perché li ho frequentati a scuola
e nel tempo libero; con alcuni di
loro ho stabilito un rapporto di
amicizia sincera, condividendo
esperienze ed emozioni. Tuttavia il
mio desideri è quello di incontrare
un buon ragazzo albanese e con
lui costituire una famiglia.
D- Allora attraverso che cosa po-
trà passare il percorso di integra-
zione? Cosa signifi ca per voi que-
sto termine?
R- Da donna mussulmana, penso
che “integrazione” voglia dire pos-
sibilità di vivere secondo i principi
umani e religiosi della propria cul-
tura. Questo precorso è più facile
per chi riesce ad occupare posti
lavorativi utili alla vostra società.
Attualmente io presto opera di
sostegno ad una persona disabi-
le italiana, conciliando i miei im-
pegni familiari con questo lavoro
che mi proietta fuori casa e che mi
mette a contatto con la malattia
e la soff erenza. Intendo pure fre-
quentare dei corsi che mi diano
delle basi culturali per svolgere a
pieno questo ruolo. Ecco così pen-
so di compiere passi importanti
verso l’integrazione nella società
in cui mi trovo a vivere.
D- Integrazione non signifi ca
certo perdita della propria iden-
tità culturale, secondo il modello
francese dell’assimilazione, ma
neppure una convivenza caotica
e confusa di culture diverse come
nel Regno Unito. Senza diritti e
doveri rispettati non si può co-
struire una società; accettare le
regole del paese in cui si vive è il
primo passo per la costruzione di
un gruppo umano che si rispetti
e che si prenda a cuore il futuro
personale e quello delle genera-
zioni a venire. Concordi?
R- Riconosco che alcuni gruppi di
immigrati faticano ad accettare le
regole e le leggi; ma questo è un
errore; si deve capire che ciò è fon-
damentale per una vita di gruppo,
per la pace nella relazione. Noi
siamo ben disposti ad accogliere
tutte le proposte di acculturazio-
ne che ci vengono off erte anche
a vantaggio della nostra formazio-
ne professionale, ma bisogna co-
munque riconoscere che la legge
italiana, pur sostenendo che non
debba esserci discriminazione,
non chiarisce in quali modi con-
cretamente si possa arrivare a una
fattiva integrazione.
Io, da donna e madre italiana, ri-
tengo che gli adulti debbano fare,
ossia abbiano l’obbligo morale e
civile di fare anche solo dei piccoli
passi verso l’integrazione, innanzi
tutto cercando di stabilire un rap-
porto di conoscenza con le perso-
ne straniere che vivono e lavorano
sul nostro territorio; il dialogo e la
frequentazione avranno il pote-
re di abbattere barriere perché ci
riveleranno l’essenza della perso-
na, la sua dignità pari alla nostra;
dopodiché la paura svanirà e ci si
troverà a condividere situazioni di
vita concreta, senza percepire la
“diff erenza” se non come un valore
aggiunto.
Nel frattempo, i bambini si rincor-
rono rumorosamente nella stanza,
accaldandosi attorno al tavolo,
ignari dei discorsi dei grandi, dei
temi del nostro parlare, della loro
appartenenza etnica; sono trop-
po impegnati nel conoscersi, nel
divertirsi e nel godere delle emo-
zioni che procura loro la vita di
gruppo.
Saranno proprio loro, mossi da
quei bisogni fondamentali, che
hanno determinato le azioni degli
uomini d’ogni epoca, che daranno
vita alla società del futuro. Forse
saranno più abili di noi nel supe-
rare le barriere che ora ci dividono.
Ce lo auguriamo di cuore!
Silvana Brianza
23Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Vita sociale
Il recente fi lm “Uomini di Dio”
di Xavier Beauvois ha ottenuto
un non scontato successo cine-
matografi co nella scristianizzata
Francia, ma non solo. Ha portato
sugli schermi con coraggio e ri-
gore storico la tragica vicenda dei
sette monaci trappisti che, nella
notte del 26 marzo 1996, sono sta-
ti rapiti da integralisti islamici in
Algeria, ove trascorrevano le loro
giornate in preghiera e studio, ma
anche aiutando la popolazione lo-
cale, di religione musulmana. Uno
di loro era un medico, e dedicava
gran parte del suo tempo al soc-
corso gratuito della popolazione
locale. Due mesi dopo il rapimen-
to i terroristi fecero trovare i loro
corpi decapitati.
Le cifre che la Pontifi cia Accade-
mia “Cultorum Martyrum” fornisce
sono impressionanti: decine di
cristiani, semplici fedeli, uomini e
donne, catechisti, sacerdoti e reli-
giosi, vescovi compresi, vengono
uccisi ogni anno in odio alla loro
religione. Il tutto viene condito
con profanazione o totale distru-
zione delle chiese, con l’occupa-
zione di case di cristiani, con atti
di violenza inaudita nei confronti
anche di donne, bambini e per-
sone anziane. Il periodo delle per-
secuzioni non si è chiuso con gli
imperatori romani, ma è continua-
to, e continua a fornire in tutto il
mondo lunghi elenchi di autentici
martiri. Si pensi ad un dato sto-
rico impressionante. Nell’Africa
del nord che si aff accia sul Mare
Mediterraneo furono fondate nei
“Se il mondo ci odia”
primi secoli dell’era cristiana ben
seicento antiche diocesi, fi orenti
per animazione missionaria, per
iniziative apostoliche e caritative.
Quasi tutto è stato spazzato via
con l’arrivo e lo sviluppo dell’I-
slam. Si calcola, per difetto, che nei
secoli siano stati colà uccisi oltre
cinquanta milioni di cristiani. Nes-
suno, ovviamente si è premurato
di chiedere perdono. Il sangue dei
cristiani copti uccisi la notte di na-
tale in Egitto è ancora caldo.
L’intellettuale francese René Guit-
ton, autore del testo “Cristiano-
fobia”, calcola che siano tuttora
decine di milioni nel mondo i cri-
stiani vittime di persecuzione, di
disprezzo, di discriminazioni. Il
termine cristianofobia è recente,
ma esiste sotto traccia da secoli.
Ha cominciato ad esprimersi con
Decine di cristiani vengono uccisi ogni anno in odio alla loro fede
24 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Vita sociale
chiarezza dopo l’indipendenza
raggiunta da paesi un tempo colo-
nizzati, e si è accentuato dolo la fa-
tidica data dell’11 settembre 2001,
alimentato da minoranze estremi-
ste di matrice soprattutto islamica,
ma anche induista, le quali condu-
cono un’aperta ostilità e violenza
contro le comunità cristiane. Si
pensi che perfi no il recente Sino-
do dei Vescovi sul Medio Oriente
è stato considerato come un’ag-
gressione e una provocazione da
gruppi di estremisti islamici di vari
paesi. Qualsiasi cosa i cristiani di-
cano o facciano diviene pretesto
per aggredire e, peggio, per ucci-
dere. Nel secolo scorso numerose
Nazioni hanno ottenuto la giusta
indipendenza dopo lunghi periodi
di soggezione. I colonizzatori occi-
dentali sono stati accomunati ai
cristiani, in una strana amalgama
culturale-religiosa. Queste moti-
vazioni vengono tuttora rispolve-
rate dai gruppi estremisti islamici
contro l’Occidente, fi nendo per
giustifi care, in un ragionamento
schematico e semplicistico, atti
di violenza come risposta alle sof-
ferenze, reali o presunte, subite in
passato.
E l’Europa, culla e prima destina-
taria dell’annuncio cristiano, come
risponde? Anziché mostrare le ra-
dici di una acquisita tolleranza che
fa parte ormai del nostro d.n.a., si
preferisce negare di fatto che il cri-
stianesimo abbia costituito il tes-
suto connettivo culturale, prima
ancora che religioso, del nostro
patrimonio storico, della nostra
arte, della letteratura e tradizione
musicale che ci vengono invidiati
da tutto il mondo. Si arriva all’as-
surdo di stampare e distribuire a
tutti gli studenti europei, a spese
dei contribuenti anche cristiani,
un diario nel quale compaiono
indicazioni relative alle tradizioni
folcloristiche più eccentriche, ma
nel quale non trova posto per “di-
menticanza” l’indicazione di una
festa cristiana come il natale. Si ar-
riva -udite, udite, e siamo in Italia!-
a pretendere l’analisi dell’Ostia e
del Vino della Messa consacrati
per dimostrare “scientifi camente”
che non sono Corpo e Sangue di
Cristo, e dunque a denunciare i sa-
cerdoti per abuso della credulità
dei fedeli. Si giunge -siamo ancora
in Italia- alla proibizione sempre
più diff usa di esporre nelle scuo-
le prima il crocifi sso, ed ora anche
il presepio, al fi ne di “tutelare” le
minoranze religiose, mentre in
Nazioni dove i cristiani sono mino-
ranza vige tuttora la barbara legge
della blasfemia, in base alla quale
una donna cristiana, Asia Bibi, in
Pakistan rischia la pena di morte
per avere detto ad una vicina di
casa: “Il mio Dio parla di amore e
di perdono, e il tuo?” E, addirittura,
passi che si brucino immagini del
Papa, di questo Papa così umile,
mite e timido, (è successo ad inizio
febbraio), ma nella stessa Nazione
non un cristiano, ma uno studen-
te musulmano minorenne è stato
arrestato perché in un tema scritto
ha espresso idee sul Profeta non
in sintonia con la nomenklatura
dei gruppi estremisti, ai quali ap-
partengono fi or di professionisti e
laureati locali. E le stesse Nazioni
Unite stanno solo a guardare, con
la solita scusante di “non ingeren-
za” nei fatti interni di uno Stato.
Quanto tempo dovrà ancora tra-
scorrere perché la libertà di co-
scienza e di espressione religiosa
venga garantita ad ogni cittadino,
a qualunque credo appartenga, in
ogni parte del mondo?
Come credenti ci sostiene solo il
fatto che la persecuzione faccia
parte di una profezia: “Se il mondo
vi odia, sappiate che prima di voi
ha odiato me. Se hanno persegui-
tato me, perseguiteranno anche
voi”. (Gv. 15). E “Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno
e, mentendo, diranno ogni sorta
di male per causa mia. Rallegratevi
ed esultate, perché grande è la vo-
stra ricompensa nei cieli”. (Mt. 5).
Don Vittorio
25Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Spazio oratorio
L’adolescenza
Quando crescere diventa un lavoro da fare da soli
Quando mi è stato chiesto
di scrivere alcuni articoli
che avessero come tema
dominante l’adolescenza. appro-
fondendone gli aspetti principali,
ho accolto volentieri la proposta
ed ho iniziato a documentarmi
a riguardo. Mentre leggevo testi
tratti dai manuali dell’università,
ho rifl ettuto ulteriormente e mi
sono posta una domanda: vale
davvero la pena di disquisire su un
argomento del quale sia già stato
detto molto o forse tutto? Così, ho
dato un nuovo taglio alla ricerca,
ed ho preferito tentare di trovare
testimonianze piuttosto di rintrac-
ciare informazioni. Navigando in
Internet in cerca di ispirazione, mi
sono imbattuta in una serie di testi
davvero interessanti, scritti da per-
sone di ogni ordine e grado, ado-
lescenti di oggi o di una volta, ra-
gazzi moderni o giovani nel cuore.
che mi hanno tenuto compagnia e
dai quali ho appreso molto. Alcuni
sono stati in grado di riportare a
galla ricordi della mia adolescen-
za che avevo sepolto in un angolo
della memoria, così ho pensato di
condividerli e nel corso di questi
articoli li riporterò, citandoli sem-
plicemente o integrandoli nel mio
scritto, nella speranza che possano
catturare l’attenzione degli adole-
scenti di oggi e vestire di ricordi il
cuore degli adolescenti di ieri.
Procedendo con ordine è d’obbligo
un aff ondo che qualifi chi il termine
“adolescenza” in modo da chiarirne
l’origine e il signifi cato.
Sapevate che sessant’anni fa gli
adolescenti non esistevano come
gruppo generazionale a sé? La pa-
rola “adolescente” è diventata di
uso comune intorno all’epoca della
seconda guerra mondiale. Prima
dell’età industriale, infatti, gli ado-
lescenti lavoravano in campagna
con i genitori fi nché si sposavano
entrando in possesso, per eredità
o acquisizione, di un pezzo di ter-
ra. L’adolescente non cercava la
propria identità: era un contadino
a partire dal momento in cui era
abbastanza grande da lavorare
nei campi. Era un bambino o una
bambina fi nché si sposava; dopo, il
bambino diventava un adulto.
Oggi possiamo asserire che l’adole-
scenza è l’età della vita nella quale
ogni essere umano è chiamato ad
un compito fondamentale: cresce-
re, ovvero, entrare progressivamen-
26 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Spazio oratorio
te nell’età adulta. Questa entrata
nella maturità implica necessaria-
mente, per compiersi, un processo
di separazione. Semplifi cando si
può dire che ciò da cui si deve se-
parare. sono i propri genitori. Per
l’appunto tale compito evolutivo,
non appare semplice e chiaro al
ragazzo che, nonostante avverta
intimamente il cambiamento che
sta nascendo nella propria perso-
na, non lo identifi ca facilmente, né
tantomeno è sempre in grado di
fronteggiarlo.
Dalla voce diretta di un adolescen-
te è possibile comprendere quanto
questo cambiamento che a detta
degli adulti è naturale, scombussoli
il vissuto di un ragazzino o di una
ragazzina. Ho scelto questa pagina
di diario perché tra le righe vergate
da sorrisi e lacrime, riesce a con-
densare le sensazioni più profonde
dell’anima di un adolescente, che
chi gli sta accanto non sempre è in
grado di decifrare. Parole semplici e
sincere che dipingono un periodo
della vita di ciascuno. molto meglio
di quanto possa fare un articolo
scientifi co.
“Ultimamente mi sento dire di con-
tinuo che sto crescendo, cambian-
do e frasi del genere. Tutto ciò è
vero ma a darmi fastidio è che spes-
so sento parlare dell’adolescenza
come se fosse qualcosa di ovvio, di
quasi scientifi co. Sembra che tutti
sappiano come mi sento, quando
il bello dell’adolescenza, ma anche
il brutto, è che neanch’io riesco a
capire come sto. Ricordo che prima
mi sembrava tutto fi n troppo sem-
plice e quasi mi dava fastidio, quan-
do vedevo mia sorella uscire con le
amiche, parlare di ragazzi, mentre
la mia vita era chiusa nelle quattro
mura di casa e le cose
più interessanti erano le vicende
fantastiche che vivevano le mie
Barbie. Ora, le storie che facevo
vivere alle mie Barbie le vivo io,
ma la diff erenza è che quelle sto-
rie potevo controllarle , mentre la
mia vita scorre troppo veloce per
stargli dietro e faccio fatica an-
che a controllare me stessa. Prima
avevo le idee chiare, infatti il mio
futuro era già programmato nei
minimi dettagli. Sapevo che avrei
frequentato il liceo classico, laure-
ata in psicologia, che avrei trovato
l’uomo della mia vita e con lui avrei
messo su famiglia e che avrei in-
trapreso la carriera di psicologa e
scrittrice. Ora, per essere sincera,
non so nemmeno cosa mangerò
a pranzo, fi guriamoci come sarà il
mio futuro! In fondo credo che sia
questa l’adolescenza, un periodo
di confusione, dove si cade in una
continua contraddizione e non si
capisce più niente. Questo tipo di
smarrimento è la mia condizione
attuale. Mi capita, infatti, di esse-
re l’arbitro di due pensieri o due
emozioni contrastanti. Ad esem-
pio, qualche volta mi viene voglia
di fare qualche stupidaggine, ma
la voglia di avventura entra subito
in competizione con quel male-
dettissimo senso di responsabilità
che mi manda in fumo il cervello. In
quei momenti sento un bisogno di-
sperato che qualcuno mi dica cosa
devo fare, ma purtroppo il più del-
le volte non arriva nessuno e devo
fare le mie scelte da sola assumen-
domene tutte le responsabilità.
Un altro aspetto dell ‘adolescenza
sono i cambiamenti... Il mio aspetto
cambia e un brufolo di troppo mi fa
un eff etto strano. Quando mi guar-
do allo specchio a volte mi piaccio,
altre volte odio i miei capelli, i miei
occhi, la mia bocca, poi mi guardo
meglio e scopro di piacermi di nuo-
vo... È dura accettarsi! E poi, oltre ai
cambiamenti fi sici ci sono i cam-
biamenti caratteriali. Mai avrei pen-
sato di dire ai miei “ Vado un attimo
al negozio di sotto “, per poi passa-
re tutto il tempo col ragazzo che
mi piace. Mai avrei pensato di di-
ventare amica della ragazza che in
prima media detestavo in assoluto.
Mai avrei pensato che il rapporto
con quella che avrei defi nito “quasi
sorella” sarebbe mutato in qualco-
sa di estremamente superfi ciale.
Forse, però, tutte queste cose sono
cambiate perché sono cambiata io,
e questo mi spaventa, specialmen-
te quando sembra che nessuno mi
capisca... Tutto intorno a me è di-
verso... Sento nel cuore un nuovo
battito e le lacrime che scivolano
sulle mie guance, si fermano sulle
mie labbra con sapore diverso, ed è
come se una penna magica scrives-
se tutte le mie sensazioni sulle pa-
gine invisibili dell’anima. Forse un
giorno rileggerò questo libro fatato
riscoprendo i miei sogni, i miei de-
sideri e me stessa... E magari, in fat-
turo riuscirò anche a capirla questa
me stessa, visto che per adesso non
ci riesco proprio. Già, perché ormai
la mia vita è come un travolgente
uragano fatto, non di venti caldi e
freddi, ma di sbalzi d’umore, pianti
improvvisi, litigi furiosi e di tanta,
tantissima confusione. Crescere
comporta quindi tante gioie, ma
anche tanti dolori. Per non parlare
di quelle volte in cui i sorrisi si con-
fondono con le lacrime e allora non
ci capisci più niente, ma la vita per
fortuna ci ha regalato anche il co-
raggio di reagire, di prendere tutto
nel modo migliore, impegnandoci
per vivere. Sorridendo si cresce con
la consapevolezza che per quanto
la vita possa essere dura, con l’ap-
poggio e l’aff etto di chi ci circonda,
tutto può diventare più semplice.
Ora vi lascio, ho un cammino da
fare: devo crescere e maturare, per
poter, un giorno, ripensare all’ado-
lescenza come il più bel periodo
della mia vita.
Jessy 694
Prossimamente: la commis-
sione pastorale sociale sta
organizzando un incontro
sull’adolescenza, rivolto a tut-
ti i genitori interessati ad ap-
profondire tale tematica. Nel
prossimo numero del bolletti-
no parrocchiale verrà pubbli-
cata la data e il luogo in cui si
svolgerà l’incontro.
27Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Spazio oratorio
Per una crescita umana dei giovani di Castrezzato
Chi può essere realmente
defi nito “persona corag-
giosa”? Uno scalatore che
decide di raggiungere la vetta del
monte Everest? Un ragazzo timido
che chiede ad una ragazza di usci-
re? Un neo laureato che decide
di trasferirsi in un paese lontano?
Sicuramente tutti questi individui
“nel loro piccolo” possono essere
ritenuti coraggiosi, ma, in realtà,
il vero coraggio non nasce da un
gesto che noi decidiamo di com-
piere, ma emerge nel momento
in cui di fronte ad una situazio-
ne estremamente dolorosa ci si
dimostra in grado di rialzarsi, di
ricominciare a vivere, a sorridere
grazie soprattutto alla riscoperta
di Dio e del valore della preghiera.
È una conquista che ognuno deve
necessariamente fare per cercare
di sopravvivere alle situazioni che
il destino impone, è una forza che
scaturisce dal più profondo dell’a-
nima. Consiste proprio in questo
la battaglia intrapresa sempre più
spesso da adolescenti, giovani
e adulti, malati di tossicodipen-
denza, anoressia o bulimia, che si
incontrano in comunità, come la
Comunità “Schalom” sita in Palaz-
zolo. Le storie che alcuni suoi ospi-
ti hanno raccontato a noi ragazzi
dell’ A.C.G in un incontro tenuto-
si domenica 14 novembre 2010
all’interno della Comunità stessa
sono storie fatte di paure, ango-
sce e tensioni dovute al fatto che il
mondo e la vita appaiono troppo
complessi e contorti e che persino
la famiglia, che dovrebbe essere
un rifugio sicuro nei momenti di
grande desolazione, si rivela es-
sere, in alcune circostanze, inve-
ce, un ostacolo insormontabile
per le proprie aspirazioni. Tutte
queste diffi coltà che si incontra-
no nel crescere determinano di-
versi tipi di comportamento che
si esplicano in rifi uto o accetta-
zione, rassegnazione o ribellione.
La droga, quindi, può essere con-
siderata simbolo di rifi uto della
società e usata come “compenso”,
come “arma di difesa”, come “gu-
scio” entro il quale ripararsi dai
pericoli, dalle responsabilità, dalle
delusioni e dalle sconfi tte o come
strumento di cameratismo anche
perchè il drogato è una persona
a cui manca qualche cosa, anche
semplicemente un po’ di amo-
re. Inoltre, l’eff etto di euforia ed
intontimento provocato dall’as-
sunzione di sostanze stupefacenti
non fa altro che amplifi care quella
sensazione di distacco da una real-
tà di per sé spiacevole; si vive così
nell’illusione, nella menzogna,
ritenendo la sostanza il vizio più
assurdo, ma al contempo l’ideale
più sublime. Ciò vale anche per
chi soff re di anoressia, ovvero per
chi decide di dimagrire mostran-
do un’irrazionale paura di recupe-
rare il peso perduto nonostante il
proprio organismo sia sottoposto
ad un’ evidente denutrizione, o di
bulimia che è, invece, la condizio-
ne di chi consuma cibo in quantità
decisamente superiori alla norma
e che per compensare le abbuff a-
Vizio più assurdo o ideale più sublime?
“Che fantastica storia è la vita e quando pensi che sia fi nita, è proprio allora che comincia la salita” (A. Venditti)
28 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Spazio oratorio
te e impedire il conseguente au-
mento di peso induce il vomito.
In realtà, l’obiettivo è saziare una
fame dell’anima, non del corpo. Si
tratta comunque in entrambi i casi
di atteggiamenti autolesionisti. Di
fronte a situazioni così comples-
se ed inspiegabili razionalmente,
ogni individuo malato combatte
come meglio riesce con la certezza
che se ricercherà le forze, le risorse
per uscire dal nulla che è divenu-
to nel proprio cuore, in Dio e nella
preghiera di certo non si sbaglierà
anche perchè nel momento in cui
la soff erenza tocca il limite è pos-
sibile, nonostante non sia per nul-
la facile, uscire da un passato che
ha lavato l’anima fi no a renderla
un po’ sdrucita con la convinzione
che ogni attimo dovrà per forza
essere migliore di tutti quelli pas-
sati. Durante questo percorso di
riabilitazione fi sica, psicologica e
spirituale si acquisisce la consa-
pevolezza del fatto che ognuno è
ostaggio del proprio silenzio inte-
riore e che per far fronte ad esso
deve compiere un doloroso, ma
risolutivo viaggio all’interno di sé
perchè i limiti fanno parte del ba-
gaglio umano di ogni individuo
e che essi, non necessariamente,
esprimono una condizione di infe-
riorità o di incapacità, ma rappre-
sentano soltanto una condizione
di inesperienza, di non suffi ciente
conoscenza o informazione e che,
in quel quotidiano percorso che
è la vita, possono essere coltivati
e affi nati sempre più in funzio-
ne delle proprie aspettative, dei
propri bisogni e desideri. Risulta
allora importante comunicare, im-
parare l’importanza delle regole,
della loro condivisione e del loro
rispetto, cercare rifugio nei veri
valori coltivando aff etti e nuove
amicizie, guadagnare la stima e la
fi ducia di chi ci sta accanto, off rire
ad essi la propria disponibilità al
dialogo, consentire a chi ci vuole
realmente bene di aiutarci, evitan-
do, per contro, di lasciarci inganna-
re da tutti coloro che potrebbero
off rirci facili e subdole scorciatoie
capaci solo di ricondurci in quell’
oscuro baratro dal quale purtrop-
po solo a volte è possibile riemer-
gere. Tutti coloro che al termine
del proprio percorso di riabilita-
zione sono usciti ed usciranno dal-
la “Comunità Shalom”, nonostante
il sudore della fatica ed i crampi
allo stomaco per la risalita, saran-
no testimoni di dolore e speranza
e cammineranno a “testa alta” con
ritrovata dignità, equilibrio e fi du-
cia. Quindi, il vero coraggioso è co-
lui che riconosce di avere abusato
di qualcosa anche quando tutto è
fi nito, superato, ma non dimenti-
cato, ovvero quando quella batta-
glia contro il proprio ego vede un
unico vincitore con un unico alle-
ato: se stessi e il proprio coraggio.
Giulia Lupatini
30 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Vita in parrocchia
Attività delle Commissioni del Consiglio Parrocchiale
Dalla riunione del C.P.P. del 28 febbraio 2011
Il CPP si è riunito in seduta ordi-
naria lunedì 28 febbraio , dalle
ore 21,00 alle 23,00 in Orato-
rio. Il parroco ha consegnato ai
presenti la Lettera del Vescovo
sulla pastorale per gli immigrati,
illustrandola brevemente e invi-
tando i membri del CPP a legger-
la con attenzione e a confrontarsi
all’interno delle tre fasce di età
che compongono il CPP. È un atto
importante del magistero che
orienta i pensieri e le opere dei
cattolici delle nostre parrocchie.
Si è poi presentato il programma
liturgico-pastorale della Quaresi-
ma e della Pasqua. In seguito le
commissioni hanno riferito circa
il lavoro che stanno svolgendo
e che qui sotto riportiamo. Si è
poi dialogato slulla necessità di
sostenere la pastorale famigliare
e coniugale. A questo scopo si
inviterà in questo anno – ad una
seduta del CPP il Responsabile
diocesano della Pastorale della
Famiglia perchè ci aiuti a partire
bene e a non stancarci di accom-
pagnare coniugi e famiglie nella
riscoperta della grazia del Matri-
monio e della Famiglia. Il Parroco
poi ha informato i presenti sul
Congresso Eucaristico nazionale
che si terrà in settembre ad An-
cona e sulla prossima iniziativa
denominata “Dialoghi di Pace”
inserita nel contesto del mese
della pace. Va ricordato che tutti
i battezzati devono collaborare. Il
CPP infatti opera concretamente
mediante gruppi di lavoro pasto-
rale che si impegnano ad animare
la Comunità con opportune ini-
ziative. Diamo qui uno sguardo
riassuntivo sulle iniziative delle
commissioni operative. Una nuo-
va vitalità si è riscontrata con il
rinnovo del C.P.P. Ci auguriamo
che questo entusiasmo duri nel
tempo e si allarghi sempre più.
Commissione Culturale
È ancora in fase embrionale, ma
con la buona volontà potrà cre-
scere ed allargare gli orizzonti
della nostra realtà locale, piutto-
sto “ostica” ad iniziative di natura
culturale. Il futuro di questo servi-
zio umano ed ecclesiale poggerà
sulla convinzione e sulla tenacia
di chi lo promuove.. L’obiettivo è
di far scoprire il bisogno umano
di conoscere ed apprezzare ciò
che è bello, che è stato frutto del-
la fatica e dei valori di un popolo.
L’intento è anche quello di aiuta-
re i credenti a cogliere la rilevanza
anche culturale della fede cristia-
na , non solo in generale, ma an-
che da noi a Castrezzato. A nessu-
no può sfuggire che la presenza
di edifi ci sacri e la traccia lasciata
dal Cristianesimo a Castrezzato è
di grande rilievo. La stessa Piazza
del Centro storico è delimitata da
edifi ci sacri di notevole rilevan-
za: Chiesa parrocchiale dei santi
Pietro e Paolo (sec. XVIII- XIX°);
chiesa di S. Lorenzo, Chiesa di S.
Pietro Martire, il Monte di Pietà.
Recentemente l’Arch. Valentino
Volta ha tenuto da noi un’interes-
sante relazione storica sul Castel-
lo di Castrezzato e sullo sviluppo
e relative modifi che degli edifi ci
delimitati dall’area dello stesso.La
commissione cultutrale si propo-
ne di organizzare qualche visita ai
Luoghi della fede, in Lombardia,
Italia e all’estero; la visita a mostre
e ad avvenimenti culturali interes-
santi ; a redigere alcuni articoli di
carattere culturale sul Bollettino
parrocchiale. In merito alle gite o
viaggi di natura spirituale o cultu-
rale, si propongono quest’anno le
presenti iniziative: visita/pellegri-
naggio al Sacro Monte di Varese
in maggio; viaggio a Praga ed ai
Castelli della Boemia in agosto.
Notizie più dettagliate saranno
date in Parrocchia a tempo op-
portuno. Siamo alla ricerca di per-
sone disponibili ad incrementare
il Gruppo.
Commissione anziani e malati
Il 15 di novembre 2010 si sono in-
contrati i membri della Commis-
sione Anziani/Malati. Don Mario
ha presentato la fi sionomia di
questa commissione come viene
illustrata dall’apposito fascicolo
parrocchiale emanato nel 2006.
Viene evidenziato il collegamen-
to di questo gruppo con la Ca-
ritas, con il gruppo dei Ministri
straordinari della S. Comunione e
31Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Vita in parrocchia
con il gruppo di Pastorale socia-
le. Ci si confronta sulla situazione
generale degli anziani e dei ma-
lati della nostra Comunità; sulla
presenza della Casa di Riposo e
sul servizio socio-sanitario che
svolge lodevolmente; sulla ne-
cessaria vicinanza spirituale e re-
ligiosa da assicurare agli anziani
e malati; sulla necessità di creare
una mentalità di coinvolgimento
e attivazione degli anziani stessi
con le forze residue in loro pos-
sesso perché siano ancora sog-
getti attivi nelle famiglie e nella
società; sul potenziamento del
volontariato sociale. Non va sot-
tovalutato che molti servizi di
volontariatro svolti in Parrocchia
sono gestiti proprio da anziani!
Commissione di pastorale so-
ciale
Il 16 novembre 2010 e il 10 gen-
naio 2011 si è riunito il gruppo di
pastorale sociale in canonica. Si
rifl ette e si condividono le fi nalità
e gli obbiettivi di questo settore
della pastorale e si decidono le
seguenti iniziative:
- Promuovere un colloquio/con-
ferenza nel Salone dellìOratorio
che si proponga di far conoscere
alcune attività e iniziative tese a
favorire l’integrazione concreta
delle nuove presenze di culture
e persone diverse nel tessuto del
nostro territorio, chiedendo la
partecipazione e la collaborazio-
ne di chi opera nei settori vitali
della convivenza civile: il settore
scolastico, quello sanitario, quel-
lo del lavoro, del C.A.G. (Centro di
aggregazione giovanile), quello
della Caritas. Invitare anche don
Armando Nolli, attuale Parroco
di S. Faustino in Città, che ha una
notevole esperienza in questi
settori perché off ra il contributo
della sua esperienza maturata in
tanti anni di servizio in questi set-
tori. Alcune attenzioni da tener
presenti nella realizzazione di
queste iniziative sono le seguen-
ti: Portare il vissuto con i suoi
problemi concreti; evitare pole-
miche improduttive; non sostiuir-
si a quanto deve fare la Pubblica
Amministrazione, ma collaborare;
mantenere una visione cristiana
dei problemi e degli interventi.
La parte di Commissione che se-
gue i giovani informa che si sta
mettendo in cantiere una serie di
iniziative che saranno attivate en-
tro il maggio di quest’anno. Circa
la pastorale della famiglia e degli
sposi ci si orienta a sollecitare il
C.P.P. ad esaminare la nostra si-
tuazione per dar vita ad un Grup-
po Sposi o ad un Gruppo Famiglie
per evangelizzare il sacramento
del Matrimonio e realizzare una
più adeguata Pastorale Familiare
( Preparazione al Matrimonio/Sa-
cramento; il compito del genera-
re e dell’educare i fi gli; le situazio-
ni di vita coniugale di diffi coltà/
separazione/divorzio ; il coinvol-
gimento dei genitori nell’educa-
zione cristiana dei fi gli ecc…)
Commissione catechesi
La Commissione catechesi si è ri-
unita il 18 gennaio 2011 in cano-
nica. Dopo la preghiera iniziale,
don Mario presenta brevemente
l’Esortazione apostolica post-si-
nodale Verbum Domini (“Parola
del Signore”) emanata dal Papa
Benedetto XVI sulla Parola di Dio
nella vita e nella missione della
Chiesa.Ci si confronta poi sulla
traccia di questionario distribuita
ai membri della commissione per
verifi care il ruolo che viene riser-
vato concretamente alla Parola di
Dio e alla Catechesi in seno alla
nostra Comunità parrocchiale.La
valutazione che ne esce è ampia-
mente positiva, dopo un attento
esame fatto dai presenti. In Par-
rocchia l’annuncio della Parola in
sede liturgica e sacramentale e
il suo approfondimento nei vari
percorsi per ragazzi e genitori in
Oratorio e nei Centri di Ascolto
sono fortemente sentiti e realiz-
zati. Anche la breve omelìa feriale
è desiderata e utile. Il compito di
annuncio e di approfondimento
della Parola sono affi dati anche ai
Laici. Un buon gruppo (circa ven-
ti) ha partecipato o sta partecipa-
to al Corso zonale per Catechisti
degli Adulti a Chiari. La Parola di
Dio e la Catechesi intercettano le
situazioni e gli stati di vita di tutti.
I Centri di Ascolto della Parola di
Dio riprenderanno nelle sedi già
note il martedì sera alle ore 20,30
e saranno guidati dai Catechisti
degli Adulti. Le date sono le se-
guenti: 15/22/29 marzo e 5 aprile.
Si conferma pertanto di perseve-
rare nella direzione intrapresa.
Commissione del Bollettino e
della Radio Parrocchiale
Ci si è incontrati l’8 febbraio 2011
per fare il punto della situazio-
ne. Circa l’utilità della radio par-
rocchiale non vi sono dubbi. È il
modo abituale con il quale la Par-
rocchia entra nelle case per por-
tare la vita liturgica ordinaria e le
comunicazioni importanti della
vita della Comunità cristiana.
(Messe, funerali , avvisi per la
parrocchia ecc…). Per la Quare-
sima si programma di riprendere
l’iniziativa Radio-Quaresima, il
Martedì sera (alle ore 20,00) delle
seguenti date: 15/22/29 marzo, e
4 e 12 aprile. Marco Piscioli si im-
pegna ad interpellare l’oratorio
per una partecipazione alla tra-
smissione di Radio-Quaresima.
Giuliano Iore provvederà a ricer-
care qualche altro collaboratore
nella lettura dei testi. Qualcuno
suggerisce – nelle serate delle
domenica di Quaresima, mezz’ora
prima della messa vespertina, an-
che a mezzo-radio, di tenere(da
parte dei Sacerdoti) una cateche-
si appropriata per quanti duran-
te la settimana sono impediti dal
partecipare ad incontri formativi.
32 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Circa il Bollettino Parrocchiale
si fa una valutazione dell’attuale
situazione che risulta positiva. Al-
cuni suggerimenti sottolineano il
rilievo da dare alle realtà del pae-
se ed al vissuto della nostra gen-
te. Don Mario fa presente che le
fi nalità del Bollettino sono anche
quelle formative, tenendo sem-
pre aperto il collegamento con la
vita della Chiesa universale e del-
la Diocesi. Gli articoli del Bolletti-
no devono comprendere anche
ampiamente la vita dell’Oratorio
e delle sue molteplici iniziative.
Commissione Liturgica
La Commissione liturgica è una
delle più “nutrite” dal punto di vi-
sta numerico: comprende Lettori,
Cantori, Organista, Ministranti,
Paratori, Collaboratori nella puli-
zia e nel decoro della Chiesa, Sa-
cristi volontari e quant’altro serve
per una degna celebrazione del
Mistero cristiano. Nel settore dei
Lettori da alcuni mesi è entrata in
vigore una nuova modalità di ste-
sura degli orari di Proclamazione
della Parola, curato lodevolmen-
te da Domenico Rodella. Li rin-
graziamo tutti di cuore, senza
trascurare nessuno : comprese le
gentili signore che ogni venerdì
pomeriggio, “al freddo e al gelo”,
puliscono chiesa e sacrestia. La
Commissione liturgica si è riunita
mercoledì 23 febbraio per sten-
dere il programma di massima
delle iniziative della Quaresima
e della Pasqua.Si sono innanzi
tutto confermate le iniziative va-
lide degli anni precedenti e della
“tradizione”: Dare rilievo all’inizio
della Quaresima con le Ceneri
(Mercoledì delle Ceneri il 9 mar-
zo) dando ampia possibilità di
celebrazioni per tutte le catego-
rie; e il Venerdì Santo. Inoltre si
proseguirà con la Via Crucis (una
il Venerdì pomeriggio di Quaresi-
ma e l’altra - itinerante - in varie
località del paese:, alle ore 20,30:
il 18 marzo in chiesa (animata
dal C.P.P.); il 25 marzo nella Zona
Nord/Est; il 1° aprile nella Zona
Sud/Ovest; e l’8 aprile nella Zona
Sud/Est. Si curerà con particolare
impegno la Settimana Santa e le
S.S. Quarantore. Nella domenica
delle Palme, il 17 aprile, le messe
delle ore 9,30 e delle ore 11,00
saranno unifi cate in quella delle
ore 10,30 partendo dall’oratorio
verso le ore 10,00 (benedizio-
ne degli ulivi). Il percorso sarà:
Oratorio - Via Gatti - Piazza Zam-
marchi - Chiesa. La Caritas prov-
vederà a confezionare i rametti.
Si eff ettueranno le due processio-
ni: sera del Martedì santo (Sante
Quarantore) e sera del Venerdì
santo (con il Cristo Morto). Gui-
derà le processioni G. Gualina. Si
inviterà la Banda di Erbusco. Don
Claudio provvederà al servizio dei
Chierichetti, degli Apostoli e dei
Paggi. Alle varie processioni sarà
richiesto il servizio dei Vigili per
la pubblica sicurezza. Molto cura-
to sarà il servizio dei Lettori del-
la Passione e delle varie funzioni
della Settimana santa. L’oratorio
predisporrà la distribuzione delle
bottigliette dell’acqua benedet-
ta durante la Veglia pasquale. La
Veglia Pasquale è in assoluto la
Celebrazione più importante di
tutto l’anno liturgico e va accu-
ratamente preparata spiritual-
mente e liturgicamente. I cristiani
devono ricordarlo e fare anche
qualche sacrifi cio per non diser-
tarla! Ma su questo torneremo
nella prossimità della Settimana
santa. Nelle due processioni della
Settimana santa saranno impie-
gati i lumini: quelli bianchi per le
Quarantore e quelli rossi per il Ve-
nerdì santo. A tutti i collaboratori
il nostro vivissimo grazie.
Commissione o Consiglio Dell’o-
ratorio
Il Consiglio dell’Oratorio si è ri-
unito due volte: la prima in data
6 dicembre 2010, la seconda in
data 24 gennaio 2011. Nel pri-
mo incontro si sono presentati i
membri del Consiglio e sono sta-
te illustrate le fi nalità della com-
missione. Don Claudio ha presen-
tato coloro che sono entrati nel
Consiglio come rappresentanti
del CPP. Poi sono stati presentati
i Responsabili e i Volontari dei di-
versi settori dell’oratorio. È stato
precisato che la collaborazione
dev’essere la più ampia possibi-
le, ognuno secondo il suo dono
e il suo compito. Il Parroco è poi
intervenuto illustrando a grandi
linee il progetto di messa a norma
delle cucine dell’oratorio, che tro-
veranno collocazione nella cosid-
detta “corte” della cascina, messa
in sicurezza. La Soprintendenza e
la Curia hanno dato parere posi-
tivo, per cui i lavori prenderanno
avvio verso la metà di dicembre,
tempo permettendo. Successiva-
mente sono state passate in ras-
segna varie proposte per il mese
della Pace: una conferenza sui
valori dela pace proposta dalla
Commissione parrocchiale di Pa-
storale sociale ed altre iniziative
promosse dall’Azione Cattolica.
Don Claudio rende noto che sono
stati programmati dal CAG alcuni
incontri relativi alla preparazione
educativa dei genitori.
Nel secondo incontro (24 gen-
naio) sono stati presentate tutte
le iniziative defi nite circa il mese
della Pace: “Raccontare la pace”;
marcia Zonale della Pace a Ru-
diano; rifl essione alle mamme sul
metodo preventivo di don Bosco
(Padre salesiano 26 gennaio 2011,
in chiesa); messa di suff ragio per
tutti i giovani defunti di Castrez-
zato; il progetto “Media- Educa-
tion” per adolescenti e giovani.
Sempre nella seconda riunione
don Claudio ha presentato esau-
rientemente il Progetto diocesa-
no per l’iniziazione cristiana dei
Fanciulli e dei Ragazzi (4 anni di
itinerario che coivolge anche i
Vita in parrocchia
33Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Preghiera serale di un sacerdote
Tu, Signore, sei giustizia
che ama e non punisce.
Tu sei gratuità senza confi ni
che va in cerca di chi è smarrito e stanco.
Tu sei paternità e fragranza
che attende chi percorre
sentieri sconnessi e senza sbocco.
Tu mi immergi nel tuo fuoco
e mi plasmi con paziente discrezione
trasformandomi da scoria arrugginita
in ferro vergine ed in lama rifi lata.
Tu mi vuoi discepolo fedele
e mi trasformi in olio per lenire
le piaghe lancinanti dei fratelli
che accorrono al tribunale del perdono
e attingono al Pane che ristora,
all’acqua zampillante e cristallina
quale estremo anelito di faticosa ascesa.
Il mio peccato è per Te croce,
ma con l’amore tuo struggente verso l’uomo
che vaga spaurito e senza meta,
spinto alla deriva dal vento degli istinti,
mi off ri la certezza del tuo giocondo abbraccio.
Tu sei là, all’ultimo avvincente approdo
ad una luce intensa e alla gioia senza confi ni,
proteso al naufrago che cercava felicità terrene
e ritrova invece Te col volto tenero di un Padre,
e la Mamma tua Maria, e i cari Trapassati,
e i Santi tutti di un sicuro paradiso.
d. V.
genitori) ed il Progetto educativo
alla fede per gli Adolescenti (V e
VI anno). Infi ne i giovani, facenti
parte della Commissione di Pa-
storale sociale hanno mostrato
un questionario - da loro stessi
elaborato - che intendono som-
ministrare agli adolescenti per
conoscere le loro esigenze e le
loro modalità di accesso alla di-
mensione religiosa. Ambedue le
riunioni sono state presiedute da
don Claudio.
Commissione Missionaria
Il Gruppo missionario tiene viva
la sensibilità missionaria della Co-
munità, promuovendo alcune ini-
ziative sia di carattere formativo
che pratico. La nostra Zona pasto-
rale VIII è stata affi data recente-
mente dal vescovo all’animazione
missionaria dei Missionari di Vil-
laregia che aiuteranno i Gruppi
missionari a crescere e aprogredi-
re nel loro servizio. Prossimamen-
te si terrà una Veglia Missionaria
Zonale nella memoria annuale
dei Missionari Martiri. Prosegui-
ranno le ioniziative di sostegno
ai nostri missionari castrezzatesi.
Va ricordato un evento speciale di
quest’anno: il vescovo Beato Gui-
do Conforti sarà proclamato san-
to. È stato il Fondatore dei Mis-
sionari Saveriani, cui appartiene
anche il nostro P. Sergio Targa.
Esprimiamo il nostro grazie a tut-
ta la Comunità castrezzatese che
sempre ci sostiene con amicizia e
generosità.
( sintesi curata da don Mario)
Vita in parrocchia
34 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Sabato 12 dicembre 2010, alla
vigilia della festa di S. Lucia,
le principali associazioni di
Castrezzato si sono trovate nella
piazza L. Pavoni per condividere
un momento di gioia e serenità
con la popolazione, anche in vista
delle imminenti festività. Tra le as-
sociazioni presenti, l’AVIS, l’AIDO
ed il COSP, con i loro volontari che
rappresentano una delle colonne
portanti della nostra comunità.
È stata questa un’occasione per
coinvolgere nuovamente i citta-
dini castrezzatesi ricordando loro
quanto sia importante l’operato di
queste associazioni di volontariato
che, aiutando il prossimo, tengono
vivo il senso di appartenenza alla
comunità e lo spirito di condivisio-
ne sociale a cui ogni essere umano
dovrebbe essere chiamato. Molte
persone si sono avvicinate agli
stand, chiedendo informazioni ed
hanno mostrato interesse e dispo-
nibilità personale. Ricordiamo che,
in questa occasione, numerose
sono state le iscrizioni all’AIDO che
conta oggi a Castrezzato oltre 400
iscritti, risultando una delle sezio-
ni AIDO più numerose della zona.
La donazione di organi, come la
donazione di sangue, può salvare
delle vite perciò, la speranza è che
i volontari che si iscrivono all’AVIS
e all’AIDO possano ulteriormente
aumentare in questo 2011. Anche
i volontari del Centro Operativo
di Soccorso Pubblico operano in
aiuto del prossimo, garantendo
un servizio sociale sempre attivo
durante la settimana e turni per il
118 durante i fi ne settimana. Tut-
tavia spesso è diffi cile garantire
alla comunità questi servizi poiché
i volontari sono pochi. L’iniziativa
delle associazioni in Piazza ha vo-
luto essere un modo per chiedere
collaborazione a quanti volessero
unirsi ai volontari del COSP dando
un po’ del loro tempo per la co-
munità. L’AVIS, l’AIDO ed il COSP,
colgono l’occasione per ringrazia-
re il Sindaco Gabriella Lupatini e
l’amministrazione comunale, per
Associazioni in piazza
Per tenere vivo lo spirito di servizio nella Comunità
essere sempre vicini alle nostre as-
sociazioni non solo condividendo
gli ideali in cui crediamo ma ren-
dendo possibile anche il nostro
operare a livello pratico. Ricordia-
mo il recente acquisto del nuovo
mezzo di soccorso che è stato pos-
sibile grazie al contributo dell’am-
ministrazione comunale. A quanti
ci sono vicini e ci sostengono, il
nostro grazie.
Vita sociale
35Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Brevi dalla Parrocchia
16 gennaio 2011: Festa degli anniversari di nozze
Nel classico Concerto dei Patroni che eseguiremo sabato 25 giugno 2011, ci immergeremo nello struggente
Stabat Mater di Joseph Haidn (1732 -1809). Quest’opera, scritta per Soli, Coro e Orchestra, tra le tante scritte
sul terna del dolore provato da Maria ai piedi della croce, l’abbiamo scelta per la grandiosità del risultato fi nale
ottenuto da questo autore austriaco. Dalla sua musica traspare un dolore misurato, interiore e sublimato che
noi con la nostra interpretazione cercheremo di off rire ai nostri ascoltatori col massimo impegno.
Concerto dei Patroni il 25 giugno
Con la Corale “Don Arturo Moladori”
fotografi a di Erika Zani
Praga e Castelli della Boemia
dall’1 al 5 agosto 2011
Quota individuale in hotel 4 stelle € 480,00
Caparra € 200,00 da versare all’iscrizione
Iscrizioni in Canonica entro il 3 aprile 2011
Pellegrinaggio a Medjugorjedal 7 al 13 agosto 2011
Chi è interessato rivolgersi a:
Gabriella Noli Tel. 030 7146567
Celestina Scalvini Tel. 030 714529
Edvige Bosetti Tel 030 7146628
È richiesta la carta d’identità
non scaduta e senza timbro
Costo complessivo è di € 285,00
Anticipo all’iscrizione di € 120,00
Iscrizioni fi no ad esaurimento posti
39Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Corale don Arturo Moladori, il tramite con l’autore
Dal saluto del Presidente del Coro Moladori, Angelo treccani, al Concerto di Natale 2010
Brevi dalla Parrocchia
II concerto di Natale è un mo-
mento tradizionale sempre
atteso dalla Amministrazione
comunale che si sente unita alla
comunità religiosa ed ai presenti,
nell’ascolto della musica e del can-
to proposti dalla schola cantorum
‘don Arturo Moladori’ e dall’orche-
stra.
Ringraziamo mons. Mario Stoppa-
ni che come parroco fa gli onori
di casa predisponendo il clima
adatto, nell’accoglienza rispettosa
verso ogni Amministrazione co-
munale e cordiale verso i coristi, i
musicisti, il maestro e il presiden-
te, alla quale ci associamo con
soddisfazione. Proviamo per un
attimo a pensare ad uno spartito
musicale. Certamente, soprattutto
per chi non lo sa leggere, e siamo
in tanti, esso non potrà mai gene-
rare emozioni fi nché non viene
interpretato. Anche questa sera
la scuola di canto con l’orchestra,
nella sua interpretazione, pro-
muove un incontro, perché fa da
tramite tra l’autore ed il pubblico,
cercando con lo studio e con la
propria sensibilità di interpreta-
re iI pensiero del compositore. E
lo farà eseguendo la musica con
pienezza di sentimento e di sensi,
comunicandoci messaggi ed emo-
zioni. E questo non è cosa da poco
e dunque è doveroso riconoscere
ed apprezzare l’impegno che è ne-
cessario per riuscire a presentare
un’interpretazione convincente e
vigorosa.
Ma la schola cantorum non pro-
muove solo un incontro, ma rea-
lizza una comunicazione in quan-
to esprime in modo corretto e
nobile, quanto spesso è nascosto
nell’animo e quanto è scritto nelle
note sul pentagramma. È così che
entriamo nell’atmosfera del Santo
Natale, nella celebrazione di un in-
contro che dà senso e signifi cato
alla vita e che si esprime nei gesti
e nelle parole.
Ringrazio quanti hanno contribu-
ito a questa serata e ritengo siano
doverosi il sostegno e la valorizza-
zione di questo gruppo musicale,
sempre presente nei momenti si-
gnifi cativi della vita comunitaria
di Castrezzato, e ben rappresenta-
tivo del paese oltre i nostri confi ni.
Angelo Treccani
Il CORO “Don Arturo Moladori” durante un’esecuzione nel Duomo di Milano il 15 settembre 2010.
40 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Spazio amministrativo
Carissimi papà e mamma, fratello e sorella di Davide
diverse sono le cose che ognuno di noi vorrebbe in questo momen-
to così tragico e imprevisto che ha lasciato tutti noi davvero senza
parole e con il cuore spezzato.
Mentre vi scrivo questa lettera rivedo Davide sorridente, con le sue
mani forti, intento ad aiutare qualcuno, come sempre.
Vengono alla mente i tanti momenti di gioia e di spensieratezza e
talvotla anche di grande fatica e dolore perchè la vita è tutto que-
sto e voi ne sapete qualcosa. Quante volte ci siamo “rimboccati le
maniche”, a testa alta... perchè la vita è camminare, correre, cadere,
per poi rialzarsi, ognuno con le proprie forze, e riprendere il viaggio.
Davide è stato un caro giovane uomo che ha sempre dato tutto se
stesso agli altri, con gli altri e per gli altri e di questo suo dono spe-
ciale ne sono testimone in prima persona.
Bello è il ricordo di Davide giovane impegnato e divertito a far gio-
care i più piccoli nel cortile dell’oratorio di San Bernardino di Chiari.
Diverse sono le associazioni di volontariato che hanno goduto della
bella persona di Davide, della sua bontà, del suo sorriso ma soprat-
tutto della sua straordinaria generosità.
A Davide devo molto, forse tutto. Una volta, in una di quelle nostre
pazze uscite in canoa, mi sono avvicinato troppo alla chiusa del Lago
di Iseo e sono stato risucchiato da un mulinello; se non ci fosse stato
Davide a lanciarmi una corda ora non sarei qui a scrivervi per ricor-
dare insieme a voi il vostro-nostro Angelo.
Davide ora ci guarda dal Cielo, ci sorride, ne sono certo; lui ci darà
conforto e amore anche così. Non dovete, non dobbiamo avere pau-
ra, perchè Davide è vivo, ogni santo giorno, nel nostro cuore.
Grazie Davide per il dono prezioso della tua straordinaria generosa
amicizia.
Con aff etto, un forte abbraccio.
Valter
In memoria di Davide Serotti
È deceduto recentemente per un tragico incidente un giovane della
nostra Comunità: Davide Serotti. Mentre ancora porgiamo ai geni-
tori, al fratello e alla sorella le condoglianze più sentite, con il con-
senso della famiglia pubblichiamo la lettera che un suo caro amico ha
inviato quando ha avuto notizia della sua scomparsa. La partecipazione
al suo funerale, in una giornata fredda e fl agellata dall’acqua gelida, è
stata grande. Soprattutto toccante la partecipazione e la presenza di
molti amici del “Rustico Belfi ore” di Chiari, dove spesso Davide si recava
per portare aiuto e collaborare fraternamente.
Rimane nel cuore di quanti lo hanno conosciuto
“O Dio dei vivi
e dei morti,
rendi partecipe
della gloria
del Cristo Risorto
i nostri fratelli defunti,
soprattutto
i più giovani”
41Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Calendario liturgico
Calendario liturgico pastoraleMarzo6 Domenica IX del Tempo ordinario7 S. Perpetua e Felicita Martiri8 S. Giovanni di Dio Fondatore dei Fatebenefra-
telli.9 Mercoledì delle Ceneri. Inizio della Quaresi-
ma S. Messe e imposizione delle Ceneri ore 8 -
9,30 - 16 alla Casa di Riposo ore 17 - 19 -20,30.11 Venerdì: ore 15 Via Crucis in chiesa.
Giorno di digiuno e di astinenza dalle carni.12 S. Luigi Orione.13 Domenica I di Quaresima. (Le tentazioni)15 Martedì: Ripresa dei Centri di Ascolto nelle
sedi già note.Prende avvio l’iniziativa di Radio-Quaresima (Radio parrocchiale)
18 Venerdì. S. Cirillo di Gerusalemme. Ore 15: Via Crucis in chiesa.Ore 20,30: Via Crucis in chiesa (I) preparata dal C.P.P.
19 Festa di S. Giuseppe, Sposo di Maria.S. Messe Ore 8 -10 - 18.
20 Domenica II di Quaresima. (La Trasfi gurazio-ne)
22 Martedì. Centri di Ascolto e Radio Quaresima.25 Venerdì. Festa dell’Annunciazione del Signo-
re.Ore 15: Via Crucis in chiesa.Ore 20,30 Via Crucis itinerante nella Zona Nord- Est.
27 Domenica III di Quaresima (La samaritana)29 Martedì. Centri di Ascolto e Radio Quaresima.
Aprile1 Venerdì. Ore 15 Via Crucis in chiesa
Ore 20,30 Via Crucis Itinerante nella Zona Sud- Ovest
3 Domenica IV di Quaresima - “Laetare” (La gua-rigione del cieco nato)
5 Martedì. Centri di Ascolto e Radio Quaresima.8 Venerdì. Ore 15 Via Crucis in chiesa.
Ore 20,30 Via Crucis itinerante nella Zona Sud-Est.
10 Domenica V di Quaresima. (La risurrezione di Lazzaro)
12 Martedì. Ore 20: Ultima trasmissione di Ra-dio-Quaresima.
15 S. Damiano de Veuster, missionario dedito alla cura dei lebbrosi (Molokai)
17 Domenica delle Palme o di Passione. Inizio della Settimana Santa e delle Sante Quaran-tore.Ore 8: S.Messa. N.B. Si accorpano le messe delle ore 9,30 e 11.Ore 10: Raduno in Oratorio per la benedizione dei rami di ulivo. Processione verso la chiesa: Itinerario: Oratorio- Via Gatti- Piazza Zammar-chi-Chiesa.Ore 10,30 S Messa pro populo - Lettura della Passione secondo MatteoOre 14,30 Adorazione dei RagazziOre 15,30 Adorazione degli AdultiN.B. Il Santissimo rimane esposto fi no alle ore 18.Ore 18: S. Messa vespertina.
18 Lunedì Santo. In mattinata: ConfessioniS. Messe Ore 8 - 9,30 e 20. In giornata è espo-sto il Santissimo per l’adorazione.
19 Martedì Santo. In mattinata: Confessioni.L’orario delle sante messe è identico al Lunedì santo, con l’aggiunta della Processione serale in onore di Gesù - Eucaristia dopo la messa delle ore 20. Il percorso è quello tradiziona-le: Chiesa - Piazza Zammarchi - Via C. Battisti- Vicolo Abbandonato - Via Risorgimento - Via Torri - Chiesa. Anche il Venerdì Santo si segue questo itinerario. Si raccomanda alle famiglie che hanno l’abitazione prospiciente il percor-so di addobbare porte e fi nestre con fi ori e lumi.
20 Mercoledì Santo: Ore 9,30 S Messa per gli Ospiti della Casa di Riposo.Ore 20,30 Liturgia Penitenziale e Confessioni per Tutti.
21 Giovedì Santo Giorno dell’Eucaristia e Sacer-dozio.Ore 7,30 Uffi cio delle Letture e Lodi. N.B. Non c’è la messa delle ore 8.
42 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011
Calendario liturgico
Ore 9,00 S. Messa per tutti i presbiteri della diocesi in cattedrale con il vescovo. Benedizione degli Olii Santi (Catecumeni-Crisma- Infermi).
22 Venerdì Santo. Giorno della Morte del Signo-re.Giornata utile per le confessioni. (Giorno di digiuno e astinenza). Le off erte del Venerdì santo sono destinate ai Luoghi Santi. Ore 7,30 Uffi cio delle Letture e Lodi.Ore 8 Via Crucis in chiesa.Ore 14,00 Ora della Divina Misericordia.Ore 15 Liturgia della Passione e Morte di Cri-sto. Adorazione della Croce.
Ore 20,30 Liturgia della Parola e Processione oon il Cristo Morto. (percorso tradizionale)
Il Cristo Morto rimane esposto in chiesa fi no alla sera del sabato Santo.
23 Sabato Santo. Gesù nel sepolcro. Giorno ali-turgico. Confessioni individuali.
Ore 7,30 Uffi cio delle Letture e Lodi.Ore 20,30 Solenne Veglia Pasquale. Liturgia dellaBenedizione del Fuoco nuovo - Liturgia della
Parola- Liturgia Battesimale ed Eucaristica (S. Comunione sotto le due specie)
24 Pasqua di Risurrezione. Sante messe ore 8-9,30-11,00-18.
N.B. Ore 17,20: Vespri di Pasqua.25 Lunedì dell’Angelo: Sante Messe con orario
festivo.26 Martedì dell’Ottava di Pasqua; Oggi entra in
vigore l’orario estivo delle sante messe: Fe-stiva della Vigilia e della domenica sera: ore 18,30; feriale della sera ore 20,00. La solenne Ottava dura fi no alla seconda domenica di Pasqua, chiamata “ In Albis” o “Della divina Mi-sericordia” che quest’anno cade il 1° maggio data della Beatifi cazione del Papa Giovanni Paolo II.
29 S. Caterina da Siena, Compatrona d’Italia.30 Memoria liturgica di S. Pio V, Papa del S. Rosa-
rio.
Maggio1 Domenica della “Divina Misericordia”.
Ore 20,30: Inizio solenne del Mese mariano in chiesa e ricordo del Beato Papa Giovanni Pao-lo II, promotore dell’aggiunta dei Misteri della Luce al S. Rosario. Canto del Te Deum.
2 Lunedì. Inizia la recita del Santo Rosario nelle santelle e nei rioni del paese dal lunedì al ve-nerdì.
3 S.S. Filippo e Giacomo Apostoli. Anniversario della morte di don Bonfadini.Ore 9,30 Uffi cio pro Def don Agostino Bonfa-dini arciprete dal 1941 al 1975.
4 S. Gottardo Vescovo.8 Domenica III di Pasqua.11 Madonna del Frassino - Venerata a Peschiera
del Garda.13 Nostra Signora di Fatima.14 S. Mattia Apostolo.15 Domenica IV di Pasqua.19 S. Celestino V Papa.20 S. Bernardino da Siena.22 Domenica V di Pasqua. Memoria di S. Rita da
Cascia.24 Memoria della Madonna Ausiliatrice.26 Madonna Di Caravaggio. Memoria di S. Filip-
po Neri.29 Domenica VI di Pasqua. Domenica delle Cre-
sime (Ore 11)30 Conclusione del S.Rosario nelle Santelle31 Martedì. festa della Visitazione della Beata
Vergine Maria. Ore 20: S. Rosario meditato in chiesa e S. Messa con processione interna
N.B. Giovedì 19 maggio avrà luogo
il Pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese.
Partenza ore 7.00, rientro ore 19.00
Iscrizioni in canonica o all’oratorio.
Lettera del Parroco
43Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011
Anagrafe parrocchiale
Anagrafe parrocchialeNella luce di Cristo (defunti)Rinati in Cristo (battesimi)
Matrimoni
Balint Denis Stefan
di Adrian e Balint Ana – Maria
Roncali Giorgio
di Gabriele e Nava Daniela
Tonelli Andrea
di Alessandro e Cazzago Alessandra
Verzeletti Vittoria
di Gianluca e Ferrari Simona
Mambretti Stefano
di Francesco e Agnesi Moira
Casaletti Martina
di Silvano e Zanini Monia
Gherardi Alberto con Festa Mirta Maria
Andreoli Mario di anni 74
Paganotti G. Luigi di anni 51
Sbrini Luigi ( Gino ) di anni 82
Ghizzardi Bianca di anni 87
Fogliata Carlo di anni 61
Marella Annibale di anni 76
Bosis Paola di anni 80
Ferrari Caterina di anni 75
Platto Elisabetta di anni 89
Zanini Elvira di anni 94
Cassago Aldino di anni 83
Noli Faustino di anni 88
Rossini Bruno di anni 84
Guerrini Lorenzo di anni 79
Serotti Davide di anni 40
Lumini Margherita di anni 86
Marini Antonia Gianna di anni 64
Gaibotti Lucia di anni 89
A Gesù Crocifi sso
Mio Crocifi sso!
Sempre Ti porto con me.
A tutto Ti preferisco.
Quando cado, Tu mi risollevi.
Quando piango, Tu mi consoli.
Quando soff ro, Tu mi guarisci.
Quando Ti chiamo, tu mi rispondi.
Mio Crocifi sso!
Tu sei la luce che m’illumina.
Il sole che mi riscalda.
L’alimento che mi nutre.
La fonte che mi disseta.
La dolcezza che m’inebria.
Il balsamo che mi ristora.
La bellezza che m’incanta.
Mio Crocifi sso!
Sii Tu la mia difesa in vita.
Mio conforto e fi ducia
nella mia agonia.
E riposa sul mio cuore
quando sarà la mia ultima ora.
Un ragazzo entra in un negozio.E’ molto stupitoquando vede un angelo dietro al banco.Esitando, s’avvicinae chiede all’angelo:“Cosa vendete qui?”L’angelo risponde gentilmente:“Tutto quello che desideri”.Il ragazzo rimane in silenzioper un attimoe poi ordina:“Che non ci siano più guerre,più disponibilità della gentea comunicare;acqua e cibo per tutti;più tempo da dedicare ai bambinie...”L’angelo lo interrompe:“Scusa, ma temo tu abbia capito male.Questo non è possibile.Noi non vendiamo i frutti,ma soltanto i semi”.
L’Angelo di Pasqua