60 ANNI DI GIORNALISMO Avrei potuto salvare Walter Tobagi ... · Wt Siamo alla terza puntata ddi...

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GIOVI-DI5 GENNAIO 2017 LaVerità

• 60 ANNI DI GIORNALISMO

Avrei potuto salvareWalter Tobagie ora non mi do paceDa direttore del «Corriere d'Informazione» dovetti deciderese nominarlo capo della redazione romana. Scelsi inveceGuido Vigna. Lui rimase a seguire le Br a Milano e fu ucciso

di CESARE LANZA

Wt Siamo allaterza puntataddi queste pa-gelle (moltopersonali) suicolleghi, noti emeno noti,

che ho conosciuto in 6o annidi carriera giornalistica.

I TELEVISIVIBrino Vespa (L'Aquila, 27 mag-gio 1944). Prostata di ferro:durante le maratone televisi-ve, non va mai in bagno. Abili-tà mostruosa nella gestionedei rapporti e nella difesa delsuo programma storico, Portaa porta. Intoccabile: tanti de-sideravano farlo fuori, nessu-no ci ha mai provato seria-mente. Una sicurezza d'ac-ciaio nel suo cervello: «Saròancora qui quando voi non cisarete più», di fronte a unadozzina, al minimo, di diret-tori generali e di consiglieri diamministrazione della Rai.Non credo di essergli simpatiaco, però mi ha invitato qual-che volta al suo talk. Apprez-zabile per l'equilibrio (fisiolo-gicamente è governativo e at-tento, ma non devoto, a chi è alpotere), un mix complicatotra qualità giornalistica, ri-spetto verso i potenti, esigen-ze dei telespettatori. Sia purcon qualche inevitabile infor-tunio, non si asservisce e ra-ramente è arrogante. Scrivelibri interessanti, che pro-muove minuziosamente. Per-fezionista.Enrico Mentana (Milano, 15 gen-naio 1955). Antagonista di Ve-spa nelle maratone: stragi,terrorismo, elezioni... Unabella lotta, forse Enrico ha ilvantaggio, a La7, di poter stra-volgere il palinsesto comevuole. Si affermò come Mitra-glietta, per la velocità con cuidava le notizie di tutti i tiggìche dirigeva. Oggi MaurizioCrozza lo prende per i fondelliper la lentezza con cui parla. Èastuto e abile: è riuscito a fardimenticare la sua fervida at-tività per i giovani socialisti,ha strapazzato Matteo Renzi.Nessun particolare rapportocon lui: buongiorno e buona-sera, se ci incontriamo, comeSpalletti e Totti, ma lui è uncampione e io non sono l'alle-natore, non abbiamo la stessacasacca. Per il padre, reportersportivo di qualità, avevo verasimpatia. Misurato.Clemente J. Mimmi (Roma, 9 ago-sto 1953). La «J.» sta per Jac-kie. Suo padre, patito di Char-lie Chaplin, volle dargli quelsecondo nome per ricordareJackie Coogan, l'attore prota-gonista del Monello. Ho avuto,come tutti, rapporti corretticon lui. Senza macchie, mira-colosamente, anche se ha di-retto, in Rai e in Mediaset, te-legiornali sotto sorveglianzapolitica, berlusconiana. Non

osa più di tanto, ma non na-sconde le notizie: una perso-na perbene, un gentiluomo asuo agio - con ironia - nel Pa-lazzo. Ha superato un bruttocolpo di salute. Sa valutare uo-mini e cose. Professionista.Piero Angela (Torino, 22 dicem-bre 1928). Curava uno spaziodella mia prima Domenica in.Ammiravo la sua professiona-lità: geloso del suo lavoro, ascanso di equivoci e di erroriportava in scena il suo pezzogià registrato in una cassetta,salutava educatamente e se neandava. Mi sarebbe piaciutolavorare con lui e/o con suo fi-glio Alberto, ma non ci sono

SCIENTIFICO Piero Angela

A «Domenica in»Piero Angela portavail suo pezzo giàregistrato. ClementeMimun sa valutare

state altre opportunità. Scien-tifico.Andrea Barbato (Roma, 7 marzo1934 - Roma, 12 febbraio1996). Gran conduttore del te-legiornale, come Arrigo Levi ePiero Angela, in una fortuna-ta stagione della Rai. Succes-sivamente, la sua «cartolina»a conclusione del tg resta ilmodello di una rubrica tantosobria quanto incisiva. Lo ri-cordo con stima sia perchéera un giocatore (amava lecorse dei cavalli), sia perchéscrisse una lunga, intelligentee critica analisi degli eccessi edelle volgarità del mio setti-manale Contro, irriverente etemerariamente impertinen-te. Snoh.Maurizio Costano (Roma, 28 ago-sto 1938). La sua popolarità èesplosa con Bontà loro, il pri-mo talk show di Rai 1, negli an-ni Settanta, realizzato ogni se-ra con pochi soldi, in uno stu-dio misero e con un paio diospiti importanti. Un autenti-co signore della tv, incolpevo-le del mucchio selvaggio di di-

battiti organizzati per decinedi anni da tutte le televisionicon presunzione e, a volte,grottesche velleità. Con ilMaurizio Costanzo show hacostruito una serie infinita dirapporti di potere, divenutiun baluardo insormontabileper chi volesse attentare allasua poltrona. Assai meno effi-cace la presenza nella cartastampata. Gli fu affidato L'Oc-chio, il primo e unico tentati-vo di varare un tabloid popo-lare, all'inglese. Un flop. Spe-ravo di essere scelto, avevostudiato il giornalismo popo-lare per anni, The Sun e il Dai-ly Mirror, ma non ebbi questafortuna. E forse, come Mauri-zio, non sarei stato all'altezza.Diplomatico, affabile e genti-le. Creatilo.

COJ ECLETTICI •Luigi Bisignani (Milano, 18 otto-bre 1953). Ancor oggi molti siostinano a considerarlo unfaccendiere, un uomo poten-tissimo negli affari e nelle in-termediazioni, grazie a • unelenco interminabile di rela-zioni di potere, che lo hannoportato a essere inquisito eimpelagato in varie vicendegiudiziarie. In realtà, è unsimbolo di intelligenza pura.Ha avuto molto potere e anco-ra lo conserva. Si è sdoganato,tornando alle sue origini digiornalista, con un libro sullasua vita, recensito da tutti, epoi con un'assidua attività co-me opinionista per II Tempo.È informato, lucido, indulge aprevisioni e provocazionimolto seguite. Lo incontrosempre con diletto. Comples-sn.Guido Cerosa (Fiume, 22 giugno1953 " Rozzano, 5 febbraio1999)- Inviato, scrittore, depu-tato. Lo assunsi come respon-sabile della redazione roma-na del Corriere d'Informazio-ne. Estroverso, ottima qualitàdi scrittura, sempre desidero-so di nuovi traguardi. Inquie-ta.Edoardo RaspeH (Milano, 19 giu-gno 1949). Gli cambiai lette-ralmente la vita. Era un croni-sta dell'edizione del pomerig-gio del Corriere, passava peruno scansafatiche, ma nonera vero. Lo chiamai e gli dissi:«O ti mandiamo al Corrieredei Piccoli, oppure vediamocome te la cavi in una rubricache ho in mente da tempo: re-censioni spietate e severe deiristoranti di Milano». Accettòcon entusiasmo e fu la sceltadella sua vita: una prodigiosacarriera come esperto di ga-stronomia. Poi, un grandesuccesso anche in televisionecon un programma, Melaver-de, in onda prima su Rete 4 eoggi su Canale 5. Costante,inesausto.Aldo De Luca (Siena, 7 luglio 1945- Roma, 18 aprile 2013). Sosiadi Achille Occhetto al Bagagli -no, firma importante degli

INESAUSTO Edoardo Raspelli

Edoardo Raspolli m/ritenuto fannullone:cambiai la sua vitaGigf Nhn&hm può fareun giornale da solo

STRATEGICO Marco Benedetto

CRONISTA II cadavere di Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera assassinato il 28 maggio 1980

nerale, come sarebbe piaciu-to a lui: sperando che potesseresuscitare da un momentoall'altro, dicendo che ci avevafatto uno scherzo. Lieve..Mauro della Porta Raffo (Roma, 17aprile 1944) II Gran Pignolo,così lo battezzò Giuliano Fer-rara. Ha il nome più lungo delmondo: Mauro Maria Roma-no della Porta Rodiani Carra-ra Raffo Dandi Gangalandi dicasa Savelli. Ferrara intuì lasua grandezza e gli affidò suPanorama la rubrica Theother piace, in cui rivelava glierrori del settimanale antago-nista, L'Espresso. Giocatored'azzardo, cultura ed erudi-zione da record universale,insieme con la qualità dellamemoria. Adoratore di PieroChiara. Inesorabile.Antonio PadeHaro (Roma, 29 giu-gno 1946). «Su Silvio Beriu-sconi ho scritto qualsiasi cosatranne, forse, che avesse cro-cifisso Gesù Cristo». Poi lo haincontrato ad Arcore e lo hadefinito «persona cortese,gentile, veramente squisita,come si diceva una volta». Èstato direttore corretto e mi-surato dell'Unità e del FattoQuotidiano». Orgoglioso.Gigi Moncahro (Gavi, 13 agosto1950). Il più veloce, dinamicoe intuitivo tra i miei allievi.«Un pazzo scatenato», secon-do molti giudizi. E certamen-te per il suo carattere, che nonconosce la rinuncia, ha per-duto l'opportunità di conqui-stare le poltronissime dell'e-

A 20 anni \BiMtfctto sapeva giàtutto della stampaRoberto Napoletanoambizioso malaccorto

v>spettacoli del Messaggero,sempre presente ai Festival diSanremo e di Venezia, e a MissItalia. Brillante, altruista, di-sponibile: compagno di zin-garate e di avventure. È mortoimprovvisamente e misterio-samente dopo una cena a basedi sushi. Lo abbiamo piantocon parole anomale al suo fu-

ditoria. Per il resto, non si èfatto mancare nulla: libri al li-mite della temerarietà, comeAgnelli segreti e il più recente ICaracciolo, in cui affronta eindaga senza riserve né reti-cenze i retroscena più recon-diti dei poteri intoccabili inItalia. Con documentazionistupefacenti. Ottimo condut-

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3/DaVESPAaSALLUSn

PERFEZIONISTA Bruno Vespa, conduttore di Porta a porta. Fra le innumerevoli doti, una prostata di ferro

tore televisivo in Rai, anche inquesta veste senza compro-messi, spigoloso, appuntito.Emarginato, vive nel suo rifu-gio in Piemonte. Quando gliparlo, a ogni minuto che passagli vengono cinque idee, po-trebbe inventarsi da solo ungiornale intero. Indomabile.Paolo Graldi (Bologna, 27 maggio1942). Tra i più informati nellecronache giudiziarie. Ha di-retto II Mattino e II Messagge-ro, è stato il primo a intervi-stare Ali Agca e Tommaso Bu-scetta. Tra le sue qualità, nonsecondarie, la simpatia e l'a-bilità in cucina (favolosi i tor-tellini, non meno le lasagne),che derivano dalla sua origineemiliana. Devoto a Enzo Bia-gi. Passione segreta: la televi-sione. Bon vivant.Maurizio Barendson (Milano, 28settembre 1951). Molto amicodi Antonio Ghirelli, partnercon lui in televisione, e conPaolo Valenti, di programmisportivi di successo. Lo ricor-do perché negli anni Sessantafu uno dei miei giudici per l'e-same di giornalista. Mi chie-se: «Disegna una prima pagi-na per raccontare queste trenotizie: la Nazionale che vin-ce il campionato europeo, Ni-no Benvenuti che conquista iltitolo mondiale, Felice Gi-mondi che si impone nel Tourde France». Me la cavai, allascuola di Ghirelli avevo impa-rato molto. E spiegai perchéavessi dato la preferenza alcalcio, poi al ciclismo, infinealla boxe. E invece Ghirellicon un sorriso commentò: «Ioavrei fatto un titolone unicosull'Italia che vince, con trefoto e tre pezzi a scendere, eun commento per tutti e tregli avvenimenti». Ero pro-mosso, ma avrei voluto preci-pitare sotto terra. Scacchi-sta.

Cario (tassella (Corteolona, 19 ot-tobre 1942). Per pura perfidia,avrei voluto inserirlo tra i su-per valutati. Ma sarebbe statoun colpo basso, a causa di unmio legittimo risentimento.Una volta ha perso una scom-messa con me, per una previ-sione su un risultato elettora-le. In palio un pranzo, che nonha mai pagato. Per un giocato-re come me, è insopportabile:le scommesse si onorano.Gliel'ho rinfacciato molte vol-te. Silenzio assoluto. La rubri-ca Alta società, che da anni fir-ma sul Foglio, è ridicola: sof-fietti periodici ai suoi amici.Una volta ne parlavo con il suogrande amico Diego Della Val-le, che commentò con una ri-sata: «Gli ho detto: se scriviquella rubrica per farla figuradel coglione, ci riesci perfetta-mente». Carletto ha diretto ilTgi e giornali importanti, hasfiorato perfino il Corriere-delia Sera. Grandi qualità in-compiute: irrisolto, un uomodi mondo. Quando dirigevaLa Stampa, aveva attaccato al

muro, alle sue spalle, la foto diGianni Agnelli; quando arrivòal Tgi, la foto del Papa. Tattì-ea.Marco Benedetto (Genova, 26gennaio 1945). Superstizio-sissimo, sospettosissimo. In-telligenza superiore: a 20 an-ni noi ragazzi sognavamo difirmare in prima pagina, di fa-re gli inviati. Chissà, in futuro,anche i direttori. Lui era avan-ti di 30 anni: andava a Londrae New York, studiava il giorna-le nella sua complessità: reda-zione, amministrazione,stampa, diffusione, pubblici-tà. Non a caso è diventato am-ministratore della Stampa e

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TATTICO Carlo Rossella

Diego Della Vallea Carlo Rossella- «Sescrivi sul "Foglio "per sembrare coglione,ci riesci benissimo»

poi, del gruppo che pubblicaL'Espresso e La Repubblica,dove per lustri è stato il pupil-lo dell'editore Carlo Carac-ciolo. Il suo sogno era di diri-gere un giornale: ne ha fonda-to uno su Internet, Blitz. Vivea Roma in solitudine, in un ca-stello medievale: legge solo igiornali e i libri stranieri, nel-la lingua originale. Offre a mee agli ospiti (ben selezionati)una focaccia al formaggio piùallettante di quella di Recco. Ela prodigiosa intelligenza nel-la senilità si è inasprita: in unasalsa bonariamente cinica, inbattute sprezzanti e folgoran-ti. Stmteaiec.

Waher Tobagi (Spoleto, 16 marzo1947 - Milano, 28 maggio1980). Quando ero alla dire-zione del Corriere d'Informa-zione, mi trovai nella necessi-tà di nominare il capo della re-dazione romana. Ero indeci-so, a Milano, tra i due giornali-sti più attenti alle cronachepolitiche, tutti e due impe-

gnati a seguire il terrorismo: ilgiovane e mio coetaneo GuidoVigna (Mantova, 1942), unpersonaggio atipico, con alcu-ne divertenti stravaganze (fi-nora ha collezionato oltre100.000 necrologi, dopo aver-ne selezionato 2 milioni emezzo). Alla fine scelsi Vigna.Tobagi proseguì il suo lavoro,continuano a occuparsi delleBrigate rosse. Dopo il mio ad-dio al Corinf, fu assunto dalCorriere della Sera: qualcheanno dopo fu trucidato daiterroristi. Ho sempre pensatoche il suo destino probabil-mente sarebbe stato diverso,se avessi inviato lui a Roma,anziché Vigna. Una spina nelcuore.

Giovanni Valentini (Bari, 6 feb-braio 1948). Ha diretto beneL'Espresso e ha sognato - am-bizione legittima e ragionevo-le - di poter dirigere La Repub-blica. Gli è stato preferito EzioMauro e alla fine, dopo frizio-ni e conflitti, se n'è andato,sbattendo la porta. Per annisullaRepubblica, ha inchioda-to Berlusconi, con una rubri-ca settimanale, per le inva-denze (non solo) televisive.Oggi è un piacere parlare conlui: fa nomi e cognomi, ci met-te la faccia, non lesina graffi estaffilate a destra e manca. Mipiacciono (non solo) i giorna-listi animati dal fuoco, sacro,della competizione e dellavendetta. Fustigatore.Roberto Napoletano (La Spezia, 22maggio 1961). Ambiva alla di-rezione del Corriere della Se-ra. Attentissimo ai rapporti,con un'alta stima di sé. Educa-to, rispettoso, anche affettuo-so. Ma fece saltare una miacollaborazione al Messagge-ro, a cui tenevo moltissimo,quando ne divenne direttore.E a volte si fanno i conti senzal'oste. Ora, alla direzione delSole 24 Ore, rischia di esserecoinvolto e di pagare per mi-sfatti non suoi. Spero di no.(MaUaccorto.Alessandro Saltasti (Corno, 2 feb-braio 1957). Da sei anni dirigeII Giornale, con rigorosa lineaberlusconiana. Raramente,dicono tutti, risponde al tele-fono 0 agli sms. Difficile im-postare un dialogo con lui, al-meno per me, nonostante lasua formale, consueta genti-lezza. Da vicedirettore di Vit-torio Feltri, era un ottimoconfezionatore e l'uomo d'or-dine in redazione. Giunto alladirezione, dedica attenzionesoprattutto ai suoi editoriali.Ambizioso, ma anche lucido eriflessivo: ha rifiutato la can-didatura a sindaco di Milano,prevedendo la sconfitta delladestra. Una trombatura loavrebbe demolito. Avveduto.

(3. Continua)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le classi minestroneisperanza per i paesini

Nelle zone disagiate (dalle Alpi alle isole), mescolare alunnidi età diverse è il solo modo per non «appiedare» 30.000 ragazzidi PAOLO GIOVANNELLI

• II 14 settembre delloscorso anno, per inaugura-re l'arino scolastico, l'exministra dell'Istruzione,Stefania Giannini, andò inMolise a presentare il pro-gramma nazionale dellaBuona scuola per le aree in-terne del Paese. Dopo unrapido passaggio ad Iser-nia, il discorso clou fu te-nuto all'istituto compren-sivo «Molise Altissimo» diCarovilli.Il messaggio politico erachiaro: con questa riformavalorizzeremo anche learee interne del Paese, do-ve le comunità scolastichesoffrono disagi dovuti allaparticolare posizione geo-grafica, allo spopolamentoe ai servizi che si riducono.L'ex ministra pronunciòanche questa frase: «Lamarginalità diventi specifi-cità», disse Giannini, forseignara di quanto scivolosofosse «il compitino» cheMatteo da Pontassieve leaveva assegnato. «La BuonaScuola», spiegò, «può esse-re una straordinaria occa-sione per le aree internedel nostro Paese.Il documento stilato è frut-to di un ampio gruppo dilavoro, guidato dal Miur edal Dipartimento per loSviluppo e la Coesione ter-ritoriale». Lo stesso si inti-tola Le aree interne nel con-testo de La Buona Scuola.Linee guida per gli inter-

d sono pochi fondiper sostenere docentidiretti in areeperiferiche del Paese

venti nelle aree progetto. Lasua sintesi sono 17 diaposi-tive dalla grafica zucchero-sa, colori pastello, corni-cette, quella grafìa tondeg-giante ma un po' inclinatadella maestra di un tempo.Lo stile di presentazionedel progetto di riforma èedulcorato, tutto appare «amodino» ed evoca un po' laToscana dei cavallini e del-le giostrine per bambini.Dove Pinocchio, ovviamen-te, dice di essere il capoclasse.

COSA SONOLa pluriclasse è la tipica si-tuazione delle scuole deicomuni delle aree interne.Poco si sa riguardo agli ef-fetti prodotti dalle pluri-classi sui processi di ap-prendimento anche se,stando agli ultimi studiscandinavi, sarebbero «piùbenefiche» per gli studentipiù piccoli che si rapporta-no con colleghi più maturi.Nelle pluriclassi, gli inse-gnanti svolgono contempo-raneamente diversi pro-grammi ministeriali. Se-condo gli ultimi dati delMiur, in Italia ci sono 2.472pluriclassi ospitate in 1.553scuole. Le pluriclassi si tro-vano in 1.247 piccoli comu-ni (sui 7.998 esistenti, dopole ultime 29 fusioni chehanno soppresso 75 muni-

cipalità), con una popola-zione media di circa 1.500abitanti. Sono 28.993 ibambini che frequentanola scuola primaria in unapluriclasse, composta daalunni di età diversa ediscritti ad anni diversi delciclo formativo.

BIZZARRIELa media nazionale di stu-denti per pluriclasse è di11,7. Per la scuola media in-feriore, l'ordinamento nonprevede pluriclassi. In Pie-monte, a Ceresole Reale, al-le pendici del Gran Paradi-so, c'è una classe con 4alunni e un'insegnante. Ilnumero dipende dalle de-roghe regionali.Lo scorso anno, Cosenzaera la provincia con il mag-gior numero di scuole (113)con pluriclassi: 183. In Car-nia, come altrove sull'arcoalpino, la scuola delle plu-riclassi è indispensabileper la sopravvivenza dellestesse comunità di monta-gna. Luoghi dal forte spo-

MINISTROValeria Fedeli

polamento, aggravato dallacrisi economica: meno la-voro, meno natalità, piùemigrazione. E meno scuo-la.La pluriclasse è l'unica so-luzione per non far sparirela scuola dell'estrema pro-vincia italiana. Via l'ultimapluriclasse? Chiude l'isti-tuto e, a quel punto, scattal'accorpamento: ogni mat-tina, le famiglie sono co-strette a spostare i proprifigli, anche di diverse deci-ne di chilometri, verso al-tre scuole, in paesi e cittàpiù grandi.Quando i plessi scolasticichiudono i battenti, comesta avvenendo in Sardegna,esplodono le proteste deigenitori che non voglionoche «la loro scuola» muoia.Peraltro, in quelle zone, lachiusura di una scuola so-spinge l'abbandono scola-stico. Nel documento sullaBuona scuola nelle aree in-terne, al Miur hanno trova-to due soluzioni al proble-

ma. La prima: «Consentireil mantenimento dei plessiscolastici». La seconda:«Accorpare i plessi scola-stici». Vedete un po' voi, di-ce Palazzo Chigi alle Regio-ni, come vi viene meglio.Sulla questione scuola nel-le aree interne la politica el'alta dirigenza del Miur,appena ereditato dalla mi-nistra Valeria Fedeli, sem-brano navigare a vista.C'è poi il problema degli in-segnanti. Come il governovorrebbe invogliarli a lavo-rare nelle scuole delle areeinterne e a non abbandona-re tali luoghi «disagiati»?Leggiamo il documento.Testuale: «Incentivare lapermanenza dei docentinelle aree interne, attraver-so il riuso di spazi abitativiinutilizzati di proprietà de-gli Enti Locali, da destinarein uso ai docenti, con cano-ni di affitto agevolati. Lapermanenza dei docentideve essere accompagnatada azioni che evitino l'iso-lamento e che incentivinola qualità della vita degli in-segnanti».

GEOGRAFIATuttavia, se la scuola sta adAggius in Gallura (l'interocomune fa 1.561 abitanti), èpensabile che i docenti ca-gliaritani o sassaresi si pre-cipitino per accaparrarsi lesue cattedre o che quelli dalContinente sgomitino altraghetto per pagare un po'meno d'affìtto? E come ele-

Secondogli espertigli scolari più piccolitraggono beneficia stare con i più grandi

vare la loro qualità di vita?Abbonamento scontato al50 per cento per le visite allocale Museo del banditi-smo? Ma paghiamoli un po'di più questi insegnanti efiniamola lì, no? Sennò èuna presa in giro (pur se ilbiglietto intero per accul-turarsi su Sebastiano Tan-su, il bandito detto «II Mutodi Gallura», costa 4 euro)sia per quelle popolazioniche vedono le loro scuolechiudere e «accorparsi»,sia per gli stessi insegnanti.Ed è poi conseguenzialeche, nello stesso documen-to sulla Buona Scuola per learee interne, venga ravvisa-to, accanto all'assenza deipresidi legati a più istituti,«un forte turn-over dei do-centi».Sarebbe stato più esattochiamarla fuga. Intanto ipresidi sardi, che temonola chiusura delle piccolescuole dei territori internidel Nuorese, del Campida-no, del Sassarese e dellaGallura, si rivolgono cosìalle Istituzioni: «Stop alle«pezze» messe qua e là», èla loro denuncia, «serve unpiano straordinario, unalegge dell'istruzione che fo-tografi l'esistente e pro-grammi il futuro nel medioe lungo periodo». Per ora,tutto questo, non c'è.

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