Post on 19-Aug-2020
BIODIVERSITÀ
NELL’AGROECOSISTEMA
VIGNETO: BOSCHI E AREE
NON ANTROPIZZATE,
PROBLEMA O POTENZIALE
RISORSA?
POSSIBILE ADATTAMENTO DI
PARASSITOIDI
INDIGENI A CICALINE
ESOTICHE DANNOSE ALLA
VITE
Dott. Federico Marco
Bocca
Prof. Alberto
Alma
Introduzione
Scaphoideus titanus Orientus ishidae Metcalfa pruinosa
Alcuni dei più dannosi fitofagi della vite in Italia e in Europa sono di origineesotica e sono stati introdotti nel nostro paese in periodi temporali differenti
Hemiptera: Auchenorryncha
Cicaline esotiche
E’ il principale vettoredei fitoplasmi del Gruppo 16SrV
Scaphoideus titanus
E’ una specie strettamenteampelofaga
Flavescenza dorata
E’ stato dimostrato avere un ruolo nella trasmissionedella FD
Orientus ishidae
E’ una specie polifaga (in prevalenza su: Corylus sp., Salix sp., Carpinus sp.)
Flavescenza dorata
In seguito a forti infestazionicausa un danno indirettodovuto alla produzione di melata
Metcalfa pruinosa
E’ una specie estremamente polifaga
Cicaline esotiche
Scaphoideus titanus
Metcalfa pruinosa
Scaphoideus titanus
1963
Metcalfa pruinosa
1979
Orientus ishidae
Orientus ishidae
1998
Incolti con vite inselvatichita: zone di rifugio e diffusione di cicaline dannose alla vite
Le maggiori densità di popolazione delle cicaline dannose alla vite si riscontranonelle aree non coltivate con vite selvatica all’interno dell’agroecosistema vigneto
Flavescence dorée
Agroecosistema vigneto: aree non coltivate
Agroecosistema vigneto: aree non coltivate
Incolti con vite inselvatichita: zone di rifugio e diffusione di cicaline dannose alla vite
Le maggiori densità di popolazione delle cicaline dannose alla vite si riscontranonelle aree non coltivate con vite selvatica all’interno dell’agroecosistema vigneto
Flavescence dorée
Agroecosistema vigneto: aree non coltivate
Scaphoideus titanus
Vite inselvatichita
Agroecosistema vigneto: aree non coltivate
Orientus ishidae
Corylus avellane Salix spp.
Rubus spp.
Cornus sp.
Ulmus spp.
Vitis spp.
Urtica dioica
Agroecosistema vigneto: aree non coltivate
Metcalfa pruinosa
• Questi habitat rappresentano una fonte di flussi di reinfestazione dei vigneti
• Tale fenomeno è particolarmente critico nel finire della stagione quando i vigneti sono scoperti dai trattamenti insetticidi
Aree non coltivate ai margini dei vigneti
Flussi di reinfestazione
x Ampia diffusione sul territorio della vite inselvatichita. Vige l’obbligo di estirpo che, tuttavia, spesso non viene rispettato
x Divieto di trattamenti fitosanitari al di fuori delle aree coltivate
x Quando si esegue l’estirpo della vite inselvatichita è necessario evitare l’eliminazione completa della copertura forestale e il taglio delle specie forestali autoctone
In tali ambienti non vi sono i mezzi per contrastare efficacemente i flussi migratori dellecicaline verso i vigneti
Problematiche
Aree non antropizzate e aree a bosco nell’agroecosistema vigneto: problema o potenziale risorsa?
• L’assenza di efficaci strategie di controllo delle cicaline in tali ambienti, pone l’attenzione sulla necessità di considerare queste aree come una possible risorsapiuttosto che un mero problema
• Infatti, essi rappresentano un habitat ideale per specie di predatori/parassitoidi autoctoni in grado di limitare iflussi migratori delle cicaline da tali aree
Aree a compensazione ecologica
Sorgente di entomofagi indigeni
Lotta biologica conservativa
Tali ambienti sono parte integrante dell’agroecosistema vigneto:potenziale risorsa nel controllodelle cicaline
Benefici
Aree non antropizzate e aree a bosco nell’agroecosistema vigneto: problema o potenziale risorsa?
Asti Monferrato
Canavese
Roero
La ricerca è stata svolta in diversi siti nelle province di Torino, Asti e Cuneo
Piemonte
Materiali e metodi
Areale d’indagine
Parassitoidi Koinobionti
Lo scopo di questa ricerca è studiare i biotopi e le biocenosi presenti nell’agroecosistemavigneto, con particolare attenzione all’adattamento di entomofagi paleartici a queste trespecie esotiche
Obiettivo
Predatori/Parassitoidi indigeni
Da porzioni di tralci di vite è stato delicatamente rimosso il ritidomaper individuare le uova delle cicaline
Parassitoidi Idiobionti
Materiali e metodi
Uova parassitizzate
Materiali e metodi
Parassitoidi Idiobionti
♂
♀ ♀
Numerosi esemplari di oofagi sonoemersi dagli allevamenti
.
Campioni di giovani e adulti delle tre specie sono stati raccolti mediante retinoentomologico, trappole Malaise e trappole cromotattiche giallle
Materiali e metodi
Attività di campo
Le indagini di campo hanno evidenziato la presenza di numerose cicaline parassitizzate da drinidi
Parassitoidi Koinobionti: Dryinidae (Hymenoptera)
I drinidi sono endo-ectoparassitoidi: la larva sisviluppa inizialmente all’interno dell’ospite, poi estrude in un caratteristico sacco larvale costituitodalle esuvie degli stadi preimmaginali del drinide. Terminato lo sviluppo, la larva rompe il saccolarvale e si impupa al suolo o sulla vegetazionedella pianta ospite della cicalina
QUESTI STUDI PRELIMINARI HANNO EVIDENZIATO
UN’INTERESSANTE BIODIVERSITÀ NELL'AGROECOSISTEMA
VIGNETO. SARÀ NECESSARIO APPROFONDIRE L'ECOLOGIA
E LA BIOLOGIA DI QUESTI PARASSITOIDI, STUDIANDO
L'INFLUENZA DEL MICROCLIMA E DELLA STRUTTURA
VEGETAZIONALE SUL LORO COMPORTAMENTO
CONCLUSIONI
4
3
2
1NON SOSTITUISCONO IN ALCUN MODO
LE MISURE PER LA LOTTA OBBLIGATORIA
CONTRO LA FD
POSSIBILE INTEGRAZIONE
AI TRADIZIONALI METODI
DI LOTTA
POTENZIALE LOTTA BIOLOGICA CONSERVATIVA
OBIETTIVO: RIDUZIONE FLUSSI DI REINFESTAZIONE
L’ATTENZIONE!
GRAZIE
PER