Post on 01-Jul-2015
20/05/14
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Adolescenti e Dipendenze Dott. Pasquale Saviano
Psicologo -‐ Psicoterapeuta
Il disagio e la voglia di evasione dei giovani trovano spesso sfogo nella droga o nelle dipendenze più in generale, che spesso provocano danni tremendi ai giovani che ne risultano assolutamente inconsapevoli
Molteplici sono le cause che portano ad un avvicinamento verso qualcosa che alla fine si rivela dannoso per un adolescente: società deviata, malata, che non crede più nei valori, deformata da immagini e modelli sempre più falsi, frustrata, egoista…
Ma ciò che più influisce sui comportamenti autolesionisti e dannosi per gli adolescenti è quel senso di noia, di nichilismo in cui i giovani sono caduti negli ultimi decenni
Le mille comodità create dalla modernità, dal progresso, sono assolutamente effimere, rincorrere qualcosa che dopo un giorno è già obsoleto, a lungo andare diventa frustrante e quindi porta ad un disinteresse generico e generale verso tutto e tutti
savianopasquale@hotmail.com
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Il periodo adolescenziale rappresenta sicuramente uno fra i più tormentati di tutta la vita di un uomo. La varie forme di disagio che si trovano a sperimentare gli adolescenti sono mutate nel corso degli anni
Le difficoltà psico-‐comportamentali che si rilevano oggi nei giovani sono totalmente nuove e molto intense, non facilmente distinguibili in situazioni ordinarie e formali ma sicuramente rilevabili attraverso un minimo ascolto ed attenzione verso i loro comportamenti, atteggiamenti e mentalità
Molto di questo malessere va imputato alla società ed alla sua evoluzione, ma non bisogna dimenticarsi che le relazioni nella famiglia sono cambiate, aumentando la disattenzione verso quegli aspetti puramente affettivi ed emozionali caratteristici della crescita di un adolescente
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L’abitudine genera apatia, “dolore”, noia, insoddisfazione, senso di incompletezza. Risulta paradossale che in un epoca in cui si ha tutto, la noia riesca a predominare favorendo la ricerca di alternative futili e dannose
La ricerca di qualcosa di alternativo è mosso, in buona sostanza, dalla ricerca di una fuga, da qualcosa che va stretto, li rinchiude, li imprigiona, li soffoca
Ciò è legato alla fase che questi ragazzi vivono, caratterizzata da instabilità emotiva e psicofisiologica, continui cambiamenti fisici e strutturali, senso di solitudine, consapevolezza di un’identità indefinita…
I falsi miti creati dalla società, da amici più grandi, da figure di riferimento non sempre all’altezza di rappresentare un esempio portano inevitabilmente i giovani adolescenti a cercare di trasgredire per dimostrare a se stessi ed anche agli altri di essere all’altezza
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L’ansia di crescere, di ritrovarsi adulti li porta ad una continua ricerca di metodi che aumentino la convinzione propria ed altrui di essere cresciuti, di aver raggiunto il punto successivo della loro vita e di essere “immortali”
I dati sono allarmanti, in crescita esponenziale di anno in anno
Su 100 adolescenti:
Ê 30 fumano (in maggior numero donne);
Ê Il 30% divide il tempo fra bar e discoteche
Ê Un buon 20% si annoia davanti alla tv
Ê Il 16% si ubriaca per “trovare un’altra dimensione”
Tra questi, almeno il 40% assume droghe e sostanze stupefacenti non sempre leggere per “andare fuori di testa”
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Il punto di partenza è semplice, si parte dall’alcol, dalle sigarette, trovate in casa, e velocemente si passa ad hashish, marijuana, droghe via via più pesanti e più dannose
Ciò che ancora di più crea stupore, purtroppo è la percentuale di ragazzine rispetto ai maschi che entra in giri di uso e di abuso di sostanze poco chiari
Siamo di fronte ad un soggetto sicuramente più debole, più insicuro, con maggiore instabilità d’animo, un soggetto che vive dentro di sé la necessità inculcata dalla società di aderire a certi canoni, di emulare i compagni maschi, di dimostrare di non “essere inferiori”
Un soggetto che anche in famiglia vive una maggiore conflittualità con i genitori
Un soggetto che vive costantemente con la voglia e la curiosità di provare qualcosa di diverso e che spesso all’interno del gruppo si autoconvince che quella è la strada migliore e meno pericolosa
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La ricerca e l’assunzione di sostante stupefacenti, o la dipendenza, più in generale è facilmente ascrivibile, in quest’ottica ad una necessità di “automedicazione” non rivolto verso un reale malessere psichico, bensì corrispondente ad una generalizzata condizione di malessere
Accanto ad un senso di malessere spesso ritroviamo specifici deficit a livello dell’elaborazione e dell’espressione delle emozioni, della percezione dei propri stati interni e dell’adeguatezza psichica e corporea alle pressanti richieste del mondo esterno
Il primo approccio all’uso di sostanze, non è strettamente legato alla volontà dell’adolescente o semplicemente alla pressione da parte del gruppo, ma vanno tenute in considerazione: aggressività, capacità di far fronte allo stress, bassa autostima, senso di autoefficacia fallimentare, scarso supporto dei genitori, scarso rendimento scolastico, affiliazione a gruppi o soggetti devianti
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Mentre in passato il consumo di droghe o alcol risultava circoscritto ad alcune categorie di persone o a determinati ceti sociali, oggi si sta assistendo ad una massificazione del fenomeno che si sta insinuando all’interno di tutte le fasce socio-‐economiche della popolazione
I più coinvolti in questo fenomeno risultano essere i giovani che sempre più precocemente entrano in contatto con le varie sostanze
Ciò, inevitabilmente comporta l’aumento dell’insorgenza di disturbi legati all’uso e l’abuso di sostanze e ad un passaggio dalle droghe più “leggere” a quelle più “pesanti”
I risultati statistici sono chiari; in una popolazione studentesca di età compresa tra i 15 ed i 19 anni e che va sempre più modificandosi rispetto all’abbassamento dell’età di inizio abbiamo:
Alcol 68,1% -‐ Tabacco 48,4% -‐ Cannabis 23% -‐ Psicofarmaci (senza prescrizione medica) 7,5% -‐ Cocaina 4,2% -‐ Stimolanti (amfetamine, ecstasy, ecc…) 3,2% -‐ Allucinogeni (lsd, funghetti, ecc…) 2,7% -‐ Eroina 1,4% -‐ Anabolizzanti (senza prescrizione medica) 0,67%
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L’accresciuta disponibilità di delle sostanze ed il ridimensionamento del prezzo di vendita ha contribuito a rendere le sostanze stupefacenti sempre più alla portata di tutti
Fra i giovani si registra sempre più un aumento di consumo di energy-‐drink, nella cui composizione ritroviamo sostanze altamente eccitanti, come la caffeina o la taurina, che ad alti e prolungati dosaggi possono causare seri disturbi psicofisici
Il tutto è legato comunque alla collocazione nell’immaginario adolescenziale di queste sostanze
Molte droghe sono considerate dai giovani come semplici sostanze ricreazionale, da consumare in compagnia di amici in modo più o meno episodico, ciò perché la dipendenza viene associata ad un consumo elevato e quotidiano
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Inoltre la diversificazione delle caratteristiche psico-‐biologiche porta alla convinzione che una tantum non potrà fare male quanto l’uso sistematico ed a grandi dosi
In quest’ottica, dettata da mistificazioni, falsi concetti e messaggi ambigui dei media, la cocaina è considerata da molti giovani non pericolosa e facilmente controllabile, l’ecstasy un innocente svago del fine settimana, l’alcol una normale abitudine e lo spinello un innocuo e rilassante piacere
Da alcuni anni nei ragazzi si è fatta largo la convinzione che esistano due universi relativi alla droga: da un lato quelle dello svago, del fine settimana (ecstasy, cocaina, hashish, marijuana, alcol, tabacco) facilmente conciliabili con una vita normale fatta di lavoro e di studio e dall’altra quelle legate alle dipendenze (eroina, crack), legate ad un contesto sociale degradato, e quindi da discriminare (ciò è anche legato al tipo di assunzione ed allo stato in cui si cade dopo averle assunte)
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Le aspettative rispetto alle droghe sono mutate nel corso del tempo passando da una volontà di annullare la propria identità personale, spesso per fuggire ai problemi che affliggevano l’individuo oggi, c’è un’esigenza contraria
Le sostanze allucinogene sembrano essere l’unica strada che permette ai giovani di oggi di riuscire a percepire appieno il proprio Sé, di entrare in contatto con quella parte di sé sconosciuta ed oscura
Ciò, favorisce, in alcuni, la risposta a quelle imperanti esigenze di comunicazione interpersonale, causate dal progressivo impoverimento delle relazioni, dall’ansia e dal diffuso maladattamento sociale
Tutto ciò che ruota intorno agli adolescenti oggi è finalizzato al raggiungimento di questo scopo, cercare una nuova modalità comunicativa per far fronte all’impoverimento delle relazioni e delle normali comunicazioni tra persone
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Le modificazioni degli stati di coscienza indotte dalle droghe indicano il profondo vuoto lasciato dal crollo delle ideologie e dalla crisi della religione, appagando anche se solo parzialmente ed in maniera artificiale, quel latente bisogno di trascendenza , spiritualità e introspezione che ne è derivato
L’uso di sostanze può risultare spesso anche collegato alla difficoltà ad accettarsi per quello che si è, con le proprie caratteristiche, i propri limiti e difetti
I ragazzi attraverso l’uso di sostanze, mirano a raggiungere l’immagine ideale di se stessi, plasmando il proprio corpo e la propria psiche su un’modello ideale, presentandosi fisicamente perfetti, psicologicamente forti e sereni
Sono le sempre più pressanti richieste della società che glielo impongono. Vi è spesso una vera e propria impossibilità ad accettare i propri limiti, a piacersi nonostante i difetti ed a mostrare gli aspetti più intimi della propria interiorità, molto spesso l'ansia, l'incertezza e le paure hanno il sopravvento
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Anche la noia, l’anedonia e l’insofferenza che caratterizzano i gruppi di ragazzi li spinge a cercare nelle droghe quella soluzione alle richieste di una società che gli manda costantemente messaggi contrastanti
Sono proprio i repentini mutamenti della società attuale i responsabili di aspettative legate all’uso di sostanze come panacea di tutti i mali. L’attuale società ha insegnato ai nostri giovani la possibilità di trovare un rimedio immediato ed indolore a qualsiasi male. Ha fatto degli show televisivi i mezzi privilegiati per esperire emozioni, ha trasformato la superficialità e l’apparenza in prerogative di vita
Tutto questo limita drasticamente i vissuti emozionali che in adolescenza rappresentano una componente molto importante per lo sviluppo di una personalità sana
I sogni, i progetti di vita, le aspettative sono state private dei loro valori più profondi andando a minare quello sviluppo cognitivo adolescenziale che favorisce la crescita
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A questo punto risulta lecito supporre che i ragazzi attraverso le droghe cerchino di riappropriarsi di emozioni e sentimenti che sempre più spesso la nostra società gli nega, senza però accorgersi che così facendo rischiano di perdere per sempre ciò che assiduamente vanno ricercando
FUMO
In Italia i fumatori iniziano tra gli 11 ed i 14 anni, e tra i 15 e 24 sono per il 25,3% maschi e per il 18,4% femmine
È stata messa in evidenza la forte correlazione tra il titolo di studio basso dei genitori e l’abitudine al fumo nei maschi.
Il 31,6% dei ragazzi che fumano ha entrambi i genitori che fumano, per le ragazze è stata registrata una maggiore propensione a fumare quando in famiglia fuma la madre
I maggiori fattori di influenza al fumo sono legati al gruppo di pari, al fatto di provare “per avere piacere”
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Il nuovo adolescente è un “Narciso” che «ha bisogno di vedere riflessa la propria immagine nello specchio sociale, nel consenso del gruppo, nella valutazione dei docenti, nell’affetto della madre e del padre»
L’«evidentissima tendenza narcisistica di questa generazione» appare collegata ai cambiamenti del modello educativo della famiglia degli ultimi decenni: adorato da tutti come «un cucciolo d’oro» e non più considerato come un «piccolo selvaggio da civilizzare» è stato cresciuto dai genitori con la convinzione che, in ragione della sua «natura … buona e per nulla antisociale», non serviranno castighi e regole, ma solo tanto affetto da parte di adulti che amano, proteggono, assecondano in tutto
Una particolare «fragilità» -‐ caratteristica propria degli oggetti preziosi, unici e delicati -‐ lo connota
«Il bisogno di curare la loro bellezza li rende permalosi, esposti al rischio di sentirsi poco apprezzati, umiliati e mortificati da un ambiente che non dà loro il giusto riconoscimento. Quindi fragili perché esposti alla delusione derivante dal divario fra aspettative di riconoscimento e trattamento reale da parte di insegnanti, coetanei, genitori. Fragili perché addolorati dall’umiliazione e dal rischio di doversi troppo spesso vergognare del proprio corpo e della propria, a volte irrimediabile, invisibilità sociale.»
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L’adolescente oggi, fragile e spavaldo
A sconcertare gli adulti è «l’ambiguo impasto» di questa fragilità con una singolare spavalderia: senza essere arroganti o rifiutarne l’autorità, gli adolescenti si mostrano indifferenti, inalberano nei loro confronti una sorta di «denigrazione preventiva»; esibiscono «il culto della propria persona in spregio alla deferenza attesa dagli adulti trasformati in spettatori». Tendono a sottrarre «credibilità e soprattutto … potere simbolico» oltre che agli adulti anche alle istituzioni; alla scuola, in particolare:
«L’istituzione alla quale più di tutte gli adolescenti di oggi hanno sottratto quasi totalmente il valore simbolico di cui godeva in passato è la scuola, ridotta a un edificio e un insieme di adulti deputati a erogare un servizio. Gli adolescenti di oggi entrano e escono dalla loro scuola con indifferenza e padronanza; non ne hanno paura, non si sentono in colpa se non hanno fatto i compiti. Ma nello stesso tempo non esagerano: sono solo spavaldi, non trasgressivi; non la attaccano, la sopportano, ma la scuola non deve esagerare. In questo porre un limite alle richieste onnivore della scuola esercitano un livello elevato di spavalderia. Così facendo, difatti, si liberano del potere segreto della scuola, che è sempre consistito nel sottrarre quasi tutto il tempo ai giovani, anche quando il portone è chiuso e professori e bidelli sono dediti ad altro.»
Gli adulti (siano genitori, insegnanti, educatori, poliziotti o allenatori …) ottengono rispetto, attenzione e confidenza solo se dimostrano di possedere competenza nelle relazioni, «di conoscere il loro mestiere e di sapere spiegare bene a cosa serve la loro funzione». savianopasquale@hotmail.com
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LA FAMIGLIA (cosa fare?)
E’ innanzitutto necessario sviluppare un rapporto con i propri figli basato soprattutto sul dialogo
È necessario essere informati sull’argomento e parlarne apertamente con i figli
Non è utile essere troppo permissivi, sia pensando: «è giusto che facciano le loro esperienze», né «non è facile essere genitori al giorno d’oggi»
Neanche atteggiamenti troppo rigidi con elevati divieti portano buoni risultati
In definitiva, è utile cominciare a confrontarsi con i propri figli alle prime avvisaglie, in modo chiaro, semplice, ma mantenendo una comunicazione chiara e risolutiva nel rispetto dei ruoli genitore/figlio
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LA FAMIGLIA (cosa fare?)
PREVENIRE
Significa agire in modo che un danno non si manifesti
Non significa preoccuparsi del ragazzo che inizia a far uso di droga, alcol, tabacco, ma occuparsi di lui prima che ciò avvenga ed adoperarsi perché ciò non avvenga
Significa preparare l’adolescente, il giovane ad affrontare la realtà della vita, della quale la droga, come problema fa parte. Fa prevenzione chi educa; in primo luogo i genitori, che devono occuparsi del benessere fisico e psichico del ragazzo
Significa conoscere il proprio figlio, vivere con lui, assumere la responsabilità della sua educazione senza deleghe (scuola ed altre agenzie di socializzazione) questo difficile compito
Conoscere realmente il problema e non semplicemente «aver paura» di qualcosa che in realtà non si conosce. Solo una chiara e diffusa cultura contraria alla droga può consentire una prevenzione efficace
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LA FAMIGLIA (cosa fare?)
PREVENIRE
Significa avere una conoscenza seppur schematica e basilare che favorisca la formazione di una propria opinione rispetto al problema così da superare quel timore insito in ogni genitore di parlare di droga con i figli, scegliendo anche tempi e modalità giuste
Significa educare secondo valori non solo «predicati» ma anche condivisi e vissuti quotidianamente.
Significa non sottrarre i figli ai sacrifici che la vita richiede, farli partecipi delle difficoltà della vita di tutti i giorni e responsabili delle proprie azioni
Renderli critici di fronte alle situazioni ed abituarli a ragionare, in modo chiaro e personale rendendoli consapevoli dei loro diritti e coscienti dei loro doveri
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LA FAMIGLIA (cosa fare?)
COME AGIRE?
È utile non drammatizzare ed affrontare il problema con il giovane solo dopo aver consultato un esperto in materia
Approcci errati possono compromettere la situazione e far precipitare il rapporto
Essere più presenti; rendersi conto che i ragazzi anche se insofferenti al controllo dei genitori hanno il bisogno di sentire che la famiglia si prende cura di loro
Non concedere eccessiva libertà: ricordare che “il fare esperienze” deve essere inteso in diretto rapporto alle responsabilità che l’età di un ragazzo consente, non come un facile “alibi” per il genitore
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LA FAMIGLIA (cosa fare?)
COME AGIRE?
Non compassionare il ragazzo, né fornire alibi al suo comportamento accusando se stessi, o chiamando in causa particolari situazioni familiari, o attribuendo solo a cattive compagnie, problemi scolastici o di lavoro, una possibile giustificazione. Va sottolineato che la droga non risolve il problema, ma lo esaspera
Sarà opportuno valutare quale o quali, tra i propri atteggiamenti, possono avere contribuito a creare situazioni di disagio, e cercare di modificarli. La droga può essere un’alternativa alla mancanza di affetto o alla scarsa disponibilità del genitore, talvolta propenso ad accontentare il figlio con promesse e regali piuttosto che a “vivere insieme” anche parte del tempo libero; può rappresentare una soluzione a problemi che il ragazzo non riesce ad affrontare, o un’evasione da una situazione non ha accettata
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LA FAMIGLIA (cosa fare?)
COME AGIRE?
Rendersi conto che alcuni atteggiamenti dell’adulto messi in atto in modo non consapevole possono costituire continuamente un modello (quanti tra noi usano tabacco o alcolici senza sapere abbandonare questa abitudine, o ricorrono immediatamente ai farmaci, incapaci di sopportare anche il più piccolo malessere?)
L’uso della droga rappresenta comunque un messaggio lanciato da parte del ragazzo, messaggio che deve essere raccolto e interpretato con equilibrio
Occorre non dimostrarsi offesi, atterriti, o peggio indifferenti; spesso è difficile instaurare un rapporto positivo con il figlio: per questa ragione i genitori non possono fare esclusivo assegnamento sulle proprie forze
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LA FAMIGLIA (cosa fare?)
COME AGIRE?
Si ricordi infine che alla base di ogni relazione valida sarà pur sempre il continuo colloquio, che consente sì di ascoltare con affetto e comprensione i problemi e le esigenze del ragazzo, ma questo deve avvenire con il presupposto di un totale e netto rifiuto di una qualsiasi “filosofia della droga”
L’atteggiamento rassegnato della nostra società, che accetta come ineluttabile ogni forma di devianza (droga, violenza, criminalità, ecc.), può infatti costituire un pericolo maggiore della droga stessa
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BIBLIOGRAFIA
AA VV., 2005, Prevenire l'uso di droghe tra i bambini e gli adolescenti. Una guida per genitori, educatori e amministratori basata sulla ricerca scientifica, National Institute on Drug Abuse, USA
Pietropolli Charmet G., 2009, Fragile e spavaldo. Ritratto dell'adolescente di oggi, Laterza, Bari
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